Un sistema malato, molto malato, pure troppo.

29 Ottobre 2010 da Ping Pong Italia · 27 Commenti 

La qualità e la natura degli ultimi interventi e commenti mi stimolano ad esprimere una mia opinione sullo stato attuale delle cose.
Avevo in precedenza segnalato come la questione tecnica sia prioritaria a tutto quanto indicando delle proposte. Avevo scritto che occorreva e occorre porre rimedio ad una situazione che inevitabilmente ci porta a sprofondare sempre più nell’oblio del pongismo internazionale. Avevo indicato che compito di una federazione è di generare risultati per il suo stesso funzionamento senza dissipare il patrimonio pongistico che attraverso il volontariato viene rinnovato e arricchito nella funzione della promozione sportiva.
Molti dei valori fondanti stanno diminuendo di qualità, non a caso anche il campionato dei campionati, la serie A1 senza campioni, sta affrontando una crisi di qualità senza precedenti.
Le questioni politiche sono il pane quotidiano di una federazione e anche dei suoi affiliati, disinteressarsi non serve a niente, partecipare serve sempre a qualcosa, esprimere la proprio opinione è un atto lecito. Ma in questo momento a complicare le cose c’è la questione meridionale che, come avete avuto modo di apprezzare, fa scaturire la passione più estrema, come i diretti interventi sul blog, le lettere al CONI etc.
La Sicilia ha ricoperto un ruolo importante in tutte le federazioni che dall’era Penna si sono succedute. Al tempo stesso è stata anche la regione che ha avuto continue turbolenze interne. La crisi del 2000, quando 4 Presidenti regionali si ribellarono alla logica della gestione Bosi, il Presidente della Sicilia era uno di quelli. Il commissariamento del 2001, le nuove elezioni, la tregua con il regalo del Consigliere atleta Paolo Di Venti, poi la lite e di nuovo crisi, deferimenti e via dicendo. Al di là della vicende singole, Io credo che alla base ci siano ragioni diverse con più largo raggio.
Il Nord non ha mai sopportato il Sud.
Questioni razziali? Perché per andare al sud occorre volare e spendere più soldi? Per il loro modo di fare? Non lo so ma le politiche adottate da questa e dalla precedente gestione hanno fatto di tutto per escludere il sud a favore del nord e soprattutto, errore più grande, tagliando fuori il sud dalla crescita tecnica. Quando la dirigenza federale ha approvato lo striplamento dei tornei, secondo voi quale era l’obiettivo? La crescita tecnica? Io credo di no. E ancora, ricordate l’ultima volta che è stato organizzato un torneo giovanile in Sardegna? Certo c’è un problema contingente di reperire finanziamenti per consentire ai ragazzi di svolgere attività agonistica, ma allora non sarebbe il caso di rivedere tutto l’impianto che ci sovrintende? Se ne discute mai? O facciamo sempre finta che tutto va bene?
Tornando alla malattia, non è un mistero che il cancro vero e proprio sia la tabella voti, esageratamente anti democratica. A ciò vorrei fare un osservazione che forse può essere utile ai nostri consiglieri federali, perché è questo di cui stiamo parlando: dare i consigli al Presidente. Nemmeno a me sono piaciute le parole strumentali utilizzate per avallare la recente tabella voti in luogo dei vecchi fantasmi del passato dove le società iscrivevano i propri associati con l’elenco del telefono. Oggi sarebbe semplicissimo verificare chi veramente esercita un’attività sportiva o chi fa sport solo sulla carta. È vero quello che dice il Drago Rosso, ad una porcata si rimedia con un’altra. È anche vero che non possiamo dare la colpa al CONI poiché è proprio il CONI che sancisce il sistema dei voti plurimi ma allora, cosa possiamo fare. Nei miei anni di Consigliere del CONI ho affrontato il problema con il Consiglio, il quale dava in buona sostanza ragione alla tesi che si crea troppa sperequazione fra le società che hanno mezzi finanziari maggiori di altre e che sarebbe stato meglio adottare un tetto. Ma è qui che secondo me il CONI commette il vero errore non vigilando sull’operato della sua Federazione. Se il CONI permette il sistema dei voti plurimi, chi ha detto che il modo in cui si accumulano i voti sia regolare? Non sarebbe difficile porre rimedio da parte del CONI, basterebbe che il CONI indicasse nei suoi Principi Formatori: “ l’accumulo dei voti plurimi viene calcolato solo su determinato gare”. Il problema è proprio quello, il genio ideatore della tabella voti non ha avuto scrupoli, anzi è stato davvero cattivo e diabolico, per cui tutte le gare, dalle giovanili in su, generano voti. Chi ne può trarre vantaggio se non le società più ricche che possono coprire tutte le categorie del settore agonistico? Ma non si potrebbe mettere un freno che non significa tetto? Voglio portarvi un piccolo ma esaustivo esempio. Poniamo che le società di A1 abbiano diritto a 10 voti, che quelle di A2 a 8 voti, e così a decrescere fino all’ultima che otterrebbe 1 voto. Che male ci sarebbe. Siamo in presenza di differenziazione? Direi di si. Si genera così facendo differenze di migliaia di voti? Direi di no. Si possono prefigurare maggioranze pre costituite? Direi ancora di no. E allora perché adottare tutta l’attività come un accumulatore incontrollabile di voti? Se volete restituire un po’ di dignità e potere alle società questo è il modo di fare cari consiglieri.
Il cancro porta poi a problemi collaterali, è inevitabile, fino ad arrivare all’estinzione.
La questione morale.
La gestione, nelle sue cariche federali, è viziata dalla presenza di Presidenti di società che non hanno mai smesso di ricoprire quei ruoli sebbene lo statuto del CONI lo vieti. Certamente è stato così anche in passato, ma queste ultime 2 gestione ne hanno enfatizzato l’utilizzo, come se i dirigenti fossero solo nelle società di A1. Io non pongo la questione sul doppio ruolo, purtroppo o per fortuna siamo tutti appassionati; che c’entra ci sono delle distorsioni: atleti consiglieri che non hanno mai toccato mai giocato a pingpong, consiglieri che continuano a giocare, che fanno i tecnici, consiglieri che rispondono al telefono per trattare con i giocatori. Tutto questo non c’entra, fa parte degli effetti collaterali, ma il problema vero è la credibilità di quelle persone, come faccio a pensare di essere ben rappresentato dalla dirigenza? Che garanzie mi possono offrire?
Il CONI oltre ad indicare che non si possono ricoprire 2 cariche elettive contemporaneamente, indica anche nei suoi suggerimenti di etica, che chiunque decidesse di intraprendere un determinato status societario (atleta, tecnico, dirigente), mantenga quello status per tutta la durata del suo mandato. Insomma se decido di fare il Consiglieri atleta dovrei essere così corretto che farò l’atleta e non qualcos’altro, al tempo stesso se ho deciso di candidarmi come dirigente, devo smettere gli abiti del tecnico e così via. Ecco cosa vuol dire la questione morale: riconquistare la credibilità individuale.

