I numeri 1 del mondo

29 Gennaio 2010 da Ping Pong Italia · 7 Commenti 

del Drago Rosso

Gli sconvolgimenti al vertice delle classifiche mondiali impongono qualche chiarimento su cosa sta effettivamente accadendo nel tennistavolo. I semplici numeri possono dare una impressione sbagliata dei movimenti, sia interni alle singole nazioni, sia internazionali. E i commenti che appaiono sul sito dell’Ittf (per tanti altri versi uno dei migliori fra tutte le federazioni internazionali di qualsiasi sport) non fanno che confondere ancora di più le idee, con indicazioni tecniche e notizie dell’ultima ora assolutamente fuorvianti. Quindi, cerco di spiegare.

NUMERI 1

Il dato più eclatante delle classifiche di gennaio è il cambio al vertice: Ma Long scavalca Wang Hao, da numero 2 a numero 1, Liu Shiwen prende il posto di Zhang Yining addirittura con un doppio salto, da numero 3 a numero 1, con Guo Yue che scende in terza posizione (occupava la seconda). Il tutto è stato presentato come un ricambio generazionale, con enfasi soprattutto per Liu Shiwen. Il significato però è diverso. Sia per gli uomini che per le donne, il cambio al vertice è dovuto principalmente al fatto che i numeri 1 non hanno svolto praticamente attività internazionale negli ultimi mesi, per motivi completamente differenti a seconda dei vari giocatori e giocatrici.

WANG HAO

Comincio quindi con gli uomini e da Wang Hao, che ha vinto i Giochi Nazionali Cinesi approfittando, come ai Mondiali, dell’immaturità tattica di Ma Long, non certo esprimendo il suo miglior gioco, tant’è vero che al Torneo dei Campioni, a Changsha, ha perso male con Boll, che pure non è al suo massimo livello di forma (basta vedere come è stato messo sotto da Xu Xin alle Finali Pro Tour a Macao). Poi, non ha avuto altra attività internazionale e ha perso punti decisivi. Ma Long, al contrario, ha giocato quasi tutti i tornei e, anche perché ha quasi sempre vinto, ha incrementato il suo bottino di punti. Il discorso, però, è un altro: perché Wang Hao ha svolto attività ridotta? Sempre andando in giro qua e là, ho letto cose inaudite su Wang Hao (e anche su Ma Lin, di cui parlerò subito dopo): che la Federazione cinese lo ha costretto a stare fermo per far passare Ma Long a numero 1; che ha cominciato a trombare dopo che i dirigenti cinesi gli hanno dato il permesso di frequentare Peng Luyang, sua nuova fidanzata; che lui pensa di ritirarsi dopo aver vinto il titolo di singolo ai Mondiali e quindi è appagato. Davvero, non ho mai letto tante stronzate tutte assieme, qualcosa di inverosimile. Perciò, illustro la vera situazione di Wang Hao.
1) Wang Hao ha vinto il suo primo (e magari resterà anche l’unico) titolo di singolo ai Mondiali. E’ l’unico giocatore nella storia del tennistavolo (non solo cinese, ma mondiale) ad aver perso 2 finali olimpiche, con somma vergogna. E’ il giocatore, fra i grandi cinesi di tutti i tempi, ad aver vinto meno titoli mondiali fra singoli, doppi e squadre. E dovrebbe sentirsi appagato per un titolo mondiale di singolo e ritirarsi? Siamo al ridicolo. Già domani, in Cina, lo avrebbero dimenticato.
2) Considerato che Wang Liqin e Ma Lin sono vicini all’uscita dalla nazionale, per motivi di età e rendimento, Wang Hao rimane l’unico giocatore con considerevole esperienza nella squadra, pur essendo relativamente giovane, 26 anni, e i tecnici cinesi puntano senza alcun dubbio su lui come guida della nazionale. Inoltre, fermo restando che ai cinesi non gliene può “frega’ de meno” che il numero 1 sia tizio o caio (visto che l’unica cosa importante per loro è vincere), in Cina la mentalità è quella di avere il massimo rispetto per i campioni più “anziani”, perciò i più giovani sono tenuti “frenati”, altro che architettare per loro il sorpasso in classifica. Un piccolo esempio: nel 1994, ai Giochi Asiatici, un 18enne Kong Linghui, già nettamente più forte di tutti (aveva stradominato i Campionati Asiatici due settimane prima), fu tenuto fuori del singolo a vantaggio di Wang Tao e Ma Wenge, per insegnargli che doveva aspettare il suo turno: i Giochi Asiatici sono più importanti dei Campionati Asiatici, quindi gli fu concesso di battersi alla pari con gli altri nei Campionati, e stravinse, ma fu poi tenuto in panchina nei Giochi (fece la gara a squadre, non il singolo, riservato a soli 2 giocatori secono le regole di quella competizione).
3) E arriviamo all’aspetto più ridicolo di tutti: la presunta autorizzazione ad avere rapporti con Peng Luyang. Qui siamo oltre la fantascienza per quello che autentici idioti, in circolazione in internet, riescono a inventarsi. Wang Hao da ben 3 anni è fidanzato ufficialmente con Peng Luyang, dopo aver lasciato in lacrime la sua vecchia fidanzatina Fang Ying. Fang Ying, se qualcuno ricorda, è una delle giocatrici messa per alcuni mesi fuori della nazionale, prima dell’Olimpiade di Atene 2004 (insieme alle ragazze Li Nan e Bai Yang, e al difensore Hou Yingchao), perché non si tollerava che i migliori, Wang Hao e Ma Lin, fossero distratti da relazioni sentimentali (Bai Yang era la fidanzata di Ma Lin; Hou Yingchao e Li Nan erano fidanzati tra loro). Quindi, si trovarono i meno forti come capri espiatori e si lasciarono in nazionale quelli che puntavano alla medaglia olimpica. Ma fu tutta una presa in giro, perché, immediatamente dopo Atene, tutti rientrarono in nazionale e tutti ripresero ad avere rapporti sentimentali. Tre anni fa, infine, Wang Hao lasciò Fang Ying e si mise con Peng Luyang. E lo fece alla luce del sole, davanti a tutti. Ai Campionati Nazionali Cinesi, Peng Luyang, pur essendo di un’altra squadra (lei è dello Shandong, Wang Hao è del Jiefangjun), va tranquillamente nell’albergo dove si trova Wang Hao e nessuno si è mai sognato di fare questioni. I tecnici e i dirigenti cinesi sanno tutto e hanno sempre lasciato fare. E adesso viene fuori la storia che Wang Hao è stato autorizzato a trombare e quindi non si impegna più negli allenamenti! Sta trombando alla grande da sempre e nessuno gli ha mai detto niente!!! La verità è che, dopo aver vinto i Mondiali, si è rilassato, non c’erano grandi appuntamenti in vista (alla Coppa del Mondo i cinesi avevano deciso di non mandare Wang Hao e Ma Lin in sfregio all’Ittf che ha ridotto il numero di giocatori anche lì, da 3 a 2), quindi si è fatto i suoi calcoli e ha deciso che poteva prendersi un po’ di riposo fino alla fine dell’anno. Da gennaio ricominciano gli allenamenti seri in vista degli Open di Qatar e Kuwait e soprattutto dei Mondiali a squadre a Mosca.

