Stefanova, Olimpiade & more

9 Maggio 2016 da Ping Pong Italia 

del Drago Rosso
Il patatrac olimpico è solo l’ultima delle vergogne della Fitet targata Sciannimanico, ma è quella che ha finalmente convinto il Coni a mollare al suo destino l’uomo che venne da Castel Goffredo, e che ci tornerà a passare le sue giornate in qualche dopolavoro senza più i fasti dei viaggi intercontinentali, i grandi alberghi, le foto insieme ai personaggi più importanti dello sport e tutto il resto che gli consentiva una vita da Vip. Questo, però, non significa che il Coni lo abbia costretto a non presentarsi alle prossime elezioni per la presidenza della Fitet, come qualcuno dice. Non è vero per due ragioni: 1) il Coni può farglielo anche capire (e glielo ha fatto già capire), ma non ha assolutamente i mezzi per costringerlo; 2) Sciannimanico farà di tutto, fino all’ultimo minuto, per ripresentarci candidato, perché smettere di fare il presidente per lui è un disastro, l’abbandono della bella vita cui si era abituato dal 2004, quando fu eletto per la prima volta, e anche un po’ prima, quando era in Consiglio nazionale. Questo non vuol dire che riuscirà a essere eletto, perché è spacciato, senza speranza, ma lui fino alla fine lotterà come un disperato perché sa che da ex presidente lo aspetta, appunto, un dopolavoro da vecchietto pensionato.

Ma il problema vero, per il tennistavolo italiano, sono le macerie in cui si trova dopo anni di distruzione totale: tecnica e dirigenziale. Per il momento, vorrei soffermarmi sugli aspetti più clamorosi venuti fuori in queste ultime settimane, in particolare quelli tecnici, riservandomi per le settimane successive analisi più precise sulle elezioni. Vado quindi con ordine

PROCESSO PER ILLECITO

Il 28 aprile si è svolto il processo per il caso del doppio tesseramento, con società civili e Aeronautica, di quattro atleti: Bobocica, Rech, Mutti e Stefanova. Ricordo, per scrupolo, che la Procura federale Fitet aveva respinto il ricorso che aveva sollevato il problema, ma la Procura generale del Coni l’aveva costretta a riaprire il caso e quindi a instaurare il processo. Era stato questo il primo e più importante segnale che il Coni aveva mollato Sciannimanico. Sempre a questo proposito, ribadisco che tutte le informazioni da me date in anteprima sul deferimento sono esatte, visto che la mia fonte è direttamente all’interno del Coni e che quello che ho scritto è in pratica la trascrizione dei documenti ufficiali dello stesso Coni. Poi, ognuno ha il diritto di avere dubbi, ma la realtà è che le informazioni da me fornite sono esatte. Sempre per scrupolo, ricordo che l’accusa contenuta nel deferimento non deve essere necessariamente la stessa citata nel ricorso, perché la Procura, dopo aver svolto le indagini, può stabilire che l’illecito in questione sia di altro tipo rispetto a quello che il denunciante aveva ipotizzato, ci sono sempre particolari che possono differire, anche se la sostanza del discorso rimane la stessa e cioè che è stato commesso un illecito riguardante il tesseramento e non solo. Torniamo alla cronaca. Il 28 aprile la Procura della Fitet ha chiesto l’assoluzione per i quattro atleti (e questa è una buona notizia), la semplice deplorazione per le società civili e, qui c’è la richiesta più pesante, l’annullamento di tutte le vittorie e dei conseguenti benefici che ne sono derivati per l’Aeronautica. Attenzione: agli atleti restano, individualmente, i titoli vinti, alla società Aeronautica viene tolto tutto, secondo la richiesta della Procura. La sentenza, nel momento in cui scrivo, non è ancora stata emessa, ma il significato delle richieste dell’accusa è chiaro: chi ne esce con le ossa rotte, in caso di accoglimento, è l’Aeronautica, che oltre a perdere i titoli si vede annullati anche tutti i voti che ha guadagnato con quelle vittorie. Quindi, considerato che sono sempre stati voti per Sciannimanico nelle assemblee federali, questa è un’altra brutta botta per il presidente uscente (definitivamente), oltre alla brutta figura per l’Aeronautica, che a mio parere non è artefice dell’illecito, anche se deve prendersene la responsabilità. In questi casi, le informazioni per evitare pasticci dovrebbero arrivare dalla Fitet. Ma, come al solito, ci sono troppi equivoci. Fra le società civili interessate, c’è Castel Goffredo, con cui era tesserata Stefanova. Quando Stefanova è andata via da Castel Goffredo per tesserarsi con Norbello, la sua posizione di doppio tesseramento è stata sanata, con apposita procedura, tant’è che la società Norbello non è stata deferita. E allora, ci voleva tanto a seguire le corrette procedure anche prima? Ancora una volta, spunta il nome di Castel Goffredo, la società in cui Sciannimanico era coinvolto pienamente prima di diventare presidente. Certo, poi ne è ufficialmente uscito, ma gli equivoci sono rimasti, con le testimonianze di atleti, tesserati con Castel Goffredo, a cominciare da Tan Wenling, che hanno ufficialmente dichiarato di discutere proprio con lui gli ingaggi. Quindi, ci voleva tanto, da parte di Castel Goffredo, a evitare la situazione di incompatibilità, come ha fatto Norbello? Alla fine di tutto questo, posso solo immaginare cosa penserà adesso l’Aeronautica della Fitet e di Sciannimanico, che avrebbero potuto avvertirla ed evitare tutto questo. Insomma, altra bella pubblicità per il tennistavolo e proprio con chi garantisce soldi e stipendi agli atleti.

