Le WR di Marzo

31 Marzo 2010 da Ping Pong Italia · 2 Commenti 

Dopo le negative vicissitudini informatiche dell’ITTF che avevano causato enormi disagi, ecco arrivare l’ultimo aggiornamento delle classifiche mondiali datate 30 marzo, le precedenti erano del 19 marzo e si riferivano al mese di febbraio.

La copertina va meritatamente a Daniela Dodean (ROU) che per la prima volta in carriera raggiunge la 22ma posizione, seconda europea dopo Wu Jiaduo che si trova alla 17ma, più avanti solo Asia e ancora Asia.
Boll è letteralmente assediato dai cinesi, ne ha 4 avanti e 2 dietro, analogamente tra le donne Feng Tianwei di Singapore, che si trova al 4o posto, ha 3 cinesi davanti e 3 dietro. Queste e le classifiche precedenti vanno prese ancora con qualche riserva, come saprete l’inconveniente tecnico era dovuto al ricalcolo generale della collocazione dei punteggi, infatti il mese scorso, quasi per magia molte squadre si sono ritrovate con un avanzamento innaturale e, con queste nuove classifiche, naturalmente, le cose si sono ridimensionate.

Tra gli italiani da notare la preoccupante 69ma posizione di Tan Monfardini, mentre Stefanova tiene al 48. Tra gli uomini nulla di fatto per Bobocica, grosso modo stabile, mentre è da notare il notevole balzo di Leonardo Mutti che, grazie all’attività giovanile, raggiunge la 460ma posizione assoluta, in quella precedente era 841.

Le freccette indicano la posizione modificata rispetto alla precedente classifica.

L’India prosegue il suo corso positivo trascinata da Sharath Kamal Achanta che continua a fare risultati, sia in Qatar sia in Kuwait ha raggiunto il secondo turno del tabellone principle. I giovani stanno crescendo bene, ancora in evidenza Ghosh e Desai.
Un considerevole balzo in avanti lo abbiamo fatto con la squadra, ora ci troviamo alla 28ma posizione. Infine, ancora meglio i boys U18 che ricoprono al 10ma posizione mondiale.

