La farsa di Budapest

16 Maggio 2008 da Ping Pong Italia 


del Drago Rosso

La farsa di Budapest si è conclusa da una settimana. Le cosiddette “qualificazioni” dei due azzurri, che sono invece ripescaggi veri e propri, meritano un esame più approfondito, così come le prove degli “eliminati” (ma sono stati tutti eliminati) e l’episodio controverso in cui è stato coinvolto Yang Min, squalificato nella partita contro Keinath per aver cambiato racchetta. Proprio per quanto riguarda questa squalifica, sono finalmente in grado di dire come sono andate esattamente le cose. Ma andiamo con ordine.

QUALIFICAZIONI E RIPESCAGGI

Avevo già accennato alla scandalosa e clientelare decisione dell’Ittf di allargare a dismisura la partecipazione all’Olimpiade. Riprendo a approfondisco ora l’argomento. Tutto nasce dal caso Saive, dovuto a sua volta ad altre gravi carenze dell’Ittf in materia di classifiche internazionali. In un primo momento, Saive e Persson erano stati dati alla pari nella classifica di gennaio, che stabiliva i giocatori qualificati direttamente a Pechino. Saive e Persson occupavano l’ultima posizione utile (la 20ma). Avrebbero perciò dovuto disputare una gara secca di spareggio il giorno prima delle qualificazioni europee a Nantes. Il vincente sarebbe andato a Pechino, il perdente avrebbe giocato le qualificazioni a Nantes. Dopo qualche giorno, però, la Commissione classifiche scopre che c’è stato un errore, Persson ha in realtà mezzo punto più di Saive. Cambia tutto: Persson è qualificato, Saive deve giocare le qualificazioni. Saive e la federazione belga, però, non ci stanno: presentano ricorso. Comincia il grande casino. L’Ittf non sa che pesci prendere. Si va avanti senza decidere. Nasce così la necessità di evitare problemi anche di natura legale da parte della federazione belga e di Saive. Ed ecco che viene fuori la soluzione più antisportiva e scandalosa che ci possa essere. In base ai qualificati nel singolo e nella gara a squadre (che dipende da chi si qualifica nel singolo) c’è la possibilità che non si arrivi al numero massimo di giocatori previsto dal Comitato olimpico internazionale per il tennistavolo. E l’Ittf escogita la soluzione di arrivare comunque al numero massimo, clientelarmente, per soddisfare il maggior numero di federazioni e anche per risolvere il problema Saive. E al tabellone del singolo, che dovrebbe essere di 64 giocatori, vengono aggiunti i gironi di qualificazione. Un caso unico fra tutti gli sport olimpici individuali, perché i tabelloni di tutti gli altri sport individuali non vengono allargati, ma rispettano l’indicazione originaria. Solo il tennistavolo si distingue. Nasce così il primo scandalo: partecipazione allargata, contro tutti i principi olimpici.

TABELLONI BARZELLETTA

Ma non basta allargare la partecipazione, bisogna anche assicurarsi che non ci siano sorprese. Saive, ufficialmente infortunato (ma pare invece per motivi diplomatici), non partecipa alle qualificazioni europee a Nantes. Gli resta solo Budapest. Si sparge la voce che abbia vinto il ricorso, ma è una voce innfondata. Come si può fare per eliminare qualsiasi ipotesi di reclami e azioni legali? Come si può garantire a Saive la partecipazione all’Olimpiade? Ed ecco la seconda soluzione scandalosa: tenuto conto che, grazie al primo pastrocchio che fa aumentare il numero dei partecipanti nel singolo a Pechino, i ripescati potrebbero essere almeno 8 o 9, ma forse anche 12 o 13, si pensa a un sistema che metta al sicuro 8 giocatori: 3 qualificati sul campo (come da regolamento), gli altri 5 ripescati. Ed ecco che i primi 8 giocatori partecipanti a Budapest, in base alla classifica internazionale, vengono inseriti già nel tabellone finale. Così, a Saive basta vincere una sola partita per stare nei primi 8, e anche se perdesse quella partita avrebbe comunque la possibilità, quasi certa, di stare fra i ripescati; quelli dalla posizione 9 alla 16 nel penultimo tabellone. Gli altri, figli di un Dio minore, devono partire addirittura dai gruppi di qualificazione. Lo scandalo è servito. In questo modo, si attua una discriminazione indecente, è qualcosa che non si è mai verificato nella storia non solo del tennistavolo, ma di qualsiasi altro sport. E tutto questo falsa l’intera qualificazione mondiale di Budapest. Chi ha una classifica superiore, per grazia dell’Ittf, senza alcun merito personale, si ritrova praticamente ripescato (non qualificato, si badi bene). All’interno di una stessa nazione, come per l’Italia, questo provoca vantaggi e svantaggi: Laura Negrisoli è penalizzata, Nikoleta Stefanova va a Pechino praticamente senza bisogno di giocare; Mihai Bobocica si deve fare un mazzo così, Yang Min sta a metà strada.