MA LIN

Diverso il discorso per Ma Lin, che sta mostrando sempre più fatica nel reggere il peso di allenamenti e gare. Lui sì che potrebbe sentirsi appagato, dopo aver vinto finalmente un titolo di singolo, fra l’altro quello olimpico, che lo ripaga delle 3 finali mondiali di singolo perdute (una con Liu Guoliang, 2 con Wang Liqin). La verità, comunque, è che non può più reggere ai massimi livelli il suo tipo di gioco, molto dispendioso fisicamente. E qui si inserisce una recente dichiarazione di Liu Guoliang, che appare più come una scusa che come un appunto vero e proprio rivolto a Ma Lin. Liu Guoliang ha dichiarato ai mezzi di informazione cinesi che Ma Lin deve risolvere la sua situazione personale, visto che sta divorziando, prima dell’ultimo training-camp in vista dei Mondiali a squadre, in programma ad aprile, altrimenti resterà fuori della nazionale. Liu Guoliang spiega che un atleta con problemi con la moglie (e cita addirittura Tiger Woods)
non può avere la serenità necessaria per affrontare bene le gare più difficili. Ho detto, però, che questa appare come una scusa. Ma prima di dire qual è la reale situazione, provo a chiarire che cosa sta succedendo nella vita privata di Ma Lin. Tutto risale a settembre, quando venne fuori una storia incredibile: Zhang Yi, attrice televisiva, dice che Ma Lin vuole divorziare da lei. Ma Lin sostiene che lui ha semplicemente lasciato la fidanzata, non la moglie, perché non ha mai sposato Zhang Yi. Che cosa è successo davvero? E’ successo che Ma Lin e Zhang Yi, 5 anni fa, firmarono l’accordo matrimoniale ma poi non ci fu la cerimonia col banchetto nuziale. Perciò, Ma Lin sostiene di non aver mai sposato Zhang Yi. La legge, ovviamente, dice il contrario: la firma sull’accordo, registrato legalmente, cerifica che i due sono sposati. La cosa più divertente è che la madre di Ma Lin, intervistata dai giornalisti, dice testualmente: “Mio figlio è campione olimpico, quindi ha ragione, non è sposato”. Così, si va avanti col divorzio. Che è una cosa privata, tant’è vero che a ottobre, durante la Coppa del Mondo donne, a Guangzhou, i giornalisti intervistano Cai Zhenhua (viceministro dello sport, ora anche presidente della Federazione Cinese e di quella Asiatica, già c.t. della Cina e, dall’85 all’89 c.t. della nazionale italiana). Cai Zhenhua, dall’alto del suo ruolo, quindi in grado di dettare gli ordini a chiunque, dice: “Quella di Ma Lin è una faccenda privata. Certo, non l’ha gestita bene”. E finisce lì. Quindi, dal capo supremo del tennistavolo cinese non arriva l’aut-aut a Ma Lin (o risolvi il problema o sei fuori della nazionale), ma solo un rimprovero. Cosa è successo in questi mesi perché adesso Liu Guoliang ribalti la situazione e minaccia di escludere Ma Lin? E’ successo che Ma Lin ha cominciato a perdere con i giovani cinesi e a mostrare un livello inferiore a Ma Long e Zhang Jike in particolare, ma anche a Xu Xin, che, essendo pennaiolo, può rendere più facile la sostituzione di Ma Lin. La verità, quindi, è che Ma Lin non è più indispensabile alla nazionale cinese, è in fase calante, ha 29 anni ed è pronto all’abbandono. Liu Guoliang, per evitare qualsiasi tipo di polemica (perché dovrebbe comunque far fuori il campione olimpico in carica), punta su un aspetto che Ma Lin difficilmente può risolvere. Comunque, c’è spazio per un’altra ipotesi: Ma Lin gioca i Mondiali a squadre, poi si ritira.

WALDNER E LIU GUOLIANG

A margine dei ragionamenti sulle classifiche mondiali e sui relativi protagonisti, faccio una parentesi su un altro aspetto colto qua e là, soprattutto dove abbondano gli ignoranti e gli incompetenti. E’ stato scritto che Waldner e Liu Guoliang sono i giocatori che hanno vinto tutto, quelli che hanno vinto di più. In questo, purtroppo, hanno man forte anche dagli ignoranti dell’Ittf e dagli stessi giornalisti cinesi (ma sì, pure loro incompetenti) che assegnano a Waldner e Liu Guoliang l’esclusiva di un presunto Grande Slam del tennistavolo (argomento da me già affrontato tempo fa), composto dalle vittorie, sia pure in anni diversi, di Olimpiade, Mondiale e Coppa del Mondo. Purtroppo, devo convivere con poveracci che non capiscono e non conoscono una mazza di questo sport. Allora è meglio precisare: c’è un giocatore che ha vinto più titoli di Waldner e Liu Guoliang, altro che Grande Slam della minchia, ed è Kong Linghui. Faccio notare che Waldner e Liu Guoliang non hanno mai vinto le Finali del Pro Tour, che io preferisco chiamare Master, come nel tennis, Kong Linghui sì. Fra l’altro, come ho già dimostrato con dati e cifre, il Master ha un valore tecnico più elevato della Coppa del Mondo (non sto a ripetere la spiegazione, basta andare a recuperarla su questo blog). Il vero Grande Slam è composto da 4 titoli: Olimpiadi, Mondiali, Master e Coppa del Mondo. E solo Kong Linghui lo ha vinto (fra le donne sono in 3: Deng Yaping, Wang Nan e Zhang Yining in ordine temporale). E comunque, anche se non consideriamo il Master superiore alla Coppa del Mondo, resta il fatto che Waldner e Liu Guoliang non lo hanno vinto, Kong Linghui sì. Ma non è finita: Liu Guoliang non ha mai vinto i Campionati Asiatici, né i Campionati Nazionali Cinesi, Kong Linghui sì. Quindi, se c’è un giocatore che ha vinto “tutto e di più” è Kong Linghui. Per favore, gli ignoranti e gli incompetenti si dedichino ad altri sport, magari al cricket o al calciobalilla.

