Elevate prestazioni per qualsiasi livello e in qualsiasi campo

29 Maggio 2018 da Ping Pong Italia · Lascia un commento 

In questo articolo, cercherò di spiegare la mia opinione sul motivo per cui il pingpong non avrà mai una scuola.

È universalmente riconosciuto che il pingpong è un gioco di abilità, ma per me è molto di più: con tutte le sue infinite variazioni di rotazione, velocità, movimento, soluzioni tattiche, coordinazione e molto altro, il pingpong si trova in cima alla lista degli sport di abilità, il pingpong è il principe degli sport di abilità e sicuramente lo sport più complesso.

Come in ogni altro gioco di abilità, il talento ha la sua importanza, il paradosso è che il talento può esprimere grandi potenzialità e allo stesso tempo portarsi dietro grandi limiti.

Se osserviamo il meglio del meglio mondiale, diciamo, i 5 migliori giocatori di ognuno dei 226 paesi affiliati alla ITTF (International Tabletennis Federation) possiamo facilmente notare come quei campioni, (poiché a loro modo, sono tutti campioni), eseguono le loro tecniche specificatamente, in modo molto individuale. A volte, in rari casi, si trovano giocatori che si somigliano nello stile e nell’esecuzione dei colpi, ma, secondo la mia esperienza, sono davvero pochissimi.

Questa osservazione ci conduce a un altro aspetto o meglio a una domanda: tenendo conto che la quantità può essere convertita in qualità, il pingpong può avere una scuola? O in modo provocatorio: si può insegnare il pingpong? È il talento che conta e nient’altro?

Secondo me, la risposta è sì e no.

È un sì: perché, se c’è qualcosa che non è legato alle abilità, allora può essere insegnato. Pensate agli sport ciclici come il ciclismo, il nuoto, la corsa o gli sport in cui le prestazioni richiedono un singolo movimento o una combinazione limitata di movimenti come il baseball, il tiro con l’arco, il lancio, il lancio del giavellotto e così via. In questi casi il processo motorio è fisso, non ha nulla a che vedere con una situazione che di volta in volta cambia. Non sto dicendo che non sono dotati di abilità, ma sicuramente, il coinvolgimento delle dinamiche bio-meccaniche è ben diverso dal pingpong.
Vi dò un esempio; attualmente sono a Patiala, Punjab, India, qui al National Institute of Sport si stanno svolgendo dei corsi per diverse discipline sportive, stavo osservando l’allenatore del lancio del martello che insegna i movimenti per un lancio, tutti gli studenti provano a eseguire il movimento e in gran parte ci riescono tutti, il movimento tecnico sembrava più o meno lo stesso del coach con risultati ovviamente diversi; anche l’allenatore di pingpong insegna i movimenti agli studenti e fatalmente gli studenti eseguono i movimenti tecnici in modi decisamente diversi, tuttavia, la palla inviata dall’altra parte del campo è da ritenersi abbastanza buona.

Quindi

È un no: perché tutto ciò che riguarda l’abilità si basa sulla percezione individuale e sulla valutazione del gioco, e questo non si insegna, quindi gli sport individuali come il tennis, il badminton, la scherma, il movimento è ovviamente è anche imprevedibile, inaspettato, aggiustato, e talvolta improvviso o meglio, inventato. Ciò che un allenatore / insegnante può vedere, percepire o valutare durante una prestazione sportiva di allenamento o gara che sia, non corrisponde necessariamente alla percezione e alla valutazione del giocatore. E qui arriva il corto circuito. Inoltre, la prestazione dipende sempre anche dalla prestazione dell’avversario.

Quindi iniziamo a dire che il pingpong viene giocato da due metà del corpo che lavorano nel miglior modo sincrono: la parte alta e la parte bassa del corpo. Diversi libri hanno indicato Foot (parte inferiore) e Hand (parte superiore) e sempre su quei libri hanno indicato anche una terza area, Head, il “centro di controllo”. Possiamo tuttavia avere molte altre parti del corpo che possono lavorare autonomamente o in collegamento con altre parti, mi riferisco alla mano per l’impugnatura, il polso, il collo, gli occhi, il braccio libero e così via. Il più delle volte un giocatore perde il punto perché non è in grado di mantenere il coordinamento tra le due metà. È chiaro che nel pingpong si può vincere il punto in molti, molti modi, ho visto giocatori fare 11 punti in 11 modi diversi, questo conferma quanto sia elastica la conoscenza tecnica di un giocatore di pingpong perché l’imprevedibilità della situazione di gioco richiede un mente estremamente aperta, riflessi eccezionali e creatività.

Se ci riferiamo al concetto di scuola, falliremo inevitabilmente, ma non perché l’idea di scuola sia sbagliata, ma perché si applica a una disciplina sportiva che rifiuta per sua natura di essere imprigionata in un sistema scolastico. La definizione di scuola è abbastanza riconosciuta, si dà lo stesso insegnamento e dipende dallo studente come ottenere il massimo da ciò. Se fosse così sarebbe molto facile fare insegnare il pingpong, ho 10 studenti, ad esempio, insegno loro come eseguire un topspin, lo imparano, lo eseguono, lo allenano (compiti a casa) e lo applicano in gara e i più talentuosi riusciranno a vincere e sappiamo che i più talentuosi sono pochi. Come allenatore / insegnante non sono proprio contento di questo risultato, perché so che forse, e dico forse, su 10 magari 1 riesce a emergere; il mio compito è fare in modo che tutti i 10 riescano a emergere, ma per farlo devo cambiare metodo, da quello scolastico a un approccio individuale. È come avere a che fare con i geni, sappiamo che sono a disagio nell’andare a scuola, richiedono una guida particolare. Il pingpong è lo stesso, noi non abbiamo idea di quanti geni ci sono in palestra perché non sappiamo riconoscerli e se mai succedesse di riconoscerli allora dobbiamo fornire loro una guida speciale. Non commettete l’errore di considerarli tutti uguali, solo dei numeri. Una volta passati da scuola a tutoring, i nostri 10 studenti renderanno meglio di prima e in ogni caso il più talentuoso avrà successo. Questo è dunque correlato alle elevate prestazioni di qualsiasi livello si parli, l’high performance non è il percorso finale che porta da un livello basso all’eccellenza, è da considerarsi da qualunque livello per eccellere al meglio. E andrei anche oltre, lo stesso principio può essere applicato in qualsiasi campo, non solo nello sport, in un’azienda di qualsiasi settore, la capacità dell’HR è di identificare il potenziale di ciascun dipendente e, credetemi, i risultati sono tangibili.

Poche righe sopra, ho parlato del talento, in uno degli articoli precedenti ho dato un’idea di cosa significa talento, di seguito trovate il link.

https://www.linkedin.com/pulse/talent-massimo-costantini

Quando dunque avete a che fare con molti giocatori, vi prego, considerate che tutti quei giocatori hanno talenti nascosti, la capacità di un allenatore è di far emergere il loro talento esplorando le loro abilità, spingendo al limite le loro abilità, facendo scoprire nuove abilità; il limite di un talento è trovare sempre una scorciatoia al lavoro per ottenere il massimo e a volte fa comodo anche a noi; ma quando devono esprimere il loro gioco, allora si rifugiano nei soliti schemi e in molti casi non hanno fiducia del loro potenziale.

Come potete capire, il lavoro del coach / insegnante è tutt’altro che facile e, se vogliamo essere fieri del nostro operato, allora tutto ciò che dovete fare è andare in palestra, spegnere il sistema e riaccenderlo, magari facendolo più volte e chiedersi incessantemente come ottenere il massimo da ciascuno dei nostri atleti; la sfida è grande, più che grande, è enorme, ma la ricompensa in termini di auto realizzazione è molto molto più grande.

Mondiali di Halmstad e dintorni

13 Maggio 2018 da Ping Pong Italia · 24 Commenti 

Accidenti che tour de force che sono stati questi ultimi 100 giorni!!!

All’inizio di Febbraio il training camp in Portogallo, destinazione decisamente da consigliare per qualità di allenamenti, sistemazione, cibo e costo, il migliore in assoluto per rapporto qualità prezzo.
Poi i Pro Tours di Qatar, Polonia e Germania, a seguire, il breve intermezzo a Milano per la Discussione della tesi di Andrea e poi direttamente in Australia per i Commonwealth Games, nemmeno una settimana e via in Svezia per un brevissimo training camp a Varberg e i mondiali a squadre a Halmstad, non è finita, direttamente a Bangkok per il secondo giorno di qualificazioni olimpiche giovanili. Ora di ritorno in India, ma per poco poiché tra qualche giorno si riparte ancora alla volta di Bangkok per il Pro Tour Tailandese.
Se il periodo è stato super stressante, i risultati hanno ripagato tutti gli sforzi (Commonwealth Games). Inoltre i ragazzi hanno disputato un mondiale eccellente e infine la qualificazione di Thakkar alle Olimpiadi Giovanili di Buenos Aires.
I Mondiali di Svezia dell’India.
La squadra maschile
L’India maschile  per la prima volta nella sua storia pongistica ha gareggiato nella Championships Division concludendo al 13-14 posto, quest’ultima partita contro la Repubblica per regolamento non viene disputata. Ecco i parziali del successo indiano:
Girone D
IND-FRA 2-3 (Sharath 2, Sathiyan 0, Amalraj 0)
IND-POL 3-2 (Sharath 2, Sathiyan 1, harmeet 0)
IND-KOR 0-3 (Harmeet 0, Amalraj 0, Sanil 0)
IND-CRO 3-2 (Sharath 1, Sathiyan 1, Harmeet 1
IND-AUT 2-3 (Sharath 1, Sathiyan 1, Harmeet 0)
L’India nonostante la bella prestazione finisce la prima fase al quinto posto, preceduta da Francia, Croazia, Austria e Korea e seguita dalla Polonia.
Negli “ottavi” di finale IND-SGP 3-0 (Sharath 1, Sathiyan 1, Harmeet 1)
Nei “quarti” di finale IND-FRA 3-2 (Sharath 1, Sathiyan 1, Harmeet 1)
Nella semifinale per la salvezza IND-ROM 3-1 (Sharath 2, Harmeet 1, Sathiyan 0)
Sharath ha giocato il suo mondiale più efficace di sempre con un parziale di 10 vittorie e 3 sconfitte totalizzando 2250 che gli sono valsi l’attuale posizione 43 del ranking mondiale, forse è da considerare il miglior scorer del torneo di Championships Division.
Ancora una volta la squadra ha risposto, motivata come non mai, ha digerito velocemente l’abbuffata dei Commonwealth Games e si è guadagnata sul campo un posto per l’edizione di Busan (Korea) del 2020, l’ultima di questa era. Infatti dal 2022 solo 32 squadre potranno partecipare ai Mondiali a squadre. Ma di questo avremo modo di parlarne più avanti.
Non nascondo che il mio obiettivo era di entrare nelle prime 3 ossia tra le 12 che poi hanno dato vita alla seconda fase, a quella della proclamazione dei Campioni del Mondo, ma proprio all’ultimo momento non ci siamo riusciti, e dire che stavamo conducendo 2-0 sull’Austria, quella vittoria ci avrebbe permesso l’ingresso nel vero Olimpo dei Mondiali. Naturalmente è tutta esperienza che conta e, onestamente, per essere la prima volta in assoluto che l’India compete in Championships Division, l’impresa degli uomini appare davvero eccezionale.
La squadra femminile
Le ragazze reduci dai successi di Gold Coast non hanno avuto la stessa regolarità di risultato, infatti hanno perso con tutte le 5 squadre del girone A:
IND-CHN 0-3 (Manika 0, Mouma 0, Madhurika )
IND-SWE 1-3 (Manika 0, Mouma 0, Madhurika 1)
IND-SGP 0-3 (Manika 0, Mouma 0, Madhurika 0)
IND-BLR 0-3 (Manika 0, Mouma 0, Madhurika 0)
IND-RUS 1-3 (Manika 1, Mouma 0, Sutirtha 0)
Quindi finendo seste ci siamo ritrovati il Lussemburgo…
IND-LUX 3-1 (Manika 2, Mouma 1, Madhurika 0)
poi i quarti contro l’Ungheria…
IND-HUN 0-3 (Manika 0, Mouma 0, Pooja 0)
L’India al femminile finisce quindi nel gruppo 17-20, per regolamento retrocesse come tutte quelle del gruppo 15-24 ma tecnicamente ancora in Championships Division, infatti 8 squadre verranno ripescate per via della classifica mondiale a squadre e se dovessimo giocare oggi, l’India sarebbe alla posizione 14 decisamente comoda per rientrare dalla porta di servizio.
Complessivamente sono molto soddisfatto e la cosa più interessante e che ci sono tantissimi accorgimenti da migliorare e questo mi porta a pensare che se miglioriamo questi accorgimenti allora possiamo pensare a un futuro ancora migliore di quello attuale.
Primo fra tutti, siamo troppo presi e preoccupati di vincere lo scambio, questo ci condiziona a tal punto di non riuscire a giocare le nostre abilità e di mettere in atto la migliore soluzione strategica, di conseguenza il nostro giocare tattico ne risente in tal modo da facilitare il compito all’avversario.
Seconda cosa migliorare ancora le nostre abilità, risultiamo deboli quando il nostro avversario sfrutta le nostre debolezze e non siamo sufficientemente forti a evitare di esserne influenzati.
Terza cosa non riusciamo a pensare a come il nostro avversario potrebbe metterci in difficoltà. E chiedo a tutti voi, magari aprendo un dibattito, ma quando parliamo di senso dell’anticipazione, a cosa ci riferiamo? Non è solamente il fatto di muoversi in anticipo pensando che quella palla arrivi proprio nel punto che abbiamo immaginato, no, non è così. L’abilità di anticipazione altro non è che pensare come l’avversario e quindi prevederne il comportamento. In panchina sono solito parlare, anche troppo, perché voglio che i ragazzi e ragazze imparino, e molte volte mi chiedono: “ Sir, how did you know it”. Il sistema è replicabile da chiunque, pensare come il tuo avversario tenendo conto delle abilità del proprio giocatore e individuare quale sia il pattern di gioco; provate anche voi in palestra con i vostri compagni di squadra o durante una gara ufficiale.
Quarta e ultima cosa, abituarci a vincere, a volte la vittoria ci sembra una condizione inusuale, imparare a vincere è uno status per sentirsi ancora più sicuri di sé.
Come avevo accennato in apertura del post, dalla Svezia sono volato direttamente a Bangkok dove Manav Thakkar è riuscito a qualificarsi per le Olimpiadi Giovanili di Buenos Aires nella seconda giornata di gare. Questo era il suo quarto tentativo dopo la qualificazione continentale, la prima tappa europea, nella seconda africana, nella terza in America Latina a cui non ha partecipato e quindi in questa terzultima di asiatica.
Una vittoria limpida con 3 gare vinte 4-0 ciascuna; nel primo giorno di qualificazioni Manav era rimasto sconfitto al primo turno dal pari età di Singapore per 4-3 lo stesso Singapore nella partita di finale invece è stato battuto per 4-0.
Un risultato tardivo per un giocatore come Thakkar che in virtù dei risultati del 2017 anche in questo mese di Maggio figura alla posizione 2 del Ranking Mondiale. Ora non resta che prepararci per le Olimpiadi di Argentina previste per il 6-18 Ottobre 2018 ma al tempo stesso occorre un ulteriore sforzo per Archana Kamath che in questa qualificazione ha perso nella finale del primo giorno da una coreana e nel secondo in semifinale da una ungherese, proveremo nell’ultimo dei tornei Road To Buenos Aires, la tappa di Oceania alle Isole Cook l’8 e 9 Giugno.
Congratulazioni alle squadre Indiane e a Manav e un in bocca a lupo a Archana Kamath.
ENGLISH VERSION
Damn, what a tour de force that has been these last 100 days!!!
At the beginning of February the training camp in Portugal, a destination definitely to recommend for quality of training, accommodation, food and price, the best ever for quality / price ratio.
Then in March the Pro Tours of Qatar, Poland and Germany, to follow, the short intermezzo in Milan for the presentation/discussion of Andrea’s thesis and then directly to Australia for the Commonwealth Games, not even a week and set off to Sweden for a very short training camp in Varberg and the World Championships in Halmstad, it is not over, directly to Bangkok for the second day of Youth Olympic qualification (Road To Buenos Aires - Asia). Now back to India, but for just a bit, in a few days again we leave for Bangkok for the Thailand Pro Tour.
If the period was super stressful, the results have paid off all our efforts. In addition, the boys have played an excellent World Chmapionships and finally the qualification of Thakkar at the Youth Olympics in Buenos Aires.
The Sweden World Championships.
The India Men’s team
The men’s India for the first time in its history of tennis competed in the Championships Division ending at 13-14 place, the last match against Czech Republic as per the regulations is not played. Here are the score of Indian success:
Pool D
IND-FRA 2-3 (Sharath 2, Sathiyan 0, Amalraj 0)
IND-POL 3-2 (Sharath 2, Sathiyan 1, harmeet 0)
IND-KOR 0-3 (Harmeet 0, Amalraj 0, Sanil 0)
IND-CRO 3-2 (Sharath 1, Sathiyan 1, Harmeet 1
IND-AUT 2-3 (Sharath 1, Sathiyan 1, Harmeet 0)
India despite the good performance finished the first phase in fifth place, preceded by France, Croatia, Austria and Korea and followed by Poland.
In the “second round” of IND-SGP 3-0 (Sharath 1, Sathiyan 1, Harmeet 1)
In the “quarter of finals” IND-FRA 3-2 (Sharath 1, Sathiyan 1, Harmeet 1)
In the “semifinals” for retaining a place in Championships Division IND-ROM 3-1 (Sharath 2, Harmeet 1, Sathiyan 0)
Sharath has played his most effective ever world with a score of 10 wins and 3 losses scoring 2250 WR points which earned him the current position 43 of the World Ranking.
Once again, the team responded, motivated as never before, quickly digested the “binge” of Commonwealth Games and earned a guaranteed spot for the next edition of Busan (Korea) of 2020, the last of this era. In fact, from 2022 only 32 teams will participate in the Team World Championships. But on this we will talk later.
I do not deny that my goal was to make the first 3 in the group so to compete in top 12, the second stage, to that of the proclamation of the World Champions, but at the last moment we did not succeed, and say that we were leading 2-0 over Austria, that victory would have allowed us to enter the real Olympus of the World Championships. Of course, it is all experience that counts and, honestly, to be the first time ever that India competes in the Championships Division, the men’s performance looks truly exceptional.
The India Women’s Team
The girls back from the success of Gold Coast have not had the same consistency of result, in fact, they have lost with all 5 teams in group A:
IND-CHN 0-3 (Manika 0, Mouma 0, Madhurika)
IND-SWE 1-3 (Manika 0, Mouma 0, Madhurika 1)
IND-SGP 0-3 (Manika 0, Mouma 0, Madhurika 0)
IND-BLR 0-3 (Manika 0, Mouma 0, Madhurika 0)
IND-RUS 1-3 (Manika 1, Mouma 0, Sutirtha 0)
So finishing sixth we found next round Luxembourg…
IND-LUX 3-1 (Manika 2, Mouma 1, Madhurika 0)
then the “quarters” against Hungary…
IND-HUN 0-3 (Manika 0, Mouma 0, Pooja 0)
India ended up in the bracket of 17-20, by norms we got relegated in Second Division, like all other teams finished 15-24 but technically still in Championships Division, in fact 8 teams will be re-instated because of the world ranking in teams and if we were to play today, the India would be at position 14 good enough to come back from the back door.
Overall I am very satisfied and the most interesting thing is that there are many aspects to improve and this leads me to think that if we improve just a few then we can think of a future even better than the current one.
First of all, we are too taken and worried about winning the rally, this affects us to the point of not being able to play our skills and implement the best strategic solution, so our tactical play suffers and, in this way, we facilitate the job of the opponents.
The second thing to improve our skills again, we are weak when our opponent exploits our weaknesses and we are not strong enough to avoid being affected.
Third, we are not able to think about how our opponent could make things difficult for us. And I ask all of you, perhaps opening a debate, but when we talk about the anticipation skill, what do we refer to? It is not just the fact of moving in advance thinking that the ball comes right at the point we imagined, no, it is not. To me is the ability to think like the opponent thinks and then predict his/her actions. On the bench, I usually talk, maybe too much, because I want the players to learn, and many times they ask me: “Sir, how did you know it”. The system is replicable by anyone, thinking like your opponent taking into account the skills of their player and identify what is their pattern; try out at the tt hall with your teammates or during an official event.
Fourth and last thing, getting used to winning, sometimes the victory seems an unusual condition, learning to win is a status to feel even more self-confident.
As I mentioned at the beginning of the post, from Sweden I flew directly to Bangkok where Manav Thakkar during the second day of competition Road To Buenos Aires, made the qualification for the Youth Olympic Games in the capital of Argentina. This was his fourth attempt after the continental qualification, the first stop in Europe, the second in Africa, in the third, in Latin America, he did not participate and therefore in this third last of Asia.
A clear victory with 3 matches won 4-0 each; in the first day of qualifying Manav was defeated in the first round by his peer Chua Josh of Singapore for 4-3, the same Chua Josh instead was beaten for 4-0 in the match of qualification.
A result which came quite late for a player like Thakkar who in virtue of the results of 2017 also in this month of May figures at position 2 of the World Ranking. Now all we have to do is prepare for the Argentina Olympics scheduled for 6-18 October 2018 but at the same time we need a further effort for Archana Kamath who in this qualification lost in the final of the first day by a Korea Choi Haeeun and in the second day in the semifinals by a Hungarian Harasztovich, we will try again in the last stop of Road To Buenos Aires tournaments, to be staged in Oceania at the Cook Islands on 8 and 9 June.
Congratulations again to the Indian teams and to Manav and a good luck to Archana Kamath.

