Le ultime gare del 2006

11 Marzo 2007 da Ping Pong Italia 

Come al solito, con dovizia di particolari il Drago Rosso non ha mancato di assistere agli ultimi eventi del 2006 che sono stati: i Giochi Asiatici di Doha (QTR), il Master di Hong Kong ed il Torneo dei Campioni che si è svolto in Cina. Eccovi il resoconto dettagliato.

del Drago Rosso

Il finale del 2006 è stato caratterizzato da un numero maggiore di importanti avvenimenti rispetto agli altri anni. Oltre alle Finali del Pro Tour (che io chiamo Master perché è questo il termine che meglio le definisce, esattamente come avviene nel tennis), ci sono stati i Giochi Asiatici, una specie di Olimpiade dell’Asia che si svolge ogni 4 anni, e il Torneo dei Campioni, una gara nuova, inventata da una Tv cinese. Visto che non se ne è parlato molto, do qualche informazione su queste gare, che hanno riservato secondo me alcuni spunti interessanti.

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GIOCHI ASIATICI
Si sono svolti a Doha, in Qatar. E’ l’edizione più a ovest che ci sia mai stata per questa Olimpiade asiatica, che è una copia dell’Olimpiade vera ed è programmata negli anni pari a metà fra una edizione e l’altra dei Giochi. Ha qualche sport in più, caratteristico dei paesi orientali. Ad esempio: il wushu (disciplina di arti marziali), il sepak takraw (una specie di pallavolo fatta coi piedi, con squadre di 3 elementi), il kabbadi (che ricorda i nostri giochi di strada dei bambini, vince chi riesce a toccare l’altro), il soft tennis (il tennis con palle più leggere).
Nel tennistavolo sono previste tutte e 7 le gare dei Mondiali, l’unica differenza è che ogni nazione non può schierare più di due rappresentanti per gara. La Cina (senza Wang Liqin e Zhang Yining, rimasti a casa a riposare) ha vinto 6 ori e ha lasciato a Hong Kong quello del doppio, dico che lo ha lasciato perché si è visto chiaramente che glielo hanno fatto vincere, per favorire una avanzata di Hong Kong nella classifica generale per nazioni. Del resto, un oro in più o in meno alla Cina non interessava, visto che ha stravinto i Giochi.
Nelle due gare a squadre, si possono trovare un paio di cosette interessanti. Comincio da quella maschile. Da notare che in Cina-India (3-0 per i cinesi, naturalmente), Ma Lin è riuscito a perdere un set nell’incontro con Saha (il primo, a 3) e ha faticato molto nel terzo (vinto 13-11). L’indiano ha saputo invischiare il gioco di Ma Lin, facendolo innervosire. Quando Ma Lin è riuscito a impostare la sua azione, non c’è stato niente da fare, ha vinto a 4 a 1, ma si è visto quanto soffra mentalmente la difficoltà ad aprire il gioco se l’avversario lo spezzetta continuamente, sia con i colpi, sia con qualche ostruzionismo. Ricordo che il tecnico dell’India è ora un rumeno, Begone, che già aveva allenato in Svezia, nei club. La scuola rumena si fa riconoscere. In finale, la Cina ha battuto 3-0 la Corea del Sud, ma credo che la partita sarebbe stata più combattuta se la formazione sudcoreana fosse stata impostata diversamente. Joo Se Hyuk è stato piazzato come numero 3, un solo incontro con Chen Qi. Eppure, si conoscono bene le difficoltà di Ma Lin e Wang Hao con i difensori, tant’è vero che ai Mondiali di Parigi 2003, entrambi da favoriti per la vittoria finale, persero proprio con due difensori, lo stesso Joo Se Hyuk e Chen Weixing. La Corea fa un favore alla Cina schierando Yoo Seung Min nei primi due (oltre a Oh Sang Eun, decisione giusta questa) e la gara è persa prima di cominciare. Wang Hao fatica solo nel primo set contro Yoo Seung Min, poi ci passa sopra. Ma Lin deve sudare di più con Oh Sang Eun, ma al quinto set chiude a 3. Chen Qi vince 3-1 con Joo, ma, dopo una partenza sparata, sta per cedere. Il quarto set, vinto a 9, non sa nemmeno lui come lo ha portato a casa. E comunque Joo dimostra di stare lì, a un passo dalla vittoria, il che fa aumentare i dubbi su cosa sarebbe successo se fosse stato impiegato nei primi due, contro giocatori che lo soffrono.
