Pune

26 Giugno 2009 da Ping Pong Italia 

Eccomi fra voi, nuovamente.

Dopo la mia breve apparizione in Italia, sono dovuto rientrare alla svelta in India perché era in programma un importante raduno collegiale di un mese con tutti i probabili, 19 maschi e 16 femmine a Pune, una località a 150 km da Mumbai (Bombay) nello stato del Maharastra.
Un’occasione ghiotta per lavorare intensamente ed in modo sereno senza l’assillo di gare imminenti, infatti la prossima gara a cui parteciperemo in massa sarà il Pro Tour di Cina dal 12 al 16 Agosto.
Al camp ci sono tutti, anche la star Sharath Achanta che si dimostra davvero uomo di squadra, disponibile in tutto e per tutto sia con sé stesso sia con gli altri. La cosa che accomuna questo gruppo di 35 indiani è la voglia di fare, la dimostrano in allenamento con un impegno severo, costante. La motivazione di migliorare continua poi finita la sessione con la preparazione fisica e lo spasmodico stretching.
Il mese di preparazione mi sta dando la possibilità di lavorare con più profondità negli aspetti tecnici, la modifica di un particolare colpo, il miglioramento del timing, la correzione di alcuni dettagli, affrontare in modo diverso la palla, insomma tutto quello che non è tattica viene fatto in palestra in questi giorni e fino al 12 Luglio.
Ho la totale responsabilità degli allenamenti, naturalmente li concordo con il mio più stretto collaboratore e chief coach Bhawani Mukerji, una persona davvero preparata e competente. Avevo già parlato di lui e della carica che ricopre come responsabile dei Diploma Courses, una scuola per diventare tecnici di pingpong della durata di 11 mesi. Potete immaginare quante cose vengono insegnate in 11 mesi. I diplomati che escono da Patiala si vedranno poi garantire uno stipendio governativo, intendiamoci, niente è regalato, la posizione di tecnico se la devono guadagnare, ma in genere, rientrando poi nello stato di appartenenza, il lavoro arriva quasi subito. In ogni per l’Italia è pura fantascienza.
Ci sono poi ben 5 assistenza, tutti sotto contratto governativo.
In India giocare a pingpong significa avere un futuro di lavoro certo e duraturo, si perché i più promettenti vengono messi sotto contratto dalle varie aziende come Air India o la Petroleum e ancora la Indian Railways, pertanto i ragazzi già dall’età di 19-20 anni si ritrovano impiegati ed il loro stipendio varia a seconda dell’istruzione scolastica. Il discorso vale per tutti e due i settori, uomini e donne.
Un gran bel vantaggio per noi tecnici avere tutti gli atleti disponibili 24/7 l’unica eccezione, anzi le due eccezioni sono rappresentate proprio da Sharath Achanta e Pathik Mehta, entrambe giocano il campionato spagnolo, Sharath in prima divisione e Pathik in seconda.
Il programma che ho improntato è piuttosto intenso ed è composto da sessioni al tavolo, preparazione fisica e teoria.
Come vedete nelle foto l’impianto in cui ci alleniamo è di prim’ordine, nell’ottobre scorso si sono disputati i Giochi Giovanili del Commonwealth, è un impianto gestito e finanziato dallo stato del Maharastra. In queste prime due settimane abbiamo dovuto fare 2 sessioni ogni mezza giornata a causa di alcuni scioperi che hanno ritardato l’arrivo dei tavoli, quindi ci siamo fatti circa 10 ore al giorno di palestra, più tutto il resto. Da lunedì avremo 15 tavoli e 30 ragazzi, quindi riusciremo a completare le due sessioni con un margine migliore di tempo da dedicare anche ad altri aspetti del camp. Abbiamo a disposizione una sala conferenze dove tengo i meeting, in genere ogni 3 giorni, il mercoledì ed i sabato, qui faccio teoria e analisi di video e fotografie, i ragazzi, nessuno escluso prende appunti così come si annotano tutti gli schemi di gioco da fare.
Ho immaginato il lavoro scomponendolo in 4 settimane, ve lo riporto a beneficio di coloro che magari hanno voglia di seguire una traccia di allenamento, la descizione è sintetica ma sapete già che chiunque volesse idee e suggerimenti sugli schemi da adottare in allenamento finalizzati al miglioramento di una certa qualità non fa altro che scrivermi.
Gli allenamenti vengono redatti la domenica e per tutta la settimana occorre seguire sempre lo stessa impostazione in termini di tempi e di esercizi da fare, solo gli accoppiamenti vengono resi noti qualche minuto prima dell’inizio della seduta.

