Intervista esclusiva a Leo Amizic

27 Giugno 2011 da Ping Pong Italia · 29 Commenti 

del Drago Rosso

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Il Programma 5 di 6

21 Giugno 2011 da Ping Pong Italia · 43 Commenti 

Ecco la quinta parte del programma.

I Mondiali di Rotterdam

10 Giugno 2011 da Ping Pong Italia · 13 Commenti 

del Drago Rosso

Una volta, tanto tempo fa, vincere tutti i titoli ai Mondiali era un avvenimento eccezionale, anche quando c’era una nazione che dominava, e non parlo solo della Cina. A quell’epoca, si ricordava solo un “pienone” di 7 medaglie (quando i Mondiali erano veri Mondiali, con le gare individuali e a squadre insieme), quello della Cina nel 1981 a Novi Sad. Bisognò aspettare il 1995, i Mondiali di Tianjin e della rinascita cinese dopo 6 anni di crisi e di batoste dagli svedesi, per vedere di nuovo l’en plein, ancora della Cina. Adesso, invece, dopo il massacro che l’Ittf ha fatto di questo sport (a cominciare dalla regola peggiore di tutte: la pallina da 40 millimetri), bisogna vedere quali sono i Mondiali in cui la Cina NON vince tutte le medaglie d’oro. Negli ultimi 10 anni, si trovano solo quelli di Parigi 2003 (Schlager nel singolo maschile) e quelli di Mosca 2010 (il suicidio della Cina nella gara a squadre femminile). Poi, tutti ori cinesi. Ecco il risultato cui ha portato la disastrosa gestione dell’Ittf di questi anni, col desiderio di distruggere la Cina. Ancora una volta devo ripetere: non stanno distruggendo la Cina, hanno ormai quasi distrutto il tennistavolo.

Abisso Rotterdam

Così, ai Mondiali di Rotterdam, è arrivato, scontato e noioso, l’ennesimo trionfo della Cina. Ormai, non c’è più nemmeno gioco, si può solo sperare che la Cina porti qualche giocatore bollito, come Chen Qi, per tentare un risultato positivo. Nel caso specifico, si aggiunge il solito scandaloso tabellone a favore di Boll, che ha finalmente consentito al tedesco di prendere la prima medaglia mondiale individuale, a quasi 30 anni!!! Qui siamo davvero oltre ogni limite di decenza. E, per favore, non tiriamo fuori la storia che a me sta antipatico Boll. Le barzellette lasciamole ai ragazzini. Il punto è che la semifinale fra Zhang Jike e Boll, quando il tedesco ha finalmente trovato un avversario serio, è stata la partita con il maggior divario tecnico fra i due giocatori di tutte le semifinali di tutti i Mondiali di tutta la storia del tennistavolo. E’ stato uno spettacolo vergognoso. E Boll deve ringraziare Zhang Jike che nel primo set stava lì, emozionato, a buttare palle fuori. Poi, appena ha cominciato a giocare, è stata un’ecatombe. Ci fosse stato di fronte a Zhang Jike un qualunque giocatore di seconda categoria, lo scenario tecnico sarebbe stato lo stesso. Boll nemmeno riusciva ad arrivare a colpire la palla, si agitava come un fantoccio floscio sotto i colpi potenti del cinese. Ha potuto respirare solo quando Zhang Jike si è di nuovo addormentato, alla fine della gara, dopo aver comunque sparato un parziale di 9-1. Perché la differenza fra Zhang Jike e Boll è quella: 11-1, 11-3, 11-2 e via così. E non solo fra Zhang Jike e Boll, ma anche fra tutti gli altri cinesi, escluso Chen Qi, e il tedesco. Nelle gare vere (e non nelle esibizioni che l’Ittf, altra decisione scandalosa, considera buone per la classifica mondiale) Boll è stato massacrato dai vari Wang Hao, Ma Lin, Wang Liqin, Ma Long e da Xu Xin, quest’ultimo costretto a un tabellone assurdo, contro Wang Liqin negli ottavi di finale!!!!! Perché non si va a rivedere il “massacro di Fort Apache” con cui Xu Xin annientò Boll alle Finali Pro Tour di Macao? Boll era sbattuto da un lato all’altro del tavolo. Per non parlare della finale al Pro Tour di Germania 2010, con Zhang Jike che passò sopra Boll come un rullo compressore, sempre con punteggi imbarazzanti. Questa è la realtà. Poi, se questo sport deve avere come protagonisti incompetenti e imbroglioni, beh, buonanotte a tutti.

