Cenetta di fine anno

31 Dicembre 2008 da Ping Pong Italia · Lascia un commento 

Come al solito, un po’ controtendenza, e in netto anticipo alcuni personaggi del blog hanno “festeggiato” per così dire l’anno 2008, infatti al posto del cenone una tranquillissima cenetta. A tenere banco, manco a dirlo, c’era il Drago Rosso ma tenergli botta c’era anche Spin Doctor che sembra si stia “draghizzando” quindi per i prossimi commenti gli utenti sono avvisati. C’era poi un altro noto personaggio del blog, Gommalacca, ed infine altri.
Insomma, una bella tavolata. Abbiamo salutato il 2008 e ci siamo dati appuntamento per il 2009 sperando, come al solito, lo facciamo ogni anno, che l’anno che verrà sia sempre migliore di quello precedente.

Auguri a tutti voi.

Dicembre

24 Dicembre 2008 da Ping Pong Italia · Lascia un commento 


Natale 2008

24 Dicembre 2008 da Ping Pong Italia · Lascia un commento 


Il servizio di Ovtcharov

22 Dicembre 2008 da Ping Pong Italia · 39 Commenti 


del Drago Rosso
Nello scenario di distruzione tecnica che caratterizza l’Europa,
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GGS Ripalta Cremasca Tennistavolo

20 Dicembre 2008 da Ping Pong Italia · Lascia un commento 

Ho ricevuto la segnalazione del sito del GGS Ripalta Cremasca San Michele, in provincia di Cremona che vi propongo con piacere.
L’attività della società lombarda abbraccia
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Macao ITTF Grand Finals

18 Dicembre 2008 da Ping Pong Italia · 3 Commenti 

del Drago Rosso

Il Master 2008, svoltosi a Macao, ha messo in evidenza ancora una volta le contraddizioni dell’attività internazionale, sempre più intensa e caotica, tanto da influenzare la riuscita di alcune manifestazioni. Alla fine, c’è stato comunque lo spettacolo nei singoli, sia pure con due assenze illustri, e non ce n’è stato in alcun modo nei doppi, di un livello imbarazzante.

