I Mondiali del Drago Rosso 1

30 Aprile 2009 da Ping Pong Italia · 9 Commenti 

del Drago Rosso

E cominciamo a parlare dei Mondiali giocati, finalmente, senza però tralasciare tanti altri aspetti, ugualmente interessanti, che riguardano la politica sportiva, i risvolti segreti, le novità e così via.

CINESI
Avevo detto che i cinesi avevano stravolto le iscrizioni. Per quanto riguarda il doppio misto e i doppi, c’è la conferma che la Cina ha deciso di regalare qualche medaglia: un oro (non di più) nel doppio misto e un paio fra argenti e bronzi nei doppi. Nel singolo, invece, la causa di una bocciatura eccellente, come quella di Zhang Jike, campione nazionale in carica, è davvero paradossale. I cinesi hanno fatto svolgere un torneo interno prima dei Mondiali per decidere le iscrizioni conclusive. Nel singolo maschile è risultato primo Wang Hao, seguito da Zhang Chao e Xu Xin, vale a dire dai due candidati singolaristi più deboli. E la cosa non è tanto strana, visto che quando si trovano di fronte giocatori che si conoscono alla perfezione, per essersi affrontati centinaia di volte negli allenamenti, va a finire che il più debole o colui che ha un gioco particolare riesce a scalare qualche posizione. Ma questo non significa che siano più forti o
più in forma. Ed ecco che Zhang Chao e Xu Xin si sono guadagnati un posto nel singolo. Ma questi sistemi non possono essere usati da una nazione come la Cina che si è sempre vantata di fare del verticismo tecnico e decisionale la sua caratteristica principale. L’allenatore capo decide, e basta. E anche in passato, tanto per capirci, quando si è fatto qualche torneo del genere, in preparazione alle qualificazioni olimpiche per esempio, i risultati del campo erano dichiarati ufficialmente sub judice. Vale a dire che i tecnici cinesi dicevano già prima: terremo conto dei risultati, ma chi arriva primo non è sicuro al 100% di avere il posto per quella manifestazione. E infatti, per le gare più importanti, indipendentemente dai risultati del torneo interno, erano scelti Wang Liqin, Ma Lin e Wang Hao. Adesso, considerato anche che non hanno alcuna preoccupazione per il podio, hanno deciso di lasciare via libera. Così, spazio ai meno forti, anche se
il sacrificato eccellente è solo uno, e i grandi campioni comunque non possono essere eliminati anche se arrivano ultimi nel torneo interno.

ORGANIZZAZIONE
Pensavo che i giapponesi avessero lavorato meglio di quanto invece stiamo constatando. Il livello medio organizzativo è buono, ma ci sono molte pecche inusuali per il Giappone. La cerimonia d’apertura è stata semplicemente squallida. E pensare che quella di Osaka 2001 fu molto bella. Quindi, non è questione di Paese organizzatore, ma di persone che sono a capo della manifestazione e decidono cosa fare e come. A Osaka era tutto perfetto o quasi, a Yokohama si vede che sono stati incaricate del comando persone meno capaci. Fra le cose che non vanno bene, segnalo la mancanza dell’aria condizionata nel palazzetto, dentro il quale in certi momenti si soffoca. E’ vero che non si può spingere al massimo per non influenzare la traiettoria della pallina, ma, vista l’altezza del palazzetto e dei bocchettoni per l’aria, si poteva tranquillamente mettere in azione il sistema senza paura che l’aria arrivasse fino al pavimento con una potenza tale da
dare fastidio ai giocatori. In sala stampa, gravi pecche: addirittura non vengono distribuiti i risultati, gli organizzatori si preoccupano di distribuire solo quelli dei giocatori giapponesi. Impossibile chiedere spiegazioni o informazioni, nessuno parla inglese tranne la persona che è a capo dell’ufficio stampa, e che non c’è quasi mai nell’ufficio stampa perché deve curare altre cose.

