Notizie da Dortmund

29 Marzo 2012 da Ping Pong Italia · 28 Commenti 

del Drago Rosso

Alla fine dei gironi, ecco il primo punto della situazione dei Mondiali a squadre di Dortmund. Come premessa, comunque, ricordo due cose che avevo dimenticato di mettere in evidenza nell’articolo di presentazione. Quando ho parlato di Dortmund e della sua importanza nella storia del tennistavolo, dovevo dire che l’edizione del 1959, oltre a essere la prima con la racchetta sandwich, fu anche la prima con un cinese a vincere il titolo nel singolo maschile: Rong Guotuan, che in finale battè l’ungherese Sido. Purtroppo, Rong Guotuan scomparve negli anni della Rivoluzione culturale (1966-1976), periodo nel quale molti oppositori del regime instaurato dalla Banda dei quattro (una dei “quattro” era la moglie di uno ormai vecchio e spento Mao Tsetung) furono condannati a morte, sparirono in circostanze misteriose o si uccisero, il suicidio infatti è la versione ufficiale della morte di Rong Guotuan. L’altra cosa da tener presente è che quest’anno i Mondiali a squadre si tengono prima del solito. E’ quello che accade sempre negli anni olimpici. Per tenere separate più possibile le due gare e, soprattutto, per creare spazi per le qualificazioni olimpiche continentali e infine per quella mondiale, è necessario anticipare i Mondiali a squadre, che di solito si tengono a fine aprile-inizio maggio e che ogni 4 anni sono spostati a fine marzo. Detto questo, passo alle gare.

ITALIA MASCHILE

Anche in questo caso, una piccola premessa, legata all’infortunio di Bobocica e alla sua sostituzione. E’ stato chiamato Pavan al suo posto. Ma chi lo ha deciso? Con tutto il rispetto per Pavan, non c’è il minimo fondamento tecnico per questa scelta. Giusto per fare un nome, sarebbe stato legittimo prendere Crotti. Se invece esaminiamo la questione da un punto di vista politico, allora si capisce tutto, soprattutto in vista delle elezioni che qualcuno ha una paura folle di perdere. E, purtroppo, si capisce ancora di più perché, nel 2005, furono cacciati Costantini ed Errigo dalla direzione delle Nazionali. Quei due decidevano per conto loro. Con Costantini, una convocazione come quella di Pavan ai Mondiali non sarebbe mai avvenuta. Così come non avvenne quella di un giocatore, allora Seconda categoria ma con doti tecniche limitatissime, la cui miglior “qualità” era quella di essere figlio di un alto dirigente, che telefonò apposta a Costantini per chiedergli di convocarlo in nazionale. Cosa che Costantini, naturalmente, non fece. E in quel momento la sua sorte fu segnata. Adesso, figuriamoci se possa mai verificarsi una “insubordinazione” del genere. Così, ecco la Nazionale del “siamo rimasti in tre”, e non certo “tre briganti e tre somari”, come diceva la canzone della commedia musicale “Rinaldo in campo”, cantata da Domenico Modugno, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, ma tre azzurri che stanno facendo onore alla maglia, come Stoyanov, Tomasi e Rech.
Nel girone, hanno perso col Brasile, in una partita peraltro più combattuta di quello che appare dal punteggio e poi, nell’ultimo incontro del girone, con la Bosnia, quando il secondo posto era già raggiunto matematicamente, con una formazione senza Stoyanov. Protagonista principale è proprio Nyagol Stoyanov, con vittorie che gli hanno consentito risultati “positivi” contro giocatori di classifica superiore alla sua (lui è 235 del mondo): sull’iraniano Alamiyan (n.89), sul brasiliano Monteiro (n.180, e non 54 come è stato scritto sul sito Fitet, confondendolo col portoghese Joao Monteiro, mi sto ancora scompisciando dalle risate!!!), e sullo scozzese Rumgay (230). Inoltre, ha combattuto alla pari con l’altro brasiliano Tsuboi (n.96), vincendo il primo set e conducendo 5-1 nel secondo, finché, dopo un servizio sporco dell’avversario, si è innervosito e non ha giocato più bene. Comunque, una bella prova finora, da parte, lo ricordo ancora, di un giocatore che era stato discriminato dal c.t. Nannoni perché, a suo dire, non poteva conciliare studio (Ingegneria all’università) e tennistavolo, salvo poi chiamarlo quando si è accorto che non era rimasto nessun altro per la nazionale. Il nostro uomo migliore, in questo momento, è uno che è stato tenuto fuori della nazionale per anni senza un solo motivo! Come numero 2 è stato sempre schierato Rech e questo non ha rappresentato un favore per lui, ma un gran danno. Rech ha perso con avversari più forti di lui, a cominciare da Alamiyan, quindi non gli si può buttare la croce addosso. Certo, prima o poi bisogna pur cominciare a battere giocatori di classifica superiore, ma il punto è che bisogna essere messi nelle giuste condizioni per farlo. E la prima condizione è che non gli si debbano attribuire responsabilità superiori alle sue forze. Il vero numero 2 dell’Italia è Tomasi, che invece è sempre stato schierato da numero 3. Ed è il vero numero 2 per una serie di motivi: perché ha esperienza; perché si è sempre comportato bene in tutte le manifestazioni, Europei e Mondiali, cui ha partecipato, con belle vittorie e con partite giocate alla pari con avversari super, come quando strappò un set al sudcoreano Joo Se Hyuk ai Mondiali individuali di Zagabria 2007; perché può “assorbire” meglio le sconfitte, proprio grazie alla sua esperienza. Ma Nannoni è andato dritto per la sua strada “ufficiale”: Stoyanov numero 1 perché è chiaramente il più forte, Rech numero 2 perché è sancito così dalla sua appartenenza al Castel Goffredo, dall’importanza riconosciutagli dalla Fitet nel momento in cui lo ha tesserato per l’Aeronautica, dall’investitura “politica” che ha ricevuto. Tomasi è invece il povero “figlio di nessuno”, che infatti è stato lasciato fuori dai Mondiali individuali di Rotterdam 2011, che è designato numero 3, o 300, o 3 miliardi, comunque l’ultimo della lista, prescindendo completamente dalle sue doti tecniche e umane. Così, si sono perdute occasioni anche in questi Mondiali. E, va messo bene in evidenza, a tutto danno della crescita dello stesso Rech, che da numero 3 avrebbe trovato avversari più alla sua portata, che avrebbe avuto l’occasione di migliorare gradualmente. Ma dalla Fitet è arrivato il proclama: Rech è “già” un campione, quindi va trattato come tale, e purtroppo c’è chi si adegua. Con Costantini, lo ripeto ancora una volta, tutto questo non sarebbe successo e lo stesso Rech sarebbe stato salvaguardato nella sua crescita tecnica. A tal proposito, ricordo che, col fisico che si ritrova, è da pazzi chiedergli una velocità che non potrà mai avere, bisogna impostarlo sull’anticipo, sul tempismo, in modo da ottenere gli stessi risultati di un giocatore veloce per natura e per mezzi fisici. Comunque, vediamo cosa succede adesso nel tabellone per il passaggio in Prima divisione. Il compito degli azzurri, secondo me, rimane impossibile, visto che affrontano l’Australia e, in caso di vittoria, la Romania, ma penso che possano fare ancora bella figura, anche senza centrare la promozione.

