Bruno Di Folco si è dimesso

23 Giugno 2014 da Ping Pong Italia · 49 Commenti 

Di seguito trovate la lettera di dimissioni da Consigliere Federale di Bruno Di Folco inviata al Presidente Federale, Consiglieri, Segretario e Presidenti Regionali.

Foto e lettera sono stati inizialmente pubblicati su http://ttgiovannicastello.blogspot.it

Caro Franco,
20 mesi fa non avrei mai pensato di dover scrivere questa lettera per come era andato lo scorso quadriennio sotto la tua presidenza. Nonostante alcune divergenze, molte decisioni venivano concordate e modificate sia prima che durante il Consiglio stesso.
Adesso l’impressione, non solo mia, è quella che il Consiglio sia diventato per te una formalità da sbrigare, uno scomodo giorno dove relazionare cosa succede in Federazione in maniera più o meno esaustiva.

Avrei dovuto capirlo subito perché qualche segnale era già chiaro durante la campagna per la tua 3a  elezione.

Non sarò breve, e parto proprio dagli accordi, subito disattesi da te, nel periodo precedente alle elezioni del 2012, quando parlasti alla “tua” squadra  presentandola alle Società come  la continuazione del  precedente Consiglio  Federale con  l’innesto di  poche e  le  dolorose assenze  di  consiglieri andati via solo  per  la  riduzione  del  numero  da 14 a 10  dovuta alla  revisione  dello Statuto del CONI.

Quando ci incontrammo informalmente a Castel Goffredo per definire la nuova squadra, ci si era accordati su due vicepresidenti federali e si era deciso che questi dovessero continuare ad essere Leo Scardigno e Renato Di Napoli.

Il  28  giugno  2012,  giorno  seguente  la  nostra  elezione  di Terni,  con  una  enorme  sorpresa  scoprimmo  che  nel  nuovo  Statuto Federale, approvato formalmente in Assemblea Federale, vi era previsto un solo Vicepresidente!!

Al momento io stesso non rimasi molto stupito della cosa perché adducesti dei motivi legati alla “spending review” operata dal CONI per tutte le Federazioni Sportive ed io ingenuamente diedi credito alle tue parole.

Ricordo che le modifiche agli Statuti di tutte le Federazioni sportive nazionali, furono imposte dal CONI attraverso il Prof. Napolitano, nominato per l’occasione Commissario ad acta, che cambiò pochissime cose nel nostro Statuto e solo inerenti appunto ad eventuali tagli che comportavano spese inutili da parte della nostra Federazione.

Presentasti la diminuzione da due a un solo vicepresidente come un cambiamento imposto dal CONI.

Strano che da lì a pochi giorni si scoprii che quasi tutte le altre Federazioni avevano mantenuto due vicepresidenti, era bastato al sottoscritto effettuare una semplicissima ricerca attraverso i siti internet delle varie Federazioni.

Una prima decisione assolutamente non concordata con la tua squadra né precedente né futura, incomprensibile politicamente, inutilmente e gratuitamente penalizzante per un Consigliere anziano come Leo Scardigno che già aveva avuto il nostro consenso a ricoprire quel ruolo e che si aspettava giustamente tale riconferma.

Un altro segnale negativo importante fu la tua candidatura e nomina a responsabile per il Consiglio federale dell’area tecnica.

Forte del nuovo Statuto CONI, che amplia enormemente i poteri “virtuali” del Presidente Federale, te ne infischiasti della richiesta fatta qualche mese prima da me e Carlo Borella e condivisa da Renato Di Napoli, di lasciare a qualche altro Consigliere Federale il compito di avere i rapporti con i Direttori Tecnici federali.

La  richiesta, come  è ovvio,  nasceva dalla considerazione che  la Società di Castel Goffredo, a cui sei  legato indissolubilmente, poteva confliggere con gli interessi federali, ad esempio nella scelta appunto dei Tecnici e degli atleti impegnati nelle varie nazionali giovanili e assolute.

Una cosa che già  nel  precedente quadriennio io e alcuni altri Consiglieri faticammo ad arginare e che, se  non ci fossimo stati noi, probabilmente sarebbe stata enorme.

