Il Pro Tour di Sheffield

31 Ottobre 2009 da Ping Pong Italia · 7 Commenti 

del Drago Rosso

Che fine hanno fatto gli azzurri all’Open di Inghilterra a Sheffield? La domanda era obbligata, visto che sul sito Fitet, almeno fino a questa mattina, si erano «interrotti» i collegamenti. Le ultime notizie riportavano i risultati di giovedì, con la qualificazione di Niagol Stoyanov nel tabellone principale. C’erano da giocare ancora le qualificazioni del doppio, giovedì sera, con Tomasi e Rech in gara. E poi, nella giornata di venerdì, i singoli con Stoyanov e Nikoleta Stefanova. Ma sul sito Fitet non c’è stata più alcuna notizia. E oggi, sabato, ecco il «miracolo» della riapparizione delle notizie sull’Open inglese, anche se resta il mistero sull’improvviso silenzio, che somiglia tanto a quello della gara internazionale giovanile in cui Bisi e Rech dovettero abbandonare, nonostante fossero andati avanti nel tabellone, fare le valigie in anticipo e tornarsene in Italia per partecipare a un torneo nazionale di scarsi rilievo e importanza rispetto all’appuntamento internazionale. Bene, sul sito Fitet, dopo gli squilli di tromba per le belle prove degli azzurri, non apparve più uno straccio di notizia per dire che c’era stato l’abbandono. E adesso, sembra ripetersi la storia. Ma cosa è successo? Eccoci qui, pronti a sopperire alla mancanza di informazione da parte della Fitet. Vi spieghiamo cosa è accaduto a Sheffield e mettiamo in evidenza anche altre cosettine interessanti. Nei prossimi giorni, poi, provvederemo a completare il quadro col resoconto di tutto il resto. Solo un’anticipazione: come al solito, con 6 cinesi in gara, ecco un tabellone «particolare», con 4 di loro nella parte alta (e uno scandaloso ottavo di finale Ma Long-Zhang Jike, davvero una vergogna), uno nel terzo quarto e il solo Chen Qi, nell’ultimo quarto, dove c’è Boll. Ma guarda un po’, Boll continua a ritrovarsi senza cinesi o quasi nel suo quarto di tabellone. Certo, è stato fatto un progresso rispetto ai tornei in cui, su 7 cinesi, 6 andavano nella parte alta, uno nel terzo quarto e Boll si ritrovava senza neanche un cinese fino alla semifinale, ma la sostanza pare essere rimasta la stessa. Comunque, andiamo a raccontare le storie speciali degli azzurri.

DOPPIO MASCHILE

Stefano Tomasi (198 del mondo) e Marco Rech Daldosso (645), superato il primo turno delle qualificazioni per l’assenza dei portoghesi Freitas e Silva, devono giocare contro un doppio di Hong Kong, composto da Leung Chuyan (72 del mondo) e il giovane Tse Ka Chun (360). Si tratta di un incontro proibitivo, anche tenuto conto della scarsa esperienza internazionale di Rech. I due azzurri, però, lottano bene e vincono il primo set (11-9). Subiscono la reazione degli avversari e perdono i successivi 2 set, ma si battono punto a punto (7-11, 13-15). Nel quarto set, con gli hongkonghesi in vantaggio, si vede che il c.t. Lorenzo Nannoni, all’improvviso, si alza e abbandona la panchina. Non è stato espulso, non è stato nemmeno richiamato dagli arbitri. Semplicemente, si alza e se ne va. Si va a sedere sulle tribune. E’ un comportamento stranissimo, che non sembra avere alcuna spiegazione. Tomasi e Rech nemmeno si accorgono che Nannoni se ne sta andando.
Lo realizzano un paio di punti dopo, quando girano la testa verso la panchina e non lo vedono più. La scena è paradossale: Tomasi e Rech devono giocare, ma ogni tanto si guardano attorno per capire dov’è finito Nannoni. Fatto sta che non si perdono d’animo e riescono a vincere il quarto set, mostrando bravura e carattere: 12-10, con scambi emozionanti. Comincia il quinto set e Nannoni è sempre seduto in tribuna. Tomasi e Rech compiono un capolavoro, vincono 11-8 contro un doppio nettamente favorito e passano al terzo turno, quello decisivo per l’ingresso nel tabellone principale.

DOV’E’ FINITO IL C.T. AZZURRO?

Tomasi e Rech devono affrontare i greci Gionis (42 del mondo) e Papageorgiu (160), un compito ancora più difficile. E devono farlo senza la necessaria serenità. Perché Nannoni è andato via e li ha abbandonati? Impossibile saperlo, si possono solo fare congetture. La realtà è che comincia la partita decisiva, contro il doppio greco, e Nannoni non è in panchina, come si può vedere dalla foto, è in tribuna a guardare da lontano la partita. Tomasi e Rech, quindi, non solo devono affrontare un impegno difficilissimo, ma devono farlo con l’ulteriore pressione psicologica dovuta al fatto che il loro c.t. li ha lasciati soli. Ma ancora una volta i due coraggiosi azzurri si comportano onorevolmente, vincono il primo set (11-5), perdono il secondo (11-6), lottano strenuamente nel terzo e cedono solo nel finale, dopo scambi bellissimi (11-9), poi si demoralizzano e non reggono più il confronto, finisce 11-5. Nannoni nemmeno li aspetta, sale sul pullman per l’albergo e va via. Tomasi e Rech prendono quello successivo.