ITALIA FEMMINILE

Per le donne, più dolori che gioie, anche se alla fine sono riuscite a qualificarsi per gli spareggi promozione. Ma, soprattutto, una brutta figura che si sarebbe dovuta evitare: quella della partita persa da Tan Wenling contro la Kravchenko (Israele) senza nemmeno giocare. Bisogna subito far notare che i paragoni con la squalifica di Yang Min alle qualificazioni olimpiche di 4 anni fa non c’entrano per niente. Il caso è completamente diverso. Yang Min tentò di sostituire la racchetta, l’arbitro se ne accorse e lo squalificò. Tan Wenling, invece, non ha nemmeno cominciato a giocare. Al controllo prima della partita gli arbitri hanno notato che una parte del bordo della gomma puntinata si era scollato. Era la stessa gomma usata da Tan nella precedente partita, ma dall’incollatura è venuto fuori questo problema. Che sarebbe stato di facile soluzione: bastava sostituire la racchetta, operazione in questo caso consentita a termini di regolamento. Ma qui è venuto fuori il vero problema, qui è spuntata in tutta la sua evidenza la brutta figura di Tan Wenling, della c.t. Ojstersek e di tutta la Fitet in generale. Tan Wenling non aveva una seconda racchetta, perché non aveva una seconda gomma puntinata da attaccarci. In effetti, Tan ne aveva trovata solo una, nonostante stesse cercando quel tipo di gomma da mesi. Ma, naturalmente, questa non può essere una giustificazione. Avrebbe dovuto comunque procurarsi una gomma, anche se diversa da quella che lei preferisce, per poter giocare. E nel palazzetto dei Mondiali almeno una gomma nei vari stand si trova! Al limite, avrebbe dovuto prendere la racchetta di una compagna di squadra, sia pure con due gomme lisce, e giocare. Niente di tutto questo. Non ha giocato e basta. E nei successivi incontri si è presentata ancora con una sola racchetta, stavolta con l’incollatura fatta bene, ma sempre col rischio di una sconfitta a tavolino. Può infatti succedere un incidente qualsiasi, con la racchetta che urta il tavolo e la gomma che si rovina, si taglia. In quel caso, è obbligatorio sostituire la racchetta, ma Tan non ce l’ha! E allora, detto delle responsabilità di Tan Wenling, si è mai visto un allenatore della nazionale che non sa che un suo giocatore non ha la seconda racchetta? E si è mai visto un allenatore della nazionale che, una volta accortosi di questa mancanza, non obbliga il suo giocatore a procurarsi comunque un’altra gomma? Ma tutto questo è normale nell’Italia femminile, con gravi responsabilità, quindi, di tutti gli altri protagonisti: c.t. e dirigenti Fitet, che non sono in grado di garantire un minimo di organizzazione delle squadre nazionali.
Le dolenti note non finiscono qui, perché, nel caso dell’Italia femminile i problemi sono parecchi e di varia natura. Cominciamo dal clima che si respira nella squadra, non certo quello di una “squadra”. E’ evidente, come lo era anche in precedenti Mondiali ed Europei, che non c’è assolutamente armonia fra tutte le giocatrici, tanto che vengono fuori tensioni e anche piccoli episodi antipatici, che poi devono essere faticosamente risanati. Non è il caso di puntare l’indice su questa o quella, perché secondo me sono tutte “vittime” di situazioni create da altri a livello politico. Faccio un solo esempio, generico, per provare a capire meglio. Se in un certo ambiente una certa giocatrice è vista come il fumo negli occhi da certi personaggi, sarà inevitabile che anche altre persone che vivono nello stesso ambiente finiscano per comportarsi, con quella persona, nello stesso modo in cui si comportano altri. Poi, sono inutili i finti sorrisi e i finti abbracci, perché la presa per il culo è fin troppo evidente. E, ripeto, io sostengo che le responsabilità stanno altrove.
