La Fitet del copia/incolla

24 Aprile 2008 da Ping Pong Italia 


del Drago Rosso

Avevo annunciato un intervento a proposito dell’informazione federale. Ma credo che l’argomento vada un po’ più in là delle semplici carenze che tante volte sono state messe in evidenza in questo blog. Stavolta, si tratta di qualcosa di peggio, aggravato dal fatto che è stato coinvolto, a sua insaputa, un giornalista serio come Dario Di Gennaro, il telecronista della Rai che si occupa delle telecronache del tennistavolo.
Già si è detto dei grandissimi progressi che queste telecronache hanno compiuto rispetto alla scorsa stagione, quando si era costretti ad assistere all’indecente spettacolo di una cosiddetta poesia di Girolamo Chiappalone, dedicata al tennistavolo, letta dal telecronista dell’epoca, Luca Bindi. Con Di Gennaro siamo passati a una informazione seria, a telecronache di ben altro livello, cosa per la quale tutti gli appassionati del nostro sport dovrebbero ringraziarlo. E dovrebbero ringraziarlo e mostrare più rispetto per lui i responsabili della Fitet, almeno quelli che si occupano di informazione.
E si arriva al punto, alla pietra dello scandalo. A novembre, la Rai trasmise l’amichevole Italia-Cina. Telecronista fu naturalmente Dario Di Gennaro, che tra l’altro si mise in evidenza con l’intervista a Laura Negrisoli, con domande finalmente “da giornalista” (non ci eravamo più abituati), tanto da far venire a galla, ufficialmente, la questione della cacciata di Laura dalla nazionale. Di Gennaro, oltre a fare la telecronaca, scrisse anche un articolo fra cronaca e commento della serata, che fu messo in rete il 5 novembre sul sito web della Rai. Troverete il testo integrale dell’articolo in fondo a questo commento, insieme a due altri documenti molto interessanti.
L’articolo esalta l’iniziativa, ma è anche critico su acuni punti. Insomma, Di Gennaro si comporta da giornalista, non da leccaculo della federazione. Dà un giusto e legittimo aiuto alla Fitet perché capisce che il tennistavolo, in quanto sport “povero” in Italia, merita un sostegno, ma non rinuncia a far notare che c’è qualcosa che non va, se effettivamente ci sono pecche. Credo, quindi, che gli vada riconosciuto, oltre alla bravura giornalistica, anche l’aiuto che cerca di dare al tennistavolo italiano (che è cosa differente dall’aiutare la Federazione).
Ma, a questo punto, cosa succede? Beh, succede una cosa davvero strana. Tre giorni dopo, l’8 novembre, sulla pagina pubblicitaria del Corriere dello Sport, comprata dalla Fitet, appare un lungo articolo su Italia-Cina. Bene, anzi male, si scopre che in questo articolo appaiono ampi stralci dell’articolo di Di Gennaro. Sto parlando di pezzi interi dell’articolo apparso sul sito della Rai, con varie aggiunte che fanno diventare il pezzo lungo abbastanza per la pagina del Corriere dello Sport. Insomma, ci sono brani interamente copiati. E questo ognuno potrà verificarlo perché alla fine di questo commento, oltre all’articolo di Di Gennaro, troverete anche l’articolo apparso sul Corriere dello Sport. Un avvertimento importante: il Corriere dello Sport non ha alcuna responsabilità nell’aver pubblicato un articolo che per un terzo è copiato da quello del sito Rai, perché i testi di quelle pagine li fornisce la Fitet. Quindi, ripeto: il Corriere dello Sport non poteva sapere alcunché di questa parziale copiatura.
Ma non è finita, perché dopo un po’ viene pubblicato il numero di novembre della rivista federale. E c’è un articolo, firmato da Corrado Attili, su Italia-Cina. E si nota questo: è praticamente la copia, un po’ allungata, dell’articolo apparso sul Corriere dello Sport, e contiene naturalmente gli stessi brani copiati dall’articolo di Dario Di Gennaro. Anche in questo caso, potete verificare perché l’articolo della rivista federale è riportato integralmente alla fine di questo mio intervento. Quindi, sulla rivista Fitet, a firma Corrado Attili, responsabile dell’informazione federale, è uscito un articolo con lunghi brani presi dall’articolo del sito Rai.
Non c’è bisogno di conoscere le leggi per sapere che questo non si può fare. Nell’ipotesi più grave, si tratta di plagio, che è un reato punito dalla legge. Nell’ipotesi più leggera, si tratta di una scorrettezza. In entrambi i casi, Dario Di Gennaro ha diritto alle scuse da parte della Fitet. Se proprio si voleva usare il suo articolo, si poteva riportarlo integralmente citando la fonte e l’autore, dopo aver chiesto naturalmente l’autorizzazione dello stesso Di Gennaro. Comunque, non si potevano usare brani del suo articolo per il pezzo apparso sul Corriere dello Sport.
Ma non è finita ancora. Perché c’è qualcosa di peggio, anche se non si tratta, almeno in questo caso, di infrazioni alle leggi. Come potrete verificare andando a leggere i tre articoli, si nota che dell’articolo di Di Gennaro è stato preso tutto, ma proprio tutto, tranne i punti in cui ci sono alcune critiche. E, badate bene, non si tratta nemmeno di chissà quali accuse alla Fitet. Il brano in questione lo riporto subito: “Unico neo l’assenza di una italiana, di nascita, nella formazione femminile. Si comincia su tre tavoli contemporaneamente ed è quanto meno singolare, se non paradossale, che giochino sei ragazze cinesi: le tre “azzurre” opposte alle rosse. Il risultato è scontato in ogni incontro, le italiane perdono tutte per 3-0 ma soprattutto danno l’impressione di essere bloccate dinanzi a cotanto avversario, non mordono la gara. Peccato, perché stasera il risultato era la cosa meno importante, con un po’ più di agonismo potevano uscire incontri più spettacolari”.
Ecco, tutto questo non è stato copiato. Certo, una federazione non può scrivere contro se stessa, ma questo rende più grave la scorrettezza: comunque non si potrebbero copiare brani dell’articolo e metterli in un altro articolo con un’altra firma, a maggior ragione non si dovrebbero copiare se poi si vanno a scegliere solo i brani che fanno comodo alla propaganda federale. Qui non ci sono interpretazioni malevole o versioni di parte, questa è la semplice cronaca di come viene gestita l’informazione. E qualunque persona onesta dovrebbe trarre le opportune conclusioni.

