Mano-occhio-orecchio (HEH)

23 Aprile 2016 da Ping Pong Italia · Lascia un commento 

Ecco la traduzione del pezzo che avevo pubblicato solo in inglese su LinkedIn

Per le sue uniche peculiarità, il pingpong recentemente ha attratto l’attenzione dell’opinione pubblica. Non è un caso isolato, in realtà con l’avvicinarsi delle Olimpiadi il pingpong suscita fascino, tutti sappiamo che è uno sport molto popolare nell’intero globo e i media mostrano interesse per rinnovarne il fenomeno.

Semplice e complicato, lento e veloce, facile e difficile, aerobico e anaerobico, estremamente tecnico e niente di ciò, tutto in una volta e non è infrequente che ciò accada durante un singolo punto giocato. È considerato uno sport dove la velocità e la strategia sono amalgamate insieme per formare una sorta di superman capace di correre velocissimamente i 100m e pianificare una sottile strategia allo stesso tempo.
Ha essenzialmente le cose migliori che si possano trovare in uno sport al fine di sentirsi meglio: gareggiare (vincere o perdere è irrilevante dal mio punto di vista poiché ogni partita ti insegna sempre qualcosa), fare esercizio (mantenere il corpo giovane e in forma), nutrire il cervello (mantenere la materia grigia flessibile, adattabile e reattiva). Non sono uno scienziato, la mia esperienza è del tutto empirica, maturata sul campo, e sulle indicazioni dei soggetti che mano a mano vengono da me per esplorare il pingpong in tutte le sue sfaccettature. Sono fortunato a lavorare in un ambiente dove i miei allievi sono tanto principianti quanto olimpionici. È come insegnare all’asilo, alla scuola elementare, alla media, alle superiori, all’università, ai laureati e anche più. Credetemi è un’esperienza incomparabile.
Tornando alla prima frase! Il pingpong sta attirando più di una curiosità.
Ho trovato molto interessante il lavoro e la ricerca effettuata da una professoressa della New York University, tale Wendy Suzuki e anche quelle di altri scienziati che hanno indicato come diverse aree del cervello siano insieme coinvolte e stimolate nella disciplina del pingpong. Altre ricerche hanno identificato nel pingpong una buona terapia per ridurre gli effetti della malattia di Alzheimer. Questi lavori confermano le mie convinzioni. Ma vorrei aggiungere qualcosa in più, qualcosa che molti scienziati omettono o magari considerano irrilevante, nuovamente dico che sono solo un allenatore e valuto la mia sensazione sull’osservazione dei giocatori.