IL MISTERO MISTERIOSO

Quello che è successo a Tomasi e Rech non può passare sotto silenzio. Nannoni è tenuto a dare spiegazioni, visto che è pagato per allenare e seguire i giocatori. Se li abbandona a se stessi nel bel mezzo di un torneo, deve spiegare perché: alla Federazione, formalmente, perché è tenuto a rispettare un contratto, con tutte le sue implicazioni; a tutti, in generale, perché riveste un ruolo pubblico e i suoi comportamenti, soprattutto sul campo di gara, assumono un rilievo e un valore che diventano un esempio importante. Abbandonare in quel modo la panchina, abbandonare i giocatori può far pensare a chissà cosa, magari a una responsabilità degli stessi giocatori. Forse si sono comportati male e lui ha deciso di andarsene? Bene, che lo dica chiaramente, anche se è difficile individuare questo «cattivo comportamento», o sarebbe meglio dir che è impossibile, perché Tomasi e Rech sono stati un modello di sportività. Forse Nannoni ha pensato che non si stessero impegnando seriamente? Difficile crederlo, visto che la partita era intensa e tirata. E comunque, alla fine Tomasi e Rech hanno vinto (senza l’allenatore in panchina), se davvero non si fossero impegnati avrebbero perso 3-0. Meritano una spiegazione perché, con l’abbandono di Nannoni, chiunque potrebbe pensare a una loro responsabilità. E questo non è giusto per due giocatori che hanno compiuto una impresa, tenuto conto delle forze in campo. Tomasi e Rech avrebbero meritato i complimenti per la loro bella vittoria, avrebbero meritato di giocarsi al meglio la chance di entrare in tabellone, e non di affrontare un forte doppio come quello greco senza il c.t. in panchina e con l’ulteriore tensione dovuta all’abbandono di Nannoni. Per quello che vale, i complimenti glieli facciamo noi: Tomasi e Rech hanno reso onore alla maglia azzurra. E, comunque, aspettiamo sempre che la Fitet dia la notizia della loro vittoria contro un doppio di Hong Kong.

STOYANOV

E, nella «frenesia» di dimenticare l’esistenza di Tomasi e Rech, il sito Fitet ha dimenticato anche di dire cosa è successo a Stoyanov, dopo il suo ingresso nel tabellone. Bene, vi diciamo noi che ha giocato contro il giapponese Jun Mizutani, n. 11 del mondo, e ha fatto un partitone. Mizutani ha vinto 4-2, ma la gara è stata un autentico spettacolo, dal punto di vista tecnico e da quello delle emozioni. Stoyanov ha accettato il confronto a viso aperto. Mizutani è uno sparapalle, beh, Stoyanov ha cominciato a tirare cannonate ancora più forti. Si è andati avanti così per quasi tutto il match, un set per uno, non sembrava davvero che fossero di fronte il n.11 e il n.343 della classifica mondiale. Stoyanov ha pagato l’inesperienza nel quinto set, perso 13-11, quando sarebbe potuto passare in vantaggio, poi ha ceduto nel sesto, ma la sua rimane una prova bellissima, che dà un’ulteriore e precisa indicazione sulle sue potenzialità. Perciò, è bene ripetere che è stato un autentico delitto sportivo averlo tenuto fuori della nazionale con la scusa del suo presunto rifiuto, perché impegnato negli studi. Ho già spiegato che Stoyanov non ha mai rifiutato la nazionale. Ma, soprattutto, ripeto la cosa più importante: rispetto a prima, niente è cambiato nella sua posizione. Stoyanov va all’università e garantisce alla nazionale, adesso, esattamente lo stesso tempo che garantiva prima, quando i responsabili tecnici della Federazione dicevano che non bastava per convocarlo. Se non bastava prima, non dovrebbe bastare nemmeno adesso. Quindi, per favore, finiamola con tutte queste falsità. Stoyanov adesso viene convocato solo perché non c’è rimasto alcun altro. E si scopre con maggiore evidenza il fallimento della politica tecnica federale dopo la cacciata di Massimo Costantini. Nel caso di Stoyanov, gli hanno fatto perdere anni di possibile esperienza internazionale. La dimostrazione è
nelle prove che lui sta dando, nei confronti sempre più alla pari con avversari che sulla carta appaiono molto più forti. Questa Fitet, con i suoi responsabili politici e tecnici, sta distruggendo tutto.

