Dalla Gazzetta dello Sport del 17 e del 15/2

16 Febbraio 2009 da Ping Pong Italia · 6 Commenti 


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Ready to go…again

13 Febbraio 2009 da Ping Pong Italia · 28 Commenti 

Il momento è arrivato.
Sono in procinto di iniziare una nuova avventura come tecnico per una nazione estera. Questa volta si tratta dell’India dove ho ottenuto l’incarico di Head Coach, mi dovrò occupare delle preparazioni delle nazionali maschili e femminili in vista dei Giochi del Commonwealth che si terranno a New Delhi nell’ottobre del 2010.
 L’impegno è importante e di responsabilità.

L’India dispone di un centro di preparazione olimpica di eccellenza a 265 a nord di Delhi, a Patiala nel Punjab dove sarà la mia prossima residenza.
 Il NIS, National Institute of Sport è un immensa struttura polivalente con 900 posti letto, all’interno c’è l’università delle scienze sportive e naturalmente tutte le strutture per ospitare la miglior preparazione tecnica di vari sport.
L’india pongistica attualmente occupa la 37ma posizione mondiale maschile e la femminile la 36ma, entrambe giocano in seconda divisione. Il giocatore più importante è Achanta Kamal n.89 del ranking mondiale milita nel massimo campionato spagnolo, reduce da una brillante vittoria al Pro Tour del Kuwait contro Ko Lai Chak HKG n.23, mentre tra le ragazze la migliore si chiama Ghatak ed è n.204. Ricordo che la posizione di classifica mondiale a squadre è determinata dalla somma dei migliori 3 classificati. 
Ci saranno diverse opportunità per giocare le competizioni internazionali, infatti, in questo momento, una numerosa delegazione sta disputando il Pro Tour del Kuwait e subito dopo prenderà parte anche a quello del Qatar, ma sono già in programma diversi altri Pro Tour nonché i mondiali giapponesi nel prossimo aprile.

Sono molto contento e motivato di intraprendere questa nuova sfida, la considero una duplice opportunità: da una parte la possibilità di crescere il mio livello di conoscenze tecniche, dall’altra quella di divulgare il mio modo di vedere il pingpong in una nazione importante come l’India.
Il lavoro sarà diversificato, in ogni caso avrò una rosa di 40 atleti fra uomini e donne con cui lavorare. Ci sarà la preparazione vera e propria finalizzata alle competizioni, il lavoro quotidiano di routine per la specializzazione di atleti e la formazione dei tecnici. Tutte situazioni di sicuro interesse e stimolanti, per puntare al massimo profitto, in termini di risultati tecnici, mi auguro che le condizioni di lavoro siano le migliori possibili.

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Il pingpong tradito dai Circoli

8 Febbraio 2009 da Ping Pong Italia · 31 Commenti 

I Circoli sono una grande incognita. Da qualche anno a questa parte ci sono stati dei proclami televisivi, con apparizioni di Marcello Dell’Utri, Presidente dei Circoli del Buon Governo, a sostenere le qualità del pingpong e le sue analogie con il vivere quotidiano. Ci sono stati interventi di tipo diverso: da quello puramente sportivo a quello socio-politico. C’è poi stata la pesante presenza nelle squadre di serie A1 che hanno portato alla vittoria del massimo campionato, seppure discussa, del Circolo Roma. Ci sono stati gli accordi politici, in chiave sportiva, tra la Federazione ed i Circoli. Ci sono stati, infine, tanti dirigenti pongistici che hanno accolto a braccia aperte l’arrivo di una forza consistente come i Circoli capace di catalizzare l’interesse e, soprattutto, portare soldi al pingpong. I dirigenti hanno poi costruito un impianto operativo importante con la trasformazione di società come il Pieve Emanuele o la San Donatese in Circoli. Prima di loro anche il Treviso aveva concepito la stessa idea ossia: tutti sotto un’unica bandiera, quella dei Circoli.

