Il Consuntivo dei Mondiali del Drago Rosso

13 Maggio 2009 da Ping Pong Italia 

del Drago Rosso

I Mondiali di Yokohama hanno lasciato una serie di sensazioni e di interrogativi. A conclusione degli articoli nei quali ho commentato giorno per giorno le gare, ecco le mie considerazioni conclusive.

CINA

I cinesi si mostrano preoccupati per come si sta evolvendo la situazione. Si rendono conto che l’interesse per il tennistavolo può diminuire, visto il loro dominio, ma non accettano la versione secondo la quale sono le loro vittorie ad “ammazzare” il tennistavolo. Sostengono che è l’incapacità dell’Europa (e in misura ridotta delle altre nazioni asiatiche) a produrre nuovi giocatori la chiave di tutto. Al di là delle dichiarazioni e delle smentite ufficiali, i cinesi hanno “offerto” una medaglia d’oro nel doppio misto (non iscritti i 4 più forti uomini e le 4 più forti donne) e un posto in più sul podio nei doppi (non iscritta Zhang Yining fra le donne, Wang Liqin e Ma Lin fra gli uomini). Che le altre nazioni non siano state capaci di approfittarne non è problema dei cinesi. Ma il punto più importante è che i cinesi sanno benissimo, ma non possono dichiararlo, che non ci sono giovani in grado di competere con loro. Per gentilezza, dicono che Ovtcharov è un giovane interessante, ma sanno che non è vero, dicono che i giapponesi Kenta Matsudaira, Mizutani e Niwa diventeranno campioni, ma sanno che non hanno la minima speranza di poter battere i cinesi. E proprio per questo hanno un’idea chiarissima del futuro: la distruzione di questo sport. Sulla collaborazione fra cinesi e resto del mondo ho già detto chiaramente qual è la verità: una stronzata fenomenale, non perché i cinesi non siano disposti a insegnare e a trasmettere conoscenze, ma perché è il resto del mondo che non ha alcuna intenzione di imparare da loro.

RESTO DEL MONDO

C’era una aria evidente di rassegnazione in tutte le altre nazioni. Ripeto, al di là delle dichiarazioni ufficiali, che sono buone soltanto per prendersi per il culo, tutti sanno che non c’è alcuna speranza di battere i cinesi. C’è la realtà vera, in cui si va avanti con giocatori vecchi e logori e nella quale persino Boll, al di là dell’infortunio, comincia ad avvicinarsi a un’età non più “fresca”, visto che ha 28 anni. Ci sono nazioni che stanno letteralmente sparendo: Belgio e Olanda davanti a tutte, ma fra un po’ tocca ad altre, come la Grecia (che ha solo Gionis e, per la verità, non ne ha mai avuti altri, visto che Kreanga e Ciocas sono rumeni), come la Serbia e la Croazia, l’Ungheria, e in questi ultimi casi sto parlando di nazioni che una volta erano colossi in questo sport. E poi c’è la realtà virtuale, quella delle interviste ufficiali, delle dichiarazioni ufficiali, dei complimenti per questo e quel “nuovo” giocatore. Da vomitare. I tecnici europei non sanno che fare e si inventano favole.

LA BEFFA DELLE NUOVE REGOLE

E’ evidente che le nuove regole, dalla pallina da 40 millimetri fino al set a 11 punti, non hanno ottenuto l’effetto sperato, di favorire un riequilibrio delle forze. Io ho sempre sostenuto, e ne sono convinto tuttora, che, anche ammettendo le buone intenzioni (non vessatorie nei confronti dei cinesi) di chi ha voluto le nuove regole, il danno peggiore è arrivato dalla convinzione, da parte degli europei, che non sarebbe stato più necessario sacrificarsi, tanto c’erano le nuove regole a favorirli. Qualcosa del genere, col suo solito atteggiamento furbo, lo ha fatto notare anche Liu Guoliang, dopo la conclusione dei Mondiali e dopo che Cai Zhenhua aveva detto di essere preoccupato per il futuro del tennistavolo. Ecco cosa ha detto Liu Guoliang: “Ogni volta che è stata adottata una nuova regola, la Cina è diventata più forte. Io credo che l’Ittf dovrebbe fare più attenzione a questo aspetto”. Il messaggio non è nemmeno subliminale, ma chiaro e
preciso: voi inventate nuove regole per colmare il distacco, noi diventiamo più forti. Come mai? Ripeto, secondo me, c’è un motivo fondamentale: la convinzione di poter ottenere risultati senza sforzi, che porta a lavorare di meno e peggio, come se lo sport fosse una questione di trucchetti e di scorciatoie. Alla fine, le nuove regole si sono trasformate in una beffa per chi, come gli europei, credeva che li avrebbe favoriti, e in un danno enorme per tutto il tennistavolo.
LA VERA SORPRESA