Fra le donne, inutile parlare della scontata e facile vittoria della Cina. Faccio riferimento solo all’argento di Singapore, favorito però dal suicidio di Hong Kong, le cui giocatrici hanno spaventosi alti e bassi, e dall’altrettanto sconcertante comportamento della Corea del Nord. Nella partita decisiva della semifinale, sul 2-2 con Singapore, Kim Jong va in vantaggio di due set con Sun Beibei e poi perde a 10 al quinto, dopo aver sprecato tutto il possibile e l’impossibile. Il tecnico di Singapore si chiama Liu Guodong ed è il fratello di Liu Guoliang. Molti dicono che abbia avuto quel posto non per meriti suoi. In effetti, nonostante l’argento nella gara a squadre, si ha netta la sensazione che non sia granché.
Negli individuali, nessuna sorpresa. Nel doppio maschile Ma Lin e Chen Qi hanno platealmente concesso
l’oro a Li Ching e Ko Lai Chak, di Hong Kong. Nel misto, lo stesso Ma Lin e Wang Nan hanno regolato i sudcoreani Lee Jung Woo e Lee Eun Hee. Nel doppio femminile, senza problemi Guo Yue e Li Xiaoxia su Tie Yana e Zhang Rui, di Hong Kong. Nel singolo maschile, l’unico a poter impensierire i cinesi, il sudcoreano Oh Sang Eun, è inciampato in Li Ching, che poi ha perso in semifinale da Ma Lin. Nell’altra semifinale, facile vittoria di Wang Hao su Yoo Seung Min, a ulteriore riprova che i cinesi, all’Olimpiade, hanno letteralmente gettato al vento l’oro, con Wang Hao che in quell’occasione ha perso l’unica partita della sua vita con Yoo Seung Min. In finale, Wang Hao non ha alcun problema con Ma Lin, 4-1. Fra le donne, i cinesi hanno deciso di schierare l’esperta Wang Nan e la giovane Guo Yue. Quest’ultima merita un capitolo a parte, per spiegare come funzionano le cose in Cina. Dopo aver perso un incontro della finale mondiale a squadre, a Brema 2004, contro Tie Yana (Hong Kong), Guo Yue è stata messa sotto accusa da tecnici e giornalisti cinesi. Insomma, la ragazza che ha tutti i record di precocità, che ha vinto il titolo mondiale a squadre a soli 15 anni, non può neanche perdere una partita, altrimenti rischia di essere esclusa dalle gare più importanti, a soli 18 anni e nonostante sia numero 2 del mondo. E in effetti, anche per motivi disciplinari, il tecnico della nazionale femminile, Shi Zhihao, ha deciso di non farle giocare gli ultimi Pro Tour del 2006, impedendole così di qualificarsi alle Finali e facendole perdere posizioni nella classifica mondiale. L’ha iscritta solo ai Giochi Asiatici, che così sono diventati per Guo Yue una vera e propria gara di appello. I giornalisti cinesi presenti a Doha dicevano addirittura che Guo Yue stava per essere cacciata dalla nazionale. Ovviamente, non era così e io lo sapevo, ma questo serve a capire che clima si respira in Cina non appena si perde una partita. Guo Yue, però, ha dimostrato il suo valore, vincendo tre ori: singolo, doppio e squadre (quello del doppio misto no, solo perché non è stata iscritta). Nel singolo ha dovuto soffrire solo in finale, contro Tie Yana, che aveva eliminato Wang Nan in semifinale. Sul 3-3, comunque, Guo Yue ha dominato e si è presa la rivincita su chi aveva dubitato di lei. La rivincita è poi continuata all’inizio del 2007, quando ha vinto 3 Pro Tour su 4, ma questa è un’altra storia che racconterò in seguito.
Concludo ricordando che la Corea del Sud e la Corea del Nord non hanno vinto nemmeno un oro. Erano state protagoniste nella precedente edizione, nel 2002, quando avevano provocato un vero sconquasso nella Cina. La Corea del Nord aveva vinto la gara a squadre (Wang Nan perse due punti nella finale), la Corea del Sud il doppio (Lee Eun Sil e Suk Eun Mi su Zhang Yining e Li Nan in finale dopo aver annullato un matchball). Due sconfitte fra le donne per la Cina sono un vero affronto. A pagare fu il tecnico della nazionale femminile, Li Xiaodong (per la cronaca, padre di Li Qianbing, che gioca in Austria), che fu sostituito da Lu Yuansheng. E dopo quei Giochi l’intera nazionale cinese maschile e femminile (non solo chi aveva giocato quelle gare) fu punita per quei due ori mancati con decisioni durissime: ogni giorno, alla fine degli allenamenti, la sera, 10 chilometri (proprio così, 10 chilometri) di corsa in più. Credo che questo serva a dare un’idea ulteriori sui motivi per i quali la Cina vince così tanto.

