DOPO TERNI, RIPARTIRE O PROSEGUIRE ?

27 Aprile 2007 da Ping Pong Italia 

Si sono chiusi i Giovanili 2007 (giusto per non dire il solito “…è calato il sipario sui CIG di Terni…”, troppo da sito Fitet, mielosamente “attiliesco” per usare una specie di ossimoro, se poi lo è).

Vorrei tirare le orecchie all’amico Massimo, che ne ha tratto spunto per stilare crudeli classifiche di medagliere e monetizzazione dello stesso, con tanto di decimali, ma come dargli torto, non è forse questo questo che paion divenuti i CIG? L’appuntamento principe e conclusivo della stagione dei giovani che una volta vi intravedevano un sogno, anche solamente a prendervi parte tramite durissime qualificazioni regionali per chi era alle prime armi, ora prende sempre più le sembianze di un pacchetto (pare denominato Progetto Giovani) che racchiude i valori dei presidenti e delle società dei ragazzini che valgono contributi, premi, punti e voti.

E’ triste, molti di noi non vorrebbero che fosse così, alcuni tenteranno di dissuaderci da questa “interpretazione”, ma come non pensare che i bimbi più bravi possano diventare “merce pongistica” di scambio (manca oramai solo l’obbligo di schierarne qualcuno in una qualche prossima assurda regola di campionati a squadre, nell’ottica di copiare sempre le cose peggiori e meno adatte dalle altre discipline sportive). Per chi pensa non sia così ho un esempio che insinua il dubbio: …… martedì primo maggio si giocherà la partita di B1 del girone C, tra l’Asola dell’astro di questi ultimi Italiani Giovanili, Marco Rech, contro il Cortemaggiore di Dernini e Ferrini. Una delle gare a squadre più attese dell’anno e credo che ci saranno almeno uno spettatore in più di quelli della semifinale scudetto maschile di andata (cattiva questa, ma è la verità…!).

Darei favoriti i lombardi, ma se dovessero vincere gli emiliani (e domenica 29 il Consiglio Federale facesse dietro front sulla libertà di cessione dei diritti sportivi), cosa farà Marco Rech l’anno prossimo? Dove giocherà una stagione adatta al suo momento di crescita e maturità tecnica? Qualcuno offrirà un “programma” o un conseguente “ingaggio risarcitore” al suo presidente e al suo tecnico o anche quest’ultimo seguirebbe il ragazzo? Vedete quante cose dovremmo chiederci.

E dopo nascerebbero nuove critiche, nuove invidie, nuove accuse, di accentramento di potere, nuove difese e arrampicate sugli specchi per giustificare il bene che si sta facendo e avanti così con un nuovo “Progetto di Crescita” che magari distribuisca altri voti e pesi (perché i soldi non sono poi la parte più importante della tabellina finale) e così ripresentarsi come quattro anni prima, illudere tutti, compresi tanti di quelli che adesso criticano ed altri che lo fanno dal momento dopo aver lasciato nell’urna la scheda con la preferenza per il Presidentissimo che trova un’altra “Vallettona” che porta un sacco di soldi che servono a fare un mega Top12 Europeo, ma che finiscono per quello Italiano (che forse è meglio, così non se ne buttano altri), che cambierà un’altra formula di campionato per adattarsi ad un’altra TV, la quale, sempre che mandi la partita fonte di discussione, apparirà a tutti una volta di più ripresa male, commentata peggio e disertata dal pubblico.

Quindi la domanda è proprio quella del titolo; proseguire così o ripartire da qui, girarsi e tornare al senso di una crescita ed uno sviluppo del Ping Pong, se non di tutti, di quanti più possibile contribuiscano alla scoperta di giocatori da migliorare ovunque il nostro lungo territorio peninsulare li faccia nascere?

A Terni si sono fatte anche riunioni dove si è parlato delle “fatiche sinergiche” che con la buona volontà di tutti insieme si potrebbero utilizzare per fare sempre meglio.

