I Campionati Asiatici di Wu XI

26 Maggio 2017 da Ping Pong Italia · Lascia un commento 

Con indicibile ritardo vi “aggiorno” sui 23mi Campionati Asiatici svoltisi a Wu Xi (CHN dal 9 al 16 Aprile).
Esordisco che è stato un bel successo di pingpong e di pubblico.

I vincitori

A squadre Cina e Cina
SIngolo Maschile Fan Zhendong CHN
SIngolo Femminile Hirano Miu JPN
Doppio Maschile Fan Zhengdon/Lin Gaoyuan CHN
Doppio Femminile Zhu Yiling/Chen Meng CHN
Doppio Misto Zhou Yu/Chen Xingtong CHN

Una delle rarissime edizioni dove la Cina non ha fatto l’enplein, infatti clamorosamente (ma non tanto) il singolo femminile è andato alla giapponese Hirano Myu che proprio due giorni prima ha festeggiato il suo 17mo compleanno, Hirano ha messo in fila nei ottavi 3-0 Cheng I-Ching n.6, nei quarti 3-2 Ding Ning n.1 in semifinale 3-0 Zhu Yiling n.2 e in finale 3-0 Chen Meng n.5, non c’è che dire, un bel filotto. Quindi successo meritato per Hirano che rivelazione non è infatti nei mesi scorsi si era già fatta notare, qui a Wu Xi ha iniziato questo torneo da n.11 e ha impressionato per velocità e precisione, una macchina unstoppable.
Ding Ning come tutte le altre sue colleghe cinesi ha giocato male, con la nostra Madhurika Patkar, ha rischiato di perdere il primo set, era sotto 10-9, non riusciva a fare il suo gioco e così si è messa fare il ributtino, un po’ come quando giochiamo con i principianti, non si rischia e si aspetta l’errore dell’avversario, infatti anche contro altre giocatrici nei turni successivi si limitava a controllare e rinviare la palla dall’altra parte, poche idee e confuse.
Fan Zhendong si è dimostrato solido, continuo con poche sbavature. Ha vinto ma si sentiva nell’aria. Ma Long raramente è entrato nel suo ritmo e ha perso 1-3 dal coreano Jeong Sangeun che al primo turno ha rischiato di perdere con Gerassimenko e dopo due turni ha battuto appunto la star delle star.
Quasi tutti i cinesi mi sono sembrati legnosi, sono nel mezzo della preparazione ai mondiali e commenti “rubati” a Liu Guoliang, Qin Zhijian e Xiao Zhan confermano che sono ancora nella fase di volume, ossia un bel po’ di pesi e gioco di regolarità. Si è soliti vedere i cinesi fare cesti su cesti anche poco prima dell’inizio della partita, ma stavolta, niente, anzi avevano un clima o troppo teso o troppo rilassato. È vero che tutti hanno fatto fatica ad aggiustare il tiro per via delle palline Nittaku che con quella patina di superficie ruvida a contatto con il tavolo DHS nero dava l’impressione letteralmente di fermarsi sul rimbalzo, non scherzo affermando ciò, l’effetto di top o di taglio svaniva quasi subito ma non perché la palla è di plastica o ABS come si dice, ma perché l’attrito nella superficie del tavolo era incredibile. Addirittura sui servizi con effetto laterale, sul rimbalzo, la palla faceva delle curve a 90°, mai vista una cosa del genere, e purtroppo sarà così anche a Düssledorf.
Non ci si lamenta più della pallina, anch’io l’ho sempre considerato un falso problema, infatti chi gioca su tavoli Butterfly e con palline Butterfly ha l’esatto opposto, una palla che gira tantissimo e un rimbalzo sul tavolo veloce in avanti e soprattutto la palla non cambia traiettoria a destra o sinistra per via degli effetti laterali, ti viene sempre incontro.

3 su 5

Caratteristica di questi campionati, tutte le gare sia a squadre sia individuali si sono svolte al meglio di 3 su 5. Non nascondo che ci sono stati parecchi mugugni a proposito, ma questa è la tendenza dei cinesi, addirittura al recente top 12 cinese valevole per le selezioni ai mondiali di Dusseldorf tutti gli 11 incontri del Round Robin sono stati giocati al meglio dei 3 set. I cinesi stanno puntando su rafforzamento mentale dei loro atleti riducendo il gap con gli avversari e mettendo più pressione a loro stessi, secondo me qualcosa sotto si muove, qualcosa mi dice che il futuro non è poi così roseo per la Cina.

Gli allenatori cinesi

Rivoluzione nell’ambito degli allenatori, Liu Guoliang è naturalmente il boss, capo supremo che rendiconta solo a Cai Zhnehua. L’head coach maschile è Qin Zhijian, mancino, vecchia nostra conoscenza, ricordo che quando facevamo i raduni a Fiuggi con dei cinesi lui era quell oche perdeva più sovente con noi mortali, specialmente con Nannoni. Poi Wang Hao (ma non era a Wu Xi), Ma LIn, Liu Heng e Ma Jungfeng. Per le donne, non proprio un bel debutto, head coach Kong Linghui (sempre più grasso e sempre più incollato al cell a inviare messaggi con WeChat, il social dei messaggi preferito dai cinesi, e gli assistenti Xiao Zhan, Li Sun, Chen Bin, Zhang Qin e Huang Haicheng.
Ho scambiato parecchie chiacchiere con Xiao Zhan e vi dico che non l’ha presa bene per niente, gli ho chiesto, allora…e lui mi dice sono un professionista faccio quello che mi chiedono di fare.