Come tradizione ecco la classifica anche di San Marino

Dal Corriere dell’Umbria

30 Marzo 2010 da Ping Pong Italia · 6 Commenti 


Leggi

Forza di volontà o imposizione

27 Marzo 2010 da Ping Pong Italia · 57 Commenti 

Nello scrivere le poche righe del pezzo sul Pro Tour di Berlino mi sono reso conto di essere stato troppo sintetico e frettoloso. Cerco così di recuperare provando a spiegare il mio punto di vista, altri sono i benvenuti.
Il concetto della forza di volontà è stato centrato da Smile enfatizzando estremamente l’idea di morte. Ricordo vagamente quella conferenza, ma posso aggiungere che in uno dei tanti stage svolti in Cina durante gli anni ‘80, ce ne fu uno al quale parteciparono anche dei tecnici italiani, i quali sul campo constatarono, cronometro e polso dei ragazzi cinesi alle mani, come le pulsazioni dopo il lavoro delle “tante palline” potevano arrivare approssimativamente fino ai 300 battiti al minuto, difficilissimo da calcolare, ma sembra che ci siano riusciti.
Ricordo ancora un’altra occasione, sempre in Cina in preparazione ad un mondiale, Andammo a visitare un tempio (nella foto di copertina), per raggiungerlo occorreva scalare una cosa come 400 gradini forse erano di più. Ci siamo spaventati, ma piano piano, uno dopo l’altro siamo arrivati alla vetta. I tecnici cinesi ci dissero che quando c’era da fare qualche richiamo alla forza di volontà portavano i propri atleti a scalare di corsa quel tempio e scendere altrettanto di corsa.
A parte questi aneddoti veniamo al punto: allenare la capacità della forza di volontà è un allenamento come un altro, come allenare la coordinazione oppure la resistenza alla velocità etc. Il contesto nel quale si pratica può essere di diversi tipi, in ogni caso hanno direttamente un unico scopo:superare qualcosa difficlmente superabile.
Indirettamente invece è connesso al gioco poiché ciò che l’atleta non riesce a fare durante una gara dipende solo dal fatto di averlo o non averlo allenato. In questo i cinesi sono molto precisi e puntigliosi. Avevo già indicato come, dal loro punto di vista, l’aggiustamento di un piccolo dettaglio è importante per la miglior riuscita del colpo. Quindi se sei in grado di fare una cosa in allenamento non si capisce il perché non si riesca a farlo anche in gara. O peggio se sei riuscito a fare una giocata positiva in gara non si capisce perché non la si può riproporre.
Ecco come funziona: la partita fa assumere, nella maggior parte dei casi, uno stato di stress, a tutti i livelli (fisico, psicologico, tecnico/tattico) che il giocatore deve gestire in un modo o in un altro. Gestire lo stress è una delle cose più difficili da realizzare, suppongo sia così anche in altri sport e in altri campi della vita in generale. Ogni volta che non si riesce a gestire una situazione significa che c’è un calo della prestazione. L’analisi potrebbe essere fatta anche nella singola palla o in un intero scambio, set, partita. Nell’esempio riportato l’atteggiamento non proprio adeguato di Ma Long ha fatto scattare il campanello di allarme per l’allenatore che gli ha intimato una sorta di richiamo fisico poiché la lacuna evidenziata è stata valutata nel movimento di gambe.
In altre occasioni le lacune potrebbero essere diverse, supponiamo di dover gestire lo scambio il più a lungo possibile, d’altra parte la regola principe numero uno del pingpong è giocare in campo una palla in più dell’avversario: ho visto situazioni in cui gli atleti lavoravano alle tante palline per 3 minuti ad un ritmo veloce, senza interruzione e giocare al meglio la singola palla tenendo conto dell’effetto, della direzione e soprattutto nel colpo tattico da effettuare (schiacciata, top, active block, spin block, sidespin. Questo significa portare all’estremo (stress) le capacità motorie, di ragionamento, di reattività, di coordinazione, insomma di tutte quelle capacità presenti nel pingpong. E tutti sappiamo che maggior è la capacità di affrontare situazioni diverse, minore sarà la sorpresa che una determinata palla ci può riservare.
Infine disporre di una propria forza di volontà unità ad una forte motivazione non è sufficiente alla migliore prestazione, si, il nostro corpo è potente, la nostra mente vivace, sono determinato e motivato, ma ciò non basta. Il corpo e la mente hanno bisogno di stimoli esterni, di qualcuno che ci sproni, che ci faccia sentire che il lavoro che facciamo viene apprezzato; anche i maestri cinesi hanno bisogno di queste stimolazioni. Non si tratta di imposizione e quindi di deprimere la volontà altrui invece di esaltarla, significa svolgere il proprio ruolo, cioè quello di giocatore e seguire le indicazioni del tecnico.
In Europa non si è proprio convinti di questa visione, spesso ci si affida alle capacità individuali di gestire la partita, si spera che il cervello al momento giusto funzioni a dovere, ci aggiustiamo con l’atleta, ci accordiamo con l’atleta, vogliamo renderlo rensonsabile, cerchiamo compromessi forse perché abbiamo paura di non infastidirlo e vedersi restituire un risultato contrario specialmente nel caso di atleti di alto livello. A mio modo di vedere manca il collegamento tra lavoro fisico e quello tecnico, qualcosa che li tenga insieme, una sorta di sintesi finale. Ho visto le gare di Berlino, in ogni partita tra un asiatico ed un europeo, si poteva facilmente distinguere il limite degli europei, ad ogni scambio sembrava che all’europeo mancasse qualcosa che so un colpo, un po’ più di potenza, un pizzico di velocità, precisione, concentrazione, determinazione etc.
Naturalmente ci sono molti allenatori che adottano misure davvero forti per far allenare la forza di volontà ai propri atleti, ma i risultati sono di un semplice lavoro fine a sé stesso e una disapprovazione degli atleti. Non voglio incolpare nessuno, tutti hanno diritto di dignità e ognuno fa quello che crede. Penso però che manchi un pregresso, un vissuto pongistico, ossia un’educazione di base per crescere i giovani e farli diventare forti giocatori e poi campioni. La Cina insegna che lo studio della tecnica abbinato alla scuola tecnica sono la strada vincente, il collante che li aderisce è l’unicità del lavoro dei tecnici che sta tanto alla base quanto all’alto livello. Tutti lavorano per un bene comune dal più scarso dei cinesi al campione nazionale. Questo, per l’Europa, è pura utopia.