Fra tanti presunti nuovi campioni maschili, ecco spuntare una vera sorpresa, ma fra le donne. Arriva dal Giappone Kasumi Ishikawa, 16 anni, una autentica campionessa del futuro. Non credo che potrà togliere titoli alle cinesi, ma sicuramente le impegnerà moltissimo. Il suo gioco è molto simile a quello di Zhang Yining e proprio contro la campionessa cinese si è fermata la corsa di Ishikawa, che rivela di essere una sua ammiratrice. “Quando ero più piccola – mi ha detto la Ishikawa in una piccola intervista fuori delle dichiarazioni ufficiali – mi piaceva Wang Nan, ma solo perché io sono mancina come lei. Poi, ho visto giocare Zhang Yining e lei è diventata il mio idolo e il mio modello”. In effetti, proprio come Zhang Yining, ha un formidabile scambio veloce di rovescio sul tavolo e poi parte con un diritto che è qualcosa di tecnicamente molto bello. Ha impegnato Zhang Yining proprio con questa tattica. Sapeva di andare proprio sullo stesso
terreno di Zhang Yining, ma non ha avuto paura. Ed è lì che si vede la campionessa di razza. “Ho un mio gioco e devo fare di tutto per imporlo. Certo, sapevo che Zhang Yining è più forte di me, per esperienza, tecnica, forza fisica, ma se comincio a rinunciare al mio gioco per adeguarlo a quello delle avversarie va a finire che non ne ho più uno mio. Perciò, anche sapendo di scontrarmi con una avversaria che è la più forte di tutte proprio su quel gioco, non mi sono tirata indietro e quella partita mi servirà molto per crescere”. Ha un grande diritto. “E’ il colpo più forte che ho”. Secondo me, però, il suo rovescio, già notevole, potrà diventare qualcosa di eccezionale. Finalmente una campionessa vera che non arriva dalla Cina. Con il lavoro serio e la buona impostazione tecnica, possono nascere giocatori in grado di competere con i cinesi, altro che le regole nuove.

ASSENZE E ADDII

A margine, qualche parola sugli assenti. Boll infortunato, Kreanga pure (ma per lui siamo ormai agli sgoccioli della carriera), ugualmente Tan Ruiwu (il cinese della Croazia). Gli altri vanno lentamente scomparendo, come Ciocas, Chang Yan Shu. Fra le donne, l’assenza di rilievo è stata quella di Li Jiawei, (Singapore, ma cinese di Pechino), che si è sposata (ma il semplice matrimonio non le avrebbe impedito di partecipare ai Mondiali) e soprattutto aspetta già un bambino. Per lei potrebbe essere l’addio, visto che aveva già manifestato disaffezione alle gare.

ARBITRI

Una nota speciale per gli arbitri. Ce ne sono alcuni bravi, ma per il resto è meglio dire la verità: sono persone che hanno trovato il modo di girare per il mondo scegliendosi lo sport secondo loro più fesso di tutti e quindi più facile da arbitrare. La conseguenza è che, essendo incapaci e deficienti, rovinano le partite. Ho già descritto nel dettaglio alcune loro prodezze (l’egiziana, il francese e così via), ce ne sono state molte altre. Davvero, ci sono arbitri che non sanno una mazza di tennistavolo e non capiscono niente, ma proprio niente. Andrebbero cacciati, ma molti di loro vengono premiati con promozioni e arbitraggi di partite importanti. Il vero problema, quindi, sta nel manico. Almeno l’80% di questi arbitri internazionali dovrebbe prendersi un calcio nel culo, ma uno forte, perché rendono ridicolo il tennistavolo con interventi imbarazzanti.

