I CWG di Delhi

29 Settembre 2010 da Ping Pong Italia · 2 Commenti 

In questo momento mi trovo a Delhi per completare la preparazione per i Giochi del Commonwealth che inizieranno il 3 di Ottobre per finire il 14 di Ottobre. Per la precisione sono nel villaggio dei giochi che in Hindi si dice Khel Gram. Il villaggio copre una superficie di 63,5 ettari e si trova a ridosso del fiume Yamuna. A poche centinaia di metri, anche se non accessibile direttamente, c’è il maestoso tempio Hindu Aksardham che più avanti troverete in una delle foto del reportage che ho realizzato proprio oggi. Avrei dovuto parlarvi naturalmente di questi giochi e lo avrei fatto per l’inizio della competizione pongistica (4 Ottobre), ma dopo aver visto un servizio fotografico su Repubblica.it mi sono detto: ma quelle immagini non rappresentano il vero. Così, munito di camera-phone, mi sono immerso nel villaggio e ho scattato una trentina di istantanee, tra l’altro ce ne è una tipo fotocopia di quella apparsa su Repubblica.it

Ecco la galleria di immagini.

Gli appartamenti sono grandissimi e confortevoli, il nostro ha 5 camere da letto con bagno annesso. Un grande soggiorno, tv 32 pollici, Wifi internet. La cucina è grande, manca solo il forno. Infine c’è ancora un altro bagno.

Il villaggio è enorme può ospitare con i suoi 1200 appartamenti oltre 8000 persone, più che sufficiente per le necessità di questi giochi. Tuttavia una parte del villaggio effettivamente non è agibile, lo dimostra in una delle foto nella gallery.

L’India sta sopportando un grande sforzo umano ed economico per garantire la miglior riuscita di questi giochi, un risultato l’ha già ottenuto: chi era a Melbourne nel 2006 ha commentato che il livello qualitativo indiano è di gran lunga superiore a quello di 4 anni fa.
In ogni caso, a complicare le cose, ci si è messa la pioggia, infatti ci sono stati dei ritardi dovuti al maltempo. Pensate, a Delhi ha piovuto ininterrotamente per 40 giorni (così mi è stato riferito), gli operai hanno lavorato in condizioni estreme, prima di iniziare i lavori per i CWG dovevano costruirsi una sorta di riparo, una tettoia fatta di qualunque materiale purché li riparasse dalla pioggia.
Quest’anno i Monsoni se ne sono andati giusto 3 giorni fa, il fiume Yamuna è straripato in vari punti di Delhi e ha fatto incalcolabili danni nello stato dell’UP (Uttar Pradesh), cose che non succedevano da più di 40 anni. Nella gallery trovate anche 2 foto dello Yamuna, non sono di altissima qualità perché le ho scattate dall’autobus ufficiale in corsa che ha i vetri azzurrati, proprio fuori il villaggio.

Tornando al motivo di questo mio breve reportage, mi viene da dire: accidenti e pensare che Repubblica è il mio giornale preferito, m’avesse chiamato, non gli avrei fatto prendere una cantonata come quel fotoreportage che è apparso oggi.

Beh ora vi saluto con un namaskar o anche un namastè.
Vi terrò informati su fatti sportivi e non.

Gli Europei

25 Settembre 2010 da Ping Pong Italia · 10 Commenti 


del Drago Rosso
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Assemblea Generale