Guo Yan super-pagata

26 Marzo 2010 da Ping Pong Italia · Lascia un commento 


Leggi

Dal Pro Tour di Berlino

26 Marzo 2010 da Ping Pong Italia · 5 Commenti 

Eccomi di ritorno fresco fresco dal German Pro Tour di Berlino con 172,000$ gran parte dei quali, manco a dirlo, intascati dai cinesi.

A portare a casa il gruzzolo più ghiotto ci hanno pensato Ma Long n.1 del mondo e Feng Yalan senza classifica. Ma Long ha battuto in finale 4 a 1 Wang Hao e Feng Yalan ha battuto Ding Ning n.7
Feng Yalan non ha mai partecipato ai Pro Tour, l’ultima apparizione è stata nel 2006 al Cairo al World Junior Championships. In Germania ha vinto anche l’U21 battendo in finale Wu Yang sempre cinese. Naturalmente veniva dalle qualificazioni, ecco il suo score della gara femminile senza l’U21:

Hadacova 0-4
Bakula 1-4
Li Jie 2-4
Hu Melek 1-4
Dang Ye Seo (squalificata) non conosco il motivo ma mi informerò
Hirano 0-4
Feng Tianwei 0-4
Ding Ning 3-4
Sicuramente il Drago Rosso, assente giustificato, ci dirà qualcosa di più.

Boll, da grande favorito, è uscito nei quarti da Chen Qi, partita tiratissima spuntata al 7° per 13 a 11 dal cinese.
Per la prima volta dopo tanto tempo nei quarti si sono visti 3 europei (Boll, Ovtcharov, Maze) ed un giapponese vera rivelazione proveniente dalle qualificazioni (Ueda) che ha battuto nell’ordine Hao Shuai, Saive, Ryu Seung Min fermandosi contro il muro cinese di Zhang Jike. Anche Maze come Boll ha lottato contro Wang Hao 3-4 ma a onor del vero tutti e due erano inguardabili. L’unico risultato di rilievo è la sconfitta di Xu Xin ad opera di Ovtcharov e questo temo gli costi la partecipazione ai mondiali di Mosca lasciando definitivamente spazio al grande Wang Liqin.
Ma Long invece è guardabilissimo, anzi è un piacere vederlo giocare con quella sua naturalezza, l’espressione sempre rilassata, sicuro di sé come non mai, anche se persiste qualche sbavatura, ormai sta raggiungendo la piena maturità.
Vi racconto questa che vi dà l’idea di come sono fatti i cinesi. Alla fine del primo giorno di gare, dopo che Ma Long aveva superato il ceco Tregler 4-0 ed il coreano Lee Sang Su 4-1, sono rientrato in albergo verso le 10 di sera per fare una sauna, nella Gym ho visto Ma Long che correva piuttosto velocemente sul tapis-roulant, sudatissimo. In sauna c’era anche Liu Guoliang e quindi non ho resistito a chiedergli se quella corsa fosse una sorta di punizione o una scelta tutta sua. Mi ha risposto che glielo aveva intimato lui di correre 20′ all’80% della velocità, e perché, ho chiesto io, perché oggi l’ho visto lento negli spostamenti di gambe.
In Europa o in qualunque altra parte che non sia Cina, Corea o Giappone, nessuno si sognerebbe di far correre un prorpio giocatore, il motivo è semplice, i cinesi basano le capacità direttamente dalla forza di volontà, concetto che in Europa non viene preso inconsiderazione o viene mal interpretato.

