World Cup 08 di Liegi

29 Settembre 2008 da Ping Pong Italia 

del Drago Rosso

Wang Hao conferma la vittoria dello scorso anno nella più brutta e scarsa Coppa del Mondo che sia mai stata disputata. Brutta per lo spettacolo, argomento di cui ho già parlato, scarsa per la partecipazione, dovuta a più cause, naturali e innaturali. Così, si va tranquillamente avanti verso la distruzione del tennistavolo, con Eurosport che riduce sempre di più gli spazi in Tv e il palazzetto di Liegi desolatamente vuoto nella prima giornata e nella seconda giornata, persino quando ha giocato Saive, e poi solo mezzo vuoto per semifinali e finali. Insomma, uno scenario squallido. Ma andiamo con ordine.

PARTECIPAZIONE

Parlavo di cause naturali e innaturali, a proposito dello scarso livello della partecipazione (fra l’altro, i cinesi sono arrivati senza Liu Guoliang in panchina, compito delegato a Qin Zhijian, che non è nemmeno il vice di Liu Guoliang). Le cause naturali sono quelle che sono alla base dell’assenza di Samsonov, tanto per fare l’esempio più illustre. Samsonov ha detto esplicitamente agli organizzatori di rinunciare perché non si è ancora abituato al gioco senza colla. Mettiamoci anche l’infortunio di Monteiro, ma in questo caso il livello sarebbe rimasto comunque scarso, anche con la sua presenza, e lo è rimasto anche grazie a chi lo ha sostituito, Maze, un ex giocatore, come già avevo detto tempo fa. E arriviamo alle cause innaturali. Nelle regole della Coppa del Mondo, da alcuni anni c’è anche quella che limita a due i giocatori per ogni nazione. Ma nessuno ha applicato questa regola nelle ultime edizioni, principalmente per un motivo:
per avere quanti più campioni in gara e rendere interessante la Coppa del Mondo. Così, si potevano avere 3 cinesi e 3 sudcoreani. Quest’anno, è arrivata una indicazione dall’alto: bisogna rispettare quella regola. Stranamente, è arrivata proprio dopo la famosa intervista di Sharara, apparsa e scomparsa dopo 2 giorni sul sito dell’Ittf, in cui il presidente della federazione internazionale diceva che avere 3 cinesi sul podio olimpico è un danno per il tennistavolo. Sempre in quella intervista, Sharara arrivava a fare alcune ipotesi per il futuro, fra cui anche quella di limitare la partecipazione per nazione. Ed ecco, che strana coincidenza, l’ordine di far rispettare il limite di 2 giocatori al massimo per ogni nazione in Coppa del Mondo. Attenzione però: per quella femminile, che si è disputata a Kuala Lumpur, l’ordine non valeva, potevano esserci 3 giocatrici per nazioni, tant’è vero che c’erano 3 cinesi iscritte. Poi, Zhang
Yining ha rinunciato e la Cina ha preferito non sostituirla, ma rimane la disparità: per la Coppa del Mondo femminile, l’ordine non valeva, ma sarebbe scattato solo dall’anno prossimo. E certo: lì non ci sono europee in grado di lottare per il podio, quindi l’Ittf non ha voluto forzare la mano, preferendo dare indicazioni per il 2009. In quella maschile, invece, c’è la possibilità che qualche europeo arrivi al podio, così è scattato subito il diktat: solo 2 giocatori per nazione. Così, si è rivisto Boll in finale, favorito, oltre che dal suicidio sportivo di Ma Long in semifinale, anche dal fatto di non incontrare praticamente nessuno di quelli che lo hanno sonoramente battuto negli ultimi anni. Ha perso con Kreanga, poi si è trovato Yoo Seung Min (ci ha sempre vinto, tranne che ai Mondiali di Zagabria) ed ecco in semifinale. Vedremo dopo cosa è successo dal punto di vista tecnico, ma nel discorso che sto affrontando adesso è evidente l’importanza della limitazione dei giocatori. Un sudcoreano in meno significa che Oh Sang Eun non ha potuto partecipare, vedi caso proprio quello che ha battuto Boll all’Olimpiade di Pechino. Insomma, tanto per non prenderci in giro, solo con questi mezzucci si può tentare di portare avanti gli europei. Il risultato è che, per garantire un miserabile posto sul podio agli europei, si sacrifica il livello tecnico della gara. Perciò, secondo l’Ittf, le gare dovranno avere sempre meno campioni, pur di far vincere qualcosa a quelli più scarsi. Congratulazioni, ecco a cosa siamo arrivati, oltre all’ipotesi della pallina di 42 millimetri, alla rete più alta di un centimetro, alla gara di doppio all’Olimpiade con una sola coppia per nazione e a tante altre assurdità. Invece di creare entusiasmo per i campioni, si pensa a distruggere la partecipazione degli stessi campioni: gare sempre più brutte e di basso livello tecnico, pur di non far vincere gli odiati cinesi. Evviva l’Ittf!