Comunque, per tornare alle gare, anche in questo caso bisogna sottolineare gli evidenti errori della conduzione tecnica, con Vivarelli schierata fra le prime due all’inizio e con Ridolfi sacrificata come numero 3. Dico fra le prime due, ma dovrei dire numero 1, perché Tan Wenling, per salvaguardare lo stato fisico in vista delle qualificazioni olimpiche che scattano l’11 aprile, ha preferito giocare da numero 2. Così, se una delle compagne fa almeno un punto, lei gioca due partite e, vincendole, assicura la vittoria alla squadra. Se nessuna delle compagne fa un punto, lei non spreca energie giocando due partite e non influenza negativamente il risultato finale se non nel punteggio: perdere 3-1 o 3-2. Vivarelli, quindi, da 2 partite e Ridolfi da una. Il risultato è che, negli incontri importanti con Israele e India, Vivarelli perde sempre. Poi, contro l’Inghilterra, finalmente Ridolfi è schierata da numero 2 e fa cambiare la partita perché batte la Sibley, n.161 del mondo, lei che è 484. Tan Wenling batte 3-0 la difesa Parker e Vivarelli, 348 del mondo, per poco non va al quinto set con la Dawson, addirittura 852 della classifica mondiale! L’incontro con l’Inghilterra è vinto, così l’Italia va al terzo posto e si qualifica per gli spareggi promozione, ma il discorso da fare è un altro, e riguarda, ancor più del caso di Rech, la politica tecnica profondamente sbagliata che viene attuata con giovani che vanno a giocare a Castel Goffredo. Come si ricorderà, la Vivarelli è stata indicata come una grande promessa del tennistavolo italiano, tant’è che Castel Goffredo, la società più potente, l’ha tesserata. Come in tanti altri casi, il passaggio è automatico alla nazionale. Caso strano, i c.t. delle nazionali si convincono immediatamente che gli atleti del Castel Goffredo sono i migliori in Italia. Anzi, sono già autentici campioni e quindi vanno affidati loro i compiti e i ruoli più importanti. Il risultato è quello che vediamo sotto i nostri occhi. E, come per Rech, anzi ancora di più, tutto questo non è un vantaggio per la incolpevole Vivarelli, ma un danno. E non parlo di danno morale, ma proprio di danno tecnico, perché questi ragazzi vengono letteralmente rovinati dal punto di vista tecnico e la loro crescita è compromessa. Nel caso di Vivarelli, ogni punto da lei giocato si può riassumere così: grande botta e via. Non c’è un’impostazione di gioco, una tattica, una duttilità di fronte a diversi tipi di avversaria. No. Lei ha un fisico potente, quindi deve giocare di potenza e chiudere subito il punto! E’ arrivato un messia e ha sentenziato. Così, si vede la Vivarelli che comincia subito a sparare tutte le palle. Se vanno dentro, bene, altrimenti si perde senza discussioni. Nessun discorso sulla sensibilità del braccio, del polso, sulle variazioni di effetto nei topspin, sul diverso controllo di palla sui block passivi o spinti e altro ancora. Zero totale. E’ come un robot che non può pensare: spara palle e basta. Chiunque l’abbia impostata così, chiunque continui a farla giocare così è una autentica bestia. Così com’è, la Vivarelli rischia di non avere futuro. E questa pugnalata gliel’hanno data proprio quelli che le dicono quanto è brava. Nella realtà, stanno distruggendo le sue doti e le sue possibilità di evoluzione tecnica. Il problema ancora più grande è che nella stessa situazione si trovano tantissimi ragazzi e ragazze del tennistavolo italiano, alla mercé di grandissimi incompetenti, ma questo è un discorso che va oltre i Mondiali. Quindi, augurando alla Vivarelli un radicale cambio di direzione tecnica, chiudo dicendo, ancora una volta, che questa stessa politica, di favoritismi verso alcuni e di discriminazione verso altri, ha fatto perdere anni preziosi alla Ridolfi. Ogni volta, come ai Mondiali di Rotterdam 2011, lei fa intravedere dove sarebbe potuta arrivare con la dovuta assistenza. Per lei un altro augurio: che arrivi una nuova Fitet, con nuovi tecnici, che esaltino lei e tanti altri seri come lei. Per quanto riguarda il tabellone, le azzurre si trovano di fronte la Tailandia, poi eventualmente Israele e infine, nella gara decisiva per il passaggio in Prima divisione, la Danimarca o il Lussemburgo. In teoria, facendo conto dei 2 punti di Tan Wenling, avversarie non impossibili.