Classifica Mondiale

Un’ulteriore dimostrazione degli imbrogli che reggono ormai il tennistavolo è data dalla classifica subito dopo i Mondiali. Per poco, Boll non riconquistava il numero 1. Ma ci rendiamo conto di questa ulteriore barzelletta? Io avrei addirittura voluto che lui tornasse numero 1, perché è l’unico modo per capire a che punto siamo arrivati: a una gigantesca farsa, quella in cui un giocatore asfaltato da Zhang Jike è UFFICIALMENTE il numero 1 del mondo. E comunque, è UFFICIALMENTE il numero 2. Siamo ben oltre il ridicolo. E infine ci tocca assistere all’imperversare di gente che, su forum per incompetenti e ignoranti, si mettono a sparare minchiate su chi è più forte di chi, fino a leggere che Boll è più forte di Waldner. Poveri noi! A questo punto si è ridotto il movimento del tennistavolo in Italia, a un branco di poveri dementi e ignoranti, che si permettono di giudicare Waldner magari solo per averlo visto giocare a 40 anni, pesante e quasi immobile, anche se col braccio ancora magico. Suggerisco a questa gentaglia di andarsi a vedere i filmati dei Mondiali 1987 (non quelli dall’89 in poi, quando Waldner vinse i titoli mondiali, no, quelli del 1987) perché, per me, fu in quei Mondiali che si vide il più grande Waldner di sempre, con scambi a velocità pazzesca, con Waldner che massacrava tutti i cinesi con un rovescio da leggenda e invenzioni da Mandrake. Forse allora i dementi cominceranno a capire qualcosa, forse. Comunque, se dobbiamo andare sul concreto e capire chi sono i veri campioni del tennistavolo, dico subito che, in una ideale classifica di tutti i tempi, Boll entrebbe a stento nei primi cento. Avete letto bene: a stento nei primi cento. Chi non è d’accordo, vada prima a studiare seriamente il tennistavolo, a vedere i filmati dei grandi campioni e poi rimanga comunque zitto. Sono buono e, in questa classifica dei primi 100 di ogni tempo, ci metto solamente 50-60 cinesi, tutti in grado di prendere a pallate Boll. Vi faccio grazia dei nomi (e chi non mi crede chieda ad Alberto Vermiglio se io li conosco o no, magari si faccia raccontare quando nel 1995, ai Mondiali a Tianjin, di fronte a un video degli anni 50 e 60, quasi preistoria, io riconoscevo , con tanto di nomi e cognomi, giocatori cinesi che gli stessi tifosi cinesi nemmeno avevano idea di chi fossero). Giusto per ricordarne qualcuno, a parte l’immenso Kong Linghui e a quelli in gara ancora oggi (da Wang Liqin a Wang Hao): Chuang Tse Tung, Li Furong, Xu Yinsheng, Guo Yuehua, Liang Geliang, Xu Shaofa, Xie Saike, Chen Xinhua, Shi Zhihao, Cai Zhenhua, Huang Liang, Jiang Jialiang, Chen Longcan, Teng Yi fino a Ding Song, per me il più grande difensore di sempre. Di quest’ultimo, che fu anche il primo vero difensore allround, in grado di attaccare qualsiasi palla, voglio solo ricordare una partita, la finale degli Open di Svezia del 1994, quando lui partì dalle qualificazioni perché non aveva classifica mondiale, era al suo primo torneo internazionale. In finale, vinse 3-0 con Kim Taek Soo, mica un fesso qualunque. Bene, il primo set Ding Song lo giocò tutto in difesa. Nel secondo, attaccò ogni palla, non andò mai in difesa, si mise a giocare come un pennaiolo di terza palla, servizio e attacco, e quando Kim Taek Soo provò a contrattaccare si mise a fare scambi di attacco lontano dal tavolo con una potenza impressionante. Nel terzo set, ricominciò a difendersi e lo fece fino alla fine. Kim Taek Soo era sbalordito e impotente. Oltre ai cinesi, infine, consiglio di andare a studiare tutti i campioni europei che devono essere considerati di un’altra categoria rispetto a quelli attuali, cominciando dagli svedesi. E cominciando dal grandissimo Stellan Bengtsson, campione del mondo di singolo nel 1971, da junior (!!!), e poi campione del mondo a squadre nel 1973, con 3 punti a partita contro giganti come i cinesi, i giapponesi (con un tremendo difensore come Takashima) e i russi (Gomozkov, Sarkhajan e Strokatov). Pesnate un po’: campione del mondo a 18 anni, mentre Boll prende un bronzetto mondiale a quasi 30 anni (e niente alle Olimpiadi), ecco la differenza, per quelli che Bengtsson non lo hanno nemmeno sentito nominare. E per restare in Svezia non dimentichiamo il mitico Alser (scomparso) e Kjell Johanssson, la schiacciata di diritto più potente che ci sia mai stata, e poi Waldner, Appelgren, Persson, Lindh, tutta gente con titoli mondiali ad abbuffare e tecnica celestiale. E poi una sfilza di campioni dell’Est, cominciando dai fuoriclasse ungheresi Gergely, Klampar e Jonyer, per andare al cecoslovacco Orlowski, per poi tornare a ovest, con Gatien. E, naturalmente, i grandi giapponesi, come Ogimura, Tanaka e Hasegawa, giusto per fare pochi nomi. E vogliamo dimenticare i sudcoreani, con Yoo Nam Kyu e Kim Ki Taek, i primi oro e argento olimpici della storia, oltre al già citato Kim Taek Soo? Ecco, le teste di minchia che si mettono a quaquaraqueggiare di tennistavolo, vadano prima a scuola, studino i classici, comincino a capirci qualcosa e poi vengano a chiedere a me il permesso di parlare, altrimenti stiano zitti. E comunque il permesso non glielo darò, perché questi qua sono troppo scarsi. E non me importa un fico secco se dicono che io sono arrogante. Di fronte allo scempio che si fa del tennistavolo nei loro interventi, che nessuno venga a rompermi gli zebedei con la storia dell’arroganza. Sono stato fin troppo gentile con questa feccia del tennistavolo.