Il gioco asiatico

Guardando e giocando in Asia si capisce quale gap tecnico ci sia tra appunto Asia e Europa, vi dico solo una semplice differenza:
se un asiatico inizia l’attacco e non va a buon fine, nel senso che non vince il punto e deve continuare lo scambio, allora continua la sua idea di attacco rimanendo coerente con il gioco.
Se un europeo inizia l’attacco e non va a buon fine, nel senso che non vince il punto e deve continuare lo scambio, allora si rifugia nella difesa, sovente, alta e spera di portare all’esasperazione l’avversario con infiniti scambi e/o magari tentare il controtop da lontanissimo.
Ora i motivi possono essere diversi, fitness, carico di lavoro, mentalità quello che gli inglesi direbbero “mindset”. Il dato è che in questo momento l’idea di essere coerenti e usare la velocità e la potenza del colpo per gli asiatici rimane l’arma vincente.

Zhang Jike

La sua popolarità è imbarazzante perfino per i suoi compagni di squadra, i fans, anzi le fans quasi tutte ragazzine teenagers, a migliaia se ne contano, vedono solo ZJK, gli altri zero, poi se JZK non è in campo allora qualche timido Ma Long…Jia Yo e Jia Yo…Ma Long si sente tra gli spalti. Una ragazza, super tifosa di ZJK ha comprato un’intera area del palazzetto per spiegare un enorme striscione che sarà stato 12m x 12m con la faccia di ZJK e spendendo la modica cifra di $ 50000
Ho visto ZJK uscire di sera dall’hotel, era quasi irriconoscibile, si deve mascherare altrimenti c’è l’assalto, molte fans stanziavano ore ed ore in albergo sperando di ottenere un selfie o un autografo, attesa puramente inutile.

Gli indiani

I miei giovanotti si sono comportati bene, per la prima volta nella storia l’India ha battuto la Corea del Nord, e poi non ho nemmeno schierato Kamal Achanta. Lo stesso ha perso nei sedici, il suo miglior risultato di sempre ai Campionati Asiatici, ma la cosa più sensazionale è stata la sconfitta per 3 a 2 contro il Giappone, un match che sarebbe potuto finire 4 a 0 per noi, Ghosh e Achanta hanno battuto Oshima n.24, poi Achanta 2-1 e 8-4 su Niwa n.13, sempre sul 2-1 l’indiano ha avuto anche 3 match balls. Harmeet stessa sorte, 2-1 contro Matsudaira n.19 e ancora 8-4 e ancora 3 match points. Insomma una gara più nostra che loro.
Abbiamo terminato la gara finendo ottavi con la consolazione di aver vinto la 1ma categoria.
Nel frattempo la classifica degli indiani sale, ora abbiamo 3 uomini nei primi 100 e un donna Manika Batra n.103 ma era riuscita ad essere anche n.93 il mese scorso.
La piccola 33enne Mouma Das, ha sfiorato la vittoria contro Cheng I-Ching n.6 era 2-1 e 10-10
Segnali quindi tutti incoraggianti per la lunga preparazione che ci porterà ad Aprile 2018 ai Giochi del Commonwealth e a settembre ai Giochi Asiatici. Poi forse a casa???? Boh.

“Nuove” palline D40+ della DHS

“Clamoroso al Sant’Elia” direbbe un commentatore radiofonico del calcio minuto per minuto, le nuove palline D40+ della DHS altro non sono che palline prodotte già da 4 anni, le avevano in magazzino, incredibile.
Queste palline sono davvero ottime, si rompono solo se le calpesti, assomigliano alle Nittaku e costano addirittura la metà di quelle precedenti.
Dopo tutte le polemiche suscitate nei mesi scorsi dai giocatori e media, anche il NYT se ne occupò durante Rio 2016 con un articolo addirittura in prima pagina, la DHS è corsa ai ripari, rispolverando un prodotto davvero notevole. Vi segnalo che le palline che chiamano seam o seamless ossia con o senza giuntura/cucitura sono a tutti gli effetti palline con giuntura/cucitura, poiché prodotte con due metà. La materia prima usata dalla DHS proveniva dagli Stati Uniti, una materia prima costosa e irregolare, la materia prima delle D40+ invece proviene dalla Cina, economica, resistente e molto regolare.
Durante la preparazione a Shanghai al CTTC (China Table Tennis College) abbiamo giocato con queste palline, a detta dei cinesi sono quelle che si avvicinano maggiormente alle Nittaku, è vero, lo confermo, sono tonde, resistenti, leggermente opache e ruvide con un costo di appena $ 0,40 per pallina, i nostri ragazzi ne hanno fatto incetta comprandone a migliaia.

Infortuni

Avete mai visto un arbitro infortunarsi durante un gara di pingpong? Si, io l’ho visto.
È successo durante il match IND-JPN sull’1-0 per noi, nell’incontro Achanta-Niwa, sul 1-1 con punteggio leggermente in favore dell’indiano, difesa improbabile di Niwa, tenta un rovescione da lontanissimo, forse impatta la tasca sinistra del pantaloncino e la racchetta schizza impazzita andando a colpire l’arbitro nella regione temporale sinistra del capo.
Sembrava poca cosa, ma poi la signora cinese ha iniziato a sanguinare copiosamente, è stata subito medicata dal nostro fisioterapista e poi portata in ospedale dove le hanno dato 5 punti di sutura e fortunatamente la TAC non ha rilevato nulla di serio.

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