Drago Rosso ci racconta del Kuwait

6 Marzo 2006 da Ping Pong Italia 


Riceviamo, a margine del Kuwait, un contributo davvero interessante da parte del Drago Rosso che non mancherà di suscitare commenti.

lettura di 15′

Gli Open del Kuwait sono stati l’ultimo appuntamento internazionale prima dei Mondiali a squadre di Brema (24 aprile-1 maggio). Perciò, credo sia il caso di fare il punto della situazione per cercare eventuali spunti interessanti proprio in vista dell’avvenimento più importante della stagione.
Cerco ora di racchiudere qui, in poche righe, gli argomenti più importanti di cui mi occuperò in questa analisi:
1) Il dominio dei cinesi, con qualche problema interno.
2) I limiti degli europei, senza speranze per i Mondiali.
3) La caduta di Boll, che fallisce l’esame di maturità.
4) La situazione degli azzurri, ai limiti del disastro.
5) La non più rinviabile necessità, per Bobocica e Stefanova, di lasciare l’Italia se vogliono diventare campioni.

IL DOMINIO CINESE
I due campioni mondiali in carica, Wang Liqin e Zhang Yining, hanno una battuta d’arresto in Kuwait, ma sono subito rimpiazzati da altri cinesi. L’unica sorpresa (relativa) è la vittoria di Jiang Huajun (cinese “emigrata” a Hong Kong a ottobre 2005) nel singolo femminile, ma stiamo parlando comunque di una cinese. Il significato tecnico rimane lo stesso: tutti cinesi (ufficiali e di Hong Kong) nelle finali, di singolo e di doppio, maschili e femminili. Wang Liqin-Ma Lin è la finale del singolo maschile in Qatar, Ma Lin-Chen Qi in Kuwait. Singolo femminile: Zhang Yining-Li Xiaoxia in Qatar, Jiang Huajun-Guo Yue in Kuwait. Doppio maschile: Wang Liqin/Wang Hao-Boll/Suss in Qatar, Chen Qi/Ma Lin-Li Ching/Ko Lai Chak in Kuwait. Doppio femminile: Zhang Yining/Wang Nan-Zhang Rui/Tie Yana in Qatar, Zhang Yining/Wang Nan-Lin Ling/Lau Sui Fei in Kuwait. Su otto finali, c’è stato solo il doppio tedesco a rompere l’egemonia di Cina e Hong Kong.
Non si può parlare di coincidenze. Al massimo, si potrebbe considerare l’inserimento di nazioni come Singapore per le gare femminili (assente in Qatar e Kuwait perché impegnato nei Giochi del Commonwealth) e soprattutto della Corea del Sud in entrambi i settori (assenti in Qatar e Kuwait perché impegnati nelle lunghissime e durissime selezioni per formare le squadre per i Mondiali). Ciò non toglie che, almeno nelle gare femminili, non c’è spazio per chi non è cinese. L’unica sorpresa, ai Mondiali, potrebbe venire dalle sudcoreane se batteranno Hong Kong. Altri risultati non sono possibili.
Sempre restando alle donne, c’è da citare un episodio significativo accaduto in Kuwait. Negli ottavi di finale, la campionessa mondiale e olimpica Zhang Yining ha perso con Juang Huajun, che ha poi vinto il torneo. Sul 3-0 per Jiang Huajun, l’allenatore di Zhang Yining, che si chiama Li Sun, ha un comportamento incredibile: mentre Zhang Yining sta andando verso la panchina, lui si alza e se ne va, platealmente. L’arbitro lo richiama per dirgli di stare al suo posto, ma lui fa segno che non tornerà, per lui la partita è finita. Li Sun, insomma, lascia sola Zhang Yining e fa capire che la sua decisione deriva dal fatto che la giocatrice non sta seguendo i suoi consigli. E’ un episodio inconsueto per un tecnico cinese. Voglio ricordare, infatti, che il comportamento dei tecnici cinesi, in panchina, è il più serio e composto che si possa vedere. Anche quando il giocatore sta andando malissimo, loro non gridano, non rimproverano, si limitano a dare consigli con la massima calma. I veri rimproveri li riservano per gli allenamenti, lontano da occhi estranei, e lì sono davvero duri. Ma