I CI di Alberto Vermiglio (parte II)

28 Luglio 2009 da Ping Pong Italia · 22 Commenti 

di Alberto Vermiglio

II Categoria Maschile

E’ da sempre il torneo più interessante, sia come spettacolo che dal lato tecnico per le indicazioni sui giocatori giovani che passano da questa categoria per lanciarsi tra i migliori e guadagnare la maglia azzurra.
Il Favorito n.1 sembra ormai essere “Marchetto Rech”: Anche se non ancora così “cattivo” come necessario per ambire a qualcosa, ma almeno è un altro “che tira” un po’.
“Che tira”…. Piccola parentesi…. Noi non produciamo molti giocatori “che tirano” (qualcuno non faccia facili e idioti battute), produciamo già poco e tra questi più facilmente i cosiddetti “portieri” che prendono molto e per il nostro livello creano molte difficoltà a quelli che un gran livello non l’hanno, vuoi perché fuori dal gran giro, vuoi perché non tirano con gran decisione.
E’ chiaro che ci sono “portieri e portieri”, non si sentano offesi quelli che magari catalogheremo in questa categoria, ma non si creda di essere “uno che tira” solo perché ci si allena abbastanza e si vince parecchio in Italia… quelli che tirano si vedono ad esempio agli europei giovanili che randellate che propinano ai nostri che pensano di tirare”.
Torniamo quindi a Rech, che l’anno prossimo sarà il quarto in A1 a Castel e a mio avviso ha un po’ perso tempo in questi ultimi due anni senza il suo allenatore … potevano muoversi in anticipo tutti, sia lui che il Castel. Speriamo ancora di farne un giocatore valido fuori dai confini.
Altro favorito a Conversano era, d’obbligo, la n.1 del tabellone, il “Guerre” nick di battaglia di Romualdo Manna (uno che tira… e che altro potrebbe fare!), ma che, sin dai giovanili, ha sempre mancato l’appuntamento finale, proponendosi invece come giocatore con un’alta media di rendimento sia in torneo che in campionato.
N.3 del tabellone Paolino Bisi. Ecco il “classico portiere” dotato di quel qualcosa in più, ma purtroppo ancora un portiere. In Italia comincia a poter vincere da chiunque. Dopo questi 3 altri atleti che possono aspirare a qualcosa solo in presenza di particolari colpi di scena, cioè giocatori in grado di vincere con molti ma non di “tenere” fino alla fine. Forse il più accreditato è il modenese Lorenzo Ragni del Reggio Emilia, fresco Campione d’Italia U21, e dietro a lui, Marco Sinigaglia, Vincenzo Sanzio, Filippo Giuliani, Antonio Gigliotti. Seguono un lotto di altri 5 o 6 pericolosi per molti ma non per dei semifinalisti. Infine l’attesa dei piccoli attesi alla ribalta con Leonardo Mutti in testa, anche se sappiamo che l’altro gioiello Castellano, Damiano Seretti mancherà per esami scolastici… (certo che anche questo fatto ogni anno provoca il forfait di diversi atleti interessanti).

I gironi rispecchiano purtroppo subito uno dei due problemi che affossano parecchio entusiasmo dei “Seconda”. Il livello tecnico è abbassato dalla presenza di molti qualificati dalle regioni.
Non parliamo tanto di rappresentanti tra i migliori della 3^ categoria, quanto di molti di questi del fondo classifica ed addirittura parecchi 4^ categoria.
L’altro problema è già stato accennato più volte. I 2^ctg sono l’unico settore che gioca tutto il torneo in un solo giorno. Riducendo il numero dei tavoli e provocando così un enorme ritardo nello svolgimento dei gironi, per poi correre come matti un turno eliminatorio dopo l’altro, fino alle 22:30 di sera. Per molti i tempi sono follemente contrari ad ogni logica preparatoria di una gara importante. Prima incontri senza senso e poi subito partite secche o dopo molte ore di pausa o subito dopo finito l’ultimo degli ultimi gruppi.
Comunque, pochissime le sorprese iniziali. La n.6 Sinigaglia passa 2° perdendo da Fabio Di Silvio e nel girone 23, Teatino la spunta in bella con Igor Milic.
Negli ultimi gruppi tutto più o meno accettabile tra atleti che si equivalgono, salvo il passaggio da n.2 di Minervini per via della della sconfitta al quinto contro Carlo Bozza.

Come già detto, con grave ritardo, compreso errore e rifacimento di tabellone e conteggi di risultati, parte l’eliminatoria diretta. Ci sono 51 “bye” il turno doppio fortunato tocca a Jason Luini che così è nei 32 senza giocare… (strano, visto che di solito i tabelloni in queste cose favoriscono sempre a partire dalla testa di serie n.1).
Quello che è in realtà il preturno dei 128 vede ben poche sorprese. Milic esce subito da Facini, Simone Leto lo imita con Curcio, Cattoni con Federico Baciocchi e Marcello Cicchitti con Andrea Ferrari di Torino.
Nei 64 Manna soffre di brutto con Jacopo Facini spuntandola al 5°, 11-8. Ferrini “scivola” con Taccini in bella, Barbadori scivola sul pavimento scollato ed spergiura che avrebbe fatto penare di più Gigliotti (-10, 3, 8, 11), Sinigaglia spazzola Soraci, Di Silvio che ora è la n.6 sbatte su De Petra e raccatta solo un set. La sorpresina la fa Minervini che strapazza (8, 9, 9) la n.4 Sanzio ed entra poi nei 16, rifilando 3-1 a Ziliani, ma si ferma poi, pare per un risentimento muscolare contro Conciauro (-12, 8, 0, 8).
Nei 32 scorre tutto secondo pronostico, con Mazzola che si arrende a Gigliotti, Giuliani che trova più problemi nel dopo partita con Puglisi che non nei 3 set del match. Luca Ricci ferma contro il Bongia la sua ripresa di fine stagione perdendo con una solita battaglia e lunghi scambi, nonostante il 3-1 ed i parziali netti. Zuanigh non è certo quello di Termeno e non supera l’aggressivo e battagliero Conciauro. Ragni passa su un Giontella che le prova tutte (ma proprio tutte!), Luini “secca” Kuznetsov 3-1. Il “muro” ciociaro di Talocco si apre ai colpetti del piccolo Mutti, che passa sempre con rapidità e leggerezza, nel buco di tabellone di Sinigaglia. Ma qui si infila a sorpresa De Petra, che supera 3-1 tiratissimo Emanuele Leto e poi addirittura entra negli otto avendo ragione anche di Mutti, nonostante lo svantaggio netto per 2-1, lo fiacca col suo gioco che non dà modo a Leonardo di appoggiarsi ai colpi come di consueto.
Dernini passa di durezza su Laghezza, ma poi prende una stesa nell’ennesimo confronto con Bisi (2, 5, 8),. In alto il “Conte” Aliberti va avanti 2-0 con Manna. Ormai è fisicamente “cotto”, ma il colpo di grazia glielo da l’arbitro che lo ammonisce per “un’esultanza eccessiva” e gli dà il rosso per un “lancio” di racchetta che cade invece dalla mano del piemontese di San Giustino dopo l’ennesima fenomenata del “Guerre” ormai lanciato negli otto.
Noblesse Oblige? Macchè! Il “Conte” perde le staffe oltre misura…. Oggi sappiamo che la cosa gli varrà l’inibizione all’attività individuale per l’intera stagione prossima.
Speriamo che serva di lezione a Guido (“Occhio Conte che magari a la prossima “se bbuttano pure ‘a chiave!..”) ma anche a qualche arbitro “…moulto pitoruesco!”.
Restano due gran primi set di bel gioco.
Gran battaglia di urli e scambiacci tra due “portieroni”, Gigliotti e Sinigaglia. Marchetto da Modena entra negli otto di durezza rispettando la classifica iniziale, ma dalla parte sopra. … Che però è quella sbagliata, visto che qui raccatta una miseria di 15 punti in 3 set con Manna.
Il “Guerre” è quindi il primo, scontato, semifinalista. A questo punto ci spera il Bongia, che sfianca Giuliani (9, 9, -5, 12) con una classica maratona di ributtate da tutte le parti. Ma forse qui si cuoce, perché pare proprio mollare al secondo con Conciauro, a 6 e a 10, anche se al terzo vince a 9, ma poi lascia strada al durissimo Rocco, che incute quasi timore quando pialla di dritto e poi ti grida la sua rabbia (vietatissimo però ad Aliberti) Parte alta completa.
Sotto non fatica Bisi nel suo quarto di tabellone, mentre invece Rech si ritrova invischiato in due battaglie infuocate. La prima lo vede remare contro Luini anche se poi ne viene fuori facile al quinto (-9, 12, 5, -9, 5), poi acchiappa per i capeli un quarto set da paura con Ragni che sembra proiettato verso la semi. E’ un po’ più bianchino del solito in viso il “Marchino” ma ce la fa (-8, 8, -9, 11, 6). I 3 favoriti sono tutti li e si comincia adesso. Alle 8 di sera, ancora caldissimo e umido.
I fratelli siciliani tifano Rocco, ma con Manna c’è poco da fare. Son randellate. Conciauro pareggia il secondo set, ma poi finisce la benzina. Ha fatto un bel torneo, lo chiude con onore (5, -6, 2, 6). Sotto si consuma l’ennesima sfida tra Bisi e Rech.
Ultimamente il modenese le ha prese spesso, ma nelle finali che contano sa sempre inventarsi un veleno diverso. C’è la sensazione che chi esce di qua possa portarsi a casa il titolo.
Paolino parte a razzo, concentratissimo. Marchino è ancora bianco e spuntato. -9 e -3 i primi due games. Rech tenta di risollevarsi sul 10 pari chiude il quarto e ci prova, ma resta a 8, Bisi ha dovuto tirare un po’ di più col dritto per vincere. Non ci son santi.
Il Piemonte tifa Manna mentre la famiglia Bisi è quasi al completo sugli spalti. E’ un bel match ma lo gioca meglio Paolino. Il primo set facile, 11-4. Ma quanto tira adesso. Parte bene anche nel secondo può chiuderlo ma spreca. Il “Guerre” approfitta, 13-11. Adesso si riequilibra il match. Fioretto da una parte e sciabolate da quell’altra. Qualche top di puntinata gira velenosissimo. Alla fine è ancora 13-11 per Bisi. Stessa storia nel quarto set. Sempre attaccato Manna, non molla mai. Tiene duro, annulla i match points, ma gli angoli che trova Bisi sono più complicati da rimetter dentro alla velocità di rischio del molisano. Alla fine esultano i Bisi 15-13. Complimenti.

