La solita storia

20 Ottobre 2010 da Ping Pong Italia 

del Drago Rosso

E’ interessante osservare, sul forum di Giorno, i patetici contorsionismi del consigliere federale (molto federale, pure troppo) Bruno Di Folco che cerca di convincere la gente quanto lui sia un tipo indipendente, come questa nuova e misteriosa tabella voti sia un inno alla democrazia. Fermo restando che aspettiamo sempre da lui un’indicazione su quando ha votato contro un solo provvedimento del Consiglio federale, ammesso che lo abbia mai fatto. Su tutto il resto non c’è da chiedergli una beata mazza, tanto è evidente come i dirigenti federali siano compatti su uno schieramento di difesa assoluta dei privilegi che consentono loro di continuare a restare in carica e a comandare. Il vero problema è se qualcuno gli crede. Ma, a quanto si può vedere anche da alcuni interventi di suoi vecchi amici che meritoriamente continuano a pensare con la propria testa, non è che Di Folco raccolga chissà quale credibilità. Bravo Di Folco, continua così,
vedrai che sarai premiato. Ma mi raccomando: mai votare contro una delibera del Consiglio federale, altrimenti ti fanno la bua.

PROMESSE E TRADIMENTI

Lo spunto per questo nuovo intervento sul tema delle assemblee, però, non sono le performance di Di Folco, ma la rievocazione, fatta da Costantini, di cosa accadde nel 2000, quando sembrava che si potesse costituire uno schieramento che rinnovasse la Federazione. I voti c’erano tutti, la maggioranza era stata acquisita, il candidato c’era pure ed era proprio Massimo Costantini. All’ultimo momento, però, da alcuni delinquenti e mafiosi, che detenevano molti voti, fu posto un veto nei confronti di Costantini come presidente. Non sto nemmeno a ricordare chi fu poi candidato al suo posto, perché non è questo il punto. Il punto è che Costantini non andava bene. Il fatto che furono proprio i più mafiosi del tennistavolo italiano a ricusarlo come candidato presidente (dopo che lo avevano sostenuto fino a pochi momenti prima) è una medaglia d’onore per Massimo e per la sua onestà, ma rimane la questione politica dei motivi che avevano portato
prima alla rottura con la precedente gestione federale, poi allo schieramento da contrapporre al presidente uscente Bosi. E la questione, purtroppo, è sempre la stessa, e non è politica: finché si riesce ad avere qualcosa dalla Fitet, si garantiscono i voti, altrimenti si cambia. Non si tratta di proporre nuovi programmi, lanciare nuove idee, macché. Proprio i personaggi che esclusero Costantini dalla candidatura si erano distinti per i peggiori malaffari del tennistavolo, imbrogli, ruberie e quant’altro. E con Costantini sapevano che non avrebbero potuto continuare a farlo, ecco perché non lo volevano come presidente. Il risultato fu che lo schieramento di questa cosiddetta “opposizione” fu battuto per 800 voti e perse l’elezione proprio perché aveva fatto fuori Costantini. Molti elettori onesti di Costantini, infatti, in particolare quelli del nord, non votarono per lo schieramento dell’opposizione perché si fidavano solo di Costantini. I voti c’erano per vincere, ma la preparazione fu puramente mafiosa, non da parte di tutti ovviamente, ma sicuramente da parte di quelli che furono sufficienti a far fallire un grande progetto. Certo, ci si potrebbe porre la questione: se avessero votato Costantini presidente e poi lo avessero ricattato per ottenere quello che potevano avere solo in maniera disonesta? Costantini avrebbe rifiutato e loro avrebbero avuto l’unica possibilità di sfiduciarlo in consiglio federale, cercando di ottenere la maggioranza, altrimenti avrebbero dovuto aspettare. In ogni caso, Costantini avrebbe aperto una nuova era della Fitet. Così non è stato perché questa federazione si porta dentro il cancro della disonestà e dell’affarismo di certi personaggi ben individuati.