25 Settembre 2010 da Ping Pong Italia · 58 Commenti 

del Drago Rosso

Ed eccoci arrivati a un’altra celebrazione della strafottenza del potere e della pecoronaggine del tennistavolo italiano: l’assemblea di metà mandato. Stavolta, l’avvenimento, come si è visto su questo blog, è stato preceduto da un’iniziativa insolita, due lettere inviate al Coni per far notare le ingiustizie e gli squilibri che sono stati creati con la tabella voti. E’ inutile che io mi metta a parlare di tutte le aberrazioni che, poco alla volta, il sistema di potere della Fitet ha escogitato per far sì che nulla cambi, visto che sono illustrate perfettamente nelle due lettere, in particolare nella seconda. A me interessa mettere in evidenza come ci sia stata, in questi ultimi anni in particolare, una autentica trasformazione delle coscienze, che ha portato a ragionamenti incredibili, assurdi, fuori da qualsiasi logica democratica.
Per introdurre questo discorso, è necessario riportare una parte di un intervento che il consigliere federale Bruno Di Folco ha fatto nel forum di Giorno a proposito dell’assemblea che deve approvare il nuovo Statuto federale. E’ indispensabile per poter fare poi le opportune considerazioni. Ecco il testo:
«Il fulcro di tutte le discussioni è voti plurimi o voto singolo per ogni Società?? Certamente la proposta “voto singolo ” porterebbe ad una maggior democrazia (…di facciata?) nella scelta dei rappresentanti federali (provinciali, regionali o nazionali). Diversamente, la proposta “voto plurimo” porterebbe ad una scelta più confacente alle Società maggiori e quindi più vicina alle loro problematiche. Ma è giusto tutelare una Società che “muove” annualmente 20mila/30mila € (per non scrivere altre cifre..) oppure è giusto darle la stessa importanza di una Società che “investe” nel ns sport 200/300 € ???? Possiamo scrivere e parlare dell’argomento per giorni ma la risposta è tutta lì».
Di Folco fa parte della Commissione che ha elaborato la proposta di nuovo Statuto che dovrà essere votata. La parte sopra virgolettata si riferisce al principio più importante, che riguarda la tabella voti, quella che permette a poche persone (società) di rieleggersi a vita, senza che la maggioranza delle società possa metterci becco.
E allora, qual è il problema? Credo che l’assurdità della situazione risalti in maniera evidente. I principi della democrazia vengono tranquillamente cancellati da quella domanda apparentemente innocua ma che nasconde l’ingiustizia più profonda: chi investe 30.000 euro ha la stessa importanza di chi ci mette “solo” 300 euro? E bravo Di Folco, che aspira a presentarsi come il consigliere federale più equilibrato, quello che non è al servizio di Sciannimanico, e alla fine esprime concetti che vanno da tutt’altra parte. I principi della democrazia non sono un giochetto: chi non ha una lira ha gli stessi diritti di chi ha miliardi. Non è possibile che si torni al medioevo della convivenza civile con simili bestemmie.
Chiarisco che i voti plurimi esistono anche in altre federazioni, ma sono limitati. Se una società chiamiamola “di base” ha un voto, un’altra società che gioca in serie A ne può avere 3 o 5, ma non si va oltre. Non è possibile, come accade nel tennistavolo, che una società abbia un voto e un’altra 1.500. Siamo alla completa aberrazione di qualsiasi principio, sia logico sia democratico. Fra l’altro, a proposito degli investimenti, c’è da fare qualche ulteriore precisazione. Se le poche società che hanno migliaia di voti vincono le elezioni e poi approvano regolamenti che vanno a incidere sui finanziamenti, allora è stato realizzato un circolo chiuso vizioso che fa aumentare il distacco fra «poveri» e «ricchi». E’ il caso dei premi in denaro per le gare giovanili. La società più forte si accaparra i giovani più forti, strappandoli alle società più piccole e deboli. Poi, si fa un regolamento che distribuisce soldi federali (quindi pubblici, di tutte le società) alle società che vincono di più nelle gare giovanili. E il papocchio è compiuto. Altro che società che «investono» 30.000 euro. Quanti soldi vengono recuperati con questo sistema? E il concetto di «investimento» diventa sempre più vago, aleatorio.
La cosa più grave, in tutta questa situazione, è che si accetti di discutere di questa specifica idea espressa da Di Folco. Che ci debba essere discussione su qualsiasi idea, nessuno le mette in dubbio. Quello che non va è la totale mancanza di reazione a un concetto che va contro i principi democratici e che invece viene preso come argomento che, magari, potrebbe anche andar bene. E tutto diventa ancora più grave quando, sempre Di Folco, lancia messaggi «subliminali» (non lo sono, ma uso questo termine come paradosso), quando, parlando di «voto singolo» che porterebbe a una maggiore democrazia e ci mette una bella parentesi con un punto interrogativo che è tutto un programma: … di facciata? E vai con un altro «bravo Di Folco». Vuole forse farci intendere che il voto singolo è falsa democrazia? E quella vera, invece, difende le società che investono 30.000 euro («per non scrivere altre cifre», come aggiunge lui), queste «nobili» società alle quali si deve la sopravvivenza del tennistavolo italiano?
Siamo davvero oltre tutti i limiti della logica e della decenza democratica, contro tutti i principi stabiliti in secoli di progressi civili e sociali. Chi ha più soldi ha diritto a una salvaguardia maggiore rispetto a chi ne ha di meno. Siamo tornati alla Fattoria degli animali di Orwell, dove tutti sono uguali, ma qualcuno è più uguale degli altri. E’ mai possibile esprimere un simile concetto senza che ci sia una indignata reazione? Per la verità, un paio di reazioni di questo genere le ho lette sul forum, ma si tratta davvero di casi isolati. L’andazzo generale è che discorsi come quello fatto da Di Folco sono accettati dal branco di pecore che popola il tennistavolo italiano. E alla fine dobbiamo anche stare a leggere di cosiddetti «miglioramenti»: da 3 voti su 20.000 a 3 su 10.000. Direbbe Totò: alla faccia del caciocavallo!!! Ma stiamo scherzando? I potenti, tramite questa Commissione, fanno una specie di concessione che non altera minimamente i rapporti di forza e che lascia ai potenti tutto il potere, senza alcuna possibilità di cambiamento. E’ la peggiore presa in giro che ci possa essere: fanno credere di stare concedendo più democrazia e invece si tengono stretto il potere e il sistema di comando.
Ma noi dobbiamo assistere agli eroici sforzi di Bruno Di Folco che vuole convincerci che lui si batte per il miglioramento del sistema, che lui è al di sopra delle parti. Facciamo una cosa: ci dica quante volte ha votato contro le decisioni del Consiglio federale e su quali argomenti. Magari potremmo anche cominciare a credergli. Per il momento, ci risparmi le «lezioni di democrazia». In questa Fitet, comandano pochissime persone, comandano i più ricchi e le pecore continuano a farsi tosare da loro. Le lettere inviate al Coni sono un bel segnale, ma, di grazia, quelli che dicono di aver votato Sciannimanico e di aver poi cambiato idea come possono mai convincerci che, quando hanno votato per lui, erano in buona fede? Riprendendo di nuovo Totò: ma ci facciano il piacere. Si accorgono adesso che le cose non vanno bene perché se le sono preso in quel posto, ma lo sapevano sin dall’inizio che questo era il sistema. Mi fanno schifo pure loro.
Rimangono quei pochi che hanno votato contro, che adesso mandano la lettera al Coni e che, si spera, continuino su questa strada, magari mandando queste lettere anche ai giornali, perché il Coni ha paura solo della cattiva pubblicità. Tutti gli altri, per favore, la smettano di recitare e abbiano almeno il coraggio di confessare che sono i leccapiedi del potere.

Lettera al CONI n.2

24 Settembre 2010 da Ping Pong Italia · 4 Commenti 

Ecco la seconda lettera che vi viene presentata dallo stesso gruppo che ha inoltrato la prima lettera di denuncia, in questa si rende palese come il meccanismo dei voti plurimi crei la sperequazione fra i club.