DOMANDE SENZA RISPOSTA

A proposito dell’Ittf, si è verificata una strana situazione a Liegi: molti giornalisti volevano parlare col presidente Sharara ma non ci sono riusciti. Tre anni fa, proprio a Liegi, Sharara aveva fatto una conferenza stampa per confermare le «innovazioni» da lui volute nel tennistavolo. Fra l’altro, quella edizione della Coppa del Mondo si distinse anche per il comportamento fortemente scorretto di un alto dirigente dell’Ittf (non Sharara) che, in prima fila, faceva platealmente il tifo per Boll, che vinse quella Coppa del Mondo. Un modo spudorato di far intendere che alcuni dirigenti non sono al di sopra delle parti, ma sperano che la Cina perda. Niente altro che una conferma a tutto quello che già si sapeva. Comunque, torniamo a quest’anno e a Sharara. I giornalisti hanno chiesto agli organizzatori, sabato, se fosse possibile organizzare una conferenza stampa con Sharara, perché ci sono molte questioni di cui discutere, a cominciare dalla famosa intervista apparsa e scomparsa dal sito dell’Ittf. Gli organizzatori sono tornati poco dopo con la notizia: Sharara è partito stamattina. La sorpresa è stata notevole: il presidente dell’Ittf arriva a Liegi per la Coppa del Mondo, rimane solo il venerdì, per i primi due turni dei gironi, e poi se ne va sabato mattina? Una cosa stranissima. E ancora più strano è stata la risposta del responsabile del sito dell’Ittf alla domanda: «Perché l’intervista a Sharara è scomparsa dopo due giorni dal sito?». La risposta: «Intervista a Sharara? Non ne so niente». Non solo non sapeva che era scomparsa, non sapeva nemmeno che fosse mai esistita una intervista. Alcuni giornalisti tedeschi si sono messi a ridere, perché il sito della federazione tedesca ha preso quell’intervista e l’ha tradotta, stessa cosa che ha fatto il sito della federazione spagnola. Per cui, quell’intervista sta, oltre che nel blog di Costantini, almeno sui siti delle federazione di Germania e Spagna (in quest’ultima con la doppia versione: inglese e spagnola), ma il responsabile del sito dell’Ittf non ne sa una mazza. E’ tutto molto interessante e, per chi vuol capire, molto chiaro e indicativo di cosa sta succedendo. Comunque, tornerò su quell’intervista con un apposito articolo nei prossimi giorni.

IL COSIDDETTO SPETTACOLO

E’ stata la più brutta Coppa del Mondo non solo per la scarsa partecipazione, ma anche per il gioco che si è visto. Soprattutto adesso che non si può più incollare, si capisce la vera portata dell’introduzione della pallina da 40 millimetri, un autentico obbrobrio per il tennistavolo, un cambiamento che ha portato a una regressione tecnica mai vista in tutta la storia di questo sport. Purtroppo, sono gli stessi rappresentanti del tennistavolo, dal semplice appassionato ai giocatori, di tutti i livelli, a farsi l’autolavaggio del cervello e a convincersi che la pallina da 40 millimetri è «cosa buona e giusta». Faccio una semplice proposta: diciamo che io ho torto, che la pallina da 40 millimetri è buona. Bene, andate a rivedervi i filmati delle partite con la pallina da 38 millimetri, ma dovete andarveli a rivedere sul serio, e poi dite a voi stessi cosa vi piace di più: il vecchio gioco, con le controschiacciate lontano dal tavolo e con i difensori lontani dal tavolo (quelli attuali stanno a due, massimo tre metri, per ovvi motivi), con gli scambi veloci e le traiettorie tese, o vi piace di più il nuovo gioco, con la sparizione della controschiacciata (la pallina si affloscia, come nel badminton se si prova a controschiacciare lontano dal tavolo), con lo scambio «veloce» sul tavolo che somiglia, con le dovute proporzioni, a quelli dell’oratorio, con la pallina che deve alzarsi molto di più rispetto a quella da 38 millimetri e che non può avere la stessa velocità, insomma, come uno scambio lento fra due principianti (di quando la pallina era di 38 millimetri)? Fatevi un esame di coscienza e poi decidete se vi piace il vero tennistavolo o se siete pronti per andare a giocare a bocce o a calciobalilla, o persino per i tornei di scopone.

