Drago Rosso parte 1

1 Agosto 2005 da Ping Pong Italia 

Lettura di 6 min.

Gli appassionati di tennistavolo hanno un’idea di quello che è avvenuto a Shanghai, ai Mondiali individuali? Certo, conoscono i risultati, sanno chi sono i campioni, ma possono davvero dire di sapere come sono stati questi campionati, che indicazioni tecniche ne sono scaturite, se ci sono state novità di rilievo, come è stata l’organizzazione? Se ognuno di questi appassionati dovesse rispondere sinceramente, potrebbe solo dire “no”, perché le notizie sono state scarse o nulle.
Il problema che vorrei affrontare, quindi, e non solo per quanto riguarda i Mondiali di Shanghai, è quello dell’informazione nel tennistavolo. Credo si tratti di una questione molto grave. Non solo, infatti, questo sport è in sofferenza per lo scarso spazio che gli viene riservato sui quotidiani sportivi e sulla stampa in generale, ma lo è anche per la scarsa quantità e la scarsa qualità delle notizie sui mezzi di informazione specifici del tennistavolo.
Proviamo a ricordare come si fa a sapere cosa succede in una qualsiasi manifestazione, Mondiali inclusi. Si trovano i principali risultati sui quotidiani sportivi (e nemmeno su tutti). Si possono seguire i risultati, con qualche commento, sul sito della Federazione internazionale, l’Ittf, e su quello della Federazione italiana, la Fitet. Si possono vedere alcune fasi delle gare (Europei e Mondiali) su Eurosport, che però ha saltato le fasi finali dell’Olimpiade di Atene perché non c’erano più giocatori europei. A gare concluse, si può leggere qualcosa sul Magazine dell’Ittf e sulla rivista della Fitet, oltre che su quelle delle altre federazioni nazionali.
Insomma, a vedere le gare ci sono solo quelli che hanno un abbonamento alle Tv a pagamento. I risultati e i commenti, inoltre, sono soltanto “ufficiali”, perché su mezzi di informazione che sono gestiti dalle stesse persone, internazionali o nazionali, che organizzano quelle gare. E tante volte i commenti sono affidati agli stessi allenatori o responsabili tecnici delle squadre che partecipano alle gare. Le testimonianze su tutti gli altri aspetti (organizzazione, riuscita dell’avvenimento) sono dei dirigenti dele varie federazioni. Manca completamente, come è facile capire, un qualsiasi spirito critico.
Così, si legge che tutto va bene, che i Mondiali (o altre manifestazioni) sono stati organizzati benissimo, che gli arbitri sono bravissimi, che c’è stato un grande spettacolo. Tutto perfetto, insomma. Del resto, avete mai sentito qualcuno che parla male di se stesso? E non finisce qui, perché ci sono i commenti tecnici sulle gare, che naturalmente assecondano l’andazzo generale: chi vince è il più forte, chi perde è più scarso, mai una spiegazione su quello che succede, mai un chiarimento sul perché ci sia stato un risultato a sorpresa.
Faccio un esempio concreto, così ci capiamo meglio. I Mondiali di Shanghai. Le testimonianze su tutti gli organi di informazione “ufficiali” sono concordi: una organizzazione perfetta, perché è chiaro che in Cina tutto quel che riguarda il tennistavolo è perfetto; Mondiali bellissimi, favolosi, gare interessantissime.
Provo a smantellare questo cumulo di inganni. Comincio a dire che qualcosa di veramente bello c’è stato: il livello tecnico delle gare, con vincitori “veri”, al contrario di precedenti Mondiali; la cerimonia di inaugurazione, favolosa. Detto questo, c’è tantissimo altro di brutto, che non viene citato dai tanti “testimoni” (chiarirò dopo perché metto le virgolette).
Punto primo: l’organizzazione generale. Sono stati i peggiori Mondiali degli ultimi 16 anni. Chi ha parlato di organizzazione perfetta ha citato come esempio solo la cerimonia inaugurale, bellissima come ho già detto, ma non è stato capace di citare nient’altro. Ed ecco com’è andata. I servizi per i giornalisti sono stati inqualificabili. Pensate che non c’era nemmeno l’aggiornamento dei risultati. Non c’erano le schede dei giocatori e si potevano trovare pochissime dichiarazioni degli stessi. A questo si aggiungeva in molti casi l’incompetenza assoluta. Gli addetti al centro stampa non sapevano niente dei protagonisti. Hanno addirittura scritto, in un comunicato ufficiale, che Kong Linghui aveva rivinto il doppio dopo 10 anni, perché lo aveva già vinto nel 1995 a Tianjin. Chiunque abbia un minimo di conoscenza sa che Kong Linghui in quell’anno vinse il singolo e la gara a squadre (pur non giocando la finale), il doppio fu vinto dagli altri cinesi Wang Tao e Lu Lin. I Mondiali di Shanghai, inoltre, sono i primi senza l’opuscolo finale dei risultati completi, perché i responsabili del centro stampa nemmeno sapevano che si dovesse fare, non avevano mai partecipato a una sola edizione dei Mondiali o a qualsiasi gara di tennistavolo.
Ma non è finita. I posti per i giornalisti erano a dir poco ridicoli. La tribuna stampa era fatta malissimo, si potevano vedere i tavoli di gioco solo dalle prime due file, perché l’altezza degli scalini era stata calcolata male, troppo bassi. Dalla terza fila in poi, bisognava alzarsi in piedi per vedere. Può sembrare un’esagerazione, ma è proprio così.