Organizzazione Rottercazz

E torno a parlare dei Mondiali veri e propri esaminando innanzitutto l’organizzazione. Dico subito che è stata una delle peggiori di sempre, da vergogna, e proprio quando c’era a disposizione una struttura grandissima e bellissima. Tutto rovinato dalla supponenza degli organizzatori, dilettanti allo sbaraglio. Comincio dalla cosa più grave: per moltissime squadre (fra cui l’Italia) non c’era servizio di shuttle bus dall’albergo al palazzetto e viceversa. Le squadre i cui alberghi erano abbastanza vicini alla fermata della metropolitana, hanno avuto schede per utilizzarla. Una volta usciti dalla fermata del palazzetto, i giocatori dovevano percorrere altri 400 metri a piedi. Il problema, naturalmente, non è la distanza in sé per sé. Il problema è che un atleta, a questi livelli professionistici, ai Mondiali, dopo aver giocato, senza la possibilità di farsi una doccia o quant’altro, deve prendere il borsone e andare a piedi alla metropolitana e farsi il viaggio insieme ai normali passeggeri. Aggravante: i minorenni non possono essere lasciati soli, e questa non è responsabilità solo delle singole delegazioni, ma anche degli organizzatori, che sono obbligati a predisporre adeguato servizio di trasporto. Insomma, ve l’immaginate gli atleti di un qualsiasi sport che prendono l’autobus, il tram o la metropolitana per andare a giocare i Mondiali? Siamo al ridicolo. Ecco come viene considerato il tennistavolo dagli stessi dirigenti. E l’Ittf, puntuale, ha detto che questi sono stati ottimi Mondiali dal punto di vista organizzativo! Ecco come si rovina il nostro sport. Ma non è finita, naturalmente. Gli organizzatori sono andati al risparmio su tutto. L’impianto supplementare di illuminazione, che serviva appositamente per il tennistavolo, è saltato nel secondo giorno di gare. Per più di un’ora le gare sono state sospese perché era buio. L’impianto non era stato tarato nella giusta maniera ed era saltato. Poi, vista la mala parata, gli organizzatori hanno dovuto rimediare, ma la brutta figura rimane. Ovviamente, queste notizie non le troverete mai sui resoconti ufficiali, che dicono sempre che tutto è andato bene. Al risparmio anche i mezzi per i giornalisti: non venivano stampati tabelloni e risultati per risparmiare carta. Gli organizzatori hanno detto che i giornalisti e i fotografi hanno i computer, quindi possono sapere tutto collegandosi con internet. Congratulazioni! Un giornalista, secondo loro, se ne va in giro col computer anche quando deve muoversi per andare in zona mista, quando deve fare interviste e così via. Ancora di più, un fotografo, che ha bisogno di un tabellone per sapere a quale tavolo andare per fotografare questo o quel giocatore, se ne va in giro col computer, oltre che con gli attrezzi per le foto. La verità è che i computer restano nelle postazioni, poi nel tennistavolo ci si muove da un posto all’altro, da una sala all’altra, non è come una partita di calcio, di basket o altro, o un meeting di atletica e così via, dove c’è un campo unico e quindi il giornalista sta fisso in tribuna stampa o al massimo si muove per andare in zona mista. Il tennistavolo è uno sport particolare, ma proprio i suoi responsabili non se ne rendono conto. Sempre per rimanere ai giornalisti, la loro postazione era indecente, buttati su un lato della sala, con posti “bassi” da cui si poteva vedere bene solo un tavolo gli altri erano coperti quasi completamente. Infine, la cosa peggiore, è stata la maniera in cui sono stati gestiti i posti per gli spettatori. Ogni giorno cambiava il sistema, un giorno il palazzetto disponibile solo per metà, per non far vedere che gli spettatori erano pochissimi, quindi li si metteva tutti insieme, un altro giorno nemmeno gli stessi addetti sapevano cosa fare. Gli atleti e i possessori di un pass sono stati quindi spediti nell’anello più alto delle tribune. Il punto è che, visto che in quegli stessi giorni c’erano gare per i disabili, anche loro avevano un pass da giocatori e sono stati spediti al terzo anello. Ho visto scene miserabili, con disabili che venivano spediti al terzo anello, raggiungibile solo con le scale, al contrario del secondo dove si poteva arrivare con l’ascensore. Con grande dignità dicevano agli inflessibili controllori: “Scusate, siamo disabili, non ce la facciamo a salire fin lì”. E quei grandissimi pezzi di merda degli organizzatori rispondevano: “Niente da fare”. Che vergogna. Ecco cosa sono stati i Mondiali di Rotterdam, quindi da me rinominati Rottercazz.