LE AZZURRE

E arriviamo alle azzurre, con altre dolentissime note. Qui, ormai, siamo al ridicolo. A Sheffield c’erano solo due azzurre iscritte: Nikoleta Stefanova e Wang Yu. Alla fine, è rimasta solo Niko perché pare che per Wang Yu ci siano stati problemi di visto per l’Inghilterra. E questo già fa capire lo sfacelo di una squadra nazionale che ha praticamente solo naturalizzate. Ricordo ancora una volta che le prime italiane nate in Italia della classifica nazionale sono Negrisoli, Arisi e Semenza, vale a dire le stesse di 15 anni fa, forse anche di 20 anni fa. Fra l’altro, come sale sulle ferite, ecco il bell’opuscolo di questo Open inglese in cui si ricorda l’ultima edizione, quella del 2001, e vengono pubblicati i risultati. Si scopre che nel singolo femminile, nei quarti di finale, c’era Alessia Arisi, che perse con la nordcoreana Kim Hyon Hui, poi arrivata in finale. Otto anni fa, avevamo un’italiana nei quarti di finale di un Open. Adesso, è grasso che cola se Stefanova arriva al secondo turno del tabellone, come ha fatto a Sheffield, dove ha rischiato l’eliminazione dalla tedesca Silbereisen (80 del mondo) per poi venire asfaltata da Jiang Huajun (n.9 del mondo, di Hong Kong, che gioca nella Sandonatese). E il bello è che, sulla rivista federale viene spacciato per «miglioramento» il suo comportamento agli Europei della vergogna (nazionale femminile retrocessa in Seconda categoria) perché, udite udite, ha battuto una giocatrice con cui aveva sempre perso. E chi è questo fenomeno? Aprite le orecchie: la greca Ntoulaki, n.141 del mondo. Scusate tanto, Niko perde sempre con la 141 del mondo e, quando finalmente la batte, si dice che ha fatto progressi? Ma siamo davvero alla farsa, senza più alcuna vergogna.
Comunque, il punto è un altro: perché solo Stefanova e Wang Yu (poi cancellata) iscritte a Sheffield? Che fine hanno fatto Laura Negrisoli e Tan Wenling? Per quanto è dato sapere, la decisione non è stata presa dalla c.t. azzurra Csilla Batorfi, ma è stata una decisione «federale». E allora, la Fitet può spiegare perché Negrisoli e Tan Wenling non sono state convocate? Già, perché ci sono strane coincidenze che destano sospetti. Sulla rivista federale e sul sito internet, dopo gli Europei della vergogna, è stato scritto, senza mezzi termini, che il momento decisivo per la retrocessione in Seconda categoria è stata la mancata vittoria di Negrisoli contro la Gaponova nell’incontro con l’Ucraina. Sarebbe stato il 3-0 per l’Italia, si è fatto notare, ma i matchball non sfruttati da Laura «hanno fatto demoralizzare» Stefanova e Tan Wenling, che, poverine, non si sono riprese dallo shock e hanno perso le successive partite con
Sorochinskaya e Pesotska. Ma guarda un po’, allora la colpa è stata di Negrisoli, scritto chiaro e tondo. Che curiosa coincidenza, proprio la giocatrice che, con la Sandonatese, ha strappato lo scudetto al Castel Goffredo viene indicata come la responsabile della retrocessione dell’Italia, mentre le altre due azzurre che, ulteriore combinazione, giocano proprio nel Castel Goffredo, sono solo le «incolpevoli vittime» dei matchball mancati da Negrisoli. Risultato: Negrisoli non è convocata per gli Open d’Inghilterra. Direte voi: ma nemmeno Tan Wenling, che pure è del Castel Goffredo. Certo, ma è stata proprio lei a dire che la sua attività, d’ora in poi, sarà ridotta (fra interviste e correzioni sul sito, uno spasso), quindi può essere normale che non vada a qualche Open. Ma Negrisoli è lì, pronta a giocare. E non viene convocata in nazionale. Smettiamola di prenderci in giro, questa è un’altra vergogna che va ad aggiungersi alle
innumerevoli di una gestione federale che ha distrutto la nazionale campione d’Europa 6 anni fa e che adesso non è nemmeno fra le prime 16 squadre, della stessa Europa!
Ancora una volta, complimenti alla Fitet, che ha cacciato Massimo Costantini e Maurizio Errigo, e complimenti alle pecore del tennistavolo italiano che, con i loro potenti belati, permettono tutto ciò.

L’imbattibile Walzer

30 Ottobre 2009 da Ping Pong Italia · 3 Commenti 

Esce oggi in tutte le librerie italiane “L’Imbattibile Walzer” Edizioni Cargo pag. 448 € 19.50 un romanzo di Howard Jacobson del 1999, titolo originale “The Mighty Walzer”.

