Il Drago Rosso - Mondiali di Shanghai parte 4

21 Settembre 2005 da Ping Pong Italia 

Chiudo l’analisi dei Mondiali di Shanghai con i doppi. C’è bisogno però di una premessa, che risale all’anno prima, all’Olimpiade di Atene. In quella occasione, purtroppo, si è verificato uno dei casi più gravi di politica sportiva che cerca di influenzare i risultati sul campo di gara. Mi riferisco al regolamento, varato dall’Ittf, in base al quale se una nazione ha due doppi in gara all’Olimpiade (il massimo consentito, per la gara di singolo invece il massimo è 3 giocatori di una stessa nazione) questi devono per forza stare dalla stessa parte del tabellone. Si tratta della più scandalosa decisione che sia mai stata presa da una qualsiasi Federazione internazionale, di qualsiasi sport, in tutta la storia delle Olimpiadi e, in generale, dello sport mondiale. In questo modo, si decide a tavolino chi può vincere una medaglia e chi no. A vincere l’oro sarà il più forte, certo, ma tutti gli altri si trovano ad avere una assurda limitazione che va contro tutti i principi sportivi.
Il bello è che l’Ittf, al momento in cui ha preso la decisione, l’ha definita “un miglioramento nella distribuzione delle medaglie”, come è possibile constatare se si vanno a rivedere gli articoli dell’epoca apparsi sul sito della stessa Federazione internazionale. E’ il caso più eclatante di boicottaggio ai danni della Cina e a vantaggio degli europei, che si è trasformato nel ridicolo bronzo ai danesi Maze e Tugwell. Si tratta del doppio di livello tecnico più basso fra tutti i medagliati olimpici e mondiali. Eppure, l’Ittf ha mostrato grande soddisfazione dicendo che il tennistavolo si sta espandendo in tutto il mondo, grazie a queste medaglie olimpiche che sono invece un grandissimo imbroglio. Ricordo solo che in nessun altro sport esiste un regolamento di questo genere.
Faccio questa premessa per spiegare come mai il doppio composto da Kong Linghui e Wang Hao, che vince il titolo mondiale “a sorpresa”, come hanno detto gli incompetenti, sia stato fatto fuori in malo modo all’Olimpiade. Perciò, sono opportuni ulteriori chiarimenti riguardanti l’Olimpiade. In Cina, era sorto un problema serio al momento di decidere i tre singolaristi per Atene. Kong Linghui, campione in carica, non aveva la sicurezza di poter difendere il titolo. I dirigenti cinesi avevano ufficializzato la partecipazione di Wang Liqin e Ma Lin. Per il terzo posto erano in ballottaggio Kong Linghui e Wang Hao. Gli Open di Atene a inizio 2004 erano decisivi. In quella occasione, Kong Linghui fu eliminato da Samsonov, Wang Hao arrivò in finale, dove perse con Ma Lin. Così, fu deciso che Wang Hao avrebbe partecipato alle qualificazioni asiatiche per il terzo posto a disposizione all’Olimpiade (una formalità per i cinesi). In Cina a quel punto si è scatenato l’inferno, perché i tifosi cinesi, tutti per Kong Linghui, hanno cominciato a protestare sia con la Federazione internazionale (in questo caso incolpevole perché il campione olimpico in carica non ha automaticamente diritto a partecipare all’Olimpiade successiva, e questo vale per tutti gli sport), sia con quella cinese. In più, ci sono stati gli articoli critici su molti giornali cinesi. Così, i dirigenti cinesi si sono trovati nella scomoda posizione di trovare un posto per Kong Linghui ad Atene. L’unica possibilità era nel doppio, ma anche in questo caso si presentava un nuovo problema: i cinesi consideravano come doppio numero 1 quello formato da Ma Lin e Chen Qi. Quindi, se si voleva portare Kong Linghui, bisognava escludere il doppio campione in carica, Wang Liqin-Yan Sen. Non c’erano più tornei internazionali per fare un test e si decise di far giocare ai doppi alcune partite di spareggio durante gli allenamenti nel Centro nazionale a Pechino. Il bello è che non sarebbe contato il risultato, ma il giudizio che i tecnici avrebbero dato di quelle partite fra Kong Linghui-Wang Hao e Wang Liqin-Yan Sen. Insomma, il quadro era chiaro: i tecnici avrebbero comunque scelto Kong Linghui-Wang Hao, e così fu.
