La vera sfida del pingpong

4 Novembre 2016 da Ping Pong Italia 

Come definirebbe lo spettatore medio il gioco del pingpong? Tattico, tecnico, mentale, fisico? Certo se no non sarebbe uno sport. Ma nel suo svolgimento, il suo andare avanti dallo 0-0 a 11-9 o qualunque risultato esso sia, come vede lo spettatore comune lo svolgimento del pingpong? Uno sport di rapidità, veloce? estremamente veloce? supersonico o terribilmente lento? noioso? episodico?
Guardando le immagini televisive degli spettatori si notano rari momenti di esaltazione e numerosi momenti di noia, sbadigli, occhiate allo smartphone e chiacchiere varie.
A proposito di questo, mi viene in mente che qualcuno una volta mi disse una cosa sul fatto di viaggiare in aereo: volare, è il mezzo più veloce al mondo per chi non ha fretta. Verissimo.
Ecco il ping-pong assomiglia all’idea di prendere l’aereo. A bordo viaggi a 1000 km/h a terra a 0 km/h. Quindi quando andate a vedere una gara di pingpong assicuratevi di non avere fretta.
Dico questo perché recentemente mi sono imbattuto nello studiare i tempi del pingpong, veramente lo avevo già fatto in occasione dei mondiali del Qatar 2004, il risultato di quello studio lo resi noto all’ITTF che convalidò quanto allora affermavo, ma non ne fece tesoro, invitandomi a sperimentare le mie tesi in Italia, infatti girai il tutto a Bosi (allora presidente della Federazione Italiana Tennistavolo) il quale fu da subito interessato ma dopo poco la palla passò al suo successore Sciannimanico e quel lavoro non si sa più dove sia.
Purtroppo dopo 12 anni devo confermare che quello studio è attuale, anzi molto attuale e si registra, come dopo molti anni dall’inserimento del punteggio a 11 e l’adozione della palla a 40mm, uno stato di stallo, di stagnazione del nostro sport che inevitabilmente invece di attrarre pubblico lo allontana.
Attrarre il pubblico e di conseguenza fare più numeri in termini di tesserati è un problema mondiale. E non pensiate che la Cina, per quando enorme, sia un’isola felice, anche loro stanno riscontrando seri problemi.
Se in palestra, nei palazzetti a vedere le gare sono pochi, paradossalmente i numeri sono importanti a livello di web.
Comodità, facilità di accesso, immediatezza dei contenuti, ampia scelta, zapping? Non lo so ma il pingpong sul web attira un pubblico inaspettatamente variegato.
Vorrei quindi sottoporvi alcuni numeri derivanti dalla mia ricerca sulle Olimpiadi di Rio la quale si basa essenzialmente sui tempi netti di gioco e tutto il resto, il non gioco (consigli di panchina, break ogni 6 punti, tempi di attesa prima di riprendere il gioco, cambio di magliette e quant’altro), sono sicuro che rimarrete sorpresi da ciò che è sotto gli occhi di tutti.
Prima di fare ciò, mi vorrei divertire, e spero lo facciate anche voi, a prendere in esame la gara tipo dal punto di visto di uno dei due contendenti:

2′ di riscaldamento al termine dei quali scattano i rituali per la gara, asciugarsi, fare un giro dell’area di gioco, piegarsi sulle gambe, stretching del quadricipite della coscia, si notano sulle gomme alcuni granelli di polvere (non c’è problema) un po’ di fiato sulla gomma, una energica carezza con la mano, una per la nera e una per la rossa e poi classica mano destra o sinistra a seconda delle preferenze in appoggio vicino alla rete come ad asciugare il sudore sul palmo, e quindi ci siamo, è tutto pronto per l’inizio della gara.

0-0

Servizio - risposta non buona – facile attacco vincente.
E via a raccogliere la palla alla transenna, di nuovo, momento di riflessione (hmmm cosa ho sbagliato, fammici pensare, intanto appoggi nuovamente la mano vicino alla retina) mi devo concentrare di più, ah ancora polvere sulle gomme, altre carezze, una per parte.