CLASSIFICHE

Il giorno stesso della fine dei Mondiali, sono state distribuite le nuove classifiche, che però, stranamente, sono apparse sul sito dell’Ittf solo qualche giorno dopo. Il cambiamento più importante è in quella maschile: Ma Long scavalca Ma Lin al secondo posto. Anche i numeri descrivono la giusta realtà tecnica attuale, Wang Hao e Ma Long sono i due più forti. I progressi più evidenti sono quelli di Kenta Matsudaira, da 101 a 62, e di Niwa, da 426 a 318. Poi ci sono le avanzate di Ovtcharov, da 17 a 13, e Maze, da 18 a 11, dovute solo al bonus dei Mondiali e tecnicamente irrilevanti, visto che hanno battuto avversari più deboli. Piccola nota anche per l’indiano Sharat Kamal (indicato come Achanta) che passa da 85 a 72. Un progresso minore del previsto, non solo per lui, e maggiore per altri, a riprova di un sistema sbagliato nella sua impostazione, come ho spiegato altre volte. Solo un esempio per capirsi meglio: Kreanga, che non ha partecipato, si
ritrova con 3 posizioni più su, da 13 a 10. Chi non gioca, e non è strano viste le impostazioni del sistema della classifica, guadagna posizioni. Anche questa è una risposta indiretta alla Fitet che continua a parlare dei “3 azzurri più forti ai Mondiali” perché hanno la classifica migliore.
E arriviamo proprio agli azzurri, note deludenti. Bobocica perde 5 posizioni (va al n.93), Yang Min ne guadagna una (n.96) ma solo per le stranezze del sistema di cui ho parlato prima, Tomasi 3 (n.191), l’unico a guadagnarle giustamente. Per le azzurre, indicazioni contrastanti: Stefanova guadagna 3 posizioni, va al n. 45 e scavalca Tan Wenling (n.46) che rimane ferma allo stesso punto, Negrisoli guadagna una posizione (n.111) anche lei grazie alle stranezze del sistema.

ORGANIZZAZIONE

I dubbi li avevo avuti sin dall’inizio. Purtroppo, con l’andare dei giorni, si sono trasformati in certezze. L’organizzazione non è stata all’altezza dei due precedenti Mondiali in Giappone, quello di Osaka nel 2001 e quello di Chiba nel 1991. Non sto parlando di pessima organizzazione, ma certamente inferiore alle aspettative. La cosa migliore era la vicinanza degli alberghi al palazzetto, per cui non c’è stato bisogno di shuttle-bus per il trasporto, si andava a piedi: 150 metri per i giocatori, 200 per gli arbitri, 300 per i giornalisti. All’interno del palazzetto, però, non tutto andava bene. Anche gli stand non erano all’altezza del passato. E non c’erano souvenir e poster dei Mondiali. Dei Mondiali di Chiba e Osaka, giusto per citare almeno una cosa incomparabile, ricordo i manifesti più belli della storia. Altre cose che non andavano: connessioni internet impossibili nell’albergo dei giocatori, ufficio del cambio moneta chiuso negli ultimi due
giorni. Infine, la difficoltà comune a tutte le esperienze in Giappone: manco per il cazzo che i giapponesi parlino inglese.

SPETTATORI

Soddisfacente la presenza degli spettatori, anche se il (quasi) pienone c’è stato solo una volta, durante la semifinale del doppio maschile, con i giapponesi Kishikawa e Mizutani in lotta (si fa per dire) con Ma Long e Xu Xin. C’erano più di 12.000 spettatori quel giorno. Nelle prime giornate il dato ufficiale è di 4.000 e 5.000 spettatori, poi si è saliti a 6.000 fino al massimo già detto. Negli ultimi 3 giorni, il palazzetto si è trasformato: quello che era lo spazio centrale dove c’erano i tavoli si è abbassato, rivelando una serie impressionante di giganteschi pistoni e martinetti, ed è venuto fuori uno spazio supplementare per due tribune che, come si è potuto vedere in Tv, erano ai lati dell’unico tavolo. L’ultimo giorno, però, vista la ridotta affluenza, gli organizzatori hanno deciso di chiudere l’ultimo anello del palazzetto, per cui c’erano spettatori solo nello spazio “sprofondato” e nel primo anello. In questo modo, si è avuta l’impressione di un palazzetto pieno. Invece, c’era tutto il secondo anello desolatamente vuoto.