La notizia della rinuncia dei giocatori del Circolo Roma in occasione del derby contro il Circolo Milano ha portato ad una serie di considerazioni, voci, interventi di vario tipo culminate con l’interessamento anche del quotidiano La Repubblica che, proprio questa mattina in prima pagina si occupava di questo argomento.
Ho avuto modo di parlare con alcuni personaggi del Circolo Roma, ma quello che mi ha colpito maggiormente è stata la chiacchierata con un genitore di un bambino che da quest’anno milita per il Circolo Roma.
Ecco che cosa ne è venuto fuori.
Allora, cosa è successo?
E’ successo che nessuno si preoccupa di questa squadra e dopo tanti rospi buttati giù gli atleti si sono stancati e hanno deciso di non scendere in campo.
Accidenti è davvero una cosa grave. Ma la causa?
La causa è semplicemente questa, atleti e tecnico non vedono un euro da svariati mesi. E dire che si stava costruendo un bel ambiente, tanti ragazzini, entusiasmo e voglia di fare.
Ci sarà stato modo di parlare con la dirigenza dei Circoli…
All’inizio si, ma poi buio completo, tante telefonate andate a vuoto.

Sei deluso?
Molto. Ma ciò che più mi dispiace è il messaggio negativo che i più giovani ricevono da questa vicenda. Vedere un giocatore che si strappa la maglia del club non è certo edificante.
A questo punto cosa resta?
Sembra che il Circolo si voglia concentrare su Milano, mi sembra legittimo, quindi Roma andrà a scomparire. In ogni caso mi auguro che i dirigenti mantengano gli impegni presi nei confronti del tecnico e degli atleti e che quel gruppo di ragazzini possano avere una sorta di continuazione del lavoro che hanno iniziato a svolgere.
Sono convinto che il potenziale romano sia alto con o senza i Circoli. Se tra quei ragazzini ci sono dei talenti non tarderanno ad uscire fuori.
Grazie per il tuo tempo.
Grazie a te.


Insomma tanta amarezza da parte di un genitore ma aggiungerei anche da parte di tanti altri appassionati. Ora c’è una preoccupazione diffusa anche nelle altre squadre, anche se, notizia confermata dal fatto che ieri sera Roma ha giocato, il Presidente Roberto Mezzaroma abbia garantito per il proseguo della gara. Come al solito le voci si susseguono e occorre aspettare le notizie ufficiale, altrimenti non si fa altro che alimentari un clima già di per sé teso.
E la Federazione che cosa fa? Nulla. Non ha affrontato la vicenda forse per non esporsi. Riguardo la gara non disputata il suo comunicato è stato appunto che la gara non è stata disputata per incompleta presentazione del Circolo Roma, “informazione allo stato puro”.
In uno sport come il pingpong, dove il volontariato è una delle componenti più importanti, ci si aspettava molto dai Circoli, non solo da parte delle squadre più importanti ma anche dalle società che avevano sposato l’idea dei Circoli per vedere realizzato un progetto di crescita pongistica con l’arrivo di aiuti economici. Anche quelle piccole società sono preoccupate, anzi in alcuni casi già rassegnate del vuoto che i Circoli stanno creando.

34 e non sentirli

1 Febbraio 2009 da Ping Pong Italia · Lascia un commento 

L’occasione per questa intervista esclusiva a Massimliano Mondello è duplice: l’importante gara di A1 tra la squadra di Este e quella di Brescia ed il compleanno del grande campione. Ho sentito Massimiliano sia prima sia dopo la gara di Este, ecco a voi la nostra chiacchierata telefonica. Photo courtesy by ITTF

Innanzitutto auguri Mondy.

Grazie

Allora, sei a quota 34, dal pingpong hai dato di più tu o hai ricevuto di più?

Credo che la cosa sia reciproca, ho ricevuto molto. Ho avuto modo di intraprendere una carriera, ho vinto tantissimo ma allo stesso tempo la mia parte l’ho fatta, basti pensare al terzo posto ai mondiali del 2000 a Kuala Lumpur; direi che con il pingpong è stato un bel rapporto. Forse avrei potuto dare qualcosa di più ho commesso tanti errori e magari con un po’ più di saggezza avrei potutto fare cose ancora più importanti.

E quindi, a 34 anni cosa pensa di fare?

Mi piacerebbe trasmettere tutta l’esperienza accumulata negli anni della carriera per aiutare i giovani, ce ne sono diversi ma con poca esperienza.

Insomma, a questa età, ti senti di poter migliorare ancora?

Guarda, quest’anno sono migliorato tanto, credo di aver fatto un ulteriore salto di qualità. La cosa buffa è che l’allenamento che faccio è di gran lunga meno qualitativo di quelli a Pieve.

E come te lo spieghi?

Forse oggi ho l’esperienza giusta. La maturatità che non ho avuto in passato. Vedo il pingpong in modo più mentale, più profondo. Oltre alla tecnica, fondamentale, mi sento di potr usare altre armi, in ogni caso, oggi mi sento più forte.

La tua è una lunga carriera, quale è il tuo più grande rammarico?

