Il Top 12 in TV

7 Aprile 2007 da Ping Pong Italia 

Quel diavolo d’un D.R. non gliene sfugge una, per chi l’avesse perso, vi propongo alcuni stralci tratti dalle telecronache messe in onda dalla RAI in occasione del Top 12 europeo di Arezzo. Buona lettura.

del Drago Rosso

Finalmente ho potuto vedere la cassetta con la registrazione di tutte le trasmissioni Rai sul Top 12 di Arezzo. E’ stata una visione sconvolgente, per tanti motivi. E’ brutto vedere il tennistavolo trattato in questo modo. Certo, va apprezzata la Rai perché ha trasmesso 6 ore di gare, ma i problemi sono parecchi. Provo a illustrare cosa è successo, riportando testualmente cosa è stato detto (e la registrazione è a disposizione di tutti, è inutile dubitare di quello che riporterò, è tutto su cassetta e su dvd). Divido tutto per argomenti.
RIPRESE E GRAFICA
Il primo appunto da fare è sulla scelta delle partite da trasmettere. Ferma restando la scelta obbligata delle azzurre (ma non di Yang Min, perché?) e delle fasi finali, è assurdo che si siano trasmessi incontri come Primorac-Chen Weixing e Schlager-Saive a danno delle tre partite più spettacolari di tutto il Top 12, quelle del gruppo di Samsonov, Kreanga e Crisan. La Rai aveva piazzato le telecamere in un punto, quindi non si potevano spostarle, e va bene, ma perché
l’organizzazione non ha messo il girone di Samsonov nel tavolo delle telecamere, invece di piazzarlo sul tavolo dal lato opposto? Certo, bisognerebbe anche capire qualcosa di tennistavolo per sapere che quel girone assicurava gli incontri più spettacolari, ma questo è chiedere troppo alla Fitet. Sempre per quanto riguarda le riprese, buone quelle della finale
femminile, con la telecamera principale sulla diagonale che “tagliava” lo spazio delle due finaliste mancine Li Jiao e Stefanova, così la visione era ottima. Ma la telecamera non è stata spostata per la successiva finale, con i due destri Samsonov e Kreanga, così il tavolo e la pallina erano coperti dai due giocatori.
A proposito della grafica, ci sarebbe da stendere un velo pietoso, ma in questo caso, la colpa non è della Rai, ma della Fitet. Gli operatori della Rai non possono conoscere i giocatori, specie quelli cinesi, ci voleva tanto a dire loro i nomi esatti, ma soprattutto quali erano i cognomi? Ed ecco che abbiamo visto i “nomi” Wei a indicare Chen Weixing e Jiao a
indicare Li Jiao. Insomma, un cognome contro un nome. E poi, a proposito di Stefanova, uno spassoso Nikoletta. Una volta per tutte: sul passaporto di Niko è scritto Nikoleta, cioè il suo nome corretto. E’ sbagliato Nicoletta, italianizzato dalla Fitet, è sbagliato Nikoletta, un fritto misto senza senso. E poi, Samsonov indicato come Smirnov e viceversa nel
loro incontro di semifinale. Si può pretendere un po’ di rispetto per il nostro sport?
ANTONIO DI SILVIO
Una vera sorpresa per me, in negativo, è stato Antonio Di Silvio. Parlando delle telecronache Rai del campionato, avevo fatto notare che dà indicazioni precise dal punto di vista tecnico, ma che, per come è strutturata la trasmissione, non poteva fornire altre indicazioni, informazioni sui giocatori, aneddoti o altre cose interessanti. Visto che ad Arezzo c’erano
