Nuove proposte da Suzhou

7 Maggio 2015 da Ping Pong Italia · 4 Commenti 

“Se tutto va bene” a partire dal 1/1/2016 (qualcuno dice da Ottobre 2016) potrebbero venire applicate alcune importanti modifiche ai regolamenti del pingpong. A leggere bene i verbali dei meeting svoltisi a Suzhou se ne evidenziano alcuni interessanti, altri audaci.

Ecco la prima proposta fatta all’AGM Annual General Meeting dalla Commissione Atleti presieduta da Vladimir Samsonov.

Proposed by the Athletes Commission

To amend 2.4.3:

2.4.3 A side of the blade used for striking the ball shall be covered with either ordinary pimpled rubber, with pimples outwards having a total thickness including adhesive of not more than 2.00mm, or sandwich rubber, with pimples inwards or outwards, having a total thickness including adhesive of not more than 4.00mm 4.25mm.

Rationale:

The results of the research and tests show that with the increase in thickness, certain rubber characteristics required by players, like control, speed and spin, might be reached without further interference. This will eventually lead to a decrease in use of boosters and create an even level playing field. With more options, a chance to find equipment that suits individual needs will be higher. With better equipment, players will perform better and the game will be more attractive. Allowing additional thickness will reduce stress during the racket control process. With the introduction of the plastic ball a lot of spin is lost, therefore an increase to 4.25mm will provide “some” compensation.

Morale della favola, vorrebbero innalzare lo spessore della gomma di 0.25 così da compensare le malefatte della pallina di plastica, perché siccome tutti dicono che si dà meno effetto allora con una gomma più spessa almeno se ne dà un po’ di più.

Nella prossima proposta sempre di Samsonov si chiede di aggiungere un paragrafo al discorso del “let” o interruzione dello scambio, mamma mia come è difficile la terminologia pongistica in italiano. Ecco il testo:

Proposed by the Athletes Commission

(2.9.1 The rally shall be a let: )

To insert new 2.9.1.6:

2.9.1.6 if the ball in play is broken in a way which could affect the outcome of the rally.

Rationale:

To avoid confusion if the ball breaks during the rally.

Ha ragione il testo attuale non indica una situazione di “let” nel caso in cui la palla si rompa durante uno scambio.

Quella dei brasiliani è decisamente eccentrica ma non folle.

Proposed by the Brazil Table Tennis Confederation

To amend the Table Tennis Laws (2.11, 2.12, 2.13) in order to change following principles :

1- The game shall be won by the player first scoring 4 points unless both players score 3 points when the game shall be won by the first play subsequently gaining a lead of 2 points.

2- The set shall be won by the player first scoring 2 or 3 games unless both players score 1 or 2 games, when the game shall be won by the first player subsequently gaining a lead of 2 games.

3- The match shall consist of any odd number of games. (no change)

4-The right to choose the initial order of serving, receiving and ends shall be decided by lot and the winner may choose to serve or to receive first or to start at a particular end. (no change)

5- Each player could serve only once.
6-Under no circumstances a player could serve twice consecutive.

Rationale:

The system as proposed, besides increasing the euphoria of the fans and the motivation of the player should keep the probability of beating the best in the same proportion that exist in the current count.

Insomma una cosa tipo tennis, vinci il game o gioco (se vi piace) se fai 4 punti e vinci il set o partita (sempre se vi piace) se vinci 2 o 3 games, vinci il match o l’incontro (a vostro piacere) più o meno allo stesso modo del sistema attuale.
Ah, dimenticavo, si batte una volta ciascuno.

C’è anche il capitolo del time-out, come si direbbe in italiano? Boh. Comunque se prima il time-out era a totale discrezione del giocatore o dei giocatori (in caso di doppio) nelle gare individuali e del capitano in quelle a squadre, d’ora in poi il capitano conta ancora meno ossia il giocatore o i giocatori decidono il loro time-out strafregarsene del capitano.
Una cosa che mi dà davvero fastidio e l’assenza dal linguaggio ITTF della figura ALLENATORE. Lo chiamano captain / capitano o adviser / consulente, ma allenatore no eh? Mi raccomando.