La mia opinione è che, in modo incorretto, il pingpong sia inteso come sport principalmente di coordinamento di vista-tatto (in inglese Hand-Eye) indicando ciò come abilità primaria, ad esempio l’abilità nel combinare quello che si osserva in quello che si potrebbe fare. Ciò non è completamente vero.
Pingpong, iniziamo proprio dal nome, dal suono prodotto dalla palla, racchette e tavolo, questo specifico suono è fondamentale nell’attivazione dell’abilità di coordinamento vista-tatto. Dunque uno dei cinque sensi, l’udito, è decisamente coinvolto in questo processo, senza percepire il ritmo della palla, semplicemente non si sarebbe in grado di giocare, provate, indossate degli auricolari, ascoltate della musica mentre giocate a pingpong. È un semplice esperimento che vi dà l’idea di come l’intervallo di tempo intercorso tra due suoni sia, quello che chiamo, pre-abilità.
Quindi, d’ora in poi, mi piacerebbe classificare il pingpong come un attività di coordinamento vista-tatto-udito.
Se gurdate una partita tra due giocatori, noterete che ad ogni livello, l’errore più comune nel pingpong sia una sbagliata valutazione della palla con la conseguenza di agire in modo incorretto mentre si colpisce la palla. Non ci sono rimedi a ciò, è nella natura di qualunque sport, alla fine uno dei due contendenti dovrà sbagliare. Però qualcosa si può tentare di fare per formare giocatori migliori o almeno insegnare loro il modo corretto.
Di base, quando insegniamo siamo soliti consigliare ai nostri studenti: “guarda la palla” oppure “rimani concentrato sulla palla” che dal mio punto di vista suona in modo astratto. Tuttavia questo consiglio davvero di uso planetario non è completamente vero. L’occhio non è abbastanza veloce a determinare la velocità, la traiettoria, e, ahimè, la rotazione (vera piaga del pingpong) della palla.
Durante il processo evolutivo, ci dimentichiamo del ritmo, in effetti lo diamo per scontato, qualcosa che non serve insegnare, al contrario, serve, altroché se serve. Un semplice esempio? Di solito diciamo ai nostri allievi: “ prepara il colpo non appena vedi la palla partire dalla racchetta dell’avversario però non li invitiamo mai a preparare il colpo nel momento in cui si sente il suono della palla sulla racchetta. Provate a casa e poi fatemi sapere.
Infine la domanda è: siamo sicuri che i nostri bambini o adulti hanno il giusto controllo della coordinazione? Allora invito gli allenatori, genitori, scienziati a considerare i 3 sensi tutti insieme, nessuno escluso. Succede che chiedi al ragazzo di guardare la palla, il risultato è: sguardo nel vuoto. Succede di chiedere di impugnare la racchetta gentilmente, il risultato è: stringere la racchetta come un bastone, una clava. Succede che chiediamo di ascoltare il suono del pingpong, il risultato è: cosa? come? A malapena sentono la tua voce.
Dopo aver descritto quanto sopra, possiamo indicare che giocare a pingpong dà alle attività del cervello risultati ricchi di interesse. L’obiettivo finale del pingpong è di avere 3 dei 5 sensi coinvolti allo stesso tempo, non male per una completa esperienza ed è ciò che dobbiamo ottenere.
Bene, da oggi ascoltate, guardate e giocate a pingpong in modo differente.
Divertitevi e buona fortuna.

Ancora su Niko

18 Aprile 2016 da Ping Pong Italia · 2 Commenti 

Ieri sera è andato in onda un servizio televisivo riguardante la vicenda Niko Stefanova sul programma Le Iene ecco il link Servizio su Le Iene (purtroppo dovete sorbirvi un o’ di pubblicità, non mia naturalmente), non voglio giudicare nessuno, lo sta facendo molto bene l’opinione pubblica, per me rimane il fatto che Nikoleta aveva il diritto di partecipare, il diritto le è stato negato giusto o sbagliato che sia, è così. A mio avviso in questa storia tutti hanno perso, Niko, la Federazione, il CONI, i tecnici, il movimento, gli appassionati e a chiunque stesse a cuore che un’italiana andasse alle Olimpiadi di Rio.
Ci sarebbe potuto essere una via d’uscita con la richiesta di una Wild Card all’ITTF quella che loro chiamano Tripartite Commission Invitation Places ma anche questa possibilità è al 99% svanita poiché l’inoltro della domanda andava fatto entro il 15 Gennaio 2016, e qui trovo un’altra incongruenza dello spirito olimpico, secondo il CIO la Wild Card dovrebbe essere richiesta prima dell’attuazione dei meccanismi di qualificazione, insomma chiedere la Wild Card a priori, indipendentemente dalle qualificazioni, mi sembra bizzarro, sarebbe stato
più corretto che al verificarsi di determinate situazioni (ecco quella di Niko sarebbe stata valida, oppure un’infortunio durante le qualificazioni etc), insomma non so quanti abbiano fatto la domanda.
Quell’1% mancante potrebbe dare uno spiraglio, tutto da verificare, in quanto l’ITTF potrebbe non allocare nessuna Wild Card e allora si procederebbe con la lista della Classifica Mondiale, e qui ci sarebbe nuovamente l’ingiustizia principe, ossia: per essere esigibile l’atleta deve aver preso parte alle qualificazioni olimpiche continentali.
Peccato per tutti.

Squadre Nazionali, criteri di selezione.

14 Aprile 2016 da Ping Pong Italia · 3 Commenti 

Criteri di selezione degli atleti per rappresentare le squadre nazionali italiane.