LIU SHIWEN

E passiamo alle donne. Anche in questo caso il sorpasso in testa non è reale, pur se, per quanto riguarda gli uomini, Ma Long può essere considerato il numero 1 tecnicamente. Di Liu Shiwen, invece, non si può ancora dire la stessa cosa, visto che Zhang Yining e Guo Yue, oltre alla stessa Li Xiaoxia, restano superiori come capacità tecniche. Liu Shiwen, come ho spiegato nell’articolo sul Master a Macao, ha ancora molti problemi contro alcuni tipi di avversarie, tant’è che ha perso con la giapponese Fukuhara. Il suo sorpasso è dovuto non solo alla forzata assenza di Zhang Yining dalle gare (ferie matrimoniali), ma anche alla ridotta attività di Guo Yue, la vera numero 1 in assenza di Zhang Yining. Guo Yue era iscritta ai Campionati Asiatici in India, poi è stata cancellata. I tecnici cinesi hanno preferito tenerla fresca per gli appuntamenti del 2010, nei quali, molto probabilmente, dovrà reggere il peso di numero 1 della Cina, se Zhang Yining non deciderà di tornare. Considerato che Guo Yue ha 21 anni, si capisce la delicatezza della situazione. La Cina non ha mai avuto una leader (e nemmeno un leader fra gli uomini) di appena 21 anni. C’è sempre stata almeno una giocatrice più esperta e più anziana (nell’ordine, degli ultimi 15 anni, Deng Yaping, Wang Nan e Zhang Yining), quindi, considerato che Guo Yue in passato ha avuto problemi di tenuta mentale, tanto da essere esclusa dalla nazionale per alcuni mesi e rischiare addirittura di non partecipare ai Mondiali 2007, da lei vinti, è evidente che tecnici e dirigenti cinesi vogliono tenerla sottoesposta. Ecco quindi che la classifica mondiale, tenendo conto di tutte queste considerazioni, può essere valutata con maggiore realismo.

ZHANG YINING

Chiudo con Zhang Yining. Nella risposta ad Alessio ho già accennato alla sua situazione. Lei, ferma da 3 mesi, da quando si è sposata (il 18 ottobre, con Xu Wei, miliardario di Hong Kong), deve dare una risposta ai tecnici cinesi: se tornerà a giocare, sia pure per il solo 2010, o no. La risposta non è ancora arrivata, i dirigenti temono che sarà negativa, ma è anche vero che da Zhang Yining ci si può aspettare di tutto, anche che si alleni per un paio di settimane e immediatamente torni ai suoi livelli abituali, da numero 1 incontrastata del mondo. L’attesa, comunque, non potrà essere ancora lunga. La Cina ha iscritto agli Open di Qatar e Kuwai tutte le più forti tranne Zhang Yining. A maggio ci sono i Mondiali a squadra, il training-camp comincerà ad aprile, Zhang Yining dovrà dare una risposta definitiva entro la fine di febbraio al massimo. Controindicazioni: pare che lei voglia avere subito un bambino. In questo caso, carriera finita.
Se si convincerà ad aspettare un altro anno, potremmo rivederla per i suoi ultimi Mondiali, a Mosca.

Rivista Federale? Si grazie.

25 Gennaio 2010 da Ping Pong Italia · 11 Commenti 


di Carlo Pandolfini
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World vs. China

21 Gennaio 2010 da Ping Pong Italia · 2 Commenti 

del Drago Rosso

Due soli giocatori per nazione nel singolo alle Olimpiadi, e 2 soli (forse con la possibilità di arrivare a 4) ai Mondiali individuali. Il nuovo attacco dell’Ittf alla Cina è cominciato. Il problema, come ho detto tante altre volte, è che viene sferrato contro la Cina, ma distrugge l’intero tennistavolo.

PECHINO 2008

Prima di illustrare cosa sta per succedere, è meglio fare un passo indietro, così sarà più chiara la situazione. L’ultimo giorno delle gare di tennistavolo, poco prima delle due finali del singolo maschile (per l’oro e per il bronzo), c’è la conferenza stampa conclusiva dell’Ittf, col presidente Adham Sharara. L’atmosfera è da grande depressione: pochissimi giornalisti, quasi tutti occidentali, i cinesi snobbano l’incontro, sono già in sala ad aspettare il match Wang Liqin-Persson. Tutta la conferenza stampa è un lamento, interviene qualche giornalista tedesco e chiede a Sharara cosa si può fare per spezzare il dominio cinese, si chiede addirittura di avere la doppia medaglia per il terzo e quarto posto, patetico. Sharara, su quest’ultimo punto, fa notare che è il Comitato olimpico internazionale a dover decidere e che la cosa non è facile perché la doppia medaglia è riservata solo ad alcuni sport di combattimento, per evitare ulteriori rischi per gli atleti. Insomma, ancora una volta non si parla di come lavorare per superare la Cina, ma solo di come regalare medaglie agli europei. Poi, si parla di collaborazione con la Cina, ma sempre col solito equivoco di fondo: i cinesi sono accusati di “non rivelare i loro segreti”.. Già, gli europei pensano che ci sia qualche misterioso modo di vincere senza farsi il mazzo, che ci sia una pozione magica che dia la forza per battere i cinesi. E i cinesi, cattivoni, non glielo vogliono dire “il loro segreto”. Qui siamo ben oltre il ridicolo. Ma è proprio da qui che bisogna partire per comprendere cosa succederà fra poco.