CASO STEFANOVA

Ma lo sputtanamento più grande è quello che è venuto fuori dalla rinuncia a Niko Stefanova per l’Olimpiade di Rio, con la sequela di articoli sulla Gazzetta, servizi televisivi delle Iene e interrogazioni parlamentari, con il Coni a dover tentare una improbabile difesa d’ufficio. Il presidente Malagò non ha potuto far altro che dire che il Coni non può entrare nelle decisioni tecniche. Ma il punto fondamentale è proprio questo: non è una decisione prettamente “tecnica”, è una decisione “pretecnica”. Infatti, il c.t. Deniso non dice (e non può dirlo) che secondo lui ci sono tre giocatrici migliori della Stefanova (anche perché ci sono i risultati sul campo a smentirlo clamorosamente), perciò si rifugia nella presunta rinuncia di Stefanova alla Nazionale. Ovviamente non è vera, perché proprio Niko ha dimostrato, facendo vedere le e-mail mandate alla Fitet e a Deniso, che lei aveva semplicemente chiesto informazioni sui programmi da seguire, considerando la sua situazione di atleta 32enne e madre di due figli. Questa richiesta è stata considerata da Deniso una rinuncia alla Nazionale, visto che per lui si può stare in Nazionale solo se ci si allena 8 ore al giorno. Ma allora: è possibile sapere se le tre azzurre convocate per le qualificazioni olimpiche svolgono allenamenti per 8 ore al giorno? O questo tipo di lavoro è stato chiesto solo alla Stefanova? E poi, per Deniso i carichi di lavoro devono essere gli stessi sia per una ragazza di 18-20 anni, sia per una di 32? Se andiamo a verificare il tipo di lavoro che si svolge nelle Nazioni che dominano il tennistavolo mondiale scopriamo che nessuno segue questo tipo di prescrizione “talebana”: fino a una certa età i carichi sono uguali per tutti, a cominciare dalla Cina, poi ci sono adattamenti a seconda dell’età, delle condizioni fisiche, della muscolatura e quant’altro. Se qualcuno dubita del fatto che i tecnici cinesi applichino queste variazioni, ricordando i duri metodi di lavoro lì applicati, faccio notare che ci sono stati alcuni cambiamenti di rilievo. Fino alla fine degli anni 90, in Cina si poteva restare in Nazionale fino ai 25 anni al massimo, quindi i sistemi e i carichi di lavoro erano uguali per tutti. Poco alla volta, le cose cambiarono, tant’è che si cominciò ad avere in Nazionale anche atleti di 30 anni e oltre, come Kong Linghui, Wang Liqin, Ma Lin, Wang Hao e così via. Si cominciò, di conseguenza, a variare i sistemi di lavoro, perché il fisico di un atleta a 30 anni non può essere equiparato a quello di un ventenne. E se lo fanno i cinesi (e tutto il resto del mondo comunque) perché mai solo in Italia si dovrebbe fare il contrario. Fra l’altro, non mi sembra che la stessa imposizione sia stata fatta alla Stefanova quando giocava nel Castel Goffredo, altra strana coincidenza che riguarda la società della città di Sciannimanico. Magari mi si può obbiettare che allora non era Deniso il c.t., ma anche prima che arrivasse lui, con altri c.t., la Stefanova era stata messa da parte, guarda caso dopo che era andata via da Castel Goffredo. Quindi, la coincidenza, con qualunque c.t., è la stessa: fino a quando giocava nel Castel Goffredo, Stefanova poteva anche non allenarsi ma era titolare fissa in Nazionale, dopo aver lasciato Castel Goffredo sono spuntati tutti i vincoli che le impediscono di giocare in Nazionale. Ma che strano!!!
Il bello è che la Fitet non si fa bastare nemmeno queste scuse, né le imposizioni di Deniso, ma vuole affondare i colpi. Pare che ci sia una registrazione della telefonata fra Le Iene e Sciannimanico a proposito di Niko e del fatto che il suo rendimento sul campo, anche senza 8 ore di allenamento al giorno, sia di primo ordine. E pare che Sciannimanico abbia ribattuto alle Iene che Niko ha vinto sì 10 partite in campionato, ma non è poi così brava perché “ne ha persa una”! E qui i punti esclamativi dovrebbero essere un centinaio, ve li risparmio. Quindi, il presidente controbatte con una argomentazione decisiva: Niko ha perso una partita in campionato. Direbbero in Terronia, la mia terra: cap d stu cazz! Davvero scarsa questa Stefanova, ha perso una partita! E poi ha vinto anche il titolo italiano individuale, ma “ha perso una partita in campionato”. Questi sì che sono argomenti forti per escluderla dalla Nazionale.