Prima settimana

Ho cercato di mettere in condizione i ragazzi ad avere una buona base di gambe, di controllo e di velocità, quindi ho dato un 40% al lavoro di gambe, in genere spostamente laterali, qualcosa in avanti e dietro, spostamenti estremi e recupero della palla in condizioni difficili. Un altro 40% è stato riservato al controllo, quasi tutti gli schemi avevano un andamento ripetitivo proprio per dare più continuità possibile e tenere la palla in campo. L’ultima parte ossia il 20% alla velocità. L’allenamento alla velocità non è considerato abbastanza, il lavoro super veloce al tavolo potrebbe essere in contraddizione con il pingpong della partita, invece non bisogna dimenticare che il pingpong è uno sport in cui i riflessi giocano un ruolo importantissimo; ecco, allenare la velocità dello scambio sul tavolo migliora proprio questa qualità.

Il lavoro è naturalmente differenziato per le ragazze, in questo caso ho ridotto il carico sulle gambe al 25% per distribuirlo sul controllo 65% ed una piccola percentuale alla velocità 10%, non che la velocità non sia importante, la faremo eccome se la faremo, ma in questo momento, all’inizio di stagione, il controllo per loro diventa la vera base per un lavoro futuro.

Seconda settimana

In questa settimana c’è una diversa redistribuzione dei carichi con l’aggiunta di altri elementi, quali le azioni prettamente attive (block, controtop, flip etc.). Ora gli schemi pur partendo da una base di gambe e di controllo si sviluppano in situazioni in cui occorre non essere passivi, o magari ribaltare una situazione che inizia in modo passivo per chiudersi in modo attivo. Solo nell’ultima parte si comincia a servire, ma in modo semplice e solamente corto. Nella parte finale ho dato due situazioni diverse da affrontare, la 3ˆ palla e la 5ˆpalla. In modo speculare lo stesso discorso potrebbe valere considerando la 2ˆ e la 4ˆ palla, ma questo è una parte della tattica che riservo alla quarta settimana.
Per le ragazze ho voluto caricare più sull’idea di attaccare, in genere il gioco è di rimessa, ossia preferiscono lasciare l’iniziativa all’avversaria per poi impostare un gioco di block e schiacciate. Qui sto insistendo molto perché le resistenze mentali sono davvero tante e serve tanta pazienza.
Il lavoro viene implementato con 3 sedute di preparazione fisica, nell’ultimo giorno di lavoro, sabato, ripeteremo i test che avevamo effettuato nel mese di marzo a Patiala (test di Cooper, balzo da fermo, balzo triplo, 30m, 50m e 100m piani).

Terza settimana

C’è solo un breve richiamo al lavoro di gambe e di velocità. Il controllo ora deve lasciare spazio al variazione dei colpi. Ora è il momento di colorare il gioco, di dare vivacità all’azione e di essere più fantasiosi possibili oltre che concreti. È questo il momento della variazione di effetto, di velocità di potenza e di direzione, di essere più spavaldi. Penso che dopo un perido di 2 settimane l’adattamento dovrebbe essere completato. In questa settimana si riesce a capire quale è la vera partecipazione mentale al gioco, ossia i ragazzi devono escogitare e pensare alle diverse soluzioni che vengono proposte e che devono autoproporsi. Anche le ragazze giocano le variazioni, per loro vale più la tenuta della velocità dello scambio e reagire ai diversi cambi di direzione della palla, lo schema in genere parte in un modo, anche semplice se vogliamo, poi si sviluppa con il gioco di velocità sul tavolo con continui cambi di direzione, cercando di non inviare mai 2 volte di seguito la palla nello stesso punto.
Si continua naturalmente con la preparzione fisica, Monsoni permettendo corriamo all’esterno, il lavoro di questa settimana è basato essenzialmente sul Fartlek