Penso che per avere una nazionale competitiva a livello internazionale occorra in primo luogo avere una buona competizione interna. Creare una migliore competizione interna significa sforzarsi come atleta di avere prestazioni sempre all’altezza di ogni situazione e soprattutto creare quella corsa e rincorsa fra atleti che è esattamente ciò che serve per competere a livelli sempre più elevati.

Dunque l’idea dei trials prende spunto proprio da questo tipo di impostazione, per rafforzare questa idea serve anche stabilire chi può rappresentare l’Italia all’estero? Chi ha il diritto di decidere?
Io credo che in primo luogo vada data la possibilità a tutti di gareggiare, senza limiti, è l’essenza della competizione stessa, non escludere ma includere. Per questo io penso che il tavolo sia la soluzione ideale, è evidente che occorrano i dovuti aggiustamenti, regolamenti, attuazioni etc, ma lo spirito deve rimanere tale, possibilità per tutti. L’obiettivo principe è di stabilire meccanismi oggettivi, dotati di massima trasparenza. Di tutto abbiamo bisogno eccetto dare adito a polemiche. Le critiche sono benvenute poiché rafforzano un sistema, le lamentele al contrario lo indeboliscono. Spetta alla dirigenza stabilire dunque i criteri selettivi in modo da non dare spazio a nessuna polemica. Anzi è sempre la dirigenza ad essere chiamata a creare meccanismi per mezzo dei quali l’affetto e la devozione del movimento pongistico verso le nazionali vengano esaltati sempre di più.

Propongo qui di seguito alcuni scenari indicando come ipotetico numero di 5 elementi se la gara è a squadre e 4 se è individuale. Non escludere la possibilità di indire un sondaggio che potrebbe darci ulteriori indicazioni di come la pensa il popolo pongistico. Ripeto sono solo idee e proposte, siate generosi, fate anche voi le vostre in modo libero e sincero.

  1. Trials dove i primi 5 o 4 ottengono il diritto a rappresentare l’Italia
  2. Tutti gli elementi vengono scelti dal tecnico
  3. Il campione Nazionale di ogni categoria assoluta, U21, junior, allievi, ragazzi ha di diritto un posto, i restanti verranno scelti dal meccanismo dei trials.
  4. Il campione Nazionale di ogni categoria assoluta, U21, junior, allievi, ragazzi ha di diritto un posto, gli altri 4 o 3 scelti dai rispettivi allenatori.
  5. Il campione Nazionale di ogni categoria assoluta, U21, junior, allievi, ragazzi ha di diritto un posto, 1 o 2 presi dai trials i rimanenti per scelta dei tecnici.
  6. Metodo a punteggio basato su 4 criteri di selezione:
    • classifica mondiale 40 punti con scarto di 4
    • classifica nazionale 30 punti con scarto di 3
    • valutazione commissione tecnica 15 con scarto di 1.5
    • valutazione allenatore della nazionale 15 con scarto di 1.5
  7. Metodo misto a punteggio basato su 5 criteri di selezione:
    • classifica mondiale 40 punti con scarto di 4
    • classifica nazionale 30 punti con scarto di 3
    • valutazione commissione tecnica 15 con scarto di 1.5
    • valutazione allenatore della nazionale 15 con scarto di 1.5
    • il campione Nazionale ha diritto ad un posto.
  8. Metodo misto a punteggio basato su 6 criteri:
  • classifica mondiale 40 con scarto di 4
  • classifica nazionale 30 con scarto di 3
  • valutazione commissione tecnica 15 con scarto di 1.5
  • valutazione allenatore della nazionale 15 con scarto di 1.5
  • Il Campione Nazionale ha diritto ad 1 posto
  • Trials per aggiudicarsi 1 posto

Come avrete notato ho inserito una nuova categoria di nazionale, l’U21. Il procedimento è semplice, direi intuitivo, se vi è un campionato italiano e un’attività internazionale specifica allora ci serve anche una rappresentativa nazionale specifica, l’U21.