Panagulis intervista Averoff

25 Ottobre 2010 da Ping Pong Italia · 215 Commenti 

E  ADESSO DEFERISCICI TUTTI…
Premessa
Caro Franco, penso sia il caso di continuare il precedente monologo; ma per non annoiare chi ci legge ho deciso che io e tu impersoneremo almeno in questo mio secondo monologo, due personaggi della storia moderna Greca, guarda caso la Grecia paese natale della democrazia moderna, devo confessare che con il mio personaggio ho poco in comune se non la testardaggine estrema, io sarò Panagulis, per te ho scelto Averoff e per comodità indicherò i tuoi Yesman con il diminuitivo  Averofaki ( piccolo Averoff ).
Consentimi di chiarire ai pochissimi che non conoscono la storia moderna Greca chi sono detti personaggi:
•    Alekos Panagulis – Patriota Greco che ha lottato contro la Giunta dei Colonelli, presieduta da Papadopulos, dopo la caduta di detta dittatura, Parlamentare durante il governo con il Primo Ministro Averoff. Assassinato durante il Governo Averoff.
•    Averoff – Primo Ministro dopo la caduta della Dittatura guidata da Papadopulos

Detto questo caro Averoff come Panagulis, in questa seconda parte delle mie esternazioni intendo porti solo domande, anzi per dirla come il mio personaggio delle superdomande:
1.    Cosa ne pensi dell’Averofaki pugliese che nella riunione della Commissione Squadre Nazionali a Roma del 17/01/2009, da come si evince dai verbali che cito testualmente dice:
“ Scarso interesse da parte della federazione con sua figlia. Indi per cui di non escludere gli altri atleti snobbandoli e creando forse un pò di favoritismo nella scelta degli ultimi ( qua si pone il problema di Gatti)”.

