La risposta a Simone Spinicchia

22 Novembre 2013 da Ping Pong Italia · 4 Commenti 

Caro Simone e cari voi, innanzitutto grazie del tuo contributo intervenendo qui sul blog, poi, mi scuso per la tardiva risposta ma sono stato davvero incasinato, l’America è l’America, ma quanto lavoro amico mio. All’inizio pensavo ad una semplice risposta, concisa, ma poi mi sono fatto prendere la mano e ne é venuto fuori un post a tutti gli effetti.

Allora, la domanda che avevi posto è molto pertinente e devo darti ragione. La riporto qui a beneficio dei lettori.

dal blog del “Ciao Massimo, sono d’accordo con te sulla disamina tecnica che hai fatto, soprattutto su come un gioco più lento e di qualità possa creare notevoli difficoltà ad un avversario che imposta il proprio gioco sul ritmo esasperato.
Il quesito a cui fatico a dare una risposta (tecnica) è questo: come faccio a dare qualità (es. top lento con rotazione) se quasi tutti ormai rispondono a tutto campo con un flip veloce laterale ?
E anche i servizi tendono a essere più forzati e spesso lunghi .
Anche i materiali a mio avviso rendono il gioco più facile, in quanto si riesce a dare meno rotazione e si ha più controllo.”

Lo so, con tutte le implicazioni che ci sono (materiali, velocità, servizi, strategia etc.), è difficile poter realizzare una soluzione tecnico/tattica quale quella che ho indicato. Però lasciami dire una cosa. Nel mio post ho parlato di una possibilità di creare scompiglio cercando di rallentare il ritmo giocando topspin carichi di effetto, questa idea va vista come una sorta di break al gioco esasperatamente veloce che, quando funziona, procura notevoli danni al sistema/gioco dell’avversario. Non penso che all’improvviso bisogna giocare tutto in modo lento, come si suole dire, occorre stare al gioco, avere diverse abilità, essere in grado di sostenere lo scambio veloce ma al tempo stesso non perdere di vista un secondo obiettivo che per me diventa primario, quello di rallentare il ritmo, ossia spezzarlo.
Partendo dal servizio, va da sé che serve obbligare l’avversario al palleggio, come si fa? E’ ovvio, l’avversario vuole aprire il gioco, bene il servizio dovrà necessariamente essere in backspin e soprattutto con una parabola bassissima, a fil di rete. Il piazzamento della palla deve variare da molto corto sul diritto a molto corto sul rovescio, è sbagliato servire al centro ed è sbagliato servire pensando a una palla che esce e non esce, occasionalmente preparare anche un servizio rapido e lungo, questo non guasta mai. Sono sufficienti due o tre occasioni in cui l’avversario perde la sicurezza della risposta ed ecco che egli si rifugia nel classico palleggio. Si potrà obiettare che se la palla che servo è troppo corta allora anche la risposta sarà di conseguenza, bene, in ogni caso un risultato lo abbiamo ottenuto, abbiamo forzato l’avversario a rispondere di palleggio. A quel punto potremmo anche avere coraggio e servire più lungo. Personalmente lo trovo un buon obiettivo raggiunto. In gioco non c’è solo la tecnica e la tattica, c’è anche tanta psicologia.
Seconda possibilità, l’avversario apre il gioco con un flick, potrebbe essere veloce, sì, ma dipende dalla parabola che la palla effettua dopo che abbiamo eseguito il servizio. Se il mio servizio è basso, credimi, non è così facile giocare il flick. Tuttavia, diciamo che l’avversario gioca il flick, l’errore comune che tutti fanno è di cercare di rispondere in velocità ad una palla che continuiamo a considerare improvvisa, inaspettata: è ora di cambiare registro, quella palla sarà il comune denominatore della risposta al servizio. E veniamo al punto tecnico, tutti voi sapete che la rotazione che si può esercitare sulla palla non ha limiti, certo se la palla che riceviamo è in backspin ci sarà più facile incrementare la rotazione, non dobbiamo fare altro che andare in senso della rotazione e il gioco è fatto. Succede la stessa cosa tra un’attaccante e un difensore, la palla ruota sempre alla stessa maniera, uno taglia, l’altro attacca, entrambi i giocatori colpiscono andando sempre nel verso della rotazione, per il difensore sarà ricevere topspin, per l’attaccante sarà ricevere il backspin. A questo riguardo il comune senso del gioco è quello di pensare di dare velocità alla palla colpendola quasi fosse uno scambio, di piatto, tipo schiacciata, flat come si direbbe in inglese, ecco perché molte volte la palla ritorna nel nostro campo in modo semplice, e pensiamo “eppure era veloce, ben piazzata, di qualità”, si ma di scarsa qualità in rotazione.
Per la natura sferica della palla la rotazione può avvenire in molti punti dipende dalla direzione del colpo, personalmente trovo che sia un bel vantaggio; ora, se ci troviamo di fronte ad un flick la prima cosa da fare è aspettare la palla, non va colpita troppo presto, bisogna che si avvicini a noi; secondo, il concetto di spin è direttamente proporzionale al tempo che la palla rimane “incollata” nella gomma, per questo motivo che molti giocatori non riescono a dare rotazione perché il colpo è troppo secco e violento. Quando dico che la palla deve rimanere sulla gomma più tempo non significa che il mio colpo sarà molle, è esattamente il contrario, sarà aggressivo perché devo credere nella capacità della gomma di trattenere la palla il più a lungo possibile e generare una violenta accelerazione. La cosa più esaltante è vedere che, a secondo dell’accelerazione, la palla si comporta in modo davvero incredibile con traiettorie veloci e al tempo stesso carica di effetto.
Quindi non ha importanza quale colpo riceviamo, è fondamentale che tipo di approccio abbiamo nei confronti della palla.
Qui negli States mi sono trovato a giocare con molti cinesi anche davvero bravi e ho fatto molti esperimenti, il risultato è sempre lo stesso, ogni volta che volevo rallentare il ritmo ci riuscivo benissimo, tanta tecnica ovviamente ma anche tanta psicologia. Aspettare la palla, un concetto basilare che nel corso del tempo ha perso il suo fascino e importanza.