NEGRISOLI

Così, la povera Negrisoli si ritrova a dover scalare una montagna, senza alcuna colpa. A maggiore riprova dell’ingiustizia che ha dovuto subire c’è il fatto che nel gruppo eliminatorio batte 4-3 Kassabova (Bulgaria) e 4-1 Hadacova (R. Ceka), con quest’ultima che alla fine sarà ripescata per Pechino. Deve poi affrontare il primo tabellone a eliminazione diretta, batte la Parker (Inghilterra) e poi affronta la Ekholm (Svezia). Dopo 3 partite dure e ad alta intensità emotiva, Laura si ritrova stanca fisicamente e mentalmente, e deve cedere all’avversaria molto più giovane. Per lei è la fine del sogno olimpico. Tanta sfortuna e grande ingiustizia. Poi, anche la beffa, perché la Ekholm, che risulterà alla fine fra le ripescate, fa sapere che la federazione svedese non ha alcuna intenzione di mandarla a Pechino, perché non si è “qualificata”, ma è stata “ripescata”. E qui entra in ballo un altro discorso, sulla serietà delle singole federazioni. La Fitet fa proclami di “qualificazione”, la federazione svedese interpreta correttamente la situazione, dice che si tratta di un ripescaggio e non dà alla Ekholm la sicurezza di giocare all’Olimpiade perché lì ci vanno quelli che si sono qualificati sul campo, non quelli che vi si sono trovati per misericordia dell’Ittf. Uno schiaffo morale alla Fitet.

STEFANOVA

E arriviamo a Nikoleta Stefanova. Mentre Laura si fa un mazzo così, lei riposa tranquillamente. Aspetta solo di sapere quale sarà la sua avversaria nell’ultimo tabellone, le basterà vincere una partita per essere sicura di andare a Pechino, da “ripescata” però, si badi bene. E qui viene fuori l’altra scandalosa e ridicola decisione dell’Ittf: si fanno le finali per tutti i piazzamenti tranne che per quelli dalla quinta all’ottava posizione, perché l’Ittf sa già che i primi 8 comunque andranno a Pechino: 3 da qualificati, 5 da ripescati. Nei tabelloni preliminari, giocatrici molto più in forma di Stefanova, e che hanno dimostrato di essere nettamente più forti di lei, si scannano e fra loro e si stancano, alcune di loro, come Skov e Pauskakiene, grandi protagoniste a Nantes, perdono. La Pauskaskiene (4-0 a Niko a Nantes) poi sarà l’ultima ripescata, ma non entra nel tabellone di Niko. Alla fine, Stefanova si ritrova una delle più scarse, la Odorova (Slovacchia), n. 107 del mondo, che ha approfittato di incroci fortunati contro una stanchissima Skov e contro una inconsistente Vacenovska, per entrare nel tabellone principale. La Odorova è una giocatrice leggera, scambi sul tavolo, inesistente risposta al servizio. E Niko non ha problemi con lei. Subito si grida al miracolo e alla “resurrezione”. Che squallore. Al turno successivo, c’è Tie Yana (Hong Kong): Niko, senza alcuna pressione mentale, perché sa di essere già a Pechino, vince i primi due set, poi la cinese si sveglia ed non c’è partita. Niko ha finito di giocare. Ha giocato solo 2 partite in una qualificazione mondiale per l’Olimpiade, di cui una contro una scarsa che più scarsa non si può. E’ la farsa delle farse. Sul sito federale vengono fuori gli inni alla “giocatrice ritrovata”. Niente di più falso. Alla prima riprova, nella finale scudetto, ecco la realtà: Stefanova vince a stento con Ding Yan, 3-1 con i tre set vinti a 9, 10 e 10. E stendiamo un velo pietoso sulla sconfitta (ante-Budapest) con Wei Jian. Confermo: Niko è una giocatrice finita, se non riprende ad allenarsi come una professionista vera, e dubito che possa farcela.