Sig. Presidente C.O.N.I.
Dott. Giovanni Petrucci
ROMA

Sigg. Componenti
Giunta Nazionale C.O.N.I.
ROMA

Con nota raccomandata del 31.8.2010 il Presidente della F.I.Te.T. ha inviato la convocazione dell’Assemblea Generale Straordinaria per la modifica dello Statuto Federale, in programma a Rimini il prossimo 26 settembre.
In relazione alla convocazione sopracitata ed alle precedenti note che oltre 30 società affiliate hanno inviato alle SS.LL. sull’argomento, si rileva quanto segue.
Alla convocazione è allegato un testo che, come si legge nelle note riportate tra l’elencazione degli allegati, non è  quello che verrà sottoposto all’esame degli affiliati,  bensì , da quanto appare, una sorta di traccia in quanto si preannuncia un nuovo e diverso testo concordato con il C.O.N.I. (che, da quanto è dato capire, starebbe esaminando il testo). Ora, da una parte non si comprende  la ragione che ha impedito la redazione del testo definitivo  e dall’altra si rileva che tale procedura assembleare potrebbe già da sé rappresentare un vizio e un ostacolo per il regolare svolgimento dei lavori.
Alla convocazione fa poi riferimento la Tabella Voti valida per la costituzione e la votazione assemblare  sulla quale vale la pena di soffermarsi in modo da dimostrare ancora una volta a quale raggiro è sottoposto il movimento pongistico italiano. La Tabella Voti valida per lì’Assemblea di Rimini riporta 589 società con diritto a voto. Per il meccanismo dei voti plurimi, fortemente sbilanciato a favore dei grossi club, bastano meno di cinquanta società per garantire lo svolgimento dell’assemblea. Se si considera che è prevista la possibilità di rappresentare per delega quattro società oltre la propria, si comprenderà molto facilmente che una decina di dirigenti decideranno per 589 società sull’adozione dell’atto più importante (verrebbe da dire la Carta Costituzionale Federale) per la vita di una Federazione Sportiva.
Ancora più singolare è la situazione che si verifica in tutte le regioni. In Lombardia, per esempio, appena quattro società su settantacinque detengono la maggioranza dei voti; nel Lazio due su trentuno; in Emilia Romagna tre su trentaquattro; in Piemonte quattro su quarantanove; in Puglia quattro su trentotto; in Sicilia quindici su centoquattro; in Friuli VG due su quattordici; nel Veneto quattro su trentadue; in Toscana quattro su ventisei; in Sardegna sei su trenta; in Campania quattro su trenta; in Umbria due su diciassette; nelle Marche tre su sedici; in Calabria tre su quindici; e così analogamente in tutte le altre.
Visto il testo allegato alla Convocazione, dato che le società, ad oggi,  non sono nelle condizioni di conoscere  quello che  forse verrà portato in votazione, è certo che nulla potrà cambiare in futuro se tale testo venisse approvato, prefigurando ancor una volta un sistema di regole artatamente truccato, che continuerebbe a prefigurare maggioranze palesemente precostituite.
Pertanto, al fine di correggere tale impostazione e nel richiamare l’attenzione delle SS.LL. alla massima vigilanza su questo stato di cose , si riportano, in allegato, gli emendamenti che numerose società affiliate  e che appartengono a diverse Regioni italiane hanno elaborato e che  verranno presentate nel corso dei lavori Assembleari.
Nel richiamare ancora una volta l’attenzione del C.O.N.I. su questo delicato passaggio che, in atto, lede il diritto di partecipazione democratica alla scelte della Federazione che merita, invece, di crescere nel pieno rispetto delle regole tracciate dai Principi informatori emanati e ai quali tali emendamenti chiaramente si riferiscono, si inviano i migliori saluti.

DATA

IL PRESIDENTE

La lettera al CONI

20 Settembre 2010 da Ping Pong Italia · 16 Commenti 

Quache giorno fa ho ricevuto una mail contenente una lettera di denuncia. I firmatari di questa lettera sono oltre 30 società ed i destinatari sono il Presidente del CONI Giovanni Petrucci e la Giunta Nazionale. Ve la propongo così come mi è pervenuta.

ANTICIPATA VIA FAX 0636857697 ROMA

Sig. Presidente CONI
Dott. Giovanni Petrucci
ROMA

Ai Sigg. Componenti
Giunta Nazionale CONI
ROMA

Il 30 marzo 2008, la Federazione Italiana Tennistavolo approvò modifiche statutarie, in una Assemblea contestata da un folto gruppo di dirigenti perché si era visto approvare un testo, a maggioranza, che non recepiva tutte le indicazioni della delibera del Consiglio Nazionale CONI n° 1352 del 28 febbraio 2007, nella quale sono stati emanati i Principi Fondamentali degli Statuti Federali.
Il CONI successivamente in data 6 maggio approvò con delibera di Giunta n° 129 il nuovo statuto anche se ponendo alcuni obblighi per l’applicazione dello stesso.
Ancora una volta, quindi, la tabella voti federale, oggetto di tanti ricorsi e denunce negli anni rimaneva identica nel suo meccanismo, e dunque:
1. discriminatoria delle piccole società (l’attività regionale e provinciale non conta niente) così non rappresentate e per questo motivo non partecipano ai lavori assembleari;
2. regolata da meccanismi tali da costituire una macroscopica maggioranza precostituita;
3. tale da permettere a 15 società, su oltre 1000 affiliate, il diritto di poter governare la Federazione.
La Federazione, in realtà, elesse gli Organi nazionali con quel testo contestato dal CONI per il quadriennio 2009-2012.
Oggi considerato che la Federazione ha convocato l’Assemblea Straordinaria delle società per le modifiche statutarie, un gruppo di società firmatarie della presente, chiede che le regole di questo sport (travagliato e scomposto per tanti aspetti, che è retrocesso in campo agonistico nazionale e internazionale e che la Federazione nel suo insieme non è più considerata d’èlite in campo europeo e mondiale) siano ridefinite e migliorate alla luce dei nuovi Principi Informatori e che siano finalmente ispirate da democraticità interna a base collettiva ed individuale, rappresentanza, giusto riconoscimento dell’attività periferica, tutela degli interessi di tutte le società: in una parola trasparenza e democrazia nei procedimenti elettorali e nessuna blindatura dell’attuale dirigenza federale.
Concetti questi elencati dal Presidente Pretrucci al Consiglio Nazionale di fine 2009 che hanno dato fiducia ad un vasto movimento di società del tennistavolo che non si sentono rappresentate e che confidano nel controllo e nel coordinamento del CONI a livello normativo per una nuova strada da intraprendere nei prossimi anni.
Il nuovo Statuto dovrà, oltre che eliminare l’illegittima concentrazione dei voti, così come già formalizzato dagli Statuti di Federazioni consimilari, semplificare, altresì, il meccanismo di attribuzione dei voti, oggi strumentalmente complesso e, in quanto tale, suscettibile di spericolate interpretazioni.
Nell’appellarci alle buone pratiche per lo sport italiano che il CONI vorrà assumere, essendo l’Ente l’unico tutore del movimento sportivo nazionale, per il tennistavolo, queste società si riservano di presentare, nelle sedi opportune, proposte di modifica allo statuto approvato dal Consiglio Federale della FITET e vigilerà sull’operato della Federazione ricorrendo, se necessario, a tutte quelle legittime tutele previste dall’Ordinamento Sportivo.

Distinti saluti.