Azzurri

Le spedizioni azzurre, ormai, vanno sempre più in calando per quanto riguarda i risultati. Comunque, qualcosa di interessante c’è ancora. Il punto è che il miglior risultato lo ha ottenuto proprio quello che era stato dichiarato “non convocabile” da Nannoni, perché impegnato con gli studi di ingegneria. Ho già parlato del caso assurdo di Niagol Stoyanov, quindi non mi ripeto, ma parlo dell’attualità. Stoyanov, dopo aver superato il girone, ha dovuto vincere altre due partite nel tabellone a eliminazione diretta per entrare in quello principale (contro il greco Riniotis e l’egiziano Assar, considerato una grande promessa dall’Ittf) e poi ha fatto l’impresa di battere Li Ching, di Hong Kong, per poi cadere al secondo turno contro l’altro hongkonghese Ko Lai Chak. Stoyanov ha dimostrato di poter giocare alla pari con molti dei più forti, facendo rimpiangere ancora di più il tempo perduto fuori della nazionale, perché quella sarebbe stata tutta esperienza in più. Certo, non sto dicendo che sarebbe diventato campione d’Europa, come un povero cretino mi accusa, ma stare nei primi cento del mondo, con possibilità di tentare la scalata ai primi 50-60, sì. Basta guardare attentamente i giocatori della classifica mondiale per rendersi conto che non si tratta di chissà quali fenomeni, a maggior ragione se restiamo in Europa. Peccato che Stoyanov si sia innervosito per un punto non assegnatogli sul 6-6 del terzo set contro Ko Lai Chak e da quel momento in poi non abbia più giocato. Ecco, proprio questo episodio dimostra che l’esperienza che gli è stata negata dai responsabili della nazionale sarebbe servita per avere un atteggiamento diverso e tentare di prendere una vittoria ancora possibile.
Poteva andar meglio anche per Bobocica, battuto al primo turno dal sudcoreano Cho Eon Rae. Intanto, va detto che Bobocica è stato danneggiato da un’altra ridicola decisione degli organizzatori: hanno inserito 32 teste di serie nel tabellone, poi hanno tenuto il posto, sempre nel tabellone principale, per altri 32, che non hanno giocato le qualificazioni, l’unica differenza rispetto alle teste di serie è che questi 32 sono stati sorteggiati insieme ai 64 provenienti dalle qualificazioni. Un “riscaldamento” nei gironi sarebbe stato più utile per Bobocica, che comunque ha avuto una buona chance, visto che il suo avversario non è la fine del mondo. Infatti, la partita è stata molto equilibrata, 4-1, tutti i set 11-9, ma alla fine è sempre mancato qualcosa a Bobo, lo spunto vincente, il coraggio di osare, l’iniziativa. Si vede chiaramente che si è fermato tecnicamente, anche se le responsabilità non sono tutte sue. Per esempio, lui avrebbe voluto andare ad allenarsi in Austria, ma non gli è stato dato il permesso (ora che fa parte dell’Aeronautica, serve un permesso, ma non dei dirigenti dell’Aeronautica, bensì di quelli del tennistavolo), e così il tennistavolo continua a tagliarsi le palle da solo. Sensazioni di occasioni perdute anche per Rech Daldosso, 2-4 col greco Papageorgiu, nella seconda fase di qualificazione, e per Mutti, eliminato nel girone. Per quest’ultimo, in particolare, appare ancora più evidente l’involuzione di gioco, col diritto usato sempre meno, con movimenti sempre più rigidi e con poca iniziativa.