Commonwealth Games 2018 parte II

19 Aprile 2018 da Ping Pong Italia · 20 Commenti 

,,,e quindi l’India ha fatto il colpo grosso, dopo il predominio di Singapore nelle ultime credo 4 edizioni, l’India ha vinto il medagliere del pingpong ai XXI Giochi Del Commonwealth a Gold Coast con 3 ori, 2 argenti e 3 bronzi, partecipando in modo sostanziale al successo complessivo dell’India dello sport. Ecco come sono andate le medaglie del pingpong per nazione:
3O 2A 3B IND
3O 2A 1B SGP
1O 1A 2B ENG
0O 2A 0B NGR
0O 0A 1B MAS

Personalmente questi risultati non mi sorprendono più di tanto, i segnali per una prestazione importante si erano visti durante i precedenti Pro Tour di Qatar e Polonia, ma anche in quello di Germania del mese scorso.
Alla vigilia della manifestazione c’era un sentore di un’India certamente forte ma forse non troppo convincente, questo era il feeling delle altre squadre che alla fine tutte, e dico tutte, si sono congratulate per la continuità dei risultati e per il gioco espresso; d’altra parte nella gara a squadre gli uomini partivano come testa di serie n.1 e le donne n.2. Naturalmente non erano posizioni regalate, i ragazzi se le sono guadagnate a suon di risultati, infatti mai come in questo momento l’India si pone come nazione più che emergente, una nazione in continua crescita, non lo dico io ma i tanti commenti internazionali di giornalisti e dirigenti.

Ecco alcune osservazioni a proposito la prestazione dell’India.

Manika Batra
È lei la star del momento, 4 medaglie incassate, 2 ori, 1 argento e 1 bronzo. L’indiana più medagliata dei giochi di tutti i 23 sports presenti a questa edizione. Dell’oro a squadre ho già scritto nel post precedente, con la sua fantastica prestazione e il capolavoro della coppia indiana Mouma Das/Madhurika Patkar che sorprendentemente ha battuto le cinesi di Singapore Yu Mengyu/ Zhou Yihan

Manika ha vinto il suo secondo oro nel singolare femminile, risultato storico, mai una giocatrice indiana era arrivata così in alto peraltro battendo tutte avversarie cinesi, in ordine Tracy Feng (AUS), Zhou Yihan n.100, Feng Tianwei n.4 e Yu Mengyu (n.50 SGP), la testa di serie n. 2 Zhang Mo (n.26 CAN), sconfitta da Yu Mengyu in semifinale, era invece già stata battuta all’open del Qatar del mese scorso, un altro risultato per Manika durante il Pro Tour di Polonia sempre il marzo scorso, battendo la giapponese Shibata n.24.
Una vittoria dunque tutt’altro che facile, anche se i parziali denotano una diversa valutazione, indiscutibile tuttavia, la partita principe è stata la semifinale contro Feng Tianwei, già battuta nel torneo di squadra, una gara al cardiopalmo, incredibile dal punto di vista tecnico/tattico. Se avete modo guardate il video di quella partita finita 4-3 per 13-11, potrete notare molte sottigliezze tecnico/tattiche tutte racchiuse in quei ultimi 10 punti giocati; siccome non posso divulgare il video, chi volesse può inviarmi una richiesta via email che poi lo condivido privatamente su youtube e se vorrete potrete pormi tutte le domande che desiderate.
Ecco comunque il dettaglio di quei famosi 10 punti:
Manika 3- Feng Tianwei 3
4-8 Manika serve tagliato di diritto, FTW palleggia di rovescio sul rovescio, M palleggia corto di puntinata (corto avete capito bene), FTW si allunga in avanti per palleggiare e invia la palla fuori.
5-8 Manika serve alla stessa maniera, FTW stavolta palleggia in pancia, M si sposta sulla destra ed esegue un palleggio laterale di puntinata, FTW attacca di potenza sul diritto, M contrattacca di schiacciata.
6-8 FTW serve corto sul diritto, M si sposta sulla destra e palleggia di puntino lungolinea, FTW attacca di rovescio lungolinea, M contrattacca di schiacciata.
7-8 FTW serve corto sul diritto, M si sposta sulla destra e palleggia di puntino lungolinea, FTW attacca di rovescio lungolinea, M blocca di diritto fuori.
7-9 Manika serve veloce di rovescio superiore sul rovescio, FTW attacca di rovescio al centro, M si sposta per il drop-shot di puntino, FTW recupera la posizione in avanti e palleggia di rovescio sul rovescio, M palleggia corto di puntino, FTW è costretta a sbilanciarsi in avanti per giocare di attacco sul tavolo in pancia, M ancora di drop-shot, FTW vorrebbe doppiare ma sbilanciata sbaglia l’attacco in rete; nel frattempo Manika aveva girato l’impugnatura ed era pronta bel il rovescio di liscia.
8-9 Manika nuovamente serve veloce di rovescio superiore sul rovescio, FTW attacca di rovescio al centro, M si sposta e blocca di drop-shot, FTW palleggia sul rovescio, M esegue un attacco anticipato di puntino sul rovescio, FTW si gira e gioca un attacco potente sul rovescio, M si gira a sua volta e schiaccia lungolinea, FTW non raggiunge la palla.
9-9 FTW serve ancora corto sul diritto, M si sposta e gioca in anticipo col puntino al centro, FTW attacca veloce sul diritto, M contrattacca di diritto sul diritto, FTW a sia volte contrattacca lungolinea, M persa la posizione è costretta al drop-shot allungato al centro costringendo FTW ad avvicinarsi al tavolo, FTW palleggia di diritto sul centro/rovescio di Manika, M si gira e attacca di topspin al centro, FTW si gira e contrattacca sul rovescio, M blocca di rovescio liscia al centro/rovescio, FTW si gira ancora e attacca nuovamente sul rovescio, M blocca ancora di rovescio liscio al centro ma stavolta in modo più attivo, FTW attacca ma la palla va fuori.
10-9 FTW FTW serve ancora corto sul diritto angolato, M si sposta completamente sul diritto per il solito appoggio di puntino, FTW tira un top di rovescio carico, M blocca di drop-shot al centro/rovescio, FTW si gira e attacca veloce sul diritto, M blocca di diritto sul diritto molto angola, FTW a malapena raggiunge la palla, fa un top che tocca sfiorando lo spigolo sul rovescio di Manika. (Disperazione Manika, spigolo proprio sul match point)
10-10 Manika serve di rovescio laterale al centro, FTW si gira e attacca di topspin, M esegue un corto drop-shot, FTW si avvicina al tavolo e palleggia di rovescio sul rovescio, M attacca di rovescio di “topspin” col puntino sul rovescio, FTW risponde con un rovescio veloce al centro, M si sposta al centro e blocca attivo con la liscia, FTW ancora di rovescio insiste di spin al centro, M ancora di drop-shot sul rovescio, FTW palleggia sul rovescio, M si gira e schiaccia a rete.
10-11 FTW serve come di consueto corto sul diritto, M si sposta sul diritto e palleggia di puntino sul diritto, FTW attacca veloce sul diritto, M contrattacca di schiacciata in pancia, FTW tenta di girarsi, colpisce la palla ma va fuori.
11-11 Manika alza la palla, gira l’impugnatura e serve laterale di puntino sul centro/rovescio, FTW attacca di rovescio sul diritto, M contrattacca di schiacciata sul diritto, FTW gioca il topspin sul diritto, M schiaccia ancora sul diritto toccando la rete, Manika si ferma pensando di aver sbagliato, FTW ancora un attacco veloce sul diritto angolato, M controtoppa sul diritto, FTW controtoppa fuori.
12-11 FTW serve corto sul diritto, M si sposta e gioca l’appoggio attivo di puntino sul rovescio angolato, FTW deve spostarsi e giocare un rovescio di attacco, M blocca di diritto liscio al centro, FTW attacca veloce sul diritto angolato, M si allunga e schiaccia sul centro/diritto, FTW attacca sul rovescio, M da fuori posizione è costretta a giocare un drop-shot passivo, FTW vorrebbe attaccare ma preferisce l’appoggio di diritto sul rovescio, M si avvicina e gioca un rovescio sporco, FTW attacca sicura di rovescio sul rovescio, M gira l’impugnatura e blocca veloce di liscia sul rovescio, FTW si gira e toppa di diritto sul rovescio molto angolato, M ancora di liscia blocca veloce lungolinea, FTW raggiunge la palla, toppa sul diritto, M nel frattempo recupera l’impugnatura e finisce il punto con una schiacciata di diritto sul corpo di FTW è il 13-11.

Il successo di Manika non è casuale, mi dovete credere quando dico che per esprimere il suo complicatissimo gioco occorrono abilità e talento fuori dal comune. Quando ho iniziato a lavorare con lei, il suo gioco era banale, del tipo, intercettava la palla in arrivo con il puntino lungo creando lo stop di ritmo sulle avversarie per poi attaccare con un timido diritto, peraltro con poco effetto, occasionalmente lo switch dell’impugnatura della racchetta per giocare un rovescio di sorpresa con la gomma liscia. Dopo svariati mesi di lavoro e test sul campo, posso dire che il suo gioco è rimasto inalterato ma sono aumentate le variazioni e l’attacco ora è molto efficace. Il lavoro più importante si è avuto sviluppando il drop-shot in maniera impensabile per lei. Avevo visto giocare Manika nel 2016 al Pro Tour di Slovenia e poi ai Giochi di Rio, la trovavo molto limitata, ma più che limitata tecnicamente, incapace di sviluppare il potenziale della gomma e tutte le combinazioni che ne derivano. Usare quella Tibhar Grass D.TecS senza gommapiuma su di un legno alquanto veloce richiede una tecnica speciale, la gomma in sé non ha nulla di speciale, una gomma da difesa, tanto è vero che durante gli stages collegiali uso la sua seconda racchetta per allenare le ragazze nel giocare contro le difese tradizionali.

Il drop-shot calibrato è il colpo più difficile che stiamo sviluppando, dico le prossime frasi a beneficio di coloro i quali usano questa gomma e magari ci possano trovare qualche spunto per migliorare il proprio potenziale.