Anche qui, dopo un primo timido segnale di apertura e di accettazione della condizione proposta da una parte consistente del nuovo Consiglio, facesti una totale retromarcia proprio alla vigilia della tua rielezione.

Insomma, a sei mesi dalla data dell’Assemblea eri disponibile al passo indietro, nell’ottica della trasparenza da noi richiesta e, a un mese dall’Assemblea stessa ti sei a noi imposto nel ruolo delicato di Responsabile per il CF dell’area tecnica.

Complimenti.

Anche la campagna per il terzo mandato ha avuto episodi molto particolari e degni di essere ricordati.

Una volta composta la nostra squadra, ognuno di noi ha cercato consensi all’interno delle proprie  Regioni di provenienza e, in alcuni casi ha presenziato le Assemblee elettive regionali più o meno infuocate e/o a riunioni di Consigli regionali più o meno importanti politicamente.

In alcune Regioni, ritenute più importanti di altre, la nostra presenza è stata anche di due Consiglieri al fine di definire e spiegare a grandi linee quello che sarebbe stato proposto durante il tuo terzo mandato.

In  Lombardia andasti da solo alla riunione del Consiglio regionale senza volere alcun altro Consigliere al seguito. Ricordo che la situazione della Lombardia era abbastanza critica e noi avevamo preso delle decisioni insieme che probabilmente sarebbero state ritenute impopolari proprio dallo stesso Consiglio regionale lombardo.
Affidare l’incarico di Direttore Tecnico della Federazione a Patrizio Deniso avrebbe certamente fatto modificare anche l’assetto degli Allenatori delle singole nazionali ed era certo che il contratto diMaurizio Gatti non sarebbe stato rinnovato.

La scelta,  per  essere sinceri  del tutto,  non  era solo  un’esigenza  di  Patrizio  ma  un volere  di  gran  parte  dei  Consiglieri  ed  era dettata  per  dare  una  svolta  ad  un  settore  che  ne  aveva visto  responsabile  Maurizio,  negli  ultimi  dieci  anni,  e  che  non  aveva prodotto dei risultati soddisfacenti nonostante la professionalità riconosciuta al Tecnico lombardo.
Uno dei mandati politici che ti avevamo affidato caro Franco era proprio quello di essere chiaro con Maurizio e con il Consiglio regionale lombardo circa la volontà di non proseguire il suo rapporto con lui. Un comportamento lineare e corretto che, se mi permetti, era dovuto per un Tecnico sotto contratto da una decina di anni con la FITeT come Maurizio Gatti.

Non solo questo non è avvenuto ma credo proprio che sia avvenuto l’esatto contrario assicurando sia a lui che alla Regione Lombardia la continuazione del rapporto.
Ti vorrei ricordare che in Assemblea a Terni per la Lombardia sono state presenti solo 2 Società (la “tua” Castel Goffredo e l’Alto Sebino di “Gatti”) entrambe munite di deleghe di 2 società ognuna.
Forse non essere stati chiari (…è un eufemismo il mio) ha portato voti, ma certamente non era questo il mandato che avevi.
Inoltre, vedere solo 2 società presenti fisicamente dalla  Regione che esprime il  Presidente, se mi permetti, è stato veramente deludente.

Stendo  poi  un  velo  pietoso  per  il  modo  utilizzato  a  Lignano  per  comunicare  a  Maurizio  Gatti  la fine  del  suo  rapporto  con  la Federazione !!
Bisognava avere il coraggio di comunicare quelle che erano le scelte di un gruppo di Dirigenti ed il buon gusto e la delicatezza di chiudere un rapporto decennale di lavoro con Maurizio.
Lo dovevi fare tu e non altri, come del resto avevamo concordato la stessa mattina al Palazzetto di Lignano.

Caro Franco, per dare un’idea di come tu abbia poco interesse a condividere le scelte strategiche e di come tu veda il ruolo del Consiglio Federale ti voglio fare un altro esempio: l’elezione del Presidente del CONI.

Sicuramente la nostra Federazione ha avuto un ruolo importante nell’elezione del nuovo Presidente del CONI Giovanni Malagò.