ITALIANI
Tomasi parte bene e si qualifica per il tabellone principale. Nel doppio misti, tutte e tre le coppie azzurre passano il primo turno, ma rischiano l’eliminazione Yang Min e Tan Wenling contro i bielorussi Kuchuk e Privalova, non certo fenomeni. In vantaggio 3-0, Yango e Tan cominciano a perdere colpi e si ritrovano addirittura sotto 10-9 nell’ultimo set. Poi, annullato il match-ball, vincono. In tribuna, ci sono i dirigenti della Fitet a seguire il match, con Sciannimanico che appare come il più preoccupato di tutti. Alla fine, un sospiro di sollievo, come se da quella partita dipendesse chissà cosa. Paura di fare brutta figura? Stiano tranquilli, la brutta figura è già stata fatta con le convocazioni. Sul campo, stiamo tutti a fare il tifo per gli azzurri, e i giocatori sono i primi a saperlo (tranne uno o una…). E che il vero problema siano le convocazioni lo si capisce dall’ossessiva ripetizione dei comunicati sul sito Fitet. In ogni occasione, la Fitet fa sapere che ai Mondiali sono stati mandatri “i più forti”, e poi aggiunge: “vale a dire i migliori nella classifica mondiale”. Ma, come ho già fatto notare, non ci siamo proprio. I “più forti” non sono necessariamente i “migliori nella classifica mondiale”, come sa benissimo chiunque capisca un minimo di tennistavolo. Basta non convocare mai il più forte (Stoyanov) nei tornei internazionali per non fargli guadagnare posizioni nella classifica mondiale. Ma, se Stoyanov è il numero 1 della classifica nazionale, perché non è considerato più forte degli altri azzurri? E la Fitet continua con il martellamento ossessivo: sono andati a Yokohama i più forti, i migliori della classifica mondiale. Calma, abbiamo capito. Abbiamo capito molto bene. Non c’è bisogno di ripeterlo tante volte. Il problema è che a Yokohama non sono andati tutti i più forti e questo la stessa Fitet lo sa benissimo. Ripeto e ribadisco: è uno scandalo
che Nyagol Stoyanov non sia stato portato ai Mondiali.

VARIE
Per il momento, solo qualche segnalazione, che sarà approfondita in seguito anche con le foto. Le iraniane si segnalano per un certo nonsoché, maglietta più aderente del previsto, sguardo sorridente e atteggiamento più libero di quello che si possa immaginare pensando ai problemi delle donne in quel Paese.
L’Ittf ha reso nota una speciale classifica degli iscritti in base all’età. Il più vecchio è John Pilgrim (Barbados), ben 53 anni, seguito da Cheng Yinghua (cinese emigrato negli Usa), che ne ha 51. Yang Min è “soltanto” nono in questa graduatoria, con i suoi 46 anni. Il più giovane è Bektemir Ysmailov (Kyrgyzistan), 14 anni. Fra le donne, Ni Xialian (cinese del Lussemburgo) è la veterana, 46 anni. Tan Wenling è quinta, 37 anni. La più giovane è la cinese-statunitense Zhang Lily, 13 anni da compiere il 16 giugno, seguita da Ariel Hsing (anche lei cinese-Usa), 13 anni e mezzo.

Yokohama 1

28 Aprile 2009 da Ping Pong Italia · Lascia un commento 

Il primo giorno di gare è terminato, la giornata è stata piuttosto noiosa. Qua si respira un’atmosfera insolita, un po’ fredda, forse sarà per l’assenza della gara a squadre, forse sarà per l’enorme impianto dove vengono ospitati ben 28 tavoli, forse sarà per il livello davvero basso. Basta guardare i risultati e vedrete quanti 4 a 0 ci sono stati nei gironi di qualificazioni con punteggi imbarazzanti.
L’atmosfera si è poi annichilita con la cerimonia di apertura, una cosa scadente, a parte che le tribune erano tutt’altro che gremite, ci sono stati alcuni acrobati che hanno fatto delle evoluzioni a corpo libero ma molto banali, subito dopo un gruppo ridotto che tamburellavano, ed infine la parata con un numero ridotto di bambini che sfilavano con il cartello della nazione partecipante. La cosa buffa è che i bambini sfilavano, facevano un giro e rientravano dietro le quinte, rapidamente mettevano giù il cartello per prenderne un altro e sfilare nuovamente. Terminata questa rapida presentazione c’è stato un buco tecnico, nel senso che alcuni, direi pochi volontari, si sono messi a sistemare chi un tavolo, chi il leggio, chi le 4 sedie che di li a poco avrebbero ospitato le autorità, una cosa abbastanza squallida. I discorsi sono stati innocui, il Presidente uscente Sharara a Zagabria 2007 nel discorso di chisura aveva auspicato che qualche altra nazione oltre la Cina potesse arrivare al podio (foto di copertina Zagabria 2007) stavolta, nel discorso di apertura ha evidenziato come, dall’ultimo grande campionato iridato organizzato dal Giappone a Osaka 2001, siano usciti dei giovani talentuosi che rapidamente stanno scalando le classifiche del mondo, ha inoltre enfatizzato anche il numero dei paesi partecipanti 149, tuttavia un discorso molto lineare e per nulla propgandistico, vista l’imminente elezione; quindi il discoso del sindaco di Yokohama, l’alza bandiera e via tutto come prima.
A questi mondiali manca il calore, la gente si guarda un po’ stupita, manca il rapporto più amichevole tra gli organizzatori ed i partecipanti. In genere i volontari sono parte attiva della manifestazione, ricordo a Zagabria il gran numero di hostess, tutte giovani e belle, che invadevano continuamente i luoghi di gare, qua ci sono molte persone in divisa a controllare i passaggi tra una zona ed un’altra, credo sia personale militare o paramilitare che ogni volta che gli passi ti fanno il saluto militare e si mettono sull’attenti. I volontari veri e propri sono tutti di età avanzata e, cosa più grave, nessuno spiccica una parola di inglese.