Vi premetto che l’oggetto non è la gomma ma la pallina; sto sviluppando il drop-shot in 5 modi diversi creando complesse combinazioni: in altezza, in profondità, nel piazzamento, nella quantità di effetto da generare e nella direzione dell’effetto.
Chi ha partecipato al corso di Sesto Fiorentino sul block di fine Dicembre, avrà apprezzato come, anche con la gomma liscia, si possa generare un effetto pazzesco inverso al topspin; in realtà non si genera un fico secco, non si fa altro che prendere in prestito (borrow) l’effetto positivo dell’avversario, l’abilità sta nel tempo d’impatto al tavolo e sulla palla, cruciali per la riuscita del colpo: più si aspetta (intervallo di tempo tra il rimbalzo e l’impatto sulla gomma) e più la palla tende ad alzarsi; contemporaneamente, tanto più è lungo l’impatto della gomma sulla palla (intervallo di tempo in cui la palla rimane sulla gomma) quanto meno effetto si rimanda sul campo avversario. L’errore più comune che si commette è pensare che, usando quella gomma, sia sufficiente impattare la palla e la gomma faccia il resto, sbagliatissimo. Sono partito da questo concetto e ho ribaltato la cosa, ho detto aggrediamo la palla, invece di farla banalmente rimbalzare con un colpo passivo o un non-colpo, eseguiamo un vero e proprio colpo, smorzato, allungato, inclinato in avanti in dietro, laterale, stringendo l’impugnatura, allentandola, usare la spalla in avanti, ritrarla indietro, polso si/polso no, posizione racchetta verticale o orizzontale; tutto ciò nel momento dell’impatto sulla palla; da queste osservazioni sono nate una marea di traiettorie mai pensate in precedenza e così si sono presentate più possibilità di sfruttare l’errore diretto dell’avversario oppure trarne vantaggio per un consequenziale attacco improvviso. Magari in televisione non si ha l’impressione di tutte queste variazioni ma, a conferma di ciò, si capisce dall’atteggiamento delle avversaria e si percepisce tutta la frustrazione. Giocarci contro è davvero difficile poiché non si hanno punti di riferimento, ogni scambio è diverso da quello precedente, ogni effetto è diverso, maggiore, minore, nullo, laterale e così via. Forse lo avevo già detto ma credo che nella gara di finale a squadre, Manika/Feng Tianwei, l’indiana abbia vinto un set totalizzando 11 punti in 11 modi diversi. Vi rivelo un segreto, sapete quale consiglio continuamente suggerivo a Manika? “Non dare indizi alla tua avversaria” eccola allora Manika battere di diritto col puntino e poi il tomahawk con la liscia, e il palleggio di rovescio di liscia, lo scambio di diritto con il puntino e lo spostamento tutto sul diritto con il puntino e il passo giro dal rovescio per schiacciare con la Tenergy 05, oppure ancora, spostarsi verso il diritto e, invece del drop-shot di puntino, giocare un rovescio di potenza e altro ancora.
Vi assicuro che ho in serbo molte altre sorprese, credo che Manika si sia sbloccata e abbia capito l’importanza delle molteplici combinazioni di gioco che può sviluppare.

Sharath Kamal Achanta

Sharath è il mito, un atleta che dà sicurezza alla squadra tale è la sua partecipazione al gruppo, un giocatore rispettato da tutti, un amico, la Stella Polare della squadra maschile. Per lui un oro a squadre, 1 argento nel doppio maschile e un bronzo nel singolo maschile. Se nella gara a squadra non è servito tutto il suo potenziale, gli è servito nella gara di singolare, purtroppo non ha coronato il sogno di vincere l’oro per il singolare maschile come aveva fatto nel 2006, sogno che si è infranto in semifinale perdendo 0-4 da Aruna Quadri, una gara che avrebbe dovuto vincere 4-0 ma per una ragione tutta pongistica, invece di vincerla…la si perde. Dopo la prova di forza contro Pitchford, forse stanco o troppo fiducioso non si è ripetuto contro il nigeriano che arrivava fresco all’appuntamento, infatti aveva rinunciato di giocare a squadre per un indisposizione fisica.

La squadra indiana

Per il resto è stata una prestazione corale, oltre gli ori nelle gare a squadre, in quelle individuali, su 10 giocatori 6 sono andati a medaglie e le partite che abbiamo perso sono state tutte tirate, basti pensare a: l’oro sfiorato nel doppio maschile. Due semifinali di doppio misto finite entrambe perse per 2-3 e poi la medaglia di bronzo del doppio femminile anch’essa sfumata proprio negli ultimi punti. Capite, insomma, che si poteva fare anche meglio.
Purtroppo i giornali non lo hanno riportato, o forse si, ma al mio inizio di incarico nel settembre 2016 avevo sperato/preventivato una medaglia per gara ossia 7, beh ne sono venute 8, un risultato senza precedenti frutto di buona programmazione, lavoro costante, obiettivo di squadra ma soprattutto obiettivo individuale. Ho dato molta importanza alla classifica mondiale poiché la sicurezza in sé stessi si conquista anche con i numeri, e per far ciò nessuno dei probabili atleti per i Commonwealth Games ha avuto l’autorizzazione di andare all’estero per gare di Campionato locale, fatta eccezione per uno, uno solo Sharath che ha giocato solo 8 partite di Bundesliga.

Miglioramento individuale

Qualcuno ha detto che è facile fare il tecnico con giocatori già formati, sembra che il merito sia sempre di qualcun altro. Personalmente credo di avere un difetto, molto grosso: sono privo di Ego anzi di Super-Ego; a mio modo di vedere, col senno di poi, a me pare più una deficienza che una qualità, una brutta malattia, oserei dire. Le conseguenze dall’essere affetti da ciò porta a: Sminuire le capacità altrui. Non vedere altro che sé stessi. Non capire il quadro generale delle cose. Pensare di avere sempre ragione e gli altri sempre torto. Non avere l’umiltà delle azioni e, onestamente, fatemelo dire, sono fortunato a non aver contratto questo terribile virus.
A parte questo pistolotto, migliorare un atleta già formato non è difficile, occorre prima di tutto la chimica e poi il dialogo, poi il confronto, anche duro a volte, mettersi allo stesso livello, destrutturare il proprio gioco e ristrutturarlo con nuove soluzioni, nuove energie. I giocatori già formati sono molto conservatori, hanno paura di perdere la propria fiducia piuttosto che arricchirla. Saper immaginare nuovi scenari è importante per avere una percezione del proprio gioco in modo simile ma più convincente, più efficiente e più efficace. Insegnare la tecnica o la tattica a un giocatore già formato è come andare a fare una passeggiata. Quando un giocatore già formato, senza fare nomi, dopo aver vinto un punto, ti guarda e ti fa un gesto d’intesa, allora hai capito che il merito è tuo e in quel momento non c’è altro allenatore che se ne possa impossessare.

English version

…and so, India has done the big one, after the dominance of Singapore in the last I believe 4 editions, India won the medal table tennis at the XXI Commonwealth Games with 3 golds, 2 silvers and 3 bronzes, participating in a substantial way to the overall success of India in sport. Here’s how the 21 medals went by country:

3G 2S 3B IND

3G 2S 1B SGP

1G 1S 2B ENG

0G 2S 0B NGR

0G 0S 1B MAS

Personally, these results do not surprise me so much, the signs for a major performance were seen at Pro Tours of Qatar and Poland, but also in Germany during last month of March.

On the eve of the event there was a feeling of an India certainly strong but perhaps not too convincing, this was the feeling of the other teams that at the end of the competition all have congratulated the consistency of the results and the quality of the game expressed; on the other hand in the team competition, men started as seeded n.1 and women n.2. Naturally, they were not given away for free, the boys and girls earned it by results after results, in fact, never as at this time India stands as a more emerging nation, a nation in continuous growth, I’m not saying that, but the many international comments of journalists, observers and managers.

Here’s how things went and some comments about it.

Manika Batra

She is the star of the moment, 4 medals, 2 gold, 1 silver and 1 bronze. The most medaled Indian of the games of all 23 sports present at this edition. For the Women’s Team gold I have already written in the previous post, with the masterpiece of the Indian pair Mouma Das / Madhurika Patkar who surprisingly beat the Singapore Chinese Yu Mengyu / Zhou Yihan

Manika won her second gold in the women’s singles, historical result, never an Indian player had arrived so high, however, beating all Chinese opponents, in order Tracy Feng (AUS), Zhou Yihan n.100, Feng Tianwei n.4 and Yu Mengyu (50 SGP), the seeded n. 2 Zhang Mo (n.26 CAN), defeated by Yu Mengyu in the semifinals, had already been beaten at the Qatar Pro Tour last month, again, last March, another important result for Manika during the Pro Tour of Poland where she beat Japanese Shibata WR n.24.

A victory that is anything but easy, even if the scores denote a different evaluation, however, the main game was the semi-final against Feng Tianwei, already beaten in the team event, a heart-stopping match, incredible from a technique/tactical point of view. If you have a chance to watch the video of that game ended 4-3 for 13-11, you can see many techniques subtleties and tactics all enclosed in those last 10 points played. If you wish you can request me by email the extract of the video which I can privately share on youtube, and then you can pose all the questions you want.

Here you are the details of those famous 10 points:

Manika 3- Feng Tianwei 3

4-8 Manika serves in backspin with forehand, FTW pushes with backhand to backhand, M pushes short with LP (long pimples) (short you got it properly), FTW stretches forward to push again and sends the ball out.

5-8 Manika serves in the same way, FTW this time pushes in the body, M moves to the right and performs a lateral push ofLP, FTW attacks power to the forehand, M counterattack of smash.

6-8 FTW serves short to the forehand, M moves on the right and pushes down-the-line, FTW attacks on the backhand, M counterattack with forehand smash.

7-8 FTW serves short to the forehand, M moves on the right and pushes again down-the-line, FTW attacks on the backhand, M blocks out with forehand.

7-9 Manika serves fast-long with backhand to the backhand, FTW attacks with backhand in the middle of the table, M moves to the right drop-shot with LP, FTW recovers the forward position and pushes with backhand, M executes a short push with LP, FTW is forced to lean forward to play attack on the table to the Manika’s body, M moves her body to the right and again a drop-shot with LP, FTW would like to double up the attack but unbalanced her ball went on the net; meanwhile Manika had turned the grip and she was ready with a backhand counter with smooth rubber.

8-9 Manika again serves fast-long with backhand to the backhand, FTW attacks backhand in the middle, M moves to the right and blocks with a drop-shot with LP, FTW pushes on the backhand, M performs an anticipated attack on the backhand with LP, FTW turns around and plays a powerful attack on the backhand, M also turns around performs a forehand smash down-the-line, FTW does not reach the ball.

9-9 FTW still serves short to the forehand , M moves all the way to forehand and plays a quick push with LP to the middle, FTW fast attacks on the forehand, M counterattack with forehand to the forehand, FTW again counterattacks down-the-line, M having lost the position is forced to execute a stretched drop -shot in the middle of the table forcing FTW to get closer to it, FTW pushes with forehand to Manika’s middle/backhand, M also steps around and attacks with a topspin in the FTW’s body, FTW again turns around and counterattack to the backhand, M switch the grip and makes a backhand with smooth rubber to middle/backhand, FTW turns again and attacks again on the backhand, M still blocks with backhand with smooth rubber in the middle of the table but this time more actively, FTW attacks but the ball goes out.

10-9 FTW still serves short on the extreme forehand, M moves completely to the right side for the usual push with LP, FTW plays a loaded backhand topspin, M drop-shot with LP to the middle/backhand, FTW turns around and attacks fast to the forehand , M make a crossed-court active forehand block, FTW barely reaches the ball, makes an improvised topspin that imperceptibly touches the edge on Manika’s backhand. (Manika upset, just a edge ball on her match point)

10-10 Manika serves with backhand a sidespin in the middle, FTW turns around and attacks with topspin on the backhand, M performs a short drop-shot, FTW approaches the table and pushes with backhand to the backhand, M makes a “topspin” with backhand with LP to the backhand, FTW responds with a fast backhand attack in the middle, M moves to the center switch the grip and makes an active block with the smooth rubber, FTW still with backhand insists with a topspin in the middle, M again switch the grip and makes a drop-shot on the backhand, FTW pushes to the backhand, M steps around and smashes on the net.

10-11 FTW serves as usual short to the forehand, M moves on the right and pushes with LP all the way to FTW’s forehand, FTW fast attacks confidently to the forehand, M counterattack with a forehand smash to the body, FTW tries to turn around, hits the ball but it goes out.

11-11 Manika tosses the ball, switches the grip and serves sidespin with LP to middle/backhand, FTW attacks backhand to the forehand, M counterattacks with a forehand smash to the forehand, FTW plays the topspin to the forehand, M again smashes with forehand to the forehand by slightly touching the net, Manika suddenly stops thinking she misses, FTW again attacks to wide forehand, M countertopspin to the forehand, FTW also countertopspin but the ball goes out.

12-11 FTW serves short to the forehand, M moves and plays a active push with LP on wide backhand, FTW must move and plays a backhand down-the line, M blocks with forehand to the middle, FTW fast attacks on wide forehand, M stretches herself and smashes on the middle/forehand, FTW attacks to the backhand, M from bad position is forced to play a passive drop-shot with LP, FTW would like to attack but prefers a forehand push to the backhand, M approaches and plays a dirty backhand, FTW attacks confidently with backhand to the backhand, M switches the grip and makes a fast block to the backhand, FTW again turns around and attacks with forehand on the extreme backhand, M again makes a fast backhand block with smooth rubber, FTW reaches the ball, loops to the forehand, M in the meantime switches again the grip and ends the point with a great smash FTW’s on the body, and it is 13-11.

Manika’s success is not casual, you have to believe me when I say that to express her very complicated game, skills and talent are out of the ordinary. When I started working with her, her game was trivial, like: intercepting the arriving ball with the long pimples creating the stop-and-go rhythm stop on the opponents and then attacking with a shy forehand, however with moderate spin, occasionally the switch of the racket handle to play a backhand with the regular rubber. After several months of work and field tests, I can say that her game has remained unchanged but the variations have increased and the attack is now very effective. The most important work involved developing the drop-shot in an unthinkable way for her. I had seen Manika play in 2016 at the Pro Tour of Slovenia and then at the Rio Olympic Games, I found it very limited, but more than technically limited, unable to develop the potential of the rubber and all the combinations that derive from it. Using the Tibhar Grass D.TecS without sponge on a rather fast ply requires a special technique, the rubber itself does not have anything special, a defensive rubber; during the training camp, sometime, I use her spare paddle to train the girls in playing against traditional defensive type of game.

The calibrated drop-shot is the most difficult stroke we are developing, I’ll say the next few sentences for the benefit of those who use this rubber and maybe they can find some ideas to improve their potential.

I state that the object is not the rubber but the ball; I’m developing the drop-shot in 5 different ways creating complex combinations: in height, in depth, in the placement, in the amount of spin to be generated and in the direction of the spin.
Those who have participated in the Sesto Fiorentino clinic at the end of December with the topic of block, he/she shall have appreciated how, even with the regular rubber, it can be generated a crazy reverse spin to the topspin; in reality you do not generate anything of that, you do not do anything else other than to borrow the positive spin of the opponent, the ability is in the time of impact to the ball, crucial for the success of the stroke: the longer you wait (time interval between the bounce and the impact on the rubber) and the more the ball tends to get high over the table, the longer the impact of the rubber on the ball is (time interval in which the ball sticks on the rubber) the less effect is returned to the opponent’s field. The most common mistake that is made is to think that, using that rubber, it is enough to impact the ball and the rubber does the rest, very wrong. I started from this concept and I turned it around, I said attack the ball, instead of making it banally bounce with a passive shot or a non-shot, let’s perform a real shot, drop-shot, stretched, tilted forward in back, side , tightening the handle, loosening it, using the shoulder forward, retracting it back, wrist yes / wrist no, vertical or horizontal paddle position; all this at the moment of impact on the ball; from these observations were born numerous trajectories never thought before and so have had more possibilities to exploit the direct miss of the opponent or take advantage of it for a consequential sudden attack.