II Categoria Femminile

16 i gironi. Numero perfetto per i tavoli. Nel girone 12 la Puricelli strappa il posto a Chiara Trotti e lo stesso fa Di Meo con la n.11 Macario. Anche la Scardigno perde la posizione n.10 per mano di Eva Carli e Semenza porta via la 9 alla Brzan. Tra le prime solo la Soldi cede al quinto con la Schierano che al primo turno del tabellone elimina in bella Elisa Trotti.
La sorpresina del torneo è la sconfitta di Giulia Cavalli, 14-12 al quinto contro la Daniele ed in quel buco si infila Rossella Scardigno che strapazza Sofia Schierano e poi vince una battaglia con Martina Milic (9, -10, -8, 11, 11) e agguanta il podio cedendo in semi 3-0 alla compagna di squadra Stechenko. La girandola di favorite passate da seconde rimette a posto diversi turni. Brzan supera Di Meo 3-0 per poi vincere in bella con Wei Jian, ma Ana perde il podio contro Lisa Ridolfi che non le lascia nemmeno un set.
L’altro match che vale la medaglia lo ingaggia Debora Vivarelli con Cristina Semenza. La giovane azzurra la spunta, -8, 8, 10, 8, poi va addirittura a prendersi la finale rifilando un secco 3-0 all’amica Ridolfi (9, 8, 3).
Per il titolo non c’è storia. Tatiana Stechenko non dà scampo alla Vivarelli che tira solo il secondo set, 6, 10, 5.
Giulia Cavalli si rifà nel doppio in coppia con Ridolfi, battendo in semi Stechenko e Scardigno ed in finale Semenza e Soldi che avevano regolato Wi Jian e Chiara Trotti.

II Categoria Doppio Maschile

Il torneo dei giovani. La finale la vincono i favoritissimi Rech e Bisi su Ferrini e Dernini, perdendo l’unico set dell’intero torneo, 7, 6, -9, 8.
A medaglia arrivano Luini e Gigliotti che comunque giocano tirati i 3 set coi vincitori (8, 10, 10) e Manna e Zuanigh che perdono l’accesso alla finale perché Ferrini e Dernini fanno un partitone (6, 10, -9, 9).
Si suddividono gli ori da buoni amici Bisi e Rech, con Marco da Asola che assieme a Cristina Semenza strappa il titolo abbastanza agevolmente al modenese in coppia con Lisa Ridolfi, mentre a podio arrivano Ferrini e Stechenko e Ragni-Soldi.

Assoluto Maschile: “la prima volta” di Bobo.

A Conversano arriva il primo titolo vinto sul campo per Mihai Bobocica che, dopo quello assegnatogli a tavolino 2 anni fa per la squalifica di Piacentini, lo scorso anno non partecipò poiché allora tesserato per l’Ochsenhausen. (quest’anno era invece canbiata la regola che consente la partecipazione anche ai tesserati per un team straniero).
Partecipano in 28 all’assoluto, suddivisi in 7 gironi. Si rischia il sorpresone nel gruppo 1, con Sinigaglia che si fa annullare il match point da Nyagol Stoyanov, da 9-10 a 13-11.
Senza problemi invece Bobocica, con Sanzio secondo nel girone. Nel gruppo 3 Crotti fatica con Bisi ma chiude facile al quinto.
Spinicchia vince il quarto gruppo pur perdendo da Ivan Stoyanov, ma passando assieme a Sabatino. Per il siciliano il risultato vale probabilmente il mantenimento della 1^ categoria, dopo la difficile e tormentata stagione per i colori del Circolo Roma.
Nel gruppo 5 Rech lotta 3 set (9, 13, 13) con Lucesoli ma non ce la fa ancora. Di Fiore e Manna escono in ordine dal girone 7, mentre il 6 è il gruppo più combattutto e sorprendente.
Giardina difende male il titolo, perdendo in esordio contro Luini 3-1. Si vede che non è in forma. Le prende facile anche da Tomasi e sotto 0-2 con Laghezza rimonta e vince in bella. Chiude 4° ma sarebbe passato se avesse vinto anche in quattro set. L’anno prossimo avremo sia Umbertino che Mondello nei 2^ ctg..
Tomasi chiude il girone come primo, ma fatica non poco per portare al quinto Luini e chiudere 11-5. Laghezza invece passa sul giovane di Pieve e lo esclude dal tabellone.
Nel tabellone crollano i giovani, Bisi contro Manna che si prende la rivincita 3-1 e Rech, che cede a Tomasi dopo il primo set 21-19, a 8 e 9. Tomasi va a medaglia superando tiratissimo al quinto l’amico Crotti, 9, 5, -8, -10, 10. Sulla scia strappa anche il primo game a Bobo, ma poi subisce il previsto ritorno, -5, 10, 7, 4. L’altro bronzo è di Lucesoli che la spunta con Spinicchia con un tirato 10, 11, -15, 8 per poi cedere a Stoyanov in 4 set.
La finale è il match tra i due più forti. In realtà Bobo ha un’altra marcia, un altro ritmo, un’altra abitudine al professionismo pongistico anche se spesso i suoi alti e bassi non fanno apparire chiare le possibilità ad alto livello. Nyagol cede in 4 set pur tirandosela, più elegante ma sempre sotto al ritmo più potente di Mihai.
Stoyanov si rifà nel doppio, dove assieme a Sabatino ha la meglio su Bobo e Yango. Quest’ultimo non appare motivatissimo e la finale scivola veloce e bruttina, 9, 8, 5. I vincitori avevano superato in 5 combattuti set Giardina e Ivan Stoyanov, giustizieri dei collaudati Crotti-Tomasi negli otto. Bronzo anche per Bisi e Rech.

Il secondo oro Bobocica lo agguanta in coppia con Nikoleta Stefanova nel misto superando Stoyanov-Negrisoli che rimontavano da 0-2, perdendo a 8 in bella.
Nikoleta doppiava il successo nel doppio femminile con Tan Wenling facili dominatrici di Negrisoli e Vivarelli.
En-plein della mancina azzurra, che si fa rimontare 2 set da Tan Wenling per vincere 14-12 in bella con tutte le frazioni chiuse col minimo vantaggio.
Da segnalare l’ennesima medaglia in carriera di Alessia Arisi, fermata da Tan dopo che in cinque set aveva fermato Lisa Ridolfi.
Questo torneo però rispecchia bene la situazione del livello femminile che, a parte le titolari della nazionale, vede distanti anni luce le migliori “riserve”. Ma qui il discorso è conosciuto ed il breve commento che regala un titolo nazionale la dice già lunga… anche troppo.

Fine della stagione, arrivederci a settembre.

Aragoste e Tramezzini

18 Luglio 2009 da Ping Pong Italia · 17 Commenti 

Ho ricevuto questo intervento, davvero interessante, da Carlo Pandolfini, una persona che stimo molto per le sue innumerevoli qualità, a cominciare da quelle tecniche, umane, una persona di assoluta integrità morale che ama in modo spropositato il pingpong e naturalmente la sua regione, la Sicilia.

di Carlo Pandolfini

IL PRINCIPIO DI TRASPARENZA.
PER UN CONTROLLO DAL BASSO DELLE RISORSE ECONOMICHE.

Stavo spulciando una roba in sé parecchio noiosa, i Principi Fondamentali a cui debbono attenersi – per volontà del CONI – le Federazioni Sportive Nazionali, preoccupato di trovare chiarimenti sulla controversa Commissione Nazionale Atleti, che in seno alla nostra Federazione non risulta costituita, cosa in sé parecchio discutibile,quando, andando oltre nella lettura, l’occhio mi cadde su: “ Principio di trasparenza ”. Leggevo velocemente, pensando a qualche noioso o astratto principio generale, ed invece sgranai gli occhi dinanzi al suo carattere molto concreto.
E’ da un po’ che cerco un appiglio, una norma, una frase che dica con chiarezza, nel groviglio di statuti, principi, regolamenti Fitet e Coni, che il movimento, le società, i tesserati, insomma la base, devono avere accesso alle informazioni sulla gestione economica della propria Federazione e dei suoi Organi, nazionali e soprattutto territoriali.
Credo molto alla importanza fondamentale di queste informazioni per una crescita sana del tennistavolo, ed aver trovato conferma nei Principi CONI alla mia opinione non poteva che spingermi a scriverci su’ qualcosa.

