Bidone mondiale

18 Maggio 2013 da Ping Pong Italia · 24 Commenti 

del Drago Rosso

La rielezione di Sharara alla guida dell’Ittf, con le polemiche che l’hanno preceduta e che sicuramente la seguiranno, è il piatto forte della prima parte dei Mondiali a Parigi. Faccio subito un punto della situazione, per poi preparare il consuntivo finale, visto che gli argomenti sono tanti ed è meglio cominciare a esaminarli prima possibile.

ELEZIONI CON TRADIMENTO

Il risultato dell’elezione per la presidenza dell’Ittf è stato netto: 149 voti per Sharara, solo 55 per Bosi. Messa così, può sembrare che Bosi si sia lanciato in una impresa disperata e abbia sbagliato tutti i calcoli. Chi conosce Bosi sa che questo non è il quadro esatto della situazione. La verità è un’altra, e non certo bella. Il punto principale: la Cina aveva promesso il suo appoggio a Bosi, tirandosi dietro tutta l’Asia, ma all’ultimo momento lo ha mollato e si è messa d’accordo con Sharara. A Bosi sono rimasti solo i voti dell’Europa quasi compatta (39 per lui, 14 per Sharara, con Germania e Svezia a guidare la schiera delle pecore europee), quasi sicuramente 9 dal Sud America e 7 qui e là per il mondo, alcuni di questi probabilmente dall’Africa, dove la Francia, sostenitrice ufficiale di Bosi, ha buoni contatti. Se ci aggiungiamo la trentina di voti che dovevano essere garantiti dalla Cina e dall’Asia, più un’altra ventina fra Paesi arabi e africani che avrebbero votato Bosi se avessero avuto la sicurezza dell’appoggio cinese a lui, vediamo che i calcoli per la sua candidatura erano giusti, si andava sull’ordine del centinaio di voti. Considerando che i votanti sono stati 204, si capisce che Bosi, senza il voltafaccia della Cina, aveva ottime possibilità di vincere.