ARTICOLO DI DARIO DI GENNARO SUL SITO DELLA RAI
5 novembre 2007
Bella serata al Palalido di Milano dove si è disputato l’incontro amichevole di tennistavolo fra Italia e Cina. Un’opportunità creata e voluta dalla federazione italiana all’indomani degli scontri e delle manifestazioni delle quali si rese protagonista, nella primavera scorsa, la comunità cinese nel capoluogo lombardo. Un’opportunità colta al volo dai quasi tremila appassionati accorsi al Palalido, anche da altre regioni italiane. La Cina si presenta a Milano con una formazione impressionante: il leggendario Liu Guoliang, oggi coach, ha portato Wang Hao, Ma Lin, Wang Liqin, Chen Qi e Ma Long (rispettivamente i numeri 1, 2, 3, 6 e 7 nel ranking mondiale maschile) e poi Zhang Yining, Wang Nan, Guo Yan, Fan Ying e Jia Jun (n. 1, 3, 4, 32 e 115 in campo femminile). Agli ordini di Lorenzo Nannoni e Csilla Batorfi, gli azzurri chiamati a prender parte a questo storico incontro sono: Massimiliano Mondello (n.130), Mihai Bobocica (156), Stefano Tomasi (275), Mattia Crotti (460), Wenling Tan Monfardini (n.42 ranking femminile), Nikoleta Stefanova (52), Wang Yu (143) e Tian Jing (194). Unico neo l’assenza di una italiana, di nascita, nella formazione femminile. Si comincia su tre tavoli contemporaneamente ed è quanto meno singolare, se non paradossale, che giochino sei ragazze cinesi: le tre “azzurre” opposte alle rosse. Il risultato è scontato in ogni incontro, le italiane perdono tutte per 3-0 ma soprattutto danno l’impressione di essere bloccate dinanzi a cotanto avversario, non mordono la gara. Peccato, perché stasera il risultato era la cosa meno importante, con un po’ più di agonismo potevano uscire incontri più spettacolari. Poi tocca agli uomini e al loro ingresso il pubblico si scalda. Ovazione per Massimiliano Mondello, per lui applausi a scena aperta anche da parte degli spettatori cinesi. Mentre sul campo centrale Mihai Bobocica prova a impegnare il campione del mondo Wang Liqin (n.3 del ranking) ma poi cede 3-0 senza illudere, su un campo laterale Mattia Crotti riesce a compiere l’impresa della vita strappando un set a Ma Lin (n.2 e fresco vincitore degli Open di Francia). Il pubblico, galvanizzato da questo piccolo successo, accoglie l’ingresso di Mondello e Wang Hao in un’atmosfera quasi da stadio. Il n.1 azzurro regala emozioni e strappa applausi, vince il primo set ai vantaggi 13-11 aiutato da qualche net che spiazza il cinese. Mondello non molla ma nulla può quanto Wang Hao accelera e decide di far capire perché è il numero uno del mondo. La serata finisce con Wang Liqin e Ma Lin che si esibiscono qualche minuto in schiacciate, recuperi, salto di transenne e giro di campo continuando a palleggiare. Da questo punto di vista ci si attendeva qualcosa di più ma per chi ha la possibilità di vedere all’opera questi campioni solo raramente va più che bene. Il pubblico ha apprezzato e si è divertito. Gli spettatori cinesi si gettano a caccia degli autografi dei loro idoli. Le azzurre e gli azzurri protagonisti in campo si portano via un ricordo indelebile e invidiabile.