1.“Il fattor che al mondo tutto move”.

Parafrasiamo per un attimo il Divin Poeta ed occupiamoci di “pecunia”.
Che almeno l’80%, se non più, dei praticanti non sia minimamente interessato alla gestione economica di una Federazione, è naturale.
Partecipare, giocare, divertirsi ed eventualmente vincere, questi gli obiettivi concreti.
Eppure, da qualche parte ad una Federazione i soldi per funzionare debbono arrivare. Di chi sono questi denari?
In gran parte sono denari pubblici, ossia denari dati o dallo Stato al CONI e da questi trasferiti alle Federazioni, oppure dagli Enti Locali direttamente.
Per un altra buona parte, sono denari degli affiliati, società, tesserati che pagano tasse e diritti alla propria federazione per fare attività.
In piccola parte infine sono denari privati, di sponsor che pubblicizzano i propri prodotti tramite la Federazione ed il suo movimento.
Insomma, o si tratta di soldi nostri come cittadini italiani, o di soldi direttamente versati da noi, o di soldi che la Federazione si procaccia grazie anche alle nostre attività.
Giriamola come vogliamo, soldi nostri sono!

2.Controllati e controllori.

E’ l’eterno problema di ogni organizzazione che si richiama ai principi di democrazia. Controllare chi gestisce il potere. Già i latini si chiedevano “quis custodiet custodes?”
Che a gestire questi proventi in una Federazione Sportiva sia chiamato un organo collegiale, il Consiglio Federale, è garanzia di pluralità di soggetti che collaborano e intervengono nelle decisioni, che a controllare il Consiglio Federale sia chiamato un Collegio di Revisori dei Conti è garanzia di rispetto delle normative contabili e dei principi di efficienza ed economicità nell’impiego, ma…in concreto…come possono gli affiliati, i tesserati, la base del movimento conoscere, essere informati sui contenuti della gestione?

Facciamo il classico caso limite.
Se io Federazione, per esempio, destinassi quasi tutti i soldi che ho ad un singolo evento durante l’anno e lasciassi gli altri 11 mesi senza attività i miei affiliati, formalmente ciò sarebbe corretto, e se poi tutti i documenti fossero in regola, i Revisori non avrebbero nulla da dire.
In realtà però probabilmente seminerei lo scontento tra i miei associati.
Qualcuno si alzerebbe sù e direbbe: “ Oh, ma com’è che facciamo solo un torneo l’anno?”
Qualcun’altro in Federazione magari gli risponderebbe:” Abbiamo i soldi solo per quello”.
Fine della discussione.
“Hai visto, te l’avevo detto, facevi meglio a star zitto, ti devi sempre fare riconoscere. – interverrebbe un altro – Quei poverini più di così non possono fare!”

3.Il problema dell’affiliato pignolo.

Poi c’è sempre quello più “tignoso”, che fa: “Scusate, sarà tutto a posto, ma…posso sapere quanti sono questi soldi che abbiamo, ed anche come li spendete? Non dubito che li spendete in modo corretto, però magari se invece di organizzare quell’unico grande Torneo in un anno dove fate la cena di gala con le aragoste, la fate in piedi e con i tramezzini al salame…ecco, magari di Tornei ne organizziamo due!”
Ora, mi chiedo, questo affiliato diciamo “pignolo” ha diritto di cittadinanza, è legittimo che abbia questa sete di conoscenza, oppure l’unico suo diritto è quello di concorrere ad eleggere i Reggitori del Bene Comune, e poi finirla lì, fino alle prossime elezioni, di cercare il pelo nell’uovo?
Può esser messo a conoscenza di quanto si è speso per quell’ unico faraonico Torneo e per la mangiata di aragoste? Oppure il controllo dei Controllori è la cosiddetta pietra tombale, diciamo una specie di “ Diger Seltz” d’antan, se qualcuno di voi lo ricorda a fine pasto quando si mangiava parecchio pesante?

4.Feudalesimo nel 21° secolo.

Su tutto ciò mi arrovellavo, e più ancora che sulla gestione nazionale della nostra Federazione, di cui ho immeritatamente – a dir di qualche mio chiamiamolo ammiratore - frequentato per un paio d’anni il Consiglio Federale, e di cui ho avuto accesso a dati, bilanci, delibere, e varie, tutti redatti con grande professionalità e precisione, più ancora mi arrovellavo, dicevo, sulle gestioni dei Comitati territoriali.
Apro una parentesi doverosa. Ho conosciuto davvero tanti Presidenti Regionali, ed ho avuto notizia del lavoro di tanti Consigli regionali, davvero ammirevoli, per l’entità dei sacrifici sostenuti a fronte di risorse in qualche caso veramente misere, per la volontarietà e gratuità del loro contributo a fronte di tanti adempimenti spesso onerosi e complicati, però,…però…il meccanismo di controllo della Gestione proprio non lo digerisco.
E’ un mattone che mi sta sullo stomaco, e non scende giù neppure con una scatola intera dei vecchi Diger Seltz!

E’ una norma chiaramente in contrasto con lo Statuto. Non vi voglio affliggere nella lettura richiamando commi, articoli, regolamenti di contabilità della Federazione, né su quella volta che la bozza di riforma fu formulata in un modo e poi il testo portato in Consiglio vide sparita senza neppure un cenno la parte più importante!
Lasciamo perdere! Sarei ancora più prolisso e noioso di quanto già sono.
Vige, nella nostra Federazione, un meccanismo che ricorda abbastanza più il feudalesimo, che l’era della Information Tecnology.
Il rappresentante nella Regione della federazione, che è il Presidente Regionale, è una persona a cui sono affidati i denari in prima persona – è il delegato alla spesa - e che di questi denari risponde soltanto agli Uffici ed agli Organi Centrali.
Ricordo, come dato comparato, il sistema medievale-feudale in cui il Re nell’impossibilità di controllare vasti territori affida gli stessi a conti, duchi, baroni, i quali, in cambio del giuramento di fedeltà, a lui e a lui solo rispondevano – e non ai sudditi - delle tasse e gabelle che prelevavano.
Non nacque forse così la leggenda di Robin Hood?
Sarà il Presidente Regionale, se lo riterrà di sua scelta e premura, comunicare la gestione economica al Consiglio regionale, ma se questa pena non volesse darsela e darla ai Consiglieri, i suoi Controllori sono lì, lontani il giusto e l’opportuno, a Roma, in teoria rigorosi e molto precisi nell’esame, in pratica ovviamente penalizzati dalla lontananza dai casi concreti.
Con una variante, nel nostro caso, per adattare la sostanza medievale al simulacro della forma della moderna democrazia: il Gerente delle cose regionali lo scegliamo noi tutti, le società del territorio, ma Egli non a noi risponde della Gestione ma a questa Entità lontana.
Con noi si preoccuperà di essere disponibile, gentile, pronto a risolvere i nostri problemi di associati, ma della parte economica a noi non deve proprio dar confidenza!
E così, tornando al nostro caso limite, se l’affiliato “pignolo”, vedendo mangiare le aragoste alla cena di gala del Torneo, si inalbera e chiede perché non cenare a tramezzini al salame, il Lontano Controllore, che vede solo la ricevuta, delle aragoste nulla mai saprà, storcerà magari un po’ il muso, se la cifra è sopra le righe, ma alla fine c’è qualche norma che vieta di dare la cena di rappresentanza a fine Torneo?
E se ragionando per assurdo un Comitato regionale mettesse in bilancio consuntivo di aver fatto tanti stage regionali, tanta attività tecnica, ecc. il Lontano Controllore come fa a sapere se i documenti corrispondono a ciò che si è realmente svolto ed è stato davvero fatto?
Occhio non vede, si dice, cuore non duole.
5.L’ Art. 11 comma 2 dei Principi Fondamentali di una FSN.
“Il bilancio consuntivo annuale e le relazioni illustrative, dopo l’approvazione del CONI, devono essere trasmessi a tutte le associazioni e società sportive aventi diritto a voto, oppure pubblicizzati per il tramite del sito federale.”

Che norma icastica. Chiara, breve, esemplare. Un miracolo nel nostro disastrato Paese, dove ormai ad interpretare una norma spesso non riescono neppure quelli che l’hanno redatta.
Sgranai gli occhi, quando la lessi, un po’ di tempo fa, ed attesi. Certo nella sua semplicità la norma manca di un termine, volendo si può anche decidere di trasmettere o pubblicare il tutto dopo 6 mesi o un anno, ma credo che il cosiddetto “spirito delle leggi” verrebbe un po’ tradito.
Una volta vigeva la formula “visto, si pubblichi”, per rimarcare la fluidità temporale tra un documento e la sua pubblicazione, ed anche adesso una qualunque Gazzetta Ufficiale pubblica immediatamente leggi, regolamenti e norme d’ogni genere appena approvati. Massimo 30 giorni, dice la legge.
Cosa attesi, dunque? Nell’era di Internet, la pubblicazione sul sito federale di questo bilancio consuntivo annuale e dei Bilanci Regionali.

6.Il Principio della Trasparenza o quello dei Vasi Non Comunicanti nella gestione?