Sono particolarmente onorato dell’uscita di questo libro perché mi sono trovato, con grande piacere, coinvolto nella creazione dell’edizione italiana, ossia la traduzione. Perché?
Il romanzo è pieno zeppo di riferimenti pongistici.
In collaborazione con la straordinaria traduttrice Milena Zemira Ciccimarra ho avuto modo, per così dire, di fare il consulente. Ne è venuta fuori un’esperienza davvero particolare, prima di tutto perché mi ha fatto conoscere un grande scrittore come l’inglese Howard jacobson, classe 1942, davvero geniale e raffinato, poi perché il bellissimo e continuo rapporto epistolare con Milena, che non finirò mai di ringraziare per l’opportunità che mi ha riservato, ha dato modo di esercitarmi in un settore per me del tutto nuovo.
Ho letto naturalmente tutto ciò che riguarda la parte pongistica, fatta di racconti di gare, situazioni di gioco, aneddoti, descrizioni particolareggiate dei colpi, delle rotazioni, dei materiali, figure mitiche come Finger Spinner, e miti veri e propri come Ogimura o Bergman. L’azione si svolge in una Manchester degli anni ‘50 e racconta la storia Oliver Walzer, un giovane pongista diventato campione. Il romanzo ha ottenuto il il premio Wodehouse Prize per la scrittura comica.

Spero che i pongisti nostrani, a cui mi rivolgo, potranno trovare il libro interessante e bello come l’ho trovato io e sarà per loro un’esperienza affascinante di lettura che farà apprezzare ancora di più il genio ed il talento di Howard Jacobson.

Allenamenti e altro

21 Ottobre 2009 da Ping Pong Italia · 5 Commenti 

Eccomi di nuovo fra voi, ci sono stati un po’ di problemi di comunicazione ma il tutto ora è superato.

Mi trovo in Cina, manco a dirlo, a Zhengding, ormai è diventato il nostro centro di allenamento estero, d’altra parte il rapporto qualità prezzo è talmente buono che non c’è nessuna altra zona del mondo che possa offrire lo stesso trattamento, la globalizzazione o la legge della concorrenza detta le sue leggi. Purtroppo la nostra delegazione è ristretta, avremmo dovuto essere 24 atleti, 3 tecnici, 1 fisioterapista e 1 video analista, invece siamo solamente 12 atleti e 2 tecnici, il motivo della defezione sono le lungaggini burocratiche per ottenere il visto inglese. Infatti dopo questo breve allenamento il gruppo che è in Cina andrà direttamente in Inghilterra, a Sheffield per il Pro Tour che si prospetta ricco di partecipazioni, mentre gli altri verranno da Delhi. Comunque pazienza, in ogni caso ci stiamo allenando bene, come al solito, e siamo fortunati che l’intenso traffico estivo è terminato, infatti, in questo momento, ci siamo solo noi e godiamo quindi di piena assistenza tecnica.

La novità che forse avete colto nell’elencare la delegazione è rappresentata dall’analista video. È un giocatore, bravo peraltro ma che ha dovuto lasciare a causa di un infortunio alla spalla. È il fratello di Sharath Kamal Achanta, è specializzato in elaborazioni video e ha una conoscenza applicata notevole. Sarà un punto di forza indispensabile per la squadra indiana, potete immaginare come sia importante il lavoro di analisi-video sia in fase di preparazione sia in fase di correzioni tecniche e tattiche. Quindi mi e ci aspettiamo molto da questo apporto aggiuntivo che ci seguirà ovunque andiamo.

Tornando invece al pingpong giocato, quello al tavolo devo riconoscere che è passato parecchio tempo da quando ho pubblicato un post sul pingpong allenato, pertanto, dato il ritardo, non ho scusanti e vedrò di farmi perdonare.

È vero si parla troppo a vuoto, faccio autocritica, quindi eccomi qua a portarvi qualche consiglio su come condurre un allenamento. Il post è ovviamente rivolto agli autodidatti, ma anche gli allenatori potranno ricavare qualche spunto per arricchire la propria esperienza.

Inizio proprio da questo concetto con un piccolo consiglio, per me fondamentale, rivolto agli allenatori: siate disponibili ad accogliere nuove idee, nuove proposte, non ritenetevi mai arrivati e non chiudetevi pensando che la vostra competenza e conoscenza tecnica sia la migliore di tutti. Non dimenticate, tra le infinite pieghe dei comportamenti tecnici degli atleti c’è sempre spazio e modo per costruire un gioco sempre migliorabile. Rimane bene inteso che la disponibilità ad accogliere nuovi suggerimenti deve esserci anche da parte dell’atleta, lo scambio deve essere continuo, costantemente dinamico, sempre desideroso che la propria tecnica potrà essere sempre migliorabile.

Per capire completamente il valore del lavoro quotidiano è importante distinguere tra: migliorare la tecnica e giocare meglio. Sembrerebbero due aspetti contigui o complementari ma secondo me non è così, a mio modo di vedere ci sono profondissime differenze. Prima fra tutte, il tempo cui dedicate a questi due obiettivi primari. Migliorare il gioco o la tecnica di gioco, richiede una pianificazione a lungo termine, disponibilità a modificarsi anche in modo sostanziale, tener conto di saper e poter rinunciare qualcosa per lasciare spazio a qualcos’altro, curare un modo scientifico anche i più banali aspetti della conduzione della gara, non avere l’ossessione della gara stessa. Giocare meglio non richiede per così dire “interventi invasivi” ci si può limitare al proprio livello e tentare di specializzarsi avendo un unico obiettivo, commettere meno errori del solito.