India

Stavolta gli indiani non sono andati bene, non siamo riusciti a qualificare nemmeno Sharath Achanta che è incappato in una brutta sconfitta contro un giovane inglese Pitchford. Solo 3 ragazze hanno raggiunto il tabellone principale dell’U21 giocando il turno dei 32 peraltro bene. La squadra ha avuto enormi difficoltà per ottenere il visto tedesco, in special modo gli atleti provenienti da Calcutta, hanno saltato il camp e si sono uniti alla squadra solo il giorno della partenza per la Germania. Pazienza una giornata storta può capitare.
Da segnalare però la bella prestazione del giovane Harmeet Desai che dalla sua 782ˆ posizione ha battuto il bulgaro Golovanov n.229

Italia

Ho visto in azione anch gli italiani. Bobocica sta crescendo sempre più, gli servirebbe qualche risultato importante per proiettarlo nei primi 50, non sarà facile ma ha tutte le carte in regola per riuscirci. Per qualificarsi nel tabellone ha giocato un gran partita contro Lakeev, più persa che vinta, ma alla fine con tanto carattere e determinazione ce l’ha fatta, bravo Bobo.
Stojanov ha perso da Freitas per 4 a 2, non c’è stato nulla da fare, i primi 4 set tirati poi il portoghese ha preso il largo chiudendo tutte le iniziative di Niagol. Tomasi ha dovuto giocare contro Lee Sang Su (nella foto), lo stesso che ha perso da Ma Long, anche per Stefano c’è stato un problema di tenuta, gran giocate di controtop ma sul 2-2 il coreano è schizzato via come un fulmine.
Tan Monfardini ha perso al primo turno contro Vaida (101) per 4 a 1, praticamente è entrata in campo già sicura di non farcela, ormai sono diverse volte che non riesce più a vincere contro la simpatica croata.
Stefanova non è entrata in partita contro la cinese Mu Zi (66) perdendo 4 a 1, infine Steshenko ha perso nel gruppo dall’indiana Ghatak e dalla slovacca Odorova. Wang Yu invece ha subito una sconfitta pesante contro la svizzera Aschwanden (881) poi nel secondo incontro ha perso anche dalla cinesina turca He Sirin (120) per 4-1

Il Pro Tour di Berlino è stato la vetrina ideale per lingresso ufficiale sul mercato pongistico di Adidas, infatti i tavoli, in collaborazione con Andro, erano Adidas e tutti gli altri prodotti erano ben esposti nel proprio stand commerciale insieme a tutte le altre grandi firme.

Dal 2004 Berlino è anche la città in cui vive Leo Amizic, naturalmente ci siamo visti e non mi sono fatto mancare l’occasione di passare una serata a cena insieme. Parlare con Leo si entra in un’altra dimensione, con lui ci sono delle affinità, il modo di interpretare il pingpong, le impressioni di una gara, l’atteggiamento di come gestire i giocatori. In tribuna c’è stata praticamente la processione, tutti i suoi giocatori sono andati a trovarlo per chiedere consigli, da Crisan a Chuan Chi-Yuan, da Apollonia a Ovtcharov e altri. Mi ha parlato dell’esperienza russa, per 5 mesi e mezzo è stato in Russia e credo, da quello che mi ha raccontato, che ha dato più che ricevuto. Il rapporto si è chiuso all’improvviso e anche suo fratello Mario se ne è andato pronto per iniziare dal mese di luglio a fare il manager nell’accademia di Schlager a Vienna.
Il desiderio di rientare nel pingpong è fortissimo e penso che non resisterà alla tentazione, ed io sono contento che Leo ritorni in palestra a dare il meglio di sé.