Principio cardine ormai di ogni ente democratico, esso consente a chi partecipa di un organismo di ricevere le corrette informazioni sul modo in cui viene amministrato.
La Trasparenza consente il controllo dal basso, in quanto chi vuole conoscere è in grado di farlo. E quindi è in grado di giudicare correttamente l’operato di chi amministra, eventualmente criticarlo, e fare la scelta migliore al momento di esprimere il suo gradimento con il voto.
Al Principio della Trasparenza si può contrapporre quello che io chiamo “Principio dei Vasi Non Comunicanti”.
Ognuno viene a conoscenza solo di ciò che lo riguarda direttamente, e lo contratta da cliente a Gestore, in cambio del proprio appoggio, tanto al complesso della gestione, quanto al momento di esprimere il proprio voto.
La parola “clientes”, da cui il neologismo “clientelismo”, è parola latina, e indicava nell’antica Roma la folla di soggetti che si accalcavano negli atri delle case patrizie, attendendo di ricevere prebende, favori, o di mercanteggiare prodotti, o di ottenere lavori, insomma beni o utilità dal potente di turno. Per loro e a loro nulla importava degli affari generali del Patrizio romano, ma di avere con lui un contatto diretto.
A cosa porta tutto questo? A trascurare l’interesse generale, il bene comune in vista del proprio personale vantaggio. A chi ragiona come un “clientes” nulla importa dell’interesse generale, anzi questo è visto come un fastidio, in quanto il Patrizio più sarà obbligato a curare gli interessi di tutti, meno potrà soddisfare gli appetiti di alcuni.
Credo che ormai le cose possano esser chiare.
Chi amministra per tutti a qualunque livello una organizzazione fa innanzitutto una gestione finanziaria.
I soggetti da cui provengono le risorse ed anche il consenso per amministrarle possono scegliere se voler controllare il complesso delle risorse o accontentarsi di percorrere la scorciatoia del rapporto diretto con i Gestori.
Il Principio della Trasparenza richiesto dal CONI pretende che la Federazione e gli affiliati percorrano insieme la prima strada e non la scorciatoia.
Perché? Perché è dimostrato – ricordate il detto: il cavallo buono si vede a fine corsa? – che a gioco lungo un sistema aperto alle informazioni ed ai controlli dal basso produce nel complesso risultati migliori di un sistema chiuso a compartimenti stagni.
In concreto significa che se una somma, poniamo 1.000.000 di euro, può esser destinata a
Funzionamento dell’organizzazione, Attività Internazionale, Attività Nazionale, Promozione e diffusione, Settore Tecnico, Manifestazioni ecc. ecc., ognuno di noi leggendo il Bilancio Consuntivo saprà esattamente come essa ogni anno è stata impiegata, e quindi a quel punto l’affiliato pignolo si convincerà che meglio di così non è possibile, oppure al contrario che in quel modo si buttano via i soldi senza costrutto.
E a quel punto potrà scegliere a ragion veduta se continuare a dar fiducia a quei Gestori o li vorrà cambiare al momento del voto. E, nel frattempo, soprattutto, avrà le informazioni giuste per poter criticare, pressare, stressare, chieder conto e ragione ai Gestori. Senza dovere arrampicarsi sugli specchi e rischiare sempre di essere sbugiardato per carenza di informazioni.

7. Principio di Trasparenza nei Comitati Regionali.

Ancora più fondamentale è che questa norma si applichi in Federazione ai Comitati Regionali.
A coloro che già pubblicizzano e mettono a disposizione di tutti il loro Bilancio Consuntivo, e a quelli che ancora non lo fanno.
I Comitati regionali come abbiamo visto ricevono risorse pubbliche e neppure hanno propri Revisori che ne controllano la regolarità in loco. Qui il controllo dal basso, di organismi di Gestione che le Società Sportive vedono tutti i giorni in quel che fanno, è ancora più determinante per controllare il buon uso delle risorse ed evitare distorsioni possibili ed usi scorretti.
Un amico della Federazione Pesistica mi diceva come fosse assolutamente normale per le Società affiliate ricevere ogni anno il Consuntivo delle Entrate e delle Spese effettuate anche in Regione.
Sia cura dunque della Federazione Nazionale inviare alle Società non solo il bilancio Consuntivo Nazionale, ma anche quello del Comitato Regionale di appartenenza della Società.
Perché ogni Società sportiva è sacrosanto che sappia come i soldi di tutti sono stati impiegati.
Il movimento del tennistavolo non potrà che averne un gran bene. Se ci fossero sprechi o un uso distorto delle risorse verrebbero facilmente a galla, molto più di quanto possa fare un Funzionario amministrativo a Roma.
Che purtroppo questo principio all’interno della nostra Federazione incontri tante immotivate resistenze, lo posso dimostrare attraverso un caso clamoroso: è di pochi mesi addietro una rivoluzione NEI CRITERI DI ASSEGNAZIONE DELLE RISORSE AI COMITATI REGIONALI, devo dire che mi ha indignato parecchio che non se ne sia data nessuna comunicazione concreta alle Società ed al movimento.
Quali sono questi nuovi criteri FITET, si può sapere o è un segreto da custodire?

8.Due parole sulla gestione Fitet.

Per quanto già tanti dirigenti conoscano lo “Stato delle Cose”, non tutti i tesserati Fitet conosco gli indirizzi del Bilancio della Federazione.
E’ un po’ come guidare una macchina in un centro storico, costellato di divieti, sensi unici e limitazioni di ogni genere.
La macchina Fitet va dunque guidata in un certo modo, il Presidente ed il Consiglio devono seguire i percorsi dettati dal CONI.
I soldini provenienti dal Coni, che corrispondono a più dei 2/3 degli incassi, possono essere usati per fare esclusivamente certe cose:
1. Far funzionare la macchina, cioè pagare l’Organizzazione, gli stipendi e l’apparato;
2. Portare la macchina alle gite all’ estero – lo dico senza malizia, oh! – cioè far fare attività internazionale finalizzata alle Olimpiadi, insomma preparare le Olimpiadi, ed è anche giusto che sia così, visto che formalmente i soldi vengono dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano.
I soldini che provengono dagli affiliati e dagli sponsor che si procaccia la Federazione devono servire a tutto il resto:
1. A guidare la macchina in Italia, cioè a far svolgere l’attività nazionale;
2. A far salire in macchina più gente possibile, cioè a promuovere e diffondere il tennistavolo;
3. Ad insegnare a portare la macchina a qualcuno di quelli che ci stanno su, cioè a formare dei piloti, ossia il settore tecnico ed i dirigenti.
Poi siccome una macchina da sola che gira tutta l’Italia non può andar bene, ci sono tante piccole macchinine, i Comitati Regionali, i quali riproducono in scala, escluse le gite fuori porta per preparare le Olimpiadi, lo stile di guida della macchina grande. Un tanto va al funzionamento, un’altra parte all’attività.
Fuor di metafora, pubblicare i bilanci significa che ognuno il quale decida di salir su la macchina della Federazione conosce la destinazione, il percorso, le fermate, insomma il piano di viaggio, è un passeggero consapevole e non un autostoppista tirato su per un passaggio.

9.Come il controllo dal basso può migliorare la Gestione (epilogo).

Se qualcuno fosse sopravvissuto alla lettura, spero soprattutto qualcuno dei tanti giovani e meno giovani pongisti interessati soprattutto a giocare, ( ma attenti ragazzi che mettete in campo tanta passione per questo sport, avete il diritto di pretendere di giocare nelle migliori condizioni possibili!), credo ormai di avervi annoiato abbastanza.
Concretamente, se la nostra Federazione ha un numero basso di tesserati, si può vedere quante risorse vengono destinate alla promozione e diffusione, se il livello tecnico generale è inferiore rispetto agli altri Paesi si può sapere quanta parte è destinata alla formazione tecnica, se i suoi giovani non emergono a livello internazionale se ci potrebbero essere risorse per programmi più ambiziosi, se ci sono troppi pochi impianti fissi in giro per l’Italia, se si possono fare investimenti in questa direzione, se nelle scuole il tennistavolo è assente, se ci sono o no fondi per incentivarlo, ecc. ecc.
Tutto questo con cognizione di causa, cioè cifre alla mano, e non per sentito dire.
Conoscere entità dei fondi ed impiego delle risorse significa per tutti essere liberi di partecipare, proporre, venire correttamente informati, e dare così gli input giusti ai dirigenti federali continuamente e non una volta ogni quattro anni al momento del voto.
Tanto più oggi, nell’epoca in cui Internet consente mediante Blog & Forum una partecipazione in tempo reale alle scelte e quindi ai Decisori di avere riscontro del proprio gradimento praticamente in diretta.
Faccio un paio di esempi conclusivi.
Se un Comitato regionale ha la possibilità in bilancio di destinare una parte dei fondi per manifestazioni regionali, e i Tornei regionali si facessero invece in impianti molto deficitari, si potrebbe chiedere - conoscendo le cifre - di organizzarli un paio di volte l’anno a spese del Comitato regionale in Palazzetti degni di questo nome e affittati per l’occasione.
Se una Federazione Nazionale spende una cifra molto importante per organizzare una manifestazione e poco o nulla per la diffusione del tennistavolo sul territorio, si potrà chiedere di andarci più leggeri e dirottare una parte di questa cifra per iniziative in tal senso, oppure per aprire Centri Federali Interregionali in cui preparare atleti di Interesse Nazionale alle Competizioni Internazionali, insomma, conoscendo bene le cifre, si potrà creare un movimento d’opinione il quale presserà i Gestori affinché rivedano le loro scelte di Gestione finanziaria.
E allora, amici pongisti, cosa preferite?
Aragoste per alcuni o tramezzini indistintamente per tutti?
E tu, Federazione, cosa preferisci?
Una autentica casa di vetro in cui tutti vedono tutto o un bel bunker ben sigillato?