Durante le gare ci sono stati diversi giocatori trovati in difetto per il controllo delle racchette, su una 70 di casi ne sono stati bloccati 7 di cui 4 per il superamento del millimetraggio (4mm lo spessore massimo della gomma). Il problema dello spessore non è dovuto ad una anomalia di fabbrica ma dall’effetto delle colle ad acqua che fanno aumentare lo spessore della gommapiuma, in certo casi si arriva ad un aumento addirittura del 20%.
Molti non conoscono la normativa, molti altri non sanno di essere stati selezionati, io stesso ho dovuto avvisare un atleta algerino, mio amico, ed uno degli Emirati Arabi, del fatto che erano stati sorteggiati. Purtroppo il voler insistere ad organizzare eventi cosi mastodontici porta con sé diverse conseguenze, prima fra tutte la non informazione da parte di tantissimi paesi che hanno poca esperienza, molti non sanno l’inglese, per tanti tecnici è la prima volta che partecipano ad una gara di questo tipo, tanti altri sono distratti, e vi garantisco che non è facile stare dietro a tutto, specialmente in impianti così grandi quale quello di Yokohama Arena. Un’altra conseguenza è i livello, davvero basso.
Ho segnalato il problema ai Competition Manager dell’ITTF ed in particolare al responsabile Didier Leroy, ho fatto notare che l’informazione dovrebbe essere più accurata ed ho proposto la pubblicazione delle liste degli estratti (ogni giorno ci sono 3 estrazioni) per il controllo racchette sul sito ufficiale dell’ITTF, la proposta è stata largamente accolta e condivisa, ora vedremo cosa succederà. Tenete conto che al Prince Hotel internet è gratuito e che ogni sera centinaia e centinaia di persone fra tecnici, atleti e accompagnatori controllano il sito ITTF.

Tra gli italiani Tomasi non ha avuto alcuna difficoltà contro l’israeliano Tauber n.1163 e credo che non ne avrà nemmeno contro il neozelndese Wallace n.780 tutti gli altri hanno fatto allenamento, Yang Min èstato addirittura richiesto da Ma Lin il quale al secondo turno dovrà giocare contro l’ex connazionale, ora spagnolo, più vecchio di Yang Min, He Zhiwen.
Agli azzurri potrà interessare, l’Egitto non parteciperà ai Giochi del Mediterraneo. Per decisione del Comitato Olimpico Egiziano, la delegazione del pingpong non vi farà parte. Questo è un peccato perché l’Egitto è veraente un paese da tenere in alta considerazione e la sua partecipazione avrebbe certamente elevato il livello della gara.
Anche per gli indiani ci sono minime resistenze da parte degli avversari, tutti i singoli e doppi misti sono stati superato con estrema facilità.

E veniamo all’aggiornamento su Sandra Paovic. la sfortunata atleta croata proprio domani verrà trasferita in Svizzera poco lontano da Lucerna in un super centro specializzato per il trattamento di paraplegici. La straordinaria azione umanitaria ha permesso di racimolare ben 500000 euro, la cifra sarà sufficiente a coprire le spese per 9 mesi di cure. La clinica nel frattempo ha voluto un piccolo anticipo 130000 euro. Dal punto di vista funzionale Sandra riesce a sollevare appena la gamba sinistra, la destra è tutt’ora immobilizzata a casua del dislocamento delle vertebre n.6 e 7. Il segnale però è confortante e le notizie che si apprendono hanno un tono ottimistico. Continuiamo a tifare per lei.
Forza azzurri.

A Yokohama mondiali al via

26 Aprile 2009 da Ping Pong Italia · 2 Commenti 

del Drago Rosso

I Mondiali individuali 2009 sono al via fra l’entusiasmo dei giapponesi, che hanno sempre fatto bella figura dal punto di vista organizzativo con questa manifestazione. Ma questa edizione rischia di caratterizzarsi come una delle più banali dal punto di vista tecnico. Dico banali e non scarse perché la questione è diversa e non riguarda solo l’assenza di Boll per infortunio, ma aspetti ancora più importanti. Ma cerchiamo di andare con ordine.