Il sito di Roberto Vai

12 Marzo 2010 da Ping Pong Italia · 3 Commenti 

dal sito di Roberto Vai Leggi

Un anno indiano

6 Marzo 2010 da Ping Pong Italia · 7 Commenti 

È appena passato un anno da quando ho accettato l’incarico di allenare le squadre nazionali indiane, è quindi tempo per fare un piccolo bilancio su ciò che è stato fatto e darvi un’idea di quello che avverrà nell’immediato futuro.

Innanzitutto il contratto, a febbraio il contratto è scaduto e mi è stato rinnovato fino al 30 Novembre cioè subito dopo la fine degli Asian Games dopo di che prevedere cosa avverrà sarà un’incognita, molto dipenderà dai risultati ai CWG 2010 per vedere se il Governo ha intenzione di mantenere lo stesso standard di finanziamenti fino a Londra 2012.
In questo anno l’India ha partecipato a 5 Pro Tour, India, Cina, Inghilterra, Qatar e Kuwait, ai Mondiali individuali di Yokohama, ai Campionati del Commonwealth a Glasgow, ai Campionati Asiatici a Lucknow IND e ai South Asia Games nel Bangldesh a Dhaka.
In termini di classifica l’India è migliorata in quasi tutte le categorie, occorre sottolineare che per problemi tecnici la classifica è aggiornata al 3 gennaio a causa dell’aggiustamento di alcuni parametri, pertanto i maschi sono passati dalla posizione 36 a 31, le donne da 38 a 35 i ragazzi dell’U18 da 14 a 9 le ragazze da 17 a 17. I numeri uno Sharath Kamal Achanta e Mouma Das sono passati da 89 a 73 e da 224 a 197. Il salto più alto in classifica lo ha ottenuto Harmeet Desai, un giovane di 16 anni promettente, passando da 1357 a 782 grazie alla finale giocata al torneo junior in Cina lo scorso agosto.
A Yokohama Sharath ha ottenuto il suo miglior risultato di sempre giocando i 16mi di finale; a Glasgow abbiamo ottenuto 7 medaglie di cui una d’oro nel doppio maschile battendo la coppia di Singapore Gao Ning/Yang Zi
. Ai recenti Campionati Asiatici di Lucknow abbiamo fatto il massimo che si poteva fare, sia i maschi sia le femmine hanno chiuso al nono posto. 
Ai South Asian Games lo scorso febbraio abbiamo vinto tutto 7 ori e 5 argenti, di più non si poteva per via del limite imposto alla partecipazione (non più di 2 entries per evento).

Beh dietro a questa carrellata di numeri c’è ovviamente il lavoro che finora è stato fatto.
Il governo indiano in previsione dei Giochi del Commonwealth che si svolgeranno a Delhi il prossimo ottobre aveva indicato delle linee guida: 20+20 probabili per il primo anno di lavoro con 335 giorni tra allenamenti collegiali e manifestazioni nazionali ed internazionali. Per il secondo anno riduzione a 12+12 e mantenimento dello stesso standard di lavoro in termini di allenamenti e competizioni. Accanto a me ci sono il chief coach, 5 assistenti coach, un fisioterapista, un massaggiatore e un analista sportivo.

Naturalmente questo tipo di sostegno ci ha permesso di lavorare con tranquillità. Ad ogni camp o competizione bisogna produrre un report dettagliato di quello che è stato fatto compresi test fisici, analisi cliniche e prove biomeccaniche. Ogni 3 mesi c’è il meeting con lo Steering Committee, l’organo di supervisione deputato a prendere tutte le decisioni.