RIO SENZA AZZURRI

Il risultato finale è che all’Olimpiade di Rio non ci saranno azzurri. E’ la seconda volta che accade da quando il tennistavolo è entrato nel programma olimpico, nel 1988 a Seul. L’altra volta senza azzurri fu nel 2000, a Sydney. E anche allora il c.t. era Deniso. A scanso di equivoci, preciso che non sto riprendendo la notizia dal forum di Giorno, in cui si è parlato di questa singolare coincidenza. Sono stato io il primo a notarlo, poi mi sono travestito da uccellino e l’ho suggerita a qualche mio ex collega giornalista, che infatti l’ha pubblicata, e poi a qualche amico, che si è affrettato a verificarla e poi a renderla nota sul forum. Certo, non è semplice che un Drago si travesta da uccellino, ma ci sono riuscito. Ad ogni modo, la realtà è che l’Italia per due volte non ha avuto giocatori all’Olimpiade ed entrambe le volte il c.t. è Deniso. Sfortunato? Può anche essere, ma almeno nel caso della Stefanova non si può parlare di sfortuna, bensì di precisa volontà. Se poi andiamo a esaminare cosa successe nel 2000, scopriamo che in quell’anno l’Italia maschile aveva vinto il bronzo ai Mondiali a squadre in Malesia. Yang Min non potè andare a Sydney perché non aveva ancora il passaporto italiano (lo ottenne nel 2001), ma in squadra c’erano Mondello e Piacentini, potenzialmente in grado di conquistare il pass olimpico. Tanto per capirci, Mondello nella semifinale dei Mondiali a squadre, contro la Svezia, batté Persson, allora n.9 del mondo, che in finale poi vinse con Kong Linghui, che quell’anno avrebbe poi vinto l’oro olimpico individuale a Sydney, quindi nel pieno della forma. Ebbene, con un Mondello in quelle condizioni, almeno un posto all’Olimpiade si sarebbe dovuto conquistare. Invece, niente. E qui le coincidenze cominciano a non essere più tali, ma diventano un filo logico ben preciso. Vale la pena ricordare che 4 anni dopo, ad Atene, con Massimo Costantini responsabile delle Nazionali e c.t. della maschile, e con Maurizio Errigo c.t. della femminile, si stabilì il record di partecipanti all’Olimpiade, 5: Yang Min, Mondello, Tan Wenling, Stefanova, Negrisoli. Poi, guarda un po’, l’anno dopo, alla scadenza del loro contratto, il nuovo presidente Fitet, Sciannimanico, li fece fuori entrambi, sostenendo che non li aveva esonerati, ma che semplicemente non aveva rinnovato il contratto. Una profonda differenza!!!