Credi caro Averoff che questo sia cosa da nulla?
E  ADESSO DEFERISCICI TUTTI…
2.    Cosa mi dici caro Averoff a proposito delle convenzioni sui palazzetti!
Con nota della segreteria generale EDS/Prot. N° 830 del 13/02/2009 la segreteria alla richiesta di aprire convenzione con il Comune di Catania per lo Stadio Massimino di Catania, rispondeva nella fase finale della lettera così, riporto testualmente: “quindi, nell’interesse comune dello sviluppo sul territorio della disciplina del Tennistavolo, la FITET indica, ove ne ricorressero le condizioni il CR Sicilia e/o eventualmente il CP di Catania, quale referente per la stipula di detta convenzione, sollevandosi da ogni responsabilità”
Adesso perché, caro Averoff accusi di scorrettezza Minutoli, il Cr Sicilia e il CP di Messina per aver stipulato una concessione con il comune di Messina, senza oneri per la FITET, che assegna la Palestra di Villa Dante, dove possono essere allocati 12 tavoli per allenamento o 9 campi gara regolari, per 10 anni dico 10 anni?
E  ADESSO DEFERISCICI TUTTI…
3.    Caro Averoff mi risulta che questo numero di cellulare 3355413041 sia un numero in uso alla FITET utilizzabile per fini istituzionali; la mia domanda è, allora perché lo stesso numero risulta nella scheda di una società come numero da contattare per tale società?

E  ADESSO DEFERISCICI TUTTI…
4.    Cosa pensi, caro Averoff,  del caso Bacci dove viene coinvolto in modo preponderante l’Averofaki piemontese?

E  ADESSO DEFERISCICI TUTTI…
5.    Caro Averoff, quanto credi che degli allenatori alla guida delle nazionali, e il loro Direttore Tecnico, debbano rimanere al loro posto se per anni ed anni e con notevoli risorse economiche, non producono assolutamente nulla?

E  ADESSO DEFERISCICI TUTTI…
6.    Caro Averoff, chi tratta gli ingaggi per gli atleti per il Castelgoffredo?

E  ADESSO DEFERISCICI TUTTI…
7.    Caro Averoff, sapremo mai perché la stella del Castelgoffredo, nonché colei da cui tutto parti, non gioca più nella sua città natia e nella Società che si creò proprio grazie a lei?

E  ADESSO DEFERISCICI TUTTI…
8.    Caro Averoff , quando commissarierai il CR Sicilia, perché è questo che dovrà avvenire, o dobbiamo aspettare le dimissioni di Minutoli in modo che si consenta un minimo di regolarità? Ed eventualmente il commissario chi sarà? Forse uno dei vecchi personaggi della storia di Drago Rosso, che sono rientrati in FITET attraverso altre attività?

E  ADESSO DEFERISCICI TUTTI…
Un caro saluto
Salvatore Caruso ( Maestro FITET sino ad oggi, in attesa di deferimento politico).
PS. Caro Franco ci rileggiamo dopo la pubblicazione di questa seconda parte, ho ancora tante cose da chiedere e da dire, alcuni argomenti come esempio, INTERNET, Guardia di finanza, SETTORE TECNICO, Arbitri, GIUSTIZIA, etc… etc…
A, dimenticavo devo riconoscerti che sei meglio, con le dovute proporzioni di Berlusconi, lui possiede il potere e i mezzi di informazione, ma ha contro i magistrati, tu possiedi invece tutto.

