Il mondiale cinese

24 Febbraio 2008 da Ping Pong Italia 

del Drago Rosso

Per la terza volta in assoluto i Mondiali si disputano in Cina: dopo quelli “completi” (individuali e a squadre insieme) di Pechino 1961 e Tianjin 1995, e quelli individuali di Shanghai 2005, eccoci a Guangzhou (più conosciuta come Canton dagli
occidentali) per quelli a squadre. Io e Massimo, ognuno per suo conto, cercheremo di dare resoconti, informazioni, notizie e commenti il più velocemente possibile, in modo da tenervi aggiornati. Comincio subito.

ITALIA MASCHILE
La prima giornata di gare, si è conclusa come prevedibile: sconfitta con l’Austria. Intanto, una premessa: nessuno, né il c.t. Nannoni, né la Federazione, ha spiegato perché Mondello non è stato convocato. Eppure, Nannoni lo aveva già escluso dagli Europei motivando questa decisione col fatto che
Mondello fosse in una situazione psicofisica precaria.
E questa analisi, se dobbiamo dirla tutta, suonava come un vero atto d’accusa nei confronti della società per cui giocava Mondello, visto che, se un giocatore è in uno stato di forma non sufficiente a giocare gli Europei, e considerato che il 90% della sua attività da professionista la passa col suo club, non si può certo imputare ad altri quella situazione negativa.
Comunque, Nannoni aveva già escluso Mondello da una
manifestazione importante, dicendo pubblicamente che non era in forma (di chiunque fosse la colpa). Avrebbe potuto fare altrettanto adesso, avrebbe potuto dire che Mondello non era in forma perché non stava più giocando e non si stava più allenando col suo club, che lo aveva sospeso. Invece, neanche una parola, vietato parlare di Mondello. Ci sono problemi? Bene, che si dica quali sono. E, per favore, non facciamo i
difensori d’ufficio della Fitet ammiccando a situazioni che “tutti sappiamo”. La Fitet e Nannoni hanno la responsabilità di dire perché Mondello non è stato convocato, visto che non è stato squalificato, non è stato sospeso dalla Federazione, ma solo dal suo club (il che è un affare strettamente privato).
Detto questo, passiamo alla situazione disastrosa della squadra. Il fatto che Yang Min, a 45 anni (suo terzo Mondiale in Cina, dopo il 1995 e il 2005), sia costretto ancora a tirare la carretta la dice lunga sulla situazione del tennistavolo italiano. Inoltre, bisognerebbe risparmiarlo nelle gare segnate in
partenza, per conservarlo fresco in quelle più alla porta degli azzurri e per quelle della seconda fase, quando ci saranno gli spareggi per restare in Prima Divisione. Invece, eccolo qua, in formazione, come numero 1. Va 2-0 su Gardos, poi comincia a calare fisicamente e finisce in affanno: 2-3. Ma c’era davvero bisogno di farlo giocare con l’Austria? Poi, Bobocica si comporta bene con Schlager, gli strappa un set e ci gioca quasi alla pari. Infine, Tomasi conferma la bella impressione suscitata ai Mondiali individuali di Zagabria 2007 con una buona prova con Habesohn, va sull’1-1 e lotta sul filo.
Almeno, abbiamo giocatori che mostrano dignità e impegno.
ITALIA FEMMINILE