Tu sai bene, eri allenatore della nazionale, io insieme ad altri abbiamo rinunciato alla nazionale e ciò ha danneggiato la carriera di tutti noi. Ecco, certamente non rifarei quello sciopero. A fine 2001 ero arrivato al top e 2 anni di stop hanno indebolito tutto il mio gioco. A mente decisamente più fredo, forse avremmo potuto fare in altro modo.

Racconta agli appasissionati di quest’esperienza con Brescia.

Brescia mi ha dato e mi sta dando molta fiducia ed io cerco di ripagare questa fiducia con i risultati. Pensa, prima ho firmato il cartellino e poi abbiamo discusso l’ingaggio. C’è stata dall’inizio un’ottima intesa. Sono sincero, con Brescia puntiamo al titolo. C’è Milano che a mio avviso e’ la piu’ difficile, ma anche Castel Goffredo ed Este, con cui giochiamo stasera, non sono da meno.

Cosa pensi che possa servire per ottenere il titolo?

Brescia non è Pieve Emanuele e nemmeno Castel Goffredo dove si respira un professionismo totale, ma ha una voglia esagerata di fare bene e di pensare al bene dei propri atleti. Essere meglio organizzati è un dato di fatto che aiuta a raggiungere risultati migliori e da questo punto di vista occorre più allenamento di qualità.

Quanto ti alleni?

3 volte la settimana, con un cinese, Soraci e da qualche tempo anche con Sabatino.

Con Pieve ci sono state tante gioie e anche dei dolori, te la senti di dire qualcosa?

No, non me la sento. Posso solo dire che con la società del Pieve, con Patrizio (Deniso ndr) c’e’ stato un chiarimento totale ed ho ritrovato l’amicizia di sempre.

Ok, cambiamo discorso, ti manca la nazionale?

No, e sai perché? Questa nazionale non mi ha messo in condizione di sentirne la mancanza. Non sono mai stato coinvolto. Una telefonata, niente di niente. Quindi auguri alla nazionale senza Mondello.

Quindi, di conseguenza, la nazionale non ha bisogno di Mondello?

Sembra che sia così Ho saputo che stanno puntando sui giovani, ma poi ho visto che Yango ha giocato il Pro Tour di Slovenia e alcune voci parlano del suo utilizzo ai Giochi del Mediterraneo a Pescara di quest’anno, allora forse potrebbero aver bisogno anche di Mondello. Ad agosto ho dato la mia disponibilità ma niente. Buio totale. Almeno che vengano vedere Mondello giocare, magari si fanno un’idea diversa. Niente, zero.

Avresti voglia di fare un pro tour? Tornare a calcare i taraflex internazionali?

Ma, guarda, senza un obiettivo particolare, penso non serva a nulla.

Parliamo del futuro, sei dunque completamente perso per la tua Viola?

Sono al settimo cielo. Non ci sono medaglie sportive che possano paragonare la gioia che provo per mia figlia Viola. L’altro giorno l’ho fatta camminare da sola, è stata un’emozione unica.

Hai sentito del pingpong nei corpi militari, sembra che Stefanova e Bobocica diventeranno aviatori, cosa ne pensi?

Che sfiga. L’ho saputo da mio cognato, Moreno Boer (campione italiano e capitano della nazionale sollevamento pesi, 3 olimpiadi con quella di Pechino). Ho giocato tanti anni, ho cercato di dare quello che potevo e poi…che sfiga.

Bene, ci sentiamo in serata dopo la gara estense.

Si, però Max ti devo fare un ringraziamento particolare. Con questa chiacchierata mi hai ricordato che ancora posso dare tanto, e ho voglia di farlo. Spero che agli italiani sia io che tu possiamo dimostrare ai tanti giovani come si gioca al pingpong.
Ciao a tutti, vi voglio bene. Forza azzurri.
Il vostro Mondy.

La gara di Este è finita con un netto 4 a 1 per i padroni di casa.

Allora, come è andato questo compleanno in campo?

Me lo ricerderò. Loro sono stati più bravi, hanno meritato la vittoria. Siamo entrati in campo molto molli. Poca determinati, ci è mancata la tensione nervosa, quella che ti fa mordere il tavolo, quella in cui non hai la minima voglia di regalare anche un solo punto.

Adesso cosa succede?

Succede che dobbiamo ritrovare la convinzione. Il campionato ancora è lungo ma io rimango fiducioso di me e dei miei compagni.

In bocca al lupo.

Grazie.

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