COLOMBIA 2009

Durante i Mondiali juniores a Cartagena, in Colombia, si riuniscono varie commissioni dell’Ittf, fra cui quella che si occupa delle Olimpiadi. Viene preparato e approvato un documento in cui si chiede che i partecipanti alla gara di singolo alle Olimpiadi passino da 3 a 2. I mezzi di informazione cinesi riportano che il documento è stato approvato con una votazione di 14-1. L’Ittf, ufficialmente, parla di “grande maggioranza”, senza specificare i numeri. Il documento sarà discusso durante i Mondiali a squadre a Mosca, a maggio. Non lo discuterà l’Assemblea generale, ma il Board of directors, che è un organismo molto ristretto, in confronto all’Assemblea, quindi molto più “orientabile”, tant’è che ha sempre approvato qualsiasi proposta venuta dall’alto. Così, salvo clamorose sorprese, la regola dei 2 giocatori nel singolo alle Olimpiadi sarà approvata e gli europei potranno sperare in una medaglia, sempre che non sia un coreano o un giapponese a prendersela. A questo punto, il quadro è sempre più chiaro: si continua nello stravolgimento delle regole pur di fregare i cinesi. Ma allora, cosa vogliono ancora gli europei, sempre più ridicolizzati dai cinesi? Che Ma Long vada da loro a portargli cappuccino e brioche a letto, la mattina quando si svegliano? Che Zhang Jike gli spazzoli le scarpe? Che Xu Xin gli porti il borsone? Eh, davvero, cosa vogliono questi “poveri cocchi” di europei, che pretendono il diritto a lavorare di meno ma a vincere le stesse medaglie di chi ha lavorato almeno 10 volte più di loro?

NUOVE REGOLE

E finiamola con la menata che le nuove regole sono state fatte per avere un tennistavolo più moderno, per le nuove esigenze televisive, e non contro i cinesi. L’unica trasformazione che non è stata originata da un tentativo di danneggiare i cinesi (ma è stata comunque accettata perché poteva danneggiarli) è la pallina da 40 millimetri. A lanciare l’idea furono alcune grandi aziende, per motivi esclusivamente affaristici, il cambiamento avrebbe imposto nuove produzioni e la completa sostituzione di quelle vecchie. Ma il mondo del tennistavolo pensò solo al fatto che il gioco sarebbe stato rallentato, a svantaggio dei cinesi. Quanto alla enorme balla della “migliore visibilità televisiva”, vediamo un po’: chi non è appassionato di tennistavolo e qualche volta lo guarda in Tv non si è nemmeno accorto che la pallina si vede meglio; quanto agli appassionati, sfido chiunque a notare il cambiamento in Tv, davvero potete dire che vedete meglio la
pallina? Bene, se la risposta è sì, invito tutti a rivedere i filmati dei vecchi incontri e poi a dire, in tutta onestà, che si nota la differenza. E’ la più colossale puttanata che ci sia mai stata venduta. E poi, tutti gli sport tendono a essere più veloci per aumentare la loro spettacolarità e il tennistavolo invece rallenta? Aggiungo che, con la pallina da 40 millimetri, è sparito il colpo più spettacolare del nostro sport: la controschiacciata lontano dal tavolo. La pallina si affloscia come nel badminton quando si tenta di fare questo colpo.
E’ poi venuto il set a 11 punti e qui il tentativo di danneggiare i cinesi è apparso spudorato. Basti vedere, quando si giocava a 21 punti, che nel 90% delle partite fra giocatori di diverso livello il risultato era in bilico fino a metà set per poi pendere dalla parte del più forte. Ma non è finita, perché all’Olimpiade di Atebe abbiamo avuto la scandalosa regola dei due doppi dalla stessa parte del tabellone. E qualcuno ha il coraggio di dire che non era una regola contro i cinesi? E la colla, ne vogliamo parlare. Ci hanno venduto che è stata eliminata per motivi di salute, ma quando si trova il booster che non inquina è vietato ugualmente. Sì, perché il problema è rallentare il gioco, non la salvaguardia della salute degli atleti. E adesso, visto che non si sa più cosa inventare, ecco la riduzione del numero di giocatori.

OLIMPIADI A RISCHIO

Un’altra scusa che viene presentata a giustificazione di quest’ennesima porcata contro i cinesi è che il tennistavolo rischia di uscire dal programma olimpico se la Cina continua a vincere tutte le medaglie. Il concetto è questo: uno sport resta nelle Olimpiadi se è davvero universale e non limitato a poche nazioni. Ma qui c’è il grande bluff di chi sostiene questa tesi. Come sport “universale”, il Cio intende quello che “è diffuso” nel maggior numero possibile di Paesi, non quello che “distribuisce” medaglie al maggior numero di Paesi. Ci sono (o ci sono stati in alcuni periodi) sport nei quali è un Paese a farla da padrone, ma nessuno ha mai messo in dubbio la loro partecipazione alle Olimpiadi. E il tennistavolo, secondo recenti statistiche, è il quinto sport più diffuso nel mondo, intendendo la diffusione come numero di Federazioni nazionali rappresentate. E allora, dov’è il pericolo di uscita dal programma olimpico? Per favore, non prendiamoci in giro.

GARA A SQUADRE

Restando in tema olimpico, un intervento giusto sarebbe quello sulla gara a squadre, ma figuriamoci se i grandi soloni impegnati a combattere la Cina si preoccupano di aggiustare la più sciagurata formula di gioco che sia mai esistita. L’unica novità è che si sta discutendo se cambiare l’ordine delle partite, mettendo il doppio all’inizio, e non dopo i primi due singolari, fermo restando l’obbligo di due partite per ogni giocatore. Già, pensano che mettendo il doppio all’inizio si risolva la questione: ignoranti e incompetenti. Il vero problema di questa formula è che i due numeri 1 non si incontrano e che gli ultimi due incontri diventano una barzelletta, col più forte contro il più debole e col risultato scontato. Ma si è mai visto uno sport in cui i numeri 1 non si incontrano? Solo il tennistavolo è riuscito in questa autentica prodezza. E alla fine se ne vengono fuori col doppio all’inizio anziché a metà partita, ridicolo!