L’OMBRA DI COSTANTINI

Il risultato, alla fine, è che Sciannimanico si è tagliato le palle da solo. A parte i grandi casini che hanno sputtanato la Fitet, è proprio la mancanza di qualificati nel tennistavolo che ha sancito il colpo di grazia per Sciannimanico da parte del Coni. Ripeto: il Coni non può imporgli di non presentarsi candidato, ma i muri che in passato lo stesso Coni aveva inalzato in sua difesa ora sono stati tolti, tant’è che è stato proprio il Coni a imporre alla Procura federale Fitet la riapertura del caso del doppio tesseramento. E adesso, se verranno rispettate le procedure, non ci sarà spazio per Sciannimanico nella delegazione dell’Italia a Rio de Janeiro, perché all’Olimpiade vanno solo i presidenti delle federazioni che hanno atleti qualificati. Sarebbe bastato che avesse permesso la convocazione di Stefanova, con la molto probabile qualificazione per Rio, per conservare il posto sull’aereo per il Brasile. Bella figura adesso con il Coni e con gli altri presidenti federali. Del resto, se non gli garbavano Costantini ed Errigo, alla fine giustizia è fatta. E, tanto per essere precisi, non dimentichiamo che anche a Pechino e Londra il rischio di mancata qualificazione c’è stato eccome, evitata solo grazie a ripescaggi indecenti consentiti dall’Ittf che, con un cavillo regolamentare, allargò a dismisura il numero di qualificati. Insomma, la gestione olimpica di Sciannimanico è fallimentare e si conclude nel modo più ignominioso. Brutta fine per un’esperienza che si aprì con Costantini giocatore, a Seul 1988, per la quale c’è bisogno di un’ultima precisazione, vista la labile memoria di chi fa il saputello su qualche forum. E’ stato ricordato che Costantini fu ripescato, perché non aveva superato le qualificazioni. A quei tempi, le procedure erano diverse, per cui a Costantini fu assegnata una specie di wild card. Si è detto che fu merito dell’allora presidente federale Penna. Beh, qui bisogna essere precisi. Bisogna ricordare, perciò, che ci fu una grande polemica nelle qualificazioni perché, per la prima volta, c’erano cinesi naturalizzati in alcune squadre, a cominciare da Ding Yi nell’Austria, che sbarrarono il passo agli europei. Ne venne fuori un dibattito all’interno dell’Ittf, sulla spinta delle proteste di diverse nazioni, fra cui effettivamente l’Italia del presidente Penna. Alla fine, l’Ittf assegnò una wild card all’Italia, che permise a Costantini di andare a Seul. Il presidente Penna si prese il merito di aver consentito a Costantini di partecipare all’Olimpiade. Si scoprì però, grazie alla corrispondenza fra la Fitet e l’Ittf scoperta e resa pubblica dal TT Senigallia, che la Fitet aveva proposto Nannoni, e non Costantini, per la wild card. L’Ittf però aveva risposto che la wild card spettava a Costantini, sia perché era stato lui il danneggiato dalla particolare situazione internazionale con i primi naturalizzati cinesi, sia perché, carta canta, era lui l’azzurro con la migliore classifica internazionale. Ripeto: il TT Senigallia rese pubblica la corrispondenza fra Fitet e Ittf in cui il nome proposto era quello di Nannoni. Come si vede, Costantini stava sul cazzo anche allora ai massimi dirigenti. Brutta cosa l’invidia, brutta cosa la cattiveria. Niente è cambiato. In più, adesso, ci sono tutti gli “ex Castel Goffredo” a fare le vittime sacrificali. Col risultato che la vera grande vittima è tutto il tennistavolo italiano.