Maybe on television you do not have the impression of all these variations but, confirming this, you can understand the attitude of the opponents and you feel all the frustration. Playing against Manika is really difficult because there are no points of reference, each rally is different from the previous one, each spin is different, major, minor, null, lateral and so on. Perhaps I had already said it but I think that in the Women’s Team final match, Manika / Feng Tianwei, the Indian won a game scoring 11 points in 11 different ways. I reveal a secret to you, do you know what advice I continually suggested to Manika? “Do not give any clues to your opponent” so here it is Manika to hit with the long pimples and then the Tomahawk serve with the regular rubber, and the push with smooth rubber, the forehand counter with the long pimples and shift all over the right side with the long pimples or stepping around to crush with the Tenergy 05, or again, move to the right and, instead of the drop-shot of dot, play a backhand attack with power and more.

I assure you that I have many other surprises in store, I believe that Manika has unlocked major skills and understood the importance of the multiple combinations of games that can develop.

Sharath Kamal Achanta

Sharath is the myth, an athlete who gives confidence to the team such is his participation in the group, a respected player by everyone, a friend, he is the Northern Star of Men’s Team. He won 1 gold in Men’s Team, 1 silver in the men’s double and 1 bronze in the men’s single. If in the team competition he did not get the chance to express his full potentials, he had a chance to do it in the men’s singles event, unfortunately could not crown the dream of winning the gold like in 2006, that dream broke in the semifinals losing 0-4 from Aruna Quadri, a match that should have won 4-0 but for a reason which belongs only to tabletennis, instead of win … you lose. After the strenuous match against Pitchford (ENG), perhaps tired or too confident, he was not able to repeat himself against the Nigerian who arrived mentally fresh at that important match, in fact he has renounced to play teams for a physical indisposition.

The Indian team

For the rest of the team it was a choral performance, besides the gold in team competition, in the individual events, out of 10 players 6 went to medals and the match we lost were all very close, just think: in the men’s doubles, we almost won against England Drinkhall/Pitchford. Two semi-finals of mixed doubles finished both 2-3 and then the bronze medal of the womne’s doubles also become close to success at the very last points. You can see, in short, that it could be done even better.

Unfortunately, the newspapers have not reported, or maybe yes, don’t remember, but when I started in September 2016 I had hoped / predicted 1 medal for each of the 7 events, well we got 8, an unprecedented result of good planning, constant work, team goal but above all individual goal. I have given great importance to the world rankings because the confidence in themselves is achieved even with the numbers and to do so none of the probable athletes for the Commonwealth Games has played abroad for local League, except for one, only Sharath who played just 8 matches in Bundesliga.

Individual improvement

Someone said that it is easy to be a coach with players already formed, it seems that the merit is always someone else’s. Personally I think I have a flaw, very big: I’m devoid of Ego or even Super-Ego; in my opinion, in hindsight, it seems to me more a deficiency than a quality, a bad disease, I would dare to say. The consequences of being affected by this leads to: diminishing the others abilities. Do not see anything other than yourself. Do not understand the general framework of things. Think of always being right and others always wrong. Do not have the humbleness of the actions and, honestly, let me say, I’m lucky not to have contracted this terrible virus.

Beside from this nice speech, improving an athlete already formed is not difficult, first of all the chemistry and then the dialogue, then to confront each other, even hard at times, put on the same level, deconstruct their game and restructure with new solutions, new energies. The players already formed are very conservative, they are afraid of losing their trust rather than enriching it. Knowing how to imagine new scenarios is important to have a perception of he/she own game in a similar way but more convincing, more efficient and more effective. Teaching technique or tactics to a formed player is like going for a walk. When a player, without naming, after winning a point, turns his/her head to look at you and makes a gesture of bond, then you understand that the merit is yours and at that time there is no other coach who can take possession of it.

Commonwealth Games 2018 Part I

10 Aprile 2018 da Ping Pong Italia · 18 Commenti 

Gold Coast (AUS)

L’India è entrata nella storia, ai Giochi Del Commonwealth 2018 qui a Gold Coast (AUS), entrambe le squadre, maschili e femminili, hanno vinto le medaglie d’oro. Gli uomini hanno battuto in semifinale Singapore per 3-1 e poi in finale la Nigeria per 3-0. Il bronzo è andato all’Inghilterra che con 3-0 ha battuto Singapore. Certamente la Nigeria ha fatto il suo capolavoro battendo l’Inghilterra di Drinkhall, una Nigeria peraltro priva di Aruna Quadri che è anche la testa di serie n.1 del torneo di singolare maschile.

La squadra indiana era ben preparata sia dal punto di vista tecnico sia mentale, la preparazione di questi ultimi 3 mesi è stata eccellente e i ragazzi hanno risposto in modo pregevole. I segnali erano già pervenuti dai Pro Tour del Qatar e Polonia, dove Sharath Kamal aveva battuto Niwa e Sathiyan aveva battuto Oshima per poi perdere 3-4 da Harimoto. Nel femminile Manika Batra aveva battuto Zhang Mo (CAN) n.25 e Shibata (JPN) n.24 e altre buone prestazioni da parte di tutti gli atleti.

Ma la storia, quella con la S maiuscola è stata realizzata dalla squadra femminile, pensate in finale l’India Ha battuto Singapore che nelle ultime 4 edizioni ha vinto sempre l’oro forse non perdendo mai nemmeno un set.
Manika Batra WR n.58 ha battuto 3-2 Feng Tianwei WR n.4 un capolavoro di intelligenza tecnica e tattica, c’è stato un set che credo Manika abbia messo a segno 11 punti in 11 modi diversi, Manika ha imparato una quantità di cose in una sola giornata che lei stessa mai avrebbe immaginato di imparare, le si sono aperte tante abilità che erano latenti, il mio lavoro è stato quello di farle mettere in campo, sono fiero di lei e, sapete bene che non mi piace auto referenziarmi, ma stavolta sono fiero di me stesso, un risultato incredibile. Ma non è tutto poichè dopo quella vittoria si è aggiunta quella del doppio femminile con una coppia inedita Mouma Das/Madhurika Patkar che ha battuto le più esperte Yu Mengyu e Zhou Yihan per 3-1
L’apoteosi si è materializzata con l’altrettanto splendida vittoria sempre di Manika Batra su Zhou Yihan per 3-0. Gioia totale.

Prima di iniziare questa partita ho ricordato alle ragazze i mondiali di Mosca del 2010 dove Singapore aveva vinto il titolo a squadre battendo la super Cina, certo di questi pensieri se ne hanno tanti ma realizzarli in pratica è difficile, ci si riesce solo se la fiducia cresce mano a mano che l’incontro va avanti e fai capire agli avversari che puoi e vuoi vincere.

Wow, due gare due ori, già uno straordinario passo avanti in comparazione con Delhi 2010 dove nelle gare a squadre avevamo ottenuto un bronzo (uomini) e un argento (donne), che inizio!!!!

Vi dirò di più nei prossimi giorni con le gare individuali.

ITTF article

India made history at the Commonwealth Games 2018 here in Gold Coast (AUS), both, women and men won gold medal. The men beat Singapore in semi-finals with the score 3-1 and then in the final Nigeria 3-0, the bronze went to England by beating Singapore 3-0. Of course, Nigeria has made its masterpiece by beating England of Drinkhall, because Nigeria played without Aruna Quadri, the current top seed for Men’s Singles.

The Indian team was well prepared both technically and mentally, the preparation of the last 3 months was excellent and the boys responded in a fine way. The signals had already come from the Pro Tours of Qatar and Poland, where Sharath Kamal had beaten Niwa and Sathiyan had beaten Oshima and then lost 3-4 from Harimoto. Also Manika Batra had beaten Zhang Mo (CAN) No. 25 and Shibata (JPN) No. 24 and other good performances made by all other athletes.

But the history, was made by the women’s team, in the final match for gold, India has beaten Singapore that in the last 4 editions has always won gold perhaps never losing a game.

Manika Batra WR n.58 beat 3-2 Feng Tianwei WR n.4 a masterpiece of technical and tactical intelligence, there was a game that, I believe, Manika scored 11 points in 11 different ways, Manika has learned a quantity of things in a single day that she herself would never have imagined to learn, so many skills were opened that were latent, my job was to put them on the field, I’m proud of her and, you know that I do not like self celebration, but this time I’m proud of myself, an incredible result. But that’s not all, because after that win was added that of the female doubles with an uncommon pair Mouma Das/Madhurika Patkar who beat the most experienced Yu Mengyu and Zhou Yihan for 3-1.
The apotheosis has materialized with the equally splendid victory always of Manika Batra on Zhou Yihan. Total joy.

Before starting the match I reminded the girls of the Moscow World Team Championships in 2010 where Singapore had won the team title by beating the super China, it is obvious that we all have the wish to beat someone super strong but to realize them in practice is very, very difficult, you can only make it when trust mounts as the match progresses and you make opponents understand that you can and you want to win.

Wow, two events two golds, it is already a huge step forward in comparison with Delhi 2010 where in the team competition we had got a bronze (men) and a silver (women), what a start !!!!
I will tell you more in the coming days for individual events.

Le nuove classifiche mondiali, spiegazioni e riflessioni

16 Gennaio 2018 da Ping Pong Italia · 19 Commenti 

Le nuove classifiche mondiali hanno provocato un certo terremoto nell’ambito internazionale, siti specializzati e social in questo mese di gennaio si sono scatenati nei più disparati commenti. La situazione era largamente prevedibile poiché le simulazioni delle nuove classifiche erano già visibili dal 2017 sul sito ITTF e si sapeva pressoché in anticipo quali sarebbero state le dirette conseguenze.
Non voglio anticipare né eccessivi entusiasmi né tanto meno giudizi negativi sul nuovo sistema, come al solito il tempo darà le risposte appropriate, tuttavia il sistema mi piace anche se avrebbe bisogno di alcuni correttivi. Certamente ci sono delle riflessioni da fare. Intanto partiamo dalla filosofia: non esiste più la commistione delle classifiche che aveva generato tanta confusione, ogni classifica ha il suo percorso specifico e le sue gare dedicate, senior con gare senior, U21 con gare U21 e così via. Per quanto riguarda le classifica a squadre si dovrà aspettare l’implementazione al 1/1/2019, ora l’accumulo dei punti rimane promiscuo. Comunque, tanto per dare un esempio, in questo mese di Gennaio, Harimoto è n.11 dei Senior e n.49 nell’U21, decisamente un paradosso; altra situazione bizzarra è che Harimoto non risulta in classifica U18 poiché non ha partecipato a alcuna gara nel 2017. Ante 2018 con i suoi punti rating e bonus sarebbe stato indubbiamente n.1 del ranking U21 nonché degli U18. Pertanto, in precedenza un giovane acquisiva una classifica senior solo per il fatto di giocare le gare giovanili e viceversa poiché si totalizzavano punti di rating che erano punti assoluti e di conseguenza facevano scaturire il ranking in ogni categoria di età. Ricordo, anche se ormai è storia passata, che il ranking finale era la somma di punti rating e punti bonus; i punti rating venivano calcolati in base alle vittorie e sconfitte dirette con avversari migliori o peggiori di classifica e venivano soppesati da tabelle per risultati inaspettati e risultati aspettati, i punti bonus erano assegnati in base ai piazzamenti del tabellone principale (main draw). Vi erano due sistemi per vedersi togliere punti: il primo nel caso in cui un giocatore perdesse da un altro giocatore di rating inferiore, di rating non di ranking, e poi la sottrazione dei punti bonus poiché gli stessi rimanevano in vigore per 12 mesi.
Il nuovo sistema tiene conto esclusivamente del piazzamento nel main draw, più alcuni punti nel caso in cui si disputa anche la qualificazione a gironi (Round Robin). Non ha alcuna importanza battere il n.1 al mondo, la vittoria di per sé non produce punti se non quelli dell’avanzamento nel tabellone. Ci sono dei punti base che sono assegnati come punti di partecipazione nel caso in cui un atleta non riuscisse a vincere alcun match. Ogni gara ha il suo “peso” e la sua tabella punti dedicata, le gare sono quelle che tutti conoscono Mondiali, Olimpiadi, Pro Tour Platinum, World Tour e altri.
Erronemanete era stato rilevato che più tornei internazionali si fossero giocati e maggior punti si sarebbero potuti accumulare, in realtà è cosi ma ci sono delle limitazioni, infatti il sistema prevede che il calcolo venga effettuato su i migliori 8 risultati derivanti dagli ultimi 12 mesi di attività per i senior e 6 migliori risultati per tutte le altre categorie di età. Alcune gare come le Olimpiadi o Mondiali rimangono nel conteggio oltre i 12 mesi poiché vengono celebrate ogni 4 o 2 anni. Sipotrebbe dire che più gare si giocano e più possibilità si ha per accumulare punti senza il rischio di perderne.
Facciamo un esempio, oggi Ovtcharov è n.1 del mondo con 16545 punti, la sua partecipazione agli Open di Ungheria è stata cancellata, quindi a Gennaio non avrà attività e a Febbraio potrà giocare solo la Coppa del Mondo a Squadre a Londra, quanti punti potrà accumulare non è dato saperlo, ma a Febbraio gli verranno certamente decurtati i brillanti risultati del 2017, andrà a perdere automaticamente 3600 (una quantità enorme), di contro subentrerà il Campionato Europeo a Squadre dove aveva accummulato 720, quindi facendo una somma algebrica senza considerare la gara di Londra, nel mese di Marzo Ovtcharov perderebbe 2880 punti facendolo scendere a 13665 che oggi corrisponderebbe alla posizione n.6. Nel frattempo occorrerà vedere cosa succede anche ai giocatori che ruotano attorno a quei punti di classifica, anche loro avranno i loro alti e bassi.

Ecco il sistema avrà un andamento un po’ schizofrenico con frequenti alti e bassi, forse portando più interesse alla classifica mischiando le carte ogni mese e, al tempo stesso, invogliando i giocatori a essere più presenti alle gare. Va da sé che se un giocatore rimane fuori per qualche mese la decurtazione dei punti sarà rilevante. Domanda, ma Harimoto le farà le gare giovanili? La domanda non è così banale, poiché chiunque raggiunga la leadership di questa fascia di età si sentirà, come dire, incompleto, non sufficientemente appagato del suo risultato.

Detto questo, certo il nuovo sistema fa perdere il fascino o quella spinta motivazionale del battere il giocatore più forte di te, personalmente adotterei qualche incentivo supplementare per salvare questo principio

Qualcuno ha detto che con questo sistema si falsano i valori in campo, sì, come nel caso degli u15 o U18 senza Harimoto, sicuramente il risyltato è falsato. Come avevo sottolienato ci sono degli sbalzi di “temperatura” piuttosto evidenti, considerate che il Taiwanese Li Hsin-Yang e l’Indiano Manav Thakkar precedentemente col vecchio sistema erano rispettivamente n.38 e n.18 ora si trovano a essere n.1 e 2 con indubbi vantaggi di tabellone nel definire le testa di serie. Ma, forse nell’intenzione del “legislatore”, vi è stata una lungimiranza nel definire questo sistema poiché chi ne trae maggior vantaggio sono le Federazioni che attraverso migliori numeri di classifica possono promuovere lo sport nel proprio paese con più efficacia.

Beh, staremo a vedere gli sviluppi futuri, “Time Is Our SIde”…sempre.

Qui trovate tutte le specifiche riguardanti il nuovo sistema

Regolamento Nuove Classifiche

Astana WGF

26 Dicembre 2017 da Ping Pong Italia · 6 Commenti 

La distruzione del vero tennistavolo si avvia sempre più a compimento. Le Finali del Pro Tour, ad Astana, in Kazakistan, sono state l’atto ufficiale dell’obbrobrio voluto dall’Ittf e in particolare dall’attuale presidente, il tedesco Weikert, per regalare ai giocatori scarsi un po’ di fama e, il peggio dello strapeggio, addirittura la vetta della classifica mondiale. Per commentare la cosiddetta “scalata” di Ovtcharov alla posizione numero 1 del mondo mi permetto una breve digressione, perché penso che i miei commenti, per quanto duri, non possano raggiungere l’abisso di luridume tecnico che questo falegname-scarparo esprime.