I CI di Alberto Vermiglio (parte I)

13 Luglio 2009 da Ping Pong Italia · 64 Commenti 

Ho ricevuto questo prezioso resoconto sui Campionati Italiani di Conversano dall’amico Alberto Vermiglio che ringrazio per il contributo e anche per la fatica che ha sostenuto scrivendo questo lungo pezzo, La gara è divisa in due parti, oggi vi propongo i IV e i III.
Buona lettura
di Alberto Vermiglio

Campionati Italiani di Conversano (BA) 2009

Sono ormai passate alcune settimane dall’appuntamento che ha concluso la lunga stagione pongistica 2008-09. Anche se un po’ in ritardo proviamo a riportare qualcosa su queste gare contraddistinte dal sole e dal vento di una delle regioni più belle della Penisola.
L’appuntamento, come si sapeva, è stato spostato da Bari a Conversano, con meno difficoltà per gli atleti, visti i soli 17 km per la maggioranza che alloggiava nel villaggio di Cala Corvino.
Qualcuno si è lamentato per questa sistemazione; qualche altro no. Io ci ho passato 8 giorni, dai doppi 4^ctg ai gironi dell’assoluto e devo dire che mi sono trovato bene, avendo scelto un appartamentino che abbiamo diviso in 6. Stessa cosa avevamo fatto a Termeno e vi consiglio vivamente questa soluzione, sia per risparmiare che per divertirvi e socializzare con tutti.
Il trasporto verso il palazzetto era servito dai pullman dell’Aeronautica Militare e insomma, nonostante qualche lamentela di approccio nei primi giorni veterani, credo che la sufficienza questa volta la Fitet l’abbia guadagnata in rapporto alle difficoltà che presenta una manifestazione così lunga.
Purtroppo il vero problema è proprio questo, si continua ad insistere con questo “appuntamento fiume” , un mezzo mese di gare che accorpa tutte le categorie ed un “mucchio selvaggio” di atleti tra i quali molti di non eccezionale qualità in tutte le categorie assieme a quelli un pochino più validi (ad eccezione dell’assoluto….obviously!).
Sarebbe ora di capire se val la pena continuare su questa strada, poiché rispetto alle prime edizioni simili, mi pare che siano sparite tante cose.
Non ci sono più “vallette bionde”, pompose sfilate dei comitati regionali. A Conversano era tutto un po’ più “desertico” in sintonia col paesaggio ..:-)).. Chissà l’anno prossimo a Ponte di Legno … potrebbero tornare utili nuovamente i Mondiali di Calcio per ravvivare il clima, cementare le amicizie tra le varie regioni ed illuminare con gli accendini, alla “Concerto di Baglioni”.
Sarebbe invece ora di valutare come suddividere le gare, più sciolte e meno compresse per via del numero dei partecipanti, più qualitative e con molte, ma molte meno presenze regalate.
Pare invece che il prossimo sistema di regolamenti e tornei porterà a qualificarsi ancora molti 4^ ctg nel torneo 2^.. guarda un po’::! Staremo a vedere..!

4^categoria
Nel Torneo Maschile si è consumata una delle sorprese più grosse dell’intera edizione. Il favorito era indubbiamente il giovane umbro Alessandro Baciocchi. Allievo primo anno, approdato alla nazionale e con soddisfacenti prestazioni. Era la N.1 indiscussa, in virtù di un già significativo n.227 del ranking nazionale ma è uscito in modo imprevisto nei quarti di finale per mano del pari età “Scugnizzo Massarelli from Mugnano“.
Vale come al solito la regola… Il genio ed il talento (la potenza) non sono nulla senza il controllo? Lo scorso anno dissi che mi piaceva molto questo giovane, dotato anche di notevoli mezzi fisici (faceva ginnastica artistica). Intendiamoci, si può sempre perdere e ci può stare anche lo stop imprevisto, ma “Baciocchino” mi sembra un pochino “cazzeggione”.
Quando, con fatica troviamo qualche bel talento che con la nazionale potrebbe far vedere qualcosa di buono, dobbiamo poi pensare quali sono i motivi e gli elementi che ci vedono distanziare dalle altre nazioni, in brevi periodi.
Cosa fanno da loro mentre noi abbiamo i nostri campionati, i nostri tornei giovanili e di categoria anche con i senior, dove tra l’altro questi ragazzi sorprendono spesso positivamente?
La differenza non tanto della qualità, quanto della concretezza in pari età si è vista chiaramente lo scorso anno agli Europei Giovanili di Terni.
Forza Baciocchino, è impossibile che mi schianti un 2^ctg e poi ti fai irretire nel giochino e ti innervosisci fino a mollare, o almeno questo è quello che sembra da fuori.
Ok, la scusante c’è, Maurizio Massarelli è un buon allievo ‘95, mica stava li per prenderle, ovvio.. Ok, in panchina di la c’era il volpone Eliseo, Ok, la pressione si può far sentire. Ma …si può dare di più!… Cantava Gianni Morandi …!
Comunque non vorrei che parlando della sorpresa Baciocchi, passasse in secondo piano il vincitore. E chi è costui?… Uno dei soliti ..rentrèè… revival… che nei quarta capita spesso di incontrare, nientepopodimeno che ..Marcello Mondello.
Esatto!. L’ex 1^ctg, che ormai da qualche anno sale e scende dagli ultimi livelli, qualcuno dirà per “rubare le caramelle ai bambini”…!
Beh !..Intanto i “bambini” che girano, ed anche qualche altro più grandicello, non è che stiano proprio li con la scatola aperta guardando in aria mentre arriva uno che gli mangia tutto.
Un Italiano 4^ è una gara dura e lunga… Ti può sempre capitare l’avversario imprevisto che magari pesca anche il Jolly, dopo essere uscito 1° o 2° da uno dei 132 gironi (minkia! Ma proprio 132?)
C’erano diversi favoriti. Uno di questi poteva essere il siciliano Marcello Puglisi, che poi non è venuto. Mondello aveva già vinto un torneo 4^ctg ad inizio stagione, poi aveva giocato una C1 che lo vedeva presentarsi solo n.499 del ranking e n. 35 del tabellone di Conversano.
Davanti c’erano altri giovani, il piemontese Damasco, n.2 e già 253, l’altro junior reggiano Campisi, n.4 e 297, ma anche Buccheri, Guardiano, Barberi, Bianchin, Bella, solo per dirne alcuni.
Le sorprese non sono mancate. Giacomini di Senigallia ha fatto il torneo della vita, raggiungendo gli ottavi e piegandosi solo a Baciocchi.
Un altro giovane quotato, Marco Bacci di Torino (n.13) è andato a sbattere su un certo Carmine Mainiero (peloso classe ’85) nei 32ì di finale. ..La n.2 Buccheri esce anch’egli nei 32ì contro Biagio Izzo, prima di incontrarsi con Mondello., che negli ottavi regola in 3 set, il giovane e bravo Federico De Marco, valdostano del Torino.
Nei 16ì cede Appolloni junior, dopo aver eliminato al primo turno la n.6 Steven Barberi, contro il sardo Muzzu che negli ottavi elimina anche Cellura per poi lasciar strada sempre a Mondello. Nei 16ì esce un’altra vecchia conoscenza, “Il Manzini” col laziale Pigna.
A Conversano è in gran spolvero il “King Maietti”. Raggiunge nientemeno che gli ottavi, fermato dal potente e giovane “rossomalpelo” Damasco.
Il “King” però, classe ’47, vanta un bel record. Ben 20 gare di singolo a Conversano, finalista nei veterani 3, ha giocato sia i 3^ che i 2^ ctg, più i doppi.. Gran Bestia il King!
Si ferma nei 16ì lo junior Campisi, per mano di Levon Zakarian, ma poi va nei quarti Angelo Massaro che lascerà la semifinale al siciliano Giovanni Guardiano (n.5 e 1° nel suo girone nonostante la sconfitta con Nicolò Appolloni). Guardiano accede alla zona podio, dove regola agevolmente in 3 set proprio il giovane Massarelli. L’allievo del Mugnano dopo il primo turno con Franchi ha dato vita ad una serie di battaglie durissime. Quinto set con Ferreri e con De Bari, tirato in quattro set con Ganimede (n.9) ed ancora in “bella” …con Davide Bella (n.8). Qui, come già detto, trova il favorito Baciocchi e lo fa impazzire in 4 set, mandandolo a spasso e costringendolo ad errori gratuiti. Indubbiamente lo “scugnizzo” se l’è guadagnata “la pagnotta” del podio e adesso spera anche la maglia azzurra agli europei di Praga.
Dall’altra parte del tabellone Marcello Mondello va avanti a suon di 3-0, fino alla semifinale con Giovanni Coletta, n.10 del tabellone, che arriva in fondo secondo le aspettative del “bookmakers”… Il pugliese strappa il secondo set a Marcello ma poi cede a 6 gli altri due accontentandosi del bronzo.
La finale è quindi tra Guardiano e Mondello, col siciliano che sorprende in rimonta il calabrese nel primo set, 15-13, ma poi Marcello inizia pazientemente a metterne una dopo l’altra fino a che non ha la palla buona per piazzare la spalettata di rovescio. Certo non è più il “pistone” di una quindicina d’anni fa, anche lo sguardo è un po’ affaticato, ma è quanto basta per portarsi a casa il titolo.
Il doppio vede vincitori Baciocchi e Campisi, facilmente pronosticati, ma al quinto set su Mondello e Curello , mentre le medaglie le spuntano dopo vere e proprie battaglie in bella, De Vecchiis e De signori bus del teramo e Cufano-Cuminetti di Milano.
Singolo Femminile 4^: quindici gironi per un tabellone quindi ben più ristretto del maschile.
Le favorite sono le bimbe del futuro, n.1 Bianca Bracco, n.2 Giorgia Piccolin, ma salta fuori Paola Coniglio. La siciliana del TT Pace del Mela infila quattro turni consecutivi vinti al quinto set, in semifinale proprio con la altoatesina Piccolin di 17 anni più giovane Dall’altra parte è la giovane di Alto Sebino, Michela Albertinelli che sorprende in tre set (10, 9, 9) la n.1 Bianca Bracco ed accede alla finale, dove impegna per 4 set l’esperta siciliana. Strappa il primo game a 11, ma soccombe poi a 5, 5 e 9, lasciando il titolo a Paola Coniglio.
Nel doppio invece, Giorgia Piccolin, in coppia con Verena Totis, si prende la rivincita sulla Coniglio, affiancata da Ana Sercer, battendola facilmente in soli tre set.
Doppio Misto 4^: Anche qui Paola Coniglio subisce il ritorno di una giovane avversaria del singolo. E’ la Albertinelli, in coppia con Rinchetti, ad eliminare la siciliana affiancata da Buccheri, 3-0 aò terzo turno. I lombradi arrivano poi fino alla finale ma qui trovano l’ostacolo insormontabile. Alessandro Baciocchi e Giorgia Piccolin lasciano solo due set in tutto il torneo portando a casa il loro secondo oro personale.