Le azzurre non sembrano una squadra, ma una vera armata Brancaleone, e chiarisco che la Batorfi non c’entra in questa situazione. La realtà è che non esiste una squadra, ma giocatrici che se ne vanno ognuna per conto suo: musi lunghi, silenzi, clima di ghiaccio. Basta vedere la panchina del Giappone, tutte in piedi a fare il tifo, a dare consigli negli
intervalli, e confrontarla con quella dell’Italia per capire a che punto siamo arrivati. In campo, poi, la logica conseguenza: la netta sconfitta, con prove profondamente diverse. Un grande elogio va fatto a Laura Negrisoli, la più dura di tutte, che impegna allo spasimo per 3 set Ai Fukuhara, n. 9 della
classifica mondiale. Rimonta nel primo e vince. Poi gioca alla pari, costringe la Fukuhara anche a chiamare il time-out, infine crolla nel quarto set, ma la sua è una prova da ricordare. E, soprattutto, risalta ancora di più l’assurdità della sua sospensione dalla nazionale per 8 mesi dopo i Mondiali di Zagabria. Eccola qua la risposta di Laura, una professionista esemplare che in ogni momento dà l’anima per l’Italia. Non altrettanto bene si può parlare di Nikoleta Stefanova, che ormai è diventata un vero e proprio caso da affrontare con decisione e coraggio. La sua prova con la Hirano è sconcertante. Resiste fino al 6-6 nel primo set, poi sparisce
letteralmente dal campo, mostrando una condizione fisica disastrosa. Riesce solo a tenere un paio di scambi col rovescio, perché lo fa da ferma, ma appena la palla va sul diritto ecco che Niko è sempre in ritardo e non la ribatte mai, ma proprio mai, in campo. Non riesce a spostarsi nemmeno di dieci
centimetri sul lato del diritto. E’ mai possibile che una giocatrice della nazionale arrivi ai Mondiali in queste condizioni, che poi sono la conferma del suo crollo del 2007? C’è una responsabilità di tutta la Federazione e, soprattutto, del settore tecnico, Quarantelli in testa a tutti, per questo scempio. Ripeto: Niko non si regge in piedi. La Fitet sa
rispondere su come e quanto si allena? La speranza di una sua vittoria è legata solo a qualche miracolo.
Infine, Tan Wenling si trova davanti una giocatrice scassapalle come la Fukuoka, con la gommaccia, e ci perde, ma, a prescindere dalla sconfitta, non dà la sensazione di essere in forma. Magari si riprenderà nelle successive partite, ma non mostra la sicurezza cui ci aveva abituati.
COREA DEL SUD
Grandi sorprese dalla Corea del Sud, che si presenta ai Mondiali senza Oh Sang Eun, perché infortunato, e senza le due migliori giocatrici, le difese Kim Kyung Ah e Park Mi Young. Quello che sconcerta è l’assenza di due personaggi di rilievo: Yoo Nam Kyu, campione olimpico 1988, c.t. della nazionale maschile, e Hyun Jung Hwa, campionessa mondiale 1993, c.t. della nazionale femminile. In panchina ci sono altri, molto meno famosi di loro. Cosa è successo? Sono stati
licenziati dalla loro Federazione, ma nessuno sa o vuole dire perché. E’ un caso clamoroso, visti i risultati che il loro lavoro aveva portato, la loro popolarità e il rispetto che tutti hanno nei loro confronti. E’ possibile che l’assenza di Kim Kyung Ah
e Park Mi Young sia legata all’esonero di Hyun Jung Hwa, ma i sudcoreani stanno mantenendo il segreto su quello che è successo. Ma qualcosina penso che alla fine la verrò a sapere e vi informerò.

