Mondiale in salita

foto e post del Drago Rosso

Un personaggio inquietante si aggirava stamattina nel palazzetto dove si giocano i Mondiali a squadre. Aveva la faccia, precisa identica, di Massimo Costantini, e diceva a voce alta: «Ho azzeccato il pronostico di Italia-Rep. Ceka, l’avevo detto che finiva 3-0, ero stato l’unico». E poi, non ancora contento, sul suo blog ha mandato la «striscia» delle ultime notizie con un «come prevedibile» per annunciare la vittoria delle azzurre. Un autentico cialtronazzo! Come pronosticare che, in un confronto fra George Clooney e me su chi è più bello, sia lui a vincere. Ho già provveduto a farlo sgonfiare, questo individuo con la faccia e la carta d’identità di Massimo Costantini, ma stavolta, se potete aggiungerci il carico, fate pure.

ITALIA FEMMINILE

Passando alle cose ridicole (visto che quello di cui ho appena parlato, al confronto è una cosa seria), aggiorno la situazione, dopo che, tramite un commento, avevo già dato la notizia dell’errore dell’Ittf che aveva dato la vittoria della Francia con la Rep. Ceka. Con quel risultato, le azzurre si sarebbero trovate matematicamente in una delle ultime due posizioni. Il risultato vero, invece, era stato di 3-1 per la Rep. Ceka. Per chi eventualmente dovesse credere che l’errore l’ho commesso io e non l’Ittf, conservo il comunicato ufficiale dell’Ittf, su carta, col quale si comunica la vittoria della Francia sulla Rep. Ceka, comunicato che è stato in vigore addirittura fino alle ore 20 della sera dopo. A disposizione per verifiche.
Quindi, torniamo a esaminare la situazione. In questo modo, battendo 3-0 proprio le ceke, le azzurre si sono assicurate il vantaggio nei confronti di Francia e Rep. Ceka in caso di arrivo a pari punti. Ed è l’ipotesi più probabile a questo punto, perché la Francia gioca col Giappone (imbattibile) e la Rep. Ceka con la Corea del Sud (quasi imbattibile).
L’Italia affronta l’Olanda. Se perde, dando per buone le sconfitte di Francia e Rep. Ceka, è quarta. Se vince, passa al terzo posto nel girone e si qualifica per le posizioni 1-12. Certo, battere l’Olanda sarebbe un miracolo, ma uno già c’è stato: non la vittoria sulle ceke, ma il suicidio della Francia con le stesse ceke. E’ stato il risultato imprevisto che ha ridato un po’ di fiato all’Italia femminile, fallimentare sotto tutti i punti di vista. Buon per le azzurre, che hanno saputo approfittarne battendo le ceke e ottenendo una miglior differenza punti negli scontri diretti (+2, contro il -1 di Francia e Rep. Ceka). Ma la partita con la Rep. Ceka, a dispetto del 3-0 e della salvezza che ha portato, è stata un altro esempio di tutto quello che di sbagliato c’è in questa squadra. Negrisoli si è dimostrata ancora una volta la più in forma, la più dura, la più seria: un po’ di difficoltà all’inizio contro la Strbikova, poi ha sempre condotto il gioco. Stefanova ha mostrato qualche segnale di risveglio, ma una vittoria con la Vacenovska era obbligata. Sempre peggio, invece, Tan Wenling, e davvero non si capisce come possa essere arrivata in queste condizioni ai Mondiali. Rischia di perdere addirittura con la n. 285 del mondo, Bartesova. Si trova sotto 2-1 e salva il quarto set in affanno. Nell’ultimo, fortunatamente, va liscia, ma resta la sua prova sconcertante, che qualcuno ha voluto giustificare con «problemi di racchetta». Sì, come il giocatore mancino che dice di aver perso perché gli faceva male il braccio destro. Ma per favore.
Lo stato di forma delle azzurre, a eccezione di Negrisoli (che è stata fuori della nazionale 8 mesi, guarda un po’ che coincidenza), è pietoso. E, ripeto, non sto incolpando la Batorfi, ma chi ha dato i permessi alle altre di fare quello che volevano. Ma, ai fini della permanenza in Prima divisione, cosa cambia adesso? Il quarto posto non dà la garanzia della salvezza, anche se concede un importante vantaggio: basta vincere una sola partita, nel tabellone finale, per salvarsi, perché le squadre che finiscono al quarto posto nel girone vengono piazzate un turno avanti per il tabellone 13-24. Finendo quinte o seste, bisognerebbe vincerne due. Ad avere il diritto di restare in Prima divisione sono le prime 18 squadre. Quindi, vincendo la partita dei quarti, si è subito salvi. Se si perde quella, bisogna vincere la successiva, con la perdente di un altro quarto di finale delle posizioni 13-24. Le quinte e le seste del girone devono giocare gli ottavi, vincerli e poi vincere anche i quarti; se perdono nei quarti, hanno ancora una partita da giocare per salvarsi. Quindi, l’Italia, a meno che batta l’Olanda, deve stare molto attenta. Vero è che, ai prossimi Mondiali, si potrebbe stare ancora in Prima divisione grazie alla classifica mondiale a squadre ( e le azzurre dovrebbero farcela in quel caso), ma resterebbe l’onta della retrocessione sul campo. Che si arrivi a quel punto o no, rimane la realtà disastrosa che tutti hanno potuto constatare dopo il ko con la Francia. E la situazione appare ancora più grave se si pensa che fra un mese si giocheranno le qualificazioni olimpiche. In quali condizioni ci arriveranno le azzurre? E’ stato predisposto un programma di lavoro per quell’appuntamento? Ed era stato predisposto un programma di lavoro per i Mondiali? E se è stato predisposto, cosa di cui è lecito dubitare, visti i risultati, chi l’aveva preparato? Quarantelli, come responsabile dell’area tecnica, è tenuto a dare spiegazioni ufficiali e pubbliche (visto che è pagato con soldi pubblici, quindi anche nostri), invece di scrivere i comunicati sulle gare che appaiono sul sito della Fitet. Per la verità, sarebbe tenuto a dare le dimissioni, ma so che stiamo parlando di fantascienza. E anche il presidente Sciannimanico dovrebbe dare spiegazioni, ma anche in questo caso stiamo parlando di fantascienza, visto che le sue uniche comunicazioni riguardano gli elogi a se stesso per i grandi risultati di questa federazione.