BOBOCICA

E arriviamo a Mihai Bobocica. Anche per lui, il ripescaggio è ridicolo, ma almeno ci troviamo di fronte a un giocatore che ha affrontato l’impegno seriamente e che è partito dalle qualificazioni, come Laura. Nel girone non brilla: perde col turco-cinese Zeng, batte Stefanelli e Abrahams. Ma è nel tabellone principale che comincia a guadagnarsi rispetto: Bobo è 138 del mondo e batte Papageorgiu (Grecia) n.182, poi Gorak (Polonia) n.94, e Zwickl (Ungheria) n.134, infine perde 4-3 con Keen (Olanda) n.50. Nei match per le posizioni finali, batte Carneros (Spagna) n.151 e perde 4-3 con Freitas (Portogallo) n.119. Ultimo incontro, per l’11a posizione, e sconfitta con Karakasevic (Serbia) n.49. Come si vede, Bobocica ha lottato, ha perso 4-3 l’incontro decisivo per entrare nei primi 8, che sarebbe stato un risultato eccezionale, ha ottenuto alcuni positivi, insomma, si è comportato bene e merita un applauso. Che poi sia “ripescato” e non “qualificato” è un altro discorso.

IL VERO SCANDALO

Il vero scandalo, però, è un altro in questo caso. E’ il commento apparso sul sito della Fitet. Testuale: “Per Lorenzo Nannoni la soddisfazione di veder premiato il proprio lavoro addirittura piazzando il più giovane degli atleti a sua disposizione”. Qui siamo davvero oltre la vergogna. Siccome sono un tipo che non dimentica, invito tutte le persone oneste del tennistavolo italiano a fare altrettanto: non dimenticare. Il “lavoro di Nannoni”? Ma stiamo scherzando? Come avevo già messo in evidenza tempo fa, oltre al padre di Bobocica, che ha impostato Mihai secondo gli insegnamenti rumeni, a portarlo in nazionale e a valorizzarlo sono stati Patrizio Deniso e Massimo Costantini. E, vergogna di tutte le vergogne, ecco cosa accadde nel 2005: Costantini aveva iscritto ai Mondiali individuali di Shanghai, insieme a Yang Min e Mondello, anche Spinicchia e proprio Bobocica. Ma il presidentissimo Sciannimanico cancellò l’iscrizione di Bobocica e Spinicchia. Che sia chiaro a tutti: Sciannimanico cancellò l’iscrizione di Bobocica ai Mondiali, per ripicca contro Costantini che non aveva voluto cedere alle pressioni e convocare Piacentini. E adesso la Fitet si vanta di aver portato Bobocica a Pechino e dice che il merito è di Nannoni, dopo che Bobocica per una intera stagione si è allenato e ha giocato in Germania. Ma, ripeto ancora una volta: Costantini lo aveva iscritto ai Mondiali, Sciannimanico lo aveva cancellato (per poi cacciare Costantini) e adesso proprio Sciannimanico si fa bello con Bobocica. Congratulazioni!