in partita non c’è alcuna possibilità che mostrino i nervi. A maggior ragione, il comportamento di Li Sun è assurdo, e lo è ancor di più se si considera che lo ha avuto nei confronti di Zhang Yining, un modello di serietà, di sportività, di impegno, che perde un paio di partite l’anno (nel 2005 addirittura solo una!). E’ evidente che ci sono altri motivi alla base di quanto accaduto in Kuwait, legati a un atteggiamento da “superdivo” che vuole mostrare a tutti il suo ascendente sulla campionessa mondiale. L’effetto è stato miserevole non per Zhang Yining, ma per Li Sun. Ma, soprattutto, è un esempio del fatto che non tutti i tecnici cinesi sono bravi come si pensa. Qualche pecora nera c’è anche lì.
L’altra sorpresa è la sconfitta di Wang Liqin contro Chen Weixing. Il campione mondiale ha pagato un po’ di stanchezza fisica e anche mentale. Nel terzo set, per esempio, era in vantaggio 10-4 e ha perso 10-12. Nell’ultimo set è stato davvero sfortunato, in vantaggio 6-4 è andato sotto 6-8 con 3 spigoli e reti di Chen Weixing, ma è chiaro che il significato complessivo della sconfitta non può essere ristretto a questo episodio. Semplicemente, Wang Liqin, come Zhang Yining, è un giocatore che perde pochissimo, il che presuppone uno stress mentale e fisico notevole, ogni tanto una sconfitta come quella con Chen Weixing è ammissibile. Il discorso più importante è un altro: anche quando i cinesi più forti perdono, ce n’è una marea che li sostituisce, notevole fra gli uomini, spaventosa fra le donne. Fra gli uomini, in effetti, bisogna considerare anche un’altra clamorosa sconfitta, quella di Wang Hao con il redivivo Chila. Si è già parlato della fragilità psicologica di Wang Hao, che ha perso gare importanti in modo assurdo. Anche questa entra a far parte dell’elenco. Wang Hao è potenzialmente fortissimo, ma mostra una sconcertante debolezza mentale. Nel caso specifico, a sua parziale giustificazione, c’è da dire che i pennaioli si trovano in difficoltà contro i mancini che hanno un buon rovescio, come Chila appunto. Il motivo è semplice: il loro ritmo viene sconvolto dall’anticipo del colpo di rovescio dal lato da dove di solito arriva quello di diritto, con tempi completamente diversi. Un altro esempio illustre: Liu Guoliang ai Mondiali del ’97 perse due partite, una nella gara a squadre, contro Chila, una nel singolo, contro Karakasevic, anche lui mancino con un grandissimo rovescio.
Restiamo nel Kuwait. C’è da ricordare infine la sconfitta di Ma Long, al primo turno col polacco Gorak. Ma Long, dopo gli exploit nei mesi finali del 2005, sta avendo una specie di appannamento, dovuto anche a un problema alla caviglia, ma probabilmente sta scontando anche i continui cambiamenti di allenatori, tre in un solo anno: prima Xiao Zhan, poi Li Yi, infine Liu Guoliang. Sembra che ci sia una vera e propria gara a diventare il suo allenatore, perché è il giovane cinese più promettente. Ma questo indica anche qualcos’altro: Ma Long è l’unico cinese, fra i giovani, di livello comparabile con i più forti, senza comunque essere come un Kong Linghui o un Wang Liqin. Ciò significa che qualche problema i cinesi ce l’hanno per sostituire i grandissimi campioni degli ultimi dieci anni. Non hanno problemi a vincere perché ci sono comunque Wang Liqin, Ma Lin, lo stesso Wang Hao, Chen Qi, Hao Shuai in grado di garantire un livello medio altissimo, e perché gli europei stanno peggio, ma è evidente che qualcosa non va nel ricambio dei cinesi. Ma questo è un argomento che affronterò in maniera più approfondita in futuro.
Rimane l’indicazione per i Mondiali. Non ce n’è per nessuno. Cina su tutti.

