Puntualizzazioni di Storia Federale

23 Ottobre 2016 da Ping Pong Italia 

Ho ricevuto questo post da Giovanni Bisi e volentieri lo pubblico.

Puntualizzazioni di Storia Federale

di Giovanni Bisi

E’ frequente  trovare sulle pagine del blog di Massimo interventi dai toni diffamatori di tal  lelesguizzero il quale, riferendosi peraltro a vicende ormai lontane nel tempo, lancia accuse a Massimo, il quale, dopo essere stato eletto consigliere di opposizione all’ultimo mandato di Bosi, avrebbe preferito rinunciare al suo posto in Consiglio in cambio di un contratto da tecnico retribuito, come se si fosse fatto corrompere per “vili 31 denari” ed espressioni simili.
Visto che io sono stato testimone diretto e anche protagonista di quel passaggio storico, forse vale la pena, anche se a distanza di ormai 15 anni, chiarire una volta per tutte la faccenda.
Occorre prendere le mosse dall’assemblea del 2000, a Terni: fu la prima elezione dopo l’introduzione dei rappresentanti atleti e tecnici. Massimo fu l’unico candidato dell’opposizione (con candidato alla presidenza Curcio) ad essere eletto, in quota atleti. Io rimasi fuori perché tra i candidati atleti proposti da Bosi fu Francesco Manneschi ad ottenere più voti. Già da questa premessa emerge come almeno all’inizio era stato rispettato lo spirito dell’innovazione voluta dal CONI, quella di dare voce nel consiglio federale a una rappresentanza di atleti e tecnici (per questi venne eletta Sonia Milic), intendendo per essi veri atleti e veri tecnici, con lunghe e prestigiose esperienze internazionali alle spalle e quindi idonei a dare un forte contributo di idee. Spirito che in parte si è progressivamente perso nelle successive elezioni.
All’indomani dell’ assemblea del dicembre 2000, il nuovo consiglio, con Bosi presidente, Renato Di Napoli (sì, già lui), vice presidente insieme al compianto Lucio Martini, nominò i due principali capi area, affidando il settore tecnico a Paolo Lentini e l’area agonistica al sottoscritto.
Nel corso dell’anno successivo (2001) Lentini si vide costretto ad affrontare il rifiuto dell’intera nazionale maschile (Yang Min, Mondello, Piacentini, Chen Yu Wei, Crotti e Tomasi) e vestire la maglia azzurra: i ragazzi era giunti a tale decisione per solidarietà al loro mentore di sempre, Patrizio Deniso, che era stato esonerato dalla panchina per accese divergenze con la dirigenza federale, dovute a sue pretese economiche (galvanizzato dalla leggendaria medaglia di bronzo dell’anno precedente a Kuala Lumpur) non accolte da Bosi e dai suoi consiglieri. La panchina rimase diversi mesi senza una guida, con Sarkoyan a fare da supplente in attesa che qualcuno avesse qualche buona idea.
Per quanto riguarda Costantini, il suo ruolo di (unico) consigliere di opposizione, solo contro tutti, lo rendeva inevitabilmente frustrato ed ingessato, non potendo lui dare alcun contributo concreto. Conosco bene la spiacevole sensazione per averla provata personalmente alcuni anni più tardi.
In questo contesto, nella primavera del 2002, io proposi a Bosi di apportare due cambiamenti.
Il primo, quello di disporre una inversione dei ruoli tra me e Lentini, entrambi rispettivamente più adatti all’incarico inizialmente ricoperto dall’altro: io con la mia lunga esperienza di giocatore avrei potuto essere più utile al coordinamento del settore tecnico e delle squadre nazionali (incarico totalmente gratuito, a differenza di chi lo ha ricoperto prima e dopo di me); parimenti, Paolo Lentini, notoriamente un grande lavoratore e ottimo conoscitore dei regolamenti dei campionati, dei tornei, del settore arbitrale avrebbe senz’altro fatto bene quale coordinatore dell’area agonistica.
Il secondo cambiamento che proposi fu quello di dare a Massimo Costantini la guida delle squadre nazionali e la panchina di quella maschile assoluta, sopperendo alla vacanza che ormai si prolungava nei mesi, mantenendo Maurizio Errigo alla femminile assoluta, Nannoni e Gatti alle giovanili. Per l’effetto, io sarei diventato anche consigliere federale al posto di Massimo, come primo dei non eletti.
Bosi e gli altri consiglieri furono d’accordo e condivisero questo organigramma da me suggerito; tra i principali consiglieri di peso c’era Franco Sciannimanico, particolarmente attento alle questioni delle squadre nazionali, il cui organico nella squadra femminile coincideva con quello della sua società di Castelgoffredo. Per inciso, l’abitudine di Sciannimanico di attingere alle casse federali a favore di suoi atleti (si pensi ai premi Cini e Mazzi, ai corpi militari, al progetto giovani), riducendo così le richieste di questi verso la sua società, come ben si sa si è protratta ed accentuata negli anni della sua presidenza federale.