ARTICOLO DI CORRADO ATTILI SULLA RIVISTA FITET
Novembre 2007
Dieci milioni di persone lo praticano al mondo, più di diecimila sono tesserate in Italia e quasi tremila sono venute al Palalido di Milano per veder giocare i maestri cinesi del ping pong, i più forti giocatori al mondo. Questi i dati salienti su cui i media radiofonici, televisivi, telematici e della carta stampata che hanno seguito passo passo la manifestazione, hanno insistito di più nel raccontare un evento importante e storico per il tennistavolo ma anche per il nostro Paese in termini di dialogo, di integrazione e di confronto culturale cos’ì come, del resto, era stato pensato e programmato fin dall’inizio. E’ stato infatti un appuntamento straordinario quello che gli appassionati di tennistavolo hanno potuto vivere al Palalido di Milano lunedì 5 novembre quando si è disputato l’incontro amichevole fra le nazionali maschile e femminili di Italia e Cina, un evento che ha avuto nel Montepaschi Siena il suo title sponsor. Un’opportunità creata e voluta dalla Federazione Italiana Tennistavolo, la Fitet e dal suo Presidente Franco Sciannimanico, insieme al Comune di Milano, all’indomani degli incidenti e delle proteste delle quali si rese protagonista, nella primavera scorsa, la comunità cinese del capoluogo lombardo nel quartiere di Via Paolo Sarpi. Un’occasione colta al volo dai circa tremila tifosi accorsi al Palalido, anche da altre regioni italiane con tante auto e diversi autobus speciali, compresa una folta rappresentanza dei tanti cinesi che hanno scelto Milano per vivere e lavorare. Presentato l’evento in fase di avvicinamento prima al Salone d’Onore d’Onore del CONI a Rona presente Gianni Petrucci e l’ambasciatore cinese, e poi a Palazzo Marino a Milano sede della municipalità, la grande occasione di comunicazione sportiva ha avuto un intenso periodo di promozione e preparazione premiato dall’affluenza del pubblico e dalla grande attenzione che i media nazionali e e internazionali hanno dedicato all’iniziativa per lo straordinario valore tecnico della squadra messa a disposizione dalla Cina in un evento dove in fondo non c’era niente da vincere, proprio in virtù della condivisione di un progetto che mirava alla trasmissione di un messaggio di pace, di fratellanza, di convivenza e di rispetto reciproco. La FItet dal canto suo ha messo in campo tutte le sue forze che già ad Arezzo avevano consentito in occasione del Top 12 Europeo in febbraio di realizzare una vetrina straordinaria per il tennistavolo, una cornice che seppur in piccolo si è riusciti a creare anche stavolta per l’evento milanese.
La Cina si è presentata a Milano con una formazione impressionante: il leggendario Liu Guoliang, oggi coach, ha portato Wang Hao, Ma Lin, Wang Liqin, Chen Qi e Ma Long (rispettivamente i numeri 1, 2, 3, 6 e 7 nel ranking mondiale maschile) e poi Zhang Yining, Wang Nan, Guo Yan, Fan Ying e Jia Jun (n. 1, 3, 4, 32 e 115 in campo femminile) in base alle classifiche più recenti. Guidati dai tecnici Lorenzo Nannoni, un passato di ottimo giocatore in azzurro, e dall’ungherese Csilla Batorfi, un vero e proprio monumento del tennistavolo femminile con ben cinque olimpiadi disputate, gli azzurri chiamati a prender parte a questo storico incontro sono: Massimiliano Mondello (n.130), Mihai Bobocica (156), Stefano Tomasi (275), Mattia Crotti (460), Wenling Tan Monfardini (n.42 ranking femminile), Nikoleta Stefanova (52), Wang Yu (143) e Tian Jing (194).
