Macao ITTF Grand Finals

18 Dicembre 2008 da Ping Pong Italia 

del Drago Rosso

Il Master 2008, svoltosi a Macao, ha messo in evidenza ancora una volta le contraddizioni dell’attività internazionale, sempre più intensa e caotica, tanto da influenzare la riuscita di alcune manifestazioni. Alla fine, c’è stato comunque lo spettacolo nei singoli, sia pure con due assenze illustri, e non ce n’è stato in alcun modo nei doppi, di un livello imbarazzante.

PARTECIPAZIONE RIDOTTA

Le Finali del Pro Tour 2008, secondo la dizione dell’Ittf, che si ostina a non volerle chiamare Master, come avviene invece correttamente nel tennis, sono state monche, per diversi motivi. Non si è arrivati alla farsa dell’edizione 2005 a Fuzhou, quando i cinesi presentarono un solo atleta per gara, qualificato obbligatoriamente perché la gara si disputava in Cina, ma nei doppi a Macao si è andati decisamente peggio: nemmeno una coppia cinese in gara. Nei singoli, invece, assenti Boll fra gli uomini e Zhang Yining fra le donne. Proviamo a chiarire la situazione. Per quanto riguarda i doppi, la spiegazione ufficiale dell’Ittf è che i cinesi, nell’anno olimpico, hanno sperimentato nuove coppie, quindi nessuna di queste ha ottenuto il numero minimo di tornei per qualificarsi alle finali, visto che cambiavano a ogni Open. Una balla colossale. E’ vero che i cinesi hanno cambiato sempre i doppi, ma i qualificati per Pechino (2 su 3 per classifica, col terzo che comunque era già noto) si sapevano sin da gennaio, quindi non c’era alcuna necessità di provare nuovi doppi. La verità è che i cinesi, appena possono, si mettono a sabotare le iniziative dell’Ittf. In quest’anno, non potevano sabotare il singolo perché avrebbero rischiato di calare in classifica proprio alla vigilia dell’Olimpiade e quindi di avere un tabellone a rischio, e hanno colpito coi doppi. Le mancate qualificazioni di Boll e Zhang Yining nei singoli, invece, sono derivate da tutt’altri motivi. Zhang Yining ha diradato l’attività tanto da far pensare addirittura a un suo ritiro alla fine di quest’anno. Poi, è stata lei stessa a chiarire: giocherà sicuramente per tutto il 2009, anche se solo negli appuntamenti più importanti, poi deciderà se smettere. Le pressioni della Cina affinché lei continui sono notevoli, visto che sarebbe in grado di arrivare fino ai Giochi di Londra 2012, ma lei appare
davvero stanca e assicura che non giocherà la prossima Olimpiade. Boll ha mancato la qualificazione non per colpa sua, ma perché gli Open di Serbia, come avevo già spiegato nel mio articolo sul bluff del Grande Slam, sono stati cancellati appena 4 giorni prima della data prevista. Così, Boll si è fermato a 5 dei 6 tornei previsti come minimo per partecipare alle Finali del Pro Tour (sempre ammesso che si sia nei primi 15 della classifica, e Boll lo era). Indipendentemente dal caso degli Open di Serbia, però, si pone un problema più importante secondo me. Il Pro Tour cominciò nel 1996 e fu posta la regola del numero minimo di 6 tornei (o meno di 6 tornei purché si fosse andati a giocare in 3 continenti) per rendere valida la qualificazione ottenuta attraverso i punti accumulati nella stagione. Il principio era giusto: costringere i più forti a partecipare ai tornei in modo da renderli più interessanti e favorire il loro successo. Ma questo avveniva quando il calendario agonistico dell’anno era poco più della metà rispetto a quello attuale. Adesso, la stagione è così piena di gare che i giocatori non possono materialmente sostenere uno sforzo simile. E non si può nemmeno dire che 6 tornei sono pochi, perché bisogna considerare che un giocatore deve programmare l’attività in modo da arrivare in forma a certi traguardi, quindi è costretto a saltare alcuni tornei. Un solo esempio: nel 1996 i Mondiali erano ogni 2 anni, squadre e individuali insieme, adesso sono ogni anno, il che impone una programmazione diversa che porta a escludere alcuni Open in particolari momenti. Inoltre, adesso abbiamo gli Europei ogni anno, altro appesantimento della stagione. Insomma, è assurdo pretendere ancora i 6 tornei come quota minima, altrimenti si rischia di compromettere la terza gara più qualificata, il Master appunto, che come livello tecnico è superiore alla Coppa del Mondo, come ho spiegato approfonditamente più volte. Ricordo soltanto che basta fare la somma delle classiiche dei partecipanti al Master e alla Coppa del Mondo (16 giocatori in ciascuna gara) per vedere che la somma totale del Master è nettamente inferiore (quindi con più giocatori di alta classifica) a quella della Coppa del Mondo. La speranza è che i dirigenti dell’Ittf se ne rendano conto e, invece di studiare regole contro i cinesi, comincino a pensare a regole a favore del tennistavolo e delle grandi manifestazioni.