MONDIALI

I mezzi di informazione cinesi, quando hanno parlato della riduzione dei giocatori di singolo alle Olimpiadi, hanno messo in evidenza che anche ai Mondiali individuali succederà la stessa cosa, che è già stato approvato un documento per la riduzione a 2 soli giocatori per nazione nella gara di singolo. Qui bisogna precisare. L’unico documento venuto fuori finora è quello che riguarda le Olimpiadi, non c’è stato alcun documento, né alcuna decisione, in merito ai Mondiali. Ma posso già dare per certo, perché l’ho saputo da fonte diretta, che almeno una nazione prsenterà una proposta che sarà discussa a Mosca: ridurre i giocatori di singolo a 2 soli per nazione, probabilmente con la possibilità, per le nazioni che hanno più giocatori nelle posizioni più alte della classifica mondiale, di arrivare a un massimo di 4 (questa seconda parte non è ancora sicura, ne stanno discutendo gli estensori della proposta). Quindi, anche per i Mondiali, si prospetta una riduzione, ancora più drastica rispetto alle Olimpiadi. La gara più importante del tennistavolo, quindi, rischia di diventare una barzelletta. Ricordo, infatti, che l’Olimpiade è molto più facile rispetto ai Mondiali, visto che ci sono (almeno finora) soltanto 3 giocatori per nazione contro i 7 possibili nei Mondiali. Anche ammettendo che il limite sia di 4 per paesi come la Cina, un qualsiasi Open internazionale diventerà più importante e più bello dei Mondiali, perché lì potranno partecipare davvero i più forti, almeno i primi 6 (e in qualche caso anche di più). E allora, che valore potranno avere i Mondiali quando saranno inferiori, tecnicamente e spettacolarmente, a un qualsiasi Open internazionale? Si potrebbe obbiettare: in altri sport non ci sono 7 giocatori per nazione ai Mondiali. Certo, ma è anche vero che ogni sport ha una sua storia, una sua tradizione particolare. Andiamo sul concreto: perché questa proposta non è stata fatta quando la Svezia aveva Waldner, Persson, Appelgren, Lindh e Peter Karlsson? Allora andava bene che una nazione dominasse, purché non fosse la Cina? E ve l’immaginate che problemi ci sarebbero stati per gli svedesi, nel decidere chi eliminare di quei campioni, e che delusione per gli spettatori che non avrebbero potuto vedere “tutti” i migliori? Così, vogliamo avere Mondiali con sempre meno campioni e più spettacoli miserabili di sottosviluppati tecnicamente? Bene, è questo che ci aspetta. E solo perché bisogna stroncare la Cina. Succedrà, come è già stato per tutte le nuove regole, che la Cina continuerà a vincere, ma lo spettacolo sarà sempre più misero: perché il gioco si impoverirà nel tentativo di farlo diventare più lento e diventerà, al contrario, più brutto; e perché non potremo più ammirare i più forti campioni, ma solo 2 o 3. E’ questo il tennistavolo che si vuole?

REAZIONI

Naturalmente, ci sono già state reazioni indispettite dei cinesi. A differenza delle altre regole, stavolta la Federazione cinese preannuncia una forte opposizione. Questo non significa che riuscirà a fermare l’Ittf, ma almeno sarà chiaro che i cinesi considerano tutto questo un attacco a loro, cosa che non si era verificata prima, quando la Cina aveva fatto buon viso a cattivo gioco e aveva fatto finta di accettare le regole che andavano contro il suo dominio. A fare da portavoce alla protesta cinese è addirittura il c.t. della nazionale, Liu Guoliang. E questo già fa capire che i cinesi spareranno bordate. Liu Guoliang, intervistato dai giornalisti cinesi, ha detto: “Questa nuova regola spezzerà il dominio cinese nel reve termine, ma distruggerà il fascino del tennistavolo a lungo andare. Questa regola è chiaramente contro la Cina. Io capisco che l’Ittf voglia rompere il dominio dei cinesi e promuovere questo sport in altri paesi, ma cambiare le regole non risolverà il problema una volta per tutte. Meno giocatori alle Olimpiadi significherà minor partecipazione di grandi campioni e ridotta attenzione da parte del pubblico. Inoltre, tanti giocatori non avranno un beneficio da questa regola perché i loro sogni di partecipare alle Olimpiadi e ai Mondiali saranno frantumati. Io spero che l’Ittf chieda l’opnione di allenatori e giocatori prima del voto su questa proposta e che tenga in maggior considerazione gli interessi dei giocatori”.
Purtroppo, è facile battere la Cina su questo campo. Si mettono insieme tutte le nazioni che non hanno alcun valore tecnico, che sono pronte a qualsiasi voto contro la Cina e si ottiene una maggioranza di microbi contro una minoranza di grandi campioni. E’ così che il tennistavolo si avvia a grandissima velocità verso la distruzione totale.

Che fine ha fatto Tan Monfardini?

17 Gennaio 2010 da Ping Pong Italia · 37 Commenti 

del Drago Rosso
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Foto sequenze

14 Gennaio 2010 da Ping Pong Italia · 2 Commenti 

Era da qualche tempo che avevo in mente di pubblicare le sequenze fotografiche di gioco, grazie alla preziosa collaborazione del Drago Rosso, autore degli scatti, eccomi finalmente a proporvi qualcosa.
Inizio con questo scambio tra Ma Lin e Joo Se Hyuk preso durante i mondiali di Yokohama, è molto bello e interessante.
Sono sempre stato dell’idea che se si vuol approfondire la conoscenza tecnica del pingpong questo è lo strumento adatto. La versione integrale di questo scambio è costituita da 92 fotogrammi, io li ho ridotti a 46, insomma uno si e uno no. Tra l’altro, per una migliore comprensione, in homepage troverete lo stesso scambio riadattato da me e pubblicato sul canale pingpongitalia di youtube.
Di questo scambio ci sarebbero tante cose da dire, ma quella che balza agli occhi è l’incredibile agilità e prontezza di riflessi di Joo Se Hyuk; Ma Lin lo sposta a destra e sinistra ma lui con perfetta tecnica delle gambe riesce non solo a coprire il tavolo difendendo ma anche di attaccare.

Inviate le vostre impressioni, commenti, innanzitutto per sapere se è di vostro gradimento, poi, come sempre, potete liberamente dire la vostra dal punto di vista tecnico.
Ci risentiamo

Max

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Macao, le finali del Pro Tour

10 Gennaio 2010 da Ping Pong Italia · 8 Commenti 

del Drago Rosso

Le Finali del Pro Tour, che si sono svolte a Macao per il secondo anno consecutivo, mettono in risalto ancora di più la drammatica situazione del tennistavolo europeo, ridicolizzato dai cinesi, e fanno capire che ormai l’Europa ha abbandonato qualsiasi progetto tecnico di sviluppo e spera soltanto negli interventi miracolosi dell’Ittf per avere in regalo qualche medaglia. Vedere giocare i tedeschi, presenti con ben 5 giocatori e gonfi di orgoglio perché credono di aver fatto chissà quale conquista, è qualcosa di patetico: non c’è traccia di gioco, di impostazione tattica, di evoluzione tecnica, è lo zero assoluto. Ma, come ho accennato, c’è Babbo Natale che porta in regalo la riduzione del numero di giocatori per nazione alle Olimpiadi e quasi sicuramente anche ai Mondiali. Parlerò di questo nel prossimo articolo, per il momento posso solo anticipare che la Commissione Olimpica dell’Ittf, riunitasi in Colombia in occasione del World junior Finals, ha approvato un documento col quale chiede la riduzione da 3 a 2 dei giocatori per nazione nella gara di singolo alle Olimpiadi. Sul campo, non c’è storia, perciò non rimane che assegnare le medaglie a tavolino. Che vergogna!