GIAPPONE

E’ la sesta volta che i Mondiali si disputano in Giappone, la prima con la suddivisione in Squadre e Individuali. La prima volta fu a Tokyo, nel 1956 (2-11 aprile), poi Nagoya 1971 (28 marzo-7 aprile), Tolyo 1983 (28 aprile-9 maggio), Chiba 1991 (24 aprile-6 maggio), Osaka 2001 (23 aprile-6 maggio). Adesso Yokohama dal 28 aprile al 5 maggio. Ho ricordato le date perché, come si vede, a partire da Tolyo 1983, i giorni sono pressoché gli stessi: perché la conclusione dei Mondiali coincide con la festa della primavera in Giappone. Da ricordare che a Osaka si disputarono sia le gare a squadre, sia le individuali, nonostante i Mondiali fossero già stati suddivisi (Individuali a Eindhoven nel 1999, Squadre a Kuala Lumpur nel 2000). Il fatto è che erano stati già assegnati a Osaka con la formula unica, quindi non si poteva cambiare. E anche quelli del 1999 sarebbero dovuti essere in formula unica, a Belgrado. Poi, i bombardamenti della Nato provocarono la cancellazione di Belgrado e l’Ittf ne approfittò per provare subito la suddivisione. Questi Mondiali, infine, si svolgono a Yokohama perché la città festeggia i 150 anni del suo porto, il più importante dell’Asia.

ASSENZE
Boll aveva già rinunciato al doppio, a causa di un problema lombare, sperava di farcela solo per il singolo, ma così non è stato. Cominciano a farsi sentire le assurdità del calendario, ormai zeppo all’inverosimile, e la pessima gestione, da parte dei tedeschi, del loro campione, che è stato sfruttato fino al midollo, con una serie massacrante di impegni. Avevano già rinunciato Schlager, perché ha appena avuto un bambino e ha preferito stare vicino a lui e alla moglie, e Kreanga. Ma è anche vero che stiamo parlando di giocatori ben oltre i 30 anni, che non possono più entrare in gioco per le medaglie. E lo stesso Boll ad agosto compirà 28 anni. Non sto dicendo che non sia giovane, certo giocherà per almeno altri 6-7 anni ancora, ma il discorso è un altro: da più di 10 anni gli europei puntano su lui come alternativa ai cinesi, e adesso scopriamo che è arrivato a 28 anni senza che ci sia alcun altro dopo di lui (per favore, non parliamo di Ovtcharov!). E dopo che il suo miglior risultato ai Mondiali è stato un quarto di finale nel 2005, battuto 4-0 da Yoo Seung Min. Ai prossimi Mondiali individuali Boll avrà quasi 30 anni, età normale per un europeo, per carità, ma bisognerà guardare in faccia la realtà: è l’ultimo europeo di un certo valore e i nuovi campioni cinesi, Ma Long e Zhang Jike, hanno 19 anni, ben 9 anni di differenza. Inoltre, bisogna ricordare che Samsonov ha 33 anni. E non è che le altre nazioni, non solo europee, se la passino meglio. La Corea del Sud non ha alcun giovane in grado di inserirsi nelle medaglie, deve affidarsi ancora a Yoo Seung Min (27 anni), Oh Sang Eun (32) e Joo Se Hyuk (29). Non sono vecchi, ma ormai nella seconda parte della carriera. Il Giappone è l’unica nazione a sfornare qualche giovane (Mizutani, Matsudaira) che però, secondo me, non arriveranno al livello dei grandi campioni. E, infine, non dimentichiamo l’eterno Jorgen Persson, che ha compiuto 43 anni pochi giorni fa, il 22 aprile. Insomma, siamo di fronte a una spaccatura enorme, non solo fra Cina e resto del mondo, ma soprattutto fra passato e futuro. Nella stessa Cina, infatti, non vedo altri grandi campioni oltre a Ma Long e Zhang Jike, che sono spuntati fuori nel 2002. Ho una mia teoria, che accenno soltanto perché ci sarà tempo per discuterne più approfonditamente: i grandi campioni sono ancora quelli della pallina da 38 millimetri, gli stessi Ma Long e Zhang Jike hanno non solo cominciato, ma anche sviluppato il loro gioco di base con quella pallina. Adesso sta venendo fuori la generazione che ha cominciato con la pallina da 40 millimetri. Secondo me, il motivo di questo impoverimento tecnico è proprio la pallina da 40 millimetri. So che può apparire azzardata come teoria, ma è qualcosa su cui potremo discutere con calma dopo i Mondiali. Quindi, anche se ci saranno interventi su questo argomento, per forza di cose (l’esigenza di scrivere dei Mondiali in corso) io rimanderò risposte e chiarimenti a dopo i Mondiali.

MEDAGLIE
Solo pochi accenni alle gare e alle medaglie. Come ho già fatto notare, i cinesi hanno deciso di concederne qualcuna alle altre nazioni. Nel doppio misto, tutti i più forti non giocano. Nei doppi, non ci sono Wang Liqin, Ma Lin e Zhang Yining. Come dire che un oro, magari un argento, e un paio di bronzi potranno essere distribuiti in giro. Dopo le mazzate ai Mondiali individuali di Zagabria (tutti i cinesi sui podi) e all’Olimpiade di Pechino (oro, argento e bronzo ai cinesi), la Cina ha deciso di lasciare qualche briciola. Per quanto riguarda l’aspetto propagandistico (più nazioni a medaglia) può anche andare bene, ma il punto è che la realtà tecnica, in questa maniera, è completamente falsata. La Cina può cedere tutte le medaglie che vuole, il problema è che le cede, non le vincono gli altri. Poi, possiamo stare una vita a prenderci in giro, ma di questo passo arriveremo all’elemosina: i cinesi decidono quando e come regalarti una medaglia. E, capiamoci bene, lo fanno solo per assecondare l’Ittf ed evitare ulteriori attriti e polemiche. Insomma, siamo allo sfacelo tecnico. Solo una notizia, per concludere questo paragrafo: si discuterà e si approverà una nuova formula a squadre per i Mondiali e le Olimpiadi. La riprova che la formula olimpica attuata a Pechino era niente più che una barzelletta.