E arriviamo tedeschi, i sperimentatori. La seguente proposta è stata recapitata al BoD ossia al Board of Directors.
Da allenatore o se vi piace consulente o capitano, devo dire che quello che seguirà mi piace, mi ingrifa come direbbero alcuni perché finalmente si dice basta ai cartellini gialli o rossi e la brutta abitudine di cacciare gli allenatori dalla campo di gara.
Ecco il testo originale.

To amend 3.5.1.3:

3.5.1.3 Players may receive advice only during the intervals between games or during other authorised suspension of play, and not between the end of practice and the start of a match; if any authorised person gives advice at other times the umpire shall hold up a yellow card to warn him or her that any further such offence will result in his or her dismissal from the playing area. Between rallies persons who are authorised to be at the bench / field of play have the possibility to give verbal and visual coaching instructions.

Rationale:

Connected with the aim to bring more emotion into our sport the German Table Tennis Association (GTTA) started tests of different coaching rules in the highest two league divisions beginning three years ago. The background and the idea of these tests was to create more action and emotions at the field of play during the matches and was born after discussions with different TV experts. Important is that it was not the intension to generate or to support some kind of poor behaviour in the courts but sometimes our sport seems too calm and unemotional. After the test run in the first season we made hundreds of interviews with the involved players and coaches as well as with the spectators of the league matches. As a result of the these interviews we modified the new coaching rule slightly and after two more seasons of testing we passed the rule as proposed in the rules of these leagues permanently as it was a big success. In addition to the already named groups of players, coaches and spectators the umpires made very good experiences with the new coaching rule, too. As they do not have to put their focus on prohibited coaching between the rallies they are able to put even more focus on aspects as the services etc.

Della serie, quando il vostro giocatore vi guarda gli potrete di dire “batti corto sul diritto”, oppure “blocca” “fai la difesa alta” e così via.

Che pacchia che sarà. Ci dovremo munire di un nuovo linguaggio di comunicazione così evitiamo che l’avversario ci capisca. Non vedo l’ora di sperimentarlo.

Un abbraccio all’Italia.

Vabbè ho concluso c’è dell’altro naturalmente e lo potrete trovare qui:

http://ittf.com/World_Events/wttc_2015/AGM_BoD/2015ITTF_AGM-BoD_EN.pdf

I mondiali di Suzhou (parte II)

4 Maggio 2015 da Ping Pong Italia · 19 Commenti 

del Drago Rosso

Divido in due parti il commento sui Mondiali individuali di Suzhou, vista l’abbondanza degli argomenti e considerata la necessità di essere quanto più possibile tempestivi. Comincio con le prime indicazioni, organizzative e tecniche.

ORGANIZZAZIONE DA VERGOGNA

La prima considerazione, la più importante, riguarda la sala principale: da scandalo. Non è possibile che l’Ittf approvi uno sconcio di questo genere. La sala è lunga quasi cento metri, è stretta tanto da non arrivare ai 25 metri, così c’è una sproporzione enorme che danneggia gli spettatori. I tavoli sono 8, nelle prime quattro giornate di gara (poi passano a 4 e a 2, fino all’unico tavolo delle ultime due giornate, ma con effetti nefasti immutati per gli spettatori), e sono piazzati uno al fianco dell’altro. Le tribune per spettatori, stampa, Vip e chiunque altro sono basse, soltanto 13 file di seggiolini che diventano 20 per una sola delle due tribune sui lati corti (l’altra è riservata ai giocatori e alle delegazioni, tutti incazzatissimi perché da lì non si vede una mazza), quindi quelle più lontani dai tavoli. Il risultato è che dai lati corti, ma anche dai posti nei 20-30 metri estremi delle tribune sui lati lunghi, si possono vedere al massimo 4 tavoli, se si è nelle file più in alto, 2 al massimo se si è nelle file fino alla quarta-quinta. Altra considerazione importante, le tribune sono a compartimenti stagni, non ci si può spostare da un punto all’altro, anche se le tribune sono semivuote. Insomma, si paga il biglietto e non si ha la possibilità di vedere tutte le partite. Se il giocatore che interessa, della propria nazione o altro, è sul tavolo 6, 7 o 8, chi sta dall’altra parte non ha alcuna possibilità di vederlo, sia per la difficoltà obiettiva di vista dovuta alla lontananza, anche di 90 metri nel caso estremo, sia per l’effetto di “appiattimento” sulle lunghe distanze per cui i tavoli lontani appaiono “coperti” da quelli più vicini a chi guarda. In parole povere: una colossale cacata.