Dopo un breve ritardo dovuto al richiamo dello shopping milanese per i componenti della delegazione ospite, si è arrivati finalmente alle tre ore di spettacolo per cui tante persone avevano lavorato per mesi. Le gare sono state precedute da una breve cerimonia di apertura con la banda musicale di Milano che ha prima intrattenuto il pubblico durante l’attesa e poi suonato gli inni nazionali come si conviene in ogni importante manifestazione sportiva internazionale. Da parte della comunità cinese di Milano un simpatico gruppo rock cinese ha fornito a seguire una performance di ottima qualità molto applaudito ed apprezzato dai presenti sulle gradinate. C’è stato poi l’applauditissimo ingresso e la presentazione degli atleti che ad uno ad uno hanno raggiunto il centro dell’impianto dove campeggiava una grande bandiera simbolizzante un abbraccio tra Italia e Cina intorno ad una pallina di ping pong. Hanno dato il benvenuto al pubblico il Console cinese a Milano Zhang Limin, l’assessore alla Ricerca ed all’Innovazione Luigi Rossi Bernardi per la municipalità meneghina e il Presidente Fitet Franco Sciannimanico ideatore e come sempre puntiglioso regista della serata. Entrano anche due bambini in rappresentanza del Centro Sportivo Italiano che consegnano ai due capitani una bandiera ed un messaggio di pace che suggella definitivamente il carattere amichevole dell’incontro sportivo. La formula di gara concordata tra le due federazioni prevedeva la disputa di quattro singolari femminili ed altrettanti maschili. Si comincia su tre tavoli con tre “azzurre” opposte ad altrettante maglie rosse. Il risultato è scontato in ogni incontro, le italiane Monfardini, Wang Yu e Tian Jing perdono tutte per 3-0, come poi fa anche la Stefanova che gioca da sola sul campo principale a vantaggio delle riprese Tv in diretta garantite da Rai Sport Sat.
I risultati potevano essere anche prevedibili ma nonostante ciò alcuni scambi riescono a scatenare l’applauso di un pubblico che da subito si dimostra competente ed affascinato dallo spettacolo di straordinario livello messo in campo ancora una volta dalla Fitet qui a Milano dopo l’altra grande vetrina che ricordavamo prima, il Top 12 europeo ad Arezzo. Commentando con il colleghi dell’informazione il ruolo e le responsabilità delle nostre azzurre, naturalizzate o italiane per scelta di vita o per matrimonio si sottolineava come ormai lo sport italiano faccia conto sempre più sulla capacità di integrazione di giovani stranieri che vivono nel nostro Paese anche per i successi sportivi con alcuni esempi clamorosi che stanno illuminando lo sport italiano come quelli di Fiona May prima ed oggi di Andrew Howe nell’atletica leggera o quello esaltante della cubana Taimaris Aguero, considerata la giocatrice più forte del mondo, che oggi gioca e guida a strabilianti successi la nazionale italiana di volley di Massimo Barbolini, senza citare le nostre squadre di calcio ormai composte per metà da giocatori provenienti da altri Paesi.