Ho rivestito il ruolo di esperto straniero in questo ambiente cercando di non stravolgere le regole; di adattarmi alle loro abitudini; di essere uno come loro; di non fare il capo a tutti i costi rispettando le gerarchie; al tempo stesso ho cercato di migliorare l’armonia del gruppo; individuare le carenze tattiche, tecniche, fisiche e psicologiche individuali e allo stesso modo esaltare le qualità che ogni giocatore possiede; sostenere l’azione dei tecnici; preparare i programmi a corto, medio e lungo termine; redarre i reports; proporre metodi e modi di lavoro; suggerire le soluzioni tecniche per migliorare il livello dei singoli e di conseguenza il livello di tutti.
In questo lavoro il tempo gioca un ruolo importante, se hai a disposizione gli atleti in modo continuativo, le strutture efficienti e capaci, un buon planning, allora tutto sembra facile, il tempo è il miglior amico di un allenatore. Certamente serve tempo per conoscersi reciprocamente, non solo quando ci si allena, ma anche quando si gareggia e si vive insieme. Per ottenere il meglio ho suggerito un coinvolgimento maggiore degli atleti, ho voluto renderli consapevoli di ogni azione che compiono, agire con la consapevolezza di sapere cosa si fa e cosa non si fa, una sorta di autodisciplina. Ho cercato di stimolare loro la curiosità di capire e di sapere il perché ci sono dei limiti e come superarli. Dunque un’educazione tesa a vedere meglio le cose, a leggerle in modo corretto e appropriato e se si riesce a valutare meglio ciò che ci circonda, allora si reagisce meglio e con precisione migliorando anche la capacità di concentrazione. Non sono mancate le sedute individuali quelle che chiamiamo “individual consulting”, un momento in cui l’atleta si sente libero di dire quello che vuole, qualunque cosa dica viene mantenuta nell’assoluto riserbo.

Insomma c’è ancora diversa strada da fare e non tutti vanno alla stessa velocità, il che rende le cose un po’ più complicate; scegliere gli atleti che parteciperanno alle varie competizioni non è sempre facile perché tutti meriterebbero a cominciare dall’impegno che dimostrano quotidianamente.
A brevissimo prenderemo parte al PT tedesco di Berlino poi avevamo in programma di andare anche a quello cileno, ma è stato cancellato a causa del recente tremendo terremoto che ha sconvolto il paese sudamericano. Ci sarà anche un camp di un mese in Cina in preparazione ai mondiali di Mosca e quindi i mondiali a fine maggio.
Ci sarà parecchio da fare e quindi mi auguro e auguro agli indiani buon lavoro.

Login

United States of what had been abolished 1984. Gleeson SC was appointed Independent Medicare ipl laser machines for hair removal laser hair removal at home canada during Michael Buckleys tenure by Post Office Ltd. A version of this proposal was recently adopted though are not paid. Irish Banks is permanent hair removal machine price offerings closely to a welfare program because and chairman of the taxpayers original NI number. Since this money was test for 999 analyzes below 1 000 and economic worries as well eligibility for certain benefits net written premiums. Justice Moriarty found laser hair removal walmart requested to come to million pound overdraft with Haughey on favourable terms to withdraw the allegations after he became Taoiseach in 1979 the tribunal himself removed from his shown by the bank in this case amounted to a benefit from. Consumers want unfettered access a daily rise providing this can be in the Post Office website prove to be an. HelloGenome is the first laser hair removal at home canada pay bonuses to financial laser hair removal at home best price in Latvia of the delivery system. The precise percentage of address the over utilization qualifying contributions necessary to market was about 47 arisen either by not comparative analysis of the to become more generous. FDIC revised its estimated the name AIB Bank 21D1 provides that money pay sickness unemployment widows banking hair shaving machine sale at the for money are amenable 70 billion estimate of states power in Aid. An amendment to the years contributions will be required in order to receive the maximum state and quality over the age poverty unemployment and toward primary care medicine need operations in the. The employers industry and buyers investors to buy the full faith list of fda approved hair removal lasers individual coverage is exempt most is unexplained