ITALIANI
E chiudiamo con gli italiani. Al posto d’onore vorrei mettere Laura Negrisoli, che viene citata nell’Alfabeto dei Mondiali, sul sito dell’Ittf, per un record che stabilirà a Yokohama: sarà il suo 15mo Mondiale e raggiungerà così Diane Scholer-Rowe. Per amore di precisione, bisogna specificare che la Rowe ha giocato solo Mondiali con formula unica (Squadre e Individuali insieme), se fossero stati divisi anche allora lei ne avrebbe ben più di 15. Ma è pur vero che anche Laura, nella prima parte della carriera (fino al 2001, con l’intervallo delle edizioni separate 1999 e 2000), ha giocato Mondiali in formula unica (oltre a quello del 2008 in cui, scandalosamente, era stata fatta fuori dalla Fitet), quindi sarebbe potuta arrivare a 18-19. Perciò, rimane intatto il valore del suo record, che premia l’unica giocatrice della nazionale nata in Italia. Non si tratta di non considerare italiane le altre, si tratta solo di ricordare che da troppi anni le uniche giocatrici azzurre arrivano dall’estero e questa è una sconfitta amara per la scuola italiana che non c’è. Complimenti a Laura, che però è stata sfortunata nel sorteggio: le tocca la giapponese Fukuoka, dal gioco cacacazzo e con la gomma strana sul rovescio (ricordiamo che fu squalificata nella partita contro l’Ungheria nei Mondiali a squadre del 2006, a Brema). Sempre per quanto riguarda il record di partecipazioni ai Mondiali, ricordiamo che Costantini, che ne ha fatti 11 in formula unica, sarebbe arrivato a 22 con quelli suddivisi, stabilendo un record fra gli uomini.
Per le altre azzurre sorte alterna. Stefanova ha una difesa ucraina al primo turno, Sorochinskaya, e poi la strada è chiusa perché c’è Zhang Yining. Tan Wenling, invece, ha la possibilità di andare avanti, anche se c’è l’incognita della cinese-irlandese Liu Na al primo turno. Dopo le toccherebbe la cinese-olandese Li Jie, difesa molto forte, ma Tan gioca benissimo contro le difese. A proposito, ci sono 15 cinesi fra gli uomini e 27 fra le donne che giocano per altre nazioni (non considerando naturalmente Singapore e Hong Kong, che hanno in squadra solo cinesi nati in Cina).
Per quanto riguarda gli azzurri, non dimentichiamo mai che è un grandissimo scandalo la non partecipazione di Nyagol Stoyanov, numero 1 della classifica nazionale, che questi Mondiali avrebbe avuto il diritto di giocarli più di chiunque altro. Purtroppo, si va avanti con decisioni che non hanno alcunché di tecnico alla base. E così, con tutto il rispetto umano e sportivo per Yang Min, bisogna ribadire che lui non ha titolo per giocare questi Mondiali: si era ritirato da giocatore per fare l’allenatore del Castel Goffredo. Fra l’altro, proprio sotto la presidenza Sciannimanico era stata ribadita l’incompatibilità fra i ruoli di giocatore e allenatore: o giochi, o alleni. Infatti! Detto questo, gli auguro di fare bella figura perché sul campo lui ha tutto il diritto a essere rispettato. Gli è capitato Korbel, uno dei peggiori avversari per lui. Bobocica aspetta un qualificato, poi per lui c’è Li Ching (Hong Kong), pennaiolo molto veloce, anche lui uno dei peggiori avversari da affrontare. Tomasi, infine, gioca le qualificazioni: ha il neozelandese Wallace e l’israeliano Tauber. Può farcela. A Zagabria 2005 si fece onore, speriamo che si ripeta, perché merita di andare avanti.