Anche questa è integrazione, seppure d’èlite, ed anche questa è una citazione comunque in sintonia con lo spirito di integrazione e condivisione di passioni ed interessi cui ha fatto riferimento la serata milanese dedicata allo spettacolo tennistavolo, uno sport che al pari di altri diverte e cerca quando può di vincere. A seguire entrano in scena gli uomini. I cinesi che entrano in campo sono dei miti. Al loro ingresso il pubblico si scalda oltre ogni previsione. Straordinaria accoglienza anche per gli azzurri, quasi tutti italiani d’hoc per la gioia dei puristi, grande ovazione per Massimiliano Mondello, per lui applausi a scena aperta anche da parte degli spettatori cinesi. Mentre sul campo centrale Mihai Bobocica prova a impegnare il campione del mondo Wang Liqin (n.3 del ranking) ma poi alla fine deve cedere 3-0, sugli altri due tavoli Stefano Tomasi non riesce a contrastare Ma Long mentre Mattia Crotti, il meno quotato nel ranking mondiale tra gli azzurri schierati da Lorenzo Nannoni, riesce a compiere l’impresa della vita strappando un set a Ma Lin (n.2 al mondo e freschissimo vincitore degli Open di Francia). Il pubblico, galvanizzato da questo piccolo ma incoraggiante successo, accoglie l’ingresso dell’istrione Mondello, recordman di titoli italiani, e del numero uno al mondo Wang Hao in un’atmosfera quasi da stadio. Il giocatore italiano si impegna, regala emozioni, rincorre palle impossibili e strappa applausi, vince il primo set ai vantaggi 13-11 aiutato da qualche net che frena il cinese ma qualche volta si sa la fortuna aiuta gli audaci. Mondello continua ad impegnarsi su ogni pallina, gioca in fondo nella città di cui da tanti anni difende i colori essendo Pieve Emanuele, la sua squadra, il team di un paese in periferia di Milano, purtroppo però nulla può quanto Wang Hao accelera e decide di dimostrare in maniera inequivocabile perché è il numero uno al mondo. La serata si conclude con una attesissima partita-spettacolo di Wang Liqin e Ma Lin che si esibiscono per una decina di minuti in schiacciate, recuperi, salto di transenne e giro di campo continuando a palleggiare, molta è la tecnica ma molto è anche lo show che dimostra comunque la grande padronanza dei gesti tecnici dei due campionisiimi che veramente riescono a fare ciò che vogliono con racchetta e pallina. E’ lo show finale.
Una citazione a questo proposito per Andrea Abascia l’arbitro italiano che ha “controllato” più che arbitrato l’esibizione dal sapore di finale olimpica, è lui infatti l’arbitro che rappresenterà l’Italia e la Fitet, ai Giochi Olimpici di Pechino, in bocca al lupo anche a lui. Il pubblico ha apprezzato e si è divertito. Gli spettatori cinesi si gettano a caccia degli autografi dei loro idoli. Le azzurre e gli azzurri protagonisti in campo consci di aver partecipato ad una grande festa dello sport, del loro sport, davanti ad un pubblico da campionato del mondo o finale olimpica, si portano a casa il ricordo di una serata memorabile. Dopo le premiazioni di rito cui hanno preso parte Stefano Bosi, Presidente ETTU, la federazione europea del tennistavolo che da giocatore trentasei anni fa fu uno dei protagonisti dell’Italia-Cina di allora, e Michele Barbone, delagato da Gianni Petrucci a rappresentare la Giunta CONI nazionale, accompagnati dal Presidente Sciannimanico, mentre il pubblico in piedi ancora applaudiva e cercava di portarsi a casa qualche souvenir della serata, un balletto tradizionale cinese con tanto di leoni ha dato l’arrivederci ai tremila appassionati che certamente ricorderanno questa esperienza come una bella e riuscita festa di sport che il tennistavolo italiano a voluto regalare ai suoi tifosi, ai suoi praticanti ed anche un po’ a se stesso, dimostrando ancora una volta di avere al suo interno potenzialità e professionalità all’altezza della situazione sia sportiva che organizzativa. Prossime fermate? I Campionati Italiani Assoluti a Termeno ed i Campionati Europei Giovanili a Terni… il treno del tennistavolo è già in partenza.