PARTECIPAZIONE RIDOTTA

Le Finali del Pro Tour 2008, secondo la dizione dell’Ittf, che si ostina a non volerle chiamare Master, come avviene invece correttamente nel tennis, sono state monche, per diversi motivi. Non si è arrivati alla farsa dell’edizione 2005 a Fuzhou, quando i cinesi presentarono un solo atleta per gara, qualificato obbligatoriamente perché la gara si disputava in Cina, ma nei doppi a Macao si è andati decisamente peggio: nemmeno una coppia cinese in gara. Nei singoli, invece, assenti Boll fra gli uomini e Zhang Yining fra le donne. Proviamo a chiarire la situazione. Per quanto riguarda i doppi, la spiegazione ufficiale dell’Ittf è che i cinesi, nell’anno olimpico, hanno sperimentato nuove coppie, quindi nessuna di queste ha ottenuto il numero minimo di tornei per qualificarsi alle finali, visto che cambiavano a ogni Open. Una balla colossale. E’ vero che i cinesi hanno cambiato sempre i doppi, ma i qualificati per Pechino (2 su 3 per classifica, col terzo che comunque era già noto) si sapevano sin da gennaio, quindi non c’era alcuna necessità di provare nuovi doppi. La verità è che i cinesi, appena possono, si mettono a sabotare le iniziative dell’Ittf. In quest’anno, non potevano sabotare il singolo perché avrebbero rischiato di calare in classifica proprio alla vigilia dell’Olimpiade e quindi di avere un tabellone a rischio, e hanno colpito coi doppi. Le mancate qualificazioni di Boll e Zhang Yining nei singoli, invece, sono derivate da tutt’altri motivi. Zhang Yining ha diradato l’attività tanto da far pensare addirittura a un suo ritiro alla fine di quest’anno. Poi, è stata lei stessa a chiarire: giocherà sicuramente per tutto il 2009, anche se solo negli appuntamenti più importanti, poi deciderà se smettere. Le pressioni della Cina affinché lei continui sono notevoli, visto che sarebbe in grado di arrivare fino ai Giochi di Londra 2012, ma lei appare
davvero stanca e assicura che non giocherà la prossima Olimpiade. Boll ha mancato la qualificazione non per colpa sua, ma perché gli Open di Serbia, come avevo già spiegato nel mio articolo sul bluff del Grande Slam, sono stati cancellati appena 4 giorni prima della data prevista. Così, Boll si è fermato a 5 dei 6 tornei previsti come minimo per partecipare alle Finali del Pro Tour (sempre ammesso che si sia nei primi 15 della classifica, e Boll lo era). Indipendentemente dal caso degli Open di Serbia, però, si pone un problema più importante secondo me. Il Pro Tour cominciò nel 1996 e fu posta la regola del numero minimo di 6 tornei (o meno di 6 tornei purché si fosse andati a giocare in 3 continenti) per rendere valida la qualificazione ottenuta attraverso i punti accumulati nella stagione. Il principio era giusto: costringere i più forti a partecipare ai tornei in modo da renderli più interessanti e favorire il loro successo. Ma questo avveniva quando il calendario agonistico dell’anno era poco più della metà rispetto a quello attuale. Adesso, la stagione è così piena di gare che i giocatori non possono materialmente sostenere uno sforzo simile. E non si può nemmeno dire che 6 tornei sono pochi, perché bisogna considerare che un giocatore deve programmare l’attività in modo da arrivare in forma a certi traguardi, quindi è costretto a saltare alcuni tornei. Un solo esempio: nel 1996 i Mondiali erano ogni 2 anni, squadre e individuali insieme, adesso sono ogni anno, il che impone una programmazione diversa che porta a escludere alcuni Open in particolari momenti. Inoltre, adesso abbiamo gli Europei ogni anno, altro appesantimento della stagione. Insomma, è assurdo pretendere ancora i 6 tornei come quota minima, altrimenti si rischia di compromettere la terza gara più qualificata, il Master appunto, che come livello tecnico è superiore alla Coppa del Mondo, come ho spiegato approfonditamente più volte. Ricordo soltanto che basta fare la somma delle classiiche dei partecipanti al Master e alla Coppa del Mondo (16 giocatori in ciascuna gara) per vedere che la somma totale del Master è nettamente inferiore (quindi con più giocatori di alta classifica) a quella della Coppa del Mondo. La speranza è che i dirigenti dell’Ittf se ne rendano conto e, invece di studiare regole contro i cinesi, comincino a pensare a regole a favore del tennistavolo e delle grandi manifestazioni.

MACAO

E passiamo al Master di Macao. L’unica gara di una certa importanza che si era svolta in questa isola, colonia portoghese rubata alla Cina e tornata infine alla madre patria insieme e Hong Kong, fu il Campionato mondiale per club nel 2001 (che fu anche la terza e ultima edizione di quella infausta manifestazione). In quell’occasione, Macao non si distinse per bravura, l’organizzazione fu quantomeno discutibile, arrangiata alla meno peggio, con albergo di seconda scelta e palazzetto di secondo livello. Stavolta, l’organizzazione è stata davvero encomiabile, un vero esempio per chiunque voglia ospitare in futuro il Master. Palazzetto grande e moderno, a soli 50 metri dall’albergo ufficiale (a 5 stelle) della manifestazione. Tutto è filato liscio, per i giocatori, per gli arbitri e per i mezzi di informazione.

DOPPI E UNDER 21

Un breve accenno alle gare più scarse. Nei doppi, senza cinesi, il livello cala paurosamente. L’unica cosa interessante da segnalare è la presenza delle rumene Dodean e Samara, che giocano alla pari con Li Jiawei e Sun Beibei (che vinceranno la gara) fino al 7-7 del quinto set, ma poi cedono soprattutto per inesperienza. L’under 21, come ho già detto in altre occasioni, è una gara che non dovrebbe avere le Finali, perché non ha alcun significato. Quando fu istituita, al posto del vecchio torneo di consolazione, l’idea era apprezzabile perché consentiva ai più giovani di giocare un po’ di più. Il problema è che poi l’Ittf ha voluto assegnare a questa gara un valore tecnico che non ha e non potrà mai avere, quello di test per i futuri campioni. In uno sport come il tennistavolo, nel quale se non si è già in prima fila a 16-17 anni non lo si sarà mai più, dire che un giocatore di 20 o 21 anni può “diventare” un campione è
semplicemente allucinante. O lo si è già a quell’età o non lo si sarà mai. Che poi si partecipi o meno è un altro discorso. Così, si possono trovare in gara proprio Dodean e Samara, che un posto fra le migliori se lo sono già guadagnato, e non si possono trovare i cinesi, che hanno una under 21 campionessa mondiale assoluta, Guo Yue, tanto per capirsi.