Azzurre

Solo tre azzurre ai Mondiali, con la scusa che la nazionale si sta rinnovando. Come avevo già spiegato, sono solo miserabili bugie, visto che le scelte sono obbligate dalle rinunce di Laura Negrisoli e Tan Wenling. Inoltre, tanto per sbugiardare ancora di più la Federazione, se questo è il rinnovamento, perché viene convocata soltanto adesso Lisa Ridolfi, dopo essere stata discriminata, insieme a Giulia Cavalli, per tanti anni? Se convocano Ridolfi (che ha il “peccato” di giocare per la Sandonatese e non per Castel Goffredo), vuol dire che non c’è rimasta più nessun’altra, e questa non è un’offesa alla Ridolfi, che, anzi, si è comportata benissimo e merita tante altre occasioni, ma un richiamo alla verità. Ridolfi, in effetti, ai suoi primi Mondiali, è quella che, secondo me, ha giocato meglio di tutte, anche se non è riuscita a entrare in tabellone. Ha avuto nel girone l’avversaria più difficile di tutte le azzurre, la malese Chiu Soo Jiin, ha condotto 3-2, ha avuto la possibilità di vincere e ha chiuso con un autentico colpo di sfortuna e di cecità arbitrale. Sul 10-9 per la malese, che era al servizio, la palla è stata colpita col bordo della racchetta, ha colpito il bordo del tavolo, si è alzata ed è caduta in perpendicolare, ha sfiorato la rete (quindi era servizio da ripetere) e ha preso lo spigolo subito dopo la rete stessa. L’arbitro ha dato il punto alla malese, che non ha riconosciuto il tocco della rete. Così, Ridolfi è stata beffata, ma la qualità del suo gioco è stata molto buona. Fuori nel girone anche Elisa Trotti, che ha sciupato molto nella partita decisiva, con la colombiana Araque, questa esperienza le servirà. Debora Vivarelli supera bene avversarie a lei inferiori nel girone e nella seconda fase di qualificazione, ma quando, nel tabellone principale, si ritrova la cinese-spagnola Zhu Fang, si capisce che il livello è ancora troppo alto per lei. La nazionale femminile, purtroppo, è destinata a soffrire per moltissimo tempo, a mio parere ci vorranno almeno 7-8 anni (ma penso anche di più) per riavere qualche risultato.

Federazione

C’era anche la Federazione a Rotterdam, guarda un po’, ma con una novità interessante. Non c’era Matteo Quarantelli. A svolgere ufficialmente le funzioni di direttore tecnico c’era Alessia Arisi. Quindi, Quarantelli è tagliato, le manovre elettorali si sprecano. In particolare, la Fitet vuol far vedere che sta rimuovendo chi non ha ottenuto risultati, sperando di far credere ai gonzi del tennistavolo italiano che viene punito chi lavora male. Certo. Poi la Fitet dovrebbe ancora spiegare perché chi lavora bene, come Costantini ed Errigo, è stato cacciato. Da fonti interne all’Ittf, infine, è venuta fuori la notizia che l’Italia si era candidata come sede per la qualificazione mondiale all’olimpiade di Londra, ma è stata battuta dal Qatar. Sarebbe possibile trovare sul sito federale notizia di questa sconfitta, se davvero le fonti dell’Ittf non si sono sbagliate?

Zhang Jike

Mi sono fatto, e continuo a farmi, un sacco di risate nel leggere i commenti sulla vittoria di Zhang Jike, sul significato che ha nel tennistavolo, in particolare di quello cinese. E sto parlando anche di commenti di cosiddetti “esperti” internazionali, non solo di interventi su forum e blog. La cosa più ridicola è la “scoperta” che questi esperti della minchia hanno fatto a proposito del rovescio di Zhang Jike, del fatto che segna un’evoluzione del gioco cinese, che non punta più solo sul diritto e via cianciando di stronzate inimmaginabili. Tolgo ogni possibile equivoco, per evitare polemiche, dicendo che non sto facendo riferimento a chi ha sollecitato, su questo blog, un mio intervento specifico su questa tesi. Avevo già notato, con sommo disgusto, le tesi apparse dovunque, sito Ittf, agenzie giornalistiche internazionali, giornali specializzati e no, quindi mi ero ripromesso di fare chiarezza.

La prima cosa da dire è che questi esperti dementi arrivano con un ritardo di minimo 15-16 anni nell’accorgersi che i cinesi hanno sviluppato l’uso del rovescio con tutto quel che segue dal punto di vista tattico. Purtroppo, ci sono idioti che non si sono mai occupati di tennistavolo e adesso si mettono a fare i saputelli con le loro analisi della minchia. In poche parole: sin dal 1985 (avete letto bene, 1985) i cinesi si accorsero che il loro dominio stava per finire e cominciarono a impostare la maggiorparte dell’immensa base dei loro praticanti con l’impugnatura all’europea. Avevano già previsto la caduta del 1989 e anni seguenti e cominciarono sia a impostare i bambini con l’impugnatura all’europea, sia a inventare l’uso dell’altra faccia della racchetta per i pennaioli, in modo da non rinunciare alla loro tradizionale impugnatura e nello stesso tempo “coprire” il tavolo col rovescio anche rimanendo pennaioli. Il primo giocatore pennaiolo con questa nuova impostazione fu Liu Guoliang, e non Ma Lin come sostengono gli ignoranti e incompetenti. Ma perché dico che il ritardo della conoscenza è di minimo 15-16 anni, anziché di 25-26 anni, visto che ho fatto riferimento al 1985? Semplicemente perché nel 1995 diventa campione del mondo di singolo Kong Linghui, il primo vero cinese alfiere del gioco completo, con l’uso del rovescio determinante nella sua azione. Quindi, almeno ricordare Kong Linghui e non fare gli “ooooohhhhhh” di meraviglia nel vedere Zhang Jike che usa il rovescio. Tutto quello che si sta dicendo adesso è stato già detto, almeno da me, nel 1994, quando vidi per la prima volta Kong Linghui. Quindi, per favore, che tutti questi esperti vadano a buttarsi nel cesso.