E  ADESSO DEFERISCICI TUTTI…

Lettera aperta

22 Ottobre 2010 da Ping Pong Italia · 28 Commenti 


di Salvatore Caruso
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La solita storia

20 Ottobre 2010 da Ping Pong Italia · 8 Commenti 

del Drago Rosso

E’ interessante osservare, sul forum di Giorno, i patetici contorsionismi del consigliere federale (molto federale, pure troppo) Bruno Di Folco che cerca di convincere la gente quanto lui sia un tipo indipendente, come questa nuova e misteriosa tabella voti sia un inno alla democrazia. Fermo restando che aspettiamo sempre da lui un’indicazione su quando ha votato contro un solo provvedimento del Consiglio federale, ammesso che lo abbia mai fatto. Su tutto il resto non c’è da chiedergli una beata mazza, tanto è evidente come i dirigenti federali siano compatti su uno schieramento di difesa assoluta dei privilegi che consentono loro di continuare a restare in carica e a comandare. Il vero problema è se qualcuno gli crede. Ma, a quanto si può vedere anche da alcuni interventi di suoi vecchi amici che meritoriamente continuano a pensare con la propria testa, non è che Di Folco raccolga chissà quale credibilità. Bravo Di Folco, continua così,
vedrai che sarai premiato. Ma mi raccomando: mai votare contro una delibera del Consiglio federale, altrimenti ti fanno la bua.

PROMESSE E TRADIMENTI

Lo spunto per questo nuovo intervento sul tema delle assemblee, però, non sono le performance di Di Folco, ma la rievocazione, fatta da Costantini, di cosa accadde nel 2000, quando sembrava che si potesse costituire uno schieramento che rinnovasse la Federazione. I voti c’erano tutti, la maggioranza era stata acquisita, il candidato c’era pure ed era proprio Massimo Costantini. All’ultimo momento, però, da alcuni delinquenti e mafiosi, che detenevano molti voti, fu posto un veto nei confronti di Costantini come presidente. Non sto nemmeno a ricordare chi fu poi candidato al suo posto, perché non è questo il punto. Il punto è che Costantini non andava bene. Il fatto che furono proprio i più mafiosi del tennistavolo italiano a ricusarlo come candidato presidente (dopo che lo avevano sostenuto fino a pochi momenti prima) è una medaglia d’onore per Massimo e per la sua onestà, ma rimane la questione politica dei motivi che avevano portato
prima alla rottura con la precedente gestione federale, poi allo schieramento da contrapporre al presidente uscente Bosi. E la questione, purtroppo, è sempre la stessa, e non è politica: finché si riesce ad avere qualcosa dalla Fitet, si garantiscono i voti, altrimenti si cambia. Non si tratta di proporre nuovi programmi, lanciare nuove idee, macché. Proprio i personaggi che esclusero Costantini dalla candidatura si erano distinti per i peggiori malaffari del tennistavolo, imbrogli, ruberie e quant’altro. E con Costantini sapevano che non avrebbero potuto continuare a farlo, ecco perché non lo volevano come presidente. Il risultato fu che lo schieramento di questa cosiddetta “opposizione” fu battuto per 800 voti e perse l’elezione proprio perché aveva fatto fuori Costantini. Molti elettori onesti di Costantini, infatti, in particolare quelli del nord, non votarono per lo schieramento dell’opposizione perché si fidavano solo di Costantini. I voti c’erano per vincere, ma la preparazione fu puramente mafiosa, non da parte di tutti ovviamente, ma sicuramente da parte di quelli che furono sufficienti a far fallire un grande progetto. Certo, ci si potrebbe porre la questione: se avessero votato Costantini presidente e poi lo avessero ricattato per ottenere quello che potevano avere solo in maniera disonesta? Costantini avrebbe rifiutato e loro avrebbero avuto l’unica possibilità di sfiduciarlo in consiglio federale, cercando di ottenere la maggioranza, altrimenti avrebbero dovuto aspettare. In ogni caso, Costantini avrebbe aperto una nuova era della Fitet. Così non è stato perché questa federazione si porta dentro il cancro della disonestà e dell’affarismo di certi personaggi ben individuati.