il tempo e la continuità del collegamento per fare discorsi più organici, mi sarei aspettato di più. E invece, non c’è stata una sola indicazione, ma nemmeno una, su questo o quel giocatore, informazioni particolareggiate, proprio niente. Luca Bindi, il giornalista Rai che faceva la telecronaca, snocciolava l’elenco dei risultati dei giocatori, leggendo un foglio su cui era riportata la loro carriera. Di Silvio non aggiungeva niente. Il massimo dell’informazione avuta da lui è stata il soprannome di Samsonov: lo zar. E quando Bindi continuava a chiamare Kreanga “il greco” e “l’ellenico”, Di Silvio
non si è mai sognato di intervenire per chiarire che Kreanga è rumeno. Si chiama Calin Creanga ed è andato
in Grecia, per soldi naturalmente, quando era già grandicello. Non è possibile credere che sia greco, per chi sappia un po’ di tennistavolo. E anche dal punto di vista tecnico, bisogna registrare una imprecisione. A proposito del flip, Di Silvio dice testualmente: “La schiacciata che viene effettuata su palla corta in risposta al servizio o su una palla di palleggio tagliata si chiama flip”. Per la verità, il flip è un’apertura. In alcuni casi, può anche diventare violento come una schiacciata, ma è un’apertura, tant’è vero che tanti anni fa, quando non era stato ancora coniato il termine “flip”, era
definito proprio “apertura”.
Peggio ancora, quando parla della velocità della pallina. Ecco cosa ha detto: “Giocano a velocità che possono arrivare anche a 200 chilometri l’ora, ma questo di media, perché toccano punte anche più elevate”. Ma Di Silvio si rendeva conto di cosa stava dicendo? Che significa “velocità di media”? E così, si toccano anche punte più elevate? Ma dove ha preso queste informazioni Di Silvio? E’ allucinante che vengano date queste informazioni ai telespettatori. La verità è un’altra: la pallina, quando era da 38 millimetri, raggiungeva al massimo una velocità di 175 chilometri l’ora. Fu calcolata su una controschiacciata di Kim Taek Soo, non su una schiacciata, si badi bene, perché chiunque capisca un po’ di fisica si rende conto che con una pallina con quelle caratteristiche è ovvio che la velocità maggiore si raggiunga sulla controschiacciata e non sulla schiacciata. E con la pallina da 40 millimetri la velocità è ridotta rispetto a quei 175 chilometri l’ora che sono il limite. Non si possono inventare numeri, per favore, un minimo di serietà.
Ma la cosa più triste, a proposito di Di Silvio, è un’altra. A un certo punto, Di Silvio, parlando di Sciannimanico, lo ha definito “il presidentissimo”.
Posso capire tutto, anche l’entusiasmo, ma “presidentissimo”, per favore, non scherziamo. Che tristezza.
LUCA BINDI
Non so nemmeno cosa dire di lui. Che non sappia niente di tennistavolo è un fatto lampante, del resto è lui stesso a non spacciarsi da esperto, quindi è inutile sparare a zero. Ma è anche vero che un piccolo sforzo si potrebbe pure fare per sapere di cosa si sta parlando. Nelle telecronache da Arezzo, ho potuto sentire un’autentica litania di nomi allucinanti: jao wudu (sì, magari il voodoo), ji li, sgià liù, ni sciliàn, li già e via di questo passo, fino a un vera gemma: “Liu già, che già nel 2005, scusate il gioco di parole”. Poveri noi.
PERLE
E adesso, riporto le frasi, le battute e i dialoghi più divertenti e assurdi che è stato possibile ascoltare. Ripeto: è tutto registrato e io li riporto testualmente fra virgolette. Fuori virgolette, eventualmente, il mio commento. Il senso però è uno solo: il tennistavolo deve essere considerato uno sport vero, quindi sarebbe opportuno che le telecronache siano adeguate.