ITALIA

Concludo con gli azzurri. Ho già detto tutto quello che si poteva dire sulla scandalosa partecipazione e sui deludenti risultati. Adesso, devo solo aggiungere qualcosa a proposito delle interviste fatte ai due c.t. dell’Italia, sul sito della Fitet. In pratica, non ci sono domande e non ci sono risposte, c’è solo la descrizione delle gare da parte di Lorenzo Nannoni e Csilla Batorfi. E c’è bisogno di aspettare le loro parole per sapere cosa è successo a Yokohama? Un approfondimento vero non era possibile e infatti non c’è stato. L’argomento “Yang Min” è stato liquidato in due parole: ha fatto quello che poteva contro un avversario difficile. Punto e basta. E certo, perché questo è un argomento vietato, non si può sollevare un polverone perché yang Min è stato designato a giocare ai Giochi del Mediterraneo, insieme a Bobocica. Su quest’ultimo, c’è stata qualche parola in più da parte di Nannoni, ma è comprensibile: Bobocica è più giovane, si può anche criticarlo e del resto la sua è una convocazione obbligata, perciò l’eventuale critica non comporta una polemica. Se ci fosse stata invece una critica a Yang Min, la cui convocazione è stata scandalosa, sarebbe stato come versare sale sulla ferita di una decisione ridicola. Quindi, silenzio assoluto: nessuna domanda, nessuna risposta. E’ andata un po’ meglio con la Batorfi, che qualcosa in più l’ha spiegata, ma si rimane comunque al di fuori della realtà: Stefanova gioca bene ma perde, Tan Wenling non è andata bene ma aveva problemi personali, Negrisoli è stata sfortunata nel sorteggio (l’unica cosa vera). Ma non si va mai al nocciolo della questione, né si accenna al fatto che dietro queste giocatrici c’è il deserto assoluto. Sta avvicinandosi un futuro da seconda categoria agli Europei e da categoria abissali ai Mondiali. Stessa cosa per gli azzurri, naturalmente. Congratulazioni alla Fitet che ha fatto fuori Massimo Costantini e Maurizio Errigo!!! Eccoli i risultati.

Commenti

9 risposte per “Il Consuntivo dei Mondiali del Drago Rosso”

  1. eugenio bertagna ha scritto il 13 Maggio 2009 11:04

    Il Drago Rosso è da sempre attento alla corretta onomastica,
    perciò mi fa specie che il rumeno Cioca nella versione greca diventi “Ciocas”.

    Mi sembra si scriva “Tsiokas”… o sbaglio? Può essere che sbagli davvero perchè non conosco bene l’alfabeto greco e magari quel Tsiokas è una trasposizione grossolana, dal greco, nell’alfabeto latino. In greco “Ntaniel Tsiokas” si scrive “Ντανιέλ Τσιόκα “, fate voi. D’altronde anche sulle sulle maglie del Brescia è scritto Tsiokas, proprio come sulle maglie del Torino c’era scritto “Vlasov”, con una sola “s”. ;-)

  2. Drago Rosso ha scritto il 13 Maggio 2009 21:36

    Nessun mistero, ho sbagliato io, ho messo insieme, per assonanza e stanchezza notturna, le due versioni dei nomi: Cioca romeno e Tsiokas greco (traslitterazione dall’alfabeto greco). Quanto alla esse finale nella lingua greca, i siti da me consultati (come SR Olympic Sports e altri) riportano quella esse anche nell’originale greco: Ντανιελ Τσιόκας.
    Quanto a Vlassov, il poveraccio riapparecido cerca di prendersi ancora una volta una rivincita che non potrà mai avere. La traslitterazione sulle maglie del Torino era sbagliata. Come risulta anche dai nomi ufficiali dell’Ittf, quella giusta è Vlassov, anche se nella lingua originale russa c’è una sola esse. Ma sappiamo benissimo come il nostro servitore di tanti padroni abbia a cuore i dirigenti del Torino e quanto senta la necessità di difenderli a ogni costo. Fatica sprecata, hanno sbagliato a scrivere il nome sulla maglia. Quelli del Brescia, invece, sono stati bravi.

  3. zzantitop ha scritto il 14 Maggio 2009 08:09

    CHE TRISTEZZA……. UNA VERA DESOLAZIONE !

    IL NUOVO PROGRAMMA DELLA GIALAPAS SARA’

    MAI DIRE TENNISTAVOLO ITALIANO……..(fitet…….ci sei ????? )

    zzelasalatagreceascabranzafetarosilcastravetimaslinenegreceapapatrunjelgamisitcusucdelamaie:)

  4. eugenio bertagna ha scritto il 14 Maggio 2009 09:30

    Eh bè, certo, ti ho fatto questo appunto con lo scopo recondito di difendere il presunto errore di stampa sulle maglie del Torino.

    Ma smettilla.

    Solo una postilla: sul sito ellenico del tennistavolo ho trovato un’articolo sui playoff italiani. Nel titolo compare il cognome “Τσιόκα”, come pure una volta nell’articolo. In un altro rigo invece compare con la “esse” finale: “Τσιόκας”.