SEMPRE LA STESSA STORIA

Ma c’è un problema più grave ed è che la storia non cambia mai. Partecipai per la prima volta a una assemblea nel 1972, fu quella della rielezione di Guglielmo Sineri a presidente. Era esattamente la stessa cosa di quello che succede adesso, con una maggioranza che difendeva se stessa con tutti i trucchetti possibili e immaginabili, con i ricatti e le minacce, con l’azione di controllo dei Comitati regionali (tolgo il dubbio a tutti, so benissimo quale sia il ruolo dei C.R.) che “indirizzavano” le preferenze e verificavano tutto: bisognava mostrare le schede ai responsabili per far vedere che si era votato il nome giusto, sia del presidente che dei consiglieri. Insomma, un vero troiaio. Anche in quel caso, nemmeno una parola di programmi e cose del genere, solo questioni di potere. Quel Consiglio federale fece una brutta fine, dopo un’assemblea di metà mandato a Pescara, in cui si sfiorò la rissa. Intanto, come succede ancora oggi, le sedi
delle assemblee venivano scelte per scoraggiare l’opposizione ad andarci. Nell’assemblea della rielezione di Sineri, svoltasi a Roma, si decise, con voto unanime, che la successiva assemblea si sarebbe svolta ancora a Roma. Invece saltò fuori Pescara. Cosa era successo? C’era stato un serio problema che riguardava il tesseramento irregolare dei migliori giocatori dell’epoca (Bosi, Costantini e compagni), irregolarità non imputabile a loro ma alle società, di una dilettantismo unico. I giocatori furono squalificati, si cercò di salvarli, ma i club, invece di aspettare la “sanatoria”, continuarono a farli giocare, fregandosene dei regolamenti e della squalifica in atto. Il presidente della Commissione nazionale gare, Vito Penna, si dimise. La Fitet diede ragione completamente alle società in difetto e le squalifiche non furono mai scontate. Si prospettava un’assemblea infuocata proprio per questo motivo, e allora il Consiglio federale
spostò, d’autorità, l’assemblea a Pescara, in una villa fuori città. Partecipazione quasi nulla, come voleva il Consiglio federale, ma io c’ero, almeno come testimone. Fu un casino inenarrabile. Davvero si arrivò quasi a fare a botte. Dopo quell’assemblea, Sineri si dimise e si passò all’era cosiddetta moderna. Fu eletto proprio Penna, il presidente dimissionario della commissione nazionale gare, a diventare presidente della Fitet. E raccolse così tante critiche che la presidenza Sineri, al confronto, fu considerata d’oro. Per farla breve, Penna, dopo molti anni di potere, fu battuto da una opposizione compatta, che scelse Sagrestani, il quale fu fatto fuori dagli stessi che lo avevano eletto, dopo appena un anno. Si dimise la maggioranza dei consiglieri federali e Sagrestani decadde, si rifece l’assemblea e fu eletto Bosi. Il resto lo sappiamo. Quello che conta, come ho detto, è che il sistema è rimasto sempre lo stesso.