In un film di tanti anni fa, “Per favore non toccate le vecchiette” (“The producers” il titolo originale”, del 1968), con Gene Wilder e un favoloso ma non conosciutissimo da noi Zero Mostel (attore ebreo, discriminato negli Usa ai tempi della caccia alle streghe di McCarthy, perché ritenuto comunista), due imbroglioni cercano di organizzare uno spettacolo teatrale che deve per forza essere un insuccesso per permettere loro di far soldi, grazie a una truffa ai finanziatori e a complessi meccanismi assicurativi. Si mettono alla ricerca di un copione bruttissimo, che garantisca il fallimento, ma non riescono a trovarne uno abbastanza schifoso. Finché Zero Mostel ne pesca uno (“Primavera per Hitler”) che giudica adatto, ne è così entusiasta che sveglia nella notte il suo compare Gene Wilder per comunicarglielo e, pieno di entusiasmo, gli dice: “Eccolo. Purissima merda”.

Ecco, purissima merda. Non credo che nella storia del tennistavolo si sia mai sprofondati così in basso, anzi ne sono sicuro, perché il significato tecnico di Ovtcharov, dei suoi movimenti, delle sue assurde posizioni sia al servizio che in risposta al servizio, della sua impostazione, del suo gioco, di tutto insomma, è davvero la schifezza della schifezza della schifezza, e qui il riferimento è altrettanto illustre, a Eduardo De Filippo che spiega come fare il pernacchio (non la pernacchia!) a un nobile che dà fastidio alla gente dei vicoli e lo definisce appunto “la schifezza…” e così via. In questo caso, la schifezza è solo tecnica, non umana, ma il pernacchio a quello che rappresenta Ovtcharov e ai suoi cosiddetti allenatori è un obbligo morale. Ma il peggio è che l’Ittf ha trovato il modo di glorificare la bestemmia tecnica rappresentata da Ovtcharov escogitando un sistema che gli garantisca di diventare il numero 1 del mondo. Il sistema, che entra in vigore dall’1 gennaio, è stato voluto da Weikert, che su questo argomento era in contrasto col precedente presidente Ittf, Sharara, che ha commesso anche lui tante nefandezze, ma almeno si rendeva conto del ridicolo cui si sarebbe arrivati con questo sistema.

Per farla breve, con questo sistema si considerano solo i migliori 8 risultati positivi di ogni giocatore, quelli negativi non esistono più. Quindi, tutti i punti che Ovtcharov perdeva quando veniva battuto da qualcuno più in basso in classifica adesso non li perde più. Nel 2002 l’Ittf escogitò una serie di imbrogli (da me analiticamente descritti in un articolo su questo blog qualche anno dopo) per far arrivare Boll alla posizione n.1 del mondo, cosa che in effetti riuscì, fino a quando, ai Mondiali 2003 a Parigi, Boll fu sbattuto fuori al secondo turno, da testa di serie n.1, dall’allora sconosciuto cinese Qiu Yike, e la testa della classifica mondiale se la dimenticò per sempre. Ma quel sistema truffaldino era niente in confronto a quello che adesso è stato escogitato per regalare questa posizione a Ovtcharov. E’ un tema che merita un articolo e una discussione a parte, quindi per il momento mi fermo qui per tornare alle vicende di Astana, ma faccio solo un cenno agli interventi sul sito dell’Ittf a proposito della nuova classifica mondiale: tutti contro questo sistema, molti giudicano ridicolo Ovtcharov n. 1 del mondo davanti a gente come Fan Zhendong e Ma Long, giusto per citare due che Ovtcharov lo stritolano e poi ne sputano i pezzettini. E non sono certo io a fare questi interventi sul sito dell’Ittf, né lettori cinesi, ma gente da tutto il mondo che vuole bene al tennistavolo.

Ad Astana, quindi, si è consumato questo atto innaturale, ma non è stato l’unico, visto che, anche per quello che sta succedendo in Cina, è un momento particolare per il tennistavolo. Comincio col dire che già la qualità dei partecipanti alle Finali era scesa per via delle decisioni della Federazione cinese di bloccare a metà stagione alcuni giocatori che avevano protestato per l’allontanamento di Liu Guoliang da capo assoluto della Nazionale, voluto dal Ministro dello sport, Guo Zhonwen, per danneggiare Cai Zhenhua, viceministro dello sport, presidente del tennistavolo e del calcio, aspirante al posto di ministro. In Cina, purtroppo, il ministro dello sport ha il potere di intervenire nelle decisioni interne delle Federazioni. Ricorderete naturalmente la protesta dei giocatori cinesi che abbandonarono l’Open di Cina in sostegno a Liu Guoliang, la loro squalifica, la multa dall’Ittf. Poi, la Federazione cinese ha permesso a un paio di loro, Fan Zhendong e Xu Xin, di raggiungere il numero minimo di tornei per qualificarsi alle Finali del Pro Tour, ma ne è rimasto fuori Ma Long, oltre ad altri cinesi che hanno partecipato a pochi tornei. Quindi, già la partecipazione cinese era ridotta, poi si è aggiunto il solito sorteggio “strano”: i 4 cinesi si sono ritrovati a giocare fra loro al secondo turno, con i due più forti Fan Zhendong e Xu Xin a scontrarsi fra loro, mentre Ovtcharov e Boll avevano la strada spianata fino alla semifinale. E Ovtcharov per arrivare in finale ha dovuto sudarsi ogni partita, 4-3 rischiando molto contro Niwa, 4-3 contro Harimoto con tante botte e scarsa tecnica, e infine 4-3 con Lin Gaoyuan (che ha battuto un Fang Bo ormai spento a causa di tanti problemi fisici), il più scarso dei cinesi, spinto dalla Federazione solo perché è l’unico giocatore rimasto del Guangdong, quindi bisogna assicurare un posto a questa Provincia, il cui dirigente sportivo è Ma Lin. Insomma, altro che numero 1 Ovtcharov che sopravvive a stento con avversari di secondo livello.

La partita fra Ovtcharov e Lin Gaoyuan è esemplare per capire la pochezza tecnica di entrambi i giocatori, ma anche per confrontarla poi con la finale fra Ovtcharov e Fan Zhendong, in modo da capire altre cose importanti a proposito del tedesco. Faccio notare che, soprattutto nei primi due set, vinti da Lin Gaoyuan, si verifica qualcosa di incredibile: Ovtcharov non vince nemmeno un punto ogni volta che lo scambio va oltre la terza palla, e fa un numero di punti assurdo direttamente sul servizio, con l’impedito Lin Gaoyuan che non capisce l’effetto (che è fin troppo chiaro, vista la banalità del movimento di Ovtcharov) e butta in rete un numero spropositato di palle. Comunque, tornando agli scambi, quello che dovrebbe essere uno dei punti di forza dei cinesi, la terza palla, diventa invece il gioco preferito dal tedesco, che fa punti solo in quel modo, direttamente sul servizio o con un attacco veloce. Appena lo scambio si prolunga oltre la terza palla, Ovtcharov non è in grado di reggere. Ma quando si va a guardare la finale si nota una cosa apparentemente strana: Ovtcharov perde gli scambi di terza palla, ma regge benissimo gli scambi lunghi e lontano dal tavolo, botta contro botta, poi ne perde più di quanti ne vinca, ma è evidente l’incongruenza fra il match con Lin Gaoyuan e quello con Fan Zhendong. Cosa accade, allora, a Ovtcharov che con Lin Gaoyuan non regge lo scambio lungo e ci riesce invece con Fan Zhendong, fra l’altro molto più potente di Lin Gaoyuan? Per quanto mi riguarda, la questione è semplice: Fan Zhendong è destro, Lin Gaoyuan è mancino. Ovtcharov, nella visione “falegnamesca” dei tedeschi, si allena e gioca nello stesso modo, botta contro botta, come nello scambio più banale che si fa quando ci si riscalda, e lì sono tutti bravi a reggere, serve solo allenarsi per tante ore e alla fine la palla va in campo. Ma quando c’è da fare la minima variazione, quando non si sa più dove l’avversario manderà la palla, beh, allora vengono fuori i limiti. E Ovtcharov è esattamente questo, mazzata contro mazzata, lineare, sempre con lo stesso movimento, destro contro destro. Una specie di robot che non capisce un cazzo di tennistavolo, lo hanno impostato così, gli hanno messo la spina e lui va avanti senza ragionare. Fin quando Fan Zhendong prosegue in questo modo, Ovtcharov regge e magari fa anche un punto, ma quando Fan Zhendong fa una piccola variazione, ecco che saltano tutti gli schemi di Ovtcharov, come si può vedere negli scambi più spettacolari della finale, quando la pallina comincia a “incrociare” il campo. Ma contro un mancino, Ovtcharov non capisce niente già in partenza, perché la sua visione con paraocchi non gli fa capire una beata mazza. Certo, in teoria potrebbe adattarsi, perché invece di rovescio contro rovescio si trova a dover scambiare diritto contro rovescio e viceversa, ma il punto essenziale non è nemmeno la “linearità” dello scambio, quanto il fatto di non sapere dove andrà a finire il colpo successivo. Destro contro destro (o mancino contro mancino, ovviamente), almeno all’inizio, c’è una certa regolarità dovuta a un automatismo quasi naturale, finché qualcuno ha l’abilità di variare e in quel momento saltano gli schemi. Nel caso di un destro contro un mancino c’è qualcosa di “storto” sin dall’inizio per chi, come Ovtcharov, ha schemi “da allenamento”. Che poi uno scarso come Lin Gaoyuan gli regali una partita che dovrebbe vincere tranquillamente 4-0 non cambia il significato tecnico e tattico di un giocatore come Ovtcharov. E infatti, quando si trova di fronte Fan Zhendong, viene preso a pallate, magari ha qualche occasione che gli viene concessa da un Fan Zhendong a sua volta con molti problemi in questo momento (ci torno fra poco), ma il fatto di arrivare ai vantaggi in un set o due non cambia assolutamente l’analisi della situazione.

E tutto questo si aggiunge ai difetti di base legati al servizio. Bene essere sempre chiari: gli aspetti psicologici del suo strano modo di eseguire il servizio e di preparare la risposta al servizio non hanno la minima valenza, qui è solo questione di tecnica perché quasi tutti i giocatori europei, sulla scia dei falegnami tedeschi, ma anche sulla scia degli altri incompetenti tecnici europei, hanno la stessa posizione e gli stessi movimenti, in particolare nella risposta al servizio. Tanto per tornare ai Mondiali junior a Riva del Garda, i giovani azzurri, quando aspettano il servizio avversario, si mettono tutti nella stessa posizione, con le gambe piegate in maniera innaturale, col corpo bassissimo, per poi sollevarsi e rispondere. E al servizio, ecco che Ovtcharov parte bassissimo con movimenti inutili e con spreco enorme di energia fisica. Qui la psicologia non c’entra una mazza, i cosiddetti tecnici europei, tedeschi in particolare (molto meno gli svedesi di un tempo), impostano i giocatori in quel modo, facendoli “abbassare” fin quasi a terra nell’attesa del servizio avversario. Beh, provate a guardare non solo i cinesi, ma un po’ tutti gli asiatici, nessuno di loro si piega in quel modo, nella risposta al servizio partono tutti molto più “alti”, busto leggermente piegato, gambe appena piegate, pronti a scattare senza il minimo spreco di energia. Guardando i risultati, possibile che a nessuno venga il dubbio che l’impostazione tecnica “bassa” sia una clamorosa puttanata? Ma si sa, i tecnici europei dicono che loro capiscono davvero, mentre i tecnici cinesi non capiscono un cazzo! Dopodiché, se i giocatori eseguono queste indicazioni come pecore e se non viene loro il minimo dubbio nemmeno quando guardano i cinesi fare esattamente il contrario, beh, che si suicidino pure tecnicamente, resteranno scarsi in eterno.

Dicevo di qualche problema per Fan Zhendong. Intanto, faccio un passo indietro, alla Coppa del Mondo e agli Open di Germania. Siccome si è parlato di cinesi che hanno fatto apposta a perdere, faccio notare un paio di cose. Se uno vuole perdere, non arriva a condurre 10-4 come ha fatto Lin Gaoyuan contro Boll in Coppa del Mondo, perché a quel punto basta uno spigolo, una steccata e la volontà di perdere va a ramengo. Si può arrivare al massimo a 9-4, sicuramente non a 10-4, chi gioca e chi capisce un minimo di tennistavolo non può sparare la cazzata di Lin Gaoyuan che ha fatto apposta a perdere con Boll. Ci ha perso perché è scarso e perché, come tutti gli scarsi, se la fa sotto quando arrivano i momenti di tensione. Per Fan Zhendong la questione è diversa. Probabilmente avete notato, in Tv, che ha perso peso, e non poco. E lui non è che sia convinto di doverlo perdere, lo fa perché i tecnici cinesi gli hanno ordinato di dimagrire, ma anche ad Astana, in via confidenziale, ha manifestato qualche dubbio nello stile cinese: non ha detto, a una persona amica e non cinese, che non è d’accordo coi tecnici, ha detto che lo sta facendo perché glielo hanno ordinato. Il che equivale a dire che lui non lo avrebbe fatto di sua volontà. Ovviamente, non può ribellarsi a un ordine, fra l’altro in un momento in cui non si sa bene chi comanda nella Nazionale cinese e chi potrebbe prendere decisioni importanti un domani. Fatto sta che Fan Zhendong negli ultimi sei mesi ha avuto più di un problema legato soprattutto a un abbassamento della potenza, che gli provoca alti e bassi anche all’interno della stessa partita. Ci sono alcuni scambi in cui un tempo avrebbe sbattuto l’avversario da una parte all’altra dell’area di gioco e nei quali adesso deve subire il contrattacco, segno evidente dei problemi di tenuta fisica, in alcuni momenti regge e stritola chi gli sta di fronte, in altri sembra andare fuori giri, stesso movimento, stessa impressione di potenza, ma pallina più lenta. La partita con Boll, vinta “solo” 4-2 ne è una riprova. E’ una fase delicata, resta da vedere se saprà adattarsi o se avrà la fortuna di trovare un tecnico che non lo snaturi nel tentativo di fargli perdere altri 5 chili, ché sembra essere questo l’obbiettivo fissato. E comunque, quando si è trovato a “dover” vincere, perché per i cinesi queste Finali erano diventate un obbiettivo importante, dopo alcuni fallimenti come la Coppa del Mondo, Fan Zhendong ha preso Ovtcharov e gli ha fatto fare una figura miserevole, a ulteriore dimostrazione che il numero 1 della classifica per questo tedesco è qualcosa di ridicolo, prima ancora che scandaloso.

Ultima notazione, a proposito dei casini cinesi, sugli allenatori. La situazione resta esplosiva e senza soluzione. Il ministro dello sport ha chiesto ufficialmente alla Federazione cinese di nominare un nuovo responsabile al posto di Liu Guoliang, ma la Federazione non ha ancora risposto. Si va avanti con Li Sun responsabile della femminile e Wu Jinping della maschile. Il caso di Wu Jinping è emblematico, perché questo tecnico del Guangdong, bravo nel lavoro di palestra, scarso in panchina, dovrebbe stare già in pensione, ma lo stanno mantenendo nei ruoli perché non sanno a chi dare la responsabilità del settore maschile e gliel’hanno affidato proprio come segnale di “attesa” lanciato al ministro dello sport. Se avessero nominato uno in età giusta, sarebbe potuta essere una decisione definitiva, ma la Federazione cinese non vuole ancora scegliere, magari spera di recuperare Liu Guoliang, quindi ha messo in quel posto un “pensionato” che potrà essere tolto di lì in qualsiasi momento. Rimane però il fatto che questa situazione è dannosa per la squadra, i giocatori non hanno punti di riferimento sicuri e le stesse indicazioni tecniche non sono lineari, ognuno naviga a vista. Per il momento, Wang Hao, Liu Guozheng e Qin Zhijian sono i tecnici guida della maschile. Qualcuno aveva proposto Wang Hao come nuovo capo, ma viene considerato ancora troppo giovane.