SEMPRE LA STESSA STORIA

Ma c’è un problema più grave ed è che la storia non cambia mai. Partecipai per la prima volta a una assemblea nel 1972, fu quella della rielezione di Guglielmo Sineri a presidente. Era esattamente la stessa cosa di quello che succede adesso, con una maggioranza che difendeva se stessa con tutti i trucchetti possibili e immaginabili, con i ricatti e le minacce, con l’azione di controllo dei Comitati regionali (tolgo il dubbio a tutti, so benissimo quale sia il ruolo dei C.R.) che “indirizzavano” le preferenze e verificavano tutto: bisognava mostrare le schede ai responsabili per far vedere che si era votato il nome giusto, sia del presidente che dei consiglieri. Insomma, un vero troiaio. Anche in quel caso, nemmeno una parola di programmi e cose del genere, solo questioni di potere. Quel Consiglio federale fece una brutta fine, dopo un’assemblea di metà mandato a Pescara, in cui si sfiorò la rissa. Intanto, come succede ancora oggi, le sedi
delle assemblee venivano scelte per scoraggiare l’opposizione ad andarci. Nell’assemblea della rielezione di Sineri, svoltasi a Roma, si decise, con voto unanime, che la successiva assemblea si sarebbe svolta ancora a Roma. Invece saltò fuori Pescara. Cosa era successo? C’era stato un serio problema che riguardava il tesseramento irregolare dei migliori giocatori dell’epoca (Bosi, Costantini e compagni), irregolarità non imputabile a loro ma alle società, di una dilettantismo unico. I giocatori furono squalificati, si cercò di salvarli, ma i club, invece di aspettare la “sanatoria”, continuarono a farli giocare, fregandosene dei regolamenti e della squalifica in atto. Il presidente della Commissione nazionale gare, Vito Penna, si dimise. La Fitet diede ragione completamente alle società in difetto e le squalifiche non furono mai scontate. Si prospettava un’assemblea infuocata proprio per questo motivo, e allora il Consiglio federale
spostò, d’autorità, l’assemblea a Pescara, in una villa fuori città. Partecipazione quasi nulla, come voleva il Consiglio federale, ma io c’ero, almeno come testimone. Fu un casino inenarrabile. Davvero si arrivò quasi a fare a botte. Dopo quell’assemblea, Sineri si dimise e si passò all’era cosiddetta moderna. Fu eletto proprio Penna, il presidente dimissionario della commissione nazionale gare, a diventare presidente della Fitet. E raccolse così tante critiche che la presidenza Sineri, al confronto, fu considerata d’oro. Per farla breve, Penna, dopo molti anni di potere, fu battuto da una opposizione compatta, che scelse Sagrestani, il quale fu fatto fuori dagli stessi che lo avevano eletto, dopo appena un anno. Si dimise la maggioranza dei consiglieri federali e Sagrestani decadde, si rifece l’assemblea e fu eletto Bosi. Il resto lo sappiamo. Quello che conta, come ho detto, è che il sistema è rimasto sempre lo stesso.