1-0

Servizio - risposta lunga - terza palla di top - contrattacco perdente.
Stavolta è il mio avversario che va a raccogliere la palla, torna al tavolo, con cortesia mi restituisce la palla per il cambio di servizio e siamo quasi pronti a riprendere il gioco, nel frattempo incrocio lo sguardo con il mio coach che mi fa un cenno che tutto va bene, (contento lui…sono partito malissimo) ci sono sempre quei maledettissimi granelli di polvere.

2-0

Servizio corto - risposta corta – flick – rovescio - passo giro (si chiama cosi?) top - block vincente.
E via a raccogliere la pallina. (hmmm occorre una migliore strategia), questa volta appoggio la mano vicino alla retina ben due volte di seguito e mi strizzo gli occhi come a cercare una concentrazione supplementare), granelli di polvere (che incubo) basta carezze, strisciata sul pantaloncino, una per parte. Multipli rimbalzi della palla sul tavolo o sul pavimento o sulla racchetta, ovunque. Forse ci siamo, cerco lo sguardo del mio avversario che trovo e si riprende.

3-0

Servizio veloce vincente
Avversario sorpreso da tanta audacia.
La mano appoggiata due volte e i rimbalzi multipli pare abbiano funzionato, qualche saltello di auto celebrazione. Solita mano vicino alla retina, e, non si sa mai, strisciata delle gomme sul pantaloncino. Arrotolo la pallina sotto il bordo del calzoncino, così per asciugarla o per togliere altri granelli di polvere. Pronti.

3-1

Servizio corto - flick perdente.
Momento di disperazione, forse è colpa della polvere. Ancora mano appoggiata vicino la retina. La palla è del mio avversario quindi non posso far rimbalzare un bel niente, ma faccio roteare la racchetta attorno alla mano, come un giocoliere. Mi devo concentrare di più, e lo faccio ancora incrociando lo sguardo con l’avversario inviandogli un messaggio del tipo: “ora recupero, ti supero e vinco il set”. La mano mi sembra più sudata del solito, cosa c’è di meglio nell’asciugarla sul tavolo, vicino alla retina? L’ho fatto, lo faccio, lo rifarò, questo è garantito, anzi automatico, a volte indipendente dalla mia volontà, e la polvere? ah certo quasi mi stavo dimenticando, stavolta però uso il gluteo destro.

4-1

Servizio corto - palleggio corto - palleggio lungo sul rovescio - apertura di rovescio - block sul rovescio - rovescio di scambio - rovescio lungolinea -top incrociato – block - top ancora incrociato – controtop – controtop – controtop - difesa alta – schiacciata – difesa –schiacciata – difesa – schiacciata - controschiacciata vincente.
Applausi scroscianti.
Che soddisfazione quel punto. 4-2 (4+2=6 ah bene ora una piccola pausa istituzionale per asciugarsi), dopo aver raccolto la pallina subito a prendere l’asciugamano per asciugare non si sa cosa, nel frattempo penso, guardo in alto, in basso, il pavimento rosso magari cercando qualche difetto, la racchetta, una lampada malfunzionante, il coach, in quei momenti guardo dappertutto, faccio due passi (tanto non guastano), bello asciutto torno al tavolo, faccio anche qualche rituale con la pallina facendola rimbalzare con effetti diversi sulle dita.

4-2

Servizio veloce - scambio lungolinea - recupero alzando la palla - attacco vincente.
E via a raccogliere la palla (hmmm stavolta il servizio lungo non ha funzionato, meglio servire corto) mano sul tavolo vicino la rete, pulizia delle gomme, con la mano, sulla coscia, nel gluteo, con qualunque cosa, qualche movimento di gambe come per riscaldarsi ulteriormente.

5-2

Servizio corto - risposta corta - flick vincente
E via a raccogliere la pallina (hmmm accidenti!!! si aspettava la palla corta, che sciocco. Guardo il coach, cenno di time-out, lui annuisce, “Time-Out”.
E via a raccogliere la pallina (hmmm accidenti!!! si aspettava la palla corta, che sciocco. Guardo il coach, cenno di time-out, lui annuisce, “Time-Out”.
Vado alla panchina, l’allenatore mi dice di fare il mio gioco, di stare attento alla risposta che va un po’ alta, grazie dico ma se non capisco bene l’effetto è un bel casino, lui mi rincuora e mi dice dai che ce la puoi fare, stai duro e concentrato, mi convince. Mi asciugo il sudore che non c’è, bevo anche se non ho sete, obbiettivo: devo far passare il minuto, guardo e riguardo la racchetta, spero mi dica qualcosa, muta, nessun segno se non quei super noiosi granelli di polvere.
Torno al tavolo prima però una sventagliata sul tavolo con l’asciugamano, anche lì si annida la polvere assassina, e poi capatina vicino l’arbitro per depositare l’asciugamano e asciugarsi ancora (ormai l’asciugamano ha raggiunto il substrato di pelle, il derma).
Pronto al tavolo, solita mano in appoggio vicino alla retina con strisciata verso il bordo del tavolo e pulizia delle gomme. Sguardo più concentrato di prima (speriamo)