Tornando ad Astana, ricordo ancora una volta i limiti dei giapponesi con il loro gioco “piatto”, rotazioni al minimo, per sfruttare la nuova pallina di plastica. La vittoria nel doppio, con Morizono e Oshima è dovuta solo al fatto che i cinesi hanno completamente rinunciato a schierare doppi forti nei tornei del Pro Tour, o schierarli solo poche volte, così da non qualificarsi alle Finali. Lo spettacolo è misero. Fra le donne, ulteriore conferma che i proclami dell’Ittf e degli incompetenti sulla nuova “campionessa” Miu Hirano non erano altro che immondizia. Ribadisco che la Hirano, dopo aver vinto i Campionati Asiatici per gentile concessione delle cinesi addormentate, non ha più vinto una sola partita contro qualunque cinese. Ad Astana ha perso di nuovo con Gu Yuting, stavolta 4-3, ma solo perché la cinese, che poteva vincere comodamente 4-1, si è rilassata. Comunque, è stata un’altra sconfitta per la Hirano e nemmeno contro una delle cinesi più forti, a dimostrazione che le chiacchiere dell’Ittf e dei presunti esperti stanno a zero. Stessa cosa nel doppio, qui i cinesi hanno fatto arrivare un doppio alle finali, quello di Chen Meng e Zhu Yuling, che infatti non solo hanno stravinto, ma non hanno perso neanche un set in tutta la gara. Per il singolo, le cinesi qualificate erano tante che non è stato possibile alcun trucco col tabellone, così le giapponesi sono state asfaltate, come la Ito (spacciata come la più giovane vincitrice di un Pro Tour, dimenticando di dire che quel torneo era senza cinesi) che è stata presa a pallate da Chen Xintong, una delle poche cinesi con scarse rotazioni, ma con mazzate spaventose di diritto e rovescio. Alla fine, ha vinto Chen Meng, 4-0 in finale su Zhu Yuling, con una prova incredibile di tecnica, fantasia e potenza al tempo stesso. Chen Meng ha spesso problemi di tenuta mentale, ma quando riesce a esprimere il suo gioco è insuperabile.

Chiudo con una citazione sulla serata dei Premi annuali riservati a varie categorie. Per carità di patria, non affondo i colpi. Dico solo che come miglior giocatore è stato votato Boll, il quale, con l’onestà che lo contraddistingue, è stato il primo a dichiararsi sorpreso, perché come numero di gare vinte davanti a lui c’erano almeno Ma Long e Ovtcharov. Probabilmente, l’Ittf, sotto il paravento di un voto popolare che puzza molto, ha voluto dare una specie di premio alla carriera a Boll, rendendosi conto che un anno così per lui, alla sua età, è irripetibile. Bene o male, ha vinto un Pro Tour, gli Europei a squadre, in finale in Coppa del Mondo, così ne hanno approfittato per fargli un regalo. Considerato il gigantesco imbroglio della nuova classifica mondiale, non è nemmeno il peggio che si è visto in questo orribile 2017.

A Sesto Fiorentino, Secondo Meeting - Il Block

14 Dicembre 2017 da Ping Pong Italia · 1 Commento 

Dopo il successo dello scorso anno con il clinic su Servizio e risposta al servizio, ora, per un’unica data italiana, è la volta del Block.

Con la collaborazione dell’A.I.C.S Sestese Tennistavolo nei giorni 29 e 30 dicembre si terrà appunto presso il “Centro del ping pong Roberto Paggesi” a Sesto Fiorentino, il secondo meeting, questa volta dedicato esclusivamente al Block.
Ecco il programma

Introduzione del clinic e presentazione dei partecipanti

Analisi tecnica del block

Analisi tattica del block

Vari tipi di block con dimostrazione pratica

Video analisi del block

Domande dei partecipanti e scambio di esperienze.

Il meeting si articolerà in due sessioni di 3 ore e mezza a cominciare dal pomeriggio del 29 Dicembre per concludersi per l’ora di pranzo del 30.

Il numero massimo di partecipanti e’ fissato a 30 ed il costo individuale e’ di 40 euro da pagare prima dell’inizio della prima seduta.
Il corso si terra’ solo se verra’ raggiunto un numero minimo di 18 partecipanti.
Chi intende prendere parte allo stage deve prenotarsi mandando una mail all’indirizzo opuglisitt@gmail.com entro le ore 24 del giorno 22/12/17, e la lista dei partecipanti verra’ confermata entro il giorno 24/12/17.

Le iscrizioni verranno accettate sulla base dell’ordine di arrivo. Per ulteriori informazioni e’ possibile scrivere all’indirizzo opuglisitt@gmail.com o telefonare al numero 3204343596.

A.I.C.S Sestese Tennistavolo
Via Leopardi 64
Sesto Fiorentino

I Mondiali di Riva Del Garda

8 Dicembre 2017 da Ping Pong Italia · 28 Commenti 

Ecco il pezzo del Drago Rosso a proposito dei recenti Mondiali Juniores di Riva Del Garda.

del Drago Rosso

Per dare un’idea dell’interesse che il mondo del tennistavolo italiano ha avuto per i Mondiali junior a Riva del Garda basta citare due semplici fatti. Il primo: alle cerimonie finali di premiazione, per singoli e doppi, domenica sera, della Fitet era presente il solo consigliere federale Enrico Rech, eletto in quota tecnici, quindi non uno dei membri “politici”, in mezzo a vicepresidenti Ittf e altri rappresentanti del tennistavolo mondiale, tutti gli altri erano scappati, dal presidente Di Napoli ai consiglieri federali, ma che bella figura! Il secondo: fra tutti i presenti nelle due sale di gioco erano di più quelli con l’accredito, un qualsiasi tipo di accredito, che i “semplici spettatori”, a riprova che, al di là dei partecipanti, i cosiddetti “appassionati” si sono sbattuti altamente il cazzo di questi Mondiali. E’ vero che c’era la concomitanza delle gare dei campionati nazionali (suprema puttanata della Fitet), ma chi è voluto andare a Riva ci è andato, alcuni veri appassionati hanno chiesto il rinvio delle loro gare e si sono presentati. Gli altri si sono messi a pontificare su forum e social senza avere idea di cosa stesse davvero accadendo a Riva. Insomma, è questa l’immagine del tennistavolo italiano, in cui a parole tutti sono interessati e fanno qualcosa di concreto, nei fatti nessuno opera davvero per il bene di questo sport.
Io invece ci sono stato, dal giorno prima delle gare fino all’ultimo minuto, perciò provo a raccontare un po’ cosa è successo, ma soprattutto il “dietro le quinte”, quello che non risulta dagli atti e dai resoconti ufficiali, quello che viene nascosto e quello che può far capire cosa sta realmente avvenendo nel tennistavolo italiano e mondiale.

REALTÀ TECNICA

La Cina ha vinto tutti i 7 titoli in palio, stavolta ha mandato la squadra più forte (o quasi), sicuramente con i migliori due sia fra gli uomini che fra le donne, a differenza dell’anno scorso, quando si presentò ai Mondiali junior con le seconde linee. Non è una novità che la Cina a volte snobbi questa manifestazione, qualche volta per protesta contro l’Ittf che approva regolamenti nuovi per danneggiare i cinesi (memorabile un anno in cui la Cina mandò la squadra junior di Pechino e non la Nazionale, ma nessuno dell’Ittf se ne accorse), altre volte perché lascia vincere gli altri per carità di patria, per lasciare qualche vittoria agli altri e suscitare un po’ di interesse per uno sport che altrimenti rischierebbe di diventare noioso per i non appassionati. Fra l’altro, le classifiche di categoria sono false, nel senso che i cinesi giocano meno tornei e quindi hanno meno punti, il fatto che siano in tanti li costringe a suddividersi le gare, a differenza di altre nazioni che puntano sempre sugli stessi giocatori che così accumulano più punti. Da gennaio, poi, ci sarà la rivoluzione nelle classifiche, altro “capolavoro” dell’Ittf e scoppierà il casino, che sarà meglio spiegare in altra occasione. Per il momento basta dire che a gennaio il nuovo numero 1 sarà l’indiano Thakkar, ora n.18, bravo sì, ma assurdo che diventi il numero 1 davanti a cinesi e giapponesi. L’unico dubbio, a Riva, è quello riferito al singolo maschile, con l’assenza del giapponese Harimoto, in teoria favorito. Piccola parentesi su Harimoto: ufficialmente ha rinunciato perché infortunato, la verità è che ha preferito allenarsi per le Finali del Pro Tour che si terranno ad Astana in Kazakistan, dal 14 al 17 dicembre (sarò anche là, giusto per informazione). Per il resto, anche la gara a squadre, pur con l’eventuale presenza di Harimoto, non avrebbe avuto storia perché i cinesi non potevano perdere con gli altri due giapponesi in squadra, e infatti li hanno schiantati tutti e tre nella finale a squadre. Quindi, 7 titoli o 6 non sarebbe cambiato alcunché. E non considero nemmeno la possibilità che il Giappone potesse fare qualcosa fra le donne schierando le sue due più forti, Hirano e Ito, perché Wang Manyu e Sun Yingsha sono nettamente più forti di loro. A proposito di Hirano, indicata come la grande speranza per una vittoria contro le cinesi addirittura a livello assoluto, faccio presente che, dopo la vittoria ai Campionati Asiatici, Hirano non ha più vinto una sola partita contro le cinesi, le ha perse tutte, con le più forti (fra cui Wang Manyu) e anche con quelle di medio livello, a riprova di quanto spiegai dopo i Mondiali di Dusseldorf: il suo gioco tutto potenza e scambi non è più una sorpresa per le cinesi che adesso la bastonano regolarmente.

POCHE NOVITÀ

Andando nel particolare, la vittoria di Xue Fei (pennaiolo destro) era quasi scontata, anche se io puntavo su Wang Chuqin (europeo mancino) e continuo a pensare che sia il giocatore tecnicamente più dotato e in prospettiva capace di diventare il più forte di tutti. Ha bisogno però di rendere al massimo per il suo gioco di attacco sfrontato, senza pause. Xue Fei, più potente, è anche più costante e affidabile, ma gli manca qualcosa quando si arriva ai limiti estremi del gioco. Il giapponese Kizukuri ha mostrato parecchi limiti, come anche i suoi compagni Takami, Tanaka e Uda. Stesso discorso per il sudcoreano An Haehyun, bravo ma inconsistente a un certo livello. Ovviamente, potranno migliorare ed evolversi, ma non mi pare proprio di stare davanti a nuovi campioni. Dall’Europa poco o niente. Tecnicamente, il potenziale maggiore è quello del romeno Pletea, ma la sua testa non funziona bene, si mette a fare lo sbruffone e viene punito. Inoltre, tende sempre a indietreggiare quando non riesce a prendere il comando del gioco, tant’è che ha perso con Mutti proprio per questo motivo, facendo esattamente il gioco dell’azzurro. E infine c’è lo svedese Moregard, indicato da molti come il campione del futuro. Dico subito che non condivido questa analisi. A parte il fatto che è il giocatore più buffone che ho visto in tutta la mia vita (con atteggiamenti ridicoli e plateali quando vince e con “pianti” bambineschi quando perde), dal punto di vista tecnico è davvero limitato: gioca prevalentemente di contrattacco, “sparando” bordate impossibili in stile “vediamo se va dentro”, poche le azioni di impostazioni dell’attacco, molte di queste con sparacchiate senza senso. Se troverà un tecnico capace di renderlo più disciplinato tecnicamente e tatticamente (attenzione, non sto dicendo che non debba avere fantasia, dico che quello che lui fa non ha alcunché a che fare con l’estro e la fantasia) potrebbe diventare forte davvero, altrimenti resterà un pazzo che può vincere solo approfittando degli errori degli avversari.
Fra le donne, discorso ancora più semplice. Wang Manyu e Sun Yingsha sono già ai massimi livelli assoluti, altro che junior, quindi sono fuori gioco. Le giapponesi si distinguono sempre con il gioco limitato di una gomma che distrugge e un’altra liscia, quando si arriva a dover giocare seriamente si fermano. Anche qui il discorso delle classifiche resta lo stesso, addirittura la portoricana Diaz è testa di serie n.4 nel singolo! Comunque, per vedere qualcosa di buono bisogna andare ancora una volta in Romania, la cui Federazione, con pochissimi soldi e mezzi, inventa sempre miracoli. Fra le donne, a parte Diaconu e Dragoman, già conosciute, destano impressione due giovanissime, Tania Plaian (2001) e Elena Zaharia (2004). Plaian gioca di topspin, Zaharia più di scambi al tavolo, ognuna ha già un suo preciso stile, frutto di due diverse scuole della Romania, entrambe mostrano qualità tecniche e di carattere che le porteranno a diventare ottime giocatrici. E chiudo questo argomento parlando proprio di “scuole”, perché ancora una volta, guardando soprattutto la Germania, maschile e femminile, si nota la povertà tecnica, che viene colmata, da ormai parecchi anni, solo con le naturalizzazioni di cinesi. Falegnami erano e falegnami restano, con tutto il rispetto per i falegnami veri, che magari farebbero meno danni se si dedicassero al ping pong!

ITALIA NELLE STALLE

Come al solito, discorso a parte per l’Italia, che conferma una crisi tecnica spaventosa. Comincio dalle donne, che hanno meno responsabilità, visto che non possono ancora competere a questi livelli, tant’è che hanno partecipato solo perché si giocava in Italia. Quello che si può dire, a parte Jamila Laurenti su cui torno fra un momento, è che, risaputo, non c’è una scuola di base, un indirizzo tecnico che serva loro come impostazione generale, queste ragazze sembrano né carne né pesce e questa non è una critica alle loro qualità, ma all’essenza del lavoro (?) che svolgono. La sensazione fortissima è che non sappiano che fare, si mettono lì con servizio, attacco, block, top, senza un’idea di gioco, uno schema, niente. L’unica cosa che posso dire è che mi dispiace per loro, meriterebbero una Federazione più seria. Per la Laurenti, invece, il discorso è molto più chiaro. La sua impostazione, con la gomma Neubauer sul rovescio, è dovuta alle indicazioni del padre e del primo allenatore, come lei stessa ha dichiarato al sito dell’Ittf. Quindi, che si sia d’accordo o no sull’impostazione, questa è un discorso personale, niente a che fare con i tecnici federali. Che poi i tecnici federali la seguano e la curino è un altro discorso, voglio solo dire che per trovare una ragazza con una impostazione ben precisa bisogna fare riferimento ad ambienti estranei ai Centri federali e ai tecnici ufficiali della Federazione. Detto questo, il discorso da fare con la Laurenti è complesso, perché ha ottenuto bei risultati finora, a Riva è rimasta imbattuta nella gara a squadre e nel singolo ha perso, di misura con due forti giocatrici di Taipei e Corea del Sud, vincendo con un’altra sudcoreana, ma il punto fondamentale è un altro. Con quel tipo di gomma, che offre vantaggi, ma anche la limita, bisogna avere coscienza proprio dei limiti. Già a Riva si è accorta che, con le giocatrici più forti, il punto non arriva semplicemente dopo un colpo con la gomma strana, perché le avversarie sanno come affrontarla, e sarà ancora più difficile quando passerà senior e giocherà contro avversarie scafatissime. A quel punto, servirà una diversa preparazione mentale (non mollare perché il punto non arriva immediatamente) e tecnica, su come sfruttare la gomma Neubauer quando non assicura il punto facile. Il discorso è delicato e comporta la presenza di un tecnico più che qualificato, ma qui entriamo in un altro campo, quello in cui la Fitet si è distinta per aver voluto cacciare gente come Costantini ed Errigo. Ci torno fra poco, ma resta il dubbio sui progressi che Laurenti potrà compiere se non assistita adeguatamente.
Per gli uomini, anche se il livello tecnico è superiore, il discorso è persino peggiore, proprio perché ci sono ragazzi che hanno dimostrato negli anni passati di poter ambire a obbiettivi importanti e che adesso stanno franando sia dal punto di vista tecnico che da quello mentale. Un disastro, ancora più grande se si considera che le cose sono peggiorate da quando questi ragazzi hanno accettato di rinchiudersi nel Centro di Formia. Paradossalmente, a ottenere il miglior risultato a Riva è Mutti, che non è a Formia, ma è meglio chiarire che è solo una coincidenza perché anche lui mostra limiti tecnici, accompagnati da impostazioni sbagliate in alcuni fondamentali, come nel servizio. Tanto per essere chiari: tutti i servizi di diritto di Mutti sono irregolari, tutti, con pallina nascosta dietro la testa, dietro la spalla, dietro il corpo. Se non glieli chiamano adesso, perché l’arbitro è scarso, non sarà lo stesso ad altri livelli. E si va peggio con gli altri, anche se trovo sconcertante il tiro al bersaglio contro Pinto, che ha avuto chiaramente una involuzione tecnica inspiegabile (o forse non inspiegabile), ma che non è aiutato a risolverla da alcuno. Fra l’altro, Pinto è stato l’unico a Riva del Garda a mostrare un comportamento sportivo e corretto, al contrario del resto della squadra, segno questo di un equilibrio interiore che può essere la base per una rinascita tecnica. Dal punto di vista tecnico, quello che più mi ha colpito in lui è la totale mancanza di reattività, vede dove gli arriva la pallina, sarebbe in grado di colpirla e in tempo per farlo, ma rimane fermo, riflessi nulli, come se non sapesse che fare, davvero sconcertante e ancor più indicativo di pesanti impostazioni negative nel lavoro svolto ogni giorno.
Gli altri si sono distinti più per il nervosismo che per il gioco, a cominciare da Rossi e Amato, quest’ultimo in particolare. In tutte le loro partite si sono notati scatti di rabbia anche quando non c’era tensione dovuta al punteggio o alla situazione della partita, come se questa tensione appartenesse solo a loro. Il peggio si è avuto nella gara a squadre contro l’India. Sembrava che gli azzurri fossero caricati a palla sin dal primo punto, con inspiegabile nervosismo. Nell’ultimo incontro, quello del 3-1 per l’India, fra Rossi e Thakkar, l’azzurro si è visto togliere un punto sul servizio e la sua reazione è stata incredibile: è andato dall’arbitro segnapunti e ha cercato di rimettere il punteggio indietro, con l’arbitro incredulo costretto a fermarlo materialmente con le mani, mentre Rossi diceva ad alta voce: “No, no, non mi puoi togliere il punto”. Gli è andata bene che non lo hanno ammonito. Ma molto peggio ha fatto Amato, prima di lui. Nel terzo incontro, contro Shah, gli viene tolto un punto sul servizio, nel primo set sul 3-1 per l’indiano. Amato ha uno scatto assurdo. Io stavo dietro l’arbitro segnapunti, a un paio di metri, quindi vedevo Amato di fronte e posso dire esattamente cosa ha fatto e cosa ha detto. Amato va verso l’arbitro, la russa Irina Semizorova, con atteggiamento aggressivo e dice testualmente, in inglese: “Tu adesso mi devi dire perché mi hai tolto il punto. Voglio sapere perché mi hai tolto il punto”. La Semizorova resta per un momento in silenzio, chiaramente sconcertata da questo atteggiamento, poi spiega perché ha tolto il punto. Amato insiste, ma alla fine torna al suo posto. Alla fine del set, vinto 11-7 da Shah, Amato va verso l’arbitro segnapunti per prendere l’asciugamano nell’apposito box, ha in mano la pallina e, guardando fisso la Semizorova, le tira la pallina contro, per fortuna non centrandola, ma prendendo il tabellone dei punti. E’ possibile che abbia mirato direttamente al tabellone, invece che all’arbitro, ma il significato del gesto non cambia. Gli va bene perché si prende solo un cartellino giallo, gli arbitri avrebbero potuto richiedere l’intervento del giudice arbitro che avrebbe anche potuto espellerlo direttamente. Dopo la partita, Amato e il tecnico Nannoni sono convocati dal giudice arbitro dei Mondiali che pone l’ultimatum ad Amato: un altro comportamento come quello e sarà espulso dai Mondiali.
Ovviamente, queste cose non le potete leggere in alcun sito, ufficiale e no, in alcun forum, ma sono vere e danno la dimensione di quale sia la situazione del tennistavolo italiano. In particolare, è incomprensibile che un ragazzo come Amato, che ritengo tecnicamente il più dotato dei giovani azzurri e potenzialmente un grande giocatore, che fino a un paio di anni fa si distingueva per educazione e comportamento sportivo, si sia ridotto a giocare così male e a subire una così profonda involuzione anche dal punto di vista mentale. Giusto un’osservazione per capire l’assurdità del suo atteggiamento: mettiamo pure che l’arbitro abbia sbagliato a togliergli quel punto, ma si era sull’1-3 del primo set, tutta una partita davanti. Amato, invece, sembrava stesse ai vantaggi del set decisivo in quanto a tensione e nervosismo. Come è possibile? E come è possibile che i tecnici federali non intervengano per fermare questi comportamenti? Faccio notare che anche Nannoni è stato convocato dal giudice arbitro, non solo per responsabilità oggettiva in quanto tecnico della squadra, ma anche perché gli arbitri dell’incontro hanno segnalato che alla fine anche lui è andato a protestare per i punti tolti su servizio. Insomma, stiamo parlando di un atteggiamento generale, aggravato dal fatto che si tratta di squadre giovanili. E le domande sul clima che si respira a Formia, sulle indicazioni tecniche che vi vengono attuate, si moltiplicano sempre più.

INDIA SULLE STELLE

Al contrario, il lavoro tecnico attuato in India appare sempre più brillante e interessante, non solo perché l’India ha battuto l’Italia nell’incontro che ho citato, ma perché c’è tutta una serie di risultati a dimostrarlo, di squadre e individuali, di uomini e donne. E il lavoro è quello di Massimo Costantini, la cui figura è ancora un’ombra su questa Fitet che lo ha cacciato nel 2005, insieme a Maurizio Errigo, dopo una serie di successi per l’Italia, e che da quel momento ha imboccato la strada del fallimento tecnico. A Riva del Garda, l’India ha ottenuto l’11° posto a squadre maschili dopo aver sfiorato l’ingresso nelle prime 8, battuta 3-2 dalla Francia, che ha ben altre tradizioni e successi in campo giovanile rispetto agli indiani, dopo aver sfiorato la vittoria. Una vittoria che è mancata per l’inesperienza internazionale di Suravajjula, in vantaggio 2-1 con Rembert e 8-6 nel quarto set, per poi cedere 11-8, vanificando i 2 punti di Thakkar su Bertrand e Rolland, una Francia che avrebbe poi ceduto solo 3-2 contro il Giappone nella fase successiva, a riprova del livello cui è giunta l’India, in grado di lottare alla pari con i più forti. E poi, Thakkar che cede 4-2 (dopo aver condotto 2-0) solo al cinese Wang Chuqin, poi giunto in semifinale contro Xue Fei, tre giocatori nei doppi misti giunti agli ottavi, e una ragazza sconosciuta, Kamath (2000), che provoca sorprese nel singolo. Kamath supera il gruppo battendo la tedesca Schreiner e la portoricana Diaz (non la testa di serie) per poi superarsi nel tabellone principale: 4-3 a Lee Yupeng (Taipei) e poi 4-2 alla Kihara (Giappone), n.14 della classifica mondiale junior. Non c’è il singolo risultato, che può anche essere dovuto alla fortuna o al caso, ma una crescita costante di tutta la squadra.

I MIRACOLI DI COSTANTINI

E allora allarghiamo il discorso su Costantini, anche alla luce di dichiarazioni allucinanti, fatte da consiglieri federali o apparse su forum e social. Ancora una volta, le squadre e i giocatori allenati da lui ottengono risultati superiori alle aspettative e alla tradizione storica delle nazioni in cui Massimo opera. Tanto per capirci, ricordo ancora una volta che all’Olimpiade di Londra fu l’unico allenatore al mondo, cinesi inclusi, a qualificare tre suoi atleti, degli Stati Uniti, non di una delle grandi potenze del tennistavolo. E non risulta che l’India abbia mai avuto risultati eclatanti nelle gare junior. Ai Mondiali junior, l’India mancava dal 2011, quando si presentò una squadra di giovani tirati su da Massimo negli anni precedenti, ma senza lui in panchina perché fatto fuori, pochi mesi prima, da una congiura di palazzo. E quella squadra di ragazzi tirati su da Costantini fin quasi alla vigilia dei Mondiali (Gnanasekaran, Ghosh e Desai) riuscì nell’impresa di vincere addirittura il bronzo, i cui meriti andarono scandalosamente a qualcun’altro. Ovviamente, una volta passati senior quei ragazzi, chi sostituì Costantini, non riuscì a tirare su nemmeno uno junior degno dei Mondiali. E faccio notare che per qualificarsi ai Mondiali, nella zona asiatica, ci sono solo 5 posti, assegnati con la classifica a squadre ai Campionati Asiatici 2017. Quindi l’India di Costantini per andare a Riva del Garda ha dovuto superare una qualificazione con al via autentiche potenze come Cina, Giappone, Sud Corea, Taipei, Hong Kong e Singapore. Vi risulta che a Riva del Garda ci fossero le squadre di Hong Kong e Singapore? E non solo l’India si è qualificata, ma lo ha fatto salendo addirittura sul podio di questi Campionati: terzo posto, battuta solamente dalla Cina in semifinale e col Giappone, senza Harimoto, quinto, pur con atleti di classifica mondiale più alta di quelli allenati da Massimo. Ma ogni volta che Costantini ottiene un risultato di questo genere, ecco i sapientoni italiani che cercano di sminuire la sua bravura. Non hanno fatto eccezione alcuni consiglieri federali Fitet a Riva del Garda. Dopo la bruciante sconfitta dell’Italia con l’India, ecco che questi “esperti” se ne sono usciti con la solita frase: “Sì, vabbé, ma lui ha i giocatori forti, mica è merito suo”. Già, lui va nelle nazioni che non hanno mai vinto una mazza o a malapena si qualificano per qualcosa e trova i giocatori più forti! Poi si scopre che quest’anno l’India ha partecipato a 16 Pro Tour e in 12 di questi è salita sul podio di almeno una gara, fino alla vittoria nel singolo maschile in Spagna, due settimane fa, proprio con Gnanasekaran, uno di quei ragazzi tirati su da Massimo prima del 2011 e adesso rinato da quando Costantini è tornato a guidare l’India. Ci era forse riuscita l’India prima che tornasse Costantini ad allenarla? Ma la denigrazione di Costantini continua e si estende anche nei discorsi su internet. Addirittura, in una conversazione si è arrivati a sostenere che per l’Italia ci vorrebbe un altro c.t. della Nazionale, ma è stato fatto il nome di un tecnico straniero, che non cito perché lui non c’entra in questa denigrazione di Costantini. Insomma, chiunque tranne Costantini, che evidentemente non sta sul cazzo solo a questa Fitet, degna erede di quella precedente, ma anche a tanta altra gente in Italia. Si arriva poi all’aperta diffamazione quando interviene il noto pezzo di merda Lelesguizzero, che cita indebitamente l’episodio delle sue dimissioni da consigliere federale per diventare c.t. della Nazionale italiana. Ne ho già parlato, ma ricordo in breve che: da unico consigliere di opposizione, Costantini si vide rigettate tutte le sue proposte, ma quando diventò c.t. dell’Italia, con la condizione fra lui e il presidente Bosi che avrebbe avuto mano libera (condizione pienamente rispettata da Bosi, che diede il via libera a tutte le decisioni di Massimo) su tutti gli aspetti tecnici, Costantini realizzò in quella veste tutto quello che non avrebbe potuto fare da consigliere di opposizione, a cominciare dai programmi tecnici e dall’organizzazione di base fino a quella di alto livello, mettendo in piedi un sistema che favoriva i risultati sul campo e non permetteva favoritismi, tanto che anche i Seconda categoria ebbero la chance di entrare in Nazionale. E allora, chi è stato tradito? Fra l’altro, Costantini venne eletto col 75% dei voti, segno che lo votarono tutti, non solo quelli dell’opposizione. E, prescindendo dai voti che lui ricevette anche dalla maggioranza, quelli che lo avevano votato per far cambiare qualcosa hanno ottenuto esattamente quello per cui l’avevano votato, sia pure in altra veste. L’opposizione avrebbe dovuto fargli un monumento per le cose realizzate con il programma tecnico che nessun altro, prima e dopo di lui, è mai riuscito a fare. Risultato, ripeto ancora una volta, che non si sarebbe raggiunto se Costantini fosse rimasto a fare il solitario consigliere di opposizione. Dove sta il tradimento? Per capire meglio il tutto, basti pensare a cosa hanno ottenuto i 5 (non uno, ma cinque) consiglieri eletti dall’opposizione in questo Consiglio federale che avrebbe una maggioranza di 6 a 5, quindi sempre risicata e in pericolo. Cosa hanno ottenuto? Zero. Gli è stato imposto di nuovo Deniso come c.t. e loro dicono di aver ottenuto una grande vittoria perché hanno limitato il contratto a 2 anni. Già, ma quando scadrà e il presidente Di Napoli lo prolungherà di altri 2 anni, loro cosa faranno? Diranno di avere ottenuto un’altra grande vittoria perché il contratto è di “soli 2 anni”? Vogliamo metterci a ridere o a piangere? E infine, per quanto riguarda quella merda di Lelesguizzero, una dedica diretta: sei stato compagno di Costantini in nazionale, hai fatto finta di essere suo amico, ma dentro ti rodevi il fegato perché lui era più bravo di te e adesso ti sfoghi come un miserabile. Ma dicci un po’: come fai a vivere in questo squallido modo? E questa la chiami vita?
Concludo questa parte, però, tornando ai consiglieri federali. A Riva del Garda molti di loro hanno incontrato Costantini, tanti bei discorsi, complimenti ipocriti e poi la grande domanda: “Ma tu torneresti in Italia?”. Ma quanto sono bravi. Ma li avete capiti questi coraggiosi consiglieri? Loro non hanno scelto Costantini come c.t. dell’Italia perché non sapevano se lui volesse tornare in Italia. Ma questo Costantini è davvero scemo. Perché non ha fatto sapere ai consiglieri che lui sarebbe voluto tornare in Italia? Lo avrebbero eletto a furor di popolo. Ma è anche vero che questi consiglieri sono davvero perspicaci: il c.t. dell’Italia viene cacciato dopo aver portato tanti risultati, è costretto ad andare via dall’Italia per poter lavorare, sta via 10 anni, fra Emirati Arabi, India, Stati Uniti e poi di nuovo India, sta lontano dalla famiglia, da sua moglie e da suo figlio che, quando va in esilio, ha poco più di 10 anni, sta lontano da suo figlio proprio nella fase più importante della sua vita di adolescente, ma qualcuno si chiede ancora se Costantini tornerebbe in Italia. Ma siamo davvero un popolo di geni, oltre che di santi e navigatori! E invito subito gli idioti che, già in passato, hanno sostenuto che ci sono tanti lavoratori che vanno all’estero e che quindi Costantini non può lamentarsi, a non fare confusione. Perché andare all’estero per via del lavoro che manca in Italia è una delle cose più brutte che ci possano essere, ma dover andare all’estero non perché manca il lavoro, ma perché qualcuno ti odia, nonostante tu abbia lavorato bene e fatto il bene della tua azienda-federazione, del tuo sport, beh, quello è peggio ancora. Ed è peggio a maggior ragione se hai fatto il tuo dovere e hai rifiutato di convocare il “figlio di questo o quello”, il cui merito è solo quello di avere il padre che ricopre un certo ruolo. Quindi, per favore, cerchiamo di non prenderci per il culo.