FALSE RIVOLUZIONI

Ma allora, come mai ogni tanto il presidente cambia? C’è la possibilità, per chi non è al potere, di vincere un’assemblea? In effetti, la possibilità c’è, perché la maggioranza reale non è quella che appare, ma il problema è che moltissimi si fanno abbindolare da candidati che promettono chissà cosa, ma che hanno problemi di indipendenza già in partenza. Se un candidato è strettamente legato a una società, o addirittura la rappresenta in maniera evidente, come può garantire che non ci sarà conflitto di interessi? Certo, in un mondo così piccolo come quello del tennistavolo italiano, è difficile trovare qualcuno che non sia legato a una società, difficile ma non impossibile. Prescindendo dal giudizio sul loro operato, positivo o negativoo, si deve riconoscere che Sineri, Penna, Sagrestani e Bosi non erano legati ad alcuna società. Quindi, c’è gente che, almeno da questo punto di vista, non ha ombre. E così sarebbe stato Costantini, che non ha più legami effettivi con la società di Senigallia e che ha comunque dimostrato di essere al di fuori di questi giochetti. Ma come si fa a pensare, quando si candida Sciannimanico, che sia distaccato da qualsiasi società? E arrivo al discorso fatto da Fede in un commento al mio primo articolo sull’Assemblea generale. Dice che lui ha votato in buona fede. E allora, meglio chiarire. Non conoscendo Fede (non ho la minima idea di chi lui sia), devo riconoscergli, per principio, l’onestà intellettuale, ma questo riconoscimento è strettamente personale, nel senso che a ogni singola persona che non conosco non posso attribuire intenti malevoli (a quelle che conosco, invece, posso eccome, proprio perché so chi sono). Ma questo vale per la singola persona. Sul piano generale, è diverso. Se in Italia la maggioranza vota Berlusconi, come tanti anni fa votava Mussolini (fino a quando le elezioni si fecero), o se in Sicilia si votano personaggi chiaramente legati alla mafia, bene, qui non è più questione del “principio di buona fede” per ogni singola persona. Qui c’è un popolo che vota per il fascismo, per la mafia, per i delinquenti e così via. E anche se bisogna comunque riconoscere la validità del voto, perché svoltosi democraticamente (salvo prova contraria: tipo i manganelli del fascismo, le minacce dei mafiosi o le televisioni dell’attuale Italia), questo non impedisce a qualunque cittadino di esprimere la propria opinione negativa su chi va al potere e su come usa questo potere. Perciò, Fede può invocare la sua personale onestà, ma non è questo il punto in discussione. Il punto in discussione è che la maggioranza del tennistavolo ha votato in un certo modo sapendo benissimo dove si andava a finire, ma sperando di avere un pezzo della torta. Adesso, quelli che avevano votato in un certo modo si sono accorti che la torta non bastava per tutti e si mettono a piangere, vanno dalla mammina e dicono: “Uomo cattivo mi ha fatto la bua”. Congratulazioni. Confermo: mi fanno schifo pure loro. Perché adesso stanno piangendo, ma basterà un solo tavolo, una sola pallina, lo stipendio pagato ai propri giocatori/giocatrici da qualcun altro (altro scandalo tutto italiano sul quale c’è il silenzio assoluto) visto che lui non ha una lira, un euro e neanche le pezze al culo, e tutto torna come prima. Scusate tanto, giusto per non prendersi per il culo: ma c’era Giovanni Bisi candidato come consigliere. Volete forse dirmi, Fede o chiunque altro, che non lo avete votato perché non eravate convinti di lui, o non perché gli uomini al potere avevano ordinato così? E se c’è questa indicazione TOTALITARIA di voto, come si fa a dire di essere in buona fede quando si ricorda che “si era convinti di come si votava”? La verità è che TUTTI SAPEVANO TUTTO e adesso non hanno nemmeno il coraggio di riconoscerlo. E il peggio è che TUTTI SONO PRONTI A RIFARLO.

SENZA FINE

Negli ultimi 30 anni almeno, l’unica volta in cui è stata realizzata un’idea dell’opposizione è stato quando Costantini è diventato c.t. della nazionale e ha messo in atto, coerentemente, tutto quello che aveva sostenuto da candidato dell’opposizione, trombato come presidente dai luridi mafiosi della stessa opposizione, premiato come consigliere da una parte dell’opposizione e da una della maggioranza, tanto da essere il più votato di tutti. Tutti i principi che aveva messo in evidenza e che, soprattutto, andavano nella direzione opposta a quella che aveva caratterizzato il settore tecnico nei 20 anni precedenti, Costantini li ha messi in atto, a cominciare dalla valorizzazione dei risultati. Prima, potevi anche essere il campione d’Italia, se non stavi nel Centro federale non giocavi in nazionale. Un po’ come è tornato a essere con Nannoni: Stoyanov numero 1 della classifica non gioca in nazionale, perché gli viene richiesto il professionismo pieno. Poi, quando non c’è rimasto più nessuno, ecco che i principi saltano e Stoyanov gioca in nazionale anche se non garantisce, esattamente come faceva prima, la disponibilità piena (visto che studia Ingegneria all’università). Costantini aveva cancellato tutte questa assurdità e ingiustizie, che sono comunque funzionali a un certo discorso di potere. Prima, giocava in nazionale chi stava nel centro federale, adesso chi gioca in una società. Niente è cambiato. Ma Costantini aveva cambiato questo stato di cose. E nello stesso modo aveva portato nella nazionale e nel settore tecnico (presieduto da Giovanni Bisi, anche lui cacciato da Sciannimanico dopo l’elezione a presidente) un modo di concepire le cose che premiava i meriti, il lavoro, la buona volontà. Logico che scatenasse un putiferio, culminato nella cancellazione, da parte della Fitet, dell’iscrizione dei giovani Bobocica e Spinicchia ai Mondiali individuali di Shanghai 2005, vedi caso proprio quelli cui non era stato iscritto un importante giocatore della solita società. E quelli in cosiddetta buona fede non avevano capito una mazza neanche allora? Quindi, Costantini ha operato concretamente ed è stato fatto fuori, insieme a Maurizio Errigo e Giovanni Bisi. E adesso ci ritroviamo con lo sfacelo tecnico, con le nazionali che vanno sempre più giù, con i tecnici delle nazionali che meritano di essere tutti cacciati, compreso ovviamente il capo del settore tecnico, Quarantelli. Ma quello che più importa è il discorso di principio politico: le cose, come ha fatto Costantini, si cambiano con l’onesto lavoro e l’onesto comportamento. Invece, dall’altro lato, cosa abbiamo? Un esempio ce lo porta ancora il consigliere federale (molto federale, moltissimo federale, pure troppo) Di Folco, che, quando parla dei voti plurimi, per giustificare la loro esistenza in contrapposizione al sistema “una testa, un voto”, ricorda cosa accadeva in passato, quando si creavano società esistenti solo sulla carta per avere tanti voti nelle assemblee. Quindi, fate bene attenzione: a una porcata si rimedia con un’altra porcata, peggiore della prima. Congratulazioni! Trovare rimedi corretti, punire i disonesti è troppo? A questo punto siamo arrivati? E si ha persino il coraggio di sostenere queste tesi. Ripeto quello che avevo già detto nel precedente articolo: se si ha l’impudenza di sostenere queste tesi, vuol dire innanzitutto che si ritengono i votanti una massa di deficienti (e se lo meritano di essere considerati tali, visto come votano) e poi che si ha la sicurezza di continuare ad avere il loro appoggio sempre e comunque. Ecco a cosa è ridotto il tennistavolo italiano, una totale distruzione morale, una discesa all’inferno senza fine. E le pecore continueranno a belare di soddisfazione e di dedizione al loro signore e padrone mentre bruceranno.