Questi due cambiamenti di cui ho detto risalgono al giugno del 2002. Quella di inserire Massimo a capo delle nazionali, senza falsa modestia, fu un’intuizione vincente. Dicano quello che vogliono quel tal lelesguizzero (che deve essere uno che sia io che Massimo abbiamo conosciuto bene) e tutti i detrattori di Costantini che nel corso del tempo, spesso senza cognizione di causa, sono stati per lo più animati da sentimenti di invidia verso il più grande campione di tennistavolo che abbia avuto l’Italia, seguito da Massimiliano Mondello e Stefano Bosi. Massimo, come sappiamo, ha poi dimostrato nel tempo e lo sta ancora facendo, le sue doti di allenatore in giro per il mondo. Durante il suo incarico ha tra l’altro messo in atto una serie di provvedimenti che erano punti fissi dell’opposizione come le Nazionali itineranti, la meritocrazia, l’allargamento della rosa della nazionale.
Pensando a Stefano, colui che ha “inventato” il tennistavolo in Italia, dico che gli sta molto, ma molto stretto il trattamento che gli ha riservato il nostro ambiente nei mesi scorsi. Le dirette video che abbiamo seguito tutti con molto interesse hanno dato conferma della statura e della competenza di Stefano che non hanno paragoni nell’Italia pongistica.
Tornando all’estate del 2002, Massimo ed io, con l’aiuto del presidente Bosi, iniziammo fin da subito a provare a convincere i ragazzi della nazionale a farvi rientro, incentivandoli anche con l’introduzione di premi in denaro, in caso di buoni risultati. Purtroppo, l’ostinazione di chi stava dietro di loro, non ci consentì almeno fino alla stagione successiva, di riportare i sei nostri campioni a vestire la maglia azzurra. Dato che erano in programma gli europei assoluti in Italia (Courmayeur 2003), la federazione avrebbe avuto piacere ad avere entrambe le nazionali competitive; ci riuscimmo con quella femminile, con l’inserimento della Tan Wen Ling (non senza fatica, perché Errigo era stato a lungo contrario) e l’istituzione di premi in denaro molto consistenti (senza precedenti) in caso di medaglie e, in aumento, in caso di vittoria, ipotesi che all’epoca sembrava fantascientifica.
A seguito della vittoria della gara a squadre (leggendaria) a Courmayer, le ragazze ottennero dalla Federazione premi (meritati) molto importanti; di ciò, in un certo senso le ragazze devono ringraziare l’ostilità dei maschi che, per cercare di convincerli a rientrare, ci aveva spinto a promettere tutti quei soldi (i premi previsti erano gli stessi sia per i maschi che per le femmine).
La storia narra che le nostre tre fuoriclasse, Nicoletta, Laura e Tan, guidate in panchina da Maurizio Errigo, vinsero incredibilmente il campionato europeo a squadre; la Tan raggiunse la finale nel singolo battendo in semifinale proprio la Stefanova.
L’anno successivo, 2004, con il rientro finalmente dei nostri maschietti ribelli, ai mondiali a squadre di Doha entrambe le nostre nazionali ottennero brillanti piazzamenti, ottava la maschile e un gradino indietro la femminile ma solo per differenza set, unica nazione europea insieme alla Germania, a piazzare entrambe le nazionali nei primi dieci posto al mondo.
Si tratta del momento più alto (2003-2004), a livello di risultati, dell’intera nostra storia, al pari di quello ottenuto appena pochi anni prima con la medaglia di bronzo a Kuala Lumpur.
Nel 2004, a fine anno, vi fu l’assemblea federale che nominò presidente Sciannimanico, unico candidato come successore di Bosi che fin dall’inizio del suo ultimo mandato aveva dichiarato di non volersi più candidare dopo 14 anni di presidenza.
Tra le prime iniziative del nuovo presidente Sciannimanico vi fu la nomina alla guida del settore tecnico di Matteo Quarantelli e pochi mesi più tardi l’esonero contemporaneo sia di Costantini che di Errigo il quale nel frattempo, era diventato anche l’allenatore della squadra di Castelgoffredo, alimentando la questione del cd. conflitto di interessi. È certo che l’allontanamento di Errigo dalla nazionale era dipeso da contrasti personali con Sciannimanico all’interno della società che si erano inevitabilmente riverberati a livello federale.
Il motivo della scelta di fare a meno nel settore tecnico di Costantini e del sottoscritto resta tuttora un mistero: forse derivò da promesse fatte in fase elettorale e dalla scarsa dimestichezza di un presidente che non proveniva dal nostro ambiente, che non aveva “storia” nel tennistavolo. E’ indiscutibile infatti che nel periodo precedente, durato meno di tre anni, il settore delle squadre nazionali aveva operato in armonia, tra esperti e conoscitori del tennistavolo giocato, ottenendo i migliori risultati di sempre e, cosa di non poco conto, l’aver lavorato in totale autonomia. E il mio compito di capo dell’area tecnica era stato molto facilitato dall’avere avuto la costante collaborazione di persone capaci e nomi così prestigiosi del nostro mondo (in primis Bosi e Costantini e poi Nannoni, di cui non possiamo dimenticare i recenti super risultati con la nazionale juniores): si tratta di persone che rappresentano la storia del nostro sport con i loro innumerevoli titoli ottenuti al tavolo con la racchetta in mano e poi con i prestigiosi riconoscimenti conseguiti all’estero nel tennistavolo.