Commenti

12 risposte per “Stefanova, Olimpiade & more”

  1. Carla Varese ha scritto il 11 Maggio 2016 07:24

    Grande Drago che non molli mai ! Hai fatto una fotografia fedele della realtà . Così stiamo messi e vorrei aggiungere che tutto quanto sta emergendo oggi è frutto dell’impegno tenace di un piccolo gruppo di società del Lazio che con Bruno Di Folco che ci ha messo la faccia , ha creduto nelle regole dello sport e, all’interno di queste e spesso in solitudine, ha voluto denunciare i fatti . Oggi, solo grazie all’intervento del CONI ed alle nuove norme sulla giustizia sportiva , la verità sta venedo fuori e vedremo (presto???) come si pronuncerà il Tribunale federale. Parola d’ordine :impegno e serietà per un vero cambiamento. Massimo ci manchi, dove sei ??

  2. bonfanti marco ha scritto il 11 Maggio 2016 12:13

    Bruno Di Folco, che da pochi giorni è anche Candidato Presidente, ha il grande merito di essersi dimesso da un Consiglio FITeT indecente.
    Per quanto riguarda la ” battaglia dei tesseramenti irregolari” solo Lui poteva conoscerne i dettagli e quindi se meriti ci sono è da chiarire che solo chi era dentro al sistema poteva essere a conoscenza del grave errore commesso e quindi…………
    Mi auguro che nessuno dell’attuale gruppo dirigente federale venga proposto dai vari candidati.
    In bocca al lupo e vinca il migliore per la presidenza

    P.S. in merito all’esclusione della Stefanova dalle gare di qualificazione olimpiche qualcuno ha espresso dissenso inviando messaggi in FITeT?

  3. bonfanti marco ha scritto il 11 Maggio 2016 18:03
  4. gaula ha scritto il 11 Maggio 2016 22:50

    e già, qualcuno ci ha messo la faccia.
    e già, tenace impegno.
    e già, ha creduto nelle regole dello sport
    e già, ha voluto denunciare i fatti

    caspita, a volte si sente solo ? Stiamogli vicino vicino !

    …. io sto dietro però !

    forza Bruno, dajeee !

  5. about.blank ha scritto il 12 Maggio 2016 17:00

    @Bonfanti : i tesseramenti sono visibili sulla rete extranet ai responsabili dei comitati regionali, in Piemonte è così ma credo pure nel Lazio.
    Quindi mi sembra un tantino eccessivo affermare che solo “Lui” (Di Folco) potesse conoscere la questione perché “dentro al sistema” .

    La quaestio infatti non è nata durante le elezioni nazionali del 2012 ma è sorta nel 2014 in occasione dell’elezione del nuovo Comitato Regionale del Lazio, a seguito delle Dimissioni del Presidente Mimmo Scatena, allorquando si evidenziarono i voti plurimi dell’Aeronautica non supportati da tesseramento di atleti.

  6. about.blank ha scritto il 12 Maggio 2016 18:08

    Nella sostanza il Drago dice cose pertinenti circa il “Caso Tesseramenti” ma laddove vengono richiamate informazioni più dettagliate incappa ancora in qualche inesattezza, forse la sua fonte è addentro ma si spiega in modo approssimativo?

    La Procura Federale non ha infatti “respinto il ricorso” (cit.) ma ha chiesto l’archiviazione dell’esposto presentato da Di Folco insieme ad alcune Società del Lazio. (leggasi tentativo di insabbiamento).

    Quindi i firmatari dell’esposto hanno fatto ricorso al Tribunale Federale per chiedere l’annullamento dell’archiviazione e il tribunale federale ha stabilito l’innammissibilità del ricorso. ( Decisione N° 3 del Tribunale Federale pubblicata alla voce “Giustizia” del sito Fitet.org.)