Commenti

8 risposte per “La solita storia”

  1. lelesguizzero ha scritto il 21 Ottobre 2010 00:12

    4 red dragon:

    hai scritto 69 righe per dire una cosa:

    lo sciannizzero lo sta buttando ar culo a mezza italia…..
    che poi sia pecorella o hawayana it’s the same……

    ma non ditemi che lo sciannizzero non è performante……fa pagare i propri giocatori dall’aviazione italiana……..nessuno mai ci era riuscito before….

    scianni 4 ever!!!

    PS ma in questo clima primaverile…..bisi gio dove si è appartato???

    e yanguzzo??? dove ha messo la racchetta???

  2. about.blank ha scritto il 21 Ottobre 2010 01:15

    Come dice quel passo? “Chi non conosce la storia é destinato a ripeterla”.
    Dov’era Sciannimanico nel ‘72 o financo nel 2000? Al massimo stava percorrendo i primi passi da dirigente perché aveva un figlio che giocava.
    Ma come gestire clientele, favori e potere lo si impara anche solo respirando l’aria di questo Paese (verrebbe da scrivere paese con la minuscola se non si rischiasse di essere fraintesi). Io non c’ero sicuramente nel ‘72 e nel 2000 e anche nel 2004 bazzicavo da poco l’ambiente ma ricordo che Sciannimanico fu eletto con grandi proclami. Da principio furono dalla sua anche i sodali di Bisi. Poi, come si diceva prima di Andreotti: “il potere logora”.
    Ecco che dopo una gestione faraonica che non ha prodotto i “fuochi d’artificio” promessi, il tt lo si gioca ancora inter nos, con gli spalti deserti, e la crisi di vocazioni. E allora dobbiamo dircelo, abbiamo perso un’occasione a non dare almeno la possibilità a Bisi e Costantini di provarci. Nemmeno abbiamo dato loro la possibilità di candidarsi.
    Foss’anche solo per sfruttare il loro entusiasmo di esordienti avremmo giovato tutti di una nuova stagione per il tt italiano.
    Ma é proprio il sistema di “canalizzazione” del consenso che non da la possibilità di questo ricambio.
    Come ho già detto, e come indirettamente il Drago Rosso mi ha confermato (anche se finge di non rivolgersi a me), è la rete messa a punto dai Comitati Regionali il vero “canale” del consenso. Quanti sono i C.R. ostili alla dirigenza centrale? Solo ora, dopo l’episodio della sospensione del presidente di un C.R. si é sollevata una specie di opposizione regionale, ma temo più per motivi personali che politici. Forse perché i C.R. sono finanziati direttamente dalla Fed.?

    Quando tempo fa sostenni che l’unico modo per uscire dal pantano di una storia destinata a ripetersi (per ignoranza o per interesse) era la costituzione di una Lega delle Società dilettantistiche contrapposta ad una reale rappresentanza dei giocatori e un pugno di voti alla Consulta dei C.R. (non tutti i C.R. ma solo il propriol organo di rappresentanza), venni preso per matto o peggio per “depistatore”.