(firma)____________________________(società)_______________________(C.F. )__________
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La mia opinione sulla crisi delle Nazionali

15 Settembre 2010 da Ping Pong Italia · 12 Commenti 

Vorrei intervenire sulle vicende delle Nazionali Assolute e la crisi che le perseguita ormai da qualche tempo. Credo che parlarne sia sempre importante e mai inutile poiché i risultati agonistici rappresentano da una parte l’ossigeno per la Federazione che si vede così ricompensata con contributi del CONI-Governo e dall’altra il biglietto da visita per promuovere la disciplina con l’obiettivo di far avvicinare tanti nuovi giovani. In questo momento il rischio è davvero elevato perché mancando i risultati vengono meno le due conseguenze dirette. Purtroppo c’è un ulteriore rischio che si intravvede da qui a meno di 2 anni: la reale possibilità di non essere presenti alle Olimpiadi di Londra 2012 per mancata qualificazione, il che sarebbe il colpo di grazia per una gestione che non ha mai fatto i conti con una seppur velata autocritica cercando sempre di far finta di niente.
Non basta naturalmente la vittoria di Leonardo Mutti agli Europei allievi che indica solamente una buona carriera per questo giovane che ormai da molti anni si dedica anima e corpo a migliorare, ma niente più.
Certo l’informazione federale non aiuta ad ottenere risultati, se questa è improntata su di una insistente e perseverante propaganda che disorienta gli appassionati stimolando avversione.

Sappiamo che la dirigenza federale, sostenuta da un sistema che è metastasi (tabella voti), non verrà scalzata facilmente. Il passaggio successivo a questa affermazione è il seguente: se ci teniamo a questa disciplina, come penso ci tengano tutti quelli che intervengono nel blog ed in altri siti, è importante intraprendere un percorso che sia più costruttivo possibile, andando spero in aiuto ai nostri atleti, tecnici e società. Se poi di questo aiuto ne beneficia anche la Federazione ha poca importanza.
Per ripartire vorrei innanzitutto contare sulla buona fede degli allenatori e degli atleti, sono convinto che quando lavorano al tavolo danno sempre il meglio di sé stessi. Se non si supera il fattore fiducia tutto diventa difficile.

L’obiettivo di questo post, lo ripeto, è di invogliare tutti voi ad aprire un dibattito sereno, propositivo e magari sviluppare un documento che potrebbe essere inviato alla Federazione e, perché no, anche alle società.

Per natura e per educazione sono cresciuto con l’idea che i risultati siano il metro ideale per stabilire il proprio valore di atleta e dare le giuste indicazioni ai tecnici che, attraverso la convocazione, potranno successivamente lavorarci negli stages. Ricordo che a 16 anni, dopo una gara a squadre deludente ai campionati italiani juniores, era a rischio la mia convocazione per gli Europei Junior, tanto che se avessi voluto far parte della nazionale avrei dovuto vincere il singolo e così fu, e nessuno ebbe più niente da ridire. I risultati mettono tutti d’accordo e zittiscono le improvvisazioni e la gente in malafede.
Il metodo è tanto semplice quanto banale poiché gratifica il lavoro quotidiano che gli atleti e tecnici eseguono nelle proprie società, riconoscendo a quest’ultime un prestigio dovuto.

Vi porto l’esempio che ho seguito qui in India dopo che il Governo ci aveva indicato le linee guida per la miglior preparazione possibile ai Giochi del Commonwealth e ai Giochi Asiatici, uno dei paletti era la selezione degli atleti. L’obiettivo: evitare polemiche su mancate convocazioni. In questo senso è stato approntato un sistema basato sui risultati nazionali ed internazionali oltre la valutazione del Selection Committee e ovviamente le mie valutazioni. Ne è uscito un criterio così trasparente per il quale nessuno si è sognato di argomentare. Il sistema ha generato un gruppo assolutamente coerente e maturo con quanto sta accadendo in questo momento e, anche se i nostri migliori giovani, semifinalisti ai Campionati Asiatici Giovanili, avessero potuto meritare il posto per una sorta di impostazione futura, si è deciso di mandarli 3 mesi in Svezia a migliorare la tecnica, loro saranno il futuro non il presente, pertanto possono aspettare.

Mi hanno particolarmente colpito le parole di un commento molto malinconico di “biofa1979″, il quale ribadiva la pochezza dei tornei nazionali assoluti. Sono d’accordo con lui, fino ad alcuni anni fa i tornei assoluti erano delle proprie e vere battaglie. Sono d’accordo anche con “Roberto” se non si persegue l’obiettivo della meritocrazia la situazione diventerà sempre più complicata e non basta lo strapotere di una sola società che così facendo crea il vuoto attorno a sé e genera antipatia.
L’attività agonstica è stato sempre il settore trainante della federazione da cui si è potuto attingere atleti e talenti. Ora, questo settore primario è venuto meno vanificando il lavoro degli atleti, dei tecnici e delle società.
Attraverso la reimpostazione di un’Attività Tecnico-Agonistica finalizzata a guadagnarsi prestigio e maglia azzurra, la Federazione può ottenere due obiettivi importanti: una maggior aderenza da parte anche di tante piccole società in cui risiedono tanti talenti su cui puntare in futuro e la rivalutazione delle società.

Rivitalizzare i tornei nazionali e regionali significa mettere gli atleti a confronto fra loro e chi ne esce vincitore ha diritto ad un posto al sole. Facciamoci questa domanda, perché oggi la gente va o non va a fare un torneo? Oh certamente la passione gioca un ruolo importante, per la classifica? Ma la classifica a cosa serve? Non va perché non trova alcuno stimolo? Creare maggior e diretto interesse significa dare spinta e motivazione a giocare tutti i tornei. Pensate che potente messaggio si può istituire: vinco un torneo e mi convocano in nazionale. Ecco, se si riparte da questo concetto, allora in futuro possiamo ancora sperare in bene, perché l’Italia ha tradizione di risultati, ha solo bisogno di riaccendere la miccia che per un motivo o per un altro è stata spenta.

Io non ho mai creduto nei tornei sdoppiati o striplati, credo che non diano la reale fotografia del tasso tecnico nazionale. Il pingpong è uno sport individuale ed il confronto con tanti e svariati giocatori crea la giusta mentalità vincente, se non ho occasioni per confrontarmi rimarrò sempre mediocre.

Accanto alla rivisitazione dell’Attività Agonistica Individuale, occorre ribadire l’assoluta utilità di far crescere i nostri giovani con scambi internazionali, più frequenti e continui. Trascorrere periodi all’estero non può altro che alimetare maggior motivazione e possibilità di migliorare tecnicamente e tatticamente.
Infine, un ulteriore tassello che è direttamente collegato all’attività dei ragazzi riguarda gli allenatori. A tal proposito le società investono e vorrebbero investire di più ma non trovano l’interlocuzione della federazione. La politica federale dovrebbe rivolgersi a tutti gli operatori coinvolgendoli di più, creando una filosofia di lavoro che abbia un unico scopo: lavorare per il bene comune così che i risultati della nazionale sono i risultati di tutti. In questo momento c’è una forte crisi di identità dove ognuno cerca di sopravvivere e non si riconosce in alcun progetto.
Organizzare convegni, aggiornamenti, corsi, invitarli a seguire gli allenamenti delle nazionali, renderli partecipi, attivi, motivandoli a migliorare i propri atleti e migliorare sé stessi, portare le nazionali in giro per l’italia, condividere il lavoro, guardare e analizzare i video dei campioni insieme ai tecnici, aiutare chi chiede di essere aiutato, insomma una federazione vicina al movimento significa istituire anche un programma dove investire sugli allenatori e farla finita sull’idea di avversari o, peggio, nemici. Qui siamo tutti sulla stessa barca e a me dispiace quando le nazionali perdono e fanno brutta figura.