6-2

Servizio corto - risposta lunga - attacco in “pancia” - block maldestro - schiacciata vincente.
Evvai, lo devo attaccare in “pancia”, ecco la strategia. La mano strisciata verso il bordo pare abbia dato un risultato tangibile. E facciamolo di nuovo, stavolta con alcuni passi nella mia area di gioco e una flessione della schiena.

6-3

Servizio corto - risposta lunga - attacco in “pancia” - l’avversario si gira e controtop vincente.
E via a raccogliere la pallina, (hmmm se lo aspettava, esattamente come prima, quando ho servito lungo, che diavolo dovrei fare per vincere, hmmm block, block, block e poi contrattacco, deciso, d’altra parte Waldner faceva così e ha vinto di tutto e di più. Strisciata della mano, qualche balzello, ora nella risposta al servizio mi piego di più così sembro più concentrato.

7-3

Servizio corto – risposta lunga – apertura di diritto – block attivo vincente.
Mi giro verso il coach come dire visto il block funziona meglio dell’attacco, e questa la strada. Mi sento galvanizzato i 3 punti di differenza non sono poi così incolmabili. Strisciata della mano, stavolta striscio anche la sinistra, non si sa mai.

7-4

Servizio lungo – scambio – attacco – block – attacco – block –attacco –block rallentato – attacco lento – contrattacco vincente.
Cioooléé e applausi.
Non sto più sulla pelle, (7+5=12) pausa istituzionale, appoggio la racchetta, mi vado ad asciugare, onestamente ora qualche goccia di sudore scende dalle tempie (non sembra vero), mi asciugo come se avessi fatto la doccia più lunga della storia, mi asciugo dappertutto, fronte, collo, naso, occhi, orecchie, polsi, braccia, nuca, cosce, ginocchia, polpacci e giù fin le caviglie, spostando addirittura i calzini. Piccola corsetta nella mia area di gioco, qualche movimento di stretching (come se mi dovessi scaldare ancora di più. Sono pronto, anzi no, strisciata della mano, pulizia delle gomme, l’incubo polvere è sempre dietro l’angolo.

7-5

Servizio corto – palleggio che esce-non-esce – palleggio lungo – attacco fuori.
Che delusione, ero così carico e un banale attacco fuori sta pregiudicando tutto. Guardo il soffitto sperando in un’ispirazione, ora che ci penso non lo avevo guardato in precedenza, magari è questa la chiave della gara, forza andiamo avanti. Strisciata, anzi doppia strisciata, strizzo ancora gli occhi e con più vigore cerco lo sguardo verso l’altra parte del campo, duro mi dico.

8-5

Servizio – palleggio lungo –attacco – block –attacco – controattacco vincente.
Siiiiiiii.
Mi muovo più del solito, mi giro, roteo le spalle, i polsi, la racchetta è più stabile del normale, forse mi vuol dire qualcosa, Strisciata, pulizia, pronti.

8-6

Servizio lungolinea vincente.
ACE e applausi copiosi.
Che goduria quando succede questo. Strisciata, pulizia, saltelli, contatto visivo con l’avversario.
Time-Out per l’avversario…me lo aspettavo.
Vado verso la panchina correndo, l’ha raggiungo in un nanosecondo, quasi con un ghigno, il coach mi fa i complimenti per il servizio, bevo acqua, mi asciugo, parliamo di che servizio dovrei eseguire, servi corto sul diritto mi dice, il tuo avversario palleggerà lungo di sicuro e tu potrai attaccare, certo coach, lo farò, tranquillo, dato che ci sono bevo anche un po’ una bevanda energizzante.