Questa affermazione, se non proprio così espressa o sintetizzata, mi è tornata in mente quando, prima di lasciare Terni lunedì sera, ho visto terminare in brevissimo tempo la finale a squadre juniores femminile più veloce della storia, sancita da una magari giusta ( ma non sono entrato nel merito, ho solo registrato i pianti delle presunte colpevoli) espulsione dopo il primo set del primo incontro. Che sia stata colpa dell’atleta o fretta “dell’arbitressa”, a questo siamo arrivati, c’erano altre due giornate di gare, ma per me i CIG 2007 sono finiti lì, con l’amarezza o disperazione di un vice presidente federale, non più pimpante come due anni or sono, che tentava la protesta con la Giuria in un improbabile rientro della drastica (è dir poco) quanto assurda decisione. Nessuna pietà.

Nel primo pomeriggio si era parlato di regole, campionati e cambiamenti. Del lavoro di una Commissione creata (forse un po’ tardi) che ha fatto (anzi tentato) proposte che parevano studiate, sensate, elaborate, mirate, ma che spesso a confronto (e questo è stato positivo) con alcune (non molte però) società risultano sempre interessanti per alcuni ma svantaggiose per altri. Il proprio orticello (comprensibilmente) è sempre l’attenzione maggiore del tipico dirigente-pongista italiano, nel giustificante timore di vedersi sparire o volatilizzare il tesoro creato, ereditato o sudato con passione o più fortuna di altri.

Qualsiasi tentativo si possa fare non potrà mai essere condiviso dal 100% degli affiliati e questo è normale, ma sfugge il motivo principale, da troppo tempo stiamo navigando senza un riferimento preciso ed ogni piccolo miglioramento che si prova, da molti può esser visto come un cambiamento peggiorativo … e magari è proprio così.

Dovremmo invece discutere regole che dividono e provocano vantaggi e svantaggi nel loro meccanismo, ma per quelle siamo sempre gli ultimi, in una “sinergica attesa” che vengano decise da un prossimo Consiglio Federale, ad aspettare che ci venga dato di sapere (parlo dell’improvvisa e tardiva pubblicazione della delibera CONI di interpretare la cessione dei diritti sportivi che ora sembra impaurire per il minaccioso profilarsi di un nuovo Gruppo Antagonista Investitore, così come della regola di libero utilizzo degli atleti, a vantaggio di chi ha più giocatori forti in riserva, da sfruttare per la vittoria dei serbatoi di seconde squadre a scapito delle piccole società che non hanno fontane di soldi per creare vivai che recuperino in contributi le spese sostenute. O ancora del sovrapporsi di attività che impoveriscono gli sforzi dei comitati regionali, ampliano il calendario sino a sfinire chi gioca per passione spesso a contatto o in squadra con chi lo fa con speranze di semiprofessionismo. La “bollitura” di giovani atleti che giocano tutto l’anno in tutti i contesti per dare forza alle loro società e poi magari giungere sfiniti all’unico Europeo della loro vita. O anche i campionati a squadre che umiliano il livello tecnico dei confronti e deprimono i raggruppamenti regionali, quando una drastica riduzione o presa in considerazione dei concentramenti farebbe svolgere superiore numero di partite agli atleti con più week-end liberi per impegni di lavoro e crescita tecnica per società e nazionali. E cos’altro devo ancora dirvi? Avrò parlato a sproposito una volta di più per alcuni e noiosamente delle stesse cose per altri, ma qui dentro è il problema.

Finchè non si partirà da un primo punto fondamentale, l’interesse comune per la crescita del Tennistavolo Italiano, per andare a giocare un Europeo con giocatore tifati da tutti non si solleveranno i dubbi di chi poi si chiede se la Batorfi viene per allenare un’atleta dell’Italia o del Castel Goffrdo, indipendentemente che poi siamo tutti contenti che diventi forte e vinca.

Commenti

una risposta per “DOPO TERNI, RIPARTIRE O PROSEGUIRE ?”

  1. dico lamia ha scritto il 28 Aprile 2007 15:48

    Va bene che non sei di poche parole ma … è impossibile sperare in interventi un pò più mirati e sintetici che aiuterebbero, i rincoglioniti come il sottoscritto, a capire qualcosa di quello che hai scritto?

    Ripartire? Fermarsi? Entrambe le espressioni presuppongono che ci sia stato, comunque, un movimento in avanti!

    A mio avviso siamo stretti parenti dei gamberi!

    Ciao bello.

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