Qualche giorno fa sono tornato dalla Cina, durante le 3 settimane trascorse tra allenamenti e partite amichevoli, ho avuto modo di lavorare anche con un tecnico giapponese delle nazionali giovanili che continuamente realizzava video su gli schemi al cesto che facevo e chiedeva di tutto di più, perché inviavo una determinata palla, e come la inviavo, quale obiettivo tecnico, tattico etc etc. Era lì per conto della Federazione Giapponese per starci un anno e migliorare la sua conoscenza tecnica così da poterla trasferire ai ragazzi giapponesi una volta ritornato in patria.

Mi auguro che in futuro la Federazione possa iniziare una politica davvero rivolta al miglioramento della tecnica degli allenatori che sono il tramite fondamentale per formare atleti, farli diventare campioni e elevare il tasso tecnico delle società e della propria nazione.

In Italia, negli ultimi tempi.

4 Settembre 2010 da Ping Pong Italia · 20 Commenti 

del Drago Rosso

La Fitet non si stanca mai di distinguersi per le sue prodezze. L’ultima è notevole. Titolo dell’articolo sulla partecipazione di Leonardo Mutti all’Olimpiade giovanile di Singapore: «Mutti chiude con tre vittorie e tre sconfitte». Se andate a leggere dentro, non è nemmeno scritto in che posizione Mutti ha concluso il torneo individuale (21o posto). Nel pezzo precedente, era stato detto che gareggiava per le posizioni dalla 17 alla 32, in quello conclusivo nemmeno una parola. Per la gara a squadre miste, invece, visto che Mutti ha vinto il girone della seconda categoria, l’autore è stato ben attento a dire che si è piazzato 17o, vale a dire in testa ai poveracci che stavano lì a battersi per un torneo di consolazione). Comunque, 3 vittorie e 3 sconfitte sembrano un buon risultato per l’autore dell’articolo. E magari c’è qualcuno, fra le tantissime pecore che popolano il tennistavolo italiano, che ci crede pure. E comunque, se uno scrive in quel modo, sa già che saranno parecchie le pecore che ci crederanno. Così, ci avviamo verso un’altra stagione di fallimenti, che saranno naturalmente coperti dalla propaganda Fitet. Siamo allo sfacelo, tecnico e organizzativo, ma i dirigenti fanno festa. Vediamo un po’, allora, cosa è successo davvero negli ultimi tempi, e cosa si prospetta.

ORO EUROPEO

Cominciamo con l’unica nota positiva vera, l’oro di Leonardo Mutti nella gara allievi (non «cadetti», per favore, smettiamola con le traduzioni maccheroniche, i cadetti sono un’altra cosa e un’altra categoria) agli Europei giovanili. Precisiamo: la nota positiva è il risultato, non il significato tecnico. Il risultato sul campo è sacro (a meno di episodi clamorosi di arbitri corrotti o episodi di antisportività, e naturalmente non è il caso della vittoria di Mutti), ma il significato tecnico è tutt’altra cosa. E a questo proposito sono due gli aspetti da far notare. La prima: il livello tecnico di questi Europei giovanili è stato davvero misero, si sprofonda sempre più nei movimenti osceni, nell’assoluta mancanza di una pur minima idea di gioco, nella totale assenza della giusta coordinazione di corpo e gambe. Uno schifo. La seconda: avevo visto Mutti due anni fa a Terni e ne avevo ricavato un’impressione positiva, sia pure con alcuni limiti, ma adesso la sensazione è che si sia quasi del tutto bloccato nello sviluppo tecnico e, soprattutto, del gioco. Qui siamo di fronte a un ragazzo, con belle doti, che si perde nei giochettini sul tavolo, l’attacchino col rovescetto, il punto preso qua e là senza una organizzazione di gioco. Poi, se quelli più forti di lui incappano in una cattiva giornata, si eliminano a vicenda o si trovano di fronte avversari che, per caratteristiche tecniche, danno loro fastidio, beh, questo non fa diventare la vittoria di Mutti come un colpo di fortuna, ma di significato tecnico quasi nullo sì.

PARAGONI CON BISI

I paragoni con Giovanni Bisi, che aveva vinto l’oro degli allievi nel 1975 è meglio non scomodarli, tanta è la differenza di livello fra i due e la forza degli avversari, a quei tempi Bisi dovette compiere un’impresa contro giocatori tostissimi e tecnicamente di un’altra categoria rispetto a quelli di oggi. Altra notazione importante: Bisi, prima di quegli Europei giovanili, andò ad allenarsi per due settimane a Senigallia, sotto la guida di Enzo Pettinelli. E’ lo stesso Bisi, oggi, a far notare che si ritrovò in una organizzazione del lavoro, in un sistema di allenamento, in una concezione del tennistavolo e in una idea di gioco completamente diversi e per lui sconosciuti fino ad allora e ritiene che molta parte di quella vittoria sia dovuta proprio a quelle due settimane a Senigallia. Fra l’altro, Bisi ebbe come sparring partner nientemeno che Costantini e Appolloni, insomma, una preparazione tecnica e tattica che i ragazzi della nazionale attuale possono solo sognarsi. Ma c’è un’altra differenza che mi piace sottolineare e non ha alcunché a che fare con l’aspetto tecnico. Quando Bisi vinse quell’oro, alla finale erano presenti tanti dirigenti del tennistavolo italiano, compreso il presidente Penna, oltre ai famigliari di Bisi, al resto della squadra azzurra e a tanti tifosi. A fare il tifo per Mutti, nella finale, sapete quanti ce n’erano? Nessuno. Era rimasto solo il tecnico Urh, perché doveva starci per forza. Tutti gli altri azzurri? Erano già ripartiti per l’Italia. La Fitet, che fa grandi proclami per una possibile medaglia di Mutti, quando poi organizza il viaggio della nazionale fa i biglietti aerei per il ritorno «prima» della finale del singolo allievi. Bella fiducia! Ma non basta. Il presidente Sciannimanico dov’era? Non era lì a sostenere il «gioiello azzurro»? E gli altri dirigenti? Ebbene sì, Mutti era rimasto solo soletto. Mentre i dirigenti della Fitet si sciacquano la bocca con i loro «nuovi campioni», questi non hanno nemmeno lo straccio di un applauso, di un sostegno da parte dei loro dirigenti. Congratulazioni vivissime! Curiosità finale: senza Sciannimanico, Mutti ha vinto l’oro a Istanbul; con Sciannimanico presente, a Singapore, Mutti ha perso, e ha perso anche con giocatori europei. Ma guarda un po’ che coincidenza: il presidente non c’è, vince, il presidente c’è, perde!!!