8-7

Servizio un po’ lungo sul rovescio – attacco – block – attacco – block –attacco – block fuori.
È di sicuro colpa della polvere, accidenti avrò pulito la racchetta un milione di volte, il coach mi guarda come dire, ma non ti avevo detto di servire corto sul diritto? Mi sento depresso, ha ragione, me ne ero dimenticato, colpa della bevanda energizzante, che scherzi la mente che ci fa. Comunque bisogna andare avanti, strisciata, doppia anzi tripla, pulizia delle gomme sia sulla coscia sia sul gluteo, saltello, cerco di scacciare via la tensione.

9-7

Servizio – corto sul diritto – palleggio lungo – attacco – contrattacco fuori.
Ciooooooo
Aveva ragione il coach. Striscio, pulisco, salto, mi giro, mi piego, sono pronto.

9-8

Servizio - corto sul diritto – flick fuori.
Ciooooooooooooooooo
9+9=18 altra pausetta istituzionale, stavolta più lunga, siamo sul 9 pari, quindi un po’ più di pathos è necessario. L’asciugamano perfettamente asciutto, anche perché in tutto il set non ha asciugato un bel niente. Più lunga è la pausa e più sembra che ci si concentri di più; immaginate un pilota di formula uno o di moto GP che invece di continuare a gareggiare, giro dopo giro, a un certo punto si ferma e si fa una bella pausa così accresce la sua concentrazione e poi riprende la corsa. Qui è il pingpong, non scherziamo, la prestazione mentale è tutto, se ti distrai perdi il punto, e magari il set e magari il match, e già.
Comunque siamo al classico dei classici fine di partita 9-9 quasi una lotteria.
Strisciata, doppia, tripla, pulizia delle gomme e del manico della racchetta, siamo pronti, anzi no, ancora doppia strisciata, sguardi incrociati, chi ha lo sguardo più intenso magari vince, chissà, nessuno lo sa, non è scritto in alcun libro.

9-9

Servizio – risposta corta – palla a rete.
Depressione ai massimi livelli, un’azione talmente di base, il palleggio che è andato a rete è la massima espressione di ingenuità. Mi verrebbe voglia di chiedere un altro time-out.
Striscio, pulisco, guardo il soffitto, il coach, anche l’arbitro e il suo assistente, e il punteggio, quel 10 mi dà un fastidio inenarrabile. Ora tento il tutto per tutto.

10-9

Servizio veloce lungolinea – top incrociato – controtop vincente
Cioooooooooooooooooooooooooo
Che bello quel 10-10, non è così stupendo? Salto, rimbalzo, mi si sono allentati i muscoli della faccia anzi di tutto il corpo. Sono felice e sicuro di me, non mi può fermare nessuno.
Striscio la mano, pulisco la racchetta, il manico, sono un maniaco della pulizia.

10-10

Servizio – palla corta sul diritto – palleggio lungo – apertura –block lungolinea – attacco fuori.
Accidenti, perché stavolta non ha funzionato? Vedere quell’11 dalla sua parte e il 10 dalla mia mi indispone, ma mi indispone davvero tanto. Che fare? Ho il servizio, le ho provate di tutte. Striscio due, tre, quattro volte la mano sul tavolo, deglutisco (cosa, non si sa), guardo la racchetta sperando mi dica qualcosa, un cenno ah sì eccolo, il solito granello di polvere, sono rassegnato ma sono pronto, sto duro, lotterò, lo so che ce la posso fare, il coach è con me.

11-10

Servizio – risposta corta – appoggio corto – palla lunga – attacco di potenza – block vincente.

12-10

Fine della storia.

E ora passiamo ad analizzare i numeri.
Questo game, e forse anche questa lettura, è durato 12 minuti per un gioco effettivo di 1’40”, l’intero match finito 4-2 è durato 75’ minuti totali contro i 9 minuti effettivi.
Lo studio che ho effettuato ha riguardato una serie di gare che hanno riguardato finali per la medaglia d’oro, incontro a squadre, gara di primo turno, quarto di finale, dai maschi alle femmine, insomma uno studio eterogeneo per trovare una conferma, la conferma è che per ogni secondo di gioco ne passano 5-9 di non gioco, un’eternità. Ho naturalmente tutti i dettagli partita per partita.
Per chi gioca sembra tutto normale, ma per chi assiste, credetemi, non è normale.  E con queste premesse vogliamo vendere il pingpong in tv e attirare le masse? Missione impossibile.
La cosa bella di questo sport è il suo ritmo, il vedere i due che si scambiano continui colpi su colpi, anche se lo scambio è breve. Ma se per un motivo o per un altro le pause nel mezzo del gioco sono troppo frequenti ecco che si perde quel ritmo e la bellezza dello sport.
Credo che qualche sforzo in questa direzione andrebbe fatto, naturalmente ho le mie proposte e mi piacerebbe anche confrontarle con voi ma prima di farlo vorrei soffermarmi in alcune altre considerazioni che corroborano le mie idee.