ORGANIZZAZIONE
Credevo che i Mondiali di Shanghai, una vergogna, fossero serviti da insegnamento per gli organizzatori cinesi. Niente di tutto questo. Di migliore, rispetto a Shanghai 2005, ci sono solo l’albergo, gigantesco, di ottima qualità, in cui sono ospitate quasi tutte le squadre, e il palazzetto, con due sale collegate. Questo non vuol dire che le due sale siano da
elogiare, ma almeno sono migliori di quelle di Shanghai, che erano una specie di casbah. Detto questo, passiamo alle note negative, che rappresentano tutto il resto. Siamo di fronte davvero a qualcosa di scandaloso. Comincio proprio dalle sale
di gioco, che presentano gli aspetti meno negativi, ma
comunque negativi. Quella principale, è molto grande, ma è lunghissima, quindi si possono vedere bene solo le partite su 3 dei 6 tavoli che ci sono all’interno, per le altre ci vuole un binocolo. Nella seconda sala ci sono 28 tavoli, con mille posti a sedere per gli spettatori. Qui, la luce, pur essendo sufficiente, è piazzata malissimo, va in faccia ai giocatori quando questi fanno un servizio un po’ alto. Inoltre, fra le due file di tavoli, è stato messo il palchetto del giudice arbitro e della direzione di gara, che è pericolosamente vicino alle transenne di alcuni tavoli: basterebbe che un giocatore andasse fuori delle transenne, magari per recuperare una palla in difesa alta, per correre il rischio di sbattere contro i tubolari che reggono il palco e di farsi male. La sala di riscaldamento è lontanissima dalle sale di gioco, tanto che nella prima giornata di gare (come qualcuno avrà visto sul sito Ittf) si è verificato un episodio curioso nella partita Cina-Belgio. Dopo il primo incontro vinto rapidamente da Ma Long su Jean Michel Saive, l’altro Saive, Philippe, ha dovuto aspettare 10 minuti oltre l’orario di gare (sportivamente, non ha chiesto di avere partita vinta) perché il suo avversario, Wang Hao, non arrivava. Poi,
ecco Wang Hao e la sua spiegazione: “Non pensavo che Ma Long finisse così preswto, ma soprattutto non avevo calcolato quanto tempo ci volesse per andare dalla sala riscaldamento a quella di gioco, sono lontanissime e non c’è nemmeno un’indicazione precisa su come muoversi in questo grandissimo impianto”.
Tutto vero perché l’ho sperimentato io, ci sono centinaia di metri da percorrere in un senso e nell’altro, con indicazioni completamente fuori posto, come se ci si trovasse in un labirinto, e gli addetti all’impianto sono i primi a non sapere da che parte andare.
Torniamo ai servizi per gli spettatori, nel palazzetto e davanti alla Tv. Sui tabelloni che sono accanto ai tavoli nella sala principale, le scritte sono solo in lingua cinese. I nomi dei giocatori sono in cinese. Siamo ai Mondiali, non ai campionati nazionali cinesi. Ma sembra che gli organizzatori se ne freghino altamente.
Passiamo ai servizi per i giocatori e gli addetti ai lavori. Il servizio degli shuttle bus è ignobile. Non si ha mai la sicurezza di quando e dove ci siano i bus per andare al palazzetto e tornare in albergo. I volontari mostrano tanta buona volontà, come dice la parola stessa, ma non sono in grado di aiutare: stanno fissi al telefono a chiedere a qualcuno cosa fare e
l’indicazione non arriva mai. Nel giorno precedente le gare e nella prima giornata, ci sono state liti furibonde fra delegati che avevano un meeting in un albergo e non sapevano come arrivarci e le persone che dovevano assisterli senza sapere come fare, fino ad arrivare ai conducenti dei bus, alcuni dei quali si rifiutavano di partire. Davanti al palazzetto c’erano
una trentina di bus, tutti fermi, con i conducenti a terra a fumare. Quando qualcuno chiedeva quale bus partisse, nemmeno rispondevano. E arriviamo ai servizi per i mezzi di informazione. Disorganizzazione oltre la fantascienza. Dieci minuti prima dell’inizio delle gare, i fotografi non potevano entrare nel palazzetto perché non c’erano i giubbotti che devono indossare per essere ammessi sul campo di gioco. Gli organizzatori non avevano provveduto a farli arrivare e telefonavano a qualcuno per sapere dove fossero. Il giorno prima delle gare, non c’era il
programma e gli organizzatori rispondevano: “Ma, tanto, le gare cominciano domani”. Mica riescono a immaginare che i giornali si scrivono il giorno prima per il giorno dopo. L’ambiente di lavoro per giornalisti e fotografi è poverissimo, senza gli armadietti per i fotografi, che ne hanno bisogno per
depositare i loro pesanti strumenti di lavoro. Non ci sono comunicati, non c’è aggiornamento dei risultati, non c’è niente di niente. Una vergogna.