E le pecche, naturalmente, non riguardavano solo i giornalisti, ma tutto, dagli spettatori ai giocatori. Nella sala principale, la disposizione dei tavoli era così sballata che i giocatori per andarci e per poi uscire dovevano effettuare una specie di gimkana. Due tavoli al centro, altri di sguincio, le dimensioni delle aree di gioco tutte diverse l’una dall’altra. La situazione peggiorava nelle altre sale, specie di casbah con tavoli, transenne e posti per il pubblico ammassati uno sull’altro. C’era sì e no un metro e mezzo di spazio fra il pubblico e le transenne. Gli spettatori andavano avanti e indietro senza alcuna interruzione e i giocatori che si trovavano di fronte alle tribunette vedevano sullo sfondo una marea incessante di gente che si muoveva, con ovvio disturbo nella visuale della pallina e della concentrazione. In più, c’erano solo 16 tavoli per il riscaldamento, molto pochi per una manifestazione di questa portata.
Non è stato uno spettacolo degno dei Mondiali e la causa è tutta nella presunzione degli organizzatori di Shanghai, non degli uomini della Federazione cinese, che invece sono fra i migliori al mondo. Ma di tutto questo chi non è andato a Shanghai non ha saputo nulla.
Volontà di nascondere? Certo, c’è la mancanza di spirito critico. Lo trovate un dirigente di una qualsiasi Federazione che dice che le cose sono andate male? Ma c’è anche un altro motivo nella mancanza di informazione quando a garantirla sono solamente fonti “ufficiali”. E arrivo al motivo delle virgolette che prima ho aggiunto alla parola testimoni. I dirigenti di ogni Federazione che vanno ai Mondiali delle gare vedono al massimo il 10 per cento. Non sto esagerando, è proprio così. I dirigenti partecipano alle assemblee che si svolgono durante i Mondiali, stanno tutto il giorno in una sala ad ascoltare relazioni, a discutere e votare nuove regole e nuovi regolamenti, votano per l’elezione degli organismi dell’Ittf e delle varie commissioni. Quando tutto è finito, vanno in palestra e guardano le gare per una mezz’oretta. Molti di loro, inoltre, nemmeno le guardano, perché vanno nelle sale Vip a bere e mangiare e quando vanno nella tribuna Vip nemmeno guardano cosa succede sui tavoli, si mettono a parlare tra loro. E molti, udite udite, si addormentano. Non sto scherzando, ci sono stati giocatori e giocatrici che si sono pubblicamente lamentati per questo che è un vero affronto a loro, fatto da autorevoli rappresentanti internazionali in tante manifestazioni importantissime. Qualcuno, infine, nemmeno aspetta la fine delle gare, ma va a farsi una gita in qualche bel posto famoso, cosa che è capitata anche in Cina.
E allora, quale testimonianza mai potranno portare una volta tornati nei loro paesi, cosa mai scriveranno sulle riviste delle loro federazioni? Diranno che è stato tutto meraviglioso, l’organizzazione era perfetta e che sono stati Mondiali grandissimi.
Ma le vere indicazioni riuscirete mai ad averle? Saprete per esempio che un arbitro è stato cacciato per aver detto il falso quando è stato interrogato dalla Commissione tecnica a proposito di un episodio controverso? Nessuno ve lo dirà, ma è quello che è successo ai Mondiali di Parigi 2003.
E nessuno vi dirà che ai Mondiali a squadre 2004 in Qatar sono scoppiate le polemiche sugli arbitri per la loro sbagliata applicazione della regola sul servizio. Uno degli arbitri, addirittura, chiese che fosse espulso uno spettatore che stava protestando per le sue decisioni, a riprova del fatto che gli arbitri pensano di poter comandare su tutto, non solo sui giocatori. E gli esempi potrebbero continuare all’infinito.
Ma quello che è importante sottolineare è la mancanza di informazione per tutti gli appassionati, tenuti al buio per malafede o per semplice incompetenza. Il vero tennistavolo, purtroppo, è ancora un mistero. Le verità “ufficiali” devono essere cancellate. Ed è quello che proverò a fare. Appuntamento ai miei prossimi interventi tecnici sui Mondiali di Shanghai, gara per gara, e a quelli su tanti altri aspetti, dalle nuove regole agli arbitri alla regressione tecnica di questo sport che viene spacciata per evoluzione.

Commenti

2 risposte per “Drago Rosso parte 1”

  1. Alessio ha scritto il 24 Agosto 2005 12:43

    commerciali qualche giorno dopo, ora hai capito chi siamo?? un saluto da entrambi

  2. Alessio ha scritto il 24 Agosto 2005 13:13

    dimenticavo: era inoltre impossibile sapere su che tavolo e quindi in quale palestra si svolgevano gli incontri del giorno. Se aggiungiamo il fatto che una volta usciti dalla palestra principale non ci era consentito rientranvici nello stesso giorno di gare, capite quanto la cosa fosse fastidiosa…

    devo ringraziare i giocatori stessi e una paio di “giornalisti” presenti i quali di volta in volta gentilmente mi aggiornavano sul programmma della giornata in modo da poter organizzare gli spostamenti da una palestra all’altra!!!

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