Perché a livello amatoriale ma anche tra i bambini si assiste a un sano divertimento? perché non si preoccupano delle pause, di attese inutili, giocano e giocano di continuo, avete mai visto un bambino che sul 3-3 si ferma per asciugarsi? Porto un altro esempio, come forse sapete Susan Sarandon (attrice premio Oscar) ha aperto dei pingpong social club in alcune metropoli americane, beh l’avventore che si reca a Spin (questo è il nome dei suoi locali) e che inizia a giocare, non ci pensa nemmeno a raccogliere la palla, vorrebbe giocare un altro scambio il prima possibile, un gioco non-stop, infatti ha a sua disposizione un cesto con le palline, qualcuno del personale si preoccuperà quindi di riempirlo con altre palline; La pausa interrompe il ritmo dei clienti e quindi il divertimento, li vedi sudati fracidi ma felici, vincono o perdono il punto sono soddisfatti comunque. E ancora aggiungo, avete mai visto gli atleti che in allenamento, durante i cosiddetti training match, interrompere il gioco ogni 6 punti, asciugarsi di continuo, fermarsi almeno un minuto tra un set e l’altro, chiamare il time-out? Io non li ho mai visti, ma in gara sì, e si fa un uso spropositato di queste pause istituzionalizzate tutto a svantaggio dello spettacolo. Lo spettatore vuole l’azione e la vuole continuativa, non-stop, questa è la vera sfida del pingpong per gli anni a venire.

Ecco alcune proposte che abbiano lo scopo di ridurre i tempi di non gioco, tra l’altro oggi questi provvedimenti appaiono ancor più fattibili in quanto all’allenatore è permesso di dare consigli durante la gara:
1) uso dell’asciugamano ogni 12 punti limitato a 12”
2) dopo il primo set 30” di break in panchina
3) tra il secondo e il terzo set immediato cambio di campo
4) 1 time-out per atleta di 30”
5) ripresa del gioco entro 4-7”
6) eliminare il let nel caso in cui la palla colpisca la rete in fase di servizio.

Commenti

6 risposte per “La vera sfida del pingpong”

  1. mentos ha scritto il 5 Novembre 2016 08:50

    Buongiorno ,
    Si può guardare il pezzo di un puzzle per tre giorni di seguito credendo di sapere tutto della sua configurazione e del suo colore, senza aver fatto il minimo passo avanti: conta solo la possibilità di collegare quel pezzo ad altri pezzi.

    Lei ce lo ha dimostrato !

  2. lelesguizzero ha scritto il 5 Novembre 2016 12:51

    Mi pare un complicare le cose già di per sé abbastanza confuse….

    basterebbe ridurre i set…il 7 set portarlo a 5 e il 5 a 3.

    Abolizione totale time-out.
    1′ tra un set e l’altro.
    Let abolito con punto a chi risponde senza giocare la palla.
    Uso asciugamano ogni 10 punti, così nel caso di 10-10 si può rifiatare (ogni 12 non ha senso, se ne farebbe solo 1 a metà set).

  3. HerbertBallerina ha scritto il 7 Novembre 2016 17:12

    Hallo Max,
    di solito scrivi analisi tecnicamente ineccepibili e anche quando parli di politica sportiva sei ampiamente condivisibile..
    Per la prima volta, rimango stupito nel leggere un intero articolo del genere… (per uno della tua esperienza..).