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MASTER
Le Finali Pro Tour, che io chiamo Master, si erano già disputate a Hong Kong nel 1997 (era la seconda edizione), il singolo maschile fu vinto da Samsonov su Wang Liqin, quello femminile da Li Ju su Wang Nan. Per questa undicesima edizione si è tornati a Hong Kong, dopo la ridicola edizione del 2005, a Fuzhou, quando la Cina, per protesta contro le regole imposte dall’Ittf, si presentò con un solo giocatore per gara (nel maschile il 17enne Ma Long). Stavolta, quindi, si è tornati a fare le cose sul serio, ad avere risultati credibili. E infatti la Cina ha trionfato in tutte e quattro le gare. Nel doppio maschile i cosiddetti campioni in carica Boll-Suss sono sbattuti subito fuori da Li Ching e Ko Lai Chak. Finale tutta cinese con Hao Shuai e Ma Long che battono di misura Ma Lin e Chen Qi. Nel doppio femminile, la finale tutta cinese è evitata solo perché il tabellone mette di fronte in semifinale Zhang Yining e Wang Nan (che vinceranno il titolo contro Gao Jun e Shen Yanfei) contro Guo Yue e Li Xiaoxia.
Nei singolari ci sono parecchie cose interessanti. Del femminile si è già parlato in quei giorni per la vittoria di Tan Wenling Monfardini su Tie Yana, numero 6 del mondo. Di più, adesso, faccio solo notare che il suo successo sulla giocatrice di più alta classifica, negli ultimi due anni, è arrivato proprio quando non c’era il tecnico della nazionale, Plese, a seguirla. Sarà anche una coincidenza, tutto quello che si vuole, ma è una ben strana coincidenza. Col tecnico in panchina, nei tornei successivi, sono invece tornati i risultati negativi. Doppia strana coincidenza. Nel secondo turno del Master, contro Li Jiawei, con cui non ha mai vinto, Tan Wenling ha sì perso, ma è stata una partita combattuta e il 4-1 è bugiardo.
Sempre restando al singolo femminile, bisogna ricordare che non c’era Guo Yue perché, come ho già spiegato nel commento ai Giochi Asiatici, per punizione le era stato impedito di giocare gli ultimi Pro Tour della stagione e di arrivare ai 6 tornei previsti come minimo per la qualificazione (lei si è fermata a 5, e aveva comunque i punti necessari per stare addirittura fra le prime posizioni delle 16 aventi diritto a giocare le Finali). Nel tabellone, la testa di serie numero 2 era Wang Yuegu, cinese emigrata a Singapore. Bisogna sapere che per il Master il regolamento prevede che le teste di serie siano decise dalla classifica di qualificazione e non da quella mondiale. Wang Yuegu era seconda nella classifica di qualificazione perché aveva giocato più tornei rispetto alle cinesi, più forti di lei.
Purtroppo, questo è un regolamento assurdo, perché si ha un tabellone finale del Master sbilanciato. E’ vero che il principio ispiratore è premiare chi si è dimostrato più bravo negli Open, ma una nazione come Singapore, con poche giocatrici, manda sempre le stesse ai tornei, una come la Cina è cosrtetta a
dividere le partecipazioni fra un numero elevato di giocatrici fortissime. Così, chi è più debole, ma ha giocato più tornei, si trova davanti a chi è più forte. Il significato tecnico del Master viene così falsato da un regolamento fatto da chi dimostra di non conoscere la realtà del tennistavolo mondiale. I punti dei tornei dovrebbero servire solo per qualificarsi, poi nelle Finali si dovrebbe procedere alla compilazione del tabellone con la classifica mondiale, in questo modo si avrebbe una competizione tecnicamente bilanciata e rispettosa dei veri valori