Sciannimanico-Di Napoli-Opposizione-Atleti

16 Giugno 2016 da Ping Pong Italia · 25 Commenti 

del Drago Rosso

Colpo di scena proprio nel momento in cui la campagna elettorale si surriscalda: Franco Sciannimanico rinuncia a presentarsi candidato alla presidenza federale. In questi giorni conclusivi dei Campionati di categoria a Lucera sarà ufficializzata la candidatura di Renato Di Napoli. Nel Consiglio federale previsto sabato, sempre a Lucera, si deciderà anche la data dell’assemblea elettiva, che dovrebbe essere convocata per la seconda metà di ottobre. I governativi stanno inoltre tentando di sfasciare le opposizioni con l’inserimento, fra i candidati al nuovo Consiglio federale, di alcuni presidenti delle Regioni dove le cordate di Vermiglio e Di Folco (con Cicchitti sempre più messo da parte da loro) hanno punti di forza. E’ un quadro sempre più complesso nel quale si inserisce anche un elemento a sorpresa: la rabbia di atleti come Stefanova e Bobocica contro Di Folco, che ha fatto ricorso contro la sentenza nel processo per doppio tesseramento: assoluzione per gli atleti, ammonizione per i club coinvolti e per l’Aeronautica. Adesso, a causa di questo ricorso, Stefanova, Bobocica, Rech e Mutti rischiano di nuovo una squalifica per fatti di cui non sono assolutamente responsabili. Sui “social” Niko e Bobo si sono scatenati, manifestando la loro indignazione. Tutto questo non fa che aggiungere veleno a una campagna elettorale che rischia ancora di più di pregiudicare il futuro del tennistavolo italiano.

ADDIO SCIANNIMANICO

Cominciamo da Sciannimanico. Fino alla fine, il presidente uscente ha tentato l’impossibile per potersi candidare e restare al comando. Sapeva di non avere più i voti necessari, ma la spaccatura dell’opposizione gli aveva concesso un’ultima chance. Il suo calcolo finale però non è stato tranquillizzante e, unito al fatto che il Coni lo aveva ufficialmente abbandonato da tempo, lo ha convinto che non ce l’avrebbe più fatta. Così, è scattato il piano B, con la candidatura Di Napoli. L’assemblea elettiva dovrebbe essere convocata dopo la metà di ottobre per un semplice motivo: Sciannimanico a settembre andrà a Rio per la Paralimpiade, in cui ci sono atleti azzurri, per lui magra consolazione per il fatto di non andarci per l’Olimpiade di agosto. Comunque, lui vorrà guidare la parte finale della campagna elettorale, magari portando qualche risultato degli atleti paralimpici, e controllare l’assemblea, nella speranza che l’opposizione continui a presentarsi spaccata. Per il momento, i margini sono strettissimi. C’è comunque un altro fatto strano che si verificherà proprio in questi giorno. Prima della seduta di sabato del Consiglio federale a Lucera, l’attuale Consiglio pare voglia procedere a nomine nel settore tecnico. A pochi mesi dalla fine del mandato, queste eventuali nomine appaiono davvero incomprensibili e fuori da qualsiasi logica. Si vuole forse fare un’ultima “infornata” di amici dell’attuale maggioranza? I nomi già circolano, ma si pone il problema principale: che senso ha tutto questo? Come può un Consiglio in scadenza, magari, prolungare di 4 anni il contratto al c.t. della Nazionale o assegnare nuovi incarichi, sempre per i prossimi 4 anni, scavalcando la volontà del nuovo presidente e dei nuovi consiglieri? Sarebbe un’azione a rischio di ricorso, ma soprattutto sarebbe l’ennesima dimostrazione che il bene del tennistavolo viene sempre dopo gli interessi personali di qualcuno.

OPPOSIZIONE SPACCATA

L’altra mossa dei governativi è più subdola e sotterranea. Insieme al presidente Di Napoli è stato quasi completato l’elenco del nuovo Consiglio federale. Fra i nomi ci sono sicuramente quelli di 3-4 presidenti delle Regioni che in teoria potrebbero fornire molti voti sia a Vermiglio che a Di Folco, in modo da spezzare ancor di più la prospettiva di blocchi compatti e di dare un colpo anche psicologico all’opposizione, che non avrebbe più la sicurezza di poter contare su chi aveva annunciato il suo appoggio. La situazione, insomma, è sempre più ingarbugliata. Inoltre, l’assoluta mancanza di intesa fra Vermiglio e Di Folco, ognuno dei quali è convinto di avere la maggioranza assoluta dei voti, unita allo “scarico” di Cicchitti, che dovrebbe portare i propri voti all’ammasso senza ricevere uno straccio di riconoscimento, rende più problematica la situazione. A dispetto delle dichiarazioni di ciascuno dei candidati, nessuno sa davvero su quanti voti possa contare.