TUTTO ESAURITO

E tutto questo per una sala di soli 5.500 posti, come avevo già segnalato nel precedente articolo. O meglio, 5.500 annunciati ufficialmente, perché nella realtà sembrano essere molti di meno. Spinto dalla mia “cacacazzitudine”, ho provato a contarli: a me risultano poco più di quattromila, 4.300 al massimo. Nella storia dei Mondiali di tennistavolo, c’è stata solo una sala principale più piccola di questa, a Manchester 1997, lì si era sui 3.000 al massimo, ma almeno si vedeva benissimo. Da tutti gli altri punti di vista, questa di Suzhou è la peggiore sala principale di tutti i Mondiali. Fra l’altro, organizzatori e Ittf hanno annunciato in pompa magna che c’era il tutto esaurito per quasi tutti i giorni di gara e che restavano pochissimi biglietti a disposizione. Della famosa serie “sì, ‘sta minchia”. La realtà è questa: ogni giorno ci sono due sessioni di gara, una che comincia alle 10 di mattina e finisce alle 6 del pomeriggio, l’altra che comincia alle 7.45 di sera e va fino alla fine. Ebbene, in tutte le prime sessioni, fino al penultimo giorno di gare (sto scrivendo prima della conclusione), la sala principale era piena solo a metà, ma proprio a esagerare, perché in certi giorni era vuota per tre quarti! In tutte le seconde sessioni, quindi quelle con i match più interessanti messi apposta in programma di sera, la sala era quasi piena, ma senza il tutto esaurito. Il “tutto esaurito” quindi è solamente quello che sta nel cervello degli organizzatori, dell’Ittf e di chi dice falsità cercando di prendere in giro la gran massa di appassionati che non possono andare ai Mondiali e possono seguirli solo tramite Tv, dove si vede solo il tavolo e non si può avere la percezione di cosa funziona e cosa no, o bollettini ufficiali, lì dove la situazione reale viene completamente occultata. Nel caso del falso “tutto esaurito” viene confermato una volta di più quello che ho già detto: il tennistavolo in Cina è in calo tremendo per quanto riguarda l’interesse e gli spettatori, nemmeno ai Mondiali in Cina si riesce ad avere un palazzetto pieno.

SENZA CONTROLLO

A questo punto la domanda inevitabile è: ma l’Ittf non ha controllato i lavori in corso, il progetto? E lo ha approvato così come lo vediamo realizzato? Da fonti dell’Ittf, che però non possono apparire ufficialmente (e questo dà già l’idea del clima di omertà), vengo a sapere che l’Ittf ha mandato regolarmente controllori, che hanno fatto notare le cose che non andavano e le correzioni da fare, ma gli organizzatori locali se ne sono sbattuti altamente il cazzo e hanno continuato a fare di testa loro. Una Federazione internazionale seria, a questo punto, avrebbe fatto una cosa sola: avrebbe imposto le correzioni, sotto il comando di un proprio inviato che avrebbe ufficialmente esautorato il capo del comitato organizzatore locale. Invece, l’Ittf è rimasta ferma e dagli organizzatori locali di Suzhou è stata realizzata una puttanata sesquipedale. E l’Ittf non sa far altro che dire che la responsabilità è degli organizzatori locali. Che sono cinesi! Cioè, mica pizza e fichi, stiamo parlando della nazione più evoluta nel tennistavolo che realizza qualcosa di assurdo. Dietro le quinte, ecco qual è la situazione vera. L’Ittf non si permette di rompere le palle alla Cina perché sa che le ha già fatto la guerra con le regole nuove che hanno distrutto il tennistavolo e non vuole altri atti di forza. La Federazione nazionale cinese, che ha gente con i controcazzi, capace di garantire un’organizzazione perfetta, in questo caso è bloccata perché il grande capo del Comitato organizzatore locale è anche uno degli uomini “politici”, non “tecnici”, di punta della stessa Federazione cinese, quindi non si può nemmeno dirgli che sta sbagliando perché è protetto politicamente. In via riservata, i miei amici della Federazione cinese mi avevano già annunciato che avremmo trovato un’organizzazione indecente e che loro, purtroppo, non avevano il potere di intervenire. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Ma l’Ittf invece di intervenire si mette a dare i numeri. Nella conferenza stampa di presentazione dei Mondiali, il nuovo presidente Weikert annuncia orgoglioso che le nazioni partecipanti sono 175. Ma davvero? Sapete come hanno fatto il calcolo? Hanno contato 97 nazioni con la squadra maschile e 78 con quella femminile, hanno fatto la somma ed ecco il grande risultato. Ci sarebbe il particolare che una nazione che porta sia la squadra maschile che quella femminile rimane una sola nazione, non raddoppia. Quindi, considerando che qualche nazione ha portato solo gli uomini e qualche altra solo le donne, il dato esatto è di 100 nazioni partecipanti. Ma resta la domanda: davvero l’Ittf crede di poterci prendere per il culo in questo modo, davvero pensa di avere a che fare con idioti?