SINGOLO FEMMINILE

E proprio Guo Yue fallisce di nuovo la vittoria. Dopo aver perso in finale nel 2007 con Li Xiaoxia, stavolta si ferma davanti a Guo Yan. Guo Yue continua così la sua annata negativa: sconfitta da Wang Nan nella semifinale olimpica, da Feng Tianwei nella Coppa del Mondo, e ora da Guo Yan nel Master. Fece così anche nel 2006, tanto da rischiare l’esclusione dalla nazionale, ma poi si riprese fino alla vittoria nei Mondiali. Potenzialmente, dopo Zhang Yining, è la più forte di tutte, ma la testa qualche volta ancora non le funziona. Di rilievo anche la sconfitta di Li Xiaoxia, grande favorita visto il suo stato di forma, che è sconfitta dalla difesa sudcoreana Kim Kyung Ah. La sudcoreana aveva avuto un anno quasi disastroso, dovuto soprattutto al fatto che si era sposata e, fra preparativi per il matrimonio e luna di miele, era calata di forma in maniera evidente. Adesso è tornata al massimo e lo dimostra con la vittoria su li Xiaoxia. Perde poi con Wang Yuegu, una bravissima a giocare contro le difese, ma dopo aver sciupato l’occasione per la vittoria. Li Xiaoxia, quindi, perde da una difesa, cosa inusuale per una cinese. Fra l’altro, Li Xiaoxia è la copia tecnica di Zhang Yining, di cui è ammiratrice. Nelle fasi di attacco e di scambi veloci, Li Xiaoxia è praticamente allo stesso livello di Zhang Yining, ma, siccome la copia non è mai perfetta, ecco che contro le difese non ha la stessa bravura dell’originale. In effetti, bisogna ricordare che Zhang Yining, caso unico nella storia del tennistavolo, non ha mai perso contro una difesa in tutta la sua carriera. Così, è possibile avere un’idea ancora più precisa di questa fuoriclasse e della sua spaventosa bravura. Intanto, guadagna sempre più posizioni Feng Tianwei. Cinese anche lei, come tutte le giocatrici di Singapore, faceva parte fino a due anni fa della squadra di Hailongjiang (quella di Kong Linghui). Poi, è andata a Singapore e ha sfondato. Aveva battuto Zhang Yining nella Coppa d’Asia, poi aveva dato 4-0 a Guo Yue nella Coppa del Mondo. A Macao si ritrova di fronte Guo Yue, che però le ha preso le misure e non le dà alcuna possibilità in semifinale: 4-1. Feng Tianwei rimane comunque una delle poche giocatrici in grado di inserirsi nella lotta fra le cinesi originali. E arriviamo alla vincitrice, Guo Yan, una campionessa che ha avuto la sfortuna di trovarsi in mezzo a tante altre fuoriclasse ed è rimasta un po’ in ombra. Questo non le ha impedito comunque di vincere una Coppa del Mondo, di essere finalista ai Mondiali 2005 e adesso di vincere il Master, oltre a titolo mondiali a squadre. Col suo gioco tutto di potenza, a Macao strapazza tutte e non concede scampo nemmeno a Guo Yue.

foto del Drago Rosso

SINGOLO MASCHILE

Ma Long vince la sua prima gara “super”, dopo aver già conquistato 4 Open del Pro Tour in carriera. E lo fa in maniera incredibile, concedendo solo un set a Ma Lin in semifinale, per poi distruggere letteralmente tutti e in particolare l’intera squadra olimpica cinese: 4-0 a Wang Liqin nei quarti, 4-1 a Ma Lin in semifinale, 4-0 a Wang Hao in finale, dopo aver rifilato un altro 4-0 al primo turno al giovane sudcoreano Yoon Jae Yong. Una marcia da schiacciasassi quella di Ma Long, che impressiona sempre di più per la velocità degli attacchi, l’aggressività che non lascia agli avversari il tempo per respirare, i block di rovescio che sono autentiche mazzate. Al di là dei punteggi, alcuni dei quali sono umilianti per gli avversari, è il modo in cui conduce il gioco che fa capire come Ma Long si appresti a diventare il numero 1 del mondo. Fra l’altro, c’è una cosa interessante da notare: nel giro di un mese, due giovani come Zhang Jike ai Campionati nazionali cinesi e Ma Long al Master hanno fatto fuori i campioni olimpici a squadre e di singolo, una specie di tempesta che spazza via la vecchia generazione. Certo, Wang Hao è ancora abbastanza giovane da reggere fino a Londra 2012, ma per Wang Liqin e anche per Ma Lin la concorrenza interna ormai è spietata e il conto alla rovescia per entrambi è già cominciato. Del Master di Macao è utile ricordare qualche altra cosa, a cominciare da Chen Qi che dà 4-0 a Yoo Seung Min e sfiora la vittoria con Ma Lin, conduce 3-1 prima di impallarsi nella sua follia. L’unico europeo a farsi valere, come al solito, è Samsonov, che però cede nel momento decisivo, quando potrebbe provocare la grande sorpresa. Prima supera facilmente un Ovtcharov sempre più inguardabile, poi dà 4-1 a Jiang Tianyi (cinese emigrato a Hong Kong), e infine si ritrova in semifinale con Wang Hao. E’ 4-0 per il cinese, ma il punteggio non deve ingannare, perché Samsonov gioca alla pari, conduce in ogni set e poi ha pause inspiegabili, le stesse che gli sono costate una sicura medaglia olimpica. Comunque, dietro lui e Boll, l’orizzonte europeo è sempre più desolante, un deserto sconfinato.

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The Big Bluff Slam

10 Dicembre 2008 da Ping Pong Italia · Lascia un commento 


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Ultime attività

7 Dicembre 2008 da Ping Pong Italia · Lascia un commento 

In questo momento mi trovo a Mahe nelle Isole Seychelles per conto dell’ITTF che mi ha incaricato di condurre un training camp per la locale federazione in preparazione di una gara africana di zona 7, alle Isole Reunion dal 15 al 21 di dicembre.
Da qualche giorno è iniziata la stagione delle piogge ed il lavoro in palestra è di 7 ore al giorno, così stoppo subito quelli che diranno, Costantini, che c..o, alle Seychelles.
Queste isole sono chiamate Paradise Islands, e hanno ragione. Qua sembra di stare in un’altro mondo, la gente è molto ospitale, molto caraibica e la musica creola fa da sottofondo a qualunque cosa. Ho avuto modo di addentrarmi nella foresta, piovosa, ovviamente, immediatamente, i miei accompagnatori si sono prodicati a procurarmi del mango (buonissimo) del jackfruit che vedete nella foto (così così) del cacao (non male) e dell’altre cose, di cui non ricordo il nome, ma buone. È stato facile, sono saliti sugli alberi, con precisione hanno scosso alcuni rami, una pulitina e via da mangiare subito.
Il livello tecnico di gioco è vario, naturalmente non hanno molte possibiltà di gareggiare all’estero ciononostante un paio di buoni elementi ci sono.
In totale vengono in palestra una trentina di ragazzi, gli U16 rigorosamente scalzi, gli junior con un poco di attrezzature ed i senior decisamente meglio equipaggiati, almeno per le gomme e scarpe.
Il lavoro è diviso per i 3 gruppi: il primo con interventi di tecnica di base, il secondo con l’aggustamento della tecnica, il terzo con suggerimenti tattici.
Domani è festa dell’Immacolata, pertanto niente allenamento ma da martedì gli daremo sotto nuovamente.

Commissione Nazionale Atleti e Camera dei Deputati

Martedì scorso è stata una giornata importante e interessante, una delegazione della CNA del CONI è stata ricevuta alla Camera dei Deputati nell’ambito di un’audizione delle Commissioni congiunte della Cultura e delle Politiche Comunitarie Europee.
A condurre i lavori ci ha pensato l’On. Mario Pescante, Presidente della XIV Commissione delle Politiche Comunitarie, poi si è aggiunta l’On. Valentina Aprea, Presidente della VI Commissione della Cultura, Istruzione. Ad ascoltarci c’erano illustri Onorevoli come Giovanni Lolli già Sottosegretario della Melandri nel Governo Prodi, poi Manuela Di Centa, Paola Concia, quindi Nicola Formichella Segretario Nazionale de Il Circolo del Buongoverno di Marcello Dell’Utri, e poi Ciocchetti, Gozi e altri ancora e mi scuso di non averli nominati. Erano tutti molto eccitati dalla nostra presenza e pieni di aspettative.
È stata un’ottima opportunità per gli atleti sedere da una parte e avere, come platea di ascolto, un gruppo di Parlamentari, dall’altra. Non accade proprio tutti i giorni.
La nostra delegazione era così composta: Lara Magoni (sci, presidente) Massimo Costantini (tennistavolo, vice Presidente) Giovanna Trillini (scherma, membro effettivo) Antonio Rossi (canottaggio, membro di Giunta) Carlo Mornati (canottaggio, membro di Giunta e Marco Durante (golf, membro effettivo).

Dicevo che è stata un’ottima opportunità perchè abbiamo avuto modo di esporre le problematiche degli atleti nel contesto sportivo ed in quello dell’istruzione, nonchè ed era questo il motivo prncipale per il quale siamo stati convocati, il contesto nella comunità europea.
Ognuno di noi aveva preparato qualcosa, io mi sono occupato dell’aspetto dei vivai giovanili, c’è stato poi chi si era preparato sulla legge 91 detta del professionismo, poi del doping, del problema della tutela della maternità durante la carriera sportiva e così via.
Dopo la prima tornata di discorsi si è passati alle loro osservazioni, abbiamo così avuto modo di ribadire alcuni altri concetti. Infine, in modo unanime e senza liti, i parlamentari hanno preso l’impegno che quando si parlerà di una legge sullo sport lo si farà con la presenza degli atleti. A quel punto anche noi eravamo soddisfatti.
Avrei voluto aggiungere, ma non c’è stato tempo, che anche la presenza dei tecnici sarebbe utile per approfondire tanti aspetti legati alla crescita sportiva dei ragazzi. Così come avrei voluto aggiungere che fra tutti i ministeri manca quello dello sport, forse è arrivato il momento per dare allo sport maggior dignità.

Al CONI
Non è finita, durante la mattinata precedente, in occasione della presentazione alla stampa del WAG 2009 World Air Games, curata da Kay Rush, tenuta nel salone d’Onore del CONI alla presenza del Presidente Petrucci, del Sen. Leoni e del Comitato Organizzatore, il Pres. Petrucci ha colto l’opportunità della partecipazione mia di Giovanna e di Antonio per presentarci a tutti gli invitati. Tra di essi, in riferimento ai Giochi Mondiali dell’Aria che si terranno dal 6 al 14 Giugno 2009, non poteva mancare il responsabile dello Sport dell’Aeronautica, il Maggiore Alessandro Loiudice. Non ho avuto modo di parlare con lui, ma non me lo sono nemmeno sentito di farlo. Avrei voluto congratularmi per l’accordo fatto con la Fitet, accordo che mi sembra la cosa migliore che la Fitet abbia fatto in questi 4 anni a cui va dato pieno merito, un riconoscimento verso gli atleti importantissimo, ma poi ho pensato che forse, per lui, io sono un fantasma, qualcuno del tennistavolo dentro al Consiglio Nazionale ma perfettamente sconosciuto, allora ho lasciato perdere, avrò di certo un’altra occasione.

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Unico al mondo

5 Dicembre 2008 da Ping Pong Italia · 1 Commento 

Ho voluto chiamare questo lunghissimo pezzo del Drago Rosso come “unico al mondo”,
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Intervento di Alessandro Battani

4 Dicembre 2008 da Ping Pong Italia · 5 Commenti 

Pubblicato sul sito della Villadoro di Modena ecco l’intervento di Alessandro Battani all’Assemblea Elettiva di San Gemini.

di Alessandro Battani

Signor Presidente, amici delegati,

Quattro anni fa abbiamo appoggiato l’elezione del Presidente Sciannimanico perché eravamo convinti che le sue capacità indiscusse nel reperire importanti risorse ,anche economiche, fossero un valore aggiunto che avrebbe portato il nostro sport a importanti passi in avanti,sia dal punto di vista organizzativo che tecnico.
E sicuramente il recente accordo con l’Aeronautica,che speriamo apra in futuro importanti e certe prospettive per i nostri atleti e atlete,ne sono una testimonianza.
Ma abbiamo dovuto prendere atto,con molta amarezza,che queste indubbie capacità sono state indirizzate quasi totalmente verso la ricerca esasperata di una visibilità,necessaria ma non ad ogni costo e non come unica strategia di sviluppo del tennistavolo in Italia,alquanto dispendiosa e alla gestione delle squadre Nazionali che assorbe,oltre al dedicato contributo annuale del C.O.N.I.,altre ingenti risorse del bilancio federale.
Due esempi: il top 12 di Arezzo 2007 con un deficit di gestione di circa 207.000 € o il contratto con Alena Seredova costato alla Federazione 28.000 € + IVA per otto giorni di lavoro.
E ‘ inutile sostenere che gli investimenti mediatici hanno prodotto un circuito virtuoso che ha prodotto altre risorse,sicuramente non nel caso di Arezzo,ma soprattutto non sono servite a migliorare la vita sportiva delle nostre società e dei nostri tesserati che ancora hanno a che fare con troppe organizzazioni di manifestazioni nazionali che definire carenti dal punto di vista organizzativo,impiantistico e della presenza arbitrale è solo per non usare termini meno educati.
E che dire delle disponibilità economiche,rispetto alle cifre sopra citate,a disposizione dei comitati Regionali a cui non vengono nemmeno girate le entrate del tesseramento degli atleti stranieri per necessità di bilancio centrale e che invece avrebbero bisogno di vedere il nascere di un progetto che li riguardi e che tenda a rendere solida la loro struttura organizzativa,tecnica,burocratica e amministrativa che consenta ai dirigenti di essere tali e non essere troppo spesso relegati per gran parte del loro tempo alla gestione del quotidiano e poi,di risulta,alla progettazione dell’attività sportiva.
Iniziamo dalle regioni più grandi,ma diamo qualche segnale di attenzione al problema anche attraverso una seria gestione periodica della conferenza dei Presidenti Regionali che non serva solo come pretesto per portare persone ai Campionati Italiani per aumentare solo numericamente le presenze alla manifestazione.
Creiamo poli territoriali limitrofi che consentano alle regioni di avere attività,anche agonistica,in comune, soprattutto per quelle che hanno poche società e poche possibilità di confronto tecnico, che avrebbero così modo di confrontarsi al di fuori del loro attuale realtà.
Ma teniamo sempre presente che tutta questa visibilità mediatica,che costa migliaia di euro (40.500 preventivati solo nel 2008 per la rivista federale) non ci è riservata da giornali e tv perché siamo bravi e belli, ma perché li paghiamo con il bilancio federale che nel 2008 è stato preventivato in entrata con circa 2.200.000 €, al netto dei costi del personale,di cui 1.600.000 € da erogazioni C.O.N.I. suddivise fra preparazione di alto livello (1.157.551 € ) e attività (422,672 €) oltre a 187.500 € di sponsorizzazioni e 400.000 € di risorse interne (iscrizioni campionati,ecc.).
Da notare che nel bilancio preventivo del 2008 non è stata imputata nessuna cifra per la formazione di tecnici e arbitri per mancanza di fondi.
Questi dati ufficiali,ed altri ancora,sull’informazione federale non li abbiamo di sicuro mai letti.
Anche per questo ci auguriamo che venga eletto in Consiglio Giovanni Bisi.
Per rendere pubblico,se la Federazione continuerà nella sua poca trasparenza nonostante i mezzi di comunicazione oggi a disposizione,quanto di ufficiale e consentito alla divulgazione viene deciso dal
Consiglio Federale.
Troppe risorse destinate all’apparire e non allo sviluppo tecnico e organizzativo della nostra base associativa.
Ma veniamo invece a quello che siamo oggi veramente e che cosa hanno prodotto quattro anni di questi investimenti.
Al 30 Giugno 2008 siamo 10.377 tesserati agonisti di cui 1.176 donne distribuiti in circa 600 società (al 30 Giugno 2005 eravamo 9.942 di cui 1.373 donne).
Conteggiamo pure i poco più di 1.000 tesserati promozionali che per altro per quasi il 70% sono localizzati in sole cinque regioni.
Ancora; il 41% dei classificati nazionali maschi sono over 40 e il 34% ha già superato l’età delle cat.giovanili.
Nelle donne ogni dato statistico è irrilevante,sono praticamente in estinzione su gran parte del territorio nazionale anche grazie a una colpevole politica federale nel settore agonistico,soprattutto nei campionati a squadre nazionali (se ancora possiamo chiamarli nazionali).
Così come è in crisi gran parte del nostro movimento nel centro sud.
Sembra quasi che si ritenga irreversibile la possibilità che gran parte della nostra base associativa possa reclutare,formare e gestire tecnicamente atleti e atlete di un certo livello all’interno di strutture impiantistiche adeguate,non dico dedicate in via esclusiva al tennistavolo a cui comunque ogni nostro dirigente dovrebbe ambire.
E’ chiaro a tutti che la federazione centrale non può sostituirsi a tutto e a tutti,ma cercare di attivare incentivi (in primo luogo rivolti a chi vuole operare nei confronti dei giovani e emanare regole che tutelino,anche economicamente,le società a vocazione giovanile dai trasferimenti di propri tesserati ad altri sodalizi) che alimentino la passione e gli stimoli a progredire sia dal punto di vista organizzativo che tecnico.
Questi sono per molti dirigenti sportivi elementi spesso determinanti per cercare di migliorarsi e proiettarsi in avanti per raggiungere l’obiettivo primario che ogni serio dirigente deve avere;
mettere i propri affiliati nelle migliori condizioni possibili per raggiungere i propri obiettivi sportivi.
Ma se non si aumenta la ricettività sul territorio nazionale nei confronti di chi vuole praticare il tennistavolo e si pensa che due o tre società professionistiche e un’altra manciata di semiprofessionistiche possano supportare in toto lo sviluppo,anche tecnico,del pongismo italiano saremo condannati nel panorama internazionale ad essere sempre di retroguardia.
Il calendario agonistico è al collasso e i campionati a squadre maschili con troppe formazioni in organico si svolgono ormai con sempre più scarsi rilievi tecnici finali.
Basta non retrocedere che si hanno buone possibilità di essere ammessi alla serie superiore l’anno successivo grazie al numero troppo elevato delle rinunce che anche la infelice decisione di togliere la possibilità di cedere il titolo ha contribuito ad aumentare (giustificandolo fra l’altro come un imposizione del C.O.N.I., mentre altre federazioni come il volley hanno attuato una regolamentazione quasi speculare rispetto a quanto avveniva da noi).
L’unica ragione per cui si tiene in piedi un’attività così strutturata è una sola,il mantenimento a bilancio della quota di risorse interne di 400.000 €.
Ogni altra considerazione tecnica è smentita dai fatti.
Tutta l’attività agonistica andrebbe ripensata per lasciare tempo e date disponibili per la formazione tecnica,anche regionale.
Abbiamo campionati di vertice maschili e femminili che definirei i campionati della comunità pongistica internazionale e non i campionati italiani di serie A1.
Campionati che vorrebbero rivaleggiare,non lo dico io ma autorevoli rappresentanti di questa gestione federale,con campionati di rango quali quello tedesco e francese.
Con una sola irrilevante differenza,che il livello tecnico medio dei migliori atleti tedeschi e francesi è di gran lunga tecnicamente più competitivo a livello internazionale di quello che oggi esprimono mediamente i nostri atleti di vertice.
Dobbiamo essere più umili e realisti,cercando di incentivare l’utilizzo dei giocatori italiani,certo senza eliminare il confronto tecnico con i giocatori stranieri di livello tecnico elevato.
Oggi avviene l’esatto contrario,incentiviamo l’utilizzo di decisivi atleti stranieri nel nostro campionato senza disdegnare qualche confronto tecnico con giocatori italiani.
L’attività giovanile individuale nazionale la definirei l’attività del pollo di Trilussa,come anche l’informazione ufficiale federale ha ormai certificato con un autoreferenza da fare concorrenza alla Pravda (che fra l’altro significa verità) di antica memoria.
A un torneo partecipano 2 atleti e all’altro in concomitanza 0, la media è 1.
Il fallimento di una organizzazione torneistica trasformata in una media qualificante.
Un consiglio a questo proposito:prima di pubblicare sul sito federale sciocchezze come quelle riguardanti. Il numero dei partecipanti all’ultimo torneo di Molfetta è meglio essere prima a conoscenza di un minimo
dei nostri regolamenti così si eviterebbe di contare due volte parte degli iscritti.
Ancora troppi impianti sono inadeguati alla pratica,non dico solo del tennistavolo,ma di qualsiasi pratica sportiva degna di questo nome.
Ecco un nostro grande e irrisolto problema troppe volte messo in palese evidenza che ci farà sempre essere sport di retroguardia.
Non abbiamo radicato il senso dell’ospitalità sportiva.
Riceveremmo al nostro domicilio privato ospiti ed amici in una casa sporca,in disordine,magari con i servizi igienici fuori uso,senza l’acqua calda,magari anche al freddo e con poca luce a disposizione?
Sicuramente no.
Lo stesso comportamento dovrebbe contraddistinguerci nella nostra attività sportiva.
Ma troppo spesso non è così,sia nella attività a squadre,anche di alto livello,che individuale.
Compito della federazione censurare e bandire questi atteggiamenti incivili e indegni.
Costi quel che costi,sia sul piano sportivo che politico,perché anche mettendo sotto contratto tutte le miss Italia degli ultimi dieci anni per promuovere l’immagine del nostro sport non potremmo nascondere questa vergogna.
Non c’è più spazio per compromessi su questo piano,pena la sistematica arretratezza sportiva a cui saremo irreversibilmente condannati.
E quando si ha a disposizione una struttura come quella di Terni e ai costi dei servizi in convenzione che la città può offrire,consentire organizzazioni dequalificanti per il nostro sport diventa grave colpa da parte di chi lo consente.
Sul fronte organizzativo dei Campionati Italiani di categoria,rispetto al passato,negli ultimi anni passi avanti ne sono stati fatti,pur non rinunciando a sortite di cattivo gusto come quella di mandare una Rolls Royce a ricevere il Presidente del C.O.N.I. all’aeroporto di Venezia in occasione di Jesolo 2005.
A prescindere da chi ha pagato, nello sport e per rispetto a tutti quelli che dedicano il loro tempo gratuitamente al tennistavolo rimane una sortita di cattivo gusto.
Ma smettiamo di vedere gli atleti,soprattutto veterani,4a e 3a prevalentemente come portatori di risorse economiche spendibili con le amministrazioni locali che giustifichino il loro contributo alla federazione.
Orari e giornate di gara devono essere pensate con i tempi agonistici giusti,anche per riposare,che solo numeri predefiniti di partecipazione,leggi qualificazioni,possono realizzare.
E i veterani,fasi finali a squadre e individuali,debbono essere sganciati dalle altre categorie e organizzati in modo da impegnare al massimo tre giorni di un fine settimana.
Anche per i campionati Italiani ritengo che Terni sia comunque la sede più opportuna,centrale sul territorio nazionale e inarrivabile come dotazione di tavoli,anche per il riscaldamento.
Ma tutto quanto ho detto finora,condivisibile o meno,non ha comunque ragione di essere in una federazione che non è più una associazione di società sportive dove il convincere delle proprie tesi è la ratio politica privilegiata,ma una società per azioni dove il rapporto di forza dei voti è sovrastante e soffocante.
Oggi 44 società su circa 600 detengono in questa federazione la maggioranza dei voti.
Una delle nostre richieste fatte prima delle elezioni del 2004 al Presidente in pectore Sciannimanico era stata quella di modificare questo sconcio.
Se oggi votassimo con la nuova tabella voti approvata a Marzo 2008 le società che avrebbero la maggioranza dei voti sarebbero 46,ben 2 in più di quelle attuali.
Si è fatta la rivoluzione perché nulla cambi.
Se si è veri uomini e donne di sport questa realtà ,unica nel panorama delle federazioni nazionali,va modificata radicalmente,basta avere la volontà politica di attuarla.
Al C.O.N.I. il dovere di esigere che questa procedura sia attivata e attuata.
Ma vado oltre.
Dopo la modifica del patto sociale che regola i rapporti di democrazia interna fra le società,il Presidente dovrebbe dimettersi per dare il via ad un vero confronto politico che porti chi sarà il più convincente delle proprie tesi gestionali a governare questo nostro amato sport.
Questo,a mio avviso,sarebbe il giusto atteggiamento di chi è convinto del proprio pensiero e chi si confronta sul campo con chi la pensa diversamente da lui.
Al Presidente Sciannimanico auguro buon lavoro per il suo prossimo mandato,ma voteremo contro la sua relazione e scheda bianca sulla sua scontata rielezione.
Grazie dell’attenzione.

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