MACAO

E passiamo al Master di Macao. L’unica gara di una certa importanza che si era svolta in questa isola, colonia portoghese rubata alla Cina e tornata infine alla madre patria insieme e Hong Kong, fu il Campionato mondiale per club nel 2001 (che fu anche la terza e ultima edizione di quella infausta manifestazione). In quell’occasione, Macao non si distinse per bravura, l’organizzazione fu quantomeno discutibile, arrangiata alla meno peggio, con albergo di seconda scelta e palazzetto di secondo livello. Stavolta, l’organizzazione è stata davvero encomiabile, un vero esempio per chiunque voglia ospitare in futuro il Master. Palazzetto grande e moderno, a soli 50 metri dall’albergo ufficiale (a 5 stelle) della manifestazione. Tutto è filato liscio, per i giocatori, per gli arbitri e per i mezzi di informazione.

DOPPI E UNDER 21

Un breve accenno alle gare più scarse. Nei doppi, senza cinesi, il livello cala paurosamente. L’unica cosa interessante da segnalare è la presenza delle rumene Dodean e Samara, che giocano alla pari con Li Jiawei e Sun Beibei (che vinceranno la gara) fino al 7-7 del quinto set, ma poi cedono soprattutto per inesperienza. L’under 21, come ho già detto in altre occasioni, è una gara che non dovrebbe avere le Finali, perché non ha alcun significato. Quando fu istituita, al posto del vecchio torneo di consolazione, l’idea era apprezzabile perché consentiva ai più giovani di giocare un po’ di più. Il problema è che poi l’Ittf ha voluto assegnare a questa gara un valore tecnico che non ha e non potrà mai avere, quello di test per i futuri campioni. In uno sport come il tennistavolo, nel quale se non si è già in prima fila a 16-17 anni non lo si sarà mai più, dire che un giocatore di 20 o 21 anni può “diventare” un campione è
semplicemente allucinante. O lo si è già a quell’età o non lo si sarà mai. Che poi si partecipi o meno è un altro discorso. Così, si possono trovare in gara proprio Dodean e Samara, che un posto fra le migliori se lo sono già guadagnato, e non si possono trovare i cinesi, che hanno una under 21 campionessa mondiale assoluta, Guo Yue, tanto per capirsi.

SINGOLO FEMMINILE

E proprio Guo Yue fallisce di nuovo la vittoria. Dopo aver perso in finale nel 2007 con Li Xiaoxia, stavolta si ferma davanti a Guo Yan. Guo Yue continua così la sua annata negativa: sconfitta da Wang Nan nella semifinale olimpica, da Feng Tianwei nella Coppa del Mondo, e ora da Guo Yan nel Master. Fece così anche nel 2006, tanto da rischiare l’esclusione dalla nazionale, ma poi si riprese fino alla vittoria nei Mondiali. Potenzialmente, dopo Zhang Yining, è la più forte di tutte, ma la testa qualche volta ancora non le funziona. Di rilievo anche la sconfitta di Li Xiaoxia, grande favorita visto il suo stato di forma, che è sconfitta dalla difesa sudcoreana Kim Kyung Ah. La sudcoreana aveva avuto un anno quasi disastroso, dovuto soprattutto al fatto che si era sposata e, fra preparativi per il matrimonio e luna di miele, era calata di forma in maniera evidente. Adesso è tornata al massimo e lo dimostra con la vittoria su li Xiaoxia. Perde poi con Wang Yuegu, una bravissima a giocare contro le difese, ma dopo aver sciupato l’occasione per la vittoria. Li Xiaoxia, quindi, perde da una difesa, cosa inusuale per una cinese. Fra l’altro, Li Xiaoxia è la copia tecnica di Zhang Yining, di cui è ammiratrice. Nelle fasi di attacco e di scambi veloci, Li Xiaoxia è praticamente allo stesso livello di Zhang Yining, ma, siccome la copia non è mai perfetta, ecco che contro le difese non ha la stessa bravura dell’originale. In effetti, bisogna ricordare che Zhang Yining, caso unico nella storia del tennistavolo, non ha mai perso contro una difesa in tutta la sua carriera. Così, è possibile avere un’idea ancora più precisa di questa fuoriclasse e della sua spaventosa bravura. Intanto, guadagna sempre più posizioni Feng Tianwei. Cinese anche lei, come tutte le giocatrici di Singapore, faceva parte fino a due anni fa della squadra di Hailongjiang (quella di Kong Linghui). Poi, è andata a Singapore e ha sfondato. Aveva battuto Zhang Yining nella Coppa d’Asia, poi aveva dato 4-0 a Guo Yue nella Coppa del Mondo. A Macao si ritrova di fronte Guo Yue, che però le ha preso le misure e non le dà alcuna possibilità in semifinale: 4-1. Feng Tianwei rimane comunque una delle poche giocatrici in grado di inserirsi nella lotta fra le cinesi originali. E arriviamo alla vincitrice, Guo Yan, una campionessa che ha avuto la sfortuna di trovarsi in mezzo a tante altre fuoriclasse ed è rimasta un po’ in ombra. Questo non le ha impedito comunque di vincere una Coppa del Mondo, di essere finalista ai Mondiali 2005 e adesso di vincere il Master, oltre a titolo mondiali a squadre. Col suo gioco tutto di potenza, a Macao strapazza tutte e non concede scampo nemmeno a Guo Yue.