FALSE RIVOLUZIONI

Ma allora, come mai ogni tanto il presidente cambia? C’è la possibilità, per chi non è al potere, di vincere un’assemblea? In effetti, la possibilità c’è, perché la maggioranza reale non è quella che appare, ma il problema è che moltissimi si fanno abbindolare da candidati che promettono chissà cosa, ma che hanno problemi di indipendenza già in partenza. Se un candidato è strettamente legato a una società, o addirittura la rappresenta in maniera evidente, come può garantire che non ci sarà conflitto di interessi? Certo, in un mondo così piccolo come quello del tennistavolo italiano, è difficile trovare qualcuno che non sia legato a una società, difficile ma non impossibile. Prescindendo dal giudizio sul loro operato, positivo o negativoo, si deve riconoscere che Sineri, Penna, Sagrestani e Bosi non erano legati ad alcuna società. Quindi, c’è gente che, almeno da questo punto di vista, non ha ombre. E così sarebbe stato Costantini, che non ha più legami effettivi con la società di Senigallia e che ha comunque dimostrato di essere al di fuori di questi giochetti. Ma come si fa a pensare, quando si candida Sciannimanico, che sia distaccato da qualsiasi società? E arrivo al discorso fatto da Fede in un commento al mio primo articolo sull’Assemblea generale. Dice che lui ha votato in buona fede. E allora, meglio chiarire. Non conoscendo Fede (non ho la minima idea di chi lui sia), devo riconoscergli, per principio, l’onestà intellettuale, ma questo riconoscimento è strettamente personale, nel senso che a ogni singola persona che non conosco non posso attribuire intenti malevoli (a quelle che conosco, invece, posso eccome, proprio perché so chi sono). Ma questo vale per la singola persona. Sul piano generale, è diverso. Se in Italia la maggioranza vota Berlusconi, come tanti anni fa votava Mussolini (fino a quando le elezioni si fecero), o se in Sicilia si votano personaggi chiaramente legati alla mafia, bene, qui non è più questione del “principio di buona fede” per ogni singola persona. Qui c’è un popolo che vota per il fascismo, per la mafia, per i delinquenti e così via. E anche se bisogna comunque riconoscere la validità del voto, perché svoltosi democraticamente (salvo prova contraria: tipo i manganelli del fascismo, le minacce dei mafiosi o le televisioni dell’attuale Italia), questo non impedisce a qualunque cittadino di esprimere la propria opinione negativa su chi va al potere e su come usa questo potere. Perciò, Fede può invocare la sua personale onestà, ma non è questo il punto in discussione. Il punto in discussione è che la maggioranza del tennistavolo ha votato in un certo modo sapendo benissimo dove si andava a finire, ma sperando di avere un pezzo della torta. Adesso, quelli che avevano votato in un certo modo si sono accorti che la torta non bastava per tutti e si mettono a piangere, vanno dalla mammina e dicono: “Uomo cattivo mi ha fatto la bua”. Congratulazioni. Confermo: mi fanno schifo pure loro. Perché adesso stanno piangendo, ma basterà un solo tavolo, una sola pallina, lo stipendio pagato ai propri giocatori/giocatrici da qualcun altro (altro scandalo tutto italiano sul quale c’è il silenzio assoluto) visto che lui non ha una lira, un euro e neanche le pezze al culo, e tutto torna come prima. Scusate tanto, giusto per non prendersi per il culo: ma c’era Giovanni Bisi candidato come consigliere. Volete forse dirmi, Fede o chiunque altro, che non lo avete votato perché non eravate convinti di lui, o non perché gli uomini al potere avevano ordinato così? E se c’è questa indicazione TOTALITARIA di voto, come si fa a dire di essere in buona fede quando si ricorda che “si era convinti di come si votava”? La verità è che TUTTI SAPEVANO TUTTO e adesso non hanno nemmeno il coraggio di riconoscerlo. E il peggio è che TUTTI SONO PRONTI A RIFARLO.

SENZA FINE

Negli ultimi 30 anni almeno, l’unica volta in cui è stata realizzata un’idea dell’opposizione è stato quando Costantini è diventato c.t. della nazionale e ha messo in atto, coerentemente, tutto quello che aveva sostenuto da candidato dell’opposizione, trombato come presidente dai luridi mafiosi della stessa opposizione, premiato come consigliere da una parte dell’opposizione e da una della maggioranza, tanto da essere il più votato di tutti. Tutti i principi che aveva messo in evidenza e che, soprattutto, andavano nella direzione opposta a quella che aveva caratterizzato il settore tecnico nei 20 anni precedenti, Costantini li ha messi in atto, a cominciare dalla valorizzazione dei risultati. Prima, potevi anche essere il campione d’Italia, se non stavi nel Centro federale non giocavi in nazionale. Un po’ come è tornato a essere con Nannoni: Stoyanov numero 1 della classifica non gioca in nazionale, perché gli viene richiesto il professionismo pieno. Poi, quando non c’è rimasto più nessuno, ecco che i principi saltano e Stoyanov gioca in nazionale anche se non garantisce, esattamente come faceva prima, la disponibilità piena (visto che studia Ingegneria all’università). Costantini aveva cancellato tutte questa assurdità e ingiustizie, che sono comunque funzionali a un certo discorso di potere. Prima, giocava in nazionale chi stava nel centro federale, adesso chi gioca in una società. Niente è cambiato. Ma Costantini aveva cambiato questo stato di cose. E nello stesso modo aveva portato nella nazionale e nel settore tecnico (presieduto da Giovanni Bisi, anche lui cacciato da Sciannimanico dopo l’elezione a presidente) un modo di concepire le cose che premiava i meriti, il lavoro, la buona volontà. Logico che scatenasse un putiferio, culminato nella cancellazione, da parte della Fitet, dell’iscrizione dei giovani Bobocica e Spinicchia ai Mondiali individuali di Shanghai 2005, vedi caso proprio quelli cui non era stato iscritto un importante giocatore della solita società. E quelli in cosiddetta buona fede non avevano capito una mazza neanche allora? Quindi, Costantini ha operato concretamente ed è stato fatto fuori, insieme a Maurizio Errigo e Giovanni Bisi. E adesso ci ritroviamo con lo sfacelo tecnico, con le nazionali che vanno sempre più giù, con i tecnici delle nazionali che meritano di essere tutti cacciati, compreso ovviamente il capo del settore tecnico, Quarantelli. Ma quello che più importa è il discorso di principio politico: le cose, come ha fatto Costantini, si cambiano con l’onesto lavoro e l’onesto comportamento. Invece, dall’altro lato, cosa abbiamo? Un esempio ce lo porta ancora il consigliere federale (molto federale, moltissimo federale, pure troppo) Di Folco, che, quando parla dei voti plurimi, per giustificare la loro esistenza in contrapposizione al sistema “una testa, un voto”, ricorda cosa accadeva in passato, quando si creavano società esistenti solo sulla carta per avere tanti voti nelle assemblee. Quindi, fate bene attenzione: a una porcata si rimedia con un’altra porcata, peggiore della prima. Congratulazioni! Trovare rimedi corretti, punire i disonesti è troppo? A questo punto siamo arrivati? E si ha persino il coraggio di sostenere queste tesi. Ripeto quello che avevo già detto nel precedente articolo: se si ha l’impudenza di sostenere queste tesi, vuol dire innanzitutto che si ritengono i votanti una massa di deficienti (e se lo meritano di essere considerati tali, visto come votano) e poi che si ha la sicurezza di continuare ad avere il loro appoggio sempre e comunque. Ecco a cosa è ridotto il tennistavolo italiano, una totale distruzione morale, una discesa all’inferno senza fine. E le pecore continueranno a belare di soddisfazione e di dedizione al loro signore e padrone mentre bruceranno.