LE PROMESSE MANCATE

Ma come mai si è arrivati a questo punto? Naturalmente, la Cina sa mantenere i suoi segreti, ma stavolta si è mossa con poca accortezza e il suo tradimento è evidente. Per capirlo meglio, facciamo un passo indietro. Due mesi fa, Bosi è andato a Pechino e ha parlato direttamente con Cai Zhenhua, che in questo momento è viceministro dello sport (con possibilità concreta di diventare ministro), vicepresidente del Comitato olimpico, commissario straordinario della Federazione calcio con pieni poteri, oltre a essere il padrone assoluto del tennistavolo cinese. Bosi ha presentato a Cai Zhenhua i documenti che aveva raccolto sull’attività di Sharara come presidente dell’Ittf e contemporaneamente di responsabile dell’Ufficio marketing, con tutto ciò che ne conseguiva in termini di mancanza di chiarezza e di conti economici che non tornavano. Quindi, Bosi ha proposto a Cai Zhenhua di presentarsi candidato alla presidenza dell’Ittf per far cambiare le cose. Cai Zhenhua, impegnato com’è, ha detto che per lui era impossibile candidarsi, perciò ha detto a Bosi che si sarebbe dovuto candidare lui e che la Cina gli avrebbe garantito tutto l’appoggio, insieme all’Asia. Così, Bosi è andato avanti con la sicurezza di avere le spalle coperte. Da lì è partita la campagna elettorale, con tanto di messaggi e comunicazioni fra le varie parti che stanno a comprovare quale fosse lo schieramento a favore di Bosi. Insomma, si può ragionevolmente prevedere che Bosi non renderà pubblici questi messaggi, ma è evidente che nessuno può bluffare e dire di non avere mai appoggiato Bosi, tanto per capirsi! Cosa sarà mai successo negli ultimi giorni per far cambiare idea alla Cina? Bosi non si sarebbe mai aspettato questo cambiamento, anche tenuto conto che lui e Cai Zhenhua si conoscono sin da metà anni Ottanta, quando Cai venne in Italia a fare il c.t. della Nazionale e Bosi era nelle ultime fasi della sua carriera da giocatore. Inoltre, i rapporti fra Bosi e la federazione cinese sono stati sempre ottimi, per cui era davvero difficile immaginare quello che è invece successo. La stranezza del comportamento dei cinesi sta in questo principalmente: Sharara ha cambiato le regole e il mondo del tennistavolo facendo una conclamata guerra alla Cina, fino ad arrivare alla riduzione del numero di giocatori all’Olimpiade, facendo perdere alla Cina (non solo al tennistavolo, ma a tutto il movimento sportivo cinese) due medaglie olimpiche, sia pure due bronzi, ma comunque medaglie che, nell’ottica dell’Olimpiade, sono importantissime per qualsiasi nazione. Insomma, i cinesi sono stati le vittime di questa azione da parte di Sharara e, anche se hanno continuato a vincere sul campo, è chiaro che hanno preso schiaffi a livello politico sin dal 1999, quando Sharara fu eletto per la prima volta alla guida dell’Ittf. Ammesso che adesso abbiano trovato un accordo con Sharara, cosa mai possono sperare di avere? Non si può tornare indietro (purtroppo, dico io) alla pallina da 38 e ai set a 21 punti, non si possono far tornare a 3 i giocatori all’Olimpiade, perché il Cio manderebbe affanculo l’Ittf (prima li riducete e subito dopo li riaumentate?), che stracazzo mai può andare a vantaggio della Cina adesso? L’unica ipotesi è che, avendo Sharara annunciato che questa è la sua ultima volta da presidente e che non si ripresenterà candidato fra 4 anni, e avendo la Cina fatto eleggere come vicepresidente Shi Zhihao (ex campione del mondo, fino a Londra 2012 c.t. della Nazionale femminile), la Cina potrebbe aver barattato il suo appoggio a Sharara con l’assicurazione che fra 4 anni tutte le nazioni che ora appoggiano Sharara voteranno per Shi Zhihao. Nel caso la Cina avesse vitato per Bosi, magari Sharara avrebbe potuto organizzare un’altra candidatura per un suo amico e dare l’ennesima fregatura alla Cina. Ma queste sono solo ipotesi. Resta il fatto che la Cina ha tradito Bosi, questa è l’unica e amara realtà.

DOCUMENTI SEGRETI

Tutto questo, comunque, non cancella l’altro punto fondamentale, quello che riguarda le accuse presentate da Bosi e dal Board dell’Ettu contro Sharara, accuse preparate da una squadra di commercialisti e avvocati, accuse che sono specifiche e pesanti. Bosi deve solo decidere se continuare su questa strada, fino al punto da portare tutto in tribunale, ma non è una decisione da prendere a caldo. Probabilmente, Bosi e le 39 nazioni europee che lo hanno votato discuteranno su cosa fare. Per il momento, visto che sono venuti meno i motivi che mi impedivano di mettere in linea i documenti (tuttora non posso dire quali siano questi motivi, posso solo dire che sono venuti meno), li metto a disposizione di questo blog. Una sola avvertenza: sono in lingua inglese e sono così lunghi che per tradurli ci vorrebbero settimane, per cui dovete accontentarvi. Comunque, c’è la lettera dell’Ettu all’Ittf, c’è l’elenco delle accuse a Sharara, ci sono tutti i documenti che provano le accuse, c’è poi la risposta di Sharara e infine la controrisposta di Bosi a Sharara. Ognuno sarà in grado di farsi un’idea, ognuno valuterà se sia giusto andare avanti o se le accuse sono infondate. Io penso che ci sia bisogno di fare chiarezza.