ATLETI MASSACRATI

E poi c’è la ciliegina velenosa su una torta di merda a completare il quadro. Come detto, gli atleti rischiano di nuovo una squalifica dopo che erano stati assolti, come da richiesta della stessa Procura federale, dall’accusa di doppio tesseramento. La Procura non ha fatto ricorso contro l’assoluzione degli atleti (e questo era scontato, visto che la Procura aveva chiesto l’assoluzione), né contro l’ammonizione dei club sportivi (logico anche questo, perché era stata la richiesta della Procura), né infine contro l’ammonizione dell’Aeronautica, e qui non c’è più logica, visto che la Procura aveva chiesto una punizione molto pesante, perciò non si capisce perché non abbia fatto ricorso. Ma il ricorso è stato presentato da chi aveva presentato l’esposto che aveva dato origine a tutto questo. A presentarlo è Di Folco, il nostro “bell’addormentato nel bosco”, che si addormenta quando gli pare e piace e si sveglia quando gli conviene. E’ suo diritto, per carità, ma resta il fatto che gli atleti non meritano questo accanimento contro di loro. E infatti hanno reagito duramente, in particolare Stefanova e Bobocica, con messaggi su facebook. Nikoleta poi ha voluto esternare anche direttamente, via telefono, la sua indignazione a Di Folco, ma il contenuto della telefonata non si può riproporre perché le parole di Niko potrebbero apparire non esattamente da gran dama! Si possono invece riproporre i messaggi di Niko e Bobo, per capire a che punto siamo arrivati e quale sia il clima, non solo nascosto ma anche ufficiale, di questa campagna elettorale e del tennistavolo italiano in generale. Bobo: “Ditemi voi com’è possibile che uno voglia diventare presidente F.I.Te.T. facendo causa ai migliori giocatori e chiedendo la loro squalifica?…Bello, complimenti, davvero un bel modo di ottenere la presidenza…Qui siamo a livelli di scorrettezza e antisportività molto alti…” Niko: “Davvero non c’è mai fine al peggio! Tutti bravi nelle campagne elettorali nel ribadire e sottolineare quanto siano importanti gli atleti e il tennistavolo giocato! Bene e invece con i fatti si fa ricorso alla sentenza di assoluzione degli atleti e si chiede la loro squalifica (per movimenti burocratici a noi sconosciuti) al fine di ottenere SCHIFOSI vantaggi politici per le elezioni usando come PEDINE noi Atleti!! È una vergogna! E non parlatemi di atti dovuti… questo NON è sport questa è POLITICA! Spero che nessuno voti per questa opposizione che si riempie la bocca di belle parole e poi con i fatti USA e DISTRUGGE il meglio del tennistavolo”. Come si vede, Niko si scaglia contro questo tipo di opposizione anche in senso politico e non si può certo dire che stia facendo un uso strumentale del suo intervento, come per favorire Sciannimanico, visto che proprio a questa gestione federale lei può imputare una delle delusioni più profonde della sua carriera: non aver avuto la chance di andare all’Olimpiade. Che si sia governativi o si sia oppositori, ecco a che punto siamo arrivati. Il bell’addormentato si è svegliato nel momento meno opportuno. Complimenti. Ma, a parte quest’ultimo episodio, tutto il resto, a dispetto delle dichiarazioni ufficiali di reciproco rispetto, di tentativi di dialogo e quant’altro, è davvero melma schifosa che finisce per danneggiare gli innocenti e tutto il tennistavolo italiano.

F.I.Te.T. contro F.I.Te.T.

10 Giugno 2016 da Ping Pong Italia · 4 Commenti 

del Drago Rosso

Si gioca sui tavoli e fuori in questi giorni. A Lucera, nei Campionati italiani di categoria; in tutto il resto d’Italia, nella corsa per la presidenza federale. Probabilmente, il 19 giugno, si concluderanno entrambe le competizioni. Perché a Lucera è in programma l’ultima finale, ma anche perché, nella corsa elettorale, non si potrà andare oltre se si vuole organizzare una vera opposizione a Sciannimanico, il presidente che sta lottando come un disperato per agguantare l’ultima speranza di sopravvivenza da “Vip”. E questa speranza, se le varie opposizioni continueranno a distruggersi l’un l’altra, potrebbe diventare meno irrealistica di quanto potesse apparire fino a poco tempo fa. Personalmente, rimango convinto che Sciannimanico non ha più chance di vittoria, ma i giochetti che gli altri candidati stanno portando avanti possono mettere a rischio la vittoria dell’opposizione se non si trova un accordo al più presto.