Incredible India

14 Ottobre 2010 da Ping Pong Italia · 7 Commenti 

Alla fine ce l’ha fatta. Nonostante la cattiva pubblicità resa prima di tutto dai media locali, l’India ha dimostrato efficienza e capacità organizzative fuori dal comune. Inoltre, ed è la notizia più bella, ha anche dimostrato la rinascita sportiva finendo seconda dopo l’Australia e prima dell’Inghilterra con 38 medaglie d’oro.
Lo so che in Italia le notizie sono arrivate in modo distorto. Si è parlato di fallimento annunciato prima ancora di iniziare, dei giochi della vergogna con tanto di inesattezze gratuite. Nessuno dei giornalisti che hanno parlato di questi Giochi del Commonwealth sono venuti in India a rendersi conto di persona, l’unica che lo ha fatto è stata Novella Calligaris per conto di Rai News International con la quale ho fatto una lunga chiacchierata che andrà in onda nei prossimi giorni.
Ma veniamo alle cose veramente sportive. Avevo dichiarato sin dall’anno scorso che l’India del pingpong poteva ottenere dalle 3 alle 5 medaglie, beh ne ha ottenute 5 di cui una d’oro nel doppio maschile battendo Gao Ning e Yang Zi (SIN).
A quest’oro vanno aggiunte: medaglia d’argento a squadre femminile, bronzo con la squadra maschile, bronzo con il singolo maschile ed ancora un altro bronzo nel doppio femminile.
Ecco il medagliere pongistico

Nazione Oro Argento Bronzo Totali
SINGAPORE 6 5 1 12
INDIA 1 1 3 5
INGHILTERRA 1 2 3
MALAYSIA 1 1

Dunque su 101 medaglie indiane 5 vengono dal pingpong, un contributo davvero consistente che potrà dare ancora impulso ed entusiasmo al tutto il movimento indiano.
Sono fiero di tutta la squadra, protagonisti e meno protagonisti, tutti hanno messo in evidenza un alto senso della squadra.
Qualcuno mi ha chiesto quale sia stata la soddisfazione più grande. L’oro è oro ed il momento della vittoria rimane inenarrabile, ma non posso non ricordare l’impresa delle ragazze su cui nessuno alla vigilia riponeva speranze, impresa che, dopo una falsa partenza perdendo nel girone dalla Nuova Zelanda, le ha viste protagoniste battendo nei quarti l’Australia ed in semifinale lInghilterra. Per certi versi mi è sembrato di rivivere il momento magico di Courmayeur 2003, mi emozionai allora, mi sono emozionato oggi.
Ora ci spettano alcuni di giorni di riposo e poi via a Guangzhou in Cina per i Giochi Asiatici 13-20 Novembre.