TRIPLETTA CINESE

I cinesi vincono tutto tranne il doppio maschile, ma solo perché non sono presenti in questa gara, visto che hanno giocato sempre con doppi diversi nel tornei del Pro Tour e quindi non hanno accumulato il numero minimo di partecipazioni per qualificarsi alle Finali. Strada libera quindi a doppi davvero ridicoli, con vittoria finale di Boll e Suss, senza onore e senza gloria. Spettacolo indecente, a dimostrazione di cosa succede se non ci sono i cinesi. Nel doppio femminile, una coppia cinese, Ding Ning-Liu Shiwen, era riuscita a qualificarsi e non fa alcuno sforzo (se non con un 4-2 al primo turno contro le romene Dodean-Samara) a vincere. Poi, nei singoli, spettacolo puro, senza contare che non ci sono Wang Hao nel maschile e, udite udite, Zhang Yining, Guo Yue e Li Xiaoxia nel femminile. Insomma, la Cina può lasciare a casa i migliori e finisce comunque con 4 su 4 sul podio nel maschile e 2 (+1, visto che Feng Tianwei gioca per Singapore ma è cinese) su 4 nel femminile.

MA LONG

Il singolo maschile è uno show assoluto, con i cinesi che esibiscono giocate da favola. Ma Long, per festeggiare la posizione numero 1 nella classifica mondiale, rivince questa gara (l’anno scorso batté 4-0 Wang Hao in finale), anche se non mostra il meglio dal punto di vista tattico, confermando di non avere eliminato i difetti che ancora lo frenano un po’. Lo si nota soprattutto nell’incontro con Suss, di 10 categorie inferiore a Ma Long, ma capace di invischiarlo e di perdere «solo» 4-2, con set molto tirati. Suss rinuncia completamente a fare il suo gioco (che comunque non si sa bene quale sia!) e, guidato da Rosskopf in panchina (che in questo modo riuscì a battere a sorpresa Kong Linghui nella Coppa del Mondo 1998), si mette a palleggiare corto, cosicché Ma Long perde il ritmo e, quando prova ad accelerare, non trova mai il tempo giusto e finisce col perdere anche lo scambio aperto, in cui è nettamente più forte di Suss. Dovrebbe
cominciare a servire lungo, senza paura della risposta di Suss, per impostare subito lo scambio potente, ma invece continua a servire corto e a favorire la ribattuta sotto rete di Suss. Ma Long si intestardisce e gioca una partita bruttissima, che riesce a vincere solo perché è impossibile che perda con un sottosviluppato tecnico come Suss, ma questa è una lezione importante per lui, perché le sue potenzialità tecniche sono enormi e non può dilapidarle con sciagurate condotte tattiche, come già ha fatto, per esempio, nella semifinale dei Mondiali 2009 con Wang Hao. A parte questo match, Ma Long è stato poi quasi perfetto in tutti gli altri, con solo qualche colpo di sonno che gli ha fatto lasciare un set con Ovtcharov e 2 con Xu Xin. I due persi con Zhang Jike, invece, sono dovuti a bravura dell’avversario, che insieme a Ma Long è l’ossatura della nazioinale cinese per i prossimi anni, con Xu Xin un po’ dietro. Ma Long, quindi, praticamente sbudella Ovtcharov con una tempesta di attacchi sotto i quali il tedesco non sa cosa fare, né ha qualcuno in panchina che glielo possa suggerire. Dopo la brutta partita con Suss, si ritrova di fronte Zhang Jike, che per me è l’unico alla sua altezza (a parte Wang Hao appena si decide a impegnarsi seriamente e a perdere 5-6 chili di peso). La partita è molto bella, anche se i due tendono un po’ ad annullarsi. Ma appena riescono ad aprire il gioco si vedono cose fantastiche. Ma Long fa valere la sua maggiore potenza e si ripete in finale contro Xu Xin, che pure nei precedenti incontri (a cominciare da quello con Boll) è stato devastante con i suoi attacchi. Sotto 1-2, Ma Long dà inizio a una serie impressionante di attacchi chiusi, anche di terza palla, sui quali Xu Xin ritorna terrestre. E’ la conferma di un fuoriclasse, che però non ha ancora mostrato in maniera completa il suo enorme potenziale.

WANG LIQIN

Un menzione particolare va fatta per Wang Liqin, che a 31 anni dimostra di essere ancora un leone. Intanto, ha superato Kong Linghui come record di longevità nella nazionale cinese: Kong vi era rimasto fino a 30 anni. Poi, sfiora l’ingresso in finale: prima batte Hao Shuai in un incontro durissimo, con scambi spettacolari e potentissimi, poi si trova davanti il giovane Xu Xin, che ha preso a pallate Boll (e poi anche Steger, ma questo incontro è solo una barzelletta, senza valore tecnico) e che si mostra più veloce e più potente. E qui Wang Liqin mostra di cosa è fatto, puro acciaio, perché spara cannonate ancora più potenti e resiste ai tentativi di terza palla di Xu Xin. In questa partita ci sono gli scambi più incredibili di tutto il torneo e la maggiorparte è chiusa da Wang Liqin, che però spreca più di una occasione, in maniera banale e probabilmente per un po’ di stanchezza, per chiudere il terzo, il quinto e il sesto set. Perde, ma
fa vedere quanto sia limpida la sua classe. L’unico problema per lui è la tenuta fisica, che si fa più evidente negli ultimi turni, ma sul singolo match è ancora il carrarmato che scatena una tempesta di fuoco.

ZHANG JIKE

Di Zhang Jike ho già detto che lo considero il numero 2 dopo Ma Long, ma al suo stesso livello tecnico, per il dopo «mostri sacri» come Wang Liqin, Ma Lin e Wang Hao. La sua partita con Ma Lin (imbolsito e lento) appare equilibrata nei set, anche se finisce 4-1, ma nel gioco è evidente come sia Zhang Jike a condurre, a impostare gli scambi, a esibire un rovescio di alta scuola, come non se ne vedevano da tempo. Poi, dimostra di aver raggiunto una buona maturità anche contro i difensori, visto che affronta il migliore di tutti, Joo Se Huyk, e lo batte con una prova in cui alterna i colpi potenti a quelli piazzati, e non è certo facile contro il sudcoreano. Infine, deve cedere a Ma Long, ma, con un sorteggio differente, sarebbe questa la finale.