LAVATELO CON DASH

E con l’Ittf che sparava vaccate e che non aveva controllato l’andamento del lavoro, gli episodi di malaorganizzazione si sono moltiplicati. Il caso più clamoroso è avvenuto nella seconda giornata, quando un incontro sul tavolo numero 1 è stato sospeso per mezzora perché si erano staccati la scritta pubblicitaria e il pavimento taraflex, con un giocatore che aveva rischiato di farsi male. Hanno staccato la scritta pubblicitaria e rimesso la colla sotto il taraflex. Cosa era successo? La sera prima, alla fine delle gare, qualcuno aveva avuto la brillante idea di lavare il pavimento con acqua e detersivo. L’acqua è filtrata, ha sciolto la colla ed è venuto fuori il disastro. Ci vuole un genio per fare questo e a Suzhou questo genio lo hanno trovato e gli hanno affidato il compito di fare danni. Cattiva organizzazione anche per i segnapunti elettronici. Di solito, c’è un tavolino fuori dell’aera di gioco, ma proprio lì vicino, con un addetto che sul computer aggiorna il punteggio subito dopo che l’assistente arbitro lo ha ufficializzato sul segnapunti manuale, di qui la necessità che questo tavolino sia vicino all’area di gioco per vedere con chiarezza e immediatamente il cambio del punteggio. Qui, invece, il tavolino è stato messo più lontano e in posizione che non permette una visione chiara del tavolo di riferimento, per cui il punteggio sul tabellone elettronico vicino al tavolo è stato sempre aggiornato in ritardo, tanto che restava lo stesso punteggio anche mentre il gioco era ripreso e in alcuni casi c’era un ritardo di due punti, con ovvio danno per il pubblico che in molti casi non capiva perché i giocatori andassero verso la panchina senza aver chiesto il timeout e col punteggio di 9-7, che era in effetti 11-7. Altro fatto incredibile: nei primi tre giorni, il collegamento Tv che portava sullo schermo gigante la partita del tavolo numero 1 non aveva il punteggio, né veniva mai inquadrato l’assistente arbitro con il segnapunti, così che lo spettatore dello schermo andava avanti “alla cieca”, senza sapere il punteggio. Quando i giornalisti hanno fatto notare la cosa al responsabile dell’Ittf, quindi non un cinese, la risposta è stata: “Ma voi avete il computer, potete vedere lì il punteggio, sul sito dell’Ittf”. Da prenderlo a schiaffi con guanti di ghisa! Poi, al quarto giorno, qualcuno si è accorto della puttanata e hanno cominciato a mettere il punteggio sullo schermo Tv.

SOLO VIP

E sempre per la serie “come me ne sbatto il cazzo del pubblico pagante”, c’è un’altra chicca che riguarda la sistemazione dei tavoli. Gli 8 tavoli non sono stati piazzati “al centro”, vale a dire con quelli esterni alla stessa distanza dalla tribuna corta. Sono stati “scentrati”: il numero 1 è stato messo al centro esatto del piano di gioco perché doveva stare esattamente all’altezza della tribuna centrale dove ci sono i SuperVip. Di conseguenza, ai lati del tavolo centrale c’erano 4 tavoli da una parte e 3 dall’altra. E anche quando i tavoli sono stati ridotti a 4, c’era un tavolo da un lato di quello numero 1 e due dall’altro lato. Anche in questo caso il danno è per il pubblico perché chi è stato sfortunato a prendere il biglietto nei posti dalla parte dell’unico tavolo a lato del numero 1 si trovava con più tavoli, i due dall’altra parte, più lontani e più difficilmente visibili. E tutto questo perché la tribuna doveva avere il tavolo numero 1 esattamente sotto gli occhi, anziché trovarsi al centro del numero 1 e numero 2.