ERRORI FITET
Concludiamo con le nostre vergogne. Sul sito della Fitet è apparso un comunicato, sulla presentazione dei Mondiali, a dir poco esilarante. Due le cose assurde da mettere in evidenza. Si parla della cerimonia d’apertura. Testuale: “Tema dello spettacolo era lo sport, il tennistavolo, occasione e strumento per condurre il mondo all’armonia”. Bene, chi ha visto lo
spettacolo, come ho fatto io, sa benissimo che di tennistavolo non c’era una beata mazza, zero assoluto.
Era uno spettacolo bellissimo, per carità, ma semplicemente uno spettacolo di alta classe con acrobati, danze, cantanti. Ma di tennistavolo, niente. E allora, si scrivono cose tanto per scriverle, dando per scontato che ci sia stato questo o quello senza avere la serietà di controllare.
Ma questo è il meno. Lì dove si raggiunge la vetta dell’incompetenza è quando si fa riferimento ai Mondiali a squadre. Testuale: “… i Campionati del Mondo di tennistavolo, quarta volta dell’edizione dedicata alle sole competizioni a squadre (Kuala Lumpur 2002, la prima cui seguirono, Doha 2004 e Brema 2006)”.
Congratulazioni a chi ha scritto questa perla di ignoranza. La prima edizione dei Mondiali riservati esclusivamente alla gara a squadre è stata sì a Kuala Lumpur, ma nel 2000, non nel 2002. Fra l’altro, una edizione assolutamente indimenticabile per gli italiani, visto che gli azzurri (c.t. Patrizio Deniso,
giocatori Yang Min, Massimiliano Mondello, Valentino
Piacentini e Umberto Giardina, con quest’ultimo ignorato nelle cronache ufficiali, a cominciare dal libro sui 60 anni della Fitet) conquistarono la medaglia di bronzo. E che cazzo: come si fa a
sbagliare la data dei Mondiali in cui l’Italia, unica volta nella sua storia, ha conquistato il bronzo? Ma la spiegazione c’è, eccome. Chi ha scritto la notizia ha fatto questo semplice ragionamento: Mondiali 2008, prima c’erano stati quelli del 2006, quelli del 2004, si va di 2 anni in 2 anni, quindi a Kuala Lumpur furono nel 2002. Di nuovo complimenti! Magari, sapere un po’ di storia del nostro sport, magari. E allora,
ricordiamo che nel 1999 si fecero i Mondiali individuali a Eidhoven (Olanda), nel 2000 i Mondiali a squadre a Kuala Lumpur (Malesia), nel 2001 i Mondiali completi (squadre e individuali) a Osaka (Giappone) e dal 2003 si partì definitivamente con i Mondiali sdoppiati: 2003 individuali a Parigi, 2004 a squadre a Doha, 2005 individuali a Shanghai, 2006 a squadre a Brema, 2007 individuali a Zagabria. Ma perché questa alternanza, che poi ha provocato la confusione nella mente di chi ha scritto la notizia? Perché non era previsto che i Mondiali del 1999 e del 2000 fossero sdoppiati, e del resto non si spiegherebbe perché si tornò a quelli unificati del 2001, per por ripartire con quelli sdoppiati. Nel 1999 i Mondiali unificati si dovevano disputare a Belgrado, ma la Nato cominciò a bombardare la capitale dell’allora Jugoslavia, oggi Serbia, a causa dell’epurazione etnica in Kossovo. I Mondiali non si poterono disputare a Belgrado. L’Ittf, che già spingeva per sdoppiare i Mondiali, ne approfittò per lanciare una “prova” dei Mondiali sdoppiati, dicendo che, in pochi mesi, nessuna nazione era in grado di sostituire Belgrado nell’organizzazione dei Mondiali unificati (per la
verità, la Cina era pronta a farlo, ma non fu tenuta in considerazione perché l’Ittf voleva a tutti i costi sdoppiare i Mondiali), e l’Olanda si era proposta, ma solo per quelli individuali. Così, l’Ittf decise che nell’estate 1999 si sarebbero giocati quelli individuali e assegnò poi alla Malesia quelli a
squadre per il 2000. Quelli del 2001 erano stati assegnati a Osaka già nel 1997 ed erano stati assegnati come Mondiali unificati, quindi non si poteva tornare indietro e assegnare a Osaka solo gli individuali. Si dovettero rispettare gli impegni, a Osaka si fecero gli ultimi Mondiali unificati e poi si partì con lo sdoppiamento. Perciò, nel 2002 non si disputarono Mondiali e si ripartì dal 2003 con gli individuali.
Ma queste cose bisogna saperle per non scrivere cose assurde. E nessuno venga a dire che è stato un errore di battitura, perché lo “0″ e il “2″ si trovano da parti opposte della tastiera. Si tratta semplicemente di totale ignoranza della materia (perciò non sparo sulla Croce Rossa dicendo che hanno sbagliato anche il nome della città: Guanzhou invece del corretto Guangzhou). Purtroppo, anche nelle piccole cose,
bisogna assistere a questo spettacolo di completo disprezzo del nostro sport.