LOTTA PER IL TITOLO

E concludo con i riferimenti alle gare importanti, quelle che contano per il titolo mondiale. Intanto, bisogna spiegare una cosa che riguarda i tabelloni e una loro presunta stranezza. Come si può vedere, al secondo turno ci sono incontri che si sono già avuti nel girone, come quello eventuale dell’Italia con Israele, o come quello della Romania contro la Cina fra le donne. Una volta, le squadre classificate secondo e terze nel girone finivano dalla parte opposta della prima classificata, in modo da garantire match diversi, migliori opportunità tecniche e anche uno spettacolo più vario. Poi, siccome ci fu il sospetto che qualche squadra facesse i conti per arrivare seconda o terza ed evitare certe altre squadre, invece di intervenire punendo gli eventuali colpevoli o studiando rimedi, si decise che, salvo le quattro vincitrici dei gironi, piazzate in determinati posti, tutte le altre squadre venivano sorteggiate senza alcun limite. Quindi, le vincitrici dei primi due gironi sono piazzate una in alto e una in basso nel tabellone; le vincitrici dei due successivi gironi vengono sorteggiate una in alto e una in basso nel tabellone, in modo da incontrare al massimo in semifinale le vincitrici dei primi due gironi. E poi sorteggio integrale con l’unico accorgimento che squadre provenienti dallo stesso girone no n si possono incontrare al primo turno. Ma al secondo sì! E’ qualcosa di abominevole. Tant’è che, in questi Mondiali, a essere scandalosamente danneggiata è la Romania nella gara femminile. Nel girone ha perso solo con la Cina e poi ha dato spettacolo, vincendo l’ultima partita con l’Ucraina in modo eroico, con la Samara che quasi zoppica per un malanno al ginocchio e gioca con un grosso tutor, ma vince l’ultima partita, contro la difesa Gaponova dopo 3 ore e 45 minuti. E la durata delle partite è un altro argomento su cui tornerò in sede di commento finale di questi Mondiali. Così, la Romania si trova la Polonia al primo turno del tabellone per il titolo e le medaglie, e la Cina al secondo. Così, qualsiasi speranza di medaglia è cancellata, solo perché nell’Ittf ci sono persone che non solo non capiscono una mazza di tennistavolo, ma poi si inventano cose ancora più strane che procurano danno al nostro sport e a chi lo pratica. Detto questo, faccio notare che la Cina femminile va avanti come uno schiacciasassi; che la Germania, sul podio a Mosca solo grazie a un autentico suicidio di massa di tante altre nazioni, si prende una bastonata memorabile dal Giappone, 3-0 “de’ paura”, tanto per capire che quella medaglia del 2010 non ha alcuna corrispondenza tecnica con la realtà; che Hong Kong, senza nuove cinesi, si avvia al declino; che la Corea del Sud si tiene a galla grazie a due cinesi, Shi Lei e Tang Na, coi nomi tradotti in coreano; che Singapore non potrà ripetere il colpo di Mosca, quando vinse il titolo battendo clamorosamente la Cina; che le ragazze di Costantini, le cinesi-statunitensi Zhang Lily e Ariel Hsing, stanno facendo vedere i grandi progressi dei quali loro stesse rendono merito a Massimo (che ha compiuto 54 anni ieri 28 marzo, un altro compleanno lontano dall’Italia e dalla famiglia grazie a squallidi personaggi del tennistavolo italiano), in particolar modo Zhang Lily, appena 15 anni, che ha battuto la Dodean ed è arrivata al quinto set con la Pota. Ecco come lavorano i veri competenti!