ARTICOLO SULLA PAGINA PUBBLICITARIA DEL CORRIERE DELLO SPORT
8 novembre
MILANO - E’ stata veramente una bella serata quella che gli appassionati di tennistavolo hanno potuto vivere al Palalido di Milano lunedì scorso, dove si è disputato l’incontro amichevole fra le nazionali di Italia e Cina, che ha avuto nel Montepaschi Siena il suo title sponsor. Un’opportunità creata e voluta dalla Federazione italiana tennistavolo, la Fitet, insieme al Comune di Milano, all’indomani degli scontri e delle manifestazioni delle quali si rese protagonista, nella primavera scorsa, la comunità cinese nel capoluogo lombardo nel quartiere di via Paolo Sarpi.
Un’opportunità colta al volo dai tremila tifosi accorsi al Palalido, anche da altre regioni italiane, compresa una folta rappresentanza dei tanti cinesi che hanno scelto Milano per vivere e lavorare. La Cina, anche per loro, si è presentata nel capoluogo lombardo con una formazione impressionante: il leggendario Liu Guoliang, oggi coach, ha portato Wang Hao, Ma Lin, Wang Liqin, Chen Qi e Ma Long (rispettivamente i numeri 1, 2, 3, 6 e 7 nel ranking mondiale maschile) e poi Zhang Yining, Wang Nan, Guo Yan, Fan Ying e Jia Jun (n. 1, 3, 4, 32 e 115 in campo femminile), tenendo conto delle classifiche più recenti. Guidati dai tecnici Lorenzo Nannoni, un passato di grande giocatore in azzurro, e dall’ungherese Csilla Batorfi, un vero e proprio monumento del tennistavolo femminile con ben cinque Olimpiadi disputate, gli azzurri chiamati a prender parte a questo storico incontro sono stati: Massimiliano Mondello (n.130), Mihai Bobocica (156), Stefano Tomasi (275), Mattia Crotti (460), Wenling Tan Monfardini (n.42 ranking femminile), Nikoleta Stefanova (52), Wang Yu (143) e Tian Jing (194). Come in altri sport, dove atleti come Fiona May e Taimaris Aguero, rispettivamente atletica e pallavolo, ci hanno fatto avere successi insperati, anche nel tennistavolo si gioca con alcuni atleti diventati italiani per scelta professionale e di vita o per matrimonio a conferma della grande permeazione e integrazione cosmopolita, di cui lo sport è uno degli strumenti più evidenti e positivi.
Le gare sono state precedute da una breve cerimonia di apertura con la banda musicale di Milano che ha suonato gli inni nazionali e con un simpatico gruppo rock cinese che ha fornito una performance di ottima qualità. A dare il benvenuto al pubblico sono stati il Console cinese a Milano Zhang Limin, l’assessore Luigi Rossi Bernardi per la municipalità meneghina e il Presidente Fitet Franco Sciannimanico ideatore e regista della serata. La formula di gara concordata tra le due federazioni prevedeva la disputa di quattro singolari femminili ed altrettanti maschili. Si comincia su tre tavoli con tre “azzurre” opposte ad altrettante maglie rosse. Il risultato è scontato in ogni incontro, le italiane perdono tutte per 3-0, ma alcuni scambi riescono a scatenare l’applauso di un pubblico che da subito si dimostra competente ed affascinato dallo spettacolo di straordinario livello messo in campo ancora una volta dalla Fitet qui a Milano dopo l’altra grande vetrina del Top 12 europeo disputato nel febbraio ad Arezzo. A seguire è la volta degli uomini. I cinesi che entrano in campo sono dei miti. Al loro ingresso il pubblico si scalda. Ovazione per Massimiliano Mondello, per lui applausi a scena aperta anche da parte degli spettatori cinesi. Mentre sul campo centrale Mihai Bobocica prova a impegnare il campione del mondo Wang Liqin (n.3 del ranking) ma poi cede 3-0, su un campo laterale Mattia Crotti riesce a compiere l’impresa della vita strappando un set a Ma Lin (n.2 e freschissimo vincitore degli Open di Francia). Il pubblico, galvanizzato da questo piccolo successo, accoglie l’ingresso di Mondello e Wang Hao in un’atmosfera quasi da stadio. Il numero uno italiano regala emozioni e strappa applausi, vince il primo set ai vantaggi 13-11 aiutato da qualche net che spiazza il cinese. Mondello si impegna ma nulla può quanto Wang Hao accelera e decide di dimostrare il motivo per cui è il numero uno al mondo. La serata si conclude con una esibizione-spettacolo di Wang Liqin e Ma Lin che giocano per una decina di minuti mostrando schiacciate, recuperi, salto di transenne e giro di campo continuando sempre a palleggiare. E’ lo show finale. Il pubblico ha apprezzato e si è divertito. Gli spettatori cinesi si gettano a caccia degli autografi dei loro idoli. Le azzurre e gli azzurri protagonisti in campo consci di aver partecipato ad una grande festa dello sport, del loro sport, davanti ad un pubblico da campionato del mondo o finale olimpica, si portano a casa il ricordo di una serata memorabile. Dopo le premiazioni di rito cui hanno preso parte Stefano Bosi, Presidente ETTU, e Michele Barbone, della Giunta CONI nazionale, accompagnati dal Presidente Sciannimanico, mentre il pubblico si alzava, un balletto tradizionale cinese con tanto di dragoni ha dato l’arrivederci ai tremila appassionati convenuti a questa bella occasione di festa e di sport.