Quelle che ho indicato sono solo alcune delle possibilità che si potrebbero vagliare, ma, come dicevo poco sopra, ben vengano altre in aggiunta.
Considerazioni:
a mio parere, il diritto di rappresentare l’Italia è comunque subordinato all’osservanza totale o parziale del programma indicato dai tecnici (allenamenti collegiali, competizioni internazionali, esibizioni, rappresentatività etc) i tecnici all’interno del loro programma potranno quindi agire in modo autonomo operando le proprie scelte tecniche.
Ancora a mio parere, il tecnico dovrebbe indicare quelle che sono le gare obbligatorie per le quali l’assenza di un atleta darebbe luogo all’esclusione dell’atleta stesso.

Ecco cosa penso in definitiva.
Valorizzare il Campione Nazionale
I criteri oggettivi sono trasparenti e danno luogo a maggior coinvolgimento degli atleti, infatti gli atleti sarebbero portati a fare più tornei internazionali e più tornei nazionali, della serie più gioco e più ho possibilità di essere in nazionale.
I trials danno una marcia in più, creano maggior competitività e lasciano decidere il verdetto al campo.
Il mio criterio preferito? Il n.8

Qualificazioni Olimpiche NA di Toronto

12 Aprile 2016 da Ping Pong Italia · 1 Commento 

È fatta. Anche questa volta è andata alla grande.

Vado con ordine. Lo scorso weekend a Toronto in Canada si sono svolte le qualificazioni Olimpiche Nord Americane. C’erano a disposizione 2 e non 3 posti poiché uno era stato già assegnato a Wu Yue (USA) in virtù del suo titolo vinto ai Giochi Panamericani. Tensione altissima, una possibilità sola, più un’altra eventualmente tutta da decidere per via della quota a squadre.
Lily Zhang, la mia allieva di sempre, c’è riuscita, andrà a Rio.
Per Lily, questa è la sua seconda Olimpiade dopo quella di Londra 2012.
Le sue vittorie sono state di autorità, limpide, senza sbavature, zero tentennamenti, brava Lily.
Ottenendo i due spot per il singolo femminile, come successe 4 anni fa in Nord Carolina, quando Lily and Ariel Hsing si aggiudicarono i due singoli, gli Stati Uniti hanno anche questa volta ottenuto il diritto di qualificare una terza atleta così da comporre la squadra per Rio. Il regolamento prevedeva che il miglior piazzamento di un’atleta americana nella giornata conclusiva avrebbe dato diritto alla qualificazione come terzo elemento per la squadra. Anche in questo caso obiettivo raggiunto: Jiaqi Zheng (ICC), altra mia atleta, che in finale del primo giorno era stata sconfitta proprio da Lily, ha vinto nell’ultima possibilità rimasta battendo per 4 a 2 in finale la fortissima Wang Chen, 43enne già olimpionica per la USA nel 2008 e campione del mondo a squadre con la Cina nel 1997. Jiaqi dunque nel terzo giorno di gare si è guadagnata il biglietto per Rio e farà quindi compagnia a Lily e Wu Yue.

Europei all’Italia? No way.