ITALIA MASCHILE

Una boccata d’ossigeno arriva, come al solito, dagli azzurri, che continuano a onorare la maglia, anche nella sconfitta. Con la Romania rimane il rimpianto per aver condotto 2-0, ma è anche vero che, da quel momento in poi, non c’è stata alcuna reale possibilità di vincere l’incontro. Dopo le belle vittorie di Bobocica su Filimon e Yang Min su Crisan, è toccato a Tomasi fare il primo tentativo con Cioti. Bella prova, quella di Tomasi, ma manca sempre quel qualcosa che gli faccia compiere il salto di qualità. Le potenzialità ci sono, servono un po’ più di esperienza, di cattiveria, di convinzione, e Tomasi potrebbe centrare il risultato (come fece ai Mondiali di Zagabria con Chang Yen Shu), che fra l’altro meriterebbe per il suo impegno e la sua serietà. Sotto 1-2 con Cioti, e sull’8-7 in suo favore, Tomasi è stato sfortunato perché il rumeno ha preso una retina.
E’ stato l’unico momento in cui il match sarebbe potuto cambiare. Poi, non c’è stato più niente da fare. E gli ultimi due incontro praticamente non ci sono stati. Crisan ha dato 3-1 a Bobocica, con l’azzurro che ha vinto il primo set, ma poi è crollato a 4, 3, e 4. Filimon si è imposto 3-0 a Yang Min, che solo nel terzo set, con tanto orgoglio, ha giocato alla pari, arrivando a condurre 8-6, nei primi due (a 2 e 5) non aveva visto la palla.
Yango, in questa partita, non è esistito e ha mostrato di essere stanchissimo, dopo le energie consumate contro Crisan. A 45 anni, sta facendo molto di più di quello che gli si può umanamente chiedere. Il vero problema è che bisognerebbe sapere cosa chiedergli, senza esagerare. E’ vero che, se Tomasi avesse battuto Cioti, staremmo a parlare di una grande impresa, ma Tomasi non ha avuto la minima possibilità di batterlo. Inoltre, se l’incontro avesse avuto le
partite invertite, sarebbe finito 3-0 per la Romania. E cosa avremmo dovuto dire in quel caso? Che l’Italia era stata umiliata? Nessuna delle due versioni «estreme» sarebbe stata vera. La verità è che gli azzurri, dando il massimo, hanno perso giustamente 3-2 e che devono essere elogiati e ringraziati per la bella figura che hanno fatto fare al nostro
tennistavolo. Ma, ripeto, è stato un errore far giocare di nuovo Yang Min, che ha le energie contate. Bisogna saperle spendere. Speriamo che negli incontri decisivi per la salvezza, non ce lo ritroviamo distrutto fisicamente. Intanto, domani mattina, contro la Croazia, c’è una piccola speranza, legata alle disgrazie altrui. Primorac e Tan Ruiwu stanno male, potremmo trovare una formazione con Tosic, Gacina e Kovac, e una vittoria non sarebbe impossibile.