Commenti

2 risposte per “La Fitet del copia/incolla”

  1. adygoro ha scritto il 25 Aprile 2008 00:39

    Dico la mia:

    Non c’è bisogno di conoscere le leggi per sapere che questo non si può fare. Nell’ipotesi più grave, si tratta di plagio, che è un reato punito dalla legge. Nell’ipotesi più leggera, si tratta di una scorrettezza. In entrambi i casi, Dario Di Gennaro ha diritto alle scuse da parte della Fitet. Se proprio si voleva usare il suo articolo, si poteva riportarlo integralmente citando la fonte e l’autore, dopo aver chiesto naturalmente l’autorizzazione dello stesso Di Gennaro. Comunque, non si potevano usare brani del suo articolo per il pezzo apparso sul Corriere dello Sport.

    Firmato Ady Dragodetzky :-)

    p.s. che pena !

  2. Il poeta ha scritto il 29 Aprile 2008 11:28

    Non importa che io sto attili non conosca,
    se mi vede meglio che s’imbosca,
    che si cela alla mia e altrui vista,
    è di certo un grande e coraggioso giornalista.

    Come si fa,,,
    copio di qua,
    copio di là,
    che pena mi fa.

    Naturale che se poi s’incolla,
    ci si tagli la vergogna,
    sol straniere sono a bolla
    e italiane alla gogna.

    Io non so, onestamente,
    che cos’hanno per la mente.
    Competenza nulla è noto,
    ma copiar… senza di neuroni un po’ di moto…

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