MONDIALI GIOCATI

Naturalmente, ci sono “anche” i Mondiali giocati, che dovrebbero essere la cosa più importante. Faccio quindi il punto a poco oltre la metà dei giochi. Comincio con l’organizzazione: assolutamente pessima, e non sono io a dirlo, ma tutti i partecipanti. Dieci anni fa, in questo stesso palazzetto, Bercy, ci furono Mondiali molto buoni. Adesso, è lo sfacelo. Due soli esempi per capire la situazione: gli shuttle bus per i collegamenti fra alberghi e palazzetto sono un optional, gli orari non vengono quasi mai rispettati, molte corse saltano completamente e, quando qualcuno chiede cosa fare, gli addetti dell’organizzazione rispondono che devono prendere un taxi; la mensa è una cosa oscena, cominciando dalla qualità del cibo, passando dal fatto che, una volta preso il vassoio e la roba da mangiare, non si può più tornare a prendere qualcos’altro, fosse anche una sola mela, per arrivare infine alla barzelletta di un controllore che, quando si esce col vassoio dalla linea di distribuzione del cibo, verifica se non si è presa troppa roba e dà l’ok o dice di tornare indietro a restituire qualcosa. So che sembra assurdo, ma è assolutamente vero. Siamo alla follia totale per risparmiare un po’ di soldi. Non parliamo dell’organizzazione delle gare, con una seconda sede distante 7 chilometri, da raggiungere con un pullman che ci mette almeno 20 minuti, una sede poi che è una specie di inferno dantesco, con tavoli ammassati e nessuna possibilità di muoversi all’interno. Nel palazzetto principale, poi, ci sono state due sale nei primi quattro giorni di gare, con la seconda davvero di scarsa qualità logistica, con tavoli dallo spazio minimo e luce assurda, con fari sui lati che danno un effetto ombra e vanno a finire negli occhi dei giocatori.

