La replica al Grande Slam del Drago Rosso

2 Novembre 2005 da Ping Pong Italia 


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I commenti al Grande Slam nel ping pong credo meritino un approfondimento della questione e, in alcuni punti, un chiarimento. Vorrei cominciare proprio col chiarire una cosa fondamentale, messa in rilievo da Francesco, prima di passare alle osservazioni, che ritengo interessanti e giuste, di Siciliano.
Mi sembra chiaro, ma è opportuno ribadirlo, a proposito di quanto detto da Francesco, che il concetto del Grande Slam non potrà mai presupporre una equivalenza dei tornei che lo compongono. Non c’è alcuna discussione, quindi, sul fatto che Olimpiadi e Mondiali siano le gare più importanti per costruire una leggenda del tennistavolo. Allo stesso tempo, non si può nemmeno pensare a un Grande Slam con sole due gare. Così nel tennis, è chiaro che non c’è alcun paragone fra Wimbledon e gli Open di Australia.
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Ed è altrettanto pacifico che nessun giocatore scambierebbe la vittoria a Wimbledon con quella negli Open d’Australia o con quella del Grande Slam. In proposito, voglio ricordare un fatto interessante. Fino a una ventina di anni fa, gli Open d’Australia erano gli ultimi che si disputavano nel corso dell’anno. Ma, siccome a quel punto nessun giocatore (o giocatrice) aveva vinto i primi tre del Grande Slam, quasi nessun campione andava in Australia e quel torneo era diventato di livello molto basso. Gli organizzatori ebbero una pensata intelligente: spostarono il torneo a gennaio, prima degli altri tre. Così, tutti i più forti giocatori furono costretti a parteciparvi, proprio per garantirsi una possibilità di vincere il Grande Slam. Da quel momento, gli Open d’Australia sono ridiventati il grande torneo che fu negli anni Cinquanta, anche se, naturalmente, di importanza assoluta inferiore a Wimbledon.
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L’esempio serve a dimostrare che il Grande Slam ha comunque un valore di rilievo, tant’è vero che adesso tutti i più forti vanno in Australia con l’unico motivo di garantirsi la chance per il Grande Slam.
Tornando alla questione principale, nel tennistavolo nessun giocatore scambierebbe una vittoria alle Olimpiadi o ai Mondiali con una nella Coppa del Mondo o al Master.
Quindi, non c’è alcuna contrapposizione su questo punto. Ma questo non vuol dire che il Grande Slam non possa esistere. Esiste e ha un valore ben definito, che sarà comunque inferiore a quello di Olimpiadi e Mondiali nel tennistavolo, a quello di Wimbledon nel tennis. Il punto su cui si sta discutendo è quali gare inserire nel Grande Slam del tennistavolo, che comunque avrà, per forza di cose, valore inferiore all’oro olimpico o mondiale.
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Passo così agli appunti di Siciliano. Dicevo che li considero giusti e interessanti. Il problema è che, almeno per il momento, non sono applicabili al Grande Slam del tennistavolo a causa di pecche proprie del mondo di questo sport. In effetti, sarebe giusto avere quattro grandi tornei, ma, purtroppo, non ci sono e, peggio, non ci sono mai stati, né il problema può essere risolto solo con il montepremi, perché le pecche sono a monte, nelle organizzazioni, nelle Federazioni nazionali. Un paio di esempi significativi. Un grandissimo torneo sono stati gli Open di Jugoslavia, che non esistono più, perché non c’è più la Jugoslavia come era una volta e perché l’attuale Jugoslavia (Serbia e Montenegro) non ha la forza per organizzarli. Ed è un peccato perché dalla Jugoslavia il tennistavolo ha avuto tanto, non solo come giocatori.
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Faccio solo notare che le migliori riprese televisive le hanno fatte proprio in Jugoslavia, battuta anche la Cina. Altro grande torneo. Per la qualità dei partecipanti, il torneo migliore nella storia del tennistavolo sono forse gli Open di Svezia. Eppure, persino per un appuntamento così importante, in una nazione fondamentale per il nostro sport, non c’è la sicurezza che si svolga ogni anno. Non ci sono stati nel 2002 (quando la Svezia decise di organizzare il Master, a Stoccolma), non ci saranno l’anno prossimo. E se proprio una nazione come la Svezia non garantisce il suo torneo, peraltro il più importante di tutti, come facciamo ad avere la sicurezza di 4 tornei l’anno per il Grande Slam? Informazione supplementare a proposito della Svezia: c’è crisi economica anche per loto, tant’è vero che negli ultimi dieci anni tutti gli allenatori più bravi hanno lasciato la nazionale e sono andati all’estero.
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Non è finita, perché neppure gli Open di Cina, che potrebbero essere un altro torneo da Grande Slam, hanno le giuste garanzie, in questo caso, non per colpa dei cinesi, che i soldi ce li hanno eccome. I problemi sono due per gli Open di Cina. Il primo: pochi giocatori ci vanno, probabilmente per la distanza, forse perché pensano di trovare un livello tecnico troppo elevato e quindi di essere sbattuti fuori al primo turno (sto parlando dei giocatori medi), ma quasi sicuramente perché le attività dei campionati nazionali, in special modo quello della Germania, vanno a cozzare con gli appuntamenti internazionali. Così, gli Open di Cina, paradossalmente, sono il torneo con il minor numero di giocatori rispetto a tutti gli altri, anche a quelli più scarsi. Il secondo problema: riguarda i rapporti fra Cina e Ittf. La Cina ha un contratto con uno sponsor, che garantisce una barca di soldi, l’Ittf ha stipulato (dopo che la Cina aveva già il suo sponsor) un contratto con un altro sponsor per i tornei del Pro Tour.