Commenti

9 risposte per “Puntualizzazioni di Storia Federale”

  1. bonfanti marco ha scritto il 23 Ottobre 2016 22:34

    Il 7 luglio scrivevo sul blog Tennistavolo:

    E dal 1990 proprio con Bosi iniziò la querelle con Recchia e questo impianto non fu più utilizzato dalla FITeT.
    Errori tanti anche di Recchia ma mai Bosi o Sciannimanico cercarono di risolvere il tutto nell’interesse del tennistavolo italiano nonostante il sottoscritto scrivesse e si offrisse come mediatore!
    Bosi di errori ne ha fatti e io, che conto zero, non tifo per Lui, però Lui gli Altri attuali Candidati li sovrasta di gran lunga e con l’esperienza prima in FITeT, poi in ETTU e logicamente per il grande passato da Atleta li batterebbe 11 a pochi……………..

  2. about.blank ha scritto il 24 Ottobre 2016 06:32

    Quando la Storia è raccontata con onestà intellettuale, niente come la Storia condanna o assolve le Persone.

  3. lelesguizzero ha scritto il 24 Ottobre 2016 15:37

    4 bisi gio: quanto scrivi lo sottoscrivo al 100%…

    e conferma quello che tutti sanno…che max lasciò il suo scranno in cambio di contratto federale…se poi pensiamo che l’hai proposto tu…così ti ha lasciato libero il posto…gli elettori ne trarranno le opportune considerazioni.

  4. TT.Senigallia ha scritto il 24 Ottobre 2016 19:15

    Certamente in fatto di esperienza Bosi avrebbe sovrastato i candidati alla Presidenza FITeT. Tuttavia nel suo caso, avendo avuto la massima responsabilità per un lunghissimo tempo tanto in FITeT che in ETTU, l’esperienza non sarebbe stata un parametro da prendere in considerazione. Sarebbero contati molto di più i risultati ottenuti e lo “stato” in cui le due organizzazioni sono state lasciate.

  5. mentos ha scritto il 25 Ottobre 2016 04:42

    4 sig bisi: lelesguizzero potrebbe essere un fantasma del palcoscenico come potrebbe essere un mattacchione che salta di quà e di là nei forum , oppure potrebbe essere qualche collaboratore del blog, di sicuro è un personaggio che appare a gettone per aumentare l’audience o puo’ essere il protagoniosta sotto mentite spoglie chissà…

  6. about.blank ha scritto il 25 Ottobre 2016 10:00

    @mentos: ci sono molti indizi sull’identità di lelesguizzero. Anche Giovanni lascia intendere di avere una sua idea in proposito e credo coincida con quella di molti.