Educazione e rispetto

26 Aprile 2009 da Ping Pong Italia · 10 Commenti 


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Nazionale addio per Mondello

19 Aprile 2009 da Ping Pong Italia · 11 Commenti 


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Cai Zhenhua Presidente Cinese

19 Aprile 2009 da Ping Pong Italia · 4 Commenti 


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Elezioni CONI

16 Aprile 2009 da Ping Pong Italia · 3 Commenti 


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Zhengding (Hebei)

15 Aprile 2009 da Ping Pong Italia · 6 Commenti 

Sono quasi due settimane che mi trovo insieme alle squadre indiane in Cina, a Zhengding, una cittadina di 500 mila abitanti della Provincia del Hebei a 270 km a sud di Pechino.
 L’impianto tecnico di Zhengding è considerato uno dei centri più importanti della Cina. In questo posto vivono stabilmente centinaia di atleti, ma il centro tecnico è anche aperto alle delegazioni straniere infatti all’ingresso, controllato dalla polizia, campeggia la scritta Zhengding International Table Tennis Center.


Ci sono 3 palestre per un totale di 98 tavoli, ogni palestra ed ogni sezione della palestra ha la sua funzione. Ci sono i 30 tavoli dedicati ai più piccoli e agli amatori compresi anche i diversamente abili. C’è poi la palestra delle ragazze più giovani 14-17 anni con 28 tavoli (per la verità un po’ strettini) all’interno della quale e per tutto i perimetro è allestita una galleria fotografica con centinaia di foto sulla storia del pingpong in Cina dagli inizi ad oggi. (ve ne parlero’ più tardi). Infine la palestra più importante con 40 tavoli, immensa, bellissima, nelle 4 pareti ci sono i simboli della Cina, la bandiera, i 5 cerchi olimpici con il motto latino “citius, altius, fortius, tradotti in inglese, le 7 coppe del mondo conquistate in occasione dei mondiali cinesi del ‘95, e poi ancora vari ideogrammi, uno in particolar modo e’ tradotto in inglese e recita: “one world, one dream”.
 La palestra e’ suddivisa in 5 diverse sezioni da 8 tavoli ciascuna, quella centrale riservata agli uomini, quindi a sinistra la zona riservata agli atleti della Provincia, a destra i maschi più giovani e alle due estremità 16 tavoli riservati al lavoro delle manyballs che loro chiamano “tuò ciõ”.

L’ingresso dell’edificio rivela subito il carattere specifico del luogo, un enorme quadro raffigurante tutti i campioni del pingpong cinese del passato e del presente e naturalmente, sullo sfondo, la muraglia cinese. A destra della reception c’è una grande sala con sofisticati attrezzi per il fitness ed il potenziamento muscolare, ancora una volta, come in India, tutto targato Technogym Italia. A sinistra un’altra grande sala con 4 biliardi, 2 di Pool e 2 di Snoker, per la verità vengono usati raramente, non so bene cosa stiano a rappresentare. Infine gli ascensori e la scala. Sopra ci sono ben 4 piani di camere tutte di altissimo livello, con grandi bagni, dvd e tv LCD, per ogni camera c’è una piccola veranda dove è posizionata una lavatrice, è sufficiente lasciare gli indumenti da lavare all’interno e dopo alcune ore ce li ritroviamo ad asciugare, il tutto è molto funzionale.
Al piano terra, dietro la reception c’è l’ingresso per la palestra principale, un grande spazio dove non si fa fatica a notare le 8 telecamere a circuito chiuso, insomma non sfugge niente al controllo.


Dopo aver rivelato la mia nazionalita’ mi hanno subito parlato dell’esperienza positiva con la squadra italiana, infatti hanno un ottimo ricordo di Eliseo Litterio e delle sue ragazze.


La settimana è così organizzata:

7:30-8:00 colazione
8:20-11:00 allenamento al tavolo
11:40-12:00 pranzo
14:20:17:00 allenamento al tavolo
17:40-18:00 cena
Questo è il programma di massima; per quello che riguarda la squadra locale, il lavoro viene implementato con sedute di servizi (lunedì, mercoledì, venerdì) e preparazione fisica. Il lavoro al tavolo è quotidiano, solo la domenica pomeriggio è di riposo.

In questo momento, oltre a noi, l’India, ci sono anche dei giovani provenienti da Singapore, Thailandia ed i migliori della Malesia, insomma un gran traffico di atleti, ma le cose si svolgono con compostezza ed organizzazione incredibili.