3^ categoria
Si dirà che io sono restrittivo, cattivo, insomma, dite come vi pare, ma 58 gironi per 227 iscritti al singolo 3^ctg, quando con alcuni giovani in crescita, i rientri all’agonismo di ex 2^ fortissimi, la cerchia dei favoriti si restringe ad atleti già tutti dentro al ranking di 2^ categoria, mi sembra esagerato.
La cosa è tanto più assurda se si pensa che praticamente in ogni girone era certamente presente almeno un 4^ ctg che spesso non ha vinto nemmeno un set.

Se dobbiamo poi pensare che i migliori 3^ctg devono fare in 2 giorni, girone (spesso inutile) la mattina, un doppio al pomeriggio (e resta poi da vedere a che ora sono stati i gironi, visto che erano 58), il girone dopo magari un misto, dopo un tabellone ad eliminazione diretta con partite una dietro l’altra, mischiate ai turni femminili. Dopodichè,… alcuni di questi sono poi 3^ctg che magari la mattina dopo hanno anche dei gironi 2^ in cui dovrebbero essere protagonisti…(?).

Se vogliamo una qualità ed una crescita, qualcosa bisognerà cambiarlo.Si pensava che mai come quest’anno il torneo 3^ctg fosse così combattuto ed interessante. Con le nuove classifiche troviamo fino le teste di serie fino alla n.16 nel ranking dei 2^ ctg.
La n.1 è l’allievo 2° anno Seretti, già molto avanti, vincitore dello scorso anno e dominatore in una forte B1. Idem per la n.2 Rossini, junior, la n.3 Sanvitale, la n.4 Pavan. La 5 è il favorito di molti, Fabrizio Puglisi, classe 1980, già n.17 d’Italia nel 2003. La n.6 è un redivivo Ruscelli, la 7 Malpassi che ha nei primi turni contro storti pari età i pericoli maggiori, poi la 8, Luigi Rocca e la n.9 Federico Baciocchi sono gli ultimi che godono del favore pronostici per la possible vittoria finale.
Da un po’ di anni ormai si gioca agli undici e quando poi si mettono dentro livelli molto diversi, certo le sorprese possono verificarsi.
Seretti non lo vediamo da febbraio ai tornei Svolge una preparazione particolare con l’amico Mutti. Ha fatto molti open all’estero. Ha un girone da tre che diventa da due per l’assenza di La Torre. Gioca solo col “vecchio” Fabio Angiolella. Vince il primo Damiano, poi comincia ad andare in confusione. Vuole spaccare la difesa classica del romanaccio!… va sopra 2-1 ma ci rimette le penne. Sorpresona che sconvolgerà la parte inferiore del tabellone.
Nel girone 2, Davide Rossini non rischia di meno. Passa su Morante ma recupera per i capelli il match con Perricone, rischiando di perderlo 3-1.
E’ un momento difficle della mattinata in palestra per i favoriti giovani. Nel girone n.3, anche Sanvitale deve recuperare sotto 1-2 con Baraccani, mentre la n.4 Federico Pavan, va sotto 0-2 e annulla il match point al quarto con Macchitella..
La n.6 Ruscelli in vantaggio facilmente su De Sario perde due set a 9 ed il match. Esce ugualmente primo per ritiro del pugliese per infortunio. Gli altri favoriti non hanno problemi e il tabellone si compone con la sola mina vagante di Seretti.
La mattina dopo, come prevedibile si apre il buco del tabellone nella n.1. Tra difese Angiolella e Bono, passa il siciliano e quindi negli ottavi entra facilmente il Modenese Ghitalla (n.16) passando 4 turni per 3-0, ma che poteva giocarsi meglio l’accesso ai quarti con Rocca, vince il primo e cede 2 set a 11. Il calabrese di Sardegna aveva superano più o meno allo stesso modo Federico Baciocchi.
Mai viste due legnate come quelle dispensate da Mattia Contu nei 16ì e negli 8ì. La prima la prende Federico Pavan, che per tutto l’anno ha piallato gente a rotta di collo e col sardo raccoglie 15 punti in 3 set. Sullo slancio Mattia ne fa fare 14 al modenese Dall’Olio, ma quando è ora di giocarsi la semifinale con Puglisi, nasce una discussione su urli, spigoli e servizi presunti irregolari.
C’è da dire che se non sei mancino con Puglisi non è che si veda granchè (il più delle volte), soprattutto se sei poi un 3^ctg. Certo è che Contu molla il match e non lo gioca proprio (5, 5, 0).
Quello che accade in questa, come in tante altre partite fa pensare al molto “permissivismo” che gli arbitri concedono già sin dal primo giorno dei veterani…. (?) ..Mah!!.. Che dire.. se si pensa a cosa non era consentito fare 3 anni fa a Jesolo!. O quello che verrà poi richiamato ad Aliberti nei 2^ctg.!?
Comunque andiamo alla parte sotto del tabellone. Seretti capita a Sanvitale, che poveraccio nemmeno con il “bye” del primo turno se la può prendere.
Pasquale se la gioca anche, ma scossa sempre la capa, non ci crede, ..eppure .. e invece niente, 6, -11, 6, 10, e conseguente scoramento di Eliseo quando un suo allievo getta troppo presto la spugna.
Ma inizia il calvario anche per Seretti. Damiano non è quello visto lo scorso anno. E’ più nervoso. Cos’ha?… Non giocherà i 2^ctg. Deve rientrare per gli esami. Vien da pensare anche qui. Non tanto agli esami e alla scuola, per carità! Questo ragazzo ha dei numeri (io la vedo così), ha la società più organizzata, un allenatore tra i migliori ed esperti. Io insisto: cosa soffrono i nostri ragazzi che all’estero non dimostrano di patire?…
Il terzo turno di Seretti è con l’ostico vercellese Gallina. Può andar sotto 0-2, ma la ribalta, però soffre molto al quarto ai vantaggi. Non c’è il suo coach in panchina, ma deve seguire anche un altro atleta importante, Marco Bianchini (che la sera prima ha fatto vincere il doppio). Fu così anche lo scorso anno ma, spesso da solo, vinse e mostrava più grinta.
Comunque è nei quarti con Amenta, il bloccatore siciliano che ha più o meno facilmente fatto fuori, Cacciapuoti, Righini e Liambo. Amenta si porta in un lampo sul 2-0. Ma Seretti inizia la rimonta e sembra tutto a posto sul 2-2. Ma di nuovo si blocca parte male e fa partire bene l’altro. Va sotto 7-3. Poi due fiammate di 4 punti. I primi per pareggiare e i secondi per buttarla via. In contemporanea il compagno Bianchini esce facilmente per mano di Rossini.
Amenta esce il turno dopo per mano di Ruscelli, 3-0 (anche se con due set a 11). Il romagnolo ha un tabellone spianato ed è in semifinale.
Si delinea la fase finale. Resta in corsa Malpassi che ha superato i pericoli dei suoi “coetanei”.e regola facilmente la difesa di Atz per entrare negli otto contro Rossini. Arrivati a questo punto era una semifinale che in molti davamo certa per il Riccardino da Grosseto. .. e così è: 3-0 senza storie.
Le semifinali sono due battaglie, anche se un po’ diverse. Punto su punto quella tra Rocca e Puglisi. Il calabrese del Cagliari ce la poteva fare e magari avrebbe cambiato le sorti del torneo. Così non è . Grandi urli, gran bei punti, gran guerra e la spunta il più guerriero, Puglisi, che sembra uno di quei soldati magri, scuri e nervosi dipinti sui muri o sulle anfore greche o egiziane.
Molto diversa l’altra semifinale. La ricorderò bene per molto, visto che ero seduto in quella panchina. Ruscelli parte bene (ha già vinto a Terni col Malpassi e questo forse è uno “svantaggio”) e va sul 9-4, poi si spegne la luce e perde a 11. Nel secondo niente da fare, Riccardo è una volpe e chiude a 8. Poi però sembra un massacro. Sono impallinate da tutte le parti, 11-5, 11-5 e 8-1, poi 9-3. Poco importa come poteva finire. Conta chi vince. Non si sa come ne vien fuori il toscanaccio ma sul 10-8 ne fa 5 lui e 3 quell’altro. Mentre Ruscelli è ancora seduto stravolto, Puglisi sta già avanti 1-0 in finale. Finisce presto con Malpassi che non vede né i servizi, né i top spin ed il resto! 3-0 facile. Vince quello che era favorito, qui deludenti i giovani del futuro, anche se già da oggi saranno di nuovo i favoriti.