Ma vado ancora più nello specifico di Zhang Jike. Avevo già scritto e lo ripeto adesso che vidi per la prima volta Zhang Jike nel 2002, quando aveva 14 anni. Scrissi che, tecnicamente, era l’erede di Kong Linghui e che sarebbe diventato un campione altrettanto forte. Ripeto: nel 2002, nove anni fa. Poi, Zhang Jike ebbe diversi problemi, soprattutto extrasportivi, e fu considerato perduto dagli stessi tecnici cinesi. Il suo allenatore personale, Xiao Zhan, che Zhang Jike è andato ad abbracciare subito dopo aver vinto, parlò con me in quegli anni. Io sostenevo che Zhang Jike sarebbe tornato, lui pensava di no e mi diceva: “E’ andato”. Adesso, proprio Xiao Zhan, davanti agli altri tecnici cinesi, riconosce che io sono stato l’unico a credere in Zhang Jike in quei momenti negativi e che lui stesso aveva perso ogni speranza nel suo allievo. E Zhang Jike adesso viene “scoperto” dai poveri fessi che, udite udite, dicono che assomiglia un po’ nello stile a Kong Linghui! Complimenti per il ritardo. Comunque, fermo restando che Zhang Jike è più muscoloso di Kong Linghui, l’impostazione tecnica è praticamente la stessa. Il rovescio, in particolare, è esattamente lo stesso di Kong Linghui, specialmente nello scambio di mezzavolata sul tavolo, col braccio che compie la stessa traiettoria, con lo stesso tempo e lo stesso ritmo di Kong. E anche Kong Linghui si spostava sul diritto per colpire di rovescio, soprattutto all’inizio dell’azione, senza per questo sminuire il suo diritto. Giusto per capirci, Kong Linghui ha avuto il più grande contrattacco di diritto lontano dal tavolo, fatto con un movimento molto stretto in partenza, ma con un colpo di polso incredibile e con una distensione del braccio che provocava autentici sconquassi, con la pallina che diventava un missile e l’avversario preso fuori tempo proprio perché la partenza dell’azione di Kong era stretta, quasi senza caricamento, visto che si trattava di un contrattacco, per di più su palle potenti, di quelle che fanno pensare di aver chiuso il punto. Invece, arrivava la risposta al fulmicotone. Non mi dilungo sulle caratteristiche tecniche di Kong Linghui, ribadisco soltanto che è stata la perfezione tecnica e che lui e Waldner sono i giganti di questo sport, ogni altra considerazione su possibili concorrenti è una bestemmia.
Le assonanze fra Zhang Jike e Kong Linghui sono notevoli, ma ce ne è ancora un’altra che dà l’idea del livello tecnico comune a entrambi: Zhang Jike ha vinto il titolo nel singolo alla sua prima partecipazione ai mondiali individuali. Prima di lui l’ultimo a riuscirsi era stato proprio Kong Linghui, che tra l’altro, come Bengtsson, era junior quando diventò campione del mondo.
Quindi, tornando a Zhang Jike, abbiamo un’ulteriore evoluzione di quel cambiamento tecnico che cominciò 25 anni fa ed esplose nel 1994-95 con Kong Linghui, e che si esprime in tanti stili diversi, come quello di Wang Liqin, apparso negli stessi anni di Kong Linghui, ma con un diritto più potente e con un movimento diverso, e soprattutto, a inizio carriera, con un rovescio solo di block, poi sviluppatosi in attacchi e contrattacchi anche lontani dal tavolo. O come quello di Ma Long, che davo leggermente favorito su Zhang Jike in questi Mondiali semplicemente per una questione di esperienza, visto che Ma Long, pur essendo più giovane di Zhang Jike, ha più partite, tornei e Mondiali sulle spalle rispetto a lui. Poi, Ma Long ha sbagliato ancora una volta la partita con Wang Hao e a quel punto non ci sono stati più dubbi su Zhang Jike.