La  campagna  elettorale  CONI  è stata  aspra,  come tutte  le  campagne  che  hanno  dei  risvolti  economici  importanti  del  resto,  e diverse Federazioni sportive hanno ufficialmente appoggiato la candidatura di Raffaele Pagnozzi votando invece, nel segreto dell’urna, per il nuovo Presidente Malagò.
Possiamo discutere caro Franco di quanto opportuna sia stata questa strategia a posteriori, ma avresti avuto l’obbligo di condividere tale scelta almeno con i Consiglieri Federali prima che questa decisione fosse stata presa.

Avresti dovuto spiegare quali fossero le motivazioni che stavano portando ad un “tradimento” così importante quanto clamoroso per cercare magari all’interno del Consiglio Federale almeno un consenso generale alla scelta.

Caro Franco in quell’elezione sei andato perché a capo di un movimento e non in quanto “Franco Sciannimanico da Castel Goffredo”.

Personalmente non ho gli elementi per criticare o plaudire la scelta fatta, ma sono sconcertato dal fatto che tu l’abbia presa nascondendola al Consiglio anche dopo averla effettuata come hai fatto nel corso del Consiglio Federale seguente all’elezione di Malagò. Permettimi però di aggiungere che rassicurare il vecchio Presidente con i proclami sul nostro sito federale e poi votare il suo contendente non ha fatto di te la persona più affidabile politicamente del mondo e queste cose si pagano sempre.
Tra un paio d’anni non so quanto possano valere le tue rassicurazioni a Malagò di una sua rielezione, visto questo precedente.

La  nostra  Federazione aveva all’epoca  ben 2 voti a  disposizione  in  quell’elezione  perché tra  i 60  grandi  elettori  c’era Alessia Arisi, come atleta eletta del CONI e fu  proprio Alessia,  nella sua semplicità e trasparenza, ad ammettere che il voto era stato dato a Malagò, mentre eravamo seduti sui banchi del Consiglio Federale seguente l’elezione CONI.

Una situazione paradossale in cui forse ci sarebbe da sorridere se non si ricoprisse una carica elettiva e non si avesse un mandato da parte di altri Dirigenti e da parte di Società sportive che dovresti rappresentare.

Veniamo quindi al nuovo corso del Consiglio Federale da te presieduto in maniera a dir poco difforme almeno rispetto al quadriennio precedente che mi aveva visto presente.

Da subito ricordasti in più occasioni, formali ed informali, quali nuovi compiti spettassero al Presidente Federale con la riforma del CONI. In pratica rimarcasti in più occasioni come, il Presidente, potesse adesso sostituirsi al Consiglio Federale per decidere alcune cose fondamentali per la vita di una Federazione Sportiva Nazionale.

Io in più di un’occasione, formalmente (nei consigli federali) e informalmente (in varie riunioni), tentai di spiegarti come queste modifiche dello Statuto CONI, apparissero più di facciata che sostanziali.

Prendere  decisioni  in  maniera  autonoma  da  parte tua,  non  avendo  la  maggioranza  del  Consiglio  Federale  d’accordo,  avrebbe portato ad una difficoltà di gestione da cui non ne sarebbe uscita una Federazione coesa e vincente.

In  un  paio di occasioni  mi  minacciasti  persino di “andare alla conta” in Consiglio  ma io, tenendo  molto all’unità del Consiglio stesso, a differenza tua, ti ho sempre invitato a non provare alcun “braccio di ferro” sperando sempre nel dialogo al fine di poter risolvere i problemi.

Clamoroso e sconcertante fu che nel secondo e terzo Consiglio Federale dello “Sciannimanico Ter” non ci fossero a disposizione di noi Consiglieri neanche in visione le Delibere del Presidente !!!

Al mio invito di inviarci le Delibere almeno subito dopo aver svolto il secondo Consiglio federale, il Segretario Giuseppe Marino non diede seguito e, solo dopo le vibranti proteste mie, di Carlo Borella e di qualche altro Consigliere, durante il terzo Consiglio Federale  con seguente  minaccia  di abbandonarlo,  queste  Delibere  ci furono  date  per  la sola visione  e  ratifica,  come  previsto dallo Statuto.

Questi erano i segnali inequivocabili che per te il Consiglio Federale in questo quadriennio era solo una scocciatura da sopportare e null’altro.

Dovevo capirlo e regolarmi subito di conseguenza senza aspettare oltre come purtroppo ho fatto fino ad oggi.