Un ultimo accenno ai materiali che potrebbe essere pertinente al quesito di Simone. Ho letto che le cinesi H3 vengono utilizzate solo in Cina, in Europa no o almeno in minima parte, non so se ci sono motivi commerciali, sponsorizzazioni o imposizioni dall’alto, per me ci sono due motivi correlati, uno è tecnico l’altro è fisico.
Spero non si offendano, ma i cinesi notoriamente non fanno uso di potenti rotazioni, forse perché non ne sono capaci, in luogo, fanno uso della potenza rapida. Non credo che, in quello che affermo, ci sia tanto da scandalizzarsi, per anni hanno studiato noi europei facendoci allenare nelle loro palestre, negli anni ‘80 erano letteralmente terrorizzati dallo spin, avevano paura di bloccare, avevano paura che la palla si incuneasse verso l’alto. Quel tipo di gomma richiede una tecnica che solo loro hanno, ossia un impatto sulla palla tremendamente audace e violento che il più delle volte uccide lo spin avversario e genera alte velocità, traiettorie bassissime, parabole nulle. C’è una logica in tutto ciò, come dicevo prima, per avere maggior controllo la palla deve rimanere il più a lungo sulla gomma, ed ecco spiegato il trucco, posso colpire la palla talmente forte che non sento affatto una qualsivoglia rotazione dell’avversario, anzi, lo demolisco, da qui anche motivo del perché siano così appiccicose. Ma li avete visti giocare contro le difese, riducono i poveri malcapitati in poltiglie, la ragione è la stessa, la gomma ammazza lo spin. Noi non riusciremmo a giocare con quelle gomme perché siamo più morbidi nei colpi e soprattutto la biomeccanica è diversa, i cinesi estendono il braccio mantenendo tutta la potenza dell’articolazione della spalla, gli europei lo riducono come fosse due pezzi cercando di generare potenza chiudendo il braccio nel gomito. Ho chiesto ai miei collaboratori cinesi di giocare gli stessi colpi con gomme non cinesi, risultato: nei controtopspin palle il più delle volte a rete, nel blocco il più delle volte fuori.

Un’ultima cosa, se vi va di scrivere qualcosa, non esitate, tempo permettendo vi risponderò. A questo proposito devo chiedere scusa a Ittennico che il 4 di Agosto mi aveva posto una domanda sui talenti, non me ne sono dimenticato, arriverà.