Dopo queste brevi premesse iniziamo ad affrontare l’allenamento.
La prima cosa da fare è pianificare il lavoro cercando di porsi degli obiettivi di lavoro. Supponiamo che l’obiettivo sia di migliorare il controllo al tavolo (personalmente è il più importante degli obiettivi). Naturalmente non dobbiamo trascurare un minimo lavoro di gambe e nemmeno la potenza dei nostri topspin. Ecco di seguito una serie di schemi al tavolo che vi aiuteranno a svolgere il lavoro in modo ordinato e corretto.

Per praticità ho omesso le parti generali, ossia il riscaldamento iniziale, l’eventuale partitella finale o particolari sequenze che riguardano il singolo giocatore come il lavoro di gambe e l’allenamento di un dato colpo.

Di seguito vedete i primi 3 schemi (successivamente ne arriveranno altri, non sono complicati. Tengono conto della combinazione rovescio-diritto e diritto-rovescio. Lo schema va giocato cercando di tenere la palla in gioco senza cambio di potenza né di spin, come dicevo attraverso questi schemi che, intendiamoci, non sono gli unici, si potrà avere un apprezzabile riscontro in termini di controllo generale e piazzamento della palla.

Come vedete per ogni riquadro viene indicato uno scambio ossia una palla giocata ciascuno, il verde lavora il rosso fa lo sparring, ho cercato di semplificare e di rendere il tutto molto immediato, se ritenete però che ci sia qualcosa da migliorare non esitate a scrivermi.

R= Rovescio

D= Diritto

Verde esegue il lavoro

Rosso gioca da sparring

Schema n.1 supponendo che i giocatori siano due destri:

  • scambio di rovescio incrociato / scambio di rovescio lungolinea
  • top di diritto incrociato / block di diritto incrociato
  • top di diritto lungolinea / block di rovescio al centro
  • top di diritto sul rovescio / block di rovescio incrociato
  • scambio di rovescio incrociato / scambio di rovescio al centro
  • top di diritto sul rovescio / block di rovescio lungolinea
  • top di diritto incrociato / block di diritto incrociato
  • top di diritto lungolinea / block di rovescio al centro
  • top di diritto sul rovescio / block di rovescio incrociato
  • si riprende dall’inizio

Schema n.2:

  • scambio di rovescio incrociato / scambio di rovescio al centro
  • top di diritto al centro / block di diritto sul rovescio
  • scambio di rovescio al centro / scambio di diritto sul diritto
  • top di diritto lungolinea / block di rovescio incrociato
  • scambio di rovescio incorciato / scambio di rovescio al centro
  • top di diritto sul rovescio / block di rovescio incorciato
  • scambio di rovescio incrociato / scambio di rovescio lungolinea
  • top di diritto lungolinea / block di rovescio incrociato
  • si riprende dall’inizio

Schema n.3:

  • scambio di rovescio incrociato / scambio di rovescio lungolinea
  • top di diritto incorciato / block di diritto al centro
  • top di diritto sul rovescio / block di rovescio lungolinea
  • top di diritto lungolinea / block di rovescio incrociato
  • scambio di rovescio lungolinea / scambio di diritto incrociato
  • top di diritto incrociato / block di diritto al centro
  • top di diritto sul rovescio / block di rovescio lungolinea
  • top di diritto lungolinea / block di rovescio incrociato
  • si riprende dall’inizio

Antoniana Pescara

9 Ottobre 2009 da Ping Pong Italia · Lascia un commento 

La società Antoniana Pescara, sta cercando un giocatore per la sua C1 gir.H, chiunque fosse interessato potrà rivolgersi al responsabile del club il sig. Quintildo Petricola al cell. 335319934 oppure all’email q.petricola@alice.it

Questo è il girone H

Attività indiana

7 Ottobre 2009 da Ping Pong Italia · Lascia un commento 

Sono tornato a Patiala dopo un lungo perioro trascorso prima a Pune nello stato del Maharastra e poi a Gandhidham in quello del Gujarat.
Prima di inzizare lo stage a Pune ci sono state molte incertezze a causa dell’alta concentrazione di casi di H1N1, swine flu, che fino adesso ha fatto salire i decessi a 57, poi il Governo del Maharastra ha dato il via libera riaprendo gli impianti sportivi, le scuole, i centro commerciali, i cinema etc. Il pingpong è stato il primo sport a sfidare la minaccia del suino tanto da suscitare l’interesse dei giornali, ecco un link del Times of India dove potete trovare le notizie a proposito.