XU XIN

Xu Xin, infine, continua a fare progressi notevoli. Sin da quando l’ho visto per la prima volta, parlo di 5 anni fa, non mi ha entusiasmato come Ma Long e Zhang Jike e l’ho sempre considerato di un livello inferiore rispetto a loro, anche se capace di prendere a pallate gli europei, su questo il dubbio non c’è mai stato. Anche adesso lo considero un gradino sotto, ma bisogna riconoscere che negli ultimi tempi ha compiuto progressi notevoli, maggiori di quelli che mi sarei aspettato. Soprattutto, è migliorato nella potenza e nella decisione nell’affrontare la terza palla, sulla quale prima si mostrava impreciso e senza grande convinzione. Inoltre, sta sviluppando anche un gioco di difesa alta e di contrattacco. Ma è anche vero che, quando è l’avversario a dare il via all’attacco (ma intendo l’avversario cinese, quelli europei nemmeno gli fanno il solletico), lui è in notevole difficoltà. Sugli scambi aperti lontano dal tavolo, sulle bordate in risposta alle bordate, è molto bravo, ma sempre di una spanna sotto Ma Long e Zhang Jike, oltre che Wang Liqin, ma in questo caso parliamo della precedente generazione. Comunque, quando Wang Hao abbandonerà (e non è previsto che lo faccia a breve), sarà lui il numero 3 della Cina, salvo imprevisti. A Macao, contro Boll, gioca un match che appare equilibrato nei punteggi, ma nella realtà è completamente a suo vantaggio per quanto riguarda l’iniziativa nel gioco. Xu Xin è quello che guida lo scambio, che dà il via agli attacchi, salvo poche occasioni, e Boll è costretto a stargli dietro, ad arrancare, preso più volte in velocità e in contropiede quando crede di aver già chiuso il punto. E’ vero, inoltre, che Xu Xin rimonta due volte (da 10-6 e da 10-7) e poi vince il set, ma succede anche a lui di guidare 10-6 e di subire la rimonta di Boll, con la differenza che è comunque lui a vincere il set, ripartendo alla grande. Quindi, che sia lui a fare la rimonta o Boll, alla fine è sempre Xu Xin a piazzare le botte vincenti e questo dà l’idea della sua personalità, oltre che della forza tecnica. L’ultima nota su lui è un aspetto particolare: Xu Xin è un pennaiolo mancino. Nell’intera storia del tennistavolo cinese, è rarissimo trovare campioni con queste caratteristiche. Di rilievo si trovano solo Yu Shentong e Yan Sen. Yu Shentong fu semifinalista nel singolo ai Mondiali 1989, ma solo perché i cinesi imposero a Jiang Jialiang di perdere con lui per punirlo per la sceneggiata di cui era stato protagonista nella finale a squadre: aveva interrotto il gioco per 20 minuti e preteso (e scandalosamente ottenuto) il cambio dell’arbitro che gli aveva tolto un punto su servizio irregolare nella gara contro Waldner. Comunque, i dirigenti cinesi fecero un favore a Jiang Jialiang, evitandogli un’altra figura di merda contro gli svedesi nel singolo (avrebbe incontrato Persson e sarebbe stato massacrato). Quindi, non considero Yu Shentong fra i campioni. Yan Sen, invece, è un vero campione: olimpionico e mondiale di doppio insieme a Wang Liqin, mondiale a squadre, semifinalista nel singolo ai Mondiali 1997 a Manchester, battuto da Waldner. Quindi, in tutta la storia della Cina, troviamo solo due pennaioli mancini di altissimo livello, una cosa abbastanza strana. Enzo Pettinelli, dopo averlo notato, ha ipotizzato qualche corto circuito cerebrale per i pennaioli mancini che, al contrario di quanto avviene nel tennis dove i mancini (in generale, perché lì non possono esserci pennaioli) sono considerati avvantaggiati in alcuni colpi (come nel diritto incrociato che viene fuori «più incrociato» rispetto a chi è destro, per motivi che rimangono misteriosi), nel tennistavolo ci può essere qualcosa che impedisce loro di esprimersi, ai massimi livelli, come i destri. Naturalmente, è un’ipotesi che, in base alle conoscenze scientifiche attuali, non può essere dimostrata, ma a me sembra interessante, visto che due soli pennaioli mancini di alto livello nella storia cinese appaiono come qualcosa di inverosimile, una coincidenza un po’ troppo strana.

GLI ALTRI

C’è poco da dire sugli altri giocatori, con nota di merito per il solo Joo Se Hyuk, protagonista di una grande battaglia contro Zhang Jike. L’altro sucoreano, Oh Sang Eun, è ancora vittima di una condizione fisica approssimativa, dovuta a tanti acciacchi, anche non curati bene, e cede a Suss, che si gasa, ma che rimane un giocatore di basso livello, oltre che un montato stratosferico. Dai tedeschi, spettacoli desolanti. Steger è uno serio, ma i suoi limiti tecnici sono fin troppo evidenti. Baum, altro montato come Suss, è davvero patetico tecnicamente, e infatti cede a Steger. Ovtcharov continua la sua discesa senza fine verso lo squallore: è preso a pallate da Ma Long, non è in grado di prendere mai l’iniziativa, continua a fare quel suo ridicolo servizio di rovescio (anche se in misura ridotta, forse si sta rendendo conto che agli occhi degli spettatori appare come un clown quando lo esegue), un vero disastro. Infine, c’è Boll, che prova
a battersi, pur con i suoi limiti tecnici da me più volte indicati, ma è evidente che a frenarlo adesso ci sono anche guai fisici. E’ stato fermo per parecchio tempo, adesso sembra si sia ripreso, ma la velocità non è più la stessa. Fra l’altro, si nota che si piega molto di meno rispetto a prima (lo si vede soprattutto nella risposta al servizio) e che i movimenti di topspin di diritto sono meno esasperati ed estremi rispetto a prima. La sua schiena non è più in grado di sopportare certi sforzi, dovuti principalmente (e secondo me esclusivamente) a una postura sbagliata, di cui sono responsabili i macellai tedeschi, travestiti da allenatori, che lo hanno impostato in quel modo: come dissi già una volta, quando esegue il top di diritto, sembra che abbia ricevuto una botta di spranga nei reni. Alla fine, tutti quegli sforzi senza senso e deleteri per il corpo si pagano.