YANG MIN

E finiamo con Yango, che purtroppo ha concluso la sua avventura in azzurro con una squalifica che non gli rende merito. Premessa: lasciando per un momento da parte l’episodio negativo a Budapest, consideriamo cosa ha fatto Yango per l’Italia. Si è sempre battuto per la maglia azzurra, ha sudato e lottato come un italiano vero, ha rispettato e onorato la nostra bandiera, è stato un esempio per tutti, a cominciare dai ragazzini, con il suo comportamento sempre corretto. Perciò, sarebbe ingiusto adesso considerarlo come un diavolo da mettere alla berlina. Naturalmente, questo non significa giustificare l’errore che ha commesso a Budapest, significa soltanto che un solo errore, per quanto grave, non può avere più peso di mille altre cose positive che Yang Min può vantare nella sua carriera. E’ necessario dire che ha sbagliato, ma questo non ci autorizza a godere nel giudicarlo.

LA SQUALIFICA

E veniamo ai fatti. Yang Min ha pagato l’età, ormai 45 anni, contro avversari molto più giovani. Ha passato il primo turno contro Katkov (Ucraina), ma poi nulla ha potuto contro la freschezza atletica e la velocità di Ali Saleh (Egitto), che poi batterà Karakasevic e avrà 5 match-ball contro Crisan, per poi perdere 15-13 al settimo set e comunque essere ripescato per Pechino. Insomma, Yango si è trovato di fronte un giocatore diventato ormai impossibile da superare per lui. Poi, nel tabellone per il 17o posto, ecco il fattaccio. Gioca con Keinath (tedesco che ha preso la nazionalità slovacca) e perde il primo set. Yango ha giocato finora con la stessa racchetta che aveva anche usato ai Mondiali a squadre, sempre la stessa, differente però da quella che aveva usato per quasi tutta la carriera. Sembrerà strano, ma Yango ha usato negli ultimi 15 anni la stessa racchetta. Yango è ormai nervoso per aver perso la chance dell’Olimpiade a Pechino, nella sua patria d’origine. Invece di lasciare la racchetta sul tavolo, come prescrive il regolamento, se la porta, arriva alla panchina e la scaraventa nel borsone. La racchetta non è rotta, non è rotto il manico, non si è staccata la gomma, niente di niente. Semplicemente, Yango non “la sente” più e decide di cambiarla. Dopo averla buttata nel borsone, ne prende un’altra, che non ha mai usato in vita sua. L’arbitro, però, ha notato che Yango non ha lasciato la racchetta sul tavolo, fa attenzione a lui e si accorge che ha cambiato racchetta. Quando Yango torna al tavolo, lo squalifica. Non posso dirvi come so tutto questo, ma vi assicuro che è andata proprio così. Del resto, se qualcuno avesse dubbi, basterebbe andare a chiedere all’arbitro che confermerà la mia versione. Il problema allora è: Yang Min non sapeva che è vietato cambiare racchetta? Magari, visto che ha usato una sola racchetta in quasi tutta la sua carriera, potrebbe anche sostenere di non conoscere la regola, ma questa non può essere una giustificazione. Ammesso e non concesso che non conosca la regola, ha sbagliato. Ma c’è qualcos’altro da considerare. In panchina, c’era il c.t. Nannoni, che ovviamente ha visto che Yango ha buttato la racchetta e ne ha preso un’altra. Cosa avrebbe dovuto fare Nannoni? Avrebbe dovuto fermare Yango, dirgli di riprendere la vecchia racchetta e con quella tornare al tavolo. Non c’è discussione su questo: Nannoni aveva il compito, il dovere e la responsabilità di fermare Yango e imporgli di riprendere la prima racchetta. Questo non significa che le colpe di Yango passino in secondo piano, il primo colpevole rimane lui e non si discute. Ma, subito dopo, ci sono anche le responsabilità di Nannoni, che avrebbe dovuto fermarlo ed evitare una squalifica che fa male a tutti. In questo modo, invece, ha fatto una bruttissima figura Yang Min e l’ha fatta anche tutta la nazionale azzurra maschile. In seguito, l’ha fatta anche la Fitet che si è guardata bene persino dal dare la semplice notizia della squalifica di Yango. Eccola di nuovo: l’omertà assoluta. E mica stiamo dicendo che la Fitet doveva fare chissà quale processo a Yango (anche se un richiamo sarebbe stato doveroso), ma almeno la notizia. E no, anche le semplici notizie sono pericolose per questa Fitet.