GARE E RISULTATI

Scrivo alla fine della quinta giornata, quindi tutte le mie considerazioni sono relative a questo limite di tempo. Comincio dagli azzurri, che sono andati non bene, ma anche meno male del previsto secondo me. Detto che i gironi di qualificazione erano roba pietosa, con un livello tecnico da serie inferiori italiane, Rech e Mutti sono stati andati fuori nel turno successivo, a eliminazione diretta. Rech si è comportato molto bene contro Tosic, che magari è in fase calante, ma resta un giocatore di buon livello. Un po’ più di convinzione e Rech ce l’avrebbe potuta fare, comunque mi è sembrato in crescita. Mutti ha perso da un avversario più debole, il danese Rasmussen, ma, rispetto alla mia ultima analisi sul suo gioco, mi è sembrato finalmente in fase evolutiva. L’ultima volta che l’avevo visto, si riduceva a cercare sempre l’attacco di rovescio anche dal lato del diritto, con movimenti quasi “rachitici”. Adesso usa molto il diritto, il gioco è impostato in modo da prepararsi l’attacco, preferibilmente di diritto, la velocità è aumentata. E’ però in una fase in cui i collegamenti fra un’azione e l’altra, i passaggi dal diritto al rovescio e viceversa, non sono ancora fluidi, per cui si ritrova a subire i contrattacchi dell’avversario e, inoltre, non ha ancora raggiunto la velocità massima. Comunque, se continua così, può aspirare a qualcosa di buono. Bene Stoyanov, che continua a fare belle partite ai Mondiali, anche se alternate a cali improvvisi di concentrazione. E’ andato vicino alla grande sorpresa contro il francese Mattenet, n.27 della classifica mondiale. Sul 3-2, Nyagol è partito bene, 4-1, ma poi si è preso un parziale di 10-1 e la sua partita è finita lì. Troppi alti e bassi nel suo gioco, ma se trova la continuità può giocare a un livello alto. Peccato invece per Bobocica, eliminato al primo turno dal russo Paykov, giocando male. Inspiegabile il suo comportamento, anche se Paykov non è davvero uno sprovveduto, ma ci aspettiamo miglioramenti sensibili da Bobocica, soprattutto perché ha trovato finalmente una stabilità ad alti livelli negli allenamenti all’Accademia di Schlager a Vienna. Fra le ragazze, ha deluso un po’ Ridolfi, che ci aveva abituato a ben altre prestazioni. Contro la greca Christoforaki è sembrata abulica, poco convinta di potercela fare. Un po’ più di convinzione nei propri mezzi dovrebbe averla. Vivarelli, contro la slovena Galic, ha perso 4-2 ma con la sensazione di aver sciupato una buona occasione. Avrebbe bisogno di un po’ più di calma negli attacchi, a volte troppo frenetici, e dovrebbe gestire meglio alcune situazioni in cui è meglio piazzare la palla che tentare attacchi forzati. Infine, tanta sfortuna per Stefanova, che aveva una possibilità di arrivare al terzo turno, per affrontare la testa di serie n.1, la cinese Ding Ning, ma ha avuto l’ennesima fregatura dovuta alla regole del cazzo dell’Ittf. Superata l’indiana Kumaresan al primo turno, si sarebbe dovuta trovare l’ungherese Pota al secondo, vale a dire un’avversaria abbordabile, soprattutto in considerazione del suo gioco, di scambio veloce sul tavolo, che va benissimo per Nikoleta, grazie al suo anticipo di rovescio. Invece, si è ritrovata la cinese di difesa Hu Limei, che è partita dalle qualificazioni perché non ha classifica internazionale, nonostante i suoi ottimi risultati in Cina (ha battuto due volte la campionessa mondiale di singolo Ding Ning). Una volta entrata in tabellone, dopo partite ridicole in qualificazione, durate 10 minuti, è stata sorteggiata proprio dalla parte di Niko, e buonanotte. Considerate le schiappe che stanno in classifica mondiale grazie a due partecipazioni della minchia a tornei della straminchia, bisognerebbe cominciare ad assegnare punti veri a chi è forte davvero, magari anche considerando tornei nazionali di altissimo livello, altrimenti continueremo a prenderci in giro. Comunque, Stefanova non ha potuto far altro che giocare onorevolmente e uscire dal singolo. Nei doppi, poco da fare contro avversari nettamente più forti. In generale, continuo a vedere gli azzurri, salvo piccoli miglioramenti, abbandonati a se stessi, nonostante gli sbandierati proclami di cambiamenti tecnici.