1) Bindi: “Lunghezza, larghezza, peso. Trenta secondi per rispondere, le cuffie ce l’hai”.
Di Silvio: “Allora vado al raddoppio”.
2) Bindi: “Saive ha vinto nel ’94 qui ad Arezzo e questo fa ben sperare in una buona riuscita”.
Sì, e se Persson torna a Chiba, dove ha vinto nel ’91, rivince il Mondiale.
3) Bindi: “Ho visto Boll attorniato da tanti ragazzi che gli chiedevano l’autografo. Io pensavo che lo chiedessero a me”.
4) Bindi, sugli arbitri: “Uno deve seguire il gioco, l’altro deve aggiornare il punteggio”.
E naturalmente il secondo può pure fregarsene della partita, basta che aggiorni il punteggio.
5) Bindi, dopo un punto di Schlager: “Standing ovation, come la canzone di Vasco Rossi”.
6) Bindi, presentando Chen Weixing-Primorac: “Chen ha la maglietta azzurra, Primorac la maglietta rossa”.
Certo, come quel telecronista di pugilato che disse (vero!): “Il pugile bianco ha i pantaloncini neri, il pugile nero ha i pantaloncini bianchi”.
O, ancora più divertente, come quel telecronista che tanti anni fa (vero anche questo!), in un incontro di tennis fra Italia e Bulgaria in Coppa Davis, spiegòvcome avrebbe fatto a riconoscere i due gemelli chevgiocavano in doppio per la Bulgaria: “Ho chiesto loro un favore, di indossare calzini di colore diverso, così sapremo di chi si tratta”. E il tono era quello soddisfatto di chi la sa lunga. Poi, i gemelli entrarono in campo, con i calzini di colore diverso
sì, ma gli spettatori schiattarono dalle risate appena li videro: uno era destro e uno mancino. Meno male che dovevano mettersi i calzini di colore diverso per essere riconosciuti! Beh, adesso sappiamo che Primorac può essere confuso con un cinese.
7) Bindi “Un fotografo ci ha detto che Chen può usare entrambe le mani”. 8) Bindi: “Sciannimanico scatenato, davvero sta portando il tennistavolo a grandissimi livelli”.
Della serie: “Feroce attacco al potere”.
9) Bindi, dopo che Chen Weixing ha fatto un segno con la mano: “Il segno di Chen”.
Di Silvio: “Sembra un film di kung fu”.
Bindi: silenzio.
10) Di Silvio: “Siamo vicini agli Europei di Bratislava”.
Per la verità, a Bratislava ci furono nel ’96.
11) Bindi: “Chen è quasi sull’orlo di una crisi di nervi”.
Quasi sull’orlo.
12) Bindi: “Liu Jia, bravissima, che tra l’altro predilige la mano sinistra”.
Di Silvio: “Più che predilige, è mancina”.
Bindi: “Sì, è proprio mancina”.
13) Di Silvio: “I campioni si vedono in questi frangenti”.
Bindi: “Come diceva una canzone, un campione non si vede certo da un calcio di rigore”.
Di Silvio: “Sì, da noi se ne tirano pochi”.
14) Bindi: “Più che un black-out, ora è immersa nelle sabbie mobili”.
15) Bindi: “Sente a portata di mano, ma io direi a portata di racchetta, la vittoria nel set”.
16) Bindi, sul 3-3 di Tan Wenling-Liu Jia: “3-3, è come ripartire da 0-0”.
17) Bindi: “Monfardini in battuta per acchiappare il treno dei desideri”.
18) Giornalista in studio Rai: “Il top 12 con i 12 migliori rappresentanti europei. Fra questi, in campo
femminile, c’è anche una nostra rappresentante, la Stefanenko”.
Visto che c’era la Seredova, avrà pensato che ci fosse anche Natasha Stefanenko e che si mettesse pure a
giocare.
19) Bindi, su Samsonov-Smirnov: “Questa sfida fra giocatori che prediligono la mano destra”.
Prediligono la destra, ma magari ogni tanto usano anche la sinistra.
20) Bindi: “Una brutta notizia per Castel Goffredo, per Castel Goffredo se così si può dire, perché la sua