LA SCELTA PIU’ SEMPLICE

Eppure, tutto questo poteva essere evitato con una scelta semplicissima: la sala numero 2 doveva essere quella principale. La sala numero 2, infatti, non solo è più grande di quella principale, ma ha anche una forma quadrata che permette una migliore sistemazione dei tavoli e delle tribune. Lì si sarebbero potute mettere tribune più grandi e della stessa lunghezza, senza lati corti, e si sarebbero potuti piazzare gli 8 tavoli in due file di 4, così che sarebbero stati più vicini a ogni lato della sala e nettamente più visibili da tutto il pubblico. E anche quando fossero rimasti 4 tavoli, e poi 2 e poi uno solo, la visibilità per tutto il pubblico sarebbe stata ugualmente buona. Certo, mi si potrebbe obbiettare che se in Cina non si riesce a riempire una sala di cinquemila posti (o giù di lì) come si potrebbe riuscire con una sala più grande, a rischio quindi di brutte figure con le tribune vuote? In effetti è così, ma qui entriamo in un altro campo, che riguarda la reale situazione del tennistavolo e il suo futuro, che a mio parere è in grandissimo rischio di sopravvivenza. Due immagini emblematiche rappresentano i miei timori. Una è quella dei bagarini, all’esterno dell’immenso Centro congressi in cui si giocano questi Mondiali, che svendono i biglietti e nemmeno riescono a venderli tutti. In Cina! L’altra è lo schermo gigante nella sala di riscaldamento: gli addetti del Centro congressi, appena la sala si svuota dei giocatori, si sintonizzano sul campionato di basket cinese.

LA PICCOLA TRIBU’ DELLA STAMPA

Per concludere su questo argomento, una piccola nota che riguarda la stampa. PPrima dei Mondiali l’Ittf annuncia con orgoglio che è stato stabilito il record di accrediti per i mezzi di informazione, mille fra giornalisti, fotografi e tecnici della Tv. Poi, in una sala principale piccola di suo, è stata sacrificata la tribuna stampa: solo 160 posti, 100 per i giornalisti cinesi, 60 per gli stranieri. Quindi, solo 60 posti per tutto ilmondo! Alla faccia dei mille accreditati. Di questi 60 ben 54 erano riservati a mezzi di informazione esclusivi del mondo del tennistavolo, non a reali giornali. Quindi, posti riservati di diritto ai magazine di qualche Federazione nazionale o continentale, che nemmeno hanno giornalisti professionisti, ma impiegati che assolvono a questo compito. E anche posti riservati ad aziende che operano nel tennistavolo per vendere Dvd o addirittura persone che operano nel mondo degli affari del tennistavolo, ma si presentano qui sotto il nome di agenzie che tutto fanno tranne che informazione giornalistica. E per i fotografi c’è la barzelletta di accrediti riconosciuti a tifose che vogliono stare vicino ai tavoli per “fotografare” con il telefonino, anziché con macchine professionali. E in tutto questo, se si presentano testate vere, grandi o piccole, famose come il New York Times o L’Equipe, devono mettersi in fila per 6 posti. Ai giornalisti di grandi testate giornalistiche è stato detto che se i posti finiscono possono accomodarsi in sala stampa e guardare sullo schermo la partita del tavolo numero 1!!! Così, un giornale dovrebbe spendere soldi, far fare al proprio inviato un viaggio di 10.000 o 15.000 chilometri per poi sentirsi dire che si può vedere solo un match alla volta in televisione. Bel modo di attirare l’attenzione dei mezzi di informazione. Ma l’importante è assicurare alla propria “famiglia”, quella del tennistavolo, i posti migliori, in perfetto stile tribale. Anche per questo motivo, è uno sport destinato all’estinzione.

SORPRESE NON SORPRENDENTI

La parte tecnica in questo articolo è un po’ sacrificata, perché c’era parecchio da dire su come la più importante manifestazione, che è anche vetrina all’esterno del mondo del tennistavolo, stia scadendo sempre più, ma nel resoconto finale avrà molto più spazio di tutto il resto. Le indicazioni che esamino adesso, comunque, hanno già una loro grande rilevanza. Comincio dalla stronzata massima, riguarda il doppio. Fermo restando che, come ho già fatto notare, giudico scandaloso che si sia tornati ai doppi formati da giocatori di nazioni differenti solo per poter regalare qualche briciola di medaglia ai derelitti europei, non è possibile che un doppio come quello formato da Ma Long e Boll non sia considerato testa di serie in virtù di un regolamento assurdo. Così, finisce che al secondo turno si scontrano con Zhang Jike-Xu Xin, a loro volta nemmeno testa di serie numero 1, ma solo n.7, perché la prima posizione è riservata a un doppio di Taipei, Chiang Hung Chieh-Huang Sheng Sheng, della serie “e chi cazzo sono?”. E l’altro doppio di Taipei, Chuan Chih Yuan-Chen Chien An, campione mondiale in carica, è n. 4, dietro Matsudaira-Niwa (Giappone) n.2 e Tang Peng-Wong Chunting (Hong Kong) n.3. Ma stiamo scherzando? Il problema è che per fissare le teste di serie si prendono in considerazione solo i risultati ottenuti in doppio. Quindi, se per caso il numero 1 e il numero 2 del mondo in singolo non giocano il doppio per un po’ di tempo e poi hanno la balzana idea di fare il doppio insieme finiranno con l’essere sorteggiati nel tabellone come l’ultima coppia del mondo. Una stronzata galattica! Il risultato è che una partita che sarebbe potuta essere una semifinale o addirittura una finale si gioca al secondo turno con gran danno per il significato tecnico della gara, per lo spettacolo e per il pubblico. Nel dettaglio di questo confronto, vinto dalla coppia cinese dallo 0-2 al 4-2, si nota come Boll riesca a tenersi allo stesso livello degli altri per tre set, poi non ce la fa più a reggere il ritmo altissimo e ha un calo netto. Il ridicolo del tabellone del doppio maschile si realizza poi con quelle che il sito dell’Ittf, dall’alto della sua incompetenza, definisce “sorprese”: le sconfitte dei due doppi di Taipei teste di serie n.1 e n.4: la 1 con i polacchi Dyjas-Gorak, la 4 con i francesi Gauzy-Lebesson. In particolare quest’ultimo risultato colpisce gli ignoranti che non si spiegano come mai la coppia campione mondiale in carica, Chuan Chih Yuan-Chen Chien An, perda al secondo turno! Mica ricordano che a Parigi 2013 i cinesi avevano lasciato campo libero, non schierando i migliori nel doppio e nel doppio misto, per concedere un paio di medaglie agli scarsi e accogliere il grido di dolore dell’Ittf che paventava un disastro per il tennistavolo se la Cina avesse continuato a vincere 5 titoli su 5 ai Mondiali individuali (oltre che 2 su 2 in quelli a squadre). Così, a Parigi c’erano stati vincitori di secondo livello, usciti subito a Suzhou, dove i cinesi, giocando in casa, almeno nel doppio maschile hanno schierato i migliori, rinunciando solo al doppio misto, giusto per dare la possibilità di medaglie agli altri, ma vincendo ugualmente l’oro con Xu Xin in coppia con la sudcoreana Yang Ha Eun. E allora, di che sorprese stiamo parlando? E’ tutto prevedibile per chi abbia un minimo di conoscenza del tennistavolo. Stessa cosa nel doppio femminile: l’Ittf parla di sorpresa per l’eliminazione della testa di serie n.1, Fukuhara-Wakamiya (Giappone), dalle cinesi Li Xiaoxia-Ding Ning, ridicolmente solo n.7 del tabellone: 0-4 senza scampo. Anche in questo caso, una barzelletta. Altro che sorpresa. Chi gioca più tornei diventa il più bravo, secondo la distorta filosofia dell’Ittf. I risultati sono questi.

FALEGNAMERIA

Ma le risate più grandi me le sono fatte quando c’è stata la “sorpresa più sorprendente”: l’eliminazione della testa di serie n.6, Ovtcharov, per mano del sudcoreano Lee Sang Su, testa di serie n.35, ma siamo sempre lì, perché ha meno attività. Prima del match, facciamo i pronostici in sala stampa. Io dico che vince Lee Sang Su e spiego perché: perché è velocissimo e metterà in difficoltà quel carro armato di Ovtcharov rubandogli il tempo. Dopo essere stato sconfitto, Ovtcharov dice: “Lui era molto veloce, mi ha messo in difficoltà”. Ma davvero? Io sto ancora scompisciandomi dalle risate. Ci vuole tanto a capire tutto questo, a capire che Ovtcharov è stato costruito da un falegname e che gli manca solo il naso allungabile per essere identico a un altro personaggio, più famoso di lui, che fu costruito da un falegname? La conferma dei suoi limiti arriva al turno successivo, quando Lee Sang Su perde 4-1 con Tang Peng, uno forte ma non certo di livello altissimo, che però è abbastanza veloce da neutralizzare gli spunti del sudcoreano. Una dimostrazione in più che Ovtcharov è tecnicamente scarso e impostato malissimo. Sempre restando in Germania, segnalo che il ruolo di figlio di falegname ha un degno erede, dopo Ovtcharov, in Franziska (o forse dovrei definirlo uno scarparo, ci penserò meglio), che ha sfruttato i regali dei suoi avversari per andare avanti e magari adesso gli ignoranti diranno che è la nuova rivelazione tedesca. Certo, e io assomiglio a George Clooney. Parlando di vere sorprese, una poteva essere provocata da Boll, per due volte sull’orlo della caduta, prima col giovane polacco Dyjas, poi colportoghese Monteiro, fresco padre di una bambina, Melissa, che la sua compagna, Daniela Dodean, ha dato alla luce un paio di giorni prima dei Mondiali. Dyjas è il giovane europeo più interessante che io abbia visto in questi ultimi anni, insieme al bielorusso Khanin, che però mi sembra ancora acerbo e di livello inferiore rispetto al polacco. Dyjas ha messo in difficoltà Boll soprattutto sugli scambi veloci, mostrando una notevole rapidità di esecuzione e una reattività da campione, ha ceduto perché non appare ancora in grado di reggere a lungo certi ritmi e certi livelli, ma ci è molto vicino. Con Montero, gara tesissima che poteva chiudersi in favore del portoghese al sesto set, quando un colpo di Boll sembrava fuori per il 13-12 e matchball per Montero. Boll però ha visto uno spigolo quasi invisibile. Sullo schermo gigante è stato mostrato il replay e si è potuta notare la quasi impercettibile deviazione, così anche Monteiro si è convinto, per poi perdere, ma davvero per un soffio, ai vantaggi del settimo set, dopo una partita emozionante. Di rilievo comunque che, anche se non ammessa ufficialmente, giocatori e arbitri siano stati d’accordo nel fare riferimento alla “moviola”.

ITALIA

Per parlare degli azzurri parto proprio da Monteiro, perché ha rischiato l’eliminazione proprio da parte di un italiano, Marco Rech Daldosso, avanti 2-0 contro il portoghese, poi sconfitto 4-2, ma autore di una partita molto bella, retta alla pari non tanto nel punteggio quanto nel gioco. Rech ha tenuto gli scambi veloci e potenti, sul tavolo e da lontano, mostrando sia la buona tecnica di base di cui è in possesso sia una scioltezza nei movimenti che in lui non vedevo da parecchio tempo. E oltre a questo anche la grinta, finalmente. Peccato per Mutti che si impalla con l’israeliano Tauber e perde 4-3 dopo aver sprecato parecchio. Bobocica, che era rimasto fermo per più di quattro mesi per un serio infortunio, sembra dare segnali di vita contro Kolarek, battuto 4-2, ma poi si arrende quasi senza lottare a Tang Peng. Ancora peggio Stoyanov, che appare rassegnato sin dal primo punto contro lo svedese Kristian Karlsson, 4-0 senza storia. Le donne mostrano invece più carattere, entrano nel tabellone principale e qui trovano avversarie dure. Debora Vivarelli si becca la difesa cinese-olandese Li Jie, riesce quasi a strappare il secondo set e comunque si comporta bene. Giorgia Piccolin si porta addirittura sull’1-1 con la sudcoreana Yang Ha Eun, che poi vincerà l’oro nel misto. Entrambe mostrano grinta e coraggio, uniti a progressi tecnici che fanno ben sperare. Se davvero ci sarà la volontà di recuperare Nikoleta Stefanova per i Mondiali a squadre, per i quali è già pronta anche Denisa Zancaner, si potrebbe ritrovare una squadra decente in grado di risalire in classifica. Per il momento è tutto, al prossimo articolo per la conclusione dei Mondiali.

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