IN GIRO PER IL MONDO

Dall’Italia, comunque, arriva anche qualche buon esempio, come quello di Francesco Nuzzo, che è a Parigi in veste di “deputy referee”, vale a dire è il vice (insieme ad altri 5 arbitri di differenti nazioni) del giudice arbitro dei Mondiali. Il suo comportamento, insieme a quello di Abascia, impiegato come arbitro, riporta su il giudizio impietoso sulla classe arbitrale italiana, affondata dalla colossale figura di palta della finale olimpica femminile. Per quanto riguarda le gare, dal resto del mondo arrivano tante notizie. Comincio da Wang Liqin, malinconicamente inquadrato dalla Tv mentre guarda, da solo sulle tribune, la gara di singolo, da cui è stato escluso a vantaggio di Ma Lin, che infatti è stato sbattuto fuori dal giapponese Matsudaira. Wang Liqin continua a fare meraviglie in doppio. In quello maschile, insieme a Zhou Yu, fa sfracelli. In quello misto, si distingue in una visione “illegale” della gara: nelle sue partite, infatti, si gioca “uno contro tre”. Lui è uno, la sua compagna, si fa per dire, Rao Jingwen, gioca per gli avversari. Wang Liqin fa letteralmente miracoli per tenere in piedi la baracca, è davvero commovente per l’impegno e per lo sforzo di non strozzare Rao Jingwen, anzi deve pure preoccuparsi di sostenerla moralmente! Il doppio misto, ad ogni modo, è quello che i cinesi hanno deciso di regalare agli altri, formando coppie assurde, con maschi ormai fuori dal grande giro (Chen Qi e Qiu Yike) e donne di seconda e terza fascia o che mal si adattano (Wen Jia e Hu Limei, quest’ultima una difesa in coppia con un attaccante, Chen Qi!), tant’è che gli altri due doppi cinesi sono usciti subito. In quello maschile, c’è stata l’unica altra eliminazione, grazie alla prodezza di Fang Bo e Chen Qi che, in vantaggio 3-1 e 9-3, sono riusciti a perdere con i giapponesi Chan-Matsudaira. Avviso ai naviganti per il tabellone di singolo femminile: la partita fra Ding Ning e Hu Limei era vera come è vero che io assomiglio a George Clooney. Falsa che più falsa non si può. Hu Limei poteva essere pericolosa per Ding Ning (dopo averla battuta due volte in Cina), quindi i dirigenti cinesi si sono premurati di dirle di non rompere le palle, e lei si è adeguata con una partita oscena in cui ha badato bene a buttare tutte le palle nel cesso. L’ordine di scuderia è che una difesa non potrà mai vincere i Mondiali e che le più forti (Ding Ning, Liu Shiwen e Li Xiaoxia se la devono giocare fra loro), tant’è vero che anche Chen Meng ha dovuto fare una partita del cazzo contro Li Xiaoxia. Infine, da notare, ancora una volta, i tabelloni a cazzo: nei sedicesimi hanno giocato Zhang Jike contro Fan Zhendong, mentre sugli altri tavoli si potevano trovare match “mitici” come Gardos-Assar, Baum-Lebesson, Niwa-He Zhiwen, Chan-Freitas!!! E alla fine i cinesi, contenti di essere presi per il culo in questo modo, vanno a votare per Sharara. Congratulazioni!

I mondiali di Parigi 13-20 Maggio

12 Maggio 2013 da Ping Pong Italia · 1 Commento 

del Drago Rosso
E’ una edizione particolare quella dei Mondiali di Parigi, principalmente per una ragione: per la prima volta c’è un italiano, Stefano Bosi, candidato alla presidenza dell’Ittf. In più, le “solite” indicazioni, con la sfida, si fa per dire, del mondo alla Cina. Una sfida senza speranza, a meno di illustri harakiri. Inoltre, sono i primi Mondiali, da quelli di Manchester 1997, senza Wang Liqin in gara nel singolo. Il grande campione cinese è in gara solo in doppio e doppio misto. E questa assenza rappresenta uno spartiacque importante e malinconico nella storia del tennistavolo. Andiamo comunque con ordine.

PRESIDENZA ITTF

Avevo già accennato alla battaglia al calor bianco in atto fra la struttura dominante dell’Ittf e i “ribelli” allo strapotere di Sharara. Le ultime notizie non buttano acqua sul fuoco. In un clima di “regime”, si viene a sapere che, nell’assemblea per l’elezione del presidente, prevista il 15 maggio, non sono previsti discorsi da parte dei candidati, né interventi da parte dei partecipanti all’assemblea stessa. Insomma, si elegge il presidente di una Federazione mondiale ed è vietato parlarne. Il tutto, naturalmente, a vantaggio del presidente in carica, Adham Sharara, che si ripresenta, e con evidenti discriminazione e danno per l’altro candidato. Bosi sta facendo fuoco e fiamme e un piccolo, piccolissimo risultato, l’ ha ottenuto: l’Ittf ha “concesso” che ognuno dei candidati parli per, udite udite, 5 (CINQUE) minuti. Sì, avete capito bene: uno si candida alla presidenza di una Federazione mondiale (addirittura la terza come numero di nazioni aderenti) e ha solo 5 minuti per presentare il suo programma. Il problema, naturalmente, non sta tanto nel programma, quanto nelle gravi accuse che Bosi e l’Ettu hanno lanciato verso Sharara, delle quali ho già parlato. Evitando il dibattito in assemblea, Sharara si mette al sicuro dalla richiesta di spiegazioni sulle accuse (alcune delle quali di carattere penale) a lui rivolte in merito alla gestione del’Ittf e dell’Ufficio marketing (il Tms). Bosi, in questi ultimi giorni, sta preparando le ultime bordate per convincere quanti più votanti possibile a dare fiducia a lui. In proposito, si registra una presa di posizione ufficiale della Federazione francese, il cui presidente ha inviato a tutte le Federazioni una lettera in cui dichiara l’appoggio a Bosi, con l’invito a votarlo per dare una svolta al tennistavolo.