giocatrice Steff ha perso con Li Jiao”.
Mica è rumena la Steff, nooooo. Al Top 12 rappresenta il Castel Goffredo, non la Romania.
21) Bindi: “Qualcosa di eccezionale perché noi forniamo anche le immagini al display della
manifestazione, perché Rai… di tutto…”
Di Silvio: “ Di più”.
Bindi: “Sei pronto, bravo”.
Di Silvio: “Sono prontissimo”.
Bindi: “Non perdiamo colpi”.
Di Silvio: “Ho studiato, mi sono preparato tantissimo, stanotte non ho dormito per prepararmi”.
Bindi: “Perfetto”.
22) Bindi, durante l’incontro Stefanova-Liu Jia: “Sai qual è l’altra particolarità? Che anche la Steff è mancina”.
Di Silvio: “Sì, oggi è il festival dei mancini”.
Bindi: “Festival dei mancini. E io sono? Mancino. Va beh, questo non interessa molto”.
Di Silvio: “Vedremo allora anche te impegnato nella finale maschile”.
23) Bindi, con Stefanova che passa da 9-4 a 9-8 contro Liu Jia: “Quant’è difficile rincorrere i sogni a volte”.
24) Bindi: “E’ nata una nuova stella nel panorama mondiale: si chiama Nikoletta Stefanova”.
Sì, mondiale.
24) Bindi, su Samsonov: “Un successo incredibile su Boll”.
Ci ha vinto solo 12 volte su 24.
LE INTERVISTE
Bindi intervista Sciannimanico: “Qual è la magia del tennistavolo così rivoluzionato negli ultimi due anni? E’ solo il suo avvento che ha portato idee nuove, soprattutto la voglia di far crescere il movimento, è questo il segreto?”
Della serie: domande cazzute.
Sciannimanico risponde a Bindi: “Beh, no, non è il mio avvento. Io sono un umile lavoratore, e cerca di fare della comunicazione un po’ di più di prima”.
Bindi: “A livello scolastico, aprire le porte al tennistavolo in tutte le scuole”.
Sciannimanico: “Abbiamo fatto già un test in provincia di Mantova, dove lì il tennistavolo è veramente uno sport primario, per i grandi risultati di alcune società presenti, sia per il livello giovanile”.
Ma guarda un po’, provincia di Mantova. Non è quella dove si trova Castel Goffredo?
LA PERLA DELLE PERLE
E concludo con la perla delle perle, degna del teatro dell’assurdo di Samuel Beckett. Non credo si possa fare di meglio.
Luca Bindi, durante la telecronaca della prima giornata, annuncia che ci sarà “un minuto di dolcezza”. Poi dice che questo minuto di dolcezza arriverà grazie a una poesia di Girolamo Chiappalone.
E Di Silvio dice: “Lo temevo”. Poi, la telecronaca va avanti e non succede niente. Il giorno dopo, Bindi riparte con la storia del minuto di dolcezza e stavolta va avanti senza interruzioni. E si capisce perché Di Silvio aveva detto “lo temevo”. Ecco il testo esatto di cosa ha detto Bindi.
Bindi: “E adesso, in attesa proprio della gara femminile, un minuto di dolcezza che come sempre noi riusciamo a regalare a tutti i nostri telespettatori. E’ diventato un po’ il nostro motivo proprio di dare il tutto, abbiamo, non so se ora la possiamo mettere in grafica, caso mai ve la ricordo io, una poesia che ci scrive sempre Girolamo Chiappalone che si intitola “Volanti palline” ed è una cosa che addolcisce proprio le nostre, eh, giornate del tennistavolo. Ha scritto:
“Rimbalzi d’infinito librano entusiasmi,
schiacciata urla vittoria, abbraccio sorride all’avversario”.
Questa è la poesia di Girolamo Chiappalone che ogni tanto ci scrive, ci accompagna in questo tennistavolo, in questa stagione, e devo dire qualcosa di gradito.
L’abbiamo ricevuta per e-mail, davvero lo ringraziamo”.
Non ci sono parole.