assoluti. Quindi, tabellone sbilanciato, con un quarto del tabellone in cui hanno strada facile Wang Yuegu e un’altra cinese emigrata, Shen Yanfei, che rappresenta la Spagna (e che giocò per due anni in Italia, a Torino, dal ’98 al 2000). In alto, scontri “sorellicidi” fra le cinesi, con Zhang Yining in forma impressionante che demolisce con scambi da paura Guo Yan nei quarti, passa sopra Li Jiawei in semifinale e ha un po’ di difficoltà contro la sua “sosia tecnica” (nel senso che ha il suo stesso gioco) Li Xiaoxia, si addormenta un po’, ma nei quattro set che vince mostra di nuovo una superiorità devastante.
Nel maschile, c’è parecchio spettacolo, cui non partecipa Wang Liqin, in forma non smagliante. Vince a stento con Li Ching e poi si arrende nettamente a Wang Hao, 4-1. La parte bassa del tabellone riserva qualche altra sorpresa. Chen Qi, dopo i Giochi Asiatici, rivince con Joo Se Hyuk, ma rischia parecchio, in
svantaggio 2-3 e con un travagliato 11-8 nel settimo set. Al turno successivo, però, non ha scampo con un suo compagno di nazionale, Hou Yingchao, altro difensore, che si è guadagnato il diritto a giocare il Master partecipando da “solista” ai tornei, vale a dire senza rappresentare ufficialmente la Cina, assente in tutti gli ultimi tornei dell’anno. Hou Yinchao deve poi cedere 4-0 a Wang Hao in semifinale.
Nella parte alta del tabellone, c’è qualcosa di più interessante dal punto di vista tecnico. In semifinale, Ma Lin rischia tantissimo con Samsonov. Il bielorusso da tanto tempo non riesce a battere Ma Lin, eppure all’inizio dei loro confronti aveva mostrato una superiorità che faceva intravedere ben altro seguito. Nel 1999, una facile vittoria di Samsonov nella finale degli Open del Giappone, una di Ma Lin nei Mondiali di Eindhoven. Poi, l’equilibrio si era rotto, a favore di Ma Lin. A Hong Kong, Samsonov ha mostrato di poter vincere nuovamente, ogni set è stato combattuto e spettacolare, Samsonov ha condotto 2-1 e ha sciupato molto per andare sul 3-1 e probabilmente chiudere la gara. Nell’altro quarto, gran battaglia fra Oh Sang Eun e Boll. Il sudcoreano non batteva il tedesco da molto tempo, ma aveva sempre giocato alla pari. Stavolta mostra una superiorità che va oltre il 4-3 finale, peraltro già testimoniata dall’11-2 dell’ultimo set. Oh Sang Eun è un giocatore particolare, nel senso che non è mai stato considerato un grande campione, ma semplicemente un fortissimo giocatore cui manca sempre qualcosa per arrivare alla vittoria importante. Esempio: ha battuto Samsonov ai Mondiali di Shanghai, ma si è dovuto fermare di fronte a un Wang Liqin straordinario. Il suo gioco appare molto lineare, magari privo di fantasia, ma può risultare comunque spettacolare. Gioca prevalentemente di incontro, lascia attaccare l’avversario e si mette al centro del tavolo per bloccare di rovescio principalmente, ma sa anche usare il diritto per indirizzare la palla negli angoli e poi chiudere, sempre di diritto, con schiacciate precise e potenti. Appare molto freddo, quasi senza grinta, meccanico nella ripetizione di quei block di rovescio come se stesse eseguendo un compitino in allenamento, sensazione che però non è vera, perché Oh Sang Eun è un tipo tosto e con una grande tecnica, cui manca, secondo me, solo un po’ di spirito di iniziativa per variare il gioco e mettere in difficoltà l’avversario con attacchi improvvisi, che lui sarebbe pure in grado di realizzare. Comunque, contro Boll, mette in atto tutta la sua bravura nel block e