Un  altro  segnale  che  testimonia  quanto  hai  avuto  ed  hai tuttora  in  considerazione  il  Consiglio  Federale  sono  i  rapporti  con l’Aeronautica Militare e con gli altri Corpi Militari.
In nessuna trattativa con loro per le eventuali assunzioni hai voluto la presenza di qualcuno di noi del Consiglio Federale.
Emblematico direi.
Hai addirittura annunciato l’arruolamento di Leonardo Mutti durante l’annuale Conferenza con i Presidenti Regionali senza avere minimamente accennato della scelta già fatta,  nonostante  la cena della sera  precedente con  noi Consiglieri fosse  l’occasione giusta.
Sapevi  benissimo  che  Niagol  Stoyanov  aspettava  da  anni  un  arruolamento  in Aeronautica, tanto  che tu  stesso  mandasti  me  a parlare con suo padre Ivan per due anni di seguito (settembre 2011 e settembre 2012) durante lo svolgimento del Torneo nazionale a Livorno.

Mi facesti assicurare, a  un  mese dalle  elezioni,  nonostante  la  mia  ritrosia a farlo, visto anche quello che  era successo  l’anno precedente, che l’arruolamento era imminente e che sarebbe stato formalizzato addirittura entro la data dell’assemblea elettiva.

La storia come ben sai caro Franco è andata in maniera ben diversa.

Fu deciso per l’arruolamento di Leonardo Mutti, allora non ancora diciottenne.

Ora  spero  che  quando  Niagol  passerà  alla  società  di  Castel  Goffredo,  come  si vocifera,  possa  anche  lui finalmente  avere  la “fortuna” di essere scelto dalla prestigiosa Arma dell’Aeronautica come del resto successe a Rech, Stefanova e Bobocica allora in forza alla società mantovana.
Glielo auguro di cuore.

Veniamo adesso al Progetto Tecnico 2013/2014.

Nel mese di maggio 2013 si sparsero notizie di come fosse strutturato questo Progetto e “radio palestra” indicava che queste indiscrezioni provenissero da discorsi di Allenatori Federali oltre che da te, ovviamente.

Insomma, senza che se ne discutesse minimamente in Consiglio Federale, tu avevi dato mandato a qualche Tecnico Federale di sondare la volontà di atleti (minorenni), genitori, allenatori di società e dirigenti di società.

Ovviamente le sedi di quel Progetto dovevano essere Torino e Castel Goffredo.
E, visto che la proposta riguardava proprio questi due luoghi, qualche atleta è stato guarda caso “motivato” ad accettare il tesseramento per una di queste due Società ancor prima dell’ufficializzazione del Progetto.

Inaccettabile.

Quando a giugno 2013 uscì fuori tutto questo e diversi Consiglieri Federali (io in primis) protestarono, si cercò di porre rimedio allargando “fintamente” il Progetto a 4 palestre di interesse federale.

Nel Progetto Tecnico proposto poi da Patrizio Deniso al Consiglio Federale a luglio 2013, in ognuno di queste 4 palestre (Castel Goffredo, Torino, Cagliari e Termeno/Appiano) avrebbero dovuto essere presenti durante la settimana, i Tecnici Federali Gigliotti, Nannoni, Piacentini e lo stesso Deniso coadiuvati, in ognuna delle 4 palestre da sparring partner stranieri scelti dalla nostra Federazione.

Si era scelto di affidare questo incarico a sparring stranieri (cinesi perlopiù) non tesserati per alcuna Società italiana proprio per evitare eventuali vantaggi che avrebbero trovato queste Società avendo uno straniero da utilizzare per il proprio campionato praticamente a costo zero, visto che, oltre all’ingaggio, anche le spese di vitto e alloggio dovevano essere a carico della FITeT (circa 20 mila euro in totale per ogni sparring).

Invece prendesti la decisione di sostituire lo sparring cinese di Torino, rimandato a casa per scarso rendimento a dicembre 2013, con  due  atleti  del  CUS Torino  (Margarone  e  Manna)  contravvenendo  a  quanto  deciso  appunto  dal  Consiglio  Federale  a  luglio 2013.

Solo a maggio 2014 la questione è uscita fuori in Consiglio Federale.