    Probabilmente laddove il cognome è tronco sarà per un fatto di sintassi grammaticale.
    Ma ripeto, leggo quattro lingue ma non il greco moderno. :-)

  5. eugenio bertagna ha scritto il 14 Maggio 2009 14:01

    Comprendo che siamo in ambiente sportivo ma un po’ di cultura generale male non fa.
    A proposito della traslitterazione dei nomi russi, già in passato feci notare come la “traduzione” dai caratteri cirillici a quelli latini ha subìto nel tempo alcune correzioni. Per tutto l’Ottocento era in voga trasportare i nomi russi “à la française” per tutta una serie di motivi. Il motivo pricipale é che presso tutta l’aristocrazia europea del XIX secolo la lingua francese rappresentava la lingua delle classi colte e della cosiddetta “buona società”. Lo stesso Tolstoj usò il francese nei dialoghi di alcuni suoi personaggi russi e addirittura l’incipit del romanzo fu scritto nella lingua di Stendhal.
    Poi venne la Rivoluzione d’Ottobre e tra le altre cose riformò pure l’ortografia complicando le cose. Ma la Rivoluzione provocò anche una migrazione delle classi nobili soprattutto verso Francia e Italia e molti nomi vennero adattati alle nuove esigenze e fu ancora il francese a farla da padrone anche per un fatto di moda, di “vague”. Fu così per esempio che un aristocratico scultore russo emigrato sul Lago Maggiore è ricordato come Troubetzkoj, con quella “ou” tipicamente francese, inesistente nel cognome russo. Lo stesso Lenin veniva tradotto come Lenine.

    Da qualche tempo a questa parte é prevalente una traslitterazione che potremmo chiamare “all’inglese” ma in realtà si tratta di una metodica più aderente alla realtà essendo scremata da fonemi come “ou” completamente arbitrarii, o da doppie inesistenti.

    E’ per quest’ ultimo motivo che, giustamente, Grigori Vlasov ha preteso che il proprio nome sulla sua vecchia maglia fosse scritto con una sola “s”.
    Il Torino effettivamente sbagliò, ma fu quando scrisse, sulla prima maglia che fece stampare, Vlassov con 2 esse.

    Vi riporto un sito interessante che fa luce sulle più frequenti forme europee di traslitterazione dal russo:

    http://www.kinoglaz.fr/u_liste_person.php?let=V

    Un saluto dal vostro Poveraccio Reaparecido (l’Infallibile ha storpiato pure lo spagnolo).

  6. eugenio bertagna ha scritto il 14 Maggio 2009 14:04

    Il romanzo di Tolstoj cui facevo riferimento, omettendone il titolo, è “Guerra e Pace”.

  7. Linetti ha scritto il 14 Maggio 2009 23:48

    Complimenti a Lelesguizzero, l’ en plein di “ultimi commenti” è il suo.
    Queste sì che sono soddisfazioni.

    Bertagna, ma non faresti meglio a dispensare la tua kultura presso chi la può apprezzare? Vorrei fare i complimenti pure a te ma… per lo spreco!

  8. Drago Rosso ha scritto il 15 Maggio 2009 17:44

    Il RIAPPARECIDO non sa nemmeno riconoscere quando qualcuno storpia volontariamente una lingua. Non avevo dubbi, visto che ha un solo neurone nel cervello.
    La traslitterazione esatta, al di là delle lezioni della minchia che “1 neurone” pretende di infliggere, è con due esse: Vlassov. Che è anche la versione ufficiale dell’Ittf. Che Vlassov pretenda una esse, fatti suoi e della sua mancanza di conoscenza delle regole di traslitterazione. Lui sa che in russo si scrive con una esse e la pretende anche nella traslitterazione. E sbaglia.
    I dirigenti del Torino potevano farglielo notare, ma hanno sbagliato.
    E poi, da perfetto disonesto, fa finta di capire che io avrei sostenuto che ha riportato alla luce la questione sul nome di Vlassov per difendere l’errore (non presunto, ma vero) dei dirigenti del Torino. Non ho mai detto questo (ovviamente, per chi sa leggere), ho detto invece che “1 neurone” lo ha fatto per cercare di prendersi una rivincita su me, visto che all’epoca era stato sbugiardato. Una cosa profondamente diversa (ovviamente per chi ha il quoziente di intelligenza per capirlo).
    E naturalmente tutto il tennistavolo italiano si aspetta che i dirigenti del Torino ringrazino prendendosi sempre più cura del figlio del RIAPPARECIDO.
    A proposito, in conclusione, ma il RIAPPARECIDO non aveva detto in giro di aver promesso alla sua famiglia di non intervenire più su questo blog? E non aveva detto in giro che la sua assenza da questo blog avrebbe fatto contenti Sciannimanico e Di Napoli? Ma il drogato che dice “smetto quando voglio” in realtà non smette mai.

  9. lelesguizzero ha scritto il 16 Maggio 2009 01:16

    A me sta cosa di vlassov non fa dormire……..spero che presto venga risolta.

    per linetti: come non darti ragione.

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