3 Aprile 2016 da Ping Pong Italia · 3 Commenti 

del Drago Rosso

Fra i grandi record negativi della Fitet di Sciannimanico ne mancava uno, il più importante. In Malesia, in occasione dei recenti Mondiali a squadre, il buco è stato riempito e questo record credo proprio che passerà alla storia per essere insuperabile, non solo nel tennistavolo, ma in qualsiasi altro campo, sportivo e no: candidatura unica, quindi la sicurezza di essere scelti, praticamente l’obbligo di essere scelti, ma col risultato finale di una bocciatura clamorosa. In parole povere, anzi poverissime: restiamo senza, piuttosto che prendere te!
Sveliamo subito l’arcano. La Fitet si era candidata a organizzare per il 2017 due grandi manifestazioni a Riva del Garda, dopo alcune buone prove internazionali giovanili che si sono svolte lì: i Mondiali junior e gli Europei assoluti. Da notare, innanzitutto, che i Mondiali junior sono una manifestazione meno importante degli Europei assoluti, con minor numero di iscritti, insomma, chiunque li voglia organizzare non ha problemi a farlo, anche perché, visto che si disputano ogni anno, possono essere “distribuiti” facilmente dall’Ittf. Più impegnativa e prestigiosa l’organizzazione degli Europei assoluti.
La doppia candidatura di Riva del Garda era nata perché, dopo gli Europei giovanili, la Fitet aveva ricevuto i complimenti dell’Ettu (la Federazione europea) per la buona organizzazione, qualcuno dell’Ettu aveva anche consigliato Sciannimanico di tentare la candidatura per gli Europei 2017, visto che non c’era ancora (e non c’è a tutt’oggi) alcuna candidatura. La Provincia di Trento, interpellata, aveva detto che l’ipotesi le interessava e quindi garantiva tutto l’appoggio necessario, anche per l’altra candidatura, i Mondiali junior.
Entrambe le decisioni sarebbero state prese durante i Mondiali in Malesia, dall’Executive dell’Ittf e dal Board dell’Ettu. E ai Mondiali la Fitet si presenta con i suoi dirigenti, affiancati da un importante rappresentante della Provincia di Trento. Per i Mondiali junior non c’è problema, assegnati a Riva del Garda, dal 3 al 10 dicembre 2017. Ma quando si arriva alla decisione sugli Europei succede l’incredibile: il Board dell’Ettu, di fronte all’unica candidatura per il 2017, quella italiana, quella “sicura”, decide di non assegnare gli Europei!
Ripeto, perché potreste credere di aver letto male: c’è una sola candidatura per gli Europei 2017, presentata dalla Fitet di Sciannimanico, e l’Ettu decide che preferisce rimanere senza sede degli Europei piuttosto che darla all’Italia di Sciannimanico. Certo, dovrà sceglierne un’altra (Svezia, Danimarca e Inghilterra le probabili candidate), ma è chiaro che il ritardo col quale si comincerà a lavorare per gli Europei avrà comunque conseguenze sull’efficienza dell’organizzazione, quindi c’è un danno dovuto a questa mancata decisione. Eppure, i dirigenti europei hanno deciso che è preferibile un danno di questo genere piuttosto che assegnare gli Europei all’Italia.
Una colossale figuraccia, insomma, con prevedibile incazzatura della Provincia di Trento. Ma vi immaginate il suo rappresentante, che va in Malesia con l’assicurazione di Sciannimanico che ottenere gli Europei è una semplice formalità e si ritrova in mezzo alla più incredibile e paradossale situazione tragicomica della sua carriera? Una sola candidatura e ti sbattono la porta in faccia! Vogliamo scommettere sulla voglia che la Provincia di Trento ha ancora di lavorare insieme alla Fitet? Se questa voglia è sparita, è un altro bel danno per il tennistavolo italiano. Ma possibile che in Malesia, con tutti i dirigenti delle varie Federazioni a portata di mano, nessuno della Fitet, a cominciare da Sciannimanico, che ha la massima responsabilità del tennistavolo italiano, si sia preoccupato di fare lavoro diplomatico e soprattutto si sia preoccupato di parlare con i componenti del Board dell’Ettu per assicurarsi che le cose stavano andando come previsto e che il loro appoggio era sicuro? C’era forse la convinzione che, con un’unica candidatura, non ci sarebbe stato bisogno di pubbliche relazioni, che l’Ettu era “obbligata” ad assegnare gli Europei all’Italia? Abbiamo visto come è andata a finire.
E per Sciannimanico è un’altra bella botta anche in chiave elettorale, tant’è vero che la bocciatura è stata tenuta accuratamente nascosta sul sito della Fitet. Personalmente, non sono riuscito a trovare nemmeno la notizia dei Mondiali junior 2017 assegnati a Riva del Garda, forse per lo choc di aver perso gli Europei? Uno choc comunque terribile, perché Sciannimanico si sarebbe potuto presentare all’assemblea elettiva vantando (per se stesso, se vorrà candidarsi, o per un suo fantoccio, se si renderà conto di non avere speranze) il grande risultato della conquista degli Europei e invece ne viene fuori come un presidente che fra i suoi colleghi europei non ha alcun credito. Ripeto per l’ultima volta: Italia unica candidata per gli Europei 2017, ma il resto d’Europa ha detto che la Fitet non è buona per organizzarli. Ecco dov’è finito il tennistavolo italiano. Ricordatevelo quando andrete a votare e vi venderete ancora una volta il culo per un tavolo e qualche pallina di merda.

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