    Più che un mattacchione è uno parecchio inacidito ed autoemarginato. Non è un collaboratore del blog. Non appare a gettone per alzare l’audience perché non scrive solo qui, anzi qui ci è finito perché Max, per sua linea editoriale, dà voce a tutti, mentre altrove viene continuamente bannato e continuamente si ripresenta con nuovi nicknames.

  7. costantini fanzz clu ha scritto il 25 Ottobre 2016 12:57

    lele perché dicono che sei acido ed emarginato ?
    a me non sembra

  8. larondine ha scritto il 28 Ottobre 2016 13:47

    E’ encomiabile che grandi atleti e persone come Giovanni Bisi abbiano ancora voglia di discettare del passato puntualizzando l’andamento storico. Come innegabile è riconoscere la statura di campioni come Stefano Bosi e Massimo Costantini.
    Trovo veramente imbarazzante invece che nel 2016, con la situazione attuale del tennistavolo italiano (che è lontano anni luce da una decenza anche solo a livello europeo e manca totalmente di una linea tecnica che possa far immaginare in prospettiva un’evoluzione positiva) si continui a discutere di queste cose.
    Ho vissuto il tennistavolo in pieno nella mia adolescenza negli Anni Settanta e facendo un paragone con l’attualità mi pare di poter dire che si stava molto meglio allora. D’altra parte basta dare un occhio alle attuali classifiche per verificare che la fascia di veterani 50-60 è superiore a quella 40-50 come numero e (sigh!) come livello medio di gioco.
    Mi sono potuto rendere conto meglio di altri di questa situazione perchè sono stato fuori dall’ambiente per oltre 30 anni e ne sono rientrato recentemente. Con la bella sorpresa di notare che il movimento non è cresciuto: siamo lo sport olimpico più sottostimato rispetto alle potenzialità e tecnicamente regna una tale confusione per cui chi ha imparato a giocare a Milano o a Modena o a Senigallia o a Viggiù nei primi Anni settanta dice ancora molto bene la “sua” (sigh!).
    Sotto un certo profilo i grandi protagonisti di questi ultimi trent’anni a livello dirigenziale (i tecnici di riferimento vengono scelti dai dirigenti…) dovrebbero guardarsi allo specchio e forse… dedicarsi ad altro.
    Per crescere serve prima di tutto una base molto più ampia di praticanti: il confronto con le altre grandi nazioni europee è imbarazzante (quanti tesserati ci sono in Francia o in Germania?). Dunque servono più impianti fissi ( tipo Centro Bonacossa a Milano).
    In oltre un trentennio di grandi nomi alla dirigenza di questo non si è visto niente e in una grande città come Milano, fino alle recenti evoluzioni, si doveva rimpiangere il Vigorelli (sigh! sigh! e ri-sigh!).
    Poi ci vuole un indirizzo tecnico. A anche qui provenendo da un altro ambiente sportivo mi pare banale dire che bisogna prendere per riferimento i più forti del mondo. Nel tennis si parte da Djokovic e dal tennis che giocano i primi del mondo. Nel tennistavolo sappiamo chi vince. Non è un caso che i recenti modesti campionati europei abbiano visto sulle panchine (o in campo) un sacco di volti asiatici.
    Dunque non è difficile rendersi conte che (anche se non si possono le dinamiche educative del settore tecnico cinese che si basa su altra cultura, società, numeri e mentalità) i concetti tecnici su cui lavorano Ma Long o Zhang Jike siano di riferimento. Lavorare in quella direzione con tecnici di elevata esperienza internazionale potrebbe permetterci nel tempo di essere competitivi almeno a livello continentale.
    Invece oggi in tanta periferia italiana, a livello di D1 e C2, che sono numericamente i polmoni dell’attività, fa ancora bella figura un top imparato al Vigorelli con una Stiga Johansson e due sriver. Quando non c’erano i video di you tube e quando ancora non ti spiegavano che il tennistavolo si gioca prima con i piedi e poi con la mano, la racchetta e tutto il resto….
    Poi se vogliamo continuare a discutere dei nostri tecnici e campioni di oggi e di ieri, dei bei tempi che furono, ben venga. Anzi, meglio per me: se non cambiano le cose, io nei prossimi anni mi alleno con un tecnico cinese e quando divento over 60 sono nella top 10… juniores.

  9. mentos ha scritto il 28 Ottobre 2016 19:00

    @ larondine .. il Vigorelli se lo ricordano tutti per il ciclismo su pista … non per il tennistavolo ..quindi lei ha ragione ,ne ha da vendere .

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