34 e non sentirli
1 Febbraio 2009 da Ping Pong Italia
L’occasione per questa intervista esclusiva a Massimliano Mondello è duplice: l’importante gara di A1 tra la squadra di Este e quella di Brescia ed il compleanno del grande campione. Ho sentito Massimiliano sia prima sia dopo la gara di Este, ecco a voi la nostra chiacchierata telefonica. Photo courtesy by ITTF
Innanzitutto auguri Mondy.
Grazie
Allora, sei a quota 34, dal pingpong hai dato di più tu o hai ricevuto di più?
Credo che la cosa sia reciproca, ho ricevuto molto. Ho avuto modo di intraprendere una carriera, ho vinto tantissimo ma allo stesso tempo la mia parte l’ho fatta, basti pensare al terzo posto ai mondiali del 2000 a Kuala Lumpur; direi che con il pingpong è stato un bel rapporto. Forse avrei potuto dare qualcosa di più ho commesso tanti errori e magari con un po’ più di saggezza avrei potutto fare cose ancora più importanti.
E quindi, a 34 anni cosa pensa di fare?
Mi piacerebbe trasmettere tutta l’esperienza accumulata negli anni della carriera per aiutare i giovani, ce ne sono diversi ma con poca esperienza.
Insomma, a questa età, ti senti di poter migliorare ancora?
Guarda, quest’anno sono migliorato tanto, credo di aver fatto un ulteriore salto di qualità. La cosa buffa è che l’allenamento che faccio è di gran lunga meno qualitativo di quelli a Pieve.
E come te lo spieghi?
Forse oggi ho l’esperienza giusta. La maturatità che non ho avuto in passato. Vedo il pingpong in modo più mentale, più profondo. Oltre alla tecnica, fondamentale, mi sento di potr usare altre armi, in ogni caso, oggi mi sento più forte.
La tua è una lunga carriera, quale è il tuo più grande rammarico?
Tu sai bene, eri allenatore della nazionale, io insieme ad altri abbiamo rinunciato alla nazionale e ciò ha danneggiato la carriera di tutti noi. Ecco, certamente non rifarei quello sciopero. A fine 2001 ero arrivato al top e 2 anni di stop hanno indebolito tutto il mio gioco. A mente decisamente più fredo, forse avremmo potuto fare in altro modo.
Racconta agli appasissionati di quest’esperienza con Brescia.
Brescia mi ha dato e mi sta dando molta fiducia ed io cerco di ripagare questa fiducia con i risultati. Pensa, prima ho firmato il cartellino e poi abbiamo discusso l’ingaggio. C’è stata dall’inizio un’ottima intesa. Sono sincero, con Brescia puntiamo al titolo. C’è Milano che a mio avviso e’ la piu’ difficile, ma anche Castel Goffredo ed Este, con cui giochiamo stasera, non sono da meno.
Cosa pensi che possa servire per ottenere il titolo?
Brescia non è Pieve Emanuele e nemmeno Castel Goffredo dove si respira un professionismo totale, ma ha una voglia esagerata di fare bene e di pensare al bene dei propri atleti. Essere meglio organizzati è un dato di fatto che aiuta a raggiungere risultati migliori e da questo punto di vista occorre più allenamento di qualità.
Quanto ti alleni?
3 volte la settimana, con un cinese, Soraci e da qualche tempo anche con Sabatino.
Con Pieve ci sono state tante gioie e anche dei dolori, te la senti di dire qualcosa?
No, non me la sento. Posso solo dire che con la società del Pieve, con Patrizio (Deniso ndr) c’e’ stato un chiarimento totale ed ho ritrovato l’amicizia di sempre.
Ok, cambiamo discorso, ti manca la nazionale?
No, e sai perché? Questa nazionale non mi ha messo in condizione di sentirne la mancanza. Non sono mai stato coinvolto. Una telefonata, niente di niente. Quindi auguri alla nazionale senza Mondello.
Quindi, di conseguenza, la nazionale non ha bisogno di Mondello?
Sembra che sia così Ho saputo che stanno puntando sui giovani, ma poi ho visto che Yango ha giocato il Pro Tour di Slovenia e alcune voci parlano del suo utilizzo ai Giochi del Mediterraneo a Pescara di quest’anno, allora forse potrebbero aver bisogno anche di Mondello. Ad agosto ho dato la mia disponibilità ma niente. Buio totale. Almeno che vengano vedere Mondello giocare, magari si fanno un’idea diversa. Niente, zero.
Avresti voglia di fare un pro tour? Tornare a calcare i taraflex internazionali?
Ma, guarda, senza un obiettivo particolare, penso non serva a nulla.
Parliamo del futuro, sei dunque completamente perso per la tua Viola?
Sono al settimo cielo. Non ci sono medaglie sportive che possano paragonare la gioia che provo per mia figlia Viola. L’altro giorno l’ho fatta camminare da sola, è stata un’emozione unica.
Hai sentito del pingpong nei corpi militari, sembra che Stefanova e Bobocica diventeranno aviatori, cosa ne pensi?
Che sfiga. L’ho saputo da mio cognato, Moreno Boer (campione italiano e capitano della nazionale sollevamento pesi, 3 olimpiadi con quella di Pechino). Ho giocato tanti anni, ho cercato di dare quello che potevo e poi…che sfiga.
Bene, ci sentiamo in serata dopo la gara estense.
Si, però Max ti devo fare un ringraziamento particolare. Con questa chiacchierata mi hai ricordato che ancora posso dare tanto, e ho voglia di farlo. Spero che agli italiani sia io che tu possiamo dimostrare ai tanti giovani come si gioca al pingpong.
Ciao a tutti, vi voglio bene. Forza azzurri.
Il vostro Mondy.
La gara di Este è finita con un netto 4 a 1 per i padroni di casa.
Allora, come è andato questo compleanno in campo?
Me lo ricerderò. Loro sono stati più bravi, hanno meritato la vittoria. Siamo entrati in campo molto molli. Poca determinati, ci è mancata la tensione nervosa, quella che ti fa mordere il tavolo, quella in cui non hai la minima voglia di regalare anche un solo punto.
Adesso cosa succede?
Succede che dobbiamo ritrovare la convinzione. Il campionato ancora è lungo ma io rimango fiducioso di me e dei miei compagni.
In bocca al lupo.
Grazie.
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