    Fortunatamente nel frattempo la Procura Generale dello Sport ha espresso parere vincolante negativo all’archiviazione, ravvisando l’interesse generale. Di fatto ha ordinato che si instaurasse il processo attraverso il deferimento degli atleti e delle Società, compresa l’Aeronautica Militare.

    La sentenza del Tribunale Federale non è stata ancora pubblicata ma le indiscrezioni fornite dal Drago Rosso fanno ben sperare almeno per l’assoluzione degli atleti e delle ASD. Resta la brutta figura fatta con l’Aeronautica e le pessima gestione federale (anche della presunta giustizia federale) di tutta la vicenda.

    La cosa più grave di tutte però non è stata divulgata a dovere: la federazione avrebbe risposto al Coni che i tesseramenti dell’Arma c’erano ma non potevano essere visualizzati dal vecchio applicativo software. Una volta chiesto l’accesso agli atti l’inesistenza dei versamenti relativi al tesseramento è risultata evidente, non potendo la federazione produrre il cartaceo.

    Pure queste sono informazioni di prima mano. ;)

  7. Drago Rosso ha scritto il 12 Maggio 2016 22:27

    Con la formula “respinto il ricorso” ho inteso sintetizzare tutte le fasi della vicenda puntando alla sostanza, qualche riferimento più preciso lo avevo anche fatto in passato e ulteriori approfondimenti erano stati fatti anche su altri forum, per avere il quadro completo vanno bene quindi le precisazioni di about blank e non serve aggiungere altro. Con il Coni, invece, mi ero fermato alla vicenda della “imposizione” del deferimento, quindi non sapevo della ridicola risposta della Fitet al Coni sui tesseramenti, molto utile anche questo.
    Sulla sentenza, invece, posso aggiungere qualcosa di nuovo. Al momento del processo, agli avvocati era stato fatto intendere, da parte della Procura, che una decisione si sarebbe avuta entro pochi giorni, 4-5 al massimo. La sentenza, però, sta tardando e questo, nell’ambiente del Coni sia pure in maniera non ufficiale e fra gli avvocati, viene interpretato come un possibile tentativo di “salvare”, anche se parzialmente, l’Aeronautica, che in effetti in questo momento appare come l’unica “colpevole designata”. Questo sarebbe un brutto colpo, al di là della questione relativa al solo tennistavolo, per l’Aeronautica nel suo complesso. La vicenda, in effetti, è molto grave e può avere strascichi pesanti non solo disciplinari, ma anche e soprattutto di immagine pubblica per l’Aeronautica. Poi, magari, i giudici non terranno conto di tutto questo e colpiranno inesorabilmente, ma resta la sensazione di un ritardo strano della sentenza.

  8. Drago Rosso ha scritto il 12 Maggio 2016 22:35

    Da rilevare, nelle reazioni alla vicenda della Stefanova, il totale insabbiamento della Fitet anche di fronte allo sputtanamento pubblico e senza fine portato avanti dai mezzi di informazione e di spettacolo. Sul sito della Fitet c’è un’intervista al c.t. Deniso sulla mancata qualificazione di azzurri e azzurre all’Olimpiade di Rio. Ebbene, non c’è neanche una parola, una sola, sulla vicenda Stefanova. Chessò, una sola domanda sul fatto che quella di non convocare Niko sia stata una decisione sbagliata, magari con la possibilità per Deniso di confermare che la ritiene giusta. No, il silenzio assoluto. I muri della Fitet sono insonorizzati, non si sente il grande casino che sta succedendo lì fuori. E che non è finito, con grande imbarazzo del presidente Sciannimanico, che non sa più cosa ribattere alle contestazioni sempre più precise dei giornalisti. L’ultima prodezza pare che sia stata una risposta di Sciannimanico a un giornalista, con cui il presidente Fitet dice di essere in possesso di una lettera in cui Stefanova dice di non poter partecipare agli stage della Nazionale “per motivi personali”. Già, peccato che “il” motivo personale sia il fatto di stare aspettando un bambino. Forse Sciannimanico e Deniso pretendevano che Niko si allenasse 8 ore al giorno con il pancione?