CONCLUSIONI

La Fitet adesso sta intonando la marcia trionfale, ma le verità sono ben altre. La più clamorosa: non si è qualificata la squadra femminile. Non è un fallimento, è molto peggio. Un anno fa, avevamo due giocatrici (Tan Wenling e Stefanova) qualificate direttamente all’Olimpiade e, automaticamente, anche la squadra femminile. In un anno, abbiamo perso la qualificazione diretta di entrambe, ne abbiamo recuperata una sola sul campo (Tan Wenling), c’è stato il ripescaggio-farsa di Stefanova, ma la squadra è stata cancellata. Nemmeno una parola da Sciannimanico, che aveva parlato di squadra che avrebbe potuto lottare per una medaglia olimpica. Fra gli uomini, nessun qualificato, un ripescato, Bobocica. Giova allora ricordare cosa avvenne quattro anni fa. Con Maurizio Errigo come c.t. delle donne, si qualificarono sul campo, senza ripescaggi, tutte e tre le azzurre: Tan Wenling, Stefanova e Negrisoli. Si qualificò sul campo, senza ripescaggi, anche il doppio femminile, e si trattò di un doppio improvvisato all’ultimo momento, Tan/Stefanova, anziché quello collaudato Stefanova/Negrisoli. Con Massimo Costantini c.t. degli uomini, si qualificò Yang Min, senza ripescaggi. Ci fu un solo ripescaggio, quello del doppio maschile, Yang Min/Mondello, ma diverso dagli attuali ripescaggi, perché quello fu provocato dall’effetto trascinamento di un giocatore già qualificato, non fu un regalo dell’Ittf, come quelli che si sono verificati quest’anni. In definitiva: nel 2004, per l’Olimpiade di Atene, con Errigo e Costantini, si qualificarono 4 singoli, un doppio e fu ripescato un doppio. Adesso, una sola qualificata, due ripescati e la squadra femminile clamorosamente fuori. E’ un fallimento totale, è un disastro, il cui maggior responsabile è il presidente Sciannimanico, seguito a ruota dal direttore tecnico Quarantelli e da tutte le pecore del consiglio federale che assecondarono Sciannimanico quando decise di far fuori Costantini, Errigo e Bisi che era direttore tecnico. Ogni persona con un minimo di onestà intellettuale può vedere la differenza, può vedere i danni che sono stati fatti, può vedere a che livello è precipitata l’Italia. Grazie Sciannimanico!

Commenti

19 risposte per “La farsa di Budapest”

  1. oldmago ha scritto il 16 Maggio 2008 23:56

    Ah, ecco…infatti avevo scritto nel forum di giorno come mai nessuno, anche ammettendo che Yang Min non conoscesse le regole (magari ci ha provato…anzi, ci hanno provato), non lo avesse fermato.

    Sono davvero contento per Bobocica, al di là di tutto, una grandissima prestazione la sua, Gorak e Zwickl sono forti giocatori: certo che è frutto, come ho sempre detto, del buon lavoro del padre (non si possono togliere i meriti così), tecnica rumena e di una grande disponibilità a soffrire per raggiungere gli obiettivi. Un anno in un campionato di altissimo livello come quello tedesco gli ha fatto inoltre solo che bene, ovviamente.

    Per avere altri giocatori di buon livello e un buon ricambio generazionale, cosa che, a mio parere, nelle premesse non è esaltante, credo siano necessarie una maggior preparazione tecnico-tattica, un maggior carico di lavoro e, in alcuni casi, di disciplina.

  2. First strike ha scritto il 17 Maggio 2008 08:20

    Certo che in una gara internazionale cambiare così la propria racchetta…
    Capisco l’atleta in un momento di confusione anche mentale che fa uno sbaglio,
    ma chi stava in panchina cosa stava facendo, una dormita?

