La “confessione” di Liu Guoliang

4 Dicembre 2014 da Ping Pong Italia · 5 Commenti 

del Drago Rosso

Sono successe tante cose in questo lungo periodo in cui non sono stato in grado di scrivere articoli per il blog di Massimo, con la conseguenza di un accumulo enorme di materiale e argomenti, a cominciare dal resoconto finale sui Mondiali a squadre di Tokyo, dei quali avevo raccontato solo la prima parte. Poco alla volta, spero di recuperare il tempo perduto: non solo i Mondiali a squadre, ma anche la pallina nuova con i commenti dei cinesi, tecnici e giocatori; il (tristissimo per gli appassionati) ritiro di Wang Liqin, addirittura a dicembre 2013 ma mai reso pubblico; i campionati nazionali cinesi; un nuovo campione, per me potenzialmente sulle orme dei più grandi, il 14enne Wang Chuqin, mancino di Beijing. Una volta accennati questi argomenti, tutti importanti, comincio però con una notizia che ha suscitato tante polemiche: la presunta “confessione” di Liu Guoliang di aver ordinato a Wang Hao di perdere la finale del singolo all’Olimpiade di Londra 2012 contro Zhang Jike.
Ho notato che c’è stata anche qualche sollecitazione a un mio intervento per riportare notizie e informazioni “dirette” dai protagonisti e dalla Cina in generale. Le avevo da parecchio tempo, ma, come già detto, diversi problemi mi hanno impedito di scrivere sul blog. Adesso, finalmente, ricomincio.
Ho letto tutti gli interventi sui vari blog e forum, ma, soprattutto, le versioni dell’intervento di Liu Guoliang a una Tv cinese riportati sui siti cinesi, in particolare uno che “sembra” essere più informato degli altri, tanto da riportare in lingua inglese il contenuto delle parole di Liu Guoliang. Ho detto “sembra” perché ho potuto constatare tantissimi errori su quel sito e nei vari interventi. Perciò, penso che la cosa migliore sia cominciare con il testo esatto, in italiano, dell’intervento di Liu Guoliang. Chiarisco che la traduzione è stata fatta da una giornalista cinese che parla perfettamente l’italiano e che ha lavorato per tanti anni a Radio Italia a Pechino. Ha recuperato la registrazione della Tv cinese e ha tradotto le parole di Liu Guoliang. Ecco quindi il vero e unico testo di quello che il c.t. della Cina ha detto: “Nell’Olimpiade di Londra 2012, tutti hanno testimoniato che Zhang Jike ha realizzato il Grande Slam nel giro di pochi mesi, un record mondiale. A Londra, il regolamento di gara è stato modificato: prima i singoli, poi la squadra. Avevo già immaginato quanto difficile sarebbe stato incoraggiare il giocatore che avesse perso la finale di singolo. Uno distrutto dalla sconfitta nel singolo ce la farà a riprendersi nella finale a squadre? Chi ce la farà? Il giovane Zhang Jike ce la fa? Ma Long ce la fa? Non credo che possano farcela. Allora, tocca a Wang Hao che si è piazzato al secondo posto già due volte. Ho detto a Wang Hao: “Wang Hao, devi farlo bene, devi essere orgoglioso anche se perdessi contro Zhang Jike. Solo se hai questo atteggiamento mentale, il tuo ruolo sarà determinante”. Nella finale del singolo, Wang Hao ha perso, ma nella finale a squadre il suo ruolo è stato indiscutibile, insieme a Zhang Jike ha vinto il doppio. Secondo me, Wang Hao è molto coraggioso, il suo altruismo è molto più grande dell’egoismo”.