LE DONNE

Guo Yan rivince il titolo ottenuto l’anno scorso, anche se deve soffrire parecchio in finale con Ding Ning: le annulla il matchball con un tiro che colpisce prima la rete, poi lo spigolo. Comunque, a parte il colpo di fortuna, Guo Yan si dimostra ancora una volta durissima e in fondo merita la vittoria. Non dimentichiamo che è probabilmente la giocatrice più sfortunata della storia del tennistavolo: sarebbe stata in grado di vincere tutto (e ha vinto comunque una Coppa del Mondo e due Finali del Pro Tour, oltre a titoli mondiali a squadre), ma si è ritrovata a giocare nello stesso periodo di Zhang Yining, Wang Nan, Guo Yue e Li Xiaoxia! Ding Ning mostra di essere ormai fra le prime 5 del mondo, le manca solo un po’ più di equilibrio e di lucidità nel gioco, punta troppo sulla potenza ed è una sparapalle impressionante. La sorpresa negativa è arrivata da Liu Shiwen, fresca numero 1 della classifica mondiale ed eliminata al primo turno dalla
giapponese Fukuhara. E’ vero che Liu Shiwen arriva a Macao con raffreddore e un po’ di febbre, ma non si può perdere con la Fukuhara, giocatrice con cui le cinesi normalmente passeggiano. La verità è che Liu Shiwen, pur fortissima, ha ancora molti difetti, che Kong Linghui, suo allenatore, sta cercando di toglierle: va benissimo contro chi gioca aperto, ma si trova in difficoltà con le difese e soprattutto con chi, come la Fukuhara, spezzetta il gioco, anche con la gomma del cazzo che monta sul rovescio, e parte con attacchi improvvisi. La verità è che Liu Shiwen non è la vera numero 1 del mondo. Lo è diventata solo perché ha giocato quasi tutte le gare, mentre Zhang Yining, ora numero 2, è stata ferma, e anche Guo Yue è stata tenuta un po’ in frigorifero dai tecnici cinesi, pronta per gare più impegnative. Quello della classifica mondiale, comunque, è un discorso che affronterò a parte, perché è evidente che siamo in presenza di una graduatoria non vera, per diverse ragioni che proverò a spiegare. Per concludere, a proposito di Zhang Yining, la più grande giocatrice di tutti i tempi, che si è sposata il 18 ottobre e che sta ancora riposandosi (non si sa ancora se giocherà i Mondiali a squadre a Mosca, a maggio), è apparsa d’incanto nella prima giornata di gare. Il marito è di Hong Kong, quindi lei ha fatto un salto nella vicinissima Macao, ha guardato le gare per un paio d’ore e poi è scomparsa di nuovo.

UNDER 21

A Macao si sono svolte anche le Finali delle gare Under 21. Le cito solo per far notare che sono la più grande barzelletta del tennistavolo. La gara Under 21 fu pensata qualche anno fa al posto del vecchio torneo di consolazione cui partecipavano, negli Open internazionali, i perdenti al primo turno. Siccome era una specie di «cimitero degli elefanti», si pensò, bene, di sostituirla con una gara per gli Under 21, in modo da offrire ai più giovani l’occasione di giocare un po’ di più. Il problema nasce quando, non si sa chi sia stato il genio in questione, a questa gara si è voluto assegnare un significato tecnico assurdo: la gara dei campioni del futuro. In altri sport, si può arrivare a 21 anni e diventare campioni dopo, nel tennistavolo no: si vede se sei campione quando hai 14-15 anni, altrimenti sei un mediocre. Così, queste Finali per gli Under 21 non si dovrebbero nemmeno giocare, bastano le gare negli Open, e basta. Così, tanto per essere spietati, faccio notare che: nelle semifinali assolute, a Macao, ci sono tre Under 21, che naturalmente non si sono mai permessi di giocare questa gara: Ma Long, Zhang Jike e Xu Xin. E fra le donne, andando a vdere la classifica mondiale, scopriamo che la numero 1 Liu Shiwen, la numero 3 Guo Yue e la numero 7 Ding Ning sono Under 21, con Ding Ning finalista assoluta a Macao. E allora, la vogliamo smettere con questa farsa?

TV

Concludo con una informazione che secondo me è davvero importante. Leggo, qui e là, ma soprattutto dove abbondano gli incompetenti e gli ignoranti, che molti vanno alla ricerca spasmodica di video delle partite. E allora, informo che sul sito dell’Ittf (mai abbastanza cliccato, quantomeno per vedere come si scrivono esattamente i nomi dei giocatori cinesi, senza essere necessariamente esperti di Cina e di lingua cinese!) c’è una sezione televisiva, dove è possibile rivedere le intere partite dei più importanti tornei, a cominciare dai Mondiali. In questi giorni, sono andare in diretta le partite delle Finali Pro Tour a Macao e possono essere riviste in qualsiasi momento da chiunque, tutto gratis. Ecco il mio consiglio: tutti gli ignoranti e gli incompetenti si vadano a vedere quelle partite, magari è la volta buona che cominciano a capire qualcosa. C’è una autentica miniera di partite sul sito dell’Ittf (www.ittf.com) e quasi nessuno va a scavare. Perle ai porci.

RISULTATI

SINGOLO MASCHILE

Finale

Semifinali

Quarti di Finale

Ottavi di Finale

SINGOLO FEMMINILE

Finale

Semifinali

Quarti di Finale

Ottavi di Finale

DOPPIO MASCHILE

Finale

Semifinali

Quarti di Finale

DOPPIO FEMMINILE

Finale

Semifinali

Quarti di Finale

U21 RAGAZZI

Finale

Semifinali

U21 RAGAZZE

Finale

Semifinali

Ma Long n.1

6 Gennaio 2010 da Ping Pong Italia · 1 Commento 

Eccomi nuovamente fra voi. Comincio innanzitutto col farvi i miei più sinceri auguri per un 2010 ricco di soddisfazioni pongistiche.
Come avete visto nella foto, ho voluto riproporre un’immagine particolarmente significativa del gesto tecnico del nuovo n.1 al mondo Ma Long. È un’azione molto bella catturata dal Drago Rosso durante l’English Pro Tour dello scorso novembre.
È un’immagine che concentra forza, agilità, coordinazione, senso della posizione, equilibrio, intensità e, a mio modo di vedere, intenzionalità, sì perché nel pingpong non basta avere determinate qualità per far sì che qualcosa succeda, occorre una spinta interiore che pochi hanno.

Con questa foto ho voluto anche realizzare un calendario che troverete di seguito in diversi formati, potete aprire le immagini e scaricare quella che si adatta meglio, e magari, chissà, metterla come scrivania del vostro computer.

Ancora buon anno a tutti.

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