Ho precedentemente scritto che il Progetto Tecnico è stato “fintamente” allargato perché, passato ora un anno, posso dire che è stato fatto un Progetto molto diverso da quello deliberato.

A Cagliari, Piacentini è andato per 4/5 giorni in totale e a Termeno il duo Nannoni e Gigliotti sarà stato forse 20 giorni in tutto l’anno agonistico.

Lo sparring dedicato alle due Società bolzanine non è stato certamente distribuito equamente tra loro e nessuno ha effettuato il giusto controllo affinchè questo non avvenisse, nonostante una puntuale lettera in merito scritta dal DT Deniso a ottobre 2013.

Il Consiglio  Federale non aveva di certo approvato questo tipo di  Progetto ma appare evidente che non è il Consiglio  Federale che decide.

Inaccettabile di nuovo.

Il Progetto Tecnico federale 2014/15 sarà identico nella sostanza a quello dello scorso anno.

Ieri il Consiglio Federale ha deliberato a maggioranza due centri a Torino e Castel Goffredo come lo scorso anno e metterà a disposizione dei ragazzi scelti per quelle sedi, sia sparring che Tecnici della Federazione mentre per il resto dell’Italia si procederà con i contributi economici alle società.
Di finto quest’anno c’è il Centro di Terni che non vede sparring fissi, non ha una periodicità stabilita per i suoi stages (“forse 4 giorni al mese” ) e, per tua stessa ammissione, ha una cifra di budget l’anno di 18mila€ messa lì per “avere delle cifre  … nel caso si facesse attività in quel Centro … altrimenti avere la possibilità di spostare quei 18mila € in un altro Centro” (cioè Torino e Castel Goffredo). Complimenti di nuovo.

Come ti ho ripetuto ieri in Consiglio Federale certe differenze tra i ragazzi meritevoli di attenzione da parte del Settore Tecnico sul territorio  italiano  sono  adesso  evidenti  e  non  è  possibile  mettere  a  disposizione  di talenti  cristallini  come  Carlo  Rossi  e Antonino Amato risorse così inferiori rispetto ai loro pari atleti del nord oppure non dare la stessa possibilità di crescita tecnica a Gaia Smargiassi e Jamila Laurenti solo perché residenti in talune Regioni anziché in altre.
Dobbiamo puntare sul talento ovunque esso risieda e non costringerlo a tesserarsi per le Società dove la “Federazione” ha deciso di puntare.

I 3 Progetti speciali regionali, che ho votato perché non mi sembrava vero destinare qualcosa alle Regioni del centro/sud, guarda caso servono, non tanto per provare a restituire speranza alla parte d’Italia penalizzata dal Progetto ma per non farti bocciare per la terza volta nell’arco di due mesi lo stesso  Progetto e forse addirittura per assicurarti la poltrona fino alla scadenza del terzo mandato.

Le decisioni non si prendono più in Consiglio Federale ma le prendi direttamente tu caro Franco e sono molto poco professionali e soprattutto sono molto sbilanciate territorialmente.

Essere il responsabile della più grande Società d’Italia e, contemporaneamente, della Federazione Italiana Tennistavolo è molto difficile ma non impossibile.

Tu caro  Franco, oramai  è  evidente,  non  hai  la caratura  morale  per  poterlo fare.  Mi  ero  illuso che  potessi averla  e questa  è  la sconfitta peggiore per me.

Veniamo adesso alla cosa che mi ha fatto pensare più di tutte caro Franco.

La Federazione negli ultimi anni ha organizzato numerose manifestazioni internazionali e tra queste è diventata un appuntamento fisso il Master Open di Lignano.

Voglio ripercorrere quanto successo a margine di quello organizzato dal 19 al 23 marzo 2013.
In  data  25  marzo  (2  giorni  dopo  la  conclusione  della  gara)  un  dipendente federale  ha  subito il furto  dal suo  borsello  di  una somma di denaro contanti  pari ad € 8.000, frutto delle iscrizioni di alcune delegazioni straniere.  Il furto è stato denunciato il giorno dopo presso una Stazione dei Carabinieri di Roma dallo stesso dipendente in nome e per conto della FITeT.
Io venni a sapere del furto casualmente e da persone completamente estranee alla Federazione ma che erano a conoscenza del mio  ruolo all’interno della  Federazione stessa.  Mi sarei aspettato che  la cosa venisse fuori tra di  noi,  prima informalmente, a mo’ di chiacchiera e poi, in seguito, formalmente, visto che andava a modificare il consuntivo da approvare.
Ma non andò così.
Nella riunione del Consiglio Federale successiva all’accaduto, in data 4 maggio 2013, non ci fu nessuna notizia in merito.
Rimasi perplesso, ma aspettai il Consiglio Federale seguente certo che, quanto di mia conoscenza, fosse reso noto.