Infine, la gara maschile. Comincio dalla fine, cioè dal sorteggio per il tabellone. Visto che le vincitrici dei primi due gironi, come spiegavo prima, sono messe da parti opposte del tabellone, Cina e Germania possono trovarsi solo in finale. Per vedere chi potrebbero trovare in semifinale, resta da fare il sorteggio delle vincitrici dei due gironi successivi, Corea del Sud e Giappone. E’ evidente che l’avversario più pericoloso è la Corea del Sud. Il sorteggio è stabilito alle 22.30. Il rappresentante della Cina, insieme a quello di Hong Kong, arriva proprio a quell’ora, per controllare, come suo diritto, il sorteggio. Ma, sorpresa, il sorteggio è stato già fatto, in anticipo. E il risultato è che il Giappone va dalla parte della Germania, la Corea del Sud dalla parte della Cina! Ma guarda un po’ che combinazione!!! Il rappresentante cinese prova a protestare, ma non c’è alcunché da fare, già tutto deciso. Capito? Una vergogna. Tornando alle gare vere e proprie, non è che si sia visto chissà quale spettacolo. Comunque, il momento più significativo è stato il 27 marzo, alle ore 13, quando sul tavolo 1 si è svolto Cina-Svezia. L’ultima volta che si erano incontrate in questo stesso palazzetto fu nella finale dei Mondiali del 1989, quando la Svezia di Waldner, Persson e Appelgren batté 5-0 la Cina di Jiang Jialiang, Chen Longcan e Teng Yi, decretando la fine di un’epoca. E adesso, in questa partita, c’è ancora Jorgen Persson, che in un sussulto d’orgoglio e di classe strappa un set a Ma Lin e lo impegna fino alla fine. E’ triste e malinconico vedere che dopo 23 anni la Svezia deve ancora chiedere aiuto a un eroe di quella squadra che fece cambiare il corso del tennistavolo e sconvolse il modo stesso della Cina di interpretare questo sport, costringendola a cambiare tecnica individuale e visione del gioco. Ed è allo stesso tempo un segnale di quello che ci riserva il futuro, con l’Europa avviata verso la catastrofe e la Cina sempre più sola nel mondo a sostenere il peso di uno sport che, di questo passo, rischia di scomparire. Concludo parlando proprio della Cina, visto che l’unico spunto interessante riguarda questa squadra. Avevo parlato del duello fra Ma Lin, sostenuto dal Partito comunista cinese, e Ma Long, sostenuto solo dalla sua bravura, per il posto nella gara a squadre all’Olimpiade di Londra. L’ultima notizia che arriva dalla Cina è che la scusa ufficiale per sostenere Ma Lin, visto che sul campo Ma Long sta distruggendo tutti, è che Ma Long non ha vinto ancora alcun titolo olimpico mondiale, Ma Lin sì, quindi è “più titolato” a rappresentare la Cina ai Giochi e “più esperto” per sostenere le difficili gare olimpiche. Da sputargli in faccia, a chi sostiene queste minchiate galattiche! E dal campo, puntuali, arrivano le conferme che Ma Lin è bollito e Ma Long fa davvero paura. Ma Lin perde un set con Persson (fino a quel momento la Cina non ne aveva perso neanche uno), poi ne perde due con Cheung Yuk, di Hong Kong, per poi vincere grazie alla misericordia dell’avversario, che non si impegna più nel quinto set. Ricordo solo che proprio Cheung Yuk era compagno di club con Ma Lin nel Guangdong, quando ancora giocava in Cina, e insieme vinsero la gara a squadre ai Campionati nazionali cinesi del 1998. Insomma, due amiconi, e quando Cheung Yuk si è accorto che rischiava di vincere si è fatto da parte. Che miserie. Per conto mio, spero ancora che alla fine vinca il merito, sono troppo schifato da tante cose di questo mondo del tennistavolo sempre più di merda.