  9. lelesguizzero ha scritto il 12 Maggio 2016 23:09

    per red dragon: sopra scrivi:

    “Come si vede, Costantini stava sul cazzo anche allora ai massimi dirigenti.”

    Se anche allora…come ora…un motivo…o forse più ci sarà…

    caro drago: fatti una domanda e datti una risposta!!!!

    Per quanto concerne stefanova, vi ricordate le foto di deniso in brasile a vedere gli impianti…io dico che così abbiamo fatto risparmiare al Coni molti soldi!!!

  10. Drago Rosso ha scritto il 12 Maggio 2016 23:24

    Una ulteriore dimostrazione di cosa sta a monte di tutto il pasticcio del doppio tesseramento con l’Aeronautica, ma soprattutto la prova di come la gestione federale sia stata in tutti questi anni una questione di “proprietà privata”, viene data da un episodio all’apparenza insignificante, che risale al 2006, ma che per me riveste una importanza particolare. In quell’anno, ai Campionati italiani, che si svolgono dal 22 al 28 maggio, Nikoleta Stefanova, che gareggia per Castel Goffredo, vince il titolo individuale Under 21. Tutto regolare? Mica tanto. Il problema principale è che nel momento in cui vince la finale contro Giulia Cavalli (Sandonatese) la Stefanova ha già compiuto 22 anni. Avete letto bene. Non ha già compiuto 21 ANNI, ma me ha già compiuti addirittura VENTIDUE!!! Niko infatti è nata il 22 aprile 1984. Il calcolo è semplice. Come mai, allora, è stato possibile che abbia giocato da Under 21 quei Campionati? L’inghippo sta tutto in una specie di “accorpamento”, operato dalla Fitet, fra due regolamenti che non potrebbero mai essere “unificati”. Per l’Ittf la stagione degli Under 21 va dall’1 gennaio al 31 dicembre. Quindi, se un giocatore non ha ancora compiuto 21 anni all’inizio di gennaio, gioca per tutto l’anno da Under 21, anche se gli anni li compie il 2 gennaio. Per la Fitet, invece, la stagione delle categorie giovanili va dall’1 luglio al 30 giugno dell’anno successivo. Nel 2005 Niko compie 21 anni il 22 aprile e avendo iniziato l’anno da Under 21 partecipa alle gare dell’Ittf in questa categoria. Per la Fitet, dovrebbe essere Under 21 fino al 30 giugno. Cosa succede, invece? La Fitet le fa scattare un’altra stagione da Under 21, a partire dall’1 luglio (fino al 30 giugno 2006), perché in quel momento Niko gioca ancora da Under 21 per l’Ittf. Ma gioca da Under 21 per l’Ittf come “estensione” regolamentare, non come effettiva Under 21. La Fitet fa un ragionamento furbo: al momento in cui scatta la nuova stagione italiana, Niko non è Under 21, ma siccome sta giocando da Under 21 per l’Ittf, sarà considerata Under 21 anche per la Fitet. Così, si arriva al paradosso finale di un titolo Under 21 che Niko vince quando è già Over 22! E’ come la moltiplicazione dei pani e dei pesci, con la differenza che quello era un miracolo, questo è un imbroglio. Ma perché mai la Fitet dovrebbe favorire questo grande pasticcio? Già, dimenticavo, Niko gioca per Castel Goffredo, che ha tutto il vantaggio a tenerla come Under 21, è un altro titolo giovanile, punti nella tabella voti, premi per l’attività giovanile e quant’altro. Ma quale sarebbe il vantaggio per la Fitet? Cosa può mai importare alla Fitet di far vincere a una Over 22 un titolo Under 21? E così sembra, una volta di più, che Castel Goffredo e la Fitet siano la stessa cosa. Tutto questo a discapito di Giulia Cavalli e della Sandonatese, che avrebbero avuto diritto a quel titolo e ai vantaggi che ne sarebbero derivati. E, sia chiaro, non certo a vantaggio di Nikoleta Stefanova, alla quale, tanto per andare sul concreto, “nun gliene po’ fregà de meno” di vincere illecitamente un titolo Under 21 quando, proprio nel 2006, vince il titolo di singolo assoluto. E sono sicuro che anche adesso, se quel titolo Under 21 le venisse tolto, sarebbe la prima a non dispiacersene e a essere contenta che sia assegnato a Giulia Cavalli. Perché lei, come tutte le altre giocatrici, non aveva la minima idea dei pasticci regolamentari. I dirigenti, però, ce l’avevano eccome. Concludo con una considerazione che ci fa tornare ai giorni nostri: quando giocava con Castel Goffredo, la Stefanova, come abbiamo visto, camminava su un tappeto rosso, non doveva allenarsi 8 ore al giorno per stare in Nazionale, le venivano concessi anche vantaggi di cui non aveva bisogno, come giocare una stagione illecitamente da Under 21 e vincere un titolo italiano in questa categoria. Una volta andata via da Castel Goffredo, è diventata il diavolo per la Fitet. E ancora una volta, si capiscono tante cose.