costringe il tedesco a sforzi grandissimi per chiudere il punto. Oh Sang Eun, fra l’altro, dimostra anche una sensibilità eccezionale nel controllare le rotazioni del topspin di diritto di Boll, che sono notevoli, ma che non dipendono, attenzione, dal movimento del braccio e di tutto il corpo (movimento sbagliato tecnicamente, come ho ricordato altre volte), ma dalla rotazione del polso. Boll, infatti, è danneggiato dall’impostazione tecnica del topspin di diritto (dovuta all’allenatore macellaio che lo ha impostato, non mi stancherò mai di ripeterlo), ma conserva una dote importante: il talento che ha nel braccio. Perciò, pur col movimento sbagliato (quando esegue il topspin sembra che abbia ricevuto una botta di spranga nella schiena), mette nella pallina la rotazione del polso, questa non rovinata dal suo allenatore. E’ quello il vero motivo dell’efficacia di Boll nel topspin, il motivo per il quale molti giocatori si trovano in difficoltà su quel colpo. Oh Sang Eun, però, in questa partita, mostra un controllo ancor più eccezionale. E’ sorpreso nei primi due set, va sotto 0-2, ma poi prende la misura a quelle rotazioni e riesce sempre a rimandare la pallina dall’altro lato. Ne vengono fuori scambi bellissimi, fino a quando Boll, stanco, non finisce per sbagliare l’ultimo topspin. Oh Sang Eun va sul 3-2 e sta per chiudere facilmente, ma sciupa un vantaggio notevole e poi anche matchball, fino al 12-14 che lo porta al settimo set. E qui Oh Sang Eun non sbaglia più, è un muro invalicabile e spacca Boll: 11-2.
In semifinale con Ma Lin, il sudcoreano conferma le sue qualità e mette in luce i difetti del cinese, soprattutto costringendolo ad andare in ritardo sul rovescio, che Ma Lin si ostina, sotto pressione, a usare nella maniera classica e non da moderno pennaiolo. Inoltre, Ma Lin attacca quasi sempre sul
rovescio di Oh Sang Eun e non varia mai la direzione per colpire sul diritto del sudcoreano. In questo modo, il gioco diventa quasi uno scherzo: palla sempre lì, sul rovescio di Oh Sang Eun, che ribatte senza difficoltà, fino a quando Ma Lin perde il ritmo e arriva in ritardo. Ma Lin fa sforzi sovrumani per uscire da questa trappola, arriva al settimo set, ma cede.
In finale, Wang Hao dimostra indirettamente a Ma Lin come deve giocare un pennaiolo moderno. Certo, la vittoria per 4-2 è comunque difficile, ma ha un significato tecnico ben preciso. Wang Hao, che di rovescio colpisce sempre nella maniera moderna, vale a dire con l’altra faccia della racchetta, ha il comando del gioco e non viene mai preso in contropiede. Il punto lo perde quando sbaglia per stanchezza dopo una lunga serie di attacchi ribattuti dal block di rovescio di Oh Sang Eun o perché Oh forza ogni tanto il block e provoca un’accelerazione che fa andare fuori tempo il cinese. In generale, però, è Wang Hao a fare tutto, nel bene e nel male. Nel male perché si ostina anche lui ad attaccare sempre sul rovescio di Oh Sang Eun, o al centro del tavolo (che equivale ad andare sul rovescio di Oh), con pochissime variazioni sul diritto. Così, finisce per trovarsi sotto 1-2. Poi, intelligentemente, comincia a colpire anche sul diritto di Oh Sang Eun e la partita diventa più facile per lui. Sciupa anche lui un vantaggio nel sesto set, ma ha la forza per chiudere 12-10 e vincere un altro torneo importante dopo i Giochi Asiatici. Aveva vinto il Master nel 2003, in mezzo a tanti fallimenti illustri (fra cui l’Olimpiade), ora sembra che sia più maturo per le grandi vittorie.