E passiamo alle considerazioni da fare su questa vicenda, partendo da una mia premessa: Liu Guoliang non ha mai ordinato a Wang Hao di perdere, il suo problema è di non essere, per così dire, un maestro di eloquenza, per cui il suo modo di esprimersi è un po’ rozzo. E quando uno si esprime male, anzi malissimo, vengono fuori i peggiori equivoci. Ai Campionati nazionali cinesi, pochi giorni dopo, Liu Guoliang è apparso soltanto un paio di volte per pochi minuti, per poi tornare a Pechino a metà manifestazione, al contrario di tutti gli altri tecnici di Nazionale, come Kong Linghui che ha seguito tutte le gare. Era evidente il suo sforzo di tenersi nascosto, rendendosi conto di aver pestato una cacca gigantesca. Ma, soprattutto, l’obiezione più importante è questa: ma vi pare che il c.t. della Cina, dopo aver ordinato a un suo giocatore di perdere una finale olimpica, lo va a dire pubblicamente a tutto il mondo? I dirigenti cinesi non ammettono ufficialmente nemmeno le finali combinate degli anni Settanta e Ottanta, ormai passate, se così possiamo dire, “in prescrizione”, figuriamoci se dovessero ammetterne una di due anni fa! Comunque, andiamo avanti.
1) La cosa più importante da sottolineare, dopo aver letto il testo dell’intervento di Liu Guoliang, è che appare evidente come lui non abbia assolutamente “confessato” di aver dato ordini di sconfitta a Wang Hao. L’unico punto che può apparire controverso è il fatto che lui abbia avuto bisogno di ricordare a Wang Hao “prima” della finale che, se avesse perso, sarebbe stato in grado di controllare la sua reazione mentale alla sconfitta. Non aveva bisogno di dirglielo. Va bene come analisi dopo le Olimpiadi, per spiegare che Wang Hao avrebbe reagito meglio a una eventuale sconfitta e Zhang Jike avrebbe reagito peggio, ma è assolutamente inutile andarlo a dire prima. Chi vuole avere dubbi può pensare che Liu Guoliang abbia voluto mandare un messaggio subliminale a Wang Hao: proprio perché era inutile dirgli una cosa del genere, perché dirgliela? Quindi, Wang Hao avrebbe dovuto pensare una cosa del genere: se Liu Guoliang mi dice che io posso sopportare meglio la sconfitta, mi sta facendo capire che è meglio che io perda. Ma tutto questo è contrario sia ai principi cinesi delle gare combinate sia alla considerazione che i tecnici cinesi hanno dei giocatori interessati, come vado a spiegare nel punto successivo.
2) Chiarisco subito che, in base ai principi generali da cui scaturivano (e secondo me non scaturiscono più) gli ordini dati ai giocatori per perdere (solo a chi doveva perdere, il vincitore designato non è mai stato avvisato, giocava senza sapere che avrebbe vinto comunque) avevano come base fondamentale il “rispetto” per il campione più anziano o per chi, in precedenti manifestazioni, era stato costretto a sua volta a perdere (ma questo non sempre, come sa bene Cai Zhenhua, che pensava di poter vincere nel 1983 con Guo Yuehua dopo avergli ceduto la vittoria nel 1981, ma che si ritrovò un avversario cui non era stato ordinato di perdere). Quindi, se mai ci fosse stato un ordine del genere a Londra, il perdente designato sarebbe dovuto essere Zhang Jike e non Wang Hao, non solo più anziano, ma anche due volte già battuto nelle finali olimpiche (2004 Yoo Seung Min, 2008 Ma Lin). Ma a questo si aggiunge l’altro aspetto da me indicato: la considerazione che i “capi” hanno dei giocatori. Ebbene, Wang Hao è considerato il giocatore serio, “integrato” nel sistema; Zhang Jike il “pazzo” incontrollabile, che provoca sempre imbarazzo. Faccio notare che il calcio alla transenna dopo la vittoria nella Coppa del Mondo 2014 è venuto dopo l’Olimpiade di Londra, ma la maglia strappata “alla Hulk” è del 2011, vittoria mondiale nel singolo a Rotterdam, prima di Londra. Inoltre, Zhang Jike si era già distinto in patria per comportamenti giudicati pessimi dai dirigenti ed era stato punito, oltre a essere messo fuori dalla Nazionale per alcuni anni. Per questi motivi, l’ordine di far vincere Zhang Jike non solo non è mai stato dato, ma non potrà mai essere dato.
3) E passo alle reazioni dei giocatori interessati, Wang Hao e Zhang Jike, che hanno detto di stimare Liu Guoliang, che non ci sono stati ordini di scuderia e bla, bla, bla… La verità è che Zhang Jike è incazzato nero, perché sa benissimo che, a onta di tutte le smentite, moltissimi continueranno a pensare che la sua vittoria a Londra non è vera. Se potesse, manderebbe affanculo Liu Guoliang con tutto il cuore.
4) Infine, un paio di precisazioni. Liu Guoliang parla di “Grande Slam”. Su questo punto ho già avuto modo, in passato, di esprimere la mia opinione. Il Grande Slam, nelle valutazioni officiali dell’Ittf e di tutti gli incompetenti e ignoranti che le vanno dietro, è la vittoria nei tre più grandi (nella loro opinione) tornei mondiali: Olimpiade, Mondiale e Coppa del Mondo. Io sostengo che il vero Grande Slam è quello con la vittoria in quattro tornei: ai tre citati, aggiungo le Finali del Pro Tour, che, quando non c’è il boicottaggio dei cinesi, come quest’anno e altre due volte in precedenza, sono una gara ben più difficile della Coppa del Mondo e a volte anche delle stesse Olimpiadi. In questo caso, ricordo ancora una volta che fra le donne sono quattro le vincitrici del vero Grande Slam: Deng Yaping, Wang Nan, Zhang Yining e Li Xiaoxia. Fra gli uomini, solo uno: Kong Linghui.
5) La seconda e conclusiva precisazione riguarda i casi di risultati “decisi a tavolino”. I, sito cinese che si è occupato del caso di Liu Guoliang, dall’alto della sua ignoranza, ne cita solo tre, fra l’altro sbagliando anche i riferimenti. Io ne voglio ricordare un po’ di più, tanto per curiosità, senza scendere troppo nei particolari, magari racconterò le storie complete un’altra volta. Delle tre finali mondiali di singolo maschile dal 1961 al 1965 vinte da Chuang Tsetung su Li Furong, la prima fu vera, le altre due false: il sito cinese dice che furono tutte false. Nel 1975 e 1977 Zhang Li costretta a perdere la finale contro la nordcoreana Pak Yung Sun. Nel 1981 Cao Yanhua costretta a perdere con Tong Ling, il sito cinese lo dice, ma non dice il vero motivo: era morto da poco il padre di Tong Ling e i dirigenti credettero di doverle fare questo favore per consolarla. Nel 1977 Guo Yuehua costretto a perdere la finale mondiale col giapponese Kohno, nel 1981 Cai Zhenhua costretto a perdere la finale mondiale con Guo Yuehua. Zhang Yining costretta a perdere la semifinale mondiale del 2001 con Wang Nan. Guo Yue costretta a perdere i quarti di finale mondiali nel 2003 con Wang Nan. Mi fermo qui, ma è chiaro che il sito cinese in questione dovrebbe fare una ripassata della storia del ping pong.

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