Doppio Maschile 3^: In semifinale certamente le quattro coppie più forti in assoluto. Dopo quattro turni in scioltezza, Ghitalla non capisce cosa succede a Ruscelli in semifinale. Sta facendo le prove per il singolo del giorno dopo. Si spegne la luce al mancino contro Pavan e Rossini nei primi 2 set e mezzo. Ghitalla risolleva le sorti e si va al quinto ma la i n.1 non rischiano più di tanto e guadagnano la finale. Sotto invece è più scontata la supremazia di Seretti e Bianchini su Vellucci e Sanvitale che cedono la finale per 3-1. La finale è bella, con Pavan e Rossini che giocano bene, ma ad un certo punto nulla possono contro le devastanti fiondate condite da urlacci di sfogo di Bianchini che guadagna il suo giusto oro. .. Gran braccio, peccato i troppi black out del singolo.

Singolo Femminile: Solo la giovane Asia Richini, Ragazza ’97, di Alto Seibino mette in difficoltà al secondo turno la torinese Alessia Tarallo, portandola al quinto set, dopodiché è una sfilza di 3-0 senza speranze per le avversarie arrivate al tabellone finale dai 19 gironi eliminatori. La sorpresa più grande la provoca Michela Albertinelli (gran vivaio sforna bimbe brave quello dell’Alto Sebino) che nel girone n.2 fa fuori nientemeno che Alessia Mirabelli, spedendola mina vagante nel tabellone, tant’è che al secondo turno la favorita del Livorno perde facile con Ines Sercer, concludendo prima del previsto il suo italiano.
In finale la sarda Claudia Murtinu non può nulla contro la insuperabile Tarallo ma raccoglie il meritato argento dopo aver fatto secche Anita Walter, Paola Coniglio e Giorgia Piccolin.
Alla giovane bolzanina e all’aretina Ambra Fiorini il podio di bronzo.
Nel Doppio Femminile si ripete l’oro per Alessia Tarallo in coppia con Rosaria Mauriello, incontrastabili dalle avversarie.
Nel Misto tornano all’Oro i collaudati Egon Bertignoll e Anita Walter che in finale hanno la meglio su Federico Baciocchi e Chiara Colantoni, dopo aver superato in semi il fratellino Alessandro Baciocchi sempre accompagnato dall’immancabile Giorgia Piccolin.

Campionati a squadre 09-10

11 Luglio 2009 da Ping Pong Italia · 7 Commenti 

di Alberto Vermiglio

Ciao a tutti.!
Da pochi giorni si è chiuso il termine per le iscrizioni dei Campionati a Squadre Nazionali per le Società F.I.Te.T. ed ora grano le prime notizie sulle probabili composizioni dei gironi a squadre 2009-10.
Sappiamo che la prossima stagione porterà ad una riduzione del numero di squadre per girone, o meglio ci sarà un ritorno ad 8 squadre, quindi nuovamente le 2 retrocessioni e la promozione di 1 sola squadra al livello superiore.
Questa cosa fa già discutere parecchio sul significato di un campionato (scelto geograficamente ad inizio stagione, che chiude molte speranze ad un punto preciso della stagione, ..che solitamente arriva molto presto, …3^ o 4^ giornata di ritorno).
Nella mia regione (Emilia Romagna) è stata respinta una proposta che aveva diversi lati positivi, da quello dell’eliminare i doppioni nello stesso girone di squadre della stessa società, a quello del far incontrare squadre ed atleti che in certe regioni non si sono nemmeno mai visti e talvolta manco si conoscono per nome, a quello di tenere in bilico il più possibile il risultato finale di un campionato, evitando così momenti di stagione con squadre che schierano “bambini” o che non hanno più nulla da dire…., ed evitare soprattutto un drastico taglio in una sola annata, visto che poi si dipende sempre dalla retrocessione del livello nazionale e dalle pochissime promozioni dell’anno prossimo, ma ne parlerò poi in apposita sede… regionale…!.
Nel livello nazionale, si sa invece che si mira ad un calo delle squadre per venire incontro ai costi delle società (2 trasferte in meno coi gironi da 8 anzichè con quelli da 10), ma il problema della stagione transitoria presenta molte problematiche.
Ne voglio parlare esponendole prima che escano ufficialmente i gironi nazionali, visto che poi dopo sarà una solita lamentela dei costi di trasferta ed almeno lo avremo già detto in tempi non sospetti…..anche se quest’anno abbiamo nientepopodimeno che una speranza più che ben riposta (almeno geograficamente) in seno al consiglio federale…..il timore però, che non possa più di tanto nemmeno lui… è forte….. cioè:
..se devo fare 100 km. e mi han messo nel serbatoio solo 5 litri di benzina …mi dovrò accontentare di andare al massimo ai 50 all’ora se voglio sperare di arrivare alla fine…(?)..

Avevo sempre detto e proposto (ma ahimè ..pare che non interessi granchè ..anzi, .. pare che faccia paura a molti un cambiamento sostanziale dei metodi fino ad oggi adottati… il Tennistavolo sembra uno dei contesti più “veristi” e “verghiani” in assoluto, letterariamente parlando .. “..chi si stacca dallo scoglio..è perduto!…”..) .. che se si doveva risparmiare o far risparmiare le società (lo scorso anno gironi di C1 con squadre che dovevano fare km. 3500-3700 di trasferte… o ritirarsi.. e molte si sono in effetti ritirate), anzichè passare dai gironi da 10 a 8, si poteva passare ai gironi da 12 divisi ed accoppiato in 2 da 6 …(sistema misto) che con 2 o 3 concentramenti facevano giocare più partite e facevano fare meno trasferte… oltretutto con un vantaggio tecnico (tensione ed aleatorietà di risultato) ben superiore… ma tant’è…!!
Certo che il programma avrebbe preso in considerazione ben altre questioni e dovuto cambiare fondamentalmente criteri ed quilibri storici tra il nazionale e gli organi periferici, mirando con decisione ad un incremento tecnico dei campionati nazionali ed a un innalzamento del livello regionale (od almeno di molte regioni), prima di affacciarsi ad un palcoscenico che, se affrontato dando eguali possibilità a tutti indipendentemente dal valore che si può esprimere, intristisce il risultato finale del gioco espresso.
Però sarebbe stata una decisione coraggiosa che avrebbe potuto rivedere il meccanismo dei contributi nazionali/regionali, la mole di lavoro (oramai ampiamente informatizzata) verso il sistema periferico e, soprattutto, giustificare cambiamenti ed aumenti di tasse che ormai sono passate, ma che non si pensa proprio che siano state attuate in modo così.. come dire… equo!

Ci troviamo ora con una serie A1 che tecnicamente in pochi possono affrontare (saranno ancor di più i 2^ctg che quest’anno vi giocheranno?), i 2 stranieri fanno fuggire gli italiani dal massimo campionato e la loro crescita tecnica, come interesse troviamo combattute pochissime gare, forse nemmeno le finali scudetto… si è disastrosamente rotto il giocattolo proprio nell’anno che dovevamo presentare il miglior campionato di sempre, ricco di campioni da ogni dove…., bene la A1 sarà proprio l’unico campionato che vedrà impegnati gli atleti per 18 turni di calendario, più i play-off…
Cioè: .. per 18 turni inutili si batteranno le squadre contro Castelgoffredo e Cus Torino (più Este dai..!) in attesa di vedere i play-off che stancheranno e prolungheranno le stagioni solo dei pochi migliori che magari sarebbe meglio avessero anche qualche impegno di nazionale, raduno, miglioramento tecnico, esperienze di open all’estero…ecc..ecc..