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TORNEO DEI CAMPIONI

Subito dopo il Master, nel calendario internazionale è spuntato a sorpresa una nuova gara: il Torneo dei Campioni. A organizzarlo è stata una delle innumerevoli Tv cinesi, la Hunan Tv, che ha inventato una gara da svolgersi a Changsha, capitale della provincia dell’Hunan. Vi partecipano i vincitori delle quattro più importanti gare del tennistavolo (Olimpiade, Mondiali, Master e Coppa del Mondo), più i giocatori che seguono nella classifica mondiale, per un totale di 8 atleti nel singolo maschile e in quello femminile. Bene, questo non sarebbe altro che una esibizione in più, ce ne sono tante, soprattutto in Cina. Il problema è che gli organizzatori hanno preteso che avesse un valore più grande della semplice esibizione. Come fare per ottenerlo? Semplice, una barca di soldi all’Ittf, che ha concesso che i risultati di questa gara valessero per la classifica mondiale. Una decisione assurda, perché si tratta comunque di una gara limitata a pochi giocatori e senza criteri di “qualificazione”, nel senso che vi può partecipare sì chi ha vinto una gara importante, ma potrebbe non aver dimostrato più niente dopo quella vittoria, è il caso di Yoo Seung Min, che non riesce nemmeno a qualificarsi per il Master, che ha un criterio selettivo più valido. Inoltre, dopo i 4 campioni (in teoria, perché un giocatore potrebbe aver vinto più di una di quelle 4 gare), c’è spazio per altri 4 che vengono dalla classifica mondiale, ma che potrebbero non essere meritevoli in quel momento di giocare questa gara: la classifica mondiale, per vie delle sue regole assurde, cambia molto lentamente, addirittura chi fa pochissimi tornei può restare per anni nelle primissime posizioni. Insomma, i pochi giocatori che partecipano a questa gara si ritrovano ad avere un vantaggio illecito nei confronti degli altri, perché si ritrovano una gara in più per i punti della classifica mondiale, gara cui gli altri sono impediti a partecipare. Le solite cose dell’Ittf. Comunque, un paio di notazioni su cosa è successo, cominciando dall’assurdità della situazione nel singolo femminile.zhangyining061220-1_large.jpgZhang Yining, infatti, è contemporaneamente campionessa olimpica, mondiale e vincitrice del Master. Se non avesse buttato al vento il successo in Coppa del Mondo (in vantaggio 3-1 su Guo Yan in finale), sarebbe l’unica vincitrice di tutte e quattro le gare che dovrebbero qualificare a questo torneo quattro giocatrici diverse. Comunque, i due posti in più vanno ad altre giocatrici prese dalla classifica mondiale. Nessuna sorpresa, Zhang Yining è uno schiacciasassi che supera 4-0 la difesa sudcoreana Kim Kyung Ah (Zhang Yining non ha mai perso da una difesa in tutta la sua carriera), 4-0 Li Jiawei, di Singapore, e 4-0 Wang Nan in finale. Distruzione totale.

Nel maschile vince un ritrovato wangliqin061221-1_large.jpgWang Liqin (in cattiva forma al Master) che non ha grande difficoltà a battere Schlager (4-1), Wang Hao (4-2) e Ma Lin in finale (4-2). Ma Lin stavolta ha vita facile con Samsonov (4-1). Wang Hao, dopo averlo già battuto nella semifinale degli Open del Giappone a settembre, rivince 4-1 con Boll e dimostra una volta di più la sua superiorità netta nei confronti del tedesco, superiorità che qualcuno aveva messo in dubbio dopo la sconfitta nella Coppa del Mondo 2005 (giocata, lo ricordo, come uno zombie e ciò nonostante sfuggitagli dopo aver condotto 3-2 e 8-4). La realtà tecnica evidente è che Wang Hao (e poi lo farà vedere anche Ma Lin, nei primi tornei del 2007) è di una categoria superiore rispetto a Boll, come dimostrano gli scontri diretti, con spaventoso vantaggio dei cinesi, determinato non solo dalle gare del passato, ma sempre più da quelle attuali.

Commenti

14 risposte per “Le ultime gare del 2006”

  1. Green Dragon ha scritto il 13 Marzo 2007 10:20

    TIMO BOLL TIMO BOLL, drago rosso sees only yellow through his eyes…(is he/she drunk???)
    TIMO BOLL TIMO BOLL!!!!

  2. Estimatore ha scritto il 14 Marzo 2007 07:15

    Un’altro grazie al Drago,
    conoscere il tennistavolo internazionale tramite il blog è un gran servizio a tutti noi.

  3. record ha scritto il 14 Marzo 2007 14:38

    scusate non c’entra uncxx con l’articolo, ma pensate che se max si candidasse alla presidenza fitet magari qualche voto lo ottiene? così, eh, giusto per fare una domanda…. :-)

  4. Drago Rosso ha scritto il 14 Marzo 2007 17:15

    Green Dragon, leggiti i risultati e poi vedi chi è ubriaco. Come minimo, a ubriacarsi sono i tecnici tedeschi dopo le mazzate che Boll si è preso a destra e a manca. E i miei occhi vedono anche gli europei, ma quelli forti sul serio.

  5. Green Dragon ha scritto il 14 Marzo 2007 22:29

    for drago rosso :i was just kidding, excuse me i am a fan of TIMO!!!

  6. Ivano ha scritto il 15 Marzo 2007 12:15

    Per Drago Rosso: Non finirò mai di ringraziarti per la gomma di Vladi. TI prometto che la prossima volta che ci vediamo te ne do una mia da portare a lui…..^_^

    Per Green Dragon: Ancora a credere in Boll? Patetico. Il futuro, europeo, sarà forse BAUM?