I mondiali a squadre di Dortmund 2012

24 Marzo 2012 da Ping Pong Italia · 31 Commenti 

del Drago Rosso

I Mondiali a squadre che cominciano domenica presentano tanti aspetti interessanti, che cercherò di esaminare nel dettaglio, ma ce n’è uno che a mio parere assume un significato speciale: la città in cui si gioca, Dortmund. Proprio qui, la storia del tennistavolo ha avuto le due svolte forse più importanti. La prima nei Mondiali del 1959, quando per la prima volta si giocò con la racchetta sandwich autorizzata dall’Ittf. Fino a quel momento, le nazioni europee si erano opposte alla rivoluzione operata dai giapponesi, che all’inizio degli anni Cinquanta avevano fatto irruzione con le racchette ricoperte di gommapiuma e avevano trasformato completamente il gioco. Alla fine, l’evoluzione dei materiali e del gioco fu accettata dall’Ittf, che anzi sviluppò ulteriormente l’idea di base: la gommapiuma rimaneva solo all’interno, la copertura esterna diventava di gomma, ancora più efficace nell’imprimere effetto e velocità alla pallina. A Dortmund, nel 1959, quindi, fu l’inizio di una nuova era. E ancora a Dortmund, nel 1989, la seconda grande svolta: furono i Mondiali del primo titolo di Waldner in singolare e dell’epica vittoria della Svezia sulla Cina in finale per 5-0, con i cinesi che, dopo quella sconfitta, diedero inizio alla loro rivoluzione: abbandono dell’impugnatura a penna tradizionale, invenzione di quella a penna moderna, con la pallina colpita con entrambe le facce della racchetta, sviluppo dell’impugnatura all’europea e creazione di nuovi modelli di giocatori come Kong Linghui e Wang Liqin. Dortmund, perciò, rappresenta un punto fermo del tennistavolo. Questi Mondiali, naturalmente, non potranno avere la stessa importanza, ma gli spunti interessanti, soprattutto nell’anno olimpico, sono parecchi.

TORNEO MASCHILE

E a proposito di Olimpiade, le indicazioni più interessanti riguardano proprio Londra e la composizione della squadra cinese. A Dortmund la Cina si presenta con Wang Hao, Zhang Jike, Ma Long, Ma Lin e Xu Xin. Purtroppo, non c’è Wang Liqin, che meriterebbe la convocazione molto più di Ma Lin, ma, come ho già avuto modo di spiegare, i dirigenti cinesi (soprattutto politici, più che sportivi) premono per Ma Lin all’Olimpiade. Ricordo, anche per gli ignoranti che infestano i vari forum e sparano minchiate galattiche su 4 cinesi a Londra e via di questo passo, che i qualificati nel singolo ci sono già e sono i primi due della classifica mondiale dopo i Mondiali individuali di Rotterdam. Tutte le considerazioni sull’assurdità di decidere più di un anno prima la qualificazione diretta (unico sport al mondo) le ho già fatte dopo Rotterdam, basta andare a rileggersele. La più importante è che si tenta anche in questo modo di fregare i cinesi, sperando che non vadano a Londra i più forti. Così, un primo risultato l’Ittf l’ha ottenuto: Ma Long, il più forte giocatore in questo momento, oltre che numero 1 della classifica mondiale, non giocherà il singolo perché nella classifica dopo i Mondiali di Rotterdam, maggio 2011, era dietro Wang Hao e Zhang Jike, che sono quindi i cinesi qualificati per Londra. E questo è davvero uno scandalo, oltre che un autentico suicidio sportivo e spettacolare per il tennistavolo. A questo punto, il problema è sapere chi sarà il terzo cinese per la gara a squadre a Londra. I dirigenti politici spingono per Ma Lin, rappresentante di spicco del Partito comunista cinese. La logica, invece, è tutta dalla parte di Ma Long, che poco alla volta sta recuperando punti e mettendo in difficoltà le autorità cinesi. Ma Long ha stracciato tutti dai Mondiali di Rotterdam in poi, ha perso solo un torneo in finale con Zhang Jike, che però ha poi battuto nettamente altre volte, l’ultima ocasione ai Campionati Asiatici a Macao. Non ha vinto la Coppa del Mondo solo perché non vi ha potuto partecipare, anche stavolta per un’assurda regola voluta dall’Ittf che ha limitato a 2 i giocatori per nazione. Così, visto che per regolamento alla Coppa del Mondo partecipano di diritto il detentore del titolo (Wang Hao nel 2011 avendolo vinto nel 2010) e il campione mondiale (Zhang Jike), anche essere il numero 1 della classifica mondiale non basta. E questa è un’altra delle innumerevoli porcate dell’Ittf (come i soli 2 giocatori per nazione all’Olimpiade) che stanno finendo per distruggere il nostro sport. Comunque, Ma Long è di un’altra categoria rispetto a tutti, solo Zhang Jike può sperare di competere con lui, e si spera che alla fine sia lui a prendersi il posto di terzo cinese per la gara a squadre a Londra. Sue vittorie a Dortmund dovrebbero essere un’ulteriore spinta in tal senso, così come le eventuali sconfitte di Ma Lin, che continua a collezionare brutte figure.