Gli allenamenti sono trascorsi senza particolari intoppi, a parte la notizia del decesso di Mr. M.C. Chowhan che ha sconvolto tutto il tennistavolo indiano. Per 40 anni il segretario generale ha gestito la federazione indiana portando il pingpong ad essere uno dei maggiori sport indiani. In India il Segretario Generale è il capo dell’esecutivo, il Presidente è un MP ossia membro del parlamento ed a lui sono affidati ruoli rappresentativi.
Dicevo che il camp è andato piuttosto bene, sto ancora lavorando con l’intero gruppo di probabili (40) e solo all’inizio di gennaio ci sarà una prima scrematura riducendolo a 24 tra maschi e femmine.
Mi sono concentrato su due aspetti importanti del gioco, la potenza per gli uomini e la regolarità per le donne. Naturalmente anche in altri stages si sono poste particolari attenzioni a queste due caratteristiche, ma avere un mese di tempo e non essere ossessionato da gare imminenti, mi ha permesso di lavorare con tutta calma, concentrato, senza distrazioni.
Come al solito il profitto degli atleti è stato alterno, c’è chi è riuscito ad assimilare facilmente e rapidamente, c’è invece chi continua a tentennare. Insisto nel dire che l’atleta deve avere senso di disponibilità nei confronti del proprio allenatore. A volte il problema più grande è proprio questo, una resistenza interiore che non permette loro di verificare la bontà del lavoro oppure i limiti del lavoro stesso. Purtroppo nella mia carriera ho visto troppi giocatori essere resistenti alle proposte tecniche del tecnico, questo è un grosso limite per un lavoro di crescita tecnica a complemento del gioco dell’atleta.
Tra qualche giorno andremo ancora in Cina, a Zhengding, forse per soli 15 giorni poi, se tutto va bene, governo permettendo, parteciperemo al pro tour inglese di Sheffield che sarà alla fine del mese.

All’inizio ho parlato di Gandhidham, il più importante porto marittimo dell’India,  fondata nel 1950 si affaccia nel Mar Arabico. La prima pietra venne posata dal Mahatama Gandhi, da lì il nome della città.
Ho seguito il primo vero torneo nazionale, quello della zona centrale. In India ci sono praticamente 5 categorie: Men, Youth, Junior, Sub Junior e Veterans in buona sostanza l’assoluto, l’under 20, juniores fino a 17 e allievi fino a 14 e i veterani. In genere i Veterani hanno una propria attività e non vengono confusi con questi che loro chiamano Zonal Ranking Tournament.
Tutti i tornei sono giocati in 5 giorni, ci sono premi in denaro per tutte le categorie, tanto per darvi un’idea il primo nell’assoluto ha vinto mille dollari che in India è una gran bella cifra. I primi dieci della classifica assoluta hanno diritto gratuitamente a vitto e alloggio più un piccolo contributo per le spese di viaggio.
Non ho mai visto tanta correttezza in campo, a partire dai tecnici che siedono in panchina agli atleti, partite giocate all’insegna del bel gioco e ripeto, un fairplay in campo davvero notevole. Infine, ottima la qualità degli arbitraggi.
Il maschile lo ha vinto Soumyadeep Roy, il femminile Shamini Kumaresan che vedete nella foto di copertina.
Ottima impressione l’ha destata Gnagasekaran Sathiyan 16 anni (nella foto), un bloccatore estremo, fortissimo, veloce, controllo senza pari, in un questionario che ho dato ai probabili Sathiyan si è dato un bel 10 al suo rovescio, è alto 1 e 65 e pesa 44 kg, una piuma; ha vinto gli Junior, gli youth ed è ha perso in semifinale dell’assoluto dal vincitore del torneo.
A margine del torneo ho partecipato al Selection Committee, il comitato si è riunito per convocare i probabili per i prossimi campionati asiatici che si terranno qui in India a Lucknow dal 16 al 22 novembre prossimi.
Il comitato è così composto: Segretario Generale,  Segretario Generale Onorario, chief coach, 2 ex atleti campioni Indiani, in questo caso si trattava di due mie vecchie conoscenze (Khamlesh Metha e Manjeet Dua) poi un membro del governo, anche in questo caso un ex giocatrice già campionessa di India e l’invitato speciale cioè io.
Vi riporto rapidamente come sono andate le cose, magari potrebbe essere istruttivo per la nostra federazione.
Innanzitutto ogni membro ha ricevuto il giorno prima tutte le statistiche relative ai rendimenti degli ultimi tornei dei primi 40 giocatori. Dovete sapere che per la scelta degli atleti si conside la classifica a punteggio gli ultimi due tornei. L’idea è intelligente perché per essere selezionati occorre sempre essere in cima alla lista e non partecipare, di fatto significa stare fuori dalla nazionale.
Prima di affrontare l’argomento probabili si è deciso sul numero, essendo organizzatori dell’evento avremo uno o due posti in più pertanto oltre ai 5 della squadra si è optato per un numero complessivo di 10. Quindi tutti pronti con carta e penna, gli intervenuti hanno ascoltato la mia relazione riguardante l’attività e il rendimento delle nazionali in questi 7 mesi indiani. Ho proposto un criterio misto: l’esperienza degli atleti unita ai loro risultati internazionali, il merito derivante dai tornei nazionali (di cui dicevo poco sopra) e un attenzione ai giovani, quindi ho dato le mie percentuali 30-50-20. Dopo questa premessa si è passati a discutere nome per nome i probabili e alla fine è andato tutto liscio, come si suol dire. Durante il Selection Day ho anche proposto che i 5+1 o 2 saranno resi noti un giorno prima dell’inizio delle gare.
Mi è sembrato un modo davvero valido di decidere i convocati, un comitato serio, competente, discutere nome per nome in modo aperto, senza sotterfugi né tanto meno pressioni dall’alto. In alcuni casi, senza tanti complimenti tanto è vero che il comitato ha deciso di lasciare fuori un atleta molto quotato per motivi di rendimento degli ultimi 9 mesi, suscitando l’interesse dei giornali.
Al termine ho dovuto sostenere la conferenza stampa di fronte ad una dozzina di giornalisti.