Commenti

5 risposte per “Il Top 12 in TV”

  1. genioboy ha scritto il 7 Aprile 2007 01:46

    Molte gag sono involontarie ma qualcuna è voluta e ben riuscita. Non sono dell’idea che non si debba mai e poi mai fare una battuta. Per me sono forti. :-))
    Poi è chiaro che ci deve essere competenza, ma l’umorismo in alcuni casi lo apprezzo.

  2. Anonimo ha scritto il 7 Aprile 2007 09:06

    Evviva Chiappalone…

  3. Just In Case ha scritto il 7 Aprile 2007 13:17

    Rimbalzi di ……!!!!

  4. Anonimo ha scritto il 7 Aprile 2007 13:46

    Scusa Genioboy, senza offesa, ma hai la quarta elementare? Oppure fai il finto tonto?

  5. Drago Rosso ha scritto il 25 Aprile 2007 01:14

    Le leggendarie imprese dei telecronisti Rai si arricchiscono di nuove prodezze. Ne ho ripescata una di qualche mese fa. Il telecronista Luca Bindi si mette a elogiare il presidente Sciannimanico, “che sta facendo tanto per il tennistavolo”, e Antonio Di Silvio interviene per dire che, “infatti”, in uno spot pubblicitario (che tutti conosciamo) appaiono immagini di tennistavolo. La conseguenza logica è obbligata: grazie a Sciannimanico, il tennistavolo è stato scelto in un famoso spot pubblicitario. Ma stiamo scherzando? Possibile che si arrivi a questo punto di piaggeria? Di Silvio precipita sempre più. Bindi non può precipitare perché più giù dell’abisso più profondo in cui si trova lui non è possibile andare.
    Ma non è finita. Telecronaca di Castel Goffredo-Catania, andata playoff. Gioca Sun Jianfei, che i dirigenti di Castel Goffredo, per conto loro, hanno deciso di chiamare Sun Jiafei, omettendo una “enne”. In cinese, il nome cambia per una “enne”. Comunque, il punto è un altro. Luca Bindi pronuncia Sun Jianfei come se fosse un nome inglese: “san”, come si pronuncia il termine che significa “sole” in inglese. E continua così per tutta la telecronaca. Qualche anima pietosa può dire a Bindi che la pronuncia è “sun”, esattamente come è scritto? E’ cinese, non è inglese. Qualcuno potrebbe obbiettarmi: perché invochi qualche anima pietosa? Può farlo Di Silvio, che sta vicino a lui per il commento. E qui arriva la sorpresa, perché Di Silvio comincia a pronunciare anche lui “san”, invece del corretto “sun”. Ora, Di Silvio appartiene al mondo del tennistavolo, conosce i giocatori cinesi, ha sentito i nomi dei cinesi che hanno giocato e giocano in Italia chissà quante volte, fra cui Sun Jun, il cui cognome si pronuncia “sun”, ma continua imperterrito a pronunciare “san”. Il bello è che, fra un set e l’altro, si sente la voce di Maurizio Errigo, tecnico del Castel Goffredo, microfonato, che parla con Sun Jianfei e lo chiama “sun”. Ma mica viene il dubbio alla nostra beneamata coppia di fuoriclasse Bindi-Di Silvio, noooo: i nomi cinesi si pronunciano all’inglese.
    Lo so, io sono pignolo, potrei lasciar correre. Ma, scusate tanto, è possibile invocare un po’ di rispetto per il tennistavolo? Negli altri sport, i nomi sono pronunciati correttamente, è troppo chiedere a Bindi-Di Silvio di fare uno sforzo?
    Conclusione, tutta dedicata a Bindi. Ricordate la poesia di Girolamo Chiappalone? Bene, alla fine dell’incontro Castel Goffredo-Catania, l’hanno messa addirittura scritta in sovrimpressione. Un epitaffio per il tennistavolo.
    Ripeto: è possibile chiedere un po’ di rispetto per il nostro sport?

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