LA GARA - I GIRONI

Sono davvero pochi gli incontri interessanti nei gironi. Il migliore è quello fra Ma Long e Joo Se Hyuk, vinto dal cinese con un po’ d’affanno. Ai Mondiali individuali di Zagabria, nel 2007, Ma Long aveva perso con Joo Se Hyuk, stavolta vince, anche se deve andare al settimo set. Comunque, non deve mai rincorrere l’avversario. Joo Se Hyuk conferma l’assurdità della decisione dei dirigenti sudcoreani di fare una eliminatoria interna per il terzo uomo all’Olimpiade, da lui persa, perché con lui in squadra la Corea del Sud sarebbe arrivata facilmente in finale. Ma Long appare più maturo, attacca sempre sparato, ma ha ancora qualche indecisione, che risulterà più grave nella semifinale contro Boll, e sbaglia molte volte i movimenti laterali, fatto davvero strano per un cinese. Diciamo che, più che sbagliarli, si fa prendere in contropiede e va fuori tempo quando, una volta preparatosi per l’attacco di diritto dal lato del rovescio,
l’avversario riesce a indirizzare la palla dall’altra parte, in quei casi Ma Long nemmeno riesce a raggiungere la palla e si vede chiaramente che rinuncia addirittura a inseguirla. Probabilmente, è una fase di evoluzione del suo gioco che gli porta qualche scompenso tattico. Resta il fatto che Ma Long è il cinese che attacca più di tutti i suoi compagni di nazionale. La partita con Maze nemmeno si può commentare, enorme la sproporzione, col danese che appare di almeno due categorie (e sono pietoso nei suoi confronti) inferiore. Stessa cosa fra Joo Se Hyuk e Maze. Poi, sia pure in maniera confidenziale, capita di parlare con i giocatori asiatici e il loro commento è uno solo: «Ma in Europa non ci sono più giovani forti». L’unico potrebbe essere Ovtcharov. Dico «potrebbe» perché, come ho già fatto notare, le sue qualità di base sono rese vane da uno sviluppo tecnico inesistente. In pratica, Ovtcharov dà fastidio agli avversari solo quando riesce a fare un gioco di potenza, con mazzate di diritto e rovescio. Non appena l’avversario accorcia il gioco o attacca per primo, con palle veloci, ecco che Otcharov non sa più cosa fare, chiaro segno che gli manca un tecnico in grado di addestrarlo nel gioco corto, nel cambio di velocità. Resta il fatto che contro Yoo Seung Min si prende un’altra bastonata, 0-4, dopo quella in Coppa Campioni di una settimana prima. Poi, riesce a qualificarsi, a stento (due 4-3), contro due vecchietti come Saive, contro il quale rischia davvero di perdere, e Li Ching. E questo è il miglior giovane europeo. Ma il discorso è sempre lo stesso: non solo non ci sono tecnici bravi, non solo non c’è voglia di sacrificarsi, ma se l’Ittf ogni tanto escogita una regola per favorire gli europei contro i cinesi ecco che i giovani europei dicono: «E chi me la fa fare di lavorare, c’è l’Ittf che penserà a regalarmi una medaglia». Non sto esagerando, è proprio così. Brutte partite, insomma, nei gironi. Wang Hao appare in pessima forma ed è lui stesso a dire che, dopo l’Olimpiade, praticamente non si è allenato più. Tutti i campioni olimpici cinesi di tutti gli sport, infatti (Wang Hao è olimpionico a squadre), per un mese sono andati in giro per la Cina fra feste, cerimonie e premiazioni. Davvero non hanno avuto il tempo per allenarsi, e nemmeno la voglia. Vince, ma ha problemi con Schlager, non è veloce negli attacchi e controlla male la palla. In più, non essendosi allenato quasi mai, è ancora più penalizzato dalla mancanza della colla, perché ha fatto solo una gara con questo sistema, gli Open di Cina a Shanghai, perdendo nettamente da Hao Shuai. Comunque, è troppo più forte e vince anche se gioca male. Schlager, grazie alla sua esperienza, si qualifica battendo Chuan Chih Yuan. Nel girone di Boll, è Kreanga a dare spettacolo, battendo il tedesco, mentre Toriola, già in luce a Pechino, appare a suo agio senza la colla: veloce nel colpi senza essere potente, sfrutta al massimo la ridotta potenza degli avversari, ribatte tutto e, grazie alla rapidità negli spostamenti, va in anticipo nella chiusura dell’azione. Lo stesso Kreanga, contro di lui, è in difficoltà, non riesce a chiudere e deve inseguire la pallina dopo essersi sbilanciato con i suoi colpi d’attacco, sbilanciamento maggiore proprio perché Kreanga si deve «sbracciare» più di prima per dare forza alla pallina. Alla fine, batte Toriola, ma è una vera sofferenza. Gao Ning, invece, proprio perché è un giocatore potente, non riesce proprio a giocare e perde tutti gli incontri.