Cinesi

Sacrificati sull’altare della medaglia a tutti i costi per Boll, ecco gli altri cinesi, che, a parte Chen Qi, hanno dato spettacolo, vecchi e giovani. Purtroppo, abbiamo dovuto rinunciare a una vera classifica finale a causa di un sorteggio scandaloso: tutti da una parte e Boll da solo dall’altra. Dalla sua parte Chen Qi nei quarti, vale a dire il cinese dalla classifica più bassa, oltre che quello meno in forma e ormai sulla via della pensione anticipata. Basti pensare che Chen Qi ha rischiato di perdere (ha vinto 4-3, 11-9 all’ultimo set) contro un Samsonov malinconicamente appesantito e fermo sulle gambe, e si capisce come la “scelta” del sorteggio sia stata perfetta per Boll, perché era impossibile che non ci fosse un cinese nel suo quarto di finale. Il bello è che non c’erano nemmeno altri forti, come Yoo Seung Min a Zagabria 2007, una via liscia e libera come un’autostrada a 10 corsie per il tedesco. E grida scandalo al cospetto degli Dei del tennistavolo l’ottavo di finale fra Wang Liqin e Xu Xin, così come il successivo quarto fra Wang Liqin e Zhang Jike. Questa è stata l’unica partita in cui Zhang Jike ha davvero sofferto. La finale, certo, è stata dura, ma solo perché Zhang Jike era emozionato, non per motivi tecnici, visto che Zhang Jike ha dominato su Wang Hao, quest’ultimo già in difficoltà contro Yoo Seung Min. Ancora una volta, il vecchietto Wang Liqin, l’eroe di tante battaglie, ha dimostrato che avrebbe potuto raggiungere la semifinale e forse la finale con un sorteggio giusto. E poi, visto che qualcuno ha ipotizzato che Wang Liqin sia stato costretto a perdere con Zhang Jike, chiarisco che a Wang Liqin i dirigenti cinesi non possono chiedere un bel niente, non hanno armi di ricatto e lui fa quello che vuole. Ha perso perché Zhang Jike è più forte, sia pure di poco. Ma Lin non ha potuto alcunché contro Ma Long, che ha poi sprecato contro Wang Hao. Ma Long era stato fermo per un infortunio, si era ripreso, ma non ha fatto in tempo ad arrivare al massimo della forma per questi Mondiali. Inoltre, ha pagato la sua scarsa sagacia tattica. Con questo non voglio dire che sia solo uno sparapalle, come sostengono gli incompetenti, ma che non sa tenere a bada l’istinto di attaccante puro.

Tedeschi arroganti

Un capitolo a parte meritano i tedeschi, sempre più arroganti e indisponenti. Ormai, si sentono padroni del tennistavolo, grazie soprattutto a chi glielo fa credere, con i tabelloni aggiustati per Boll, con l’autorizzazione a fare tutto quello che vogliono, in campo e fuori. L’episodio più brutto è quello in cui è stato coinvolto Steger, nella partita contro Leung Chuyan (Hong Kong). Premessa: ogni servizio di Steger è irregolare (ma proprio tutti i servizi) perché lancia la palla non in verticale ma verso il proprio corpo. La metà dei servizi di Leung Chuyan è irregolare perché lui lascia il braccio davanti alla pallina. Detto questo, andiamo al fattaccio. L’arbitro toglie un punto a Steger per servizio irregolare e lui comincia a protestare, chiede perché, l’arbitro glielo dice, ma lui si incazza ugualmente. Dopo un po’, l’arbitro gli toglie un altro punto e qui parte la sceneggiata di Steger, che si inginocchia con le mani giunte per mostrare disperazione, poi non vuole riprendere il gioco, poi chiede addirittura la sostituzione dell’arbitro. Il peggio è che arriva il giudice arbitro e si mette a discutere con Steger, passano 15 minuti senza che il gioco riprenda, con conseguente danno per Leung Chuyan che inutilmente chiede che si giochi. Il punto è: una volta che gli è stato spiegato perché il punto gli è stato tolto, lancio obliquo della pallina verso il proprio corpo, Steger deve essere invitato a riprendere il gioco, se non lo fa deve essere punito, dal richiamo fino alla perdita del punto. Ma gli arbitri non hanno avuto il coraggio di farlo. Così, il gioco è ripreso dopo un quarto d’ora, Leung Chuyan ha perso tutti i punti successivi e il set, gli arbitri non hanno più chiamato un solo servizio irregolare a Steger, che così ha avuto partita vinta. Tutto questo è scandaloso e testimonia a che punto i tedeschi si sentano padroni del mondo. Una volta, erano solo le donne tedesche a comportarsi in maniera pessima, guidate dall’esempio nefasto della più antisportiva giocatrice che ci sia mai stata, la Struse. Poco alla volta, anche gli uomini hanno preso quella strada, a partire da Suss, maleducato e cialtrone. L’unico a tenere ancora un comportamento corretto e leale è proprio Boll. Tutto quello che c’è intorno a lui è marcio, a cominciare dai tabelloni truccati, dalle regole della classifica mondiale truccate e così via, ma lui rimane pulito. Il problema, al di là del singolo, rimane: la Germania sa di essere impunita e crede di poter fare tutto quello che vuole.