OLIMPIADE GIOVANILE A SINGAPORE

Ma torniamo alle gare. La riprova del vero livello tecnico di Mutti si è avuta immediatamente a Singapore, dove ha perso con due europei nei girone. Ma insomma, il campione europeo allievi si trova due europei nel girone e perde con tutti e due? Ma stiamo scherzando? E poi dobbiamo assistere al quadruplo salto mortale carpiato e avviticchiato del cronista della Fitet che trova tutte le scuse per questa eliminazione. Ma qui siamo di fronte a un vero capolavoro del rovesciamento della realtà, che si conclude con i fuochi d’artificio, quel «Mutti chiude con 3 vittorie e 3 sconfitte» di cui parlavo prima. Naturalmente, pur nello squallore del livello tecnico anche in campo mondiale (le conseguenze delle varie rivoluzioni dell’Ittf sono sempre più evidenti), è apparso chiaro che Mutti non può competere con i migliori, a dispetto della sua posizione nella classifica internazionale allievi. In proposito, è bene ricordare che la sua qualificazione all’Olimpiade è avvenuta solo grazie alla partecipazione a un torneo minore. Questo, chiarisco, non vuol dire che sia stato un imbroglio, il regolamento lo consentiva e l’Italia ne ha approfittato. Il problema è che quel tipo di regolamento è sbagliato. Tanto per capirci, in altri sport si prendevano solo i tornei più importanti. Il risultato è stato che Mutti si è qualificato, ma quando è arrivato a Singapore è andato a scontrarsi con realtà superiori. Non voglio dire che lui non possa diventare forte, ma ha bisogno di impostare rapidamente un gioco, se continua così è già perduto. Ultima notazione su Singapore. Il presidente dell’Ittf, Sharara, ha dichiarato che 32 giocatori erano pochi, ne vuole almeno 48. Scusate tanto: alle Olimpiadi maggiori si riducono i giocatori da 3 a 2 per ogni nazione, pur di cercare di tagliare le gambe alla Cina, e poi alle Olimpiadi giovanili si chiedono più giocatori? Come volevasi dimostrare: continuiamo a prenderci in giro. Dimenticavo: è stato detto che il cinese qualificato per Singapore non ci è andato perché era infortunato. Balle! Stava benissimo. La Cina non lo ha mandato apposta: volete vincere qualche medaglia? Bene, ecco l’unico modo per farlo: senza nostri giocatori. Prendetevi pure l’oro olimpico giovanile e sbattetevelo sapete dove!

MONDIALI E RIVISTA FEDERALE

Ma l’apoteosi si raggiunge con i Mondiali a squadre. Premessa: qual è la manifestazione più importante per uno sport? I Mondiali sicuramente. E soprattutto per quegli sport che non hanno la fortuna delle trasmissioni Tv, se non per pochissime ore, una federazione dovrebbe fare uno sforzo per dare il massimo risalto alla gara più importante. Tanto per andare sul concreto: dei Mondiali di Mosca, finale femminile, con la clamorosa sconfitta della Cina contro Singapore, Eurosport ha trasmesso la bellezza di 5 minuti. Avete letto bene: 5 minuti!!!!! Cinque come i punti esclamativi che ho messo io. E con i nomi delle giocatrici completamente sbagliati. Per il resto, festival delle partite della Germania. Sai che goduria. Bene, uno si aspetterebbe che la rivista federale riportasse almeno qualche notizia in più, per spiegare cosa è successo. Più di 30 anni fa, quando i soldi a disposizione erano la centesima parte di quelli di oggi, il rimpianto Luigi Zuccarini costruiva numeri speciali della rivista federale sui Mondiali, con metà giornale dedicato alle gare, risultati, commenti, descrizioni delle partite più importanti. Adesso, sulla rivista federale in uscita dopo i Mondiali a squadre, sapete quante pagine sono state dedicate alla gara più importante del nostro sport? Due. Avete letto bene anche in questo caso: due. E i punti esclamativi nemmeno li metto, altrimenti dovrei occupare tutto lo spazio del blog di Massimo. Nello stesso numero della rivista federale, c’è il resoconto dei campionati italiani a Ponte di legno. Una gara che interessa tutti gli appassionati, per carità, ma di altra categoria rispetto ai Mondiali. I campionati italiani si sono svolti dopo i Mondiali, quindi c’era meno tempo per preparare i servizi. Sapete quante pagine hanno occupato? Tredici. Quindi, per la Fitet, Campionati italiani battono Mondiali 13-2. Poi, naturalmente, arriva il sospetto, che i leccapiedi della Fitet definiscono «maligno»: vuoi vedere che ai Mondiali sono state date solo 2 pagine perché le Nazionali azzurre hanno fatto quel po’ po’ di brutta figura? Basta andare a confrontare con altre edizioni, anche in Paesi più lontani, nelle quali gli azzurri hanno avuto risultati anche solo minimamente più positivi, e si scopre che il sospetto non è maligno, ma legittimo. Due pagine soltanto per i Mondiali della doppia retrocessione dell’Italia. Congratulazioni!!!

MONDIALI E RETROCESSIONI

E arriviamo alla sostanza del discorso a proposito dei Mondiali. A Mosca, entrambe le squadre, maschile e femminile, non sono riuscite a restare in Prima divisione, fallimento totale, risultato mai verificatosi nell’intera storia del tennistavolo italiano. Bene, qual è l’informazione che appare, prima sul sito, poi sulla rivista federale? Che non c’è retrocessione. O meglio: che c’è la retrocessione solo per gli uomini. Insomma, siamo ai confini della realtà. Ma vediamo meglio cosa è successo.