DISACCORDI

Nelle ultime settimane ci sono stati molti incontro fra i candidati di opposizione, tutti viziati però da una “non sincerità” di fondo. In parole povere: ognuno si presentava all’incontro manifestando la massima disponibilità a trattare, ma nella realtà non aveva alcuna intenzione di cedere il passo. L’unico ad aver fatto, almeno all’apparenza, un mezzo passo indietro è Cicchitti, che ha (o avrebbe) trovato l’accordo con Di Folco. Diciamo che in teoria il mezzo passo indietro potrebbe averlo fatto Di Folco, ma personalmente non riesco a vedere Di Folco che rinuncia candidarsi alla presidenza, per cui continuo a considerare Cicchitti come portaborse. Il bello è che questo accordo è stato annunciato proprio nel momento in cui Vermiglio credeva di avere ufficialmente Di Folco dalla sua parte, con Cicchitti escluso e solitario. Tutti e tre, poi, non hanno accolto, almeno per il momento, la proposta di Bosi di presentarsi come schieramento unico, in modo da togliere qualsiasi speranza a Sciannimanico. Ognuno dei tre è convinto di poter raggiungere la maggioranza dei voti, il solo a dubitarne è Bosi, che infatti si mantiene fuori dalla lotta proprio perché si rende conto che tutti questi giochetti sono inutili. La sua proposta è chiara e pubblica: lui presidente per un solo mandato, col compito principale di cambiare la tabella voti, oltre a nuove impostazioni soprattutto nell’organizzazione e nella struttura tecnica, per poi lasciare campo libero nel 2020 ai suoi alleati o a chiunque altro vorrà farsi avanti. Ovviamente, ognuno è libero di credere a Bosi o di non fidarsi di lui quando dice che ha intenzione di restare presidente per soli 4 anni. Quello che non è giusto è far finta di credergli e discutere con lui mentre si tenta di preparare di nascosto qualche colpo gobbo a proprio vantaggio. Se gli altri candidati non credono a Bosi lo dicano a vadano avanti per conto loro, ma non stiano a fare i furbetti e a prendersi in giro, perché così è Sciannimanico a far festa.

VOTI INFINITI

Già, perché se è vero che Sciannimanico ha perso tantissimi voti, è anche vero che va in minoranza solo se l’opposizione è compatta, altrimenti si corre il rischio di una situazione paradossale: che Sciannimanico possa ancora avere una maggioranza in grado di farlo eleggere. I voti non sono infiniti, gli oppositori pensano ciascuno di averne almeno il 50%, ma è proprio questa convinzione a costituire il pericolo più grande. Cominciamo a vedere le condizioni regolamentari. Il 13 gennaio 2011, l’allora segretario generale del Coni, Raffaele Pagnozzi, inviò a tutte le Federazioni una lettera che chiariva le norme sull’elezione del presidente federale successiva a due mandati (è il caso di Sciannimanico, che è arrivato a 3 mandati). In breve (il testo integrale è eventualmente a disposizione): il presidente già eletto per almeno due mandati deve avere il 55% dei voti espressi in prima votazione per poter essere eletto di nuovo. Se non raggiunge questa soglia, può partecipare a una nuova votazione a queste condizioni: nella prima votazione ci devono essere stati almeno altri due candidati e lui deve avere raggiunto la maggioranza assoluta dei voti dei presenti.