LA GARA - IL TABELLONE PRINCIPALE

Wang Hao si trova di fronte Ovtcharov e ha un problema preliminare: ben due racchette non passano il controllo, non perché viene trovata colla, ma perché lo spessore è eccessivo. La terza racchetta, infine, viene giudicata buona. Buon per lui che se ne è portate tre. E’ stato previdente perché i giocatori sono solo due, uno pennaiolo e uno all’europea. Così, Wang Hao non poteva sperare di prendere in prestito, eventualmente, la racchetta di Ma Lin. Perciò, se ne è portate tre. In proposito, ricordo una cosa curiosa e interessante. Agli Open di Svezia di una decina di anni fa, Wang Liqin rimase senza racchetta perché entrambe quelle che aveva furono bocciate dagli arbitri. Non gli restò altro da fare che prendere la racchetta di Feng Zhe, pennaiolo, per giocare contro il danese Monrad. Quindi, provate a immaginare Wang Liqin, che fa un topspin tutto di potenza, impugnare una racchetta col manico corto, visto che era di un pennaiolo, che gli sfuggiva di mano quando forzava i colpi. Fu un supplizio per lui, ma riuscì comunque a vincere. Torniamo al presente. Wang Hao gioca con la terza racchetta, che non aveva provato per niente, ed è in condizioni di forma pessime, si trova in difficoltà all’inizio, vince a stento il primo set, facile il secondo, perde il terzo e poi chiude. Ovtcharov, nonostante Wang Hao abbia tutte queste difficoltà, non riesce mai a imporre il suo gioco, subisce l’iniziativa e va avanti grazie agli errori di Wang Hao e a qualche palla potente che riesce a mandare dall’altra parte quando Wang Hao non controlla il palleggio: davvero troppo poco per il «miglior» giovane europeo. Schlager riesce a imbrigliare Ma Long nel secondo e nel terzo set, ma poi deve cedere agli attacchi veloci del cinese. Boll, contro uno Yoo Seung Min meno veloce del solito, ha vita facile, e comunque, come dicevo prima, è un giocatore contro il quale si è sempre trovato bene, tanto da averci perso solo una volta. Kreanga continua a dare spettacolo, stavolta contro Joo Se Hyuk, un’altra delle pochissime belle partite di questa Coppa del Mondo.

LA GARA - LE SEMIFINALI

In semifinale, arriva una sorpresa, quella di Boll contro Ma Long. Intanto, Wang Hao, sempre lento e impacciato in molte occasioni, deve prima prendere le misure a Kreanga, poi, una volta preso il giusto ritmo, anticipa costantemente l’avversario e non c’è più storia. Kreanga ha comunque movimenti più larghi, Wang Hao col suo block spezza il ritmo, la partita si decide così. Diversa la situazione di Ma Long, che, al contrario di Wang Hao, ha avuto più tempo per abituarsi al gioco senza colla, non avendo partecipato all’Olimpiade, ha continuato ad allenarsi e, soprattutto, ha più fame di vittoria rispetto al compagno di nazionale. Anche se perde il primo set con Boll, mostra un gioco nettamente superiore al tedesco. E’ quasi sempre lui il primo ad attaccare, anche se non prende le misure giuste all’inizio. In particolare, invece di variare gli attacchi sui due lati, insiste quasi sempre sul rovescio di Boll (che è il suo colpo migliore, come ho sempre sostenuto) che può contraccare facilmente. In effetti, Boll vince il primo set tutto di contrattacco e tutto con palle piazzate nell’angolo opposto a quello sul quale si è sbilanciato Ma Long nel sua frenesia offensiva. Poi, Ma Long comincia a forzare la prima palla d’attacco, va anche nella direzione del diritto di Boll e comunque continua con una pressione costante. Poco alla volta, Boll cede, la sua difesa si sgretola e Ma Long ha il dominio del gioco. In vantaggio 3-1, però, Ma Long impazzisce, sparacchia alcune palle d’attacco, si ritrova sotto, si innervosisce e riprende con i soliti errori di inizio partita. Boll non si fa pregare, ricomincia a piazzare palle di contrattacco e alla fine riesce ad attaccare lui per primo. Ma Long, che poteva e doveva chiudere 4-1 senza problemi, si ritrova sconfitto. Una lezione per lui, anche se il significato tecnico non cambia: sul piano del gioco e della tecnica, è di un altro livello rispetto a Boll.