REGOLAMENTO

Il regolamento dei Mondiali prevede questo: delle 24 squadre partecipanti alla Prima divisione, le prime 18 classificate hanno diritto a giocare in Prima divisione anche nella successiva edizione dei Mondiali a squadre; acquisiscono lo stesso diritto anche le prime due della Seconda divisione, in questo caso Svezia e Turchia, che, pur risultando classificate al 25o e al 26o posto, stanno davanti alle squadre classificate dal 19o posto in giù come diritto a giocare in Prima divisione nei successivi Mondiali a squadre. Questo per garantire un ricambio obbligato da una divisione all’altra. Quindi, l’Italia, 24a fra i maschi e 19a fra le donne, ha perso il diritto a giocare in Prima divisione nei Mondiali del 2012, che si terranno a Dortmund, in Germania. In questo modo, le squadre aventi diritto a giocare in Prima divisione nei successivi Mondiali sono 20. Siccome la Prima divisione è composta da 24 squadre, ne servono altre 4. Vengono scelte in base alla classifica a squadre prima dei Mondiali successivi. La classifica a squadre (visibile sul sito dell’Ittf in una apposita sezione distinta da quella della classifica individuale) si fa in questo modo: si prendono i 3 giocatori/giocatrici di ogni nazione con la classifica individuale più alta e col computer vengono simulati gli incontri fra ogni nazione e tutte le altre, col principio che il giocatore con più punti individuali batte quello che ne ha di meno. L’ordine dello schieramento è dato dalla posizione dei giocatori: il più in alto nella classifica individuale gioca da numero 1, quello successivo da numero 2 e l’ultimo da numero 3. Ogni vittoria in queste sfide virtuali al computer vale 2 punti. Se andate a guardare la classifica mondiale a squadre vedete che fra i maschi la Cina è in testa con 284 punti (perché vince tutti i 142 incontri con le altre squadre), davanti alla Corea del Sud con 282 (che perde solo con la Cina) e così via; fra le donne la Cina ha 222 punti (vince tutti i suoi 111 incontri) e Singapore 220 (perde solo con la Cina). Nella classifica di agosto, l’Italia maschile è 33a, l’Italia femminile è 20a.

RIPESCAGGIO

Cosa succede a questo punto? Se una squadra ha guadagnato il diritto a stare in Prima divisione (fra le prime 18 a Mosca o fra le prime 2 della Seconda divisione, sempre a Mosca), potrà anche risultare in ultima posizione, perché le sue giocatrici magari avranno avuto un tracollo abissale nella classifica individuale, ma giocherà comunque in Prima divisione nel 2012 a Dortmund. Chi non ha questo diritto dovrà cercare di stare nelle prime quattro squadre che non sono riuscite a stare fra le prime 18 della Prima divisione a Mosca o a fra le prime due della Seconda divisione. L’Italia maschile è 13a fra le squadre che non hanno questo diritto, quindi non ha alcuna speranza di essere ripescata. L’Italia femminile è 3a, quindi, se mantiene questa posizione fino alla vigilia dei Mondiali di Dortmund, sarà ripescata in Prima divisione. Davanti all’Italia, che ha 184 punti, ci sono l’Austria (202 punti) e la Repubblica Ceka (190). Alle sue spalle ci sono Francia (182), Tailandia e Serbia (178), Slovacchia (174). Il problema è: come mantenere questa posizione? Ma soprattutto, tornando al punto di partenza: l’Italia non ha più il diritto a stare in Prima divisione. Il regolamento non usa il termine «retrocessione», ma usa il concetto di «avere diritto», il che non cambia la questione. L’Italia, in base al regolamento, non ha questo diritto. Tornerò fra poco ad analizzare le possibilità dell’Italia femminile (quelle dell’Italia maschile sono nulle) di tornare in Prima divisione. Per il momento, vado al motivo che ha causato questa lunga spiegazione: la versione della rivista federale su cosa è accaduto veramente a Mosca.

DISCRIMINAZIONE SESSUALE

Il cronista della rivista federale, quindi, sostiene, anche se usa il virgolettato della Batorfi, che non c’è stata retrocessione della squadra femminile. Intanto, comincia con lo scrivere: «Contrariamente a quanto pubblicato da qualcuno…». Bene, il «qualcuno» che non viene nominato è la Gazzetta dello Sport, che ha scritto, correttamente, che l’Italia ha subito una doppia retrocessione (lo ha fatto anche questo blog, che però non esiste per la Fitet). Ma perché mai la rivista federale non nomina la Gazzetta dello Sport? Mah, mistero! Comunque, chi legge il blog adesso sa chi è questo «qualcuno». Batorfi spiega, senza entrare nei particolari come ho fatto io, che c’è la possibilità di giocare ancora in Prima divisione grazie alla classifica a squadre. Tutto esatto. Il punto è che, poco prima, il cronista federale, a proposito della squadra maschile, ha scritto testualmente: «La squadra maschile per la quale la salvezza era già in partenza il massimo risultato ottenibile, e dunque la retrocessione dalla championship division non è una sorpresa…». A parte il fatto che il cronista chiama «championship division» quella che io definisco Prima divisione (fa niente, l’importante è capirsi), lui sostiene che l’Italia maschile è retrocessa. E allora, dovrebbe spiegarci questo misteriosissimo mistero: come mai l’Italia maschile è retrocessa e quella femminile no? Entrambe le squadre non hanno conservato il diritto a giocare in Prima divisione, ma gli uomini sono retrocessi, le donne no. Qui siamo davvero ai livelli della teoria della relatività di Albert Einstein. Accetto spiegazioni dal cronista. Saprà fornirle? Dubito fortemente. Il punto è che il «qualcuno» aveva ragione, la rivista federale al 50%: ha ragione sugli uomini, ha torto sulle donne. Ma, parlando seriamente, è mai possibile leggere cose di questo genere? Per sostenere una tesi, si arriva a dire il contrario di quello che si è sostenuto poco prima. E comunque, tornando al discorso originario, finché ci sono le pecore pronte a belare, si può dire e scrivere tutto quello che si vuole, quelle continuano a belare e a farsi tosare.