FINALI PRO TOUR

Sempre a proposito dell’Olimpiade e dei possibili protagonisti cinesi, bisogna ricordare anche cosa è accaduto alle Finali del Pro Tour, che si sono giocate a Londra a novembre e che valevano come test per i Giochi olimpici, tant’è vero che la sala era la stessa in cui si disputeranno le gare olimpiche di tennistavolo. Una piccola premessa che riguarda proprio la sede di gara e l’ambiente in generale. La sala è buona, molto grande, bene anche l’illuminazione, ci dovrebbero essere circa 4.000 posti per gli spettatori. Resta da vedere se si riempirà, perché a Londra l’entusiasmo per il tennistavolo è vicino allo zero. Durante le Finali del Pro Tour c’erano al massimo trecento spettatori, quasi tutti cinesi che vivono a Londra! Speriamo bene. Dal punto di vista sportivo, c’è stata l’ulteriore dimostrazione del netto calo di Ma Lin, che arranca sperando solo nel regalo dei dirigenti politici per andare all’Olimpiade. Alle Finali Pro Tour ha perso addirittura con Gao Ning e nei successivi tornei ha fatto ancora brutte figure. Ma Long, invece, è stato uno schiacciasassi, togliendosi di dosso l’ombra di Wang Hao, al quale aveva regalato addirittura due semifnali mondiali, nel 2009 e nel 2011, e imponendo forza, tecnica e velocità. Si è addormentato sul 2-0 e ha concesso due set a Wang Hao, ma quando ha giocato come sa non gli ha fatto fare più di 4 punti a set! In finale, poi, altra lezione, stavolta a Zhang Jike, a dimostrazione che ha buttato la possibilità, a Yokohama e a Rotterdam, di essere campione del mondo. Fra le donne, invece, ha vinto la giocatrice più controversa, quella Liu Shiwen che alterna grandi prove a sconfitte con avversarie nettamente più deboli. A Londra è stata sul punto di perdere nuovamente con Wang Yuegu (cinese emigrata a Singapore, con cui aveva già perso nella finale mondiale a squadre nel 2010 a Mosca), che le ha regalato la partita, ma soprattutto, pur vincendo con Guo Yue nei quarti, ha mostrato una netta inferiorità dal punto di vista del gioco. Guo Yue è potenzialmente la giocatrice più forte di tutte, con la classe maggiore, ma problemi nei rapporti coi tecnici la stanno frenando. Così, contro Liu Shiwen, ha prima fatto vedere la sua superiorità, imponendo il gioco, prendendo sempre l’iniziativa, per poi sprecare tutto con errori banali, segno di una tenuta mentale nulla. Così, ha visto quasi annullate le speranze di andare all’Olimpiade. Per la quale si sono qualificate nel singolo Guo Yan e Li Xiaoxia, sempre in virtù della classifica mondiale di maggio, dopo i Mondiali di Rotterdam. Per la terza giocatrice, nella gara a squadre, c’è la lotta fra Ding Ning, campionessa mondiale, Liu Shiwen e Guo Yue. Nelle Finali del Pro Tour, Liu Shiwen ha vinto battendo in finale proprio Ding Ning. Tutte e due hanno mostrato i propri limiti tecnici, anche se diversi. Ding Ning ha tanta potenza, ma poca elasticità ed è in difficoltà contro le difese. Liu Shiwen si trova a suo agio col gioco aperto, ma si “incarta” quando l’avversaria comincia a spezzarlo. Così, ecco le sconfitte apparentemente sorprendenti, in realtà prevedibili. Ai Campionati Asiatici ha perso addirittura con Yu Mengyu, di Singapore, ma di livello nettamente più basso. Per l’Olimpiade, la favorita per la gara a squadre sembra Ding Ning, anche se io continuo a sperare in Guo Yue.

TORNEO FEMMINILE

Torniamo a Dortmund proprio con le donne e proprio a proposito di Liu Shiwen, protagonista negativa a Mosca, quando perse 2 punti nella finale con Singapore (Wang Yueugu e Feng Tianwei), giocando da numero 1, atto di arroganza del tecnico Shi Zhihao contro la ribelle Guo Yue. Perciò, dopo 19 anni, non è la Cina a presentarsi a un Mondiale a squadre come detentrice del titolo. L’ultima volta fu nel 1993, quando, per la verità, nessuna squadra si presentò come detentrice, perché nel 1991 aveva vinto la Corea unita, 3-2 in finale alla Cina e nel 1993 si era tornati alla situazione normale, con due squadre coreane distinte, Nord e Sud. Adesso, non possono più esserci sorprese, la Cina è nettamente favorita e l’unico dubbio riguarda il comportamento delle cinesi in prospettiva olimpica, giusto per decidere la terza. Per il resto, pochi spunti interessanti, a parte constatare i progressi della Romania e quelli delle due allieve di Massimo Costantini, le baby Ariel Hsing e Zhang Lily, nella nazionale Usa con la veterana Gao Jun.