  7. Adripong ha scritto il 15 Marzo 2007 18:02

    Domanda per Drago Rosso:
    Secondo te, chi fra i giovani “europei” vedi bene in prospettiva futura?

  8. Francesco Totti ha scritto il 16 Marzo 2007 11:13

    Per Adripong- Me sa che cce stanno proprio un paro de negretti naturalizzati da ‘e parti mie a Porta Metronia…
    Ma levate va…! Giovani Europei!
    Eppoi t’a ha ggià detto.. no er giovane rumeno mancino.. com’è che se chiama…nun me ‘o ricordo ppiùe!!!
    Ma che sarebbero interessanti ’sti’nterventi??
    Ciao eh!

  9. record ha scritto il 16 Marzo 2007 13:03

    leggo sul sito fitet: missione impossibile in coppa campioni ecc ecc … questi sono i commenti della STAMPA INTERNAZIONALE ri-ecc ecc …
    STAVO MANGIANDO E TRA UN PO’ MI STROZZO DALLE RISATE :-):-):-)

    STAMPA INTERNAZIONALE QUALE?? die Langweid Zeitung? die Suddeutsche Bulletin? con tutto il rispetto…. MA DAAAAAAIIIIII … ma sì! riempiamoci la bocca con tante belle parole visto che la semifinale di champions sulla STAMPA NAZIONALE NON SE LA C…A NESSUNO!!!! (a parte gli articoli a pagamento….) o forse sono io che non leggo abbastanza…..

  10. record ha scritto il 16 Marzo 2007 13:28

    domanda e/o proposta. invece di salterellare qua e là per la rete alla ricerca di referenze inutili come le rassegne stampa estere, in federazione si è ALMENO PENSATO di invitare alla semifinale (ORMAI COL PASSAGGIO DEL TURNO GIA’ DATO PER SCONTATO DOPO LA PARTITA DI ANDATA) il ministro per le pari opportunità GIOVANNA MELANDRI? una squadra femminile italiana sta per raggiungere la finale di champions, sta per difendere il titolo, il risultato della partita di oggi appare scontato, quindi si fa senz’altro bella figura davanti al ministro, OLTRETUTTO DONNA, si ottiene magari un piccolo servizio in domenica sportiva proprio grazie a lei e magari un po’ più di visibilità e curiosità per come andrà a finire, ebbene, lo si è fatto? Oppure è un’idea troppo raffinata rispetto a comici e soubrettes? che qualcuno mi risponda e mi illumini.

  11. record ha scritto il 16 Marzo 2007 13:32

    correggo: melandri politiche giovanili e attività sportive. pari opportunità, barbara pollastrini. meglio. andrebbero invitate ENTRAMBE.

  12. Drago Rosso ha scritto il 16 Marzo 2007 19:33

    A proposito dell’Europa, Ivano e Adripong mi permettono di chiarire un paio di cose. Non sarei così duro come Ivano nei confronti di Boll, proprio io che metto in luce le sue pecche tecniche, perché lui è comunque un giocatore molto forte, con alcune qualità notevoli, come la sensibilità del braccio e il rovescio, oltre alla velocità degli spostamenti (cosa diversa dalla tecnica dei movimenti delle gambe, che è completamente sbagliata). Quindi, non sarei così impietoso come è stato Ivano. Il fatto che sia favorito da trucchetti dell’Ittf è un altro discorso, lui non ha responsabilità in questo. Ma, visto che hai fatto riferimento a Baum, devo dire che l’ho visto e non mi è piaciuto per niente. Si piega in avanti in modo innaturale, sembra quasi che stia ingroppandosi il tavolo. Insomma, un altro obbrobrio tecnico frutto dei macellai tedeschi.
    E arrivo ad Adripong. Avevo una buona sensazione su Ovtcharov, anche perché il lavoro che aveva impostato Leo Amizic su lui ne aveva favorito una impostazione tecnica molto buona. Poi, andato via Leo Amizic, Ovtcharov è rimasto nelle mani dei macellai tedeschi (non è una mia mania, gli allenatori tedeschi non capiscono una mazza di tennistavolo) e i risultati tecnici si stanno vedendo, Ovtcharov sta regredendo sempre più. C’era lo svedese Robert Svensson a far intravedere qualcosa di buono, ma anche lui si è bloccato. L’inglese Drinkhall è forte, ma è limitato. Secondo me, c’è un solo europeo che potrà diventare davvero forte, è un allievo rumeno, si chiama Mihai Sargu, avevo già fatto il suo nome, è stato ed è curato da Gheorghe Bozga. Sinceramente, non vedo altri. Confermo che l’Europa sta andando dritta verso una catastrofe.