CINA CONTRO RESTO DEL MONDO

I cinesi, come hanno già fatto nelle ultime edizioni, provano a “concedere” una chance al resto del mondo schierando doppi misti “deboli”, tanto per lasciare un oro agli altri. Che poi ciò non avvenga è un altro discorso, significa solo che le altre nazioni non sono in grado di battere i cinesi nemmeno quando questi schierano le seconde, le terze, le quarte e anche le quinte scelte (a parte Wang Liqin che fa il doppio misto). Per il resto, davvero non  si vede come i cinesi possano cedere non tanto un oro o un argento, quanto il solo ingresso in finale ad altre nazioni. Elimino subito il discorso sulle gare più facili. Fra le donne, non è nemmeno il caso di fare pronostici, c’è solo da far notare l’assenza di Guo Yue dalla gara di singolo, gioca solo il doppio con Li Xiaoxia (sono campionesse in carica). Su lei ci sono tanti dubbi, a cominciare dal misterioso infortunio alla spalla che l’assilla da più di un anno, ma che non le impedisce di giocare nel doppio. Potrebbe esserci qualche problema di pubbliche relazioni con allenatori e dirigenti, ne saprò di più quando potrò parlare direttamente con lei. E’ comunque un peccato, perché Guo Yue è il talento più puro che la Cina abbia prodotto dopo Zhang Yining, oltre che la giocatrice di livello tecnico nettamente superiore a tutte le altre. Per il titolo di singolo, comunque, vedo leggermente favorita Liu Shiwen. In quanto alle altre, faccio notare che quella che il sito dell’Ittf, nella sua ignoranza, ha definito la “grande sorpresa”, Hu Limei, difesa dell’Hebei, è una giocatrice fortissima in evidenza già da anni, se qualcuno si prendesse la briga di andare a vedere i Campionati nazionali cinesi! Poi, siccome viviamo in Paesi democratici, ognuno ha il diritto di essere ignorante e incompetente, ma che almeno ci risparmi dall’ascoltare le sue emerite cazzate. Comunque, a scanso di equivoci, è meglio precisare che le difese, oltre a Hu Limei c’è la più conosciuta e più forte Wu Yang, non hanno alcuna speranza di vincere i Mondiali, se non altro perché, visto che giocano fra loro tutti i santi giorni, le attaccanti sanno benissimo come batterle. Al massimo, Wu Yang e Hu Limei possono sperare di batterne una, non tutte.
Il doppio maschile è un’altra gara con poche sorprese. Faccio solo notare che Boll e Ovtcharov non vi partecipano, concentrano tutte le loro forze nel singolo, secondo me sbagliando, visto che, se non accadono cose strane, al massimo, ma proprio al massimo, possono sperare in un quarto di finale. Nel doppio, invece, con un tabellone nemmeno tanto fortunato, una speranza di semifinale avrebbero potuto coltivarla. Come favoriti vedo Wang Liqin e Zhou Yu. Quest’ultimo, che non gioca nel singolo, è il vincitore degli ultimi Campionati nazionali cinesi, un bel talento, tecnicamente molto forte, stilisticamente ben costruito, con un fisico snello che contrasta con gli ultimi arrivi dalla Cina, a cominciare dal tozzo e potentissimo Fan Zhendong, di cui parlerò dopo, una vera forza della natura.