Le WR di ottobre

3 Ottobre 2009 da Ping Pong Italia · Lascia un commento 

Ecco nel dettaglio l’andamento azzurro in campo internazionale, quasi tutti migliorano la propria classifica, Stefanova e Tan Monfardini retrocedono ma rimangono ancora tra le prime 50, buon balzo di Bobocica che raggiunge il suo massimo storico a quota 78, rientra tra i primi 100 Yang Min (99).

Tra gli indiani buono l’andamento generale, Sharath Kamal  e’ alla posizione 71, il mese scorso 69, mentre Saha guadagna terreno posizionandosi alla 238mo. Tra gli indiani figurano ben 29 uomini e 29 donne, un numero ragguardevole segno di un impegno da parte della federazione piuttosto consistente. 

Indian Teams

San Marino

Guida al Scempionato

3 Ottobre 2009 da Ping Pong Italia · 32 Commenti 


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I Giochi Nazionali (giorno 9)

3 Ottobre 2009 da Ping Pong Italia · 8 Commenti 


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I Giochi Nazionali (giorno 8)

2 Ottobre 2009 da Ping Pong Italia · Lascia un commento 


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I Giochi Nazionali (giorno 7)

1 Ottobre 2009 da Ping Pong Italia · Lascia un commento 

del Drago Rosso

Il titolo meno prestigioso, quello del doppio misto, se lo prende Wang Hao, al secondo oro dopo quello nella gara a squadre. E anche in questo caso la vittoria arriva grazie a una incredibile rimonta: Cui Yiming e Chang Chenchen conducono 3-1 e 10-8, ma Wang Hao e Wen Jia riescono a rimediare. La giornata, comunque, è tutta incentrata sui singolari, visto che si sta arrivando alla stretta finale.
Tutti i favoriti, fra gli uomini, restano in gara, anche se Ma Lin rischia l’eliminazione. Fra le donne, invece, va fuori la numero 3 del mondo, Li Xiaoxia, battuta da Guo Yan, n. 5. Oggi si assegnano altri due titolo: singolo femminile e doppio maschile. Nei doppi, si gioca al meglio dei 5 set nei primi due turni, al meglio dei 7 nelle semifinali e nella finale per l’oro, di nuovo al meglio dei 5 in tutte le semifinali e le finali per i piazzamenti.

SINGOLO MASCHILE

OTTAVI DI FINALE

Wang Hao-Tang Wei 6, 3, 5, 7
Chen Qi-Jin Yixiong 10, 7, 9, 8
Xu Xin-Wang Jianjun 2, -9, 8, 3, 5
Ma Lin-Yan An -7, -5, -3, 7, 6, 5, 4
Wang Liqin-Hou Yingchao 7, 5, 2, -9, 6
Hao Shuai-Qiu Yike 6, -7, 3, 2, 7
Zhang Jike-Cheung Yuk 5, 6, -5, 9, 7
Ma Long-Zhang Chao 5, 10, 3, 5

OGGI

Quarti di finale: Wang Hao-Chen Qi, Xu Xin-Ma Lin, Wang Liqin-Hao Shuai, Zhang Jike-Ma Long.
Il colpaccio sta per riuscire a Yan An, numero 3 di Beijing e 223 del mondo (ma solo perché fa pochissime gare internazionali). Yan An conduce 3-0 e 5-1, Ma Lin sembra svogliato, poi comincia a riprendersi e chiude senza problemi, ma dà sempre la sensazione che, dopo il titolo olimpico, non abbia più la forza mentale per combattere. Ma Long si riprende dopo la caduta nella gara a squadre contro Guangdong e ritrova Zhang Chao, contro il quale aveva sciupato 5 match-ball. Stavolta, non c’è storia, perché Ma Long gioca come sa. Così, oggi, nei quarti di finale c’è lo scontro fra Ma Long e Zhang Jike, quelli che saranno i cinesi da battere per almeno 5-6 anni. Il sorteggio è stato ingeneroso, ma dipende anche dalle classifiche nazionali, che hanno qualche incongruenza. Comunque, nei quarti di finale troviamo i numeri 1, 2, 4, 5, 7, 9, 20 e 39 del mondo!