  3. Alessio ha scritto il 17 Maggio 2008 09:34

    povera Laura…la sua mancata qualificazione (o meglio ripescaggio) e di conseguenza della squadra femminile e’ a mio parere dovuto molto al suo allontanamento forzato da parte della Fitet dalla nazionale dopo la protesta dei mondiali…tanti mesi lontana dalle gare internazionali le hanno fatto perdere quei posti in classifica alla fine risultati fondamentali…forse le sarebbero bastate una ventina di posizioni in piu’ per essere anche lei ammessa alla fase finale o quasi ed essere direttamente ripescata/qualificata senza far fatica…

  4. Il poeta ha scritto il 17 Maggio 2008 09:52

    Strani questi commenti trionfali,
    abbiamo una catastrofe senza eguali,
    c’è lo yango, bravo, ma vecchio e stango (lp),
    c’è il mattia, che a questi livelli balla il tango,

    poi il tomy bravo, onesto lavoratore,
    ma i successi non son a tutte l’ore,
    C’è il niagol e il bobo, son stranieri prodotti certo
    e di legger del lavoro di Nannoni ovvio, non mi diverto.

    Se pensiamo a Giardy,
    forse ormai è troppo tardi,
    ma perchè una tal forza do natura,
    il grande coach di utilizzare ha paura ?

    Far giocare sempre e stancar Yango in CIna,
    con Croazia ci fa rischiar figura barbina,
    cambi di racchetta poi astutamente permette,
    tanto è Yango che ci rimette.

    Ma perchè proprio con Yango
    il Nanny sembra dica “Mo’ lo stango ?”
    Ma sembra quasi che contro a chi il suo posto prenderà
    perchè faccia brutte figure, di tutto fa ?

    A questo io non credo, però signori padroni,
    non parliamo di lavoro dove sono solo cappelloni.
    E non parlo dei Beatles, naturalmente,
    ma si capisce sicuramente.

  5. attila ha scritto il 17 Maggio 2008 15:32

    Nanny non ha visto, ma come si fa a lasciare che cambi racchetta ? La “furbizia” all’italiana ? Ha stizzato l’occhio ?
    on poteva non accrorgersene.
    Però se fosse andata bene, sarebbe stato, forse decisivo per la partita, “una soluzione tecnica che premiava il lavoro” di aver tentato il…cambio di racchetta.

    Stefanova faceva meglio ad andare in Germania anche lei, invece di farsi lusignare da allenatrici (forse è meglio dire grandi giocatrici) personali.

  6. lelesguizzero ha scritto il 17 Maggio 2008 15:41

    per drago: sopra scrivi.

    “E mica stiamo dicendo che la Fitet doveva fare chissà quale processo a Yango (anche se un richiamo sarebbe stato doveroso), ma almeno la notizia.”

    solo un richiamo???????

    4 anni di soldi buttati nel cexxo e solo un richiamo?

  7. lelesguizzero ha scritto il 17 Maggio 2008 15:46

    per drago: sopra scrivi:

    “è stato un esempio per tutti”

    bell’esempio.

    disqualificao meravigliao.

  8. Il poeta ha scritto il 17 Maggio 2008 20:01

    Ma se ben capisco e intendo,
    certo lo Yango oggi non difendo,
    ma a parte la racchetta,
    già con Crisan perde l’Olimpo, che disdetta.

    Quindi il discorso soldi nel cesso
    non è certo successo adesso,
    con o senza questo fattazzo,
    perdeva la qualificazione, e che …lazzo !

    Quindi sguiz, non per darti torto,
    ma hai pensato un poco storto,
    il discorso 4 anni e soldi, caro ragazzo,
    non hai porprio capito …niente.

    Se poi vuoi irritar er drago rosso,
    artra cosa, io mischiarme non vojo e non posso.