I LIMITI DEGLI EUROPEI
Nei quarti di finale agli Open del Kuwait, nel singolo maschile, troviamo un solo europeo, Schlager. Naturalmente, non fa testo Chen Weixing, che è cinese, anche se gioca per l’Austria. Gli altri sei sono 4 cinesi e 2 di Hong Kong, questi ultimi ex nazionali cinesi. E non si può dire che in Kuwait non ci fossero i migliori europei. C’erano quasi tutti. E quasi tutti hanno perso con cinesi e hongkonghesi (e meno male che mancavano i sudcoreani). Boll ha perso con Li Ching, ma sul tedesco tornerò nel punto successivo dedicato specificatamente a lui. E con Li Ching ha perso anche Smirnov. Suss e Legout hanno perso con Wang Liqin, Karlsson e Schlager con Ma Lin, Lundqvist con Chen Qi, Saive con Jiang Tianyi (giovane cinese senza grande futuro e perciò ceduto a Hong Kong), Chila con Hao Shuai, Rosskopf con Ko Lai Chak. Solo Crisan (con Blaszczyk, che poi ha perso con Chen Weixing) e Samsonov (con Schlager) non hanno ceduto a cinesi e compagnia.
Se non è uno sfacelo questo, accetto proposte per una definizione più appropriata. Se mettiamo dentro anche i risultati del Qatar, ci avviciniamo alla catastrofe. E, ripeto, i cinesi non erano in gran forma. Una mezza giustificazione posso darla a Samsonov (e non perché sia mio amico), il cui calo è comprensibile, visto che, negli ultimi mesi del 2005 e agli Open di Croazia, è stato protagonista di numerose e grandi vittorie contro i cinesi. Considerato anche il suo tipo di fisico, appare logica una pausa che gli permetta di arrivare in forma ai Mondiali. La stessa giustificazione non mi sento di darla agli altri europei perché non hanno mostrato la stessa “pesantezza” di Samsonov. Al contrario, sono apparsi vispi e brillanti, anche fin troppo “leggeri” in questo momento della stagione, a due mesi dai Mondiali. Non si può certo dire che abbiamo attenuanti legate alla condizione fisica. E hanno perso, in alcuni casi in maniera imbarazzante.
Sempre più si notano i limiti tecnici degli europei, in particolare nei movimenti delle gambe, con un incredibile spreco di energie. Faccio un solo esempio, in cui sono coinvolti anche Boll (di cui parlerò dopo) e Maze (che non ha giocato in Qatar e Kuwait per i problemi legati alle vignette satiriche su Maometto pubblicate in Danimarca): l’attesa nella risposta al servizio.

Mentre l’avversario sta per effettuare il servizio, fate caso alla posizione di chi riceve. I cinesi e gli asiatici in generale (molto buoni anche i sudcoreani in questo fondamentale) hanno le gambe poco larghe, corrispondenti all’equivalente distanza delle spalle, o appena un po’ più larghe, e poco flesse. Quando devono scattare per la risposta, sono pronti e hanno la migliore spinta verso il punto su cui si dirige la pallina: massima efficacia e utilizzo delle giuste energie, nessuno spreco. Quasi tutti gli europei (con Boll e Maze in particolare) hanno una posizione assurda: gambe larghissime, molto di più dell’equivalente delle spalle, al punto che il culo (tanto per parlare chiaro) si trova alla stessa altezza delle ginocchia.

Lo sforzo per sollevarsi è grandissimo, e inutile, perché non c’è un solo motivo logico che faccia preferire questa posizione. Chi l’ha inventata è un animale (senza offesa agli animali veri), un autentico criminale della tecnica del tennistavolo. In genere, si tratta di allenatori tedeschi. Sì, perché i rumeni, per fare un altro esempio di gente che capisce di tennistavolo (vista la loro storia, la loro tradizione, la loro cultura del tennistavolo) impostano i giocatori in maniera differente, anche rispetto alla posizione dei cinesi, ma ugualmente valida, e forse anche più efficace. Sempre per quanto riguarda l’attesa nella risposta al servizio, provate a guardare giocatrici come Steff e Dodean. Le gambe sono appena più larghe rispetto alle spalle, i piedi sono piantati per terra, ma, e qui sta la novità rispetto ai cinesi, le gambe si muovono, una oscillazione da destra a sinistra che coinvolge il corpo e che lo tiene pronto a reagire immediatamente, appena l’avversario parte col servizio.
Il senso del discorso è che gli europei (con le eccezioni di rumeni, ungheresi e svedesi) impostano i giocatori con una tecnica approssimativa (a voler essere buoni) o addirittura con una tecnica sbagliata. I risultati si vedono. Certo, c’è qualche giovane che si mette in luce, come Ovtcharov, ma il suo caso è particolare. Come ho già detto, è stato preso in cura da Leo Amizic (croato, il miglior tecnico europeo), che gli ha dato una impostazione corretta. Ora Ovtcharov è guidato da allenatori tedeschi, bisogna vedere se resisterà all’opera di distruzione delle sue basi tecniche. Per il resto, l’Europa è allo sfascio.

LA CADUTA DI BOLL
Qatar e Kuwait dovevano essere le occasioni di una verifica delle potenzialità di Boll, soprattutto nei confronti dei cinesