Il servizio di Ovtcharov

22 Dicembre 2008 da Ping Pong Italia 


del Drago Rosso
Nello scenario di distruzione tecnica che caratterizza l’Europa,

ci sono gesti che, da soli, spiegano chiaramente perché si sia arrivati a questo punto e perché non c’è alcuna speranza di rinascita se prima non saranno cancellati dall’albo tutti i presunti allenatori che hanno causato questo sfacelo.
Il gesto di cui sto parlando è il servizio di Ovtcharov, una delle cose più ridicole, sia dal punto di vista tecnico, sia da quello scenografico, che si siano mai viste nella storia del tennistavolo. Il fatto che nessun tecnico ordini a Ovtcharov di smetterla con quella suprema cazzata la dice lunga su come sono messi gli europei. Il servizio sotto accusa è quello di rovescio. Ovtcharov, tutto spostato verso l’angolo sinistro del tavolo e col fianco destro rivolto verso la rete, si piega sulle ginocchia fin quasi a terra, tanto da scomparire quasi completamente alla vista dell’avversario. Poi, incrocia le braccia all’altezza dei polsi e si ritrova con la mano sinistra, che regge la pallina, vicina al tavolo, e con la mano destra, che tiene la racchetta, quasi a contatto con la sinistra. Rimane fermo per alcuni secondi, poi si alza e, attenzione, solo dopo essersi alzato quasi interamente, lancia la pallina in alto per poi colpirla di rovescio.
La cosa assurda è che tutto quel teatrino fatto prima del lancio della pallina non serve assolutamente a niente. La prima cosa da dire ai ragazzi che, vedendo Ovtcharov servire in quel modo, vorrebbero imitarlo, è di cancellare quell’obbrobrio tecnico dalla loro mente. La seconda è spiegare loro che tutto il movimento fatto prima del lancio della pallina non ha alcun motivo di essere, non serve a imprimere alla pallina e al movimento del corpo alcuna azione logica ed efficace. In sostanza: non serve a un cazzo di niente!
Se qualcuno avesse dubbi in proposito, provi a considerare il servizio di Ovtcharov senza quella preparazione: al momento del lancio della pallina, Ovtcharov è già in piedi, quindi, che l’intera azione cominci in quel momento o che sia preceduta dall’inginocchiamento non ha alcuna influenza su quello che accade dopo, vale a dire il tocco della racchetta. Proviamo a ragionare per assurdo. Se Ovtcharov lanciasse la pallina quando è ancora inginocchiato, pur essendo un’immane cazzata che nemmeno lui si azzarda a fare, porterebbe almeno un po’ di logica in questa scelta tecnica: vale a dire, lui vuole lanciare (per qualche misterioso motivo) la pallina tenendola sopra l’altrezza del corpo ed è costretto a inginocchiarsi prima di lanciarla. Ma lui lancia la pallina quando si è rimesso in piedi, e allora, perché cazzo mai si inginocchia in quel modo?
Uno potrebbe dire: è un fatto psicologico. Bene, ammettiamo che sia vero, ma si tratterebbe di qualcosa di psicopatico perché, per una immaginaria esigenza di concentrazione o di chissà che, si farebbe uno sforzo fisico del tutto inutile, che provoca un assurdo dispendio di energie fisiche. No, non c’è una sola ragione valida a sostegno di questo servizio di Ovtcharov. E’ un’invenzione assurda che gli incompetenti e gli ignoranti scambiano per chissà quale diavoleria tecnica. E’ l’ulteriore prova che l’Europa, ma la Germania in particolare, è diventata la patria delle cazzate galattiche. E i cinesi ridono, in tutti i sensi, quando le vedono.

Di seguito trovate alcune sequenze fotografiche del servizio di Ovtcharov.
Foto del Drago Rosso

Commenti

39 risposte per “Il servizio di Ovtcharov”

  1. lelesguizzero ha scritto il 22 Dicembre 2008 19:23

    Potrà sembrare strano……….ma straquoto tutto quanto scritto sopra.
    Mi chiedo se quel servizio sia regolare…….in quanto passa troppo tempo da quando il giocatore ha la palla sulla mano al momento in cui la lancia per effettuare il servizio…e ciò a parer mio porta a perdita di concentrazione dfegli avversari.

    PS non è previsto nel regolamento un tempo massimo da quando si è pronti per effettuare il servizio a quando si stacca la palla dalla mano???

  2. eugenio bertagna ha scritto il 23 Dicembre 2008 10:01

    Ma come si concentra saranno pure fatti suoi, no?
    Che tutta quella manfrina non serva a nulla in termini pratici lo capisce anche “2 neuroni”. E’ il suo modo molto personale (e forse anche pretattico se porta l’aversario a deconcentrarsi per noia o per sarcasmo) di concentrarsi.. e lui si concentra proprio, anche in senso fisico, assumendo quella posizione fetale nella quale sembra voler accudire la pallina. Molti fanno saltellare la pallina più volte sul tavolo o la tirano a sè dopo averla fatta scorrere sul tavolo, e il tempo che impiegano per eseguire il loro rito scaramantico/propiziatorio solitamente resta nei termini accettabili. E’ normato questo tempo? Dima esagera e trasgredisce una norma? E’ un problema per gli arbitri. Per il resto, che sia utile o meno… sono solo fatti suoi.
    Dima, lasciali ridere.

  3. Specchio ha scritto il 23 Dicembre 2008 14:11

    Ecco un argomento che è stato oggetto delle mie …riflessioni…
    Riguardando ancora una volta le immagini che inserisce sopra il Drago Rosso, noto, come avevo fatto nei filmati, che Ovtcharov fa un uso particolare del braccio di lancio della palla.
    Ho cercato di dare questa spiegazione all’ASSURDO movimento che esegue in servizio: semplicemente il braccio resta sempre piegato con lo stesso angolo, quindi non sfruttando la leva braccio-avambraccio per il lancio della palla (cosa che renderebbe forse anche più difficoltoso il lancio della palla in una situazione di “stress fisico e psicologico”), il giocatore utilizza invece la spinta delle gambe e solo in parte quella del braccio, per lanciare la pallina.
    Il risultato secondo me è che il lancio risulta con più facilità verticale, e regolare.
    Resto in attesa di un commento tecnico, o smentita o correzione del Drago Rosso, posto il fatto che concordo sia inguardabile Ovtcharov sia quando serve di rovescio che di dritto. Ciononostante con molti pollastri questi servizi risultano efficaci, portandogli punto direttamente o agevolandogli la terza palla.

  4. Alessio ha scritto il 26 Dicembre 2008 12:29

    Non vorrei dire una stupidata ma mi pare di ricordare che sia la pallina che la racchetta devono essere visibili nel momento in cui inizia il movimento del servzio e quindi entrambe devono essere sopra la linea del tavolo (fino a qualche anno fa almeno era così di sicuro perchè ricordo che più volte mio fratello fu richiamato dagli arbitri per tale motivo), invece la racchetta di Ovtcharov parte sempre da sotto il tavolo quindi il servizio dovrebbe essere irregolare (mi scuso per l’imprecisione nel caso in cui la regola sia cambiata).

    Di sicuro Ovtcharov probabilmente si sente psicologicamente sicuro con tutta quella serie di movimenti e quindi per lui eseguirlo in modo differente significherebbe mettersi in una situazione di insicurezza, ma la cosa grave non credo sia il fatto che lui continua ad eseguirlo così quanto appunto che nessun allenatore lo abbia obbligato..o semplicemente convinto a cambiare spiegandogli l’inutilità del gesto come spiegato sopra dal Drago.

  5. Drago Rosso ha scritto il 26 Dicembre 2008 16:37

    Piccolissima correzione per Alessio: la pallina e la racchetta devono (tuttora secondo il regolamento) trovarsi sopra la linea della superficie del tavolo al momento del lancio della pallina, che è leggermente diverso da come dice lui “nel momento in cui inizia il movimento del servizio”, perché uno può cominciare il movimento delle braccia e del corpo, magari con la racchetta sotto il tavolo, ma avere ancora la pallina sul palmo della mano. Quindi, guardando le fotografie, si può notare come Ovtcharov abbia la racchetta sopra la superficie del tavolo nel momento in cui lancia la pallina, ecco perché il suo servizio è regolare.
    Ma c’è un’altra questione sollevata giustamente da Lelesguizzero e riguarda l’eventuale disturbo arrecato all’avversario per l’eccessiva attesa del servizio, cosa diversa, ricordiamolo, dal numero di movimenti effettuati nel servizio (c’erano le giapponesi Okazaki e Takada che effettuavano movimenti incredibili, tutti sopra la superificie del tavolo, prima di colpire la pallina ed erano considerati regolari). Il regolamento non prescrive un limite di tempo per l’esecuzione del servizio (come succede per esempio nella pallavolo, 5 secondi dal momento del fischio dell’arbitro), ma questo non vuol dire che un giocatore possa fare quello che vuole. Sta alla discrezione dell’arbitro stabilire se il giocatore al servizio sta cercando di disturbare l’avversario. In proposito, ricordo che nella finale dei Mondiali a squadre femminili del 2004, fra Cina e Hong Kong, l’arbitro tolse il punto a Guo Yue, che era al servizio contro Zhang Rui, perché giudicò eccessiva l’attesa nell’effettuazione del servizio (Guo Yue faceva rimbalzare la pallina sul tavolo, tratteneva la pallina sulla mano e guardava l’avversaria). Secondo me, ci vorrebbe un limite di tempo, perché la discrezionalità degli arbitri è una barzelletta e permette a qualche arbitro non troppo onesto o troppo scarso tecnicamente di influire sull’andamento della gara.
    Ultima cosa sulla riflessione di Specchio. La sua analisi, secondo me, è corretta tecnicamente e potrebbe essere applicata al servizio di Ovtcharov se solo lui eseguisse davvero quel movimento come descritto da Specchio. Il problema è che Ovtcharov lancia la palla “dopo” che tutta la preparazione è stata effettuata, con uno stacco che annulla completamente qualsiasi eventuale “partecipazione” positiva delle gambe e del corpo al movimento del servizio. Dalle foto non si può notare, ma se si vede Ovtcharov dal vivo si può avere più netta la sensazione che, dopo essersi alzato, effettua il lancio della pallina come se tutta l’azione cominciasse in quel momento, quindi annullando qualsiasi considerazione positiva sulla sua azione.
    P.S. Vedo che interviene anche qualche “vuoto a perdere mentale”, che infatti spara puttanate galattiche. Con tutta la buona volontà, non si può dare una risposta a minchiate che vanno davvero oltre i confini della fantascienza.

  6. eugenio bertagna ha scritto il 26 Dicembre 2008 20:17

    “Mi vien che ridere…” diceva Lando Buzzanca in un antico sketch con Delia Scala (Roba che possiamo ricordare solo io ed altri utenti 50enni.)

    Mi vien che ridere… perchè scrivo cose ovvie e ribadite anche dall’Esimio il quale però si rifiuta di commentarle:

    1) domando se il quesito dello Sguizz fosse pertinente non avendo mai sentito parlare di tempi di servizio normati. E il D.R. ribadisce il mio pensiero.

    2) affermo che il problema del tempo potrebbe essere pan per gli arbitri… e il D.R. conferma.

    3) certifico la futilità del falso problema tecnico visto che la manfrina di Dimitri Ovtcharov, per gli amici Dima, è ovviamente un rito di concentrazione, e il Sommo ci ricorda che pure 2 giocatrici giapponesi facevano strani volteggi con le braccia prima di il servizio, non rendendosi conto che implicitamente stava confermando il mio pensiero…

    Vabbè, lo so che mica posso pretendere che mi rivalutasse urbi et orbi.
    Vabbè che siamo a Natale, ma mica proprio tutti diventano più buoni.
    Il Drago è così, lancia fiamme e veleno e…. a noi piace così. Un Saluto.

  7. Drago Rosso ha scritto il 27 Dicembre 2008 02:27

    Come volevasi dimostrare, è inutile cercare di spiegare ai minus habens, che nel caso specifico sono nihil habens, cose tecniche, come la differenza fra i movimenti delle giocatrici giapponesi (che lui ovviamente non conosce e non ha mai visto) e la deficienza tecnica di Ovtcharov, entrambi però con una cosa in comune: non servono a trovare concentrazione ma hanno una precisa base tecnica, sbagliata ovviamente. L’ipotesi della ricerca della concentrazione era tutt’altra cosa, ma figuriamoci se l’essere dal quoziente d’intelligenza sottozero riesce ad afferrare il concetto. E’ inutile spiegare che la perdita di tempo non c’entra un cazzo, ma è solo un’ipotesi a posteriori (che non significa che va in quel posto al Grande Fesso, ma un po’ ci va pure) lanciata da Lelesguizzero, quindi prima di 2 neuroni. E infatti a lui ho risposto, non ai dementi. E’ inutile spiegare al vuoto a perdere mentale che continua a fare figure di merda davanti a tutti e che sono patetici i suoi tentativi di difesa, sempre smerdato resterà. L’unica cosa utile da fare è continuare a smerdarlo e a fargli uscire la bile da ogni suo poro. Una goduria.

  8. eugenio bertagna ha scritto il 27 Dicembre 2008 11:34

    No comment… :-)

  9. Drago Rosso ha scritto il 28 Dicembre 2008 19:24

    Appunto!

  10. ittennico ha scritto il 29 Dicembre 2008 23:53

    nel concordare col drago che la racchetta ,prima del lancio ,può esser anche dietro la schiena o in terra.., lo voglio, eheh, “stuzzicare” (poimivaffanculerà.. ma non importa..) che nell’attuale regolamento si parla solo della pallina!
    Il servizio inizia con la pallina, immobile sul palmo aperto; da quel momento, in effetti.. si potrebbe anche pensare di porre un idiotissimo ,misurabile, tempo limite tra quel! momento ed il lancio che innescherà “l’entrata in scena ” della racchetta.
    Probabile che non sia menzionata perchè apparirebbe logico che ,siccome la pallina va colpita (in fase DISCENDENTE!.. MAMMA! che visioni certe volte.. senza andare su eurosport..) sopra! la superficie.. in quel momento è chiaro che la racchetta dovrà essere lì… ma.. solo! in quel momento.
    Non lo condivido e rabbrividisco al pensiero di quanti artifizi ,appunto,teatrali , qualche atleta ci potrebbe fare, ma è così descritto.
    Nello specifico ,per questo atleta, da semplice spettatore, non mi pare nulla di incredibile; tecnicamente, a mio umilissimo avviso, in quella posizione è magari più concentrato e facilitato nel variare l’effetto impresso(cosa più difficile se battesse “darritto”); altresì , il servizio è composto anche da una gestualità che NON è assolutamente irrilevante, specie sul piano psicologico, per l’intepretazione del risponditore; non è infrequente in questi alti livelli ma specialmete ai bassi , che lo stesso gesto causi di per sè insicurezza ed errori sulla risposta.
    A mio parere(anche se mi sembra pure banale..) nel servizio, la componente “interpretativa” ha il suo perchè ; non si fa “beccare” solo con gommacce o gommone! dai potenti effetti.
    Il punto che ne consegue(di solito se non l’errore diretto, un facile attacco), è perciò frutto anche! di questi movimenti.
    Poi se a volte son studiati oppure semplici tic… qui davvero si va oltre; soffermiamoci agli esiti! di questa cosiddetta “teatralità” che io ritengo non inutile tecnicamente (nel senso cheil mio scopo tecnico è di rendere insicura la risposta..)

  11. attila ha scritto il 30 Dicembre 2008 12:35

    Sicuramente è più concentrato…..e vuole impressionare l’altro,,,,,,,,,,magari fargli perdere un po’ di concentrazione e renderlo insicuro…….in più un po’ di teatrino che fa sorridere pure…………….ci stà suvvia………niente di male….magari non enfatizzire così…ahahahha…….il problema è che sono espedienti per coprire una differenza tecnica nei confronti dei cinesi (meglio che s’imparasse il dritto invece che ste scene da “io so’ figo”, so’ la promessa europea)……..e questo dal miglior giocatore della “scuola” europea………….credo sia questo che il drago vuole sottolineare……….. no ?? DEhhhhhhhhhhhh

  12. eugenio bertagna ha scritto il 31 Dicembre 2008 00:07

    Itt, le tue considerazioni mi confortano nella convinzione che stavolta il “Professore” ha sprecato tempo e meningi in una lezione inutile.
    Tutto concorre, comprese le stesse considerazioni del “docente” sull’inutilità tecnica del gesto, a confermare che si tratta di “cifra stilistica” o di rito propiziatorio/concentrativo. Arrivo a condividere la tua idea che si tratti di tecnica in quanto pretattica, ma non di più.
    Ogni parola spesa dal “maestro” ribadisce che il servizio di Ovcharov si può dividere in due fasi, quella della ricerca della posizione eretta (provenendo da una posizione genuflessa di raccoglimento attorno alla pallina) e quella del lancio della palla nell’esecuzione del gesto del “servire” (l’unico che conti, dal punto di vista tecnico e da quello regolamentare). Quindi tutta la lezione non è altro che una continua autoconfutazione.

    Ma si arriva all’esilarante ed al ridicolo nella correzione delle parole di Alessio.
    Alessio, come ogni praticante d’esperienza sa benissimo che tutto ciò che conta dal punto di vista regolamentare è il momento del lanci della pallina oltre la fatidica quanto incommensurabile altezza di 14 cm.

    E’ questo l’unico e solo momento in cui “comincia il movimento del servizio”.
    Tutto ciò che avviene prima, grattate di gonadi, dita nel naso, “movimenti del corpo e delle braccia” sono ininfluenti quanto ex legis e queste cose Alessio le sa molto bene.

    Credo che l’intero articolo non sia altro che uno sterile esercizio di saccenza retorica, tipica del personaggio. Un Saluto.

  13. bonfanti marco ha scritto il 31 Dicembre 2008 11:21

    La fatidica altezza (vedi quanto detto da Sig.Bertagna) è 16 e non 14 cm!
    Colgo l’occasione per ribadire quanto espresso a suo tempo all’ex Presidente Arbitri Grancini che pochi giocatori in Italia servono regolarmente.
    Ciò deriva in gran parte dal fatto che di Arbitri nelle gare se ne vedono pochi e purtroppo dal fatto che anche quei pochi spesso non sanno arbitrare!
    Auguri alla nuova Commissione Arbitri.

  14. eugenio bertagna ha scritto il 1 Gennaio 2009 13:42

    Grazie Bonfanti per la correzione. Colgo l’occasione per rimediare anche ad un refuso: Dimitri detto Dima, di cognome fa Ovtcharov, e non Ovcharov come ho scritto nell’ultimo post.

    Quello dei 14 cm. invece non è un refuso. Dopo aver scritto quella misura sono effettivamente stato assalito dal dubbio, perchè spesso ho sentito parlare di 14, e ugualmente di 16 cm.
    Per la verità non mi sono mai preso la briga di verificare l’esatta misura proprio perchè penso che sia “incommensurabile” da parte di qualsiasi occhio umano. Resta una misura teorica per la formazione dell’arbitro, il quale poi secondo la sua personale convinzione si esprimerà al riguardo.
    Se però pensiamo che la Federazione, dopo l’acquisto dei “nasi” elettronici Enez, debba dotarsi di “Occhi di Falco”, come nel tennis, per verificare a posteriori, la correttezza dell’ascensione della pallina, possiamo sempre farne richiesta scritta, magari qualcuno ci risponderà :-)

    C’è da dire che il problema dell’altezza minima riguarda perlopiù i servizi di noi ex giocatori da oratorio. I campioni, perlopiù, alzano la pallina ben aldisopra delle nostre misere altezze. Un Saluto.

  15. eugenio bertagna ha scritto il 1 Gennaio 2009 19:07

    Questa discreta querelle sull’altezza minima del lancio ascendente verticale della pallina durante il servizio mi fa tornare alla mente un concetto che dovetti affrontare nel mio primo esame di fisica: il concetto di accuratezza di una misurazione, che è cosa diversa dalla sua precisione.

    Posto che l’altezza minima sia fissata in 16 cm. (ora mi sono documentato e ho scoperto che il regolamento internazionale recita che questa altezza, essendo di poco superiore a quella della retina, può essere comodamente valutata prendendo come campione proprio l’altezza del net.

    Quindi si prende come riferimento un dato preciso (15,25 cm) per fissarne un altro altrettanto preciso (16 cm.) ben sapendo che l’accuratezza della misurazione (cioè lo scostamento tra la valutazione soggettiva dell’arbitro ed il valore reale del lancio eseguito) è piuttosto aleatoria.

    Anche supponendo che il battitore lanci la palla partendo esattamente dal prolungamento ideale del piano del tavolo, la mano deve compiere un tragitto prima di separarsi dalla pallina alla quale ha impresso il moto.
    Quindi la valutazione della corsa libera della pallina, disgiunta dalla corsa della mano nella fase di lancio diventa difficilmente determinabile.
    A ciò va aggiunto che alcuni giocatori anzichè arrestare la corsa della mano, la riabbassano velocemente cosicchè la misura sembri rispettata mentre in realtà il loro lancio é più simile ad una caduta.

    Per finire, possiamo, con una certa condivisione, affermare che un arbitro, per quanto accurato nel valutare il tipo di movimento efettuato dal battitore, difficilmente possa essere preciso nel determinare l’altezza del lancio della pallina e che la “fatidica misura” ,tanto precisamente quanto velleitariamente fissata, sia una delle tante chimere che affollano i regolamenti sportivi.
    Un Saluto.

  16. Drago Rosso ha scritto il 5 Gennaio 2009 23:29

    Il mio articolo sul servizio di Otcharov ha provocato alcuni interventi su questo blog e sul Forum (sempre più scorretto, purtroppo) di Giorno, dove addirittura c’è una discussione apposita sul’argomento (non sul servizio di Ovtcharov in sé per sé, ma sul Drago Rosso e il servizio di Ovtcharov, e ci tornerò subito dopo). Credo sia il caso di puntualizzare qualcosa, cominciando però con una premessa che riguarda il Grande Fesso.
    Don Chisciotte della Minchia (o Vuoto a perdere mentale, 2 neuroni, Giuda personale di Costantini, Quoziente di intelligenza sottozero e via di questo passo) si dimostra ancora una volta la persona più falsa che ci possa essere in circolazione. Fa finta di essere equilibrato nei toni e nelle parole, ma in realtà è solo un essere strisciante e velenoso che, dopo essere stato smerdato sistematicamente da me, non trova pace nel tentativo di prendersi una rivincita, che non potrà avere mai vista la sua statura da grande depressione dell’intelligenza e della competenza. Sembra rinunciare, dice “no comment”, ma la bile gli scoppia e, quando non ce la fa più, riprende l’argomento, con una serie impressionante di puttanate che vanno veramente oltre la fantascienza. Non c’è problema: gli vado in culo e la situazione resterà sempre la stessa. Posso solo ricordargli che, nonostante i suoi patetici sforzi, l’ultima parola sarà sempre la mia. Non si rassegna? Continuerà a sentirselo andare nel culo. Contento lui!
    Comunque, giusto per la precisione, voglio ricordare a tutti qual era l’esatta sostanza del discorso. Il punto fondamentale era: il servizio di Ovtcharov, dal punto di vista tecnico, è una immane stronzata. Tutto il movimento che precede il lancio della pallina non serve a un beneamato cazzo. E’ importante che il ragazzino che eventualmente fosse invogliato a copiarlo lo sappia, in modo da non sprecare tempo e forze per un’azione completamente sbagliata dal punto di vista tecnico. La preparazione al servizio può servire a far innervosire l’avversario? Non ho nemeno preso in considerazione la cosa perché so per certo che Ovtcharov è un giocatore leale e correttissimo, quindi il discorso non si pone assolutamente. Può far innervosire l’avversario comunque? Può anche essere, ma questo non ha alcunché a che fare col mio discorso, perché l’avversario potrebbe innervosirsi per qualsiasi altro motivo e per qualsiasi altro movimento, l’importante è il perché Ovtcharov faccia quel movimento: non lo fa per innervosire l’avversario, quindi questo aspetto del discorso non ha alcun senso per quanto mi riguarda. La preparazione al servizio può avere solo un aspetto psicologico? Bene, di questo avevo parlato dettagliatamente. Riporto testualmente: “Bene, ammettiamo che sia vero, ma si tratterebbe di qualcosa di psicopatico perché, per una immaginaria esigenza di concentrazione o di chissà che, si farebbe uno sforzo fisico del tutto inutile, che provoca un assurdo dispendio di energie fisiche”. Quindi, sono il primo ad ammettere che ci sia questa possibilità, ma la esamino anche dal punto di vista tecnico, sottolineando il danno che può fare dal punto di vista fisico. Quindi, analizzare il servizio di Ovtcharov è utile per capire tante cose, al contrario di quanto pretende di sostenere il nostro caro mentecatto. Ma dirò di più. Fino a quando è stato allenato da Leo Amizic (ricordo ancora che è il tecnico da me considerato fra i 3 migliori, almeno dal mio punto di vista, fra quelli europei), Ovtcharov non ha mai fatto quel tipo di servizio. Anzi, non solo per il servizio, ma anche per i movimenti dei vari colpi, la sua azione era molto più “pulita” tecnicamente, come possono sostenere, oltre a me, tante persone che l’hanno visto in azione in quegli anni. Quindi, Ovtcharov ha cominciato a fare quel servizio (e a “sporcare” anche altri movimenti) dopo che Leo Amizic è andato via e lui è passato sotto la “guida” (chiamiamola così) di altri allenatori, tedeschi, vale a dire quelli che più danni hanno provocato e provocano nel tennistavolo. A maggior ragione viene da pensare che le motivazioni del “nuovo” modo di servire siano tecniche, dovute a qualche “genio” tedesco, e non psicologiche. Se fossero state solo psicologiche, infatti, Ovtcharov avrebbe potuto svilupparle già prima, invece, guarda un po’ che combinazione, quel modo di servire viene fuori solo dopo che un tecnico bravissimo va via e un falegname (senza offesa ai falegnami veri) lo ha preso “in cura”. Chi capisce davvero di tennistavolo, si rende conto della differenza. L’idiota, naturalmente, no.
    E adesso passo a Ittennico, per dire che sbaglia completamente. Sbaglia nel dire che lo “vaffanculerò”. Al contrario, devo ringraziarlo (in maniera seria, non ironica) perché mi ha fatto scoprire una cosa di cui non mi ero accorto: nelle regole sul servizio, è sparito qualsiasi accenno alla racchetta. L’unica, parziale, giustificazione che invoco è il fatto che questo cambiamento è una colossale puttanata dell’Ittf. Il cambiamento è avvenuto 2 anni fa. Fino ad allora, nel regolamento era previsto esplicitamente che la racchetta dovesse essere sopra il livello del tavolo e ben visibile (quindi non si poteva nascondere dietro il corpo mantenendola sopra il livello del tavolo) dal momento del lancio della pallina a quello del tocco con la pallina stessa. Si evitava così che un giocatore al servizio tenesse nascosta la racchetta e la tirasse fuori solo al momento dell’impatto con la pallina, provocando difficoltà all’avversario nel vedere se si effettuava il servizio con una faccia della racchetta o con l’altra. Il fatto che sia cambiata la regola che riguarda la “visibilità” della pallina non è un motivo per eliminare la visibilità della racchetta. Comunque, se era giusto “allora” evitare il disturbo derivato dal vedere la racchetta solo all’ultimo momento, è altrettanto giusto evitarlo “adesso”. Non c’è alcun motivo logico per la cancellazione di quella parte della regola che riguarda la visibilità della racchetta. Ma questa è solo l’ultima delle tante decisioni assurde prese dall’Ittf nel corso degli ultimi anni. Quindi, ripeto, Ittennico ha fatto bene a mettere in evidenza questo cambiamento. Non sono d’accordo con lui, invece, quando dice che l’atleta è “facilitato nel variare l’effetto impresso”. L’idea non è sbagliata in sé per sé, nel caso specifico sarebbe giusta se l’azione di Ovtcharov avesse una continuità. Il problema, ripeto quello che ho già detto, è che dopo essersi “messo in piedi” Ovtcharov dà l’avvio, con il lancio della pallina, a un’azione tecnica completamente staccata e diversa da quella iniziale. La questione che ho voluto porre in rilievo è proprio questa: Ovtcharov batte “da diritto”. Che ci siano vantaggi o svantaggi non è il punto da me preso in considerazione. Il punto è che tutto quello che precede il lancio della pallina potrebbe anche non esistsre e non cambierebbe una virgola. Quindi, se un atleta, eventualmente per trovare la concentrazione o per qualsiasi altro motivo che gli frulla nella testa, decide di partire adirittura sdraiato per terra, per poi lanciare correttamente la pallina da sopra il livello del tavolo, fatti suoi, ma è importante dire ai ragazzini che volessero imitarlo che, dal punto di vista tecnico, tutto quel movimento preliminare non ha alcuna influenza tecnica sul servizio stesso.
    Concludo con la parte che riguarda il Forum di Giorno. Come è già successo altre volte, ci sono alcuni dementi che, invece di controbattere su questo blog a quello che io scrivo, si inventano discussioni che hanno come oggetto me o i miei articoli. E così, se la suonano, se la cantano e se la ballano da soli, arrivando in molti casi ad attribuirmi cose che non ho mai scritto o idee che non ho mai espresso, e facendomi capire ulteriormente perché mai il tennistavolo italiano è a questi livelli di merda, visti i fenomeni rincoglioniti che lo popolano e che si mettono in mostra senza paura del ridicolo, per non parlare della scorrettezza dell’intero modo di fare. E non si salva nemmeno Giorno, che interviene per moderare un coglione che si firma “Curl t.” e, nel farlo, rimporta testualmente quello che il coglione in questione ha scritto di me: “Il Drago Rosso è un gran montato che non sa come far passare il tempo…”. Congratulazioni, Giorno! Giusto per capirci: la prossima volta, invece di dire a un tuo amico di portarmi i tuoi saluti quando mi incontra, cerca di pensare prima alla correttezza del tuo Forum, perché la mia pazienza nei tuoi riguardi ha un limite e il mio “vaffanculo” è già in canna. Comunque, i dementi continueranno a suonarsela, cantarsela e ballarsela, senza avere la capacità di contrastare quello che dico io, e adesso, giocatevi le palle, cominceranno anche a fare gli indignati e a dire che io sono il solito cafone. Cazzi loro! Io preferisco concludere con i complimenti (veri e sinceri) ai pochi del Forum di Giorno che mostrano competenza tecnica e grande spirito. Perciò, voglio dire a Sacramen che le sue analisi tecniche sono molto belle e approfondite. Magari non condivido appieno alcune sue osservazioni sui cinesi, ma le rispetto perché si capisce che hanno comunque una base logica. E voglio dire a Zztop che è un fuoriclasse, mi ha fatto scompisciare dalle risate con la sua spiegazione del servizio di Ovtcharov. Vuol dire che, nel miserevole e patetico mondo del tennistavolo italiano, ci sono ancora alcuni “eroi” che sanno usare il cervello.

  17. eugenio bertagna ha scritto il 6 Gennaio 2009 19:20

    Alla fine viene dispiegata tutta l’artiglieria di insulti (Grande Fesso,
    Don Chisciotte della Minchia, Vuoto a perdere mentale, 2 neuroni, Giuda personale di Costantini, Quoziente di intelligenza sottozero e via di questo passo) solo per confermare tutto quello che ho scritto.
    Non una riga di confutazione.
    La manfrina di Ovtcharov è tecnicamente inutile, punto e basta.
    Se serve a qualcos’altro sono solo fatti suoi. Adesso viene fuori la sciocchezza pedagogica: ” non vorrei che i ragazzini lo imitassero”…
    Lasciamo stare, siamo al campionato mondiale di “mirror climbing”

    Riguardo Giorno: Lorenzo è un correttissimo moderatore, a volte gli è stato rimproverato di esserlo anche troppo (moderatore, intendo), vedi il caso Arturo/Leon/Lelesguizzero bannato ripetutamente.
    Da questo punto di vista Max Costantini consente una libertà d’espressione molto più ampia. Entrambi lo fanno in assoluta buona fede, quindi bisogna accettare i complimenti e le reprimenda. Il Drago Rosso è ormai un personaggio pubblico, per sua stessa volontà, e ora non può sottrarsi alla pubblica opinione.

    Detto questo passo a cose più serie, la querelle sollevata da Ittennico: vediamo cosa recitano i regolamenti internazionali.

    Il manuale ITTF ad uso degli arbitri, nella sua 13a edizione, al paragrafo 10.5 (visibilità) recita: ” La pallina deve essere al di sopra della superficie di gioco al momento dell’inizio del servizio. Comunque, non c’è necessità da parte del ricevente di essere in grado di vedere la racchetta dall’inizio alla fine del servizio, ed il servente, può, del tutto legittimamente, iniziare il servizio nascondendo la racchetta, per esempio, dietro la sua schiena.”

    Ora questo è il punto del contendere: l’estensore del regolamento, il Sig. Graeme Ireland, fa una considerazione del tutto soggettiva: non si vede la necessità perchè il ricevitore debba vedere la racchetta durante tutta la fase del servizio.
    Da questa idea discende la norma secondo la quale la racchetta deve essere visibile nel solo momento dell’impatto con la pallina, la quale è l’unica a DOVER sempre essere visibile.

    Ora, le perplessità di Ittennico sugli artifici possibili con questa norma sono rispettabilissime. Faccio però alcune considerazioni:
    se la pallina deve essere sempre davanti ad ogni parte del corpo del servente rispetto al ricevente, la racchetta che dovesse uscire da dietro la schiena, necessariamente apparirà al ricevente nel momento clou, quello dell’impatto.
    Il momento dell’impatto dura una frazione di secondo ma il giocatore di ping pong sa apprezzare queste lunghezze. Di tutte le evoluzioni che la racchetta può compiere al ricevente interessa quella finale. Lui è concentrato sulla pallina nel momento del suo contatto con la gomma. E’ per questo che ti spiegano che è meglio non guardare la pallina nel suo punto di massima altezza nei lanci alti, ma di concentrarsi sull’impatto.
    Sappiamo che i giocatori più abili sanno eseguire movimenti velocissimi (della serie “la mano più veloce dell’occhio”, tipo prestigiatore) a contatto con la pallina, così da mascherare l’effetto dato, anche quando la racchetta è sempre stata ben in vista. Al giocatore non rimane che tenere sempre sott’occhio la rotazione della pallina e l’arco della sua parabola per poter leggere in modo corretto il servizio, altrimenti… un bel palleggio lungo come dice Waldi o un’ apertura fatta colpendo la pallina in prossimità dell’asse di rotazione, dove il momento torcente tende a zero.

    Nel criticare la decisione di omettere l’obbligo della visibilità “troughout”, cioè dall’inizio alla fine del servizio, della racchetta, il Drago Rosso porta invece motivazioni del tutto anacronistiche, tipo quella di richiamare una presunta “difficoltà all’avversario nel vedere se si effettuava il servizio con una faccia della racchetta o con l’altra.” (testualmente).
    Domando: che senso ha richiamare una fattispecie che non si verifica più da quando le gomme devono avere colore diverso e il ricevente ha preso cognizione di quale tipo di gomma ci sia sul diritto e quale sul rovescio? Altre obiezioni più serie?

    Un Saluto.

  18. appassionata ha scritto il 6 Gennaio 2009 22:59

    Io trovo allucinante che “il web giornale più autorevole” e bla bla bla come vi definite per esprimere dei concetti tecnici che uno può’ codividere o meno utilizzi termini del genere! “CAZZO” non è sinonimo di “NIENTE” o “NULLA”, come “CAZZATA” non è sinonimo di “ERRORE TECNICO”….
    Ma che modi sono di fare informazione????

  19. Drago Rosso ha scritto il 7 Gennaio 2009 06:25

    L’idiota continua a non capire una mazza (contenta, Appassionata?) ed è logico, altrimenti non sarebbe idiota. Non riesce a vedere le confutazioni (perché, oltre a essere idiota, non sa leggere) e spara minchiate sul fatto che il cambio dei colori delle due facce della racchetta annulla qualsiasi possibilità di confusione. Ma guarda un po’: il cambio dei colori avvenne all’inizio degli anni Ottanta, e allora perché fino a due anni fa (2006) era obbligatorio tenere la racchetta visibile al momento del servizio? L’ignorante nemmeno sa di cosa parla. Comunque, lo informo che non è stata dispiegata tutta l’artiglieria di insulti, ne tengo sempre qualcuno di riserva per le ulteriori minchiate dell’idiota, che continua a non capire di non poter avere l’ultima parola e continua a sentirselo entrare in quel posto (ricontenta, Appassionata?).

  20. Drago Rosso ha scritto il 7 Gennaio 2009 06:43

    E non posso esimermi dal rispondere a quel coglione di Url. t che, sempre sul Forum di Giorno (difeso da Don Chisciotte della Minchia, il che conferma che è un Forum scorretto) è intervenuto per dire che mi ha smerdato, con il nome di Drago Nero, su questo blog. Certo è che la coglionaggine non ha limiti. E Url.t-Drago Nero supera tutti i confini dell’idiozia. Riporto quello che ha scritto nella sezione Forum di questo blog (discussione “The big bluff slam”), con la firma Drago Nero:
    “ti leggo da tanto e non vedevo l ora di scriverti…offendimi pure se vuoi tanto non ci faccio caso,con le altre persone tu fai cosi…cmq con sti cinesi hai rotto i coglioni a tutti,basta…non importa a nessuno di 576787576868 risultati dei cinesi…parla un pò anche degli europei senza criticarli e prova a valorizzare il loro lavoro…troppo facile criticare…scommetto che tu sei cosi scarso che perdi anche dal peggiore degli nc…”
    Ecco, uno che mi dice di parlare degli europei per “valorizzare il loro lavoro” è il più deficiente di tutti i deficienti, visto quello che sta uscendo dall’Europa. Per questo non gli ho risposto e lui, ancora più demente, pensa di avermi smerdato. Non c’è problema, gli rispondo adesso, solo per dirgli che un rincoglionito come lui è il vanto del tennistavolo europeo.

  21. eugenio bertagna ha scritto il 7 Gennaio 2009 11:00

    Questa frase non l’ho scritta io… l’ha scritta il Drago Rosso:

    ” Il cambiamento è avvenuto 2 anni fa. Fino ad allora, nel regolamento era previsto esplicitamente che la racchetta dovesse essere sopra il livello del tavolo e ben visibile (quindi non si poteva nascondere dietro il corpo mantenendola sopra il livello del tavolo) dal momento del lancio della pallina a quello del tocco con la pallina stessa. Si evitava così che un giocatore al servizio tenesse nascosta la racchetta e la tirasse fuori solo al momento dell’impatto con la pallina, provocando difficoltà all’avversario NEL VEDERE SE SI EFFETTUAVA IL SERVIZIO CON UNA FACCIA DELLA RACCHETTA O CON L’ALTRA.

    Cosa vuol dire questa frase? L’unica che contenga una presunta motivazione che ci spieghi perchè l’Ineffabile ritenga una cazzata aver tolto la regola della visibilità della racchetta?
    A chi sappia due rudimenti di logica e di lingua italiana questa frase dice che fino a due anni fa era normata la visibilità della racchetta durante TUTTA la durata del servizio, PERCHE’ altrimenti il giocatore non poteva riconoscere con quale faccia della racchetta veniva effettuato il servizio. Questo c’è scritto… dimenticando pure che ci sono nel pianeta giocatori Cinesi, Giapponesi, Coreani, oltre ad una pletora di Sudamericani formati da Cinesi e Giapponesi che hanno sempre usato una e una sola faccia della racchetta perchè pennaioli.
    Quindi prima ci si appella ad una fattispecie tecnica degli anni ottanta per motivare la propria disapprovazione per un provvedimento preso negli ultimi due anni e poi mi si risponde che non so nemmeno di cosa sto parlando.
    E’ vero che è un problema degli anni ottanta, allora perchè ha tirato fuori una simile amenità? E poi scrive: “L’unica, parziale, giustificazione che invoco è il fatto che questo cambiamento è una colossale puttanata dell’Ittf”.
    Ma quale giustificazione viene fuori? Ah già, il fatto che la nuova norma sia stata varata dall’odiatissima ITTF è di per sè una giustificazione.
    Quindi visto che queste immani sciocchezze le ha scritte il maggior esperto mondiale di tt c’è da stare allegri per davvero! Un Saluto.

  22. appassionata ha scritto il 7 Gennaio 2009 14:17

    Ma.. contenta… insomma… chiedo scusa, avevo capito che questo era uno spazio in cui si discuteva di tennistavolo, ho capito male evidentemente!!

  23. gommalacca ha scritto il 8 Gennaio 2009 01:38

    appassionata devi essere un pò pasionaria se vuoi entrare in questo spazio. A volte i toni sono moooolto sopra le righe ma in mezzo ci trovi anche tanto di tennistavolo ed il consiglio è quello di guardare a ciò che ti interessa di più. Drago Rosso è così, prendere o lasciare, ma è una miniera di informazioni. Per lui il TT è Cina e non gli si può dare torto. Non si può far finta di non sapere che il verbo è quello. Noi siamo solo una periferia lontana e fa specie che qualcuno cerchi di convincerci del contrario consapevole di prenderci per il cxxo. In Europa non esiste più una scuola, in Italia non esiste più da tempo….che vuoi fa?

  24. Drago Rosso ha scritto il 8 Gennaio 2009 04:32

    Carissima Appassionata,
    ovviamente non volevo prenderti in giro, ma solo scherzare un po’, e nemmeno mi sogno di dire che hai torto, è evidente che hai ragione e, altrettanto ovviamente, non puoi essere contenta se rinuncio, una volta tanto, a qualche parola volgare per usarne una più leggera. Posso solo dire che il blog di Massimo è davvero quello in cui ci sono le indicazioni tecniche più importanti, e sto parlando delle sue (di Costantini) indicazioni. Per quanto riguarda le mie, il giudizio spetta ad altri, ma è certo che io parlo, nella grande maggioranza dei miei articoli, di cose tecniche e di informazioni che (piacciano o no) nessun altro al mondo, in particolare per quanto riguarda la Cina, è in grado di fornire. Aggiungo, come ho spiegato altre volte, che non sono mai stato il primo a far scendere il livello della conversazione, ma ho solo risposto a chi per primo lo ha fatto, mostrando poi di essere io molto più bravo a scendere ancora più in basso, ma, ripeto, non sono mai io a fare la prima mossa in tal senso. Naturalmente, questo, agli occhi tuoi, non mi giustifica, hai diritto a giudicarmi volgare, ma ci tenevo soltanto a precisare.
    Ah, con le donne il Drago Rosso mostra un pericolosissimo segnale di educazione e garbo, la sua reputazione rischia di andare a scatafascio!

  25. Drago Rosso ha scritto il 8 Gennaio 2009 04:38

    Povero idiota. Baluba: tu tornare a scuola, studiare italiano linguaggio, provare a capire cosa io avere scritto. Ma io anche pensare tu fare finta non capire. Niente cambiare: tu comunque Grande Coglione, ma davvero Molto Grande.
    P.S. Il mentecatto non riesce proprio a nascondere che se lo sente di andare “in det pleis” e continua a farsi “smercakeiscion”. Bravissimo, avanti così, io godooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!

  26. eugenio bertagna ha scritto il 8 Gennaio 2009 17:21

    Aggiungo un premio in danaro a chiunque possa provare che nella mia personale battaglia come novello “San Giorgio” abbia proferito per primo insulti verso il Drago Rosso, benché lui fosse coperto dallo pseudonimo mentre io sia logato col mio vero nome e cognome. Un Saluto. Per i dettagli della riscossione dell’eventuale premio: eugeniobertagna@alice.it ;-)

  27. eugenio bertagna ha scritto il 8 Gennaio 2009 17:45

    Tornando alle cose serie, Gommalacca richiama una questione molto dibattuta in questi ultimi anni: una via italiana alla tecnica pongistica.
    E’ la stessa posizione che ho ascoltato dalle parole di Giovanni Bisi quando ancora era in forse la sua candidatura ed uno dei motivi perchè si sarebbe voluto impegnare attivamente, da presidente della Fitet.
    A Terni recentemente, mentre stavo chiacchierando con Max Costantini si è avvicinato il Maestro Roberto Migliarini. Entrambi lo abbiamo salutato con molto calore perchè Roberto è una persona fantastica oltre che un grande conoscitore e divulgatore del tennistavolo moderno. Ebbene entrambe questi grandi tecnici concordavano che non esista più, in pratica, una Scuola Italiana del Tennistavolo.
    E’ altrettanto vero che sia Max, ultimamente, coi suoi scritti, che Roberto con la sua vecchia “ossessione” per il top di diritto a braccio teso abbiano visto nella Scuola Cinese il modello da seguire. Cionostante mi trovo pienamente d’accordo con loro nell’affermare che in Italia si debba tentare di avviare una metodica di studio, di training, di approccio psicologico e medico-sportivo originale. In più ritengo che sarebbe auspicabile una metodica aderente al diverso status sociale dei giovani Italiani ed Europei rispetto ai giovani dell’Estremo Oriente o anche solo dei paesi dell’Est Europa. Ma questa è una considerazione del tutto personale.
    Mi trovo però completamente in sintonia con quanti pensano che vada cercata una dimensione non autarchica ma bensì di sublimazione di quanto di meglio possiamo trovare nelle varie Scuole e ripartire da dove si era cominciato, cioè dalle indicazioni di Pettinelli e della Scuola di Senigallia o dalle teorie di un vero teorico di questo sport, Roberto Migliarini. Un Saluto.

  28. Drago Rosso ha scritto il 8 Gennaio 2009 18:05

    Solo una “aggiunta” all’intervento di Gommalacca (non una “precisazione” perché quello che ha scritto è corretto). Per me il tennistavolo non è “solo” la Cina. In questo momento è “solo” la Cina dal punto di vista tecnico (oltre che delle vittorie, ma non è quella la cosa fondamentale), ma in generale la mia opinione è più complessa. Ripeto, perciò, a beneficio dei nuovi frequentatori del blog, quello che avevo già spiegato in passato.
    Fino alla prima metà degli anni Novanta, la Cina per me giocava il tennistavolo più brutto che si potesse vedere, nemmeno lo giudicavo tennistavolo. L’evoluzione tecnica decisiva per questo sport fu portata dalla Svezia (e in misura leggermente inferiore dall’Ungheria), prima con Bengtsson e Johansson, poi con Waldner, Appelgren e Persson. Quindi, io tifavo per la Svezia e quando gli svedesi vinsero 5-0 la finale a squadre nel 1989, ai Mondiali di Dortmund, fu la realizzazione del mio ideale di tennistavolo. Fra l’altro, Waldner, quando aveva 14 anni, andò in Cina per studiare due tecniche fondamentali nelle quali i cinesi erano maestri: movimento delle gambe e servizio. Quindi, Waldner (e il suo allenatore) sentì l’esigenza di andare in Cina per completarsi come campione. Mica disse, come fanno gli allenatori e i giocatori adesso: che schifo questa Cina, non abbiamo bisogno di imparare da loro. No, andò lì a imparare. E i cinesi fecero lo stesso qualche anno dopo. Sì, perché Kong Linghui e Wang Liqin furono mandati da Cai Zhenhua a giocare per una stagione (in anni diversi) in Svezia, perché i cinesi, umilmente, avevano capito che la Svezia aveva dato la svolta al tennistavolo. Il fatto stesso di inventare il rovescio per chi impugna a penna è una conseguenza del dominio svedese: i cinesi capirono che con un solo lato della racchetta non avrebbero avuto più scampo.
    Quindi: i veri campioni riconoscono la forza e la bravura dell’avversario (svedesi e cinesi a vicenda), i macellai (tedeschi soprattutto, ma un buon 90% degli europei attuali) ritengono di essere i veri geni e disprezzano la Cina. In questo momento in Europa si salva solo la Romania (oltre alla Svezia), come ho già detto altre volte.
    In conclusione, ho cominciato a dire che la Cina è la più forte solo quando i cinesi hanno cambiato il loro modo di giocare, prendendo insegnamento dalla grande Svezia e costruendo un prototipo di giocatore cinese-svedese, Kong Linghui soprattutto, dopo che Waldner era stato il prototipo del giocatore svedese-cinese: in entrambi i casi, il prototipo di giocatore più completo che si possa avere, almeno fino a oggi, e secondo me per sempre. Rimango dell’idea che la spinta decisiva al tennistavolo moderno e spettacolare l’abbia data la Svezia e che la Cina sia stata la più brava ad adeguarsi e a sviluppare quei modelli. Dedicato agli ignoranti che mi accusano di vedere solo la Cina. E grazie a Gommalacca che mi ha dato l’opportunità di chiarire.

  29. appassionata ha scritto il 8 Gennaio 2009 21:23

    Carisssssimo Drago Rosso, leggevo questo blog già da un po’. Sono cresciuta con il mito di Massimo Costantini, leggo tutto con interesse, dai suggerimenti sulla preparazione fisica a ogni commento tecnico che posso trovare in queste pagine! Pur leggendovi da molto ho deciso di iscrivermi solo ora perchè, pur essendo daccordo sul fatto che il servizio di Ovtcharov è (oltre che brutto da vedere) inutile per tutti i motivi che hai ampiamente descritto a modo tuo.. il tuo post non riuscivo a leggerlo, credimi, più andavo avanti e più mi veniva voglia di smettere di leggere…. e volevo solo fartelo notare! Nella posizione in cui ti trovi, cioè esperto di tennistavolo che scrive su un blog letto da centinaia di persone, tra cui senz’altro anche molti ragazzi giovani, credo che si dovrebbero usare altri toni. Al di la del “rapporto conflittuale” che evidentemente c’è tra te e il Bertagna…. Rispetto per le tue conoscenze, per le tue idee come per quelle di chiunque (da tutti c’è sempre da imparare qualcosa)… ma non son riuscita a passar sopra a tanta “volgarità”. Metto la parola “volgarità” tra virgolette perchè non è un “caXXo” detto in più che mi scandalizza… nella vita di tutti i giorni i “caXXi” e le “minXXXe” volano… ma proprio perchè qui abbiamo il tempo di scrivere, rileggere, ripensare ecc ecc… un po’ di più ci si potrebbe controllare! Non è il caXXo di per se…. ma il contesto!! ;-)

  30. Drago Rosso ha scritto il 10 Gennaio 2009 16:57

    Il premio in denaro dovrebbe andare a chi riuscirà a insegnare la lingua italiana al Poveraccio, in modo che riesca finalmente a capire cosa scrivo e a evitare di attribuirmi cose che non ho detto per poter sparare ulteriori minchiate a suo uso e consumo.

  31. Drago Rosso ha scritto il 10 Gennaio 2009 17:04

    Solo per Appassionata: le cinque “esse” di “carissimo” mi hanno dato un brivido, sono ricoverato in un ospedale cinese, dove mi trovo per vedere il Torneo dei campioni. Mi hai colpito e affondato!

  32. Drago Rosso ha scritto il 10 Gennaio 2009 17:14

    Guarisco momentaneamente dallo shock per le “5 esse” solo per aggiornare la situazione sul Forum di Giorno (sempre più scorretto). Gli ignoranti e i dementi si sono scatenati nell’inventarsi interpretazioni del mio articolo, facendomi dire cose che non ho mai detto e pensato. Bravi, continuino così: nemmanco i clown! A proposito, per loro informazione: i cinesi ridevano di Hao Shuai quando non chiudeva il punto sulle palle alte di Maze già durante quella partita ai Mondiali 2005 (tecnici e giocatori inquadrati dalla Tv cinese e mandati in onda in diretta), a dimostrazione che ne capiscono davvero. Ma ridevano ancora di più quando Ma Lin stoppò tutte le palle altre di Maze e poi cominciò a prenderlo per i fondelli alzando lui palle alte che Maze, esattamente come Hao Shuai, non riusciva a chiudere. Carissimi ignoranti: se dovete parlare di qualcosa, informatevi prima. Non sapete una mazza, non avete visto niente e non siete in grado di venirmi a pulire nemmeno la suola delle scarpe. Continuate pure a farmi ridere, voi e il vostro capocomico.
    P.S. Sempre sullo scorrettissimo Forum di Giorno, il povero Url. T-Drago nero è andato a piangere dal papino. Prima ha fatto il gradasso dicendo che mi aveva smerdato, poi, dopo che gli ho dato una risposta nel mio stile, è andato da Giorno e ha detto: “Babbo, il Drago mi ha fatto la bua!”. E s’è inventata una discussione in cui chiedeva, udite udite, di chiudere il Blog di Costantini. Una perla! Va su un altro Forum e chiede che venga chiuso questo Blog. Metti la pomata sulla bua, povero fesso, e stattene a casa.

  33. ittennico ha scritto il 11 Gennaio 2009 16:12

    drago… mi perdi colpi…basta un nick che finisce in “a” (rimembrando la genesi di benigni..) e ti smielisci.
    Ma… anche bertagna.. eheh finisce in a…..
    Cmq ti ringrazio del ringraziamento; ritornando in argomento, permango della mia idea che i gesti ,non necessariamente solo quello in questione, possano aiutare un servizio ad essere più incisivo; è per questo che, considerando personalmente il servizio ,uno dei momenti tecnici più importanti del gioco (se non il più importante; tu sai che pure a scacchi si vince spesso con la prima mossa..) non lo ritengo inutile da quel punto di vista.
    Discorso diverso sui possibili pericoli “legamentosi” per via di contorsioni che , in effetti , specie in età di sviluppo sarebbe bene evitare.
    Su quello può rispondere solo il fisico di chi si produce in tali esercizi.
    Sul “problema” della racchetta visibile , io lo trovo davvero aberrante che trattino il regolamento da fabbri! altro che falegnami , mestiere dove invece con una piana e una raspa è più facile addolcire la materia… .
    Cmq, anche in questo caso, pur se si lascia uno spazio pericoloso per i “folkloristi del tt”, va da sè che proprio il colore diverso delle gomme non può essere nascosto dall’impatto, perciò , se uno è un buon atleta , non percepirà difficoltà importanti, poichè vedrà(il discorso dovrebbe essere portato qua.. più che altro..perchè QUASI NESSUNO a TUTTI I LIVELLI SERVE CORRETTAMENTE), saprà che tipo di palla gli arriva (forse, perchè poi si riesce, per fortuna , ad essere regolamentarmente bravi..).
    Sulla cina, mi hai completamente convinto; rimango cmq dell’idea che non sia davvero! impossibile ricreare una scuola italiana che ha prodotto alcuni cinquantenni capaci,tutt’oggi di restare nei primi 30 d’italia; anche questo è un dato di fatto.
    Forse, dico, forse, basterebbe pensare un pò più al basso ,investendoci .Ed è lo stesso presidente federale che ci dice d’aver trovato molta disponibilità .. e allora? chessifà? per forza la cempionslig con 4 stranieri ?
    Che si abbia peciò il coraggio di lasciar perdere di risultati fittizi per qualcheanno , crescendo i nostri giovani , ripresentandoci, “più sani, più belli”, aggiungo io, PIU’ VERI!

  34. eugenio bertagna ha scritto il 11 Gennaio 2009 19:51

    Drago, c’è una parola nel vocabolario italiano, (quello che non ho mai posseduto e che mi hanno regalato solo in occasione del recente Natale), che la descrive in modo incredibilmente calzante.
    Sono arrivato solo alla lettera “b”, ma ho tosto incontrato la parola che calza a pennello: “buffone”.
    Ecco, suprema sintesi, tutto il suo essere compendiato in 7 lettere.
    Lei è un buffone. Oh…. ce l’ho fatta… sono riuscito ad insultarla anch’io… e facendo pure un gioco di prestigio, (forse lavoro al circo pure io), perchè l’ho insultata senza farlo, in realtà, perchè lei è un buffone per davvero, mica solo per altrui attribuzione.
    Veda, lei è un buffone perchè nonostante tutti sappiano quale sia il tono che lei usa sul blog, riesce a piagnucolare come un lattante, asserendo che : “non sono stato io il primo… io ho solo risposto (male) a chi per primo lo ha fatto”.
    Mamma mia che abissi d’infantilismo e di falsità!
    Il premio in danaro lo devolvo pure a lei se riesce a documentare un precedente nel quale io l’ abbia insultata per primo, o anche solo, ch’io abbia, prima di lei, abbassato il tono a livelli da caserma, anzi, da avanspettacolo di terz’ordine.
    Il suo stile è, perlappunto quello di un buffone turpiloque. Se non c’è “turpiloque” sul vocabolario vorrà dire che è un neologismo che ho inventato adesso, e comunque non sono ancora arrivato alla lettera”t” : conto di farlo entro l’anno.
    Dicevo che oltre a buffone lei è anche falso. Sì perchè quali sarebbero le parole che io le ho attribuito e che non sarebbero uscite dalla sua tastiera?
    Lei è solo un clown molto informato sul ping pong mondiale (ho scritto “informato”, competente è altra cosa). Mi saluti la trapezista.

  35. gommalacca ha scritto il 11 Gennaio 2009 23:14

    Entro nel merito tecnico del servizio di Ovtcharov.

    Analizzando il primo set che vede come avversario Yo Kan nell’incontro a squadre Germania Giappone delle Olimpiadi di Pechino posso dire:

    1) Il movimento del servizio di Ovtcharov non ha interruzioni: è continuo e progressivo.
    Ovtcharov dispone i piedi uniti quasi paralleli al lato corto del tavolo (cioè si dispone di fianco), nella stragrande maggioranza dei casi la mano che regge la pallina è disposta con le dita che guardano l’avversario poggiate sul tavolo e con il polso sotto il tavolo (la palla risulta coperta per metà proprio dal tavolo e dalle stesse dita). Il braccio che regge la racchetta in diversi casi poggia con il gomito o con l’avambraccio sul tavolo. A questo punto il giocatore fa un movimento continuo sollevandosi e servendo. Indipendentemente dal gesto, utile o meno, preparatorio ad un migliore equilibrio psichico o meno, il servizio risulta irregolare per quanto contemplato nel regolamento.

    2) Il primo set parte con Ovtcharov che serve e i due servizi (quello del’ 1-0 e dell’ 1-1) sono irregolari. Irregolari anche i due servizi che dal 3-1 per Kan portano il punteggio del set sul 4-1 e sul 4-2. I servizi del 5-3 (5-4) e del 5-4 (6-4) sono regolari (ma solo perchè ha servito con il diritto: il primo alla cinese ed il secondo con il movimento ad ascia). Sul punto del 7-6 e del 7-7 i due servizi sono irregolarissimi e nel servizio del 10-7 l’arbitro richiama Ovtcharov dicendogli che il servizio non è corretto e che perde tempo. “Ci metti troppo tempo a servire, stai perdendo del tempo, perdi tempo”. La panchina tedesca si alza e protesta ma la realtà è che il servizio doveva essere chiamato già dall’inizio ma per le ragioni premesse.

  36. eugenio bertagna ha scritto il 12 Gennaio 2009 01:40

    Gomma, la tua analisi dell’ormai famigerato servizio di Ovtcharov è correttissima.
    Nè io nè il Drago abbiamo, d’altra parte, scritto che ci siano interruzioni tra la fase del sollevamento dalla genuflessione a quella del lancio della palla.
    Io ho convenuto col D.R. che, pur senza soluzione di continuità, il gesto completo sia separabile in due momenti in quanto il lancio della palla avviene quando Dima è ormai sollevato, quindi il piegamento ed il successivo innalzamento sarebbero ininfluenti nella dinamica del servizio e nella sua economia, cioè nel bilancio del rapporto causa/effetto, il quale sarebbe nullo.
    Il Drago Rosso (se ho ben inteso :-) ) attribuisce il gesto ad una errata impostazione tecnica. Sempre se ho ben inteso Ittennico propende per una spiegazione tattica mentre il sottoscritto è più incline a ravvedere una motivazione stilistica o concentrativa.

  37. Drago Rosso ha scritto il 12 Gennaio 2009 03:10

    L’Idiota e Analfabeta è patetico. Si studi la lingua italiana e forse si accorgerà di cosa ho detto veramente. E scoprirà che non ho mai scritto che Don Chisciotte della Minchia mi ha insultato per primo. Ho detto un’altra cosa, ma figuriamoci se lui la capisce, e mica gli faccio il favore di spiegarglielo. Faccia uno sforzo coi suoi 2 neuroni ormai stravolti dalla fatica. E ricordi: smerdato era e smerdato rimarrà per sempre, e può andare avanti all’infinito, io avrò sempre l’ultima parola e lo smerderò.
    P.S. A proposito di “informato” e “competente”, si vede proprio che se lo sente di andare in quel posto. Chiedere ai cinesi se io sono informato o incompetente e chiedere a loro chi è stato l’unico in tutto il mondo a pronosticare, con precisione e con addirittura l’indicazione dei tempi (fra 3 anni, fra 6 anni e così via) chi sarebbero stati i futuri campioni, tant’è vero che chiedono a me, tuttora, chi saranno i prossimi e chiedono a me gli articoli sugli sviluppi tecnici della Cina: non ai loro giornalisti, ma a ME. E poi l’Idiota è libero di risentirselo andare in quel posto!

  38. Drago Rosso ha scritto il 12 Gennaio 2009 03:17

    A proposito del colore delle facce della racchetta, vorrei continuare il discorso con Ittennico facendo notare una cosa: il regolamento dell’Ittf a proposito del servizio era stato fatto in quel modo, racchetta visibile sopra il tavolo, per evitare i tentativi di mettere in confusione l’avversario, e questo era stato spiegato esplicitamente. Il regolamento deve infatti prendere in considerazione il principio, non le capacità dei giocatori. Siamo d’accordo che un giocatore di tennistavolo è abituato a “visioni” improvvise e velocissime, ma questo non significa che si possano accettare “estremismi” perché ormai i giocatori sono bravi abbastanza per non esserne infastiditi. Il vero problema del cambio di regolamento e della assurdità delle decisioni dell’Ittf è che la racchetta doveva essere visibile sia col vecchio che col nuovo regolamento o non lo doveva essere, sia col vecchio che col nuovo. Decidevano che non doveva esserlo nemmeno con quello vecchio? Benissimo, niente da dire, anche se personalmente potevo pensare che sarebbe stato meglio renderla visibile. Ma non c’era alcun motivo di cambiare, visto che gli altri cambiamenti non hanno alcuna influenza sul fatto che la racchetta sia veda o no al momento del servizio. Questa è l’assurdità. Poi, possiamo essere tranquillamente d’accordo che si possa tenere sotto il tavolo fino al momento dell’impatto, nessun problema per me.

  39. Drago Rosso ha scritto il 12 Gennaio 2009 03:25

    Con Gommalacca cerco di esaminare l’altro aspetto che lui ha messo in evidenza. Il regolamento, per come è scritto adesso, prevede che le braccia non debbano toccare il tavolo dal momento del lancio della pallina nel servizio. Quindi, è evidente che Ovtcharov tocca il tavolo con tutto l’avambraccio, ma quando lancia la pallina lui è ormai in piedi e staccato dal tavolo, quindi il servizio è regolare, anche se io ho i tuoi stessi dubbi sul quadro generale e il regolamento dovrebbe essere più preciso su questi punti. Il movimento è sì continuo, ma lo stacco di cui parlo nella mia analisi (dovevo chiarirlo meglio) non è nella continuità del movimento, ma nella continuità della posizione. Vale a dire: Ovtcharov si alza in piedi, ma lancia la pallina quando è già quasi totalmente in piedi. Siccome facevo un’analisi tecnica mi sono soffermato sulla discontinuità della posizione, perché anche se il movimento non ha interruzioni, c’è lo stacco della posizione. Cerco di chiarire meglio: se Ovtcharov lanciasse la pallina quando è ancora a metà fra la posizione inginocchiata e quella in piedi, il tutto avrebbe un’influenza sul lancio stesso della pallina e la traiettoria, come è stato giustamente fatto notare da chi non ricordo in questo momento (chiedo scusa), verrebbe fuori più dritta e perpendicolare proprio grazie a questo movimento. Ma Ovtcharov lancia la pallina quando è già in piedi, quindi, secondo me, c’è uno stacco decisivo nell’azione globale.

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