Commenti

7 risposte per “Il mondiale cinese”

  1. lelesguizzero ha scritto il 24 Febbraio 2008 22:30

    Contro l’Austria non era pensabile poter vincere.

  2. oldmago ha scritto il 25 Febbraio 2008 10:17

    Grande intervento, Psycho, ancora peggio dei tuoi soliti…ma dimmi tu…ahahahah

  3. attila ha scritto il 25 Febbraio 2008 10:28

    Sguizzero, ‘o che dici ? Dove hai il cervellino ? Dici solo minkiate, quando cerchi di parlare seriamente, non le capisci le ‘ose di tennistavolo, è inutile…bastaaaaa, taci, aiuto…!!

    Con l’Austria, senza Chen, era la partita più abbordabile, pensa tu…’ollega la bocca, prima di sparare minkiate ‘ome al solito.

    Il tuo stile di rompimaroni e di minkiaman mi rihorda uno del forum toscano, te l’ho già detto ?

  4. lelesguizzero ha scritto il 25 Febbraio 2008 16:27

    Ora vinciamo con la croatia e perdiamo da romania e cina, quarti nel girone, sani e salvi alla meta.

  5. Adripong ha scritto il 25 Febbraio 2008 18:45

    Mhh… non sono d’accordo che non si potesse vincere contro l’austria… A maggior ragione che chen non ha giocato, cmq un pronto riscatto contro il Belgio. La romania non la vedo eccessivamente sopra di noi (tolto Crisan, forse, a parte…)…
    FORZA ITALIA!!!

  6. attila ha scritto il 25 Febbraio 2008 19:58

    Bravo Adripong…analisi giusta. Habesohn non è Chen…e questo lo capiscono tutti meno lo sparaminkiate a raffica.

    Sguizzero, non copiare i pronostici dagli altri…si vede che pensare è un optional per te. Sparati invece di spararne altre.

  7. oldmago ha scritto il 25 Febbraio 2008 20:18

    Con l’Austria era comunque difficile, ma l’assenza di Chen era un’occasione…non sfruttata. Un Yango migliore e avevamo una chance. Come ho detto, i Saive tanto…belli freschi non sono e a Velenje J.M. ha giocato non da pari suo, per questo il Belgio era una occasione da sfruttare, come è stato fatto.
    Con la Romania…beh, Crisan e Filimon a livelli stellari…direi quasi impossibile.Con la Croazia se Zoki poco poco sente l’età, poi c’è un Tosic non imbattibile, si può fare qualcosa.

    Ehi artù…dovevi dire prima Belgio, Croazia…ahahah
    I pronostici guardando la classifica e dire che il n. 30 non vincerà col n. 20 è roba da dilettanti, sennò si potrebbe fare la premiazione subito secondo classifica, senza giocare i mondiali..ahahh… che pistolino…e insiste a voler parlare di TT che non capisci una mazza, probabilmente riporti solo i pronostici che fa il farmacista di rione che ti fornisce gli psicofarmaci…

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