  11. about.blank ha scritto il 13 Maggio 2016 08:25

    Voglio aggiungere un tassello che credo fondamentale sul caso tesseramenti:

    allorquando la Fitet rispose che i presunti tesseramenti dell’Aeronautica esistevano ma non erano visibili , i firmatari dell’esposto, tramite il loro avvocato chiesero l’accesso agli atti e la bugia venne a galla perché ad ogni tesseramente deve corrispondere un versamento corrispettivo. L Federazione a questo punto non potè quindi fornire nulla.

    All’uopo il Coni, al massimo livello, cioè la Giunta Nazionale del Coni, nominò una commissione interna d’inchiesta ad acta ,composta da tre avvocati.

    Capiamo quanto il Coni, soprattutto il procuratore dello Sport, avesse prese sul serio la questione? E la contrapposizione con gli organi di Giustizia della Fitet è evidente, dato che la Procura Federale aveva disposto l’archiviazione dell’esposto e, successivamente, ilTribunale Federale, aveva respinto il ricorso all’archiviazione.

    Quella decisione N° 3 del 2016, pubblicata sul sito Fitet, resta ad imperitura memoria come un’onta indelebile della Giustizia Sportiva della Federazione, poi costretta ad istruire il processo di cui si attende ancora la pubblicazione della sentenza .

    Mala tempora currunt ! Ma al CONI qualcuno che ama la Giustizia c’è ancora. Possiamo ancora sperare. Ad Maiora FITeT !

  12. lelesguizzero ha scritto il 15 Maggio 2016 10:26

    Caro drago…scrivi scrivi ma anche tu da vero servo della gleba…nemmeno una parola sul più grande scandalo a livello di nazionale mai perpetrato a danno di tutti i pongisti italiani…

    ma come si fa a convocare nella nazionale assoluta un giocatore perugino di anni 21…cioè al massimo del fulgore fisico…

    che quest’anno ha perso con:

    Di marino 22 anni
    bisi 25 anni studente
    di fiore 37 anni - pensionato (2 volte, tanto per confermare la prima prestazione, non casuale)
    rech 24 anni
    pavan 23 anni
    pinto 17 anni studente
    tomasi 33 anni pensionato

    Praticamente con tutti!!!

    Come vedete non fa differenze perde con tutti giovani 17 enni e vecchi 37 enni!!

    Inoltre mentre gli altri studiano o lavorano, lui prende stipendiuccio forze armate e fa il professionista (si fa per dire) partecipa a stage e tornei internazionali (mondiali compresi), e non vince veramente mai (miglior risultato italiani assoluti: nei 16).

    Io credo che nemmeno costantini avrebbe il coraggio di convocare un giocatore con questi risultati.

    ma il buon pat of niso, fin dai tempi di gigliotti, piergentili sa come funziona il gioco…

    così con pat siamo retrocessi ai mondiali e europei, e rio lo vediamo in tv…

    via la politica dalla sport!!!

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