    Ti faccio 3 esempi, di eventi in cui il mondo sportivo si ferma..
    1: Mezzo mondo si connette in TV e riempe lo stadio olimpici, per guardare già un quarto d’ora prima, Usain Bolt e Tyson Gay togliersi la tuta, scherzare, fare streching lungo la pista, un selfie…
    Dopo 15-20 minuti, con l’eccitazione alle stelle, il mondo, osserva una corsa di 10 secondi.
    Tagliano il traguardo ed il mondo passa altri 15-20 minuti a vederli festeggiare, fare i cazzari in pista .. il mondo che guarda 2-3 giamaicani, 1-2 americani, un francese, un africano, forse un asiatico…

    2: Mezzo mondo si connette alla TV e gremisce lo stadio per 5 ore consecutive…. metà della loro giornata di festa domenicale.. Sta guardando uno svizzero e uno spagnolo che sfidano in una partita di tennis, su un prato londinese.. e a costo di perdere tutta la domenica pomeriggio, soffrono nel vedere chi vince.. se il divino Federer la spunta un altra volta, sul mastino Nadal..

    3: Mezzo mondo si connette alla TV e gremisce le strade, per veder passare un plotone di persone sulla bicicletta.. pedalano per 5-6 ore a 30-40 km l’ora, fino allo sprint o all’ultima salita.. non succede NULLA. Se li vedi dal vivo sull’Isoard.. li vedi passare per tipo 5 secondi..

    La tua analisi sulle tempistiche, sul flip sbagliato, sullo scambio breve o lungo, sulla pausa asciugamano.. NON CENTRA NULLA, NON VUOL DIRE NULLA.

    Il tennis tavolo fa sbadigliare perchè non c’è trasporto.
    Perchè i giocatori Europei che un tempo aveno personalità per scaldare almeno un pochino l’anima degli spettatori non ci sono più; perchè lo sport è dominato da un paese dove la personalità è ancora vista come un difetto.
    Dove Chen Qi, fa volave via una sedia con un calcio e finisce ai lavori forzati.
    Dove Zhang Jike (forse l’unica “star” che avevamo) spacca un tabellone e viene sanzionato con la perdita dell’intero prize money.
    Dove la giocatrice che prende il bronzo olimpico deve ringraziare il caro leader Kim anzichè la propria famiglia o il proprio fidanzato.
    Dove le storie personali, sono tenute così tanto nel cassetto, che basta un africano che arriva ai quarti di finale in un torneo per essere eletto personalità dell’anno (perché di personalità che vincono qualcosa… non c’è ne più).

  4. about.blank ha scritto il 8 Novembre 2016 08:49

    Ok Ballerina, manca il pathos. Manca il culto della personalità.

    Ma converrai con Massimo quando dice che i tempi morti sono troppi e soverchi?

    Nella Super League Cinese si gioca multiball, la pallina viene restituita da boys&girls a bordo campo..

    … per detergere la mano c’è il pantaloncino o la gonnellina, il rito della mano sul tavolo sottorete va bandito.

    Il time out di mezzo minuto è più che sufficiente così come l’ascigamano ogni sei punti.

    Sull’abolizione del let su net al servizio sono scettico ma è sufficiente sperimentarlo per un certo tempo..

    Un Saluto.

  5. GGreco ha scritto il 8 Novembre 2016 12:13

    Concordo pienamente con HerbertBallerina.
    Inoltre il nostro sport ha troppo pochi passaggi televisivi in chiaro, non ha visibilità.
    Personalmente apprezzo parecchio il tennis ed il fatto che esista una emittente televisiva (SuperTennis) che praticamente H24 mi fa vedere del bel gioco.
    Non c’è nulla del genere per il tennistavolo o pingpong come lo si voglia chiamare.
    Badminton (carino ma non entusiasmante) e Paddle (che noia mortale…) a volte passano in SuperTennis o addirittura in RaiSport, o mandano avanti dei programmi di promozione nelle scuole, noi invece?

  6. lelesguizzero ha scritto il 8 Novembre 2016 14:35

    4 max: ma della nazionale italiana maschile ne vogliamo parlare?
    o vogliamo continuare a far finta di niente?

    che dire di bobo:
    stipendiuccio da forze disarmate italiane, stipendiuccio da club austriaco, stipendiuccio da sponsor…

    moglie super bonaxxa…

    ettekredo che della fitet non gliene po’ ffrega de meno!!!!

    PS aggiungiamo che ha un prof di ed. fisica in panca…mentre gli altri hanno ex campioni di livello mondiale…e il quadro è completo.

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