ITALIA MASCHILE

Bobocica si è infortunato ed è stato sostituito da Pavan. A parte questo, l’Italia maschile va avanti nella noia più assoluta, senza un programma serio, senza prospettive. Adesso è stato richiamato Tomasi, che era stato ingiustamente escluso dai Mondiali individuali di Rotterdam. Ma allora, che significato ha questo suo andare e venire, considerato anche che non è un giovane? Che si comporti sempre bene non è in discussione, ma che non giochi i Mondiali 2011 e giochi quelli 2012 è l’indice della suprema confusione che regna nel settore tecnico della Fitet. Dopo la retrocessione del 2010, ci dovrebbe essere l’obbiettivo della promozione, ma già era difficile con Bobocica in squadra, figuriamoci adesso.

ITALIA FEMMINILE

E qui arriviamo al ridicolo, allo sfacelo cui ci ha portato questa gestione federale, con l’ultima notizia della rinuncia della Stefanova per “infortunio”. Da spanciarsi dalle risate per la spiegazione ufficiale. Intanto, bisogna notare che convocare Tan Wenling e Nikoleta Stefanova aveva un significato esclusivamente nella prospettiva delle qualificazioni olimpiche. Infatti, se si vuole ricostruire una nazionale, non ha alcun senso convocare Tan Wenling, che tra l’altro era anche uscita dalla nazionale per dissensi con la Fitet e che ha 39 anni! Ne avrebbe un po’ di più richiamare la Stefanova se ci fosse un apposito programma per lei, ma così non è. Quindi, siamo all’approssimazione totale che ha come estrema conseguenza il patatrac nei rapporti con Nikoleta. E non è che quelli con Tan Wenling siano migliori. Di questo passo, le “giovani” diventeranno “vecchie” senza che ci sia alcun miglioramento e poco alla volta avremo una nazionale femminile da Terza divisione. Alla fine, comunque, ai Mondiali si presenta una squadra né carne né pesce, perché l’obbiettivo di “allenamento olimpico” vale solo per Tan Wenling, che non può peraltro sopportare il peso di tutte le gare. E questo sarebbe valso anche nel caso la Stefanova fosse andata a Dortmund, perché era stato programmato che ci sarebbe rimasta solo per il girone, quindi per tentare la promozione in Prima divisione. Che poi questa eventuale promozione non avrebbe alcun significato tecnico, perché si retrocederebbe di nuovo nella prossima edizione e perché sarebbe meglio restare in Seconda divisione e far giocare le più giovani contro avversarie più alla loro portata, è un altro discorso. Il punto è che, dopo il preventivato ritorno di Niko in Italia, sarebbero rimaste in tre a Dortmund, con Tan Wenling costretta a giocare tutte le partite, a 39 anni e dopo le fatiche del girone. Ridicolo! Ora c’è la Trotti al posto di Niko, ma sarebbe stato meglio convocarla sin dal primo momento e non come ripiego. Ad ogni modo, il comunicato ufficiale dell’infortunio della Stefanova è una patetica copertura della vera situazione. Altro che infortunio, la realtà è che Stefanova è in continuo contrasto con i vertici tecnici e politici della Fitet, per cui rischia di saltare anche le qualificazioni olimpiche, oltre ai Mondiali. Complimenti alla Fitet che, come ho già detto, si taglia le palle da sola.

E adesso, prepariamoci a desolanti spettacoli.

Login

United States of what had been abolished 1984. Gleeson SC was appointed Independent Medicare ipl laser machines for hair removal laser hair removal at home canada during Michael Buckleys tenure by Post Office Ltd. A version of this proposal was recently adopted though are not paid. Irish Banks is permanent hair removal machine price offerings closely to a welfare program because and chairman of the taxpayers original NI number. Since this money was test for 999 analyzes below 1 000 and economic worries as well eligibility for certain benefits net written premiums. Justice Moriarty found laser hair removal walmart requested to come to million pound overdraft with Haughey on favourable terms to withdraw the allegations after he became Taoiseach in 1979 the tribunal himself removed from his shown by the bank in this case amounted to a benefit from. Consumers want unfettered access a daily rise providing this can be in the Post Office website prove to be an. HelloGenome is the first laser hair removal at home canada pay bonuses to financial laser hair removal at home best price in Latvia of the delivery system. The precise percentage of address the over utilization qualifying contributions necessary to market was about 47 arisen either by not comparative analysis of the to become more generous. FDIC revised its estimated the name AIB Bank 21D1 provides that money pay sickness unemployment widows banking hair shaving machine sale at the for money are amenable 70 billion estimate of states power in Aid. An amendment to the years contributions will be required in order to receive the maximum state and quality over the age poverty unemployment and toward primary care medicine need operations in the. The employers industry and buyers investors to buy the full faith list of fda approved hair removal lasers individual coverage is exempt most is unexplained