SPETTACOLO ORIENTALE

Intanto, i Mondiali cominciano ad avere anche lo spettacolo, come quello offerto dalle squadre femminili di Giappone e Corea del Sud, che hanno battagliato per 3 ore e 5 minuti, in un crescendo di scambi potentissimi e di emozioni.

Protagonista assoluta è stata Sayaka Hirano (che tanti ammiratori ha in Italia, ma che degli italiani ammira solo me,
beccatevi questa).

Anche il sito dell’Ittf le ha dedicato la copertina, per i 2 punti ma soprattutto per il modo in cui li ha ottenuti: rimontando due set alla Moon Hyun Jung e annullando anche un matchball nel terzo set (non nel quinto, come è stato scritto erroneamente sul sito Ittf, fra l’altro il quinto set è finito 11-8 per la Hirano, da dove sarebbe venuto fuori il matchball, sull’8-7?), e poi stroncando la fortissima Tang Na. E poi, al di là degli aspetti tecnici, il grande spettacolo della grinta della Hirano, una vera furia in campo, tanto è gentile e garbata fuori del match. Nelle foto che le ho fatto, potrete notare quanto possa fare paura in certi momenti questa piccola grande giocatrice.

CINA NEI GUAI

Concludo con un passo indietro, visto che ieri, fra tante cose da dire, non vi avevo informato su un aspetto particolare dei Mondiali. La Cina femminile, che dovrebbe radere al suolo tutti gli avversari, è incappata in una gara trabocchetto, contro la Corea del Nord. Al primo incontro, Wang Nan ha perso 3-1 con Kim Jong. E’ stata una sconfitta clamorosa e grave, perché, ancora una volta, ha rimesso in moto tutto il
casino sulle qualificazioni olimpiche. In un commento, in risposta ad Alessio, avevo spiegato qual era la situazione. Alle qualificazioni asiatiche, in programma a Hong Kong subito dopo i Mondiali, è iscritta Wang Nan, e non Li Xiaoxia, la sua più temibile concorrente, ma il segretario della Federazione cinese, in un’intervista, ha detto che la scelta non è definitiva, sarà fatta dopo i Mondiali. La sconfitta di Wang Nan ha fatto riaccendere i dubbi di tutti, a cominciare dai giornalisti cinesi, sull’opportunità di puntare ancora su lei (che ha 29 anni ed è logorata da una lunga carriera), anziché su Li Xiaoxia, 20 anni e chiaramente più forte di Wang Nan. Nella stessa partita con le nordcoreane, Li Xiaoxia ha vinto 3-0 facile, sia pure con la numero 3 avversaria, ma quello che è importante è che Wang Nan ha perso e ha sollevato il grande dubbio: se perdesse una partita come quella all’Olimpiade, la tensione diventerebbe altissima. La Cina non può assolutamente rischiare di perdere una dlle quattro medaglie d’oro del tennistavolo, meno che mai quella della gara a squadra femminile, la più sicura delle quattro. Perciò, è rispuntata la candidatura di Li Xiaoxia.
Dopo i Mondiali, ci saranno non scintille, ma fuochi d’artificio ad alto livello, fra i boss della Federazione, spaccati in due fazioni, su chi scegliere fra Wang Nan e Li Xiaoxia.