Quindi, se l’opposizione non si presenta unita, si verifica comunque la condizione degli “almeno altri due candidati”, che poi Sciannimanico potrebbe assicurarsi facendo presentare anche un candidato fantoccio; ma, fatto più importante, Vermiglio e Di Folco (quest’ultimo con Cicchitti a reggergli lo strascico, secondo gli ultimi accordi) si divideranno i voti dell’opposizione. Sono sicuri di averne, insieme, almeno il 50% del totale? Perché se ne hanno solo il 49%, Sciannimanico potrebbe arrivare alla maggioranza assoluta del 50% più un voto (il 55% lo abbiamo già scartato, altrimenti sarebbe eletto in prima votazione) e avere il diritto di presentarsi alla seconda votazione, con il prevedibile casino che ne seguirebbe, con gli oppositori che non si mettono d’accordo per concentrare i voti e lui che ne approfitta. E’ una situazione estrema? Sì, ma nemmeno tanto irrealistica, anzi. E può diventare concreta se le opposizioni continuano ad agire come hanno fatto finora. Tanto per capirsi meglio, c’è un esempio concreto di come un’opposizione che appariva invincibile abbia permesso al presidente in carica di realizzare una rimonta impossibile. Parlo dell’anno 2000, quando proprio Bosi ottenne la sua ultima rielezione quando sembrava spacciato. Chi gli era stato al fianco fino a quel momento, come Morino e Sorrentino, si alleò con oppositori come Curcio e Cocivera, creando un potenziale di voti maggioritario. Al momento di decidere il candidato presidente, per cui si era fatto il nome di Costantini, i “transfughi” e altri “geni” dissero a Costantini di farsi da parte, al massimo poteva presentarsi come consigliere. Per loro la spartizione del potere, effettuata con uomini fedeli e con fantocci, era più importante di un cambio di rotta della politica federale. Morino, che aspirava a fare il presidente, rinunciò quando capì che tirava brutta aria per lui. Perciò, si puntò su Curcio presidente. Risultato: Bosi fu rieletto con soli 700 voti di vantaggio, Costantini fu il consigliere più votato perché raccolse i consensi sia degli oppositori che dei governativi, a riprova che se fosse stato candidato presidente probabilmente avrebbe vinto. Adesso si rischia di avere uno scenario simile, con gli oppositori che vanno avanti a botte di veti incrociati, di bugie, di trucchi e di tradimenti già programmati. E il quadro viene reso peggiore anche da chi, sia pure in totale onestà, fa il gioco dei figli di mignotta. Parlo di tutte quelle persone, fra ex giocatori e dirigenti, che hanno sempre paura di prendere una posizione decisa e, quando le cose vanno male, si ritirano dicendo “Pazienza, è andata male, pensiamo a giocare e a divertirci”. E tornano alle loro professioni e al loro tennistavolo da dopolavoro, perché il tennistavolo non è la loro vita, rendendosi compartecipi dello sfacelo nel momento in cui lasciano la gestione del tennistavolo a chi lo userà solo per il proprio tornaconto. Senza passione e senza palle.

PECORE E UTILI IDIOTI

E infine c’è un altro pericolo ancora più grande: che in questa eventuale confusione, gli indecisi, o meglio le pecore, alla fine votino di nuovo per Sciannimanico. Lo farebbero per due motivi essenziali. Il primo: non avendo la sicurezza che l’opposizione vinca e temendo di conseguenza la vendetta di Sciannimanico, preferiscono votare subito per lui ancora una volta. Il secondo: non sapendo chi degli oppositori vincerà, nel caso dovesse farcela uno fra Di Folco e Vermiglio, non sanno a chi vendere il voto e quindi vanno sull’usato sicuro.

In tutto questo discorso, non ho mai considerato la candidatura di Bosi insieme a quelle di Vermiglio e Di Folco, semplicemente perché è stato lo stesso Bosi a chiarire che in queste condizioni lui non si presenterà candidato. Anche questa rinuncia preventiva dovrebbe indurre qualche riflessione fra gli oppositori a Sciannimanico, quantomeno per l’esperienza che ha Bosi, non tanto come presidente federale prima ed europeo dopo, quanto come protagonista di tante battaglie politiche ed elettorali. Che si abbia di lui un giudizio positivo o negativo (e molti sanno che io sono stato uno dei suoi più duri critici quando lui era presidente della Fitet), bisogna riconoscergli una capacità di “fiutare” l’odore della vittoria e quello della sconfitta. Che abbia la possibilità di acchiappare voti dovunque, in tutta Italia, è chiaro, però è altrettanto chiaro che la raccolta porta a porta non gli consentirebbe di vincere, ma solo di togliere voti sia a Sciannimanico che a Vermiglio e Di Folco. E questo aggiungerebbe altra e più grande confusione a tutto il resto, l’unico ad avvantaggiarsene sarebbe ancora Sciannimanico. Del resto, Bosi è l’unico che non ha una “squadra” da presentare come candidato, ma solo un paio di elementi di spicco, e parlo di valori assoluti a livello mondiale, per il resto Vermiglio e Di Folco sanno che l’accordo con Bosi consentirebbe di presentare uomini di loro fiducia per il Consiglio federale, con la possibilità di costruire le basi per una nuova Federazione, ma anche di accumulare l’esperienza per il quadriennio successivo, quando toccherà a uno di loro diventare presidente, magari con gli stessi uomini che entreranno in Consiglio adesso.

Ovviamente, la condizione resta la stessa: chi non si fida di Bosi non fa accordi con lui o non lo vota, ognuno è libero di decidere. Ma il discorso più importante gira sempre attorno allo stesso punto: il bene del tennistavolo italiano. Negli ultimi 12 anni, è stato distrutto da decisioni scellerate e adesso è arrivato all’ultima spiaggia. O quelli che amano il tennistavolo si impegnano per farlo rinascere, rinunciando agli interessi personali e ai trucchetti elettorali, o sarà la fine. Il colpo decisivo lo possono dare le pecore o gli idioti, ma il risultato è tristemente lo stesso

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