In data 6 luglio 2013 approvammo il consuntivo della manifestazione con un accertamento di entrate pari a € 157.432,47 ed un totale bilancio positivo della manifestazione in questione pari a € 23.761,72.

Nonostante la mia domanda in Consiglio federale se tutto fosse “filato liscio” durante e dopo la manifestazione, nessuna comunicazione fu fatta in merito al furto.

Ad inizio settembre 2013 decisi che dovevo “forzare” la notizia in qualche modo per renderla di dominio pubblico e, in presenza di Carlo Borella, raccontai quanto a me noto da mesi, ad un Tecnico a contratto con la Federazione di cui ho la massima stima.

Il suo stupore fu sincero e  notai anche  una certa  preoccupazione in  lui,  ma sono certo che con quella confidenza  raggiunsi  lo scopo da me voluto.

Sta di fatto che in data 19 ottobre 2013, circa 7 mesi dopo (!!) l’accadimento, finalmente è approdata in Consiglio Federale la denuncia fatta ai Carabinieri  e  la  liquidazione del danno da  parte della Vittoria Assicurazioni – Agenzia di  Milano, decurtato del 20% di franchigia, pari a € 6.240.
Incredibile eh? Che casualità!

Ricordo come fosse ora il tuo imbarazzo e quello del Segretario Marino. Certamente non avevate fatto quello che io mi aspettavo faceste. Anche gli altri Consiglieri  presenti erano  ben consci di aver deliberato  un Consuntivo qualche  mese  prima diverso da quello reale ed erano molto stupiti dalla cosa.
Sconcertante.
Ad essere ottimisti sull’intera vicenda, posso affermare che è stata un’altra prova di quanta importanza abbia il Consiglio Federale per te.

Caro Franco questi sono gli elementi oggettivi che mi hanno portato a prendere la decisione di lasciare il Consiglio  Federale e di dimettermi oggi, al termine della stagione agonistica.

Avrei voluto farlo anche prima, ma il mio senso del dovere e la consapevolezza che il mio operato avrebbe certamente “frenato” certe derive che il Consiglio federale stava prendendo, mi hanno suggerito di farlo dopo aver terminato questa stagione sportiva.

Lo faccio prima degli Europei Giovanili di Riva del Garda che del resto non mi hanno minimamente visto coinvolto in nessun incarico, ma andrò lo stesso a Riva, per tifare i nostri ragazzi e perché il mio impegno è sempre stato dettato dalla passione senza alcun  interesse  personale  e  sentendomi  sempre  orgoglioso  di  rappresentare  la  Federazione  di  cui  mi  onoro  di far  parte, a differenza tua, da circa 30 anni.

Mi spiace  per  le Società che  mi  hanno votato 2 anni fa,  ma sono certo di  non tradirle con  le  mie dimissioni, come  non  posso tradire la mia coscienza continuando a legittimare un comportamento da parte tua inqualificabile per il ruolo che hai, rimanendo in Consiglio Federale.

Non ho alcuna posizione da “proteggere” o “cambiale” da scontare e posso permettermi di fare quello che sto facendo a testa alta. Non ho messaggi da consegnare ai miei colleghi Consiglieri con cui ho avuto ed ho un dialogo costante e che certamente sapranno valutare bene la situazione che li vedrà protagonisti o semplici comparse.

Tornerò ad impegnarmi come giocatore (…atleta mi sembra troppo), come allenatore e come Dirigente per la Società sportiva che ho volutamente trascurato negli ultimi 5 anni in favore del mio grande impegno federale.

La mia passione profusa per questo ambiente di certo non verrà diminuita, anzi.

Roma
22 giugno 2014

Bruno Di Folco

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