C’ERAVAMO TANTO AMATI

Il discorso sui consiglieri federali, comunque, è l’occasione per una considerazione sulla situazione generale. Come tutti possono constatare, e come avevo già fatto notare qualche mese fa, l’opposizione in Consiglio federale non esiste più. In pratica, dei 5 consiglieri cosiddetti di opposizione, è rimasto solo Gabba e protestare timidamente, conscio comunque che non ha alcuna possibilità di incidere. E gli altri? Si aspetta ancora la grande riforma della tabella voti, per la quale è stato incaricato Paglia, ma sappiamo già che non ha alcuna possibilità di essere accettata, oltre al fatto che le nuove disposizioni del Coni potrebbero rendere inutile il tutto. Quindi, cosa rimane? Per la verità rimane solo la curiosità di sapere che rapporti ci sono fra Di Folco e i “suoi” consiglieri di opposizione, a cominciare da Giordani e Malucchi. Di Folco ha già detto che non mi risponde perché non parla con gli anonimi. Pazienza, me ne farò una ragione. Ma Di Folco ha il diritto di sapere che, senza offesa, me strasbatto altamente che lui non voglia ribattere le mie osservazioni, ma figuriamoci se mi sto a preoccupare. La settimana prossima vado ad Astana, in Kazakistan, per le Finali del Pro Tour, quest’anno sono già stato ai Mondiali, ai Giochi Nazionali Cinesi, a vari tornei internazionali, in giro per qualche Centro tecnico nazionale e a parlare con i maggiori responsabili mondiali del tennistavolo, oltre che con diversi campioni e campionesse, fra partite, pranzi, cene e altro. E secondo Di Folco mi starei a preoccupare se lui non vuole rispondere alle mie critiche? Ma riesce a immaginare quanto stracazzo me ne strafrega? Il vero problema è che non dovrebbe rispondere a me personalmente, ma spiegare a tutti, quelli che l’hanno votato e anche chi non l’ha votato, cosa sta succedendo. Può spiegare a questa gente se lui parla ancora con Giordani e Malucchi? Lo può spiegare? E se non ci parla, può dire perché? Può spiegare perché li ha scelti come componenti della sua cordata? Può spiegare se ha chiesto loro di fare opposizione in Consiglio o se malauguratamente è stato sfanculato? Non è al Drago Rosso che Di Folco deve dare spiegazioni, ma al tennistavolo italiano. Dopodiché, faccia pure finta che io non esista. Lui e tutti gli altri cosiddetti protagonisti del tennistavolo italiano resteranno qui, impantanati in una Federazione che distrugge questo sport, io continuerò ad andare in giro per il mondo divertendomi e rimpiangendo solo la sorte di Costantini e poche altre brave persone che potrebbero fare tanto per il tennistavolo italiano ma ne sono tenute fuori per la vigliaccheria delle innumerevoli pecore che lo popolano.

ORGANIZZAZIONE

Il finale è di nuovo per i Mondiali e riguarda l’organizzazione. Purtroppo, le note sono dolentissime, a dispetto di uno sforzo che è apparso lodevole, ma davvero privo di competenza specifica, non è chiaro se dovuta ai responsabili locali o all’Ittf, perché, stando a dichiarazioni ufficiali e no, c’è un palleggiamento di responsabilità. Comincio dalle sale di gioco. La prima, con soli due tavoli, era la principale, con due tribunette, più che sufficienti fino all’ultima giornata, non adeguate nelle finali, con un po’ di gente che non ha trovato posto, e questo si doveva immaginarlo. Ma il vero problema è stata la seconda sala, se si può chiamare così: una giungla di pali di cemento, sedie, baldacchini rialzati per il pubblico, che ovviamente copriva la visuale degli altri tavoli, davvero qualcosa di incredibile. Ho parlato con molti dei delegati stranieri e tutti si sono lamentati, hanno detto che non era una sala da mondiale. Il problema, però, è che nessuno si lamenta ufficialmente perché c’è una specie di patto tribale in base al quale nessuno può parlare male degli altri, anche perché un domani la nazione che critica potrebbe organizzare la gara ed essere criticata a sua volta. In questo modo, c’è una autoassoluzione comune, ma anche un danno per il tennistavolo. Detto questo, bisogna ricordare che l’edizione precedente, in Sud Africa, è stata perfetta, ma il Sud Africa è fuori dal normale circuito dei Paesi organizzatori.
Dicevo del palleggiamento di responsabilità: la Fitet dice che a decidere la dislocazione delle sale è stato il delegato egiziano dell’Ittf, che ha deciso quale dovesse essere la sala di gioco e quella di riscaldamento. Andando a guardare la sala di riscaldamento ci si chiede perché non sia stata questa la principale: una sola fila di pali al centro, ma che non ostruivano la visione, la possibilità di avere due file da 6 tavoli e una tribuna lungo tutta la lunghezza, insomma, una sala ottima. Qualcuno, in maniera riservata, mi ha detto che forse c’era un problema di altezza per la sala da riscaldamento, ma sono andato a controllare e non ho notato anomalie. Resta il fatto che la Fitet avrebbe almeno potuto sottoporre al delegato Ittf la possibilità di inversione delle due sale, poi se lui avesse insistito ci si sarebbe rassegnati, ma nessuno lo ha fatto. Insomma, uno scaricabarile completo. Altro problema per chi stava a guardare le gare era la mancanza assoluta di informazioni sull’andamento. Nella gara a squadre c’era almeno un tabellone elettronico a ogni tavolo col punteggio totale fra le due nazioni, senza però alcuna informazioni sui nomi dei giocatori e sui parziali. Ma negli individuali i tabelloni sono spariti e si è andati avanti al buio, senza sapere chi stava giocando su ogni tavolo, che turno era, quando si giocava e così via. All’ingresso erano appesi in bacheca i fogli (formato A4) con i tabelloni, ma addirittura senza i nomi dei qualificati dai gruppi e così sono rimasti fino alla fine, senza alcun aggiornamento. Nelle sale, nemmeno quei pochi fogli. E nemmeno il sistema informatico funzionava, perché non veniva aggiornato fino a quando non si concludeva l’ultimo incontro del turno in programma. Perciò, persino sui computer in sala stampa e nella sala degli arbitri, non c’era l’aggiornamento, l’unico era quello “a mano” al tavolo del giudice arbitro. Mi è stato spiegato, sempre in maniera riservata da qualcuno dell’organizzazione locale, che il problema dipendeva dal sistema informatico dell’Ittf, non aggiornato. Resta il fatto che in un Mondiale tutto questo è ridicolo.
Poche informazioni solo dallo speaker nella sala principale, ma qui si apre un altro capitolo speciale. Lo speaker, almeno da quello che si capiva da come parlava, non era italiano, anche se si sforzava di dare la versione in italiano delle presentazioni. Ma ci voleva tanto a prendere un italiano che parla l’inglese? Il bello è che questo speaker, che curava anche la musica e sembrava essere un dj, aveva un modo tutto suo di pronunciare i nomi dei cinesi, all’americana. Per cui Wang Chuqin, che si pronuncia “vang ciucìn”, diventava nella presentazione “ueng ciuquin”. E la Wang Manyu, che si pronuncia quasi come si scrive, “vang manyù”, diventava “ueng men iù”. Non dico che bisogna conoscere la lingua cinese, ma almeno chiedere all’interprete della squadra cinese la pronuncia, quantomeno per una forma di rispetto nei confronti della nazione più importante di questo sport, invece di mostrare la solita arroganza di chi considera tutte le lingue con le regole di pronuncia di quella inglese. Infine, più influente sul gioco, il programma delle ultime giornate, con un intasamento assurdo il sabato, quando ci sono stati 3 turni di singolo, associati a doppi e doppi misti, tanto che si è arrivati a chiudere oltre le 22.30. Sarebbe bastato fare 2 turni di singolo il venerdì e 2 il sabato per sistemare tutto, ma chi ha deciso il programma ha combinato un macello. Fra l’altro, alle 21 di sabato era stato organizzato il “farewell party”, che si sarebbe dovuto tenere nella sala accanto a quella principale. Risultato: è stato annullato perché non si poteva cominciare con le gare in corso nella sala accanto e i giocatori a una certa ora se ne sono andati, visto che erano rimasti a giocare solo i cinesi, due romeni e due coreani. Certo, il party non è necessario, ma annunciarlo e poi annullarlo perché non si è capaci di organizzare un programma intelligente non fa fare una bella figura.

Collezionismo - pins (spille)

7 Ottobre 2017 da Ping Pong Italia · Lascia un commento 

Ciao a tutti i lettori del blog di Max!!!

Colgo l’occasione per presentarmi.

Mi chiamo Tonino Solazzi e sono un appassionato di ping pong (“tennis – tavolo” per gli addetti..) da più di 30 anni (passione che mi fa “giocare” ancora con la società CRDC di Torino)

Sono uno dei pochi collezionisti di “pins” di ping pong in Italia e nel mondo.

In Italia il collezionismo di “pins” (spille) è molto diffuso, anche se la quasi totalità dei collezionisti è rivolta allo sport del calcio.

Premesso che mentre altri settori del collezionismo , quali filatelia e numismatica , sono ben catalogati e definiti, non esiste un preciso punto di riferimento per questo tipo di collezionismo.

Vorrei cogliere l’occasione di segnalarvi il mio sito web (in aggiornamento) nel quale potrete visionare diverse foto della mia collezione

www.tabletennispins.weebly.com

Il mio obiettivo è quello di “catalogare” l’intera collezione (circa 4000 pins) e di indicare altresì i pins non presenti nella mia collezione

Alla data odierna è quasi concluso l’elenco dei pins delle federazioni mondiali, campionati mondiali ed europei!!

Se qualcuno di voi avesse e/o trovasse qualche “pin” può contattarmi al 3668744426 o alla mail

solton66@alice.it

Un saluto a tutti  !!

Solazzi Tonino

Cell.3668744426

www.tabletennispins.weebly.com

Il pingpong in India

14 Agosto 2017 da Ping Pong Italia · 12 Commenti 

Come forse saprete nel 2009 e 2010 ho ricoperto il ruolo di allenatore in India in preparazione dei Giochi del Commonwealth e Asian Games 2010, a distanza di 6 anni peraltro tutti passati negli USA ho ripreso a fare quello che era stato interrotto appunto nel 2010 con l’obiettivo ancora una volta di preparare le squadre indiane per i Commonwealth Games 2018 e Asian Games 2018.

Molte le differenze tra il primo e il secondo “mandato” prima di tutto il livello in India è notevolmente migliorato, il numero di praticanti particolarmente aumentato, qualità organizzative sempre all’altezza, i tornei nazionali condotti con competenza e una federazione più efficiente.

In India ci sono 7 appuntamenti nazionali: 5 tornei localizzati al Nord, Est, Ovest, Sud e centro, i Campionati Inter-Istituzionali riservati alle Istituzioni e i Campionati Nazionali.

Non ci sono categorie se non quelle di età, infatti agli appuntamenti nazionali ci sono 5 gare, i senior, U21, Junior, Allievi e Giovanissimi. Ad ogni torneo che dura circa 6 giorni partecipano almeno 1400 giocatori, ricordo nel 2009-2010 a malapena arrivavano a 900-1000. Infine le classifiche nazionali si azzerano ogni anno.

La domanda di pingpong cresce mese dopo mese e ormai le cosiddette accademie del pingpong si moltiplicano, alcune di loro sono alla ricerca anche di allenatori stranieri, insomma un movimento davvero in crescita.

Molti di voi avranno familiarizzato con il nome Stag, fresco sponsor tecnico federale, l’azienda di Meerut (UP) ha annunciato un progetto ambizioso, 1 Milione di pongisti per il 2020, conoscendo i protagonisti di questo progetto non faccio fatica a pensare che centreranno l’obiettivo.

Un’altra differenza è nel mio operato, ora sono responsabile delle nazionali maggiori e giovanili, non ho una settore specifico da seguire come il settore maschile o femminile, l’impegno è a 360˚ e il lavoro, vi assicuro, non manca.

Quest’anno ad attirare l’attenzione dei media, un gruppo di imprenditori di Mumbai ha dato vita all’Ultimate Table Tennis, un campionato a squadre riservato a 6 compagini composte ognuna da 8 giocatori, 4 stranieri e 4 indiani equamente suddivisi in uomini e donne, a gestire le squadre 2 tecnici uno straniero e uno indiano. Per 18 giorni consecutivi è andato in scena uno show davvero di livello con tante novità, la prima fra tutte la trasmissione dal vivo su uno dei canali principali di sport nella cosiddetta fascia prime time, a ciò si aggiunto lo streming internet e anche vari canali social. Gli indiani hanno confezionato un prodotto davvero interessante a cominciare dal montepremi di € 400,000. La prima squadra classificata i Falcons si è aggiudicata € 132,000 la seconda i Challengers 100,000 e la terza Dabang Smashers 66,000. Ogni sera venivano asseganti 4 premi speciali: al miglior Indiano, al miglior straniero, per la miglior giocata e per lo scambio più lungo. Dunque un’occasione in più per molti pongisti di livello che hanno trovato in questo UTT un’ulteriore fonte di introito, si parla di alcuni che hanno percepito anche € 30,000 per un impegno di 3 settimane

Non spaventatevi ma l’iscrizione all’Ultimate Table Tennis costava appunto € 400,000

I manager/imprenditori che hanno sottoscritto l’impegno economico dopo nemmeno un giorno dal lancio dell’UTT avevano già coperto abbondantemente l’investimento sottoscrivendo a loro volta contratti di sponsorizzazioni con altre aziende.

3 luoghi di incontri: Chennai, Delhi e Mumbai
9 partite di 3 sets l’una per un totale di 27 sets.
4 singoli maschili, 4 singoli femminili e un doppio misto.
Si aggiudicava il match la squadra che totalizzava 14 sets.
Un time-out per set di 15″ nel caso in cui uno dei due avversari conseguisse per se il quinto punto.
In caso di 10-10 entrava in vigore il Golden Point.
Gare giocate con più palline peraltro Stag e su tavoli Stag.
Il gioco doveva riprendere entro 10 secondi dal momento che il giocatore entrava in possesso della palla dovutamente consegnata dall’arbitro, in pratica a fine scambio i giocatori non si dovevano preoccupare di andare a raccogliere la pallina, l’arbitro prontamente ne consegnava subito un’altra e se la “melina” superava i 10″ il giocatore veniva sanzionato con l’assegnazione del punti all’avversario. Curiosità, è successo proprio ad un Indiano Amalraj Anthony che sul 1-1 al Golden Point 10-10 contro credo Monteiro, l’arbitro indiano ha assegnando il punto a Monteiro ponendo fine alla gara. Non vi dico l’imbarazzo generale, ma lo show era anche questo.

Insomma una formula televisiva se vogliamo ma che ha avuto anche tanti risvolti tecnici. Si è visto che con il ridurre i tempi di ripresa del gioco, il livello dei giocatori si equilibrava, sovente e specialmente gli atleti di alto livello non riuscivano a concentrarsi, tanto diverso era il meccanismo, i servizi imprecisi, fretta nel colpire la palla, a volte errori davvero troppo banali.

Ecco alcuni nomi di stranieri presenti all’UTT: Han Ying, Wu Yang, Doo, Kim Song I, Petrissa Solja, Sabine Winter tra le donne, Wong Chun Ting, Fegerl, Freitas, Gionis, Gerell, Apollonia, Quadri per gli uomini.

Gli indiani si sono comportati molto bene sorretti anche da uno spirito di squadra davvero inusuale, infatti inizialmente gli stranieri erano alquanto freddi ma poi si sono lasciati coinvolgere in un’atmosfera unica.

Per chi volesse saperne di più ecco il link dell’Ultimate Table Tennis

Qui invece su Hotstar potrete rivivere tutte le gare.

Sul fronte del circuito mondiale, ossia dei risultati internazionali, gli Indiani si stanno facendo notare; secondo il sistema delle classifica mondiali che entrerà in vigore dal primo di gennaio 2018, 6 indiani uomini e 2 donne figurano nelle prime 100 posizioni, il primo fra loro è Achanta al 37mo posto e l’ultimo e Shetty alla posizione 84 mentre tra le donne Batra è alla 59ma e Mouma Das alla 70ma.

In breve, con il nuovo sistema non si calcoleranno punti rating vinti o persi a seconda se il risultato è previsto o imprevisto, farà fede solo il piazzamento nel tabellone ad eliminatoria con l’aggiunta minima di punti per ogni partita vinta nel girone di qualificazione.

Mentre vi scrivo siamo qui a Panagyriushte per disputare il World Tour di Bulgaria, beh…speriamo bene.

A presto e un caro saluto a tutti voi.

Coach Max

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