  9. u Siciliano ha scritto il 18 Maggio 2008 12:56

    E òra povero Yango ci famo sbàttiri ‘u cudiddazzu?
    Al massimo possiamo paragonarlo a Materazzi,
    chiddu dell’Inter… e il Nanny fa la parte di Mancini,
    e per concludere con la gabbia di matti,
    Scianni fa la parte di Moratti.
    Me pari che ..accà si voli truvari ‘u pilu nta l’ovu!
    Ma picchì un’si poteva stuppari l’occhi all’arbitro?
    Avimo poca nasca e’essiri saccu di bastuni,
    Yangu un po’ chi esseri iancu,
    Nanny po’ solo furriari lu spilu,
    Scianni o’sapi già ..sa esseri a tutti i botti, tèniri a battuta, fètiri di burritta, jucari a bué e.. pigghiari ‘u pisci!
    U giornalista bbèllo spara all’aria, cunta palazzi, ma avi ancòra a scòrcia ‘n culu, tèni ‘u saccu al boss, fa ‘u beddu di chiazza,
    ma nessuno vidi a carta mala pigghiata e se non si imparano a lèggiri i propri corna ….a nòi che ci abbiamo la passiòne, ci toccò irsinni a cacaredda e aspittari ‘u corvu.

  10. Il Cantautore ha scritto il 18 Maggio 2008 13:11

    Aahh! emmi pareva che il testo della canzone fosse
    noto a qualcheduno? Perchè n lo so ma ..
    ….
    Adesso, arriva lui, apre piano la borsa
    poi ci butta l’attrezzo e poi e poi,
    ad un tratto lui sente afferrarsi le mani
    le mie gambre tremare e guardare in tribuna e poi
    si spegne adagiola luce, è di un rosso colore
    ha il respiro un po’ stanco, ho deciso lo mollo
    ma non so se poi farlo o lasciarlo finire
    l’importante è è è ubbidireee…
    adesso volta la faccia, io guardare non posso
    eppure quello era rosso,
    direttore codardo,
    cartellino bastardo, e poi e poi
    lui ha il volto sconvolto, io gli dico sta duro
    ricomincia da capo era solo un barcone,
    io non so se restare o lasciarlo squalificare
    l’importante è è è è inventare.

    ..perchè sono un ah, ah aaaaahh, caaantautoreee!

  11. attila ha scritto il 18 Maggio 2008 13:36

    Quando uno non scrive di Yango, non scrive del cinese di Roma, parla del “lavoro” di Nanny, gli fa i complimenti dopo i cappelloni di far stancare Yango sperando nell’intervento degli dei (che sono evidentemente intervenuti, mandando problemi… gastrici a uno e zizzania all’altro cino-croato), quando si fanno i complimenti a Batorfi per qualificazioni sicure (a parte la povera Laura che se la sarebbe più che guadagnata)…vuol dire che se ne sbatte di tutte le chiacchiere, i gossip, i discorsi dell’ “opposizione”, dell’immagine; e questo vuol dire o incapacità, incompetenza nel gestire il tutto, o estrema sicurezza del prorpio potere o totale incoscienza.

    Gira la ruota.

    PS Esce Sguiz, perdi tutto.

  12. Il poeta ha scritto il 18 Maggio 2008 16:20

    Scusate, ma non so’ aggiornato,
    che forse la figc di yango ha parlato ?

    Tumme dici: eccheccentra la figici…
    eh sì, perchè è più facile che ne parlino quelli lì.

  13. ittennico ha scritto il 18 Maggio 2008 18:11

    Secondo me lo sfortunato episodio di Yango, (sfortunato poichè è evidente che non può essere diventato così italiano da fare così bene il furbo…e magari una stro.. così.. può benissimo passare inosservata tanto pare impossibile che stia avvenendo..) e gli altri insuccessi dovrebbero davvero aprirci la mente su quello che dobbiamo fare prima delle prossime olimpiadi: dato che abbiamo ugualmente raggiunto il livello tecnico che ci compete (quello scarso ,inteso nel mondo..), sarebbe finalmente il caso di puntare le nostre risorse (in buona parte determinate dalle tasse fitet..) nel cercare di tirare fuori FINALMENTE o RIFINALMENTE dei giocatori ITALIANI di buon livello(nessuno viene allenato coisì bene da divenire un campione.. per quello , come tutti ci penserà il destino).
    Glisso sul comportamento federale, che oramai associo a ciò che ho visto a Sangemini….e quindi sono contento di questo insuccesso non certo per il presidente.. ma per darci FINALMENTE l’opportunità di riflettere DAVVERO sulle SCELTE da compiere in futuro.