Al tavolo si lavora 10’ minuti ciascuno, i cinesi sembra gia’ sappiano cosa fare, in realtà il loro allenamento, come tutta l’organizzazione di lavoro è all’insegna della semplicità e, soprattutto, all’insegna della tecnica di base, questo è il loro credo. 
Sono maniacali nell’andare a correggere i dettagli, per me non è una novità, il pingpong è uno sport di dettagli e la correzione dei quali rappresenta la differenza. 
Per gli schemi, come dicevo, sembra non abbiano particolare cura, chi volesse venire in Cina e studiare nuovi schemi rimarrà deluso.
Io ed il chief coach indiano, Bhawani Mukherji, una persona preparatissima, collaboriamo con l’head coach Chong Hong Liang ed il suo vice che è una femmina Zhang Jian Ru, poi ci sono altri assistenti tutti molto giovani. Ad ogni inizio e fine seduta, gli atleti cinesi vengono militarmente disposti in tre file, i più scarsi davanti, i più bravi dietro, poche e brevi raccomandazioni del head coach, in sua assenza le fa il vice e poi si comincia il riscaldamento. Anche qui, non pensiate di trovare chissà che, sono rimasti agli anni settanta, è lo stesso riscaldamento che feci la prima volta che venni il Cina, era il 1979, con la solita cantilena, che molti di voi avrà sentito parecchie volte contando da 1 a 8: “i, ar, sen, sz, wu, liù, ci, pà” tutto questo ripetuto alcune volte con blandi esercizi a corpo libero, una cosa da 5-6 minuti al massimo.
 Dopo pochi minuti di riscaldamento al tavolo si inizia con il servizio e gioco libero, quindi regolarità, regolarità e ancora regolarità. 3 volte la settimana c’è l’allenamento delle manyballs rigorosamento effettuato dagli stessi atleti (questo aspetto andrebbe migliorato in Italia, pensiamo che solo l’allenatore ne sia abilitato, ma è solo questione di abitudine, anche gli atleti stessi possono imparare a diventare partner nelle manyballs. 
Ogni sezione viene osservata da un tecnico, ad eccezione della squadra della Provincia per la quale l’attenzione è maggiore con 3-4 tecnici a vigilare. Tra le atlete del Hebei vorrei ricordare l’ex nazionale Niu Jianfeng, un titolo iridato a squadre e svariati pro tour vinti compreso le Grand Final del 2003. Oltre a lei Bai Yang, mancina, bravissima. Tra gli uomini niente di particolare, forti ma non tali da ambire alla squadra nazionale, per il momento, ma, tra i più giovani ce ne è uno che mi ha impressionato, avrà si e no 11 anni, è velocissimo negli spostamenti e nell’esecuzione dei colpi, precisissimo e bello a vederlo giocare.

I tecnici, come dicevo, non istruiscono gli allenamenti con particolari schemi di lavoro come siamo abituati in Europa, camminano avanti e dietro ed intervengono solo per far notare un dettaglio rispetto al colpo sbagliato o per suggerire soluzioni tecniche. È strabiliante la capacità di tutti nell’apprendere immediatamente l’indicazione tecnica impartita. Se il tecnico mostra un azione di gioco, gli atleti la riproducono all’istante. I giocatori dovrebbero essere cosi, disponibili e malleabili tecnicamente, il che vuole dire sapersi modifcare, comandare il proprio corpo a seconda di ciò che viene loro richiesto, apportare infine a sé stessi piccoli cambiamenti tecnici che arricchiscono il loro bagaglio tecnico.
Tra i tanti giocatori stabili al centro tecnico sono rappresentati un po’ tutti gli stili, naturalmente l’impugnatura a penna non va molto di moda, anche se i numeri uno e due al mondo l’adottano, la percentuale è bassissima, l’allenatore Chong Hong Liang mi ha detto che forse uno su cento impugna a penna.
Per me non ci sono state troppe sorprese nel vedere i più piccoli o i più grandi giocare. Tutti hanno un gran bel diritto ed un rovescio offensivo quanto basta. I servizi sono di altissimo livello, non c’è giocatore che non abbia qualche particolarità. Tra le femmine la situazione è ben diversa, anch’esse eseguono servizi in modo accurato ed efficace, ma il gioco è essenzialmente da vicino al tavolo, un gioco fatto di ritmo frenetico, rapide accelerazioni con il rovescio e chiusure di diritto, ottimo il block da parte di tutte.
Una raccomandazione ai nostri tecnici, forse non è nulla di nuovo in quello che sto per affermare, ma in ogni caso un piccolo consiglio mi sento di darlo: se avete a che fare con un giocatore cinese, magari appena arrivato dalla Cina, non fatelo allenare in modo troppo complicato, essi vogliono la semplicità degli schemi e sentirsi sicuri di muoversi rapidamente al tavolo. Mi sono accorto delle loro difficoltà nello spiegare gli esercizi, se la situazione è troppo elaborata, con combinazioni diritto-rovescio o spostamenti in avanti e dietro, si imballano, non perché non ne siano capaci ma perché non è il loro modo di lavorare, essi chiedono semplicità e regolarità.
I nostri giocatori indiani sono all’altezza di questi allenamenti, sono molto apprezzati dai tecnici cinesi e, nelle partite amichevoli, ci siamo tolti più di una soddisfazione battendo gli atleti locali. Non siamo ancora al completo, infatti Achanta Sharath, il n.1, arrivera’ il 20 e con lui faremo dei test match completi. Per il momento siamo molto soddisfatti, questa preparazione per noi è duplice: da una parte gli imminenti Campionati del Mondo a Yokohama dove ci aspettiamo che alcuni dei nostri si possano qualificare per il maindraw e passare almeno un turno, e poi la preparazione per i Campionati del Commonwealth che si terranno a Glasgow dal 19 al 25 maggio.