Quarta settimana

L’ultima settimana è dedicata alla tattica ed è comune a tutti e 2 i gruppi, alle ragazze, come accennato poco fa, viene proposto il lavoro di velocità 30%. Mettiamo da parte tutto quello che abbiamo fatto finora, o meglio lo tiriamo fuori a nostro piacimento a seconda della situazione che ci capita di affrontare. Quasi tutta la seduta è caratterizzata dal gioco che cominica con il servizio proprio per abituare l’atleta ad un tipo di palla standard, in genere un appoggio corto o lungo più o meno profondo, si gioca quindi una palla “telefonata” e poi gioco libero. Rimangono i 3 richiami di preparazione fisica.

Manyballs o cesto o tante palline

Ho lasciato per ultimo questo tipo di allenamento che non è affatto di minore importanza. Ci sono diversi modi di condurre un allenamento frontale in presenza delle tante palline:

  • lavoro tecnico (miglioramento del gesto e cura dei dettagli in assenza di velocità) in genere chi lancia la palla, il cosiddetto feeder, non imprime velocità al palla né dà ritmo proprio per consentire al giocatore di assimilare il gesto e di sentirselo addosso.
  • lavoro di resistenza alla velocità (miglioramento e adattamento allo stress da ritmo) il feeder deve lanciare la palla in modo veloce e preciso e soprattutto in modo continuo, come fosse un unico scambio da giocare.
  • lavoro di pura resistenza (miglioramento della capacità di valutazione della palla in presenza di stress da durata), in questo caso la velocità di invio della palla diminuisce, si può lanciare la palla in modo tagliato, o liscio, oppure ancora in flick ed anche in top fino addirittura alla schiacciata.
  • lavoro tattico miglioramento della capacità di giocare il colpo appropriato in presenza di stress da variazione. Ci sono tre modi per migliorare le qualità tattiche: ripetizione del tipo di colpo indipendentemente dalla situazione. Individuazione di un determinato punto sul tavolo e fare in modo che, indipentemente dalla situazione, la palla venga giocata proprio in quel determinato punto. Ultimo modo è di tipo misto, il feeder può indicare o meno il tipo di colpo e luogo dove inviare la palla.

Questi concetti potrebbero sembrare astratti ma in realtà sono molto comuni a tanti che fanno questo lavoro, l’importante è, come spesso ripeto, progettare un obiettivo raggiungibile, non dimenticatelo.
Beh per oggi è tutto, vi auguro una buona estate e, per quelli che si allenano, che non possono fare a meno di giocare a pingpong, un proficuo allenamento.

Commenti

3 risposte per “Pune”

  1. record ha scritto il 27 Giugno 2009 06:05

    booooooh !!!!!!!!!!!!!!!! sigh sigh sigh!!!!!

    voglio maaaaax in italiaaaaaaaaaaa !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  2. zzantitop ha scritto il 1 Luglio 2009 08:29

    ciao coach

    Frase del giorno

    Chi sa tutto soffrire, può tutto osare.

    Luc de Clapiers, marchese di Vauvenargues

    zzeisuoiesperimenticonlegommelisce :)

  3. Alessio ha scritto il 3 Luglio 2009 17:03

    “..si perché i più promettenti vengono messi sotto contratto dalle varie aziende come Air India…”

    tremo ancora quando ripenso a quando su un volo dell’Air India (che mi stava portando in vacanza da Shanghai in Cambogia via Bangkok) vidi uscire le mascherine dell’ossigeno, steward e hostess che correvano in giro con le bombole in mano ad aiutare i passeggeri a indossare le maschere, l’aereo che scendeva di quota velocissimo, veramente troppo veloce…e nessuno che ci spiegava cosa stava succendendo, visto che eravamo tutti convinti di stare per schiantarci.

    Sono qui a raccontarlo dopo un atterraggio di emergenza ad Hanoi e la spiegazione (ricevuta dopo una settimana sul volo di ritorno per gentile concessione di uno steward che sapeva cosa era successo) che la cabina aveva “semplicemente” perso la pressurizzazione e bisognava “semplicemente” calare rapidamente di quota per evitare il peggio.

    Se vuoi un consiglio Max, non volare mai con Air India.

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