SINGOLO MASCHILE

E arriviamo al singolo maschile, l’unica gara davvero importante. Comincio col far notare che, stavolta, i trucchetti dell’Ittf nella classifica mondiale non sono stati sufficienti per portare Boll sulla comoda strada della semifinale. I primi quattro della classifica mondiale sono Xu Xin, Ma Long, Wang Hao e Zhang Jike. Questo significa che Boll comunque deve incontrare uno di questi quattro nei quarti di finale, in questo caso Ma Long, visto il sorteggio. A Rotterdam, nel 2011, Boll era fra le prime quattro teste di serie, perciò poteva sperare di non incontrare gente forte fino alla semifinale. Così, il tabellone “fortunato” per lui mise tutti i cinesi lontano da lui, a eccezione del meno forte, Chen Qi, che infatti lui affrontò nei quarti di finale. C’è molta differenza fra il trovarsi Chen Qi nei quarti e uno fra i quattro citati prima. Stavolta, non c’è imbroglio che tenga nella compilazione dei tabelloni, la classifica mondiale ha messo i cinesi (che ovviamente se la sono guadagnata con i risultati) al riparo da queste meschinità. Anche se qualche trabocchetto rimane. Infatti, nei sedicesimi di finale c’è un Zhang Jike-Fan Zhendong che grida vendetta al cospetto degli Dei del tennistavolo! Una porcata contro i cinesi comunque sono riusciti a farla. A Boll e Ovtcharov, invece, non capita mai di trovare uno forte prima dei quarti, ma guarda che combinazione!
Ripeto, inoltre, che è un peccato che manchi Wang Liqin. Invece, c’è ancora Ma Lin, che è alla frutta da molto tempo e non certo all’altezza di Wang Liqin. Naturalmente, mi si può obbiettare che il torneo interno dei cinesi, per qualificarsi ai Mondiali, ha dato questi risultati. Giusto. Ma il punto, a mio parere, è un altro: questo torneo è una barzelletta, perché mette di fronte giocatori che si incontrano fra loro migliaia di volte (non sto esagerando, proprio migliaia di volte), per cui il risultato degli scontri diretti non è un riferimento sicuro in vista dei confronti con i giocatori di altre nazioni. E il compito di un c.t. della Nazionale è scegliere i migliori, altrimenti posso andare persino io a fare l’allenatore della Cina. La realtà è che i cinesi hanno scelto questo sistema per due motivi: avere un’occasione di spettacolo in più per le televisioni, ma soprattutto evitare le tensioni interne fra i diversi tecnici dei giocatori, ognuno dei quali ha quattro giocatori alle sue dipendenze e aspira ad averne quanti più possibile convocati e quindi non esita a trovare tutti i mezzi per fare pressioni sul c.t., anche attraverso dirigenti nazionali e uomini di partito. Il quale c.t., se sceglie, “troppi giocatori” di un solo tecnico, viene accusato di averlo voluto favorire, con tutti i casini e le accuse di complotti. E di mezzo c’è anche una barca di soldi, perché un tecnico fa carriera e prende più soldi anche in base ai risultati dei suoi giocatori. Poi, al c.t. viene lasciata un’ultima scelta, uno o due giocatori, tanto per non lasciare fuori, magari, il campione del mondo od olimpico uscente che ha avuto qualche giornata storta, ma, ripeto, è una barzelletta a uso e consumo dei gonzi.