Il risultato di tutto questo fu che ad Atene i cinesi arrivarono con un’enorme pressione mentale, in particolare nei doppi. In Cina, i giornali di Shanghai, città in cui è nato Wang Liqin, avevano apertamente polemizzato con la sua esclusione dal doppio. Perciò, Kong Linghui e Wang Hao scesero in campo ad Atene dovendo dimostrare che erano i più forti e crollarono subito, alla prima partita, contro Waldner e Persson, che erano ancora un doppio di buon livello, ma nemmeno minimamente paragonabile a quello cinese, tant’è vero che gli svedesi, al turno successivo persero nettamente con Maze e Tugwell. Kong Linghui e Wang Hao non avevano retto. Invece, Ma Lin e Chen Qi, designati sin dall’inizio come doppio numero 1 e sicuri di partecipare, giocarono tranquillamente e vinsero il titolo olimpico, anche se dovettero superare più di una difficoltà, visto che l’esigenza di dare uno schiaffo all’Ittf comportava comunque un peso psicologico.
E arriviamo ai Mondiali di Shanghai. Kong Linghui e Wang Hao, stavolta, giocano senza l’assillo di dimostrare chissà cosa e distruggono tutti quelli che trovano sul loro cammino. L’unico doppio col quale trovano difficoltà è, gli scherzi del destino, Wang Liqin-Yan Sen, in semifinale. Finisce 4-2, ma è una partita tirata. Dall’altra parte, Boll e Suss non trovano nessuno fino alla semifinale (nei quarti battono 4-2 i “bronzi” olimpici Maze e Tugwell, a riprova del fatto che non incontrano nessuno dei forti), quando si trovano di fronte Ma Lin e Chen Qi, che non stanno giocando bene e continuano a non giocare bene, tanto da perdere 4-1. Dall’altra parte del tabellone, invece, ci sono i doppi più forti. Oltre ai due cinesi, c’è quello dei sudcoreani Yoo Seung Min, campione olimpico di singolo, e il giovane Lee Jung Woo, molto bravo, che vanno a sbattere contro Wang Liqin-Yan Sen, e Cheung Yuk e Leung Chuyan di Hong Kong, battuti da Kong Linghui e Wang Hao. La finale è una passeggiata per Kong e Wang, che si addormentano un po’ nel quarto set, sul 3-0, ma poi non concedono più spazio ai tedeschi. Boll e Suss hanno approfittato di un tabellone fortunato e del fatto di trovare Ma Lin e Chen Qi fuori forma, ma il loro livello tecnico, come doppio, non è assolutamente da finale mondiale. Per quanto riguarda il doppio vincente, c’è da dire che Kong Linghui, oltre a essere il fuoriclasse che è in assoluto, si conferma anche come il più grande giocatore di doppio di tutta la storia del tennistavolo. Ha vinto i titoli mondiali di dppio nel ’97 e nel ’99 in coppia con Liu Guoliang, oltre a quello olimpico nel 1996, sempre con Liu. Ha dimostrato di poter giocare in coppia con qualsiasi tipo di giocatore, anche se gli sono capitati quasi sempre pennaioli. Questi ultimi, in effetti, hanno sempre bisogno di un giocatore speciale al fianco per esprimersi al meglio nei doppi. Kong Linghui è il tipo di giocatore che sopperisce a qualsiasi difetto del compagno, sia nei movimenti delle gambe, sia nell’ingombro degli spazi (i pennaioli hanno esigenze particolari e i loro compagni devono fare loro spazio), sia nelle soluzioni tecniche sul tavolo. Per un cinese, tra l’altro, vincere un titolo mondiale a 29 anni e mezzo, è un record, visto che escono dalla nazionale molto prima. Un’ulteriore prova della grandezza di Kong Linghui.
DOPPIO FEMMINILE
Anche qui una premessa, stavolta piccola. All’Olimpiade di Atene, la vittoria era andata, un po’ stranamente, a Zhang Yining e Wang Nan. Dico “stranamente” perché in quasi tutti i tornei Zhang e Wang avevano perso con l’altra coppia cinese formata da Guo Yue e Niu Jianfeng. Nella semifinale (lo scandalo dell’Ittf di cui parlavo prima), si sono viste improvvisamente Guo Yue e Niu Jianfeng arrendevoli: non forzavano i colpi, erano lente. C’era più di un sospetto che dovessero lasciare il passo non tanto a Zhang Yining quanto a Wang Nan. A Shanghai, la questione è stata tutta cinese, senza i vergognosi regolamenti dell’Ittf. Così, la finale, giustamente è stata fra le coppie della semifinale olimpica, ma in precedenza si sono viste tante altre cinesi a dare spettacolo. Così, in semifinale, Guo Yue e Niu Jianfeng devono vedersela con Guo Yan e Bai Yang (quest’ultima, molto bella, diventata famosa l’anno scorso per essere stata esclusa dalla nazionale, accusata di essere la fidanzata di Ma Lin e quindi di provocargli distrazioni, per poi rientrare qualche mese dopo, con l’impegno di non essere più la fidanzata di Ma Lin). Zhang Yining e Wang Nan trovano le cinesi di Hong Kong, ex giocatrici della nazionale cinese, Tie Yana e Zhang Rui, e hanno qualche difficoltà a batterle. Nei quarti arrivano due coppie europee (Toth-Batorfi e Boros-Vaida) e una giapponese (Fujinuma-Fukuhara), ma davvero non c’è paragone con quelle cinesi e di Hong Kong. La finale, poi, è meno bella e appassionante di quanto ci si possa aspettare. Come ad Atene, Guo Yue e Niu Jianfeng non giocano. Torna il sospetto di ordini dati dall’alto, ma stavolta (contrariamente ad Atene) mi giungono informazioni che la partita è regolare. Comunque brutta.