    Ma non si vuole capire che solo così usciremmo dal sistema ipocrita dei dirigenti federali che fingono di spogliarsi delle cariche societarie?
    Che solo così potremo votare anche un candidato svincolato dalle logiche e dagli interessi di società? Un candidato sul quale debba necessariamente confluire il consenso dei praticanti (chiamiamoli atleti o giocatori)?

    Il “triangolo” che proposi é così irrimediabilmente utopistico?

    Se la logica sarà sempre quella che i soggetti federati sono SOLO le Società allora non se ne uscirà. Se invece i giocatori avranno piena dignità effettiva di voto, allora le cose potrebbero cambiare. Se io mi tessero nella Società della mia città mica vuol dire che ho aderito ad un partito. Bisognerebbe convincere il CONI che una riforma in tal senso deve poter essere realizzata. Che le Società devono poter avere la Tabella voti che preferiscono ma solo per regolare i rapporti di forza all’interno della loro Lega. Alle Assemblee elettive la Lega porta il suo candidato, i giocatori il proprio, i C.R. il proprio.

    E poi si vota TUTTI.

    Certo, difficile aspettarsi attenzione dal segretario del CONI che per gratitudine presenzia la cerimonia di intitolazione della palestra del paese di un suo grande elettore. Ma bisogna provarci.

    Quello che intendo dire… é che una democrazia degli individui può avere meccanismi diversi da quelli della democrazia delle organizzazioni. Pensate che in Confindustria Giuàn Brambilla, Giobatta Parodi e John Elkann dispongano degli stessi voti? Lì ogni membro pesa a seconda dei soldi che versa nelle casse dell’organizzazione… ça va sans dire che la Fiat pesi più delle Officine Padane.
    E’ come se nella Lega delle Società di tennistavolo i voti plurimi fossero assegnati in base ai contributi versati per tesseramento ed iscrizione ai vari campionati. Non ci sarebbe nulla di male… per una Lega di Società.

    Un’organizzazione di individui invece, come un sindacato di lavoratori, ha meccanismi elettorali di rappresentanza un tantino più simili al concetto di “una testa un voto”.

    Ecco perché chi pensa ad una democrazia compiuta inorridisce al concetto stesso di “voto plurimo”. Perchè ragiona da individuo.. giustamente.

    Il male di una piccola organizzazione come la Fitet é che dovrebbe coniugare gli interessi delle Società e quelli dei singoli che le compongono, di qui una tabella voti forse equa per le società ma certamente iniqua per gli individui.

    Una lega di Società può avere uno statuto simile per indirizzo a quello di qualsiasi altro consesso di persone giuridiche. Una Associazione di Giocatori deve avere uno statuto simile a quello di qualsiasi altra associazione di persone fisiche.
    Una Federazione Sportiva dovrebbe mediare tra queste due istanze e comprendere entrambe le forme di democrazia diretta, ognuna per la rispettiva parte.

    Spero di essermi spiegato meglio. Un Saluto.