LA GARA - LE FINALI

La finale per il terzo posto è una formalità. Ma Long liquida Krenga senza problemi. A gioco aperto, lui è più veloce e ha movimenti più corti che gli permettono traiettorie più angolate e anticipi che mandano fuori tempo Kreanga. La finale per il titolo è molto brutta. Wang Hao conferma il cattivo stato di forma, ma, nonostante ciò, potrebbe chiudere 4-0 senza storia. Sciupa vantaggi e setball nel terzo set, poi va avanti quasi senza problemi, tranne che nel finale, quando rischia di sprecare ancora, con alcuni errori clamorosi che fanno riavvicinare un già rassegnato Boll. Comunque, Wang Hao si mostra nettamente più forte, pur giocando una delle sue peggiori partite. E’ il segno di una abissale differenza di valori. Boll si accontenta del secondo posto, ottenuto grazie al «taglio» delle partecipazioni voluto dall’Ittf e al suicidio tattico di Ma Long. Resta la realtà di un tennistavolo sempre più brutto, di una Coppa del Mondo che di
questo passo sarà ridotta a un torneo di esibizione di terza categoria solo per assecondare la volontà dell’Ittf di regalare podi immeritati e squallidi ai giocatori europei, di una situazione in cui la Cina diventa sempre più una nazione da odiare, invece che un movimento sportivo da studiare e da tentare di imitare (là dove è possibile, senza stravolgere specifiche realtà nazionali), invece che un paese che produce campioni anche da amare, come accade in tanti altri sport in cui gli appassionati sanno amare i campioni indipendentemente dalla nazionalità. Nel tennistavolo, sempre più, c’è spazio solo per l’odio contro i cinesi. Congratulazioni. A soffrirne non saranno i cinesi, ma il tennistavolo.

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Commenti

3 risposte per “World Cup 08 di Liegi”

  1. oldmago ha scritto il 29 Settembre 2008 15:24

    Nella disperata ricerca di compensare la differenza di livello con i cinesi, si inventano regole per peggiorare il tennistavolo dal punto di vista dello spettacolo e dell’esaltazione del gesto tecnico. Tutto inutile, i cinesi, in qualsiasi condizione (rete più alta, palla più grande) e situazione rimarranno migliori, per la superiorità tecnica dei colpi, gioco di gambe e tipo di impegno nel lavoro.
    La via è una sola, oltre che più onesta e sportiva: che “l’Europa” si riunisca e studi dove e come migliorare le cose, sia tecnicamente che organizzativamente, con ancora maggior impegno da parte dei professionisti e un lavoro giovanile migliore e più intenso.

  2. eugenio bertagna ha scritto il 29 Settembre 2008 22:49

    Quella foto di Wang Hao parla da sola. Un piegamento così, in quella posizione lo vedi fare solo ai difensori. Vedere un angolo inferiore ai 90° nella gamba d’appoggio di un attaccante è STRABILIANTE. E’ vero, non ci sono segreti da carpire o regole da modificare, c’è da rincorrere una padronanza della tecnica e dell’atletismo pari a quella messa in campo dai giocatori Cinesi.

  3. Alessio ha scritto il 3 Ottobre 2008 12:39

    Un pò in ritardo perchè ero in Olanda lontano dalla civiltà (nel senso che non avevo accesso a internet in questi giorni…)
    Lunedì subito dopo la fine della coppa del mondo mi sono trovato a volare su Brussels con una compagnia aerea belga. Perciò davanti a me c’era un belga che leggeva un giornale belga in lingua francese (non ricordo il titolo del giornale purtroppo). Con mia gioia e soddisfazione ho potuto notare che arrivato alla pagina dello sport campeggiava una foto di Wang Hao grossomodo 15X10cm a fianco di un articolo che titolava “Nuove Regole, Vecchio Vincitore” e nel sottotitolo citava il fatto che Wang Hao aveva vinto in finale con Boll (di più non riuscivo a leggere non avendo il giornale tra le mie mani!).
    Ora, da noi non so se sia apparso qualcosa sui quotidiani sportivi (forse un trafiletto sulla gazzetta?) ma di sicuro nulla sui quotidiani “normali”, mentre in Belgio (vabbè che giocavano a casa loro..) non solo si riporta la notizia con un notevole spazio, una bella foto, ma addirittura si cita il fatto che per il nostro sport era il primo evento significativo dopo l’abolizione della colla! Vi rendete conto della enorme differenza di attenzione mediatica?
    Ci arriveremo mai anche noi in Italia?
    Io credo di no (purtroppo).

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