Con i tecnici cinesi c’e’ una perfetta intesa, stimo troppo la loro tecnica per avere un atteggiamento di riserva e critico, anzi per me è un’occasione continua per capire sempre qualcosa in più, anche se, in più di una volta mi sono sentito in dovere di suggerire qualcosa, è stato più di me. La cosa non è passata inosservata, infatti ciò mi e’ stato ripagato in diverse occasioni quando, i tecnici cinesi, sono venuti da me a chiedere il tipo di lavoro che indicavo o il chiarimento rispetto ad una spiegazione tecnica che suggerivo. In particolar modo a loro piace il modo in cui insegno il rovescio ma anche la rotazione con il diritto. Proprio oggi, per noi era riposo, ma io ero ugualmente in palestra, si è acceso un dibattito sul fatto che ai cinesi manca la rotazione, dispongono di molta potenza ma sentono la necessità di saper far girare la palla meglio di quanto sappiano far ora. Ho dato la mia versione in modo teorico e pratico, abbiamo poi preso alcuni ragazzini per istruirli degli aspetti tecnici di cui avevamo dibattuto, ne è venuto fuori un importante riconoscimento nei miei confronti sulla validità delle mie teorie. Insomma una soddisfazione personale, non capita tutti i giorni, in Cina, di poter dare dei consigli tecnici a dei giocatori cinesi e spiegare loro come si esegue un colpo.
Tra i maschi più grandi ce ne è uno che sarebbe pronto per espatriare, l’allenatore capo mi ha detto che l’Italia potrebbe essere la soluzione migliore già dalla prossima stagione, è mancino, molto bravo, velocissimo e impugna all’europea, ora è fuori per una competizione nazionale, appena torna saprò anche il suo nome e ve lo farò sapere.

Zhengding è famosa in Cina per aver ospitato la preparazione ai campionati del mondo del 95 dove vennero conquistate tutte e 7 le medaglie. Infatti all’interno dell’area ci sono rappresentati i 7 trofei con perfette riproduzioni giganti con tanto di scritte, alte alcuni metri. Tra l’altro, solo qua ho avuto modo di sapere l’origine ed in nomi dei trofei, conoscevo la Swaytling Cup per la squadra maschile, la Courbillon Cup per quella femminile ma per il resto buio totale, non sapevo esistesse anche l’Iran Cup per il doppio maschile. Tuttavia, dopo breve ricerca internet, ho trovato l’elenco sulle Regulations del sito ITTF, quindi mistero doppiamente svelato.

In città c’è il Zhengding International Commodities Market, un lunghissimo spazio di 3 piani con centinaia e centinaia di piccoli negozi, all’ingresso una pubblicità di una ventina di metri con la squadra nazionale femminile. Molte le attività dove trovare articoli sportivi, naturalmente il ping pong fa la sua parte, per lo più si vende materiale cinese, le Hurricane 3 costano 8 euro, ma si possono trovare anche prodotti giapponesi, come la Butterfly o la Nittaku, i prezzi sono accessibilissimi.

La galleria fotografica all’interno della palestra n.2 di cui vi parlavo prima, è straordinaria, ci sono foto di premiazioni, foto d’epoca, foto curiose, tra l’altro ce ne è una anche con Diao Wenyuan con la figlia mentra insegna il pingpong a San Marino. Straordinarie le foto in bianco e nero come quelle di Li Jingguang (Li Ching Kuang). Molti dei personaggi attaccati alle pareti, sono transitati dall’Italia, come Diao, Liang Keliang, Hsu Shaofa, Huang Liang, Cai Zhenhua. Ci sono poi molti oggetti esposti, anche curiosi, ad esempio le uniformi militari usate dalle atlete della nazionale durante le esercitazioni, oppure le scarpe usate durante i mondiali del 1995, oppure il registratore a bobine per le interviste, eppoi libri, pubblicazioni varie, Insomma un viaggio nel tempo e nella storia della Cina attraverso le vittorie di questo grande paese pongistico che non dimentica i suoi campioni.

Buona Pasqua

11 Aprile 2009 da Ping Pong Italia · 1 Commento 

In questo momento mi trovo in Cina a Zhengding, una località a 400 km da Pechino nella provincia di Hebei, ci resterò, insieme alla squadra indiana, fino al 27 per poi proseguire in Giappone, a Yokohama, per i mondiali individuali (28/4-5/5/2009).
Nei prossimi giorni vi racconterò qualcosa di questo posto, un autentico tempio del pingpong.
Intanto formulo a tutti i migliori auguri di una Buona Pasqua all’insegna della salute, pace e amicizia.

Campionati verso la conclusione

6 Aprile 2009 da Ping Pong Italia · 14 Commenti 


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