FAVORITI E TABELLONE

Ho già parlato di un paio di accoppiamenti nel tabellone, il sorteggio è stato effettuato sabato sera. Ricordo che, dopo lo scandaloso Zhang Jike-Fan Zhendong addirittura nei sedicesimi, col vincitore che poi affronterà Ovtcharov nei quarti, troviamo negli ottavi un Wang Hao-Yan An pericoloso per l’ex campione del mondo e un possibile Xu Xin-Ma Lin nei quarti, sempre che Ma Lin non cada prima, visti i suoi problemi di tenuta fisica. Le possibili semifinali sono Xu Xin-Zhang Jike in alto, Wang Hao-Ma Long in basso. Il sorteggio per le posizioni 3 e 4 le ha fatte coincidere con la classifica. Ricordo a tutti che le uniche teste di serie a essere posizionate senza sorteggio sono la 1 e la 2. Poi, si sorteggiano tutte. E questo non vale solo per i Mondiali, ma per qualsiasi torneo, anche regionale, provinciale, comunale o condominiale. Capito?
E’ comunque un peccato che Fan Zhendong sia stato sacrificato in questo modo. Questo giocatore, 16 anni, campione del mondo junior, agli ultimi Campionati nazionali cinesi (sui quali riferirò dopo i Mondiali, vista l’imponente mole di risultati non sono riuscito a farlo prima) ha mostrato meraviglie. E’ il giocatore più potente che io abbia mai visto, con un fisico muscoloso che non gli impedisce di essere veloce e scattante, i suoi scambi sono micidiali sia sul tavolo che da lontano. Se proprio si vuole indicare un modello, fra i cinesi del passato, assomiglia come fisico e stile a Liu Guozheng, ma con tanta potenza in più. L’unico punto da verificare, affinché diventi un grande campione, è la sua “elasticità” nel gioco sul tavolo. Ai Campionati nazionali cinesi, dopo aver battuto Wang Liqin in una partita impressionante per l’incredibile violenza degli scambi, ha perso con Fang Bo, sicuramente di livello inferiore al suo, ma capace, grazie a una maggiore esperienza, di imbrigliarlo con colpi corti sul tavolo. Fan Zhendong resta comunque un sicuro protagonista del futuro molto prossimo, ma anche del presente.
Per quanto riguarda i possibili risultati, vedo un grande rischio per Wang Hao con Yan An. Faccio notare che Yan An non è un giovanissimo, ma un giocatore che fino a tre anni fa vivacchiava a un livello medio (medio in Cina, ovviamente altissimo nel resto del mondo) e nemmeno gli facevano fare tornei internazionali. Poi lo assegnarono a un altro tecnico. Xiao Zhan, che è l’allenatore di Zhang Jike. Sotto le sue cure, Yan An ebbe una esplosione incredibile, tanto da fare subito grandi risultati a livello internazionale, grazie a un gioco completo dal punto di vista tecnico e velocissimo. Poi si era fermato a causa di un infortunio ed era riuscito a riprendersi solo alla fine dell’ anno scorso. Adesso, sembra ritornato ai livelli più alti. Per il resto, se Zhang Jike gioca come sa, concentrato, la finale è sua senza problemi, così come per Ma Long. La finale, secondo me, sarà questa, con Ma Long vincitore. Se ogni cinese si esprime ai livelli massimi, penso che Ma Long e Zhang Jike non abbiano avversari per il momento. Poi, naturalmente, entrano in gioco tanti altri fattori. In ogni caso, vedo ancora bruttissime figure da parte del resto del mondo.

L’ITALIA

Concludo con gli azzurri. Partecipazione ristretta. C’è di nuovo Nikoleta Stefanova, la cui ultima partecipazione mondiale era stata quella a Mosca 2010, a squadre. Entra direttamente nel tabellone, al secondo turno ha l’ungherse Pota, abbordabile, poi la proibitiva Ding Ning, ma è già importante che sia tornata, dopo la maternità. Inutile, in generale, farsi illusioni sugli azzurri (Bobocica in tabellone, Stoyanov, Rech e Mutti nei gironi, come Vivarelli e Ridolfi), si può solo sperare in qualche buona prestazione individuale, che può arrivare solo grazie alla volontà dei singoli, non certo per la qualità della struttura tecnica federale che li assiste. Come al solito, gli azzurri meriterebbero di meglio. Dopodiché, andiamoci a vedere questi Mondiali e speriamo accada qualcosa che inverta la tendenza all’autodistruzione del nostro sport.

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