foto del Drago Rosso

SINGOLO MASCHILE

Ma Long vince la sua prima gara “super”, dopo aver già conquistato 4 Open del Pro Tour in carriera. E lo fa in maniera incredibile, concedendo solo un set a Ma Lin in semifinale, per poi distruggere letteralmente tutti e in particolare l’intera squadra olimpica cinese: 4-0 a Wang Liqin nei quarti, 4-1 a Ma Lin in semifinale, 4-0 a Wang Hao in finale, dopo aver rifilato un altro 4-0 al primo turno al giovane sudcoreano Yoon Jae Yong. Una marcia da schiacciasassi quella di Ma Long, che impressiona sempre di più per la velocità degli attacchi, l’aggressività che non lascia agli avversari il tempo per respirare, i block di rovescio che sono autentiche mazzate. Al di là dei punteggi, alcuni dei quali sono umilianti per gli avversari, è il modo in cui conduce il gioco che fa capire come Ma Long si appresti a diventare il numero 1 del mondo. Fra l’altro, c’è una cosa interessante da notare: nel giro di un mese, due giovani come Zhang Jike ai Campionati nazionali cinesi e Ma Long al Master hanno fatto fuori i campioni olimpici a squadre e di singolo, una specie di tempesta che spazza via la vecchia generazione. Certo, Wang Hao è ancora abbastanza giovane da reggere fino a Londra 2012, ma per Wang Liqin e anche per Ma Lin la concorrenza interna ormai è spietata e il conto alla rovescia per entrambi è già cominciato. Del Master di Macao è utile ricordare qualche altra cosa, a cominciare da Chen Qi che dà 4-0 a Yoo Seung Min e sfiora la vittoria con Ma Lin, conduce 3-1 prima di impallarsi nella sua follia. L’unico europeo a farsi valere, come al solito, è Samsonov, che però cede nel momento decisivo, quando potrebbe provocare la grande sorpresa. Prima supera facilmente un Ovtcharov sempre più inguardabile, poi dà 4-1 a Jiang Tianyi (cinese emigrato a Hong Kong), e infine si ritrova in semifinale con Wang Hao. E’ 4-0 per il cinese, ma il punteggio non deve ingannare, perché Samsonov gioca alla pari, conduce in ogni set e poi ha pause inspiegabili, le stesse che gli sono costate una sicura medaglia olimpica. Comunque, dietro lui e Boll, l’orizzonte europeo è sempre più desolante, un deserto sconfinato.

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Commenti

3 risposte per “Macao ITTF Grand Finals”

  1. eugenio bertagna ha scritto il 18 Dicembre 2008 23:05

    Zhang Yinin sarebe stanca e minaccia di lasciare? La stanchezza passa con un mesetto di relax, saune e massaggi. Anche la stanchezza psicologica si supera. Qui si tratta d’altro.
    Perchè non diciamo chiaramente che il fisico degli atleti cinesi viene piegato alla ragion di Stato e non si fa alcuna tutela della loro salute?