Ding Ning

L’annata 2002, di Campionati nazionali cinesi e tornei vari, rimane quella più interessante degli ultimi anni. Ho detto che fu allora che vidi per la prima volta Zhang Jike, fu lo stesso anno in cui vidi Ma Long e, fra le donne, Cao Zhen (due mondiali di doppio misto) e Ding Ning, allora una bambina che zompettava come una pazzerella. Anche per lei, come per gli altri, scrissi che sarebbe diventata una campionessa (e non lo dico per tutti, come qualche maligno potrebbe sospettare). Adesso, è arrivata al mondiale di singolo, anche se è stata favorita dal crollo delle due effettivamente più forti, Guo Yue e Li Xiaoxia, che stanno pagando altri tipi di problemi, soprattutto mentali, in particolare Guo Yue. Ding Ning ha anche messo a nudo, una volta di più, i limiti di Liu Shiwen, pronosticata come futura primadonna cinese, ma ormai con pecche tecniche difficili da eliminare. In generale, non c’è altro che le cinesi nel tennistavolo femminile, con l’arrivo fra le prime della difesa Wu Yang (ricordate il “ragnetto” la cui foto apparve su questo blog anni fa?), che io pronosticai come futura difesa più forte del mondo quando la vidi per la prima volta nel 2003 (ho anche una testimone d’eccezione per chi, eventualmente, non volesse credermi), quando la sua testa spuntava appena dal tavolo. Due anni d’Italia hanno fatto male alle romene Dodean e Samara, che hanno fatto passi indietro, ma che sono sicuro si riprenderanno. Conferma le promesse l’altra romena, la ragazzina Szocs, che perde 4-2 con la fortissima Feng Tianwei. Altro davvero non c’è, Europa desolante e desolata anche fra le donne.

Zhang Yining

Si è vista anche Zhang Yining, la più grande campionessa della storia del tennistavolo, che è passata da Rotterdam e si è goduta un po’ le gare. Fisicamente, sta nella stessa condizione di quando ha lasciato, un anno e mezzo fa. Se volesse, con un solo mese di allenamento, potrebbe tornare e battere tutte, ma non vuole. Le ho detto che potrebbe vincere la terza olimpiade e lei mi ha risposto, semplicemente: “Lo so”. Poi, per il mio grande dolore, mi ha confermato che, giustamente, non ha più voglia di sacrificarsi.

Doppio Misto

Come già fatto a Yokohama nel 2009, i cinesi hanno schierato, nel doppio misto, i giocatori di seconda fascia, per dare la possibilità agli europei accattoni di prendersi una medaglietta. Bene, anche stavolta non è servito a una mazza, perché la finale è stata tutta cinese. Ma quello che vorrei sottolineare è il commento dell’addetto stampa della Fitet. Ha scritto che a vincere è stata la stessa coppia che aveva vinto nel 2009: Zhang Chao e Cao Zhen. Peccato che a Yokohama c’era sì Cao Zhen nella coppia vincitrice, ma il maschio era un altro, Li Ping. Ora, io capisco che per gli occidentali i cinesi hanno tutti la stessa faccia (anche se i cinesi dicono altrettanto degli occidentali), ma che abbiano tutti anche lo stesso nome mi sembra un po’ esagerato. E allora, la Fitet correggerà l’errore o continuerà imperterrita fino ai Mondiali 2013. Posso già annunciare che Cao Zhen, due volte mondiale, cambierà partner perché tenterà di stabilire un record: tre mondiali nel doppio misto con tre partner diversi. Volete vedere che, nel caso dovesse vincere, la Fitet scriverà che la coppia vincente è la stessa di Yokohama 2009 e Rotterdam 2011?

USA e India

Concludo con un accenno a queste due nazioni perché connesse a Massimo Costantini. Dopo la partenza di Massimo, la squadra indiana ha avuto un tracollo, risultati deludenti, giocatori e giocatrici che scendono in classifica e si presentano “inquartati” a Rotterdam, tutti sovrappeso (alcuni molto sovrappeso) e fuori forma. Costantini è andato via perché aveva suscitato le invidie di tecnici locali che hanno tramato per farlo fuori. Inutili i tentativi dei giocatori di farlo restare, a Rotterdam sono andati in processione da lui per chiedergli di tornare, Il risultato è sotto gli occhi di tutti. L’amara considerazione è che il comportamento dei mediocri è uguale dappertutto: quando c’è uno bravo come Costantini, gli altri capiscono che saranno da lui oscurati e, da vigliacchi, si ribellano e si organizzano per cacciarlo. E chi lo sostituisce distrugge tutto. Vi ricorda qualcosa. Massimo, comunque, ha avuto la soddisfazione di vedere le sue nuove bambine, Ariel Hsing e Zhang Lily rispettivamente n.158 e 159 del WR, cinesine nate e cresciute negli Stati Uniti, di 14 e 15 anni, entrare in tabellone e fare bella figura. Attenzione, non sono due cinesi trapiantate negli USA e già brave nel loro Paese d’origine, per le quali è “normale” entrare nel tabellone mondiale a quell’età, sono due giocatrici che di cinese hanno solo il sangue, tutto il resto, per entrare nel tabellone dei Mondiali, ce lo mette Massimo.

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