DOPPIO MISTO
Ai Mondiali di Eindhoven, nel ’99, la Cina stabilì un record incredibile: 8 doppi misti nelle prime 8 posizioni. I cinesi avevano un nono doppio iscritto in quei Mondiali, ma perse con un’altra coppia cinese negli ottavi di finale. A Shanghai, non si ripete quel record, ma ci siamo vicini. Nei quarti di finale, 6 doppi cinesi, uno giapponese e uno austriaco (ma quest’ultimo con la cinese Liu Jia). E negli ottavi c’è stato lo scontro fratricida fra due doppi cinesi, oltre a 3 doppi di Hong Kong che sono andati a sbattere contro quelli cinesi. Come dire che fra i primi 16 doppi ce ne sono 10 di cinesi ed ex cinesi. Wang Hao e Wang Nan, che sono dati per favoriti, ma che non lo sono nei miei pronostici, confermano le mie previsioni e perdono nei quarti di finale contro i giovani cinesi Qiu Yike (quello che battè Boll nel singolo al secondo turno dei Mondiali di Parigi) e Cao Zhen. Dopo due anni, sono ancora in gara Liu Guozheng e Bai Yang, finalisti a Parigi in una drammatica e sconcertante gara, finita 4-3 per Ma Lin-Wang Nan. A quel tempo, Ma Lin e Bai Yang erano ancora fidanzati (ho già ricordato, in proposito, l’esclusione di Bai Yang dalla nazionale nel 2004) e si trovarono a giocare contro. La vittoria di Wang Nan era obbligata perché il titolo mondiale di doppio misto era l’unico che le mancava. Ma Lin non poteva fare regali alla fidanzata, ma ci provò ugualmente. Nei primi set, cominciò a commettere errori che solo un occhio esperto poteva distinguere e anche quando chiudeva il punto, apparentemente con uno smash impietoso, era capace di offrire comunque a Bai Yang la possibilità di ribattere. Faccio due piccoli esempi. Punti regalati: movimento più ampio del braccio, quindi in ritardo, nel top di diritto, con palla più alta e possibilità per Bai Yang o Liu Guozheng di attaccare; palla corta alta da attaccare e finta di scivolata per arrivare in ritardo sulla palla e concederla a sua volta corta e alta agli avversari. Punto vinto: palla corta alta, schiacciata potente, ma proprio sulla racchetta di Bai Yang, che poi lei riesca a tirarla dentro è un altro discorso, ma l’importante è dargliela giusto sulla racchetta. Ala fine, però, Ma Lin non potè continuare e, in rimonta da 2-3, lui e Wang Nan vinsero, con Bai Yang che scoppiò a piangere, immortalata dalla Tv francese e dai fotografi. A Shanghai Liu Guozheng e Bai Yang sono di nuovo in finale, ma stavolta si trovano di fronte una coppia inedita, Wang Liqin e Guo Yue, che non hanno mai giocato insieme prima. Finisce che perdono di nuovo 4-3, ma stavolta senza avere mai la possibilità vera di arrivare a un passo dalla vittoria. Sono loro che rimontano da 2-3, ma nel settimo set Wang Liqin e Guo Yue se ne vanno. Il doppio costituito da Wang Liqin e Guo Yue è un’autentica macchina da punti, due attaccanti che fanno sfracelli con i loro topspin e le palle piazzate in angoli impossibili. Per la piccola Guo Yue, che nei giorni dei Mondiali di Shanghai ha ancora 16 anni e 9 mesi, è il secondo titolo mondiale, dopo quello a squadre conquistato in Qatar a febbraio 2004, a 15 anni e mezzo (quest’ultimo è un record assoluto) ed è la conferma che ci troviamo di fronte a un fenomeno, secondo per il momento solo a quello rappresentato da Zhang Yining.

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