    Lo vede chiunque il fisico esile di Zhang rispetto alla muscolose Wang Nan o Guo Yue. Zhang, un’atleta di tecnica e classe eccelse è stata spremuta fino al midollo (osseo) per raggiungere lo scopo di donare all’Impero la sfolgorante vittoria Olimpica in madrepatria e poi… gettiamola pure come uno straccio vecchio.
    Quanti atleti cinesi hanno raggiunto la longevità sportiva di Waldner? Pur con la pancera il Maestro se la gioca ancora con molti top players e il suo compagno d’ infanzia di sport e di merende (enogastronomiche) Jorgen Persson si è tolto lo sfizio di raggiungere la semifinale Olimpica a Pechino.
    Ma questi discorsi non sono ammessi al cospetto del Grande Propagandista Cinese. Un Saluto.

  2. Drago Rosso ha scritto il 19 Dicembre 2008 18:33

    Ma allora siamo in presenza di un autentico idiota. La rabbia per essere smerdato ormai non lo trattiene più dall’intervenire su qualsiasi cosa io dica. Su Zhang Yining arriviamo a idiozie allucinanti. Zhang Yining è perfettamente in grado di reggere lo sforzo fisico, tant’è vero che appena si impegna un po’ continua a stracciare tutte. Altro che spremuta fino al midollo. I dirigenti e gli allenatori cinesi la stanno implorando affinché non smetta. Altro che gettarla come uno straccio vecchio. Fra l’altro, mica hanno gettao come uno straccio vecchio Wang Nan, anzi! E Zhang Yining lo ha detto chiaramente che vuole avere una vita normale, con amici, famiglia e figli, dopo 20 anni di professionismo. Che poi in Cina i carichi di lavoro siano maggiori rispetto a chiunque altro è un fatto noto: chi vuole diventare un campione è obbligato ad allenarsi in quel modo, mica perché lo ordina Lo Stato. E’ mai possibile che un ignorante e incompetente come 2 neuroni debba ammorbare con le sue stronzate qualsiasi discorso serio? E poi, ridicoli i suoi riferimenti a Wang Nan e Guo Yue. Wang Nan non è muscolosa, è sovrappeso. Guo Yue è magra come Zhang Yining. Forse il Grande Fesso voleva riferirsi a Guo Yan, che è l’unica davvero muscolosa. Ma si sa, l’incompetenza alberga nelle menti svuotate di neuroni, ha più spazio a disposizione. Se poi vogliamo davvero parlare di muscoli, andiamo a guardare certe giocatrici europee, che hanno molti più muscoli delle cinesi. Chi davvero capisce di tenistavolo sa benissimo che i muscoli non contano un cazzo, l’importante è trasferire il peso del corpo nella pallina, è così che vengono fuori i colpi potenti, ed ecco perché Zhang Yining, con le sue “braccine”, tira stangate che nemmeno la muscolosa Guo Yan riesce a fare.
    Comunque, 2 neuroni fa bene a intervenire parossisticamente, perché fa vedere a tutti quanto gli roda il culo essere smerdato da me. L’avevo già detto e lo confermo: non si fermerà mai, ormai essere smerdato per lui è peggio della droga, non può farne a meno.

  3. eugenio bertagna ha scritto il 22 Dicembre 2008 20:23

    Mai scritto che Wang Nan sia stata messa da parte, e a legger bene nemmeno ho scritto che Zhang Yining lo sia. “Gettiamola pue come uno straccio vecchio” era un modo per dire che l’attività sportiva in Cina non è finalizzata alla crescita dell’individuo inserito in una comunità (la nazione) ma solo alla Promozione Nazionale attraverso lo sfruttamento dell’individuo. Il talento della Zhang é utile a questo scopo fino a che sarà in grado di portare Ori e Gloria alla Causa e quindi non stupisce che sia sollecitata a continuare… proprio perchè la vogliono spremere fino in fondo.
    Il fatto, poi, che non sia la massa muscolare a dare potenza alla pallina lo so anch’io… ma io mi riferisco al fatto che una muscolatura ben strutturata si prende carico di sorreggere adeguatamente la colonna. Un fisico esile è più soggetto a traumi vertebrali da usura. Sono proprio le “schiene rotte” all’origine del precoce abbandono di molti atleti, cinesi e non. Un’ ultima cosa, a chi dice che Yue e Yining hanno lo stesso fisico consiglierei un buon oculista. Nessun Saluto.

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