Quello che si è verificato lo scorso anno con la A2 femminile si ripete quest’anno con la A2 maschile (io lo avevo semplicemente preannunciato), anzi ciò è molto peggio se si considerano le percentuali di atleti maschi e femmine che calcano le palestre del BelPaese Pongistico.
E’ stata trovata dopo una settimana la 16^ squadra per comporre i due gironi di A2 (delle 20 che originarie con le innumerevoli domande di ripescaggio respinte), considerando già un paio di ripescate e senza sapere ancora quante di quelle che si sono iscritte con che organico affronteranno la stagione, non proprio da A2 come valore tecnico. Insomma in un solo mese dall’uscita dei regolamenti, questa Federazione ha già raggiunto l’obbiettivo prefissato, 2 gironi da 8 squadre, senza le dolorose retrocessioni multiple per adeguarsi ai regolamenti nuovi.
Anche tutte le B1 saranno probabilmente già da 8 squadre (si vocifera della “autocancellazione” di almeno 3 società sarde che avevano B1 e quasi A2), cosicchè, invece, sia la B2, cioè il campionato medio per eccellenza, sia la C1, il primo campionato di approccio quando si mette la testa fuori dalla propria regione (quello più devastato nel suo livello tecnico dal sistema che purtroppo, ahinoi, continua a permanere) avranno tutti gironi da 10 squadre, … ovviamente nell’ottica del risparmio economico per le società (molte delle quali non seconda squadra di sodalizio e che quindi la cauzione se la pagano tutta … !).
Ma per la C1 il problema non finisce qui. Infatti nelle ultime due stagioni era stato creato un 13° girone che serviva a suddividere meglio le squadre, sempre nell’ottica dei costi da contenere, ma che poi aveva portato l’anomalia delle diverse risultanze algebriche tra retrocesse dal livello nazionale, contro le promosse da quello regionale, cosicchè

Insomma ci prepariamo all’attesa, come ogni anno spasmodica, per l’uscita dei gironi, chiedendoci cosa mai stavolta si inventerà il “computer” che assegna geograficamente le “zone di gioco”, per una stagione così difficile e caratterizzata dalle difficoltà di sempre più società, poi conteremo le rinunce che ci sono state e che sembrano veramente molte, fermo restando il permanere di alcune regole che in molti riteniamo assurde poiché non certe ed interpretabili, vedi quella delle formule di svolgimento dei campionati femminili che vengono lasciati liberi di essere svolti o a gironi andata/ritorno o a concentramento.
Certo che chi gioca ad andata/ritorno e poi non può avvalersi “dell’incentivazione” a giocare nello stesso week end agonistico in un campionato Maschile di serie C1 o regionale, ma quanto gode?

Pagellone Gazzetta dello Sport su G.d.M.

9 Luglio 2009 da Ping Pong Italia · 12 Commenti 

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La Lezione Francese

1 Luglio 2009 da Ping Pong Italia · 16 Commenti 

È parecchio tempo che non mi occupo di cose tecniche italiane ma l’occasione (per me particolarmente cara) che mi offre la gara dei Giochi del Mediterraneo di Pescara in qualche modo mi è di stimolo per favorire, laddove se ne senta la necessità, un aperto dibattito e possibilmente privo di polemiche.

Tolgo subito tutti i dubbi, questo mio intervento non ha nulla a che vedere con desideri di ritornare a svolgere mansioni tecniche in Italia, tutti coloro che continuano a speculare in altre sedi dimostrano di non avere la coscienza a posto. Ma permettetemi di offrire la mia opinione se mai la vogliate ascoltare.

Nel precedente blog, quello della vecchia grafica, avevo segnalato come in diverse occasioni la Francia avesse iniziato a dare un taglio netto con il passato, seppur glorioso, e intrapreso una strada faticosissima con obiettivi a lunga scadenza. I risultati di Lanciano non lasciano dubbi, la Francia con l’oro a squadre maschile e l’argento femminile, si vede premiare le scelte ed il lavoro fatto con i giovani. Non è difficile nell’individuare in Massenet in primis e Lebesson i suoi migliori talenti.

Senza voler fare paragoni locali, usando tutta l’onestà intellettuale, occorre dire che l’Italia tecnica ha commesso degli errori in tutte e due le nazionali, maschili e femminili. Il gruppo proposto dei cosiddetti migliori 4, non rappresentano il vero livello italiano poiché tutti e 4 i nostri rappresentanti, sebbene legittimamente italiani, sono nati nei loro rispettivi paesi e, a seconda dei casi, parzialmente ci sono cresciuti tecnicamente. Questo è il dato di maggior risalto, che forse anche il CONI ha notato. È proprio la mancanza di un prodotto tutto nostro che, senza nulla togliere all’importante contributo fornito dai vari Yang Min e Tan, preoccupa maggiormente. Non il mancato risultato, che anch’esso sarebbe stato lecito aspettarsi, in una gara per di più giocata in casa.

Accanto alla questione puramente esteriore ce n’è un’altra di carattere tecnico naturalmente: il professionale lavoro svolto per arrivare, prima ai mondiali e poi ai Giochi, non ha dato il risultato, non dico più alto (l’oro a squadre femminile era già nostro prima ancora di iniziare) ma nemmeno minimo, infatti è l’unica medaglia ottenuta. Nemmeno un italiano tra i primi 8, 2 francesi, 2 spagnoli, 2 turchi, 1 croato e 1 greco. Il nostro gruppo maschile potrebbe fare compagnia alla Serbia, anch’essa portatrice di un vecchio gruppo che ha funzionato fino ad alcuni anni fa e che oggi è stato capace solamente di soffiarci la medaglia di bronzo. Perfino la Croazia, che pur avendo un campione come Primorac ha deciso una strada diversa o la Grecia con Creanga. Tra le femmine solo Tan nelle prime 8, nient’altro. Stefanova si è trovata nuovamente a fare i conti con i propri limiti tecnici che nessuno e dico nessuno è stato capace di risolvere o forse di farglieli notare. E dire che erano testa di serie n. 1 e 2

Secondo alcune cose lette sul sito federale, sembra che la colpa sia di Bobocica “ha senz’altro deluso”, al quale invece personalmente non vedo di rimproverargli nulla. Credo che le colpe di una mancata performance vadano condivise tra tutti gli attori che ne hanno fatto parte, troppo facile esaltare il singolo o buttarlo giù così come se niente fosse; siamo sinceri, qualcosa non ha funzionato, anzi diverse cose non hanno funzionato è da qui che bisogna ripartire.

Nel nostro ambiente si fa una gran fatica a riconoscere i propri errori, ma non solo, ma anche in presenza di precise responsabilità si continua come se niente fosse. La questione tecnica ha e ha avuto dei problemi, ma non si è avuto il necessario coraggio di affrontarla, non dico per risolvere i problemi, ma quanto meno provare a risolverli. Il fatto che in tanti anni si faccia finta che la questione non esiste anzi che le cose vanno a gonfie e vele ha indebolito tutto l’impianto tecnico e atleti e tecnici compresi, come dire siamo in un’isola felice e va tutto bene.

Non è sbagliato guardare alla Francia e imparare qualcosa, anche se non ha capitalizzato fino in fondo il potenziale tecnico che dispone. Forse loro sono sorretti da maggior senso nazionalista, noi invece più dal senso di poter tenere sotto controllo il settore, e poco importa se arrivano o no i risultati, tanto nessuno ci chiederà conto, al contrario, è proprio questo l’argomento che dovrebbe far scattare un ideale individuale, non dico nazionalista alla francese, ma almeno un sussulto interiore. Se noi consideriamo le nazionali italiane come i nostri rappresentanti sportivi all’estero, il nostro biglietto da visita che esprime tutta la potenzialità tecnica, e rimaniamo delusi dei risultati è giusto che facciamo sentire la nostra voce. Badate bene che all’estero non hanno interesse delle vicende interne, giochi di potere, poltrone e incarichi, all’estero conta se fai risultato, in questo momento all’estero non godiamo di popolarità, l’Italia sta scivolando verso il basso senza poter fare niente, in modo inevitabile.

Abbiamo già dovuto subire la lezione rumena in ambito femminile e di come una federazione abbia reagito in modo tenace lavorando sui giovani per riportare la squadra ad essere l’orgoglio nazionale. Questo non ha dimostrato che sono capaci di trovare talenti, questo ha dimostrato che sono capaci di possedere un know-how tecnico che noi ci sogniamo di avere. Nonostante ciò ci siamo illusi che riciclando il materiale a nostra disposizione saremmo ritornati alle posizioni 22 e 23 del mondo come agli inizi del 2007, una vera utopia. Ma la domanda è che fine hanno fatto (che pure sono in classifica) le varie Stechenko, Cavalli, Ridolfi, Soldi, Scardigno? Peraltro tutte di età compresa fra i 19 e 21 anni. Dove sono finite? Sono ancora loro l’alternativa?

Ora arriva la lezione francese di stampo maschile, e anche qui ma dove sono finiti i Redini, Tarocco, Rech, Bisi? Siamo ormai rassegnati ad aspettare il talento Mutti?

La politica del non fare ha sempre portato risultati mediocri, la politica del coraggio crea aspettative, motivazioni, interesse, vivacità, dinamicità. Dobbiamo riappropriarci di questi elementi se vogliamo tentare di essere protagonisti della scena internazionale. 
Purtroppo siamo fermi e legati a non so quale catena, ma prima ce ne liberiamo è meglio sarà per l’Italia.


Non è difficile in questa situazione agire, ma agire al più presto senza ulteriori perdite di tempo, facciamolo partendo dai giocatori di maggior talento. Prepariamo un programma ad hoc per fasce di età, in collaborazione con le rispettive società cercando di convincerle che non c’è solo la logica societaria ma prima di tutto c’è la crescita tecnica. Con questi ragazzini facciamo crescere anche i tecnici mandandoli all’estero, facendoli partecipare a corsi, facendoli vivere altre realtà. Creiamo una rosa di 20 maschi e 20 femmine dai 12 ai 15 anni, mettiamogli a disposizione tecnici, sparring e strumenti tecnici, mettiamoli in competizione fra loro, e diamogli la possibilità di crescere tecnicamente, e alla fine dell’anno avremo tirato fuori un gruppo selezionato con cui ripartire l’anno successivo. Istituiamo un canale preferenziale cinese dove mandare con regolarità i migliori che sanno distinguersi durante l’annata, tanto è là che si impara qualcosa. Facciamogli sentire l’importanza di guadagnarsi il posto con la crescita tecnica e soluzioni tecniche che gli allenatori dovranno proporre, ponendo loro degli obiettivi raggiungibili, senza illusioni e senza promesse: i risultati arrivano quando c’è qualcosa che ti muove dentro e niente ti può fermare.

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