  14. oldmago ha scritto il 18 Maggio 2008 20:00

    Sono d’accordo con Zagli sul fatto di cambiare…registro per il bene del TT italiano.
    Sul fatto degli insuccessi che aprono la mente, non lo so, si poteva capire anche prima che qualcosa era da impostare diversamente; se si ama il tennistavolo, sarebbe il momento di cambiare qualche cosetta e lo dico solo perchè vorrei che lavorassimo e avessimo i risultati delle altre nazioni.
    Io non voglio parlare di… politica, ricordo solo che, se le scelte sia tecniche che per la crescita del tt non sono ponderate con competenza e…modestia, ma con altri criteri diciamo… personali, dove occorrerebbe invece affidarsi a gente che ha anni di TT e di risultati veri, si va maluccio…
    Lavoro nelle scuole, gente competente che vada in giro a formare allenatori, utilizzo delle poche persone che nel tt italiano hanno formazione ed esperienza, società che impostino l’attività in modo più professionale, maggiore disponibilità di persone che, come tanti altri sono disponibili gratuitamente ed…eroicamente, potrebbero dare di più.
    Le motivazioni, ognuno può trovarsele da solo, amore per il tt, altruismo, apporto concreto nella società, sostegno ai giovani;
    ci vuole lavoro più duro da parte di tutti, disponibilità anche da parte degli atleti promettenti a lavorare per far emergere le proprie doti.
    Il tutto, ovviamente, col supporto indispensabile della federazione e, mantenendomi sempre nel campo…concreto, senza toccare altri discorsi, chiunque ci sia e ci sarà, che faccia le cose con coscienza.
    Amiamo tutti questo sport, in fondo o…?

  15. Il poeta ha scritto il 19 Maggio 2008 12:05

    Di teutonico lavoro parla il nostro caro mago,
    che insiem a competenza, il tt non sia più vago,
    ma su al vertice padroni e servi lacchè e portavalori,
    altri metri hanno per scegliere i collaboratori.

  16. lelesguizzero ha scritto il 19 Maggio 2008 17:00

    mentre sorseggiavo my cofféé,

    una domanda mi è sorta spontanea:

    where’s yangoo?

  17. lelesguizzero ha scritto il 23 Maggio 2008 18:33

    Ho appena visto la coppertina della rivista del mese di aprile,
    e mi, anzi vi chiedo:

    ke kaxxo ride yangoo, dopo la super mega galattica figurimmerda che ha fatto a budapest?

  18. lelesguizzero ha scritto il 2 Giugno 2008 18:17

    Riporto la programmazione settimanale dei cinema, a cura dell’anicagis:

    lunedì
    yangoo 2, la squalifica.

    martedì
    Fuga per la squalifica.

    mercoledì
    Indiana Jones, alla ricerca dello Yangoo perduto.

    giovedì
    The yangoo disqualification

    Venerdì
    Disqualificated man

    Sabato
    L’attimo squalificante

    Domenica
    Fuga da Nantes

  19. lelesguizzero ha scritto il 7 Giugno 2008 23:03

    Per la prox settimana, ancora 7 titoli:

    Lunedì
    Quo vadis, yangoo?

    Martedì
    Yangoolander: l’ultimo degli squalificati.

    Mercoledì
    Sapore di mare, sapore di squalifica

    Giovedì
    007: agente yangoo, licenza di squalifica

    Venerdì
    The fugitive

    Sabato
    Momenti di squalifica

    Domenica
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