La futura fine dei cinesi

14 Novembre 2013 da Ping Pong Italia · 3 Commenti 

Prendo spunto da due fatti che ultimamente hanno colpito il mio interesse. Il primo riguarda l’articolo del Drago Rosso sui Giochi Nazionali Cinesi quando parla di esasperazioni tecniche, il secondo è l’osservare una gran quantità di giovani cinesi che giocano qui negli Stati Uniti. Nel loro paese, questi cinesi, sono ritenuti non idonei a competere ad alto livello e quindi gli viene offerta un’opportunità di giocare e guadagnare meglio che in Cina. L’aspetto che vorrei sottolineare non è di natura economica e nemmeno sociale, ma riguarda la sfera tecnica.

Dopo aver riletto il passaggio del Drago Rosso mi sono preso la briga anche di guardare un po’ di video in rete ed è cresciuta in me la sensazione che questo modello di gioco porterà ad una futura perdita della leadership da parte della Cina. Con questo non voglio dire che all’improvviso la Cina non vincerà più, il processo sarà graduale, lento, forse 8-10 anni. Nel lungo termine mi immagino un gioco incollato al centro del tavolo con maggiori spostamenti in avanti e dietro e un impoverimento della forza delle gambe che porterà ad un depotenziamento dei colpi di diritto giocato dalla classica posizione del rovescio. Tutto ciò credo vada a vantaggio degli europei che hanno sempre dimostrato debolezze contro la potenza di gioco cinese ed un miglior controllo con il rovescio. Gli europei potranno così affrontare il gioco con più confidenza, lavorando più sulle rotazioni e sullo scambio rovescio-rovescio.

Continuo a vedere partite noiose con scambi sempre più brevi basati su errori di rovescio, a volte non si vede giocare un singolo colpo di diritto in un intero set, e quando si prova ad eseguire il passo-giro si è lenti, si sbaglia e cresce così la paura di tirare il diritto, dunque si continua a sperare nel rovescio con colpi anche di mezza volata o di topspin veloce sul tavolo. Certo il rovescio è diventato sempre più importante ed efficace e costringe a un dialogo rovescio/rovescio, situazione, ripeto, favorevole ai giocatori europei e sfavorevole ai cinesi che si dimenticheranno di spostarsi con il diritto dal lato del rovescio. Naturalmente i cinesi non staranno con le mani in mano, perfezioneranno il rovescio rendendolo sempre più efficace ma ciò non toglie che vanno ad omologarsi con il classico gioco europeo, quello da cui deriva l’impugnatura.

La tendenza è chiara e limpida, i cinesi tradizionalmente abili a rapidi spostamenti finiranno per perdere questa ultra decennale tradizione che proviene dal gioco a penna. Si spiega così anche l’uso esasperato del servizio reverso quello cioè giocato dalla posizione del rovescio con spin laterale interno piuttosto che il collaudato esterno. Questo modo di servire obbliga una risposta verso il centro del tavolo escludendo il lato estremo del rovescio creando una condizione ideale per attaccare con il diritto, oggi come oggi è l’unica chance per poterlo giocare.

Ci sono due elementi pertanto che a lungo termine potrebbero dare speranza agli europei e non solo a loro: il primo è di natura psicologica, essi dovranno avere la forza ed il coraggio di affrontare i cinesi a viso aperto, senza indietreggiare difendendosi e sperare nell’errore dell’avversario, ma sostenendo lo scambio da vicino al tavolo. Il secondo elemento riguarda l’impostazione del gioco, io credo che per avere più possibilità di vincere occorre riprendere il vecchio e caro topspin carico di rotazione rallentando la velocità del colpo creando maggiori rischi nel contrattacco da parte dei cinesi. Si sa che i cinesi hanno una paura atavica nel dover affrontare un block o un controtop in presenza di estreme rotazioni. Se si potranno verificare queste due condizioni allora qualche speranza per un bilanciamento dei livelli lo si può intravvedere.

A questo punto vorrei aprire una breve parentesi sull’utilità del topspin con rotazione e con conseguente rallentamento della velocità. Tutti noi siamo cresciuti imparando il pingpong come gioco fluido, costante nel suo divenire, quindi il nostro background è di natura veloce, rispondiamo meglio se la palla è veloce, se lo scambio è rapido, ma quando ci troviamo di fronte alle variazioni di ritmo, specialmente dal veloce al rallentato ecco che i meccanismi vanno in tilt. Con il passare degli anni questa soluzione tattica può assumere sempre più importanza, continuiamo a pensare di vincere il punto con la potenza e ci dimentichiamo che anche la rotazione porta punti e, oserei dire, punti pesanti, inoltre la buona riuscita di un colpo di rotazione fa crescere la preoccupazione all’avversario e gli fa perdere la fiducia nel block.

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