CWG 7

8 Ottobre 2010 da Ping Pong Italia · 2 Commenti 

Dopo la sconfitta di ieri, e’ tempo di reagire. Ora ci giochiamo la medaglia di bronzo contro la Nigeria che nell’altra semifinale e’ stata sconfitta da Singapore.
I nostri avversari non sono quotatissimi ma sono dei lottatori nati.
Da numero uno giochera’ Monday Merotohun n.230, poi Aruna n.248 e Ajetunmobi n.299

CWG 6

7 Ottobre 2010 da Ping Pong Italia · 5 Commenti 

Giornata di finale e prime medaglie da assegnare al pingpong.
L’India affrontera’ Singapore campione del mondo in carica in una storica finale, infatti nelle due passate edizione non sono andate oltre il bronzo. Beh non c’e’ molto da dire su chi e’ favorito, tuttavia l’india giochera’ una partita serena senza nulla da perdere sapendo di aver raggiunto il risultato massimo, ossia giocare la finale dei Commonwealth Games.
I maschi trovano l’Inghilterra, avversario difficilissimo e temibilissimo, Drinkhall n.122 e’ capace di 2 punti, lo ha gia’ fatto lo scorso anno in semifinale di Commonwealth Championships a Glasgow, Baggaley n.196 e’ tornato in nazionale dopo alcuni dissapori con la federazione e due stagioni fa in Spagna aveva battuto 2 volte Achanta, poi c’e’ lemergente Pitchford n.292, lo stesso con cui Achanta ha perso lo scorso marzo in Germania, Knight n.279 infine Reed n.258
Tanto per farvi capire non sara’ una passeggiata.
A complicare la giornata, per dovere di cronaca, ioniziano anche i singolari di qualificazione, 3 delle nostre sono impegnate, Ghatak, Kumaresan e Prabhu.
Nell’altra semifinale maschile Singapore con Gao Ning e soci giochera’ contro la Nigeria che e’ priva di Toriola e di Abjodun, come n.1 c’e’ una vecchia consocenza italiana Monday Merothoun, sempre simpaticissimo.

CWG 5

6 Ottobre 2010 da Ping Pong Italia · 2 Commenti 

Dopo l’esaltante giornata di ieri con la splendida vittoria sull’Australia al femminile, oggi all 16.00 si gioca la prima chance per la medaglia ed il quarto di finale nel maschile.

Le ragazze affronteranno l’Inghilterra testa di serie n.2, ancora una volta una squadra decisamente superiore all’India. Le avversarie sono piu’ che conosciute: Johanna Parker difesa n.173  Kelly Sibley attaccante n.116 e Hannah Hicks difesa n.602 che nella serata di ieri hanno superato il Canada per 3 a 1.

Gli uomini alle 19.00 giocano il primo incontro serio della gara, il quarto di finale contro il Sud Africa, purtroppo il nostro n.2 Saha non e’ in buone condizioni, dopo il dolore alla spalla destra si e’ aggiunta una complicazione al gomito destro, pertanto ogni giorno si sta dedicando alle terapie. Speriamo di recuperarlo quanto prima, e’ un elemento troppo importante.

CWG 4

5 Ottobre 2010 da Ping Pong Italia · 3 Commenti 

Oggi giochiamo i quarti di finale con le donne il cui sorteggio ci ha messo dalla parte opposta di Singapore. Ciò non significa che la strada è in discesa perché avremo di fronte l’Australia che presenterà 3 cinesi:
Miao Miao (173), Lay Jiang Fang (154) e Tan Zhenhua (272) individualmente più forti di noi, ma cosa potremo fare a questo punto se non lottare fino alla fine senza avere nulla da perdere. Abbiamo un gran bel pubblico che ci sostiene e ci incita dal primo punto all’ultimo.

Gli uomini faranno allenamento perché la quarta del girone tale Dominica, non chiedetemi dove si trova perché non lo so, si presenterà con due giocatori pertanto avremo partita vinta.

Le WR di Ottobre

5 Ottobre 2010 da Ping Pong Italia · 2 Commenti 

Ecco le classifiche di Ottobre
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