LA CORSA A OSTACOLI

E adesso andiamo alla sostanza del discorso tecnico. Batorfi ha ragione a sostenere che si può tornare in Prima divisione, ha torto a dire che l’Italia non è retrocessa in Seconda divisione. Ma il problema fondamentale non cambia: come si fa a tornare in Prima divisione grazie alla classifica mondiale a squadre? La stessa Batorfi fa notare che c’è bisogno di far giocare molti tornei a Tan Wenling, per poter sperare che migliori la sua classifica individuale. Così, anche quella a squadre migliorerà o quantomeno sarà sufficiente a restare fra le prime 4 escluse delle «aventi diritto», così da poter giocare in Prima divisione anche a Dortmund nel 2012. Il problema, però, è molto più vasto e profondo. Intanto, si deve parlare anche di Laura Negrisoli, che ha rifiutato di giocare ai Mondiali, cosa che la rivista federale e il sito della Fitet si sono guardati bene dal dire. Anche questo lo ha scritto la Gazzetta dello Sport, che non mi risulta abbia mai avuto una smentita in proposito. E poi, fatto più importante, è stata proprio la Negrisoli a dichiarare di aver rinunciato alla chiamata. Quindi, su questo punto non c’è discussione. E allora, se Laura, attualmente n. 141 nel mondo, non giocherà gli Europei a settembre, uscirà dalla classifica mondiale perché quella è stata l’ultima gara internazionale che ha fatto nell’ultimo anno. Di conseguenza, il suo posto come numero 3 nella formazione virtuale per la classifica mondiale a squadre sarà preso da Wang Yu, n. 201. Quindi, l’Italia perderà qualche incontro in più al computer, perché la numero 3 ha meno punti della diretta avversaria di qualche altra squadra, a cominciare dalla Francia, che è dietro di soli 2 punti e passerebbe al terzo posto, con l’Italia quarta, ultimo posto disponibile per la Prima divisione nel 2012. Ma anche Wang Yu uscirà dalla classifica, visto che aspetta un bambino, quindi la numero 3 dell’Italia, negli incontri al computer, diventerà Debora Vivarelli, n. 514. Dico subito che non si può considerare la Steshenko, n. 438, perché non può giocare per l’Italia, non avendo il passaporto. Quindi, invece di avere la n. 141 come numero 3, avremo la n. 514. Certo, Vivarelli potrà anche migliorare la posizione, ma di quanto? Non abbastanza. Gli incontri al computer con le squadre che in questo momento seguono l’Italia nella classifica mondiale a squadre non saranno più vinti, ma persi, e l’Italia andrà fuori dalle prime 4 non aventi diritto. Le squadre che stanno dietro hanno pochissimi punti di distacco, basano 2 sconfitte, invece di 2 vittorie, e l’Italia si ritrova settima-ottava delle non aventi diritto alla Prima divisione. E non è finita, perché a questo punto consideriamo anche la situazione di Tan Wenling, che è ferma ai Mondiali di Mosca. La sua classifica continua a peggiorare, ora è n. 92, lei compirà 38 anni a ottobre, ma quanto potrà resistere ancora? Intanto, si sono svolti i tornei del Pro Tour in Egitto e Marocco e nessuna italiana ha partecipato. Stefanova era iscritta ma non ci è andata, perdendo così punti in classifica per la rinuncia a quelli dell’Egitto, comunicata dopo essere stata inserita in tabellone. Erano due tornei ideali per le azzurre, non di altissima difficoltà, in cui sarebbe stato possibile prendere almeno i punti bonus per i piazzamenti. Invece, niente. Ma è lecito sapere quali sono i programmi federali? L’attività dovrebbe essere più intensa proprio per cercare di risalire nelle classifiche mondiali individuali e invece gli azzurri spariscono dalla circolazione. In questo modo, con la discesa anche di Tan Wenling nella classifica individuale, l’Italia andrà ancora più indietro anche in quella a squadre. Il settore tecnico della Fitet ha la minima idea di come si potrà fare per smentire la Gazzetta dello Sport e dire che l’Italia femminile non è retrocessa in Seconda divisione? A ulteriore conferma della mia analisi, sono uscite intanto le classifiche mondiali individuali di settembre (per quelle di squadra ci vorrà ancora qualche giorno, salvo prodezze dell’addetto al computer che accorcerà i tempi): Stefanova è scesa dal n. 73 al n. 80, Tan Wenling dal n. 92 al n. 98. La discesa è inarrestabile e porterà alle conseguenze di cui ho parlato. E comunque: l’Italia femminile è retrocessa.

CONCLUSIONI

Le conclusioni sono sempre lo stesse, purtroppo. Assistiamo al progressivo e clamoroso tracollo del tennistavolo italiano senza che alcuno abbia il coraggio di protestare, di fare qualcosa per impedirlo. Tutti servi dei potenti.

Le classifiche del mondo di Settembre

2 Settembre 2010 da Ping Pong Italia · 3 Commenti 

Ecco appena uscite le classifiche ITTF relative a Settembre 2010. Nel team indiano siamo tutti molto soddisfatti dell’andamento dei giocatori. Ci sono significativi miglioramenti, ma ciò che tenevamo maggiormente era poter inziare i Commonwealth Games come testa di serie n. 2 dietro SIngapore. Obiettivo raggiunto ma non solo se gli uomini stanno andando bene anche le donne non sono da meno, infatti sono riuscite a sopravvanzare la Malaysia ponendosi n. 4 del torneo, insomma un buon inizio che dà tanta fiducia per il prosieguo del torneo.

UOMINI INDIANI

DONNE INDIANE

UOMINI ITALIANI

DONNE ITALIANE

La cosa che ci ha dato maggior soddisfazione è l’ingresso in classifica di Abishek Ravichandran (238), un difensore davvero forte, più di 4 anni fa aveva una classifica per via dell’attività giovanile poi niente scomparendo del tutto, fino a febbraio quando ho inziato a convocarlo sia in Kuwait che in Germania dove ha perso tutti gli incontri di girone. Dal Pro Tour Indiano è stato un crescendo di risultati, ora di fatto tra gli indiani è il numero 4. Più avanti però c’è Anthony Amalraj che fino al Maggio scorso si aggirava attorno alla 290ma posizione, beh in 4 mesi è migliorato di oltre 100 posizioni andandosi a piazzare al 181. Sharath dal 39 è sceso al 41 senza compromettere nulla nella composizione delle testa di serie a Delhi per i CWG 2010 dove saldamente sarà n.2 dietro Gao Ning (SIN).

Tra gli italiani c’è il trend negativo delle donne, Stefanova 80 e Tan 98 mentre tra i maschi Bobo è stabile così come Tomasi, a proposito complimenti per la vittoria su Drinkhall a Bordighera, non capita tutti i giorni, Stefano deve aver giocato davvero bene; ed infine Stojanov anche per lui classifica pressoché immutata. Ora ci sono gli europei, buona occasione per risalire la china e dimostrare il valore dell’Italia.
A proposito di Bordighera, colgo l’occasione di salutare tutti i miei amici Bordigotti.

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