SINGOLO FEMMINILE

OTTAVI DI FINALE

Zhang Yining-Cai Sai 8, 7, 2, 5
Peng Luyang-Zhang Yingying 6, 8, 3, 5
Ding Ning-Feng Yalan 10, 1, 5, 9
Liu Shiwen-Cao Zhen 7, 10, 5, 5
Li Xiaoxia-Wang Xuan 9, 6, 5, 9
Guo Yan-Li Xiaodan 7, 7, 7, -7, 7
Rao Jingwen-Jiang Huajun 9, 3, -4, 4, -12, 8
Guo Yue-Yao Yan -5, -3, 9, -2, 3, 8, 8

QUARTI DI FINALE

Zhang Yining-Peng Luyang 8, -4, 8, 4, 8
Liu Shiwen-Ding Ning -3, 11, 8, 7, 9
Guo Yan-Li Xiaoxia 7, -7, 11, -10, 6, 5
Guo Yue-Rao Jingwen -9, 8, 6, 5, 7

OGGI
Semifinali: Zhang Yining-Liu Shiwen, Guo Yan-Guo Yue.
Ci sta per scappare la sorpresona negli ottavi di finale: Yao Yan conduce 3-1 su Guo Yue, con la numero 2 del mondo che gioca malissimo e butta palline al vento. Guo Yue si ostina a incrociare sempre i colpi, tanto da risultare prevedibile e permettere a Yao Yan di trovare il giusto ritmo. Poi, si ricorda di essere una fuoriclasse e comincia ad alternare i colpi, di diritto e di rovescio, e con direzioni diverse, e a quel punto Yao Yan deve cedere. Guo Yue dà l’impressione, tante volte, di essere guidata male, poi comincia a giocare di istinto e tutto va a posto. Avendola vista crescere, da quando aveva 11 anni, ho notato che i tecnici nel corso degli anni hanno cercato di cambiare la sua impostazione originaria (talento puro, con idee e soluzioni imprevedibili nel gioco) per restringerla in schemi che per lei sono come una prigione e, peggio ancora, per farla assomigliare a Wang Nan, solo perché vengono dalla stessa Provincia, il Liaoning, e sono entrambe mancine. Ed ecco che il rovescio naturale e teso di Guo Yue è stato fatto diventare un rovescino da toppino sul tavolo, con la palla colpita appena dopo il rimbalzo (appunto, come faceva Wang Nan). Quando Guo Yue torna al suo gioco primordiale, si rivedono le magie e un gioco fenomenale. Oggi si troverà di fronte Guo Yan, che nei quarti di finale mette sotto pressione Li Xiaoxia e attacca a tutto spiano, con i suoi potentissimi topspin di diritto. Guo Yan, n. 5 del mondo, è stata sfortunata nella sua carriera, perché si è ritrovata a combattere con tante campionesse, ma è davvero una che può battere chiunque. Zhang Yining continua la sua marcia, anche se, ripeto, non è al massimo della forma. Avrà in semifinale Liu Shiwem, vale a dire che è la stessa semifinale dei Mondiali di Yokohama. Nei quarti c’erano la n. 1, 2, 3, 4, 5 e 11 del mondo, più la 43 (Peng Luyang) e la 52 (Rao Jingwen) sparite dalla classifica internazionale per scarsa attività, ma di livello decisamente superiore.

DOPPIO MASCHILE

QUARTI DI FINALE

Wang Liqin/Xu Xin-Wang Hao/Zhang Jike 6, 6, -9, -4, 6
Chen Qi/Shen Mingjie-Ma Long/Zhang Tian -8, 6, 4, 10
Hao Shuai/Li Ping-Lei Zhenhua/Liu Yang -9, 5, -3, 10, 7
Qiu Yike/Wang Jianjun-Jiang Tianyi/Tang Peng 7, -8, 7, 7

OGGI
Semifinali: Wang Liqin/Xu Xin-Chen Qi/Shen Mingjie, Hao Shuai/Li Ping-Qiu Yike/Wang Jianjun.

DOPPIO FEMMINILE

OGGI
Quarti di finale: Ding Ning/Guo Yan-Liu Juan/Rao Jingwen, Li Qian/Nie Wei-Li Jia/Li Jiayan, Guo Yue/Hou Xiaoyu-Li Xiaoxia/Peng Luyang, Li Shengjie/Lu Xue-Bai Yang/Niu Jianfeng.

DOPPIO MISTO

SEMIFINALI POSIZIONI 1-4

Cui Yiming/Chang Chenchen-Yan An/Ding Ning 4, 16, -6, 8, 9
Wang Hao/Wen Jia-Xu Ke/Liu Chun 5, 2, 6, 4

SEMIFINALI POSIZIONI 5-8
Xu Xin/Yao Yan-Xu Ruifeng/Nie Wei 7, 11, 7
Ma Long/Guo Yan-Zhu Wentao/Rao Jingwen 7, 9, -6, 7

FINALE 1o POSTO
Wang Hao/Wen Jia-Cui Yiming/Chang Chenchen -9, -8, 7, -3, 11, 9, 8

FINALE 3o POSTO
Yan An/Ding Ning-Xu Ke/Liu Chun 8, -8, 6, 7

FINALE 5o POSTO
Ma Long/Guo Yan-Xu Xin/Yao Yan 3, -1, 8, 6

FINALE 7o POSTO
Xu Ruifeng/Nie Wei-Zhu Wentao/Rao Jingwen 5, 0, 0

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