Nanchino 2014 YOG
19 Maggio 2014 da Ping Pong Italia · 8 Commenti
Peccato, mi sarebbe piaciuto ma non è andata come speravo.
Oggi è stato ufficializzato l’incarico per accompagnare e seguire gli atleti americani che si sono qualificati per le Olimpiadi Giovanili che si terranno il prossimo Agosto a Nanchino (CHN). Il prestigioso riconoscimento riguarda la posizione appunto di Coach/Team Leader, da quello che so c’erano due forti candidati ma la scelta è caduta sull’altro. Vi racconto come sono andate le cose.
La federazione qualche tempo fa aveva annunciato la selezione e io ho presentato la domanda. Forte del fatto che gli unici due atleti Lily Zhang e Krishnateja Avvari (li vedete nelle foto con me) che partecipano sono miei studenti a tempo pieno, nel senso che ci lavoro tutti i giorni, si riteneva quindi logico che l’allenatore sarei potuto essere stato io.
Dopo aver accolto la mia domanda si è passati al colloquio che ho superato brillantemente (così mi è stato detto). La federazione impone un impegno di 50 giorni. Purtroppo il mio datore di lavoro me ne avrebbe concessi solo 30 e qui ciò che ha fatto la differenza. Hanno preferito un Coach/Team Leader che garantiva tutti i 50 giorni.
La vicenda ha scatenato molte polemiche, le si possono trovare sulle pagine Facebook dell’ICC e addirittura su quelle ufficiali dell’USA Table Tennis. Prima fra tutte l’inflessibilità federale, c’era un largo orientamento nei miei confronti ma su i 50 giorni non c’è stata la possibilità di negoziare anche perché si trattava di rinunciare allo Stage di Shanghai indetto e sponsorizzato dall’ITTF per il quale, molto probabilmente, la federazione statunitense aveva aderito con entusiasmo. La cosa buffa è che se anche avessi accettato i 50 giorni non avrei avuto la possibilità di seguire gli allenamenti/preparazione di Lily Zhang poiché impegnata in gare internazionali in Corea e Giappone durante lo stesso periodo, allora che preparazione è? E poi, si affida l’incarico ad un tecnico ma il programma è già a stato preparato da qualcun altro. Boh è come affidare i lavori per una casa ad un architetto il cui design è stato già ideato da un altro architetto. Intendiamoci tutto è possibile, per carità. Ad ogni modo questi sono i fatti. L’allenatore scelto è certamente qualificato e ha tutta la mia stima e collaborazione, certo è che l’amaro in bocca rimane.
Insomma ho avuto un bel dispiacere (ci sono abituato), America paese delle opportunità… Che fare? Sarà il caso di tornare a casa, in Italia? Quasi quasi se ci fossero le condizioni ci penserei seriamente.