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Risultato: la Cina organizza due Open perché non può rompere il contratto con il suo sponsor (ripeto: contratto firmato due anni prima che l’Ittf ne trovasse uno suo). Così, quale dei due Open dovrebbe essere inserito nel Grande Slam? E quale dei due sopravviverà, visto che i contratti con i due differenti sponsor sono di lunghezza diversa? Negli ultimi anni, in proposito, si è verificata questa situazione: alcuni giocatori europei hanno scelto di partecipare agli Open di Cina che si svolgevano dopo per poterli abbinare agli Open del Giappone, che si svolgono una settimana dopo i “secondi” Open di Cina, in modo da concentrare i viaggi nell’arco di due settimane e tornare ai campionati nazionali in Europa, soprattutto in Germania. Non a caso, gli Open col maggior numero di partecipanti sono proprio quelli di Germania, perché vi giocano tutti i pongisti, di differenti nazionalità, del campionato tedesco.
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Ma questo non vuol dire che la qualità sia automaticamente alta, perché, come nel caso di quest’anno, la Cina manderà una squadra con i soli giovani, senza i più forti, a causa dell’accavallarsi di date e di impegni che hanno letteralmente distrutto fisicamente i vari Wang Liqin, Ma Lin, Wang Hao, Chen Qi e Kong Linghui, tanto che sono crollati alla Coppa del Mondo, dopo essere arrivati alle 2 del mattino ed essere scesi in campo 8 ore dopo, qualcosa di allucinante. Tutto questo, inoltre, porterà a sconvolgimenti anche al Master di quest’anno, ma di questo problema parlerò in un altro mio intervento nei prossimi giorni.
Come può constatare Siciliano, che probabilmente non avrebbe mai immaginato di poter dare origine, col suo intervento, a queste complesse e lunghe spiegazioni, la situazione è davvero complicata.
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Dal concetto di Grande Slam siamo arrivati alle questioni ancora più grandi di organizzazione internazionale, purtroppo irrisolte e affrontate malamente dai dirigenti dell’Ittf. Tra l’altro, posso ben capire che l’appassionato, senza queste informazioni, che nessuna fonte ufficiale dà, non arriverà mai a immaginare che problemi ci siano nel mondo del tennistavolo. Ecco perché insisto sul discorso dell’informazione.
Comunque, torno ai suggerimenti di Siciliano. In questa situazione, abbinare il Grande Slam ai Tornei internazionali è quasi impossibile. C’è bisogno di rifondare il tipo di organizzazione, ma ci vuole l’accordo fra le Federazioni internazionali, quelle vecchie e quelle nuove (come il Qatar, per esempio, che garantisce soldi senza fine), ci vuole una Ittf illuminata, che sappia garantire il giusto equilibrio. Per il momento, niente di tutto questo.
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Così, gli unici punti di riferimento per il Grande Slam, sono Olimpiadi e Mondiali in prima fila, con Master e Coppa del Mondo dietro. E’ chiaro che il Grande Slam composto in questa maniera è atipico, perché le Olimpiadi si svolgono ogni 4 anni e i Mondiali individuali ogni 2, ma, da questo punto di vista, non c’è niente da fare. Dobbiamo accettare un Grande Slam particolare, non legato al singolo anno, ma a un periodo più lungo. Non dico che sia migliore o peggiore, è semplicemente diverso da quello del tennis e può essere accettato o rifiutato. Ma, stabilito che, almeno finora, non ce n’è un altro, possiamo tentare di vedere quali sono i pregi e i difetti, anche di quello del tennis. Infatti, se è vero che noi non abbiamo i tornei di grande tradizione, come Wimbledon nel tennis, è anche vero che loro non hanno i Mondiali, oltre al fatto che le Olimpiadi nel tennis non hanno alcun valore.
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Inoltre, il Grande Slam nel tennis potrebbe essere vinto da un giocatore che azzecca una stagione formidabile e poi sparisce (non è mai accaduto, vale come discorso di principio). Con questo tipo di Grande Slam nel tennistavolo, si ha la sicurezza che solo un vero grande campione lo possa vincere, perché la sua bravura deve durare almeno 4 anni.
In conclusione, mi rendo conto che comunque è un Grande Slam diverso da quello cui siamo abituati nel tennis, perciò ci possono essere remore nell’accettarlo, ma rendiamoci anche conto che storia e tradizione sono diverse per ogni sport, per cui penso che il tennistavolo non debba avere paura di distinguersi per qualcosa di specifico. Ognuno degli appassionati, naturalmente, può prospettarne uno suo.
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Il punto fermo da cui ero partito era però un altro: il Grande Slam prospettato dall’Ittf, con tre gare (Olimpiadi, Mondiali e Coppa del Mondo) è da incompetenti, perché il Master è superiore alla Coppa del Mondo e quindi o comprende 4 gare oppure solo 3 ma con il Master al posto della Coppa del Mondo. E io credo che questo Grande Slam, con 4 gare, sia il migliore. Se qualcuno ne vuole prospettare altri, il blog di Costantini è una occasione adatta per discuterne.

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