  3. zzantitop ha scritto il 21 Ottobre 2010 14:39

    Intervallo ….. con le pecore

    http://www.youtube.com/watch?v=d0-TUzi8bbw

  4. ittennico ha scritto il 24 Ottobre 2010 19:07

    Mah!, drago… ti vedo sempre scrivere un casino… di tanti casini…
    A me piace giudicare dalla viva voce , dalla viva persona.
    Non ho conosciuto tanta gente , di una parte e l’altra (ammesso che non si riesca proprio mai! ad essere dalla stessa.. ogni tanto..);solo un poco.. e , di fatto , quello che ho recepita è la voglia ,nella maggior parte di loro, di fare! e fare bene.
    La recepì a Cesenatico (poi però forse adesso si ha troppo da pensare per raggiungere ,giustamente, traguardi personali), la recepì quando parlavo con Bosi, ed anche con l’attuale Presidente ,anche mentre gli contestavo tante di quelle cose che vai dicendo.
    Mi domando, drago, se tu riesca a concepire una qualsivoglia COMUNE intesa fra tutte noi pecorelle tu compreso, permettimi, per arrivare a definirci SPORT non solo a chiacchere, non solo a colpi di lettere che ci mandiamo come invettive l’un l’altro, ma nei FATTI.
    Le chiacchere si tramutano in fatti solo se , ogni tanto , la si finisce di fare le “star”sui forum e si LAVORA O SI VA A VEDERE COME SI LAVORA.
    Questo ha fatto il consigliere federale Di Folco col quale ho avuti anche accesissimi dialoghi.
    Ma è venuto, ha visto , ha parlato, ha compreso e si è fatto comprendere.
    Questo , è un fatto.
    io ho sempre avuta la sensazione che ci sia una specie di sport parallelo..(nel ondo… non solo nel tt) : quello di dire cmq sempre male di tutto, a prescindere.
    Lo dico perchè ci sono cascato anche io.
    Tante cose che fa la mia federazione non mi piacciono e lo dico, altre mi stanno bene, e lo dico.Lo posso fare? senza incorrere in allusioni?
    Credo proprio di sì poichè , come detto, di fatto non conosco così tanto le persone da potermici ,qualora ne fossi capace, arruffianare.
    Tante cose non vanno, dai troppi stranieri, nazionali non tanto italiane, una disarmante disorganizzazione sul piano tecnico a, per dire, regolamenti che denotano debolezza come le misure “accorciate” delle aeree di gioco a quelli che consentono alle ragazze di giocare nei campionati maschili.
    Altre vanno; per esempio la comunicazione con le società ed una maggiore attenzione a richieste , domande, ed ogni tanto anche a delle necessità.
    Questo il giudizio di uno, come detto, che difficilmente riparteciperà ad un’altra assemblea perchè ha deciso di spendere INTERAMENTE il suo poco tempo a cercare di fare qualcosa per il movimento qualsiasi sia la situazione “politica” federale, osteggiandone i difetti ma, anche ,gustandone le poche o molte, virtù .

  5. lelesguizzero ha scritto il 25 Ottobre 2010 15:33

    4 ittennico: above u vrait:

    “troppi stranieri, nazionali non tanto italiane”

    Ti straquoto all the life.

    PS peccato per la giulietta……mi sa che qualcuno se la ink****etta!!!

  6. Drago Rosso ha scritto il 25 Ottobre 2010 18:49

    Ittennico pone alcune questioni di principio che non posso contestare, anche se ho idee differenti in proposito. L’unica cosa che non va riguarda Di Folco. E qui non possiamo prenderci in giro. Di Folco ha contribuito ad approvare decisioni che lasciano le cose come stanno, che permettono ai soliti potenti di continuare a fare i loro comodi. Ribadisco: aspetto che Di Folco dia voto contrario almeno su un provvedimento. Se non lo fa, è inutile che venga a rivendicare la sua “voglia di fare dall’interno”. Sono solo chiacchiere, per giunta “senza distintivo”, volendo citare Robert De Niro-Al Capone.

  7. lelesguizzero ha scritto il 26 Ottobre 2010 00:08

    4 red dragon: above u vrait:

    “i patetici contorsionismi del consigliere federale (molto federale, pure troppo) Bruno Di Folco”

    Con personaggi di tal fatta mi chiedo come sia possibile che la faitet stia facendo sempre più defecare i caimani del nilo all’equatore.

    1) costantini massimo (coach indiano)
    2) of niso patrick (bronzino mondiale)
    3) il capellone fiorentino (gold europeo)
    4) mondy (semifinalista mondiale)
    5) valentaino ( come sopra)

    6) er mesciato della bresciana (campione di tiro alla fune umida sul lago)
    7) lo slavo (coach del condominio di parma e piacenza)
    8) er bulgaro (father di miss b side)
    9) la slava (wife dello slavo di cui above)
    10) mattew 49ners (campione di hula hop al bagno calima de launa)

    potrà sembrare strano ma i primi 5 above mentioned non lavorano per la faitet…..quelli 6-10 sono a libro paga dell’italiaco contribuente….

    Per tutto ciò grazie a brunetto bi folco, ad alessiuccia nostra e a tutti gli sciannizzeri……..

    e ancora ci sono players che dedicano tempo e dinero al pinge ponge……
    ma smettete di fare fatica e pensate di più alla ****….
    venite al calimba de launa….è una bomba…..
    si mangia si beve e si ***mba.

    ps un salutino anche a corradino nostro…..che fa defekare tutta la serie A2 col suo stranger player che con infradito e telo fa il turista per l’italia….prendendo letteralmente poukulo il pubblico che si assiepa sugli spalti delle palestre itali
    che……..ittennico for president.

  8. ittennico ha scritto il 31 Ottobre 2010 21:41

    votami….

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