  13. Ivano ha scritto il 18 Marzo 2007 12:20

    Io lo Boll non lo metto mica in croce per il suo modo di giocare o meno. I risultati li porta a casa e a me va bene così. Ma se mi si chiede quale sarà il futuro dell’Europa pongista certo non mi porto Boll.

    E non me lo porto per i seguenti motivi:

    1. Boll ha dimostrato che pur essendo un grande giocatore non può competere contro i cinesi. Sono convinto che su dieci partite con un Wang Li Qin o contro un Ma Lin, Boll ne perderebbe 8.

    (guardate questo link: http://www.ittf.com/Protour_new/head_to_head_results.asp?FormName=Search&FormAction=search&s_P1=Boll&s_P2=Ma+Lin)

    Okkio, non sto dicendo che è scarso….è comunque uno dei pochi che almeno ci arriva alle semifinali dei pro tour (insieme a Samsonov). Dico solo che se il “futuro” dell’Europa sarebbe Boll…il futuro è già bello che PASSATO. Boll ha 26 anni, giusto? E’ arrivato al suo massimo, secondo me….ora bisogna vedere quanto ci starà in quelle posizioni. Ad ogni modo, i cinesi che lo hanno, in certi casi, bastonato, (tranne le eccezioni è chiaro) sono tutti più piccoli eppure già “pericolosi”.

    Ecco, penso che se dobbiamo pensare al futuro dobbiamo considerare solo atleti al di sotto dei 23 anni che riescano a competere con i cinesi, sin da questa età…..se no, non ha senso. Chi è quel 23 enne o 22 enne capce di far tremare Wang Li Qin?

    2. Se è vero che (come dice il Drago Rosso) in Europa la situazione è questa allora campa cavallo che l’erba cresce. la Fedrazione (stavolta quella Internazionale) invece di trovare un accordo per porre fine allo strapotere cinese “in campo”, si limita a creare regole assurde, che avvantaggiano i giocatori europei a discapito di queli orientali….ma dico, è modo? E questo il modo di contrastare i cinesi? E se invece di creare regole assurde si proponesse di combattere i cinesi con le loro stesse armi? Perchè non ci si mette in testa che bisogna rimboccarsi le maniche? Magari con un programma di sviluppo basato su un nuovo approccio tencico-tattico? Possibile che dobbiamo sempre stare “ad inseguire” invece di fare noi da battistrada?

    Io ne ne capisco una cippa di tecnica e/o di tennistavolo, ma sto solo commentando ciò che avviene da qualche anno a questa parte. E’ un pò come la situazione economica in Italia….i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono sempre più poveri….

  14. Accettare i Cambiamenti ha scritto il 18 Marzo 2007 22:23

    Allora dopo il Signor Vermiglio, proviamo con questo Mister Ivano!
    Bravo! Visto che ragioni bene?! Perchè fare delle regole contro i cinesi perchè sono i più bravi?
    E allora perchè fare delle “regole” o le rivoluzioni o i “Moti Carbonari” contro Castel Goffredo e Scianni?
    Se sono più bravi, rimboccatevi le maniche e lavorate.
    Il problema è che non siete capaci di lavorare o di avere trovate altrettanto valide ed intelligenti come chi sta dimostrando di cambiare il tennistavolo.
    Per una seria cosa? Per una seria miseria e povertà del tennistavolo se non seguite le nuove idee di chi le ha!
    Ragionando così non avrete mai nemmeno un “Boll”, visto che denigrate anche il più giovane europeo che contrasta i cinesi.
    Quando il Milan ha vinto perchè aveva comprato il meglio che c’era in giro nessuno diceva nulla, anzi tutti ad applaudire il bel calcio che rifilava 5 gol al Real Madrid!
    Adesso cosa c’è di diverso. Vince il Castel e vince l’Italia. E’ così tragico portarsi a casa le prime (e uniche) Champions League?
    Mi meraviglio che mi lasciate anche scrivere in questo vostro feudo, in questa Guantanamo dell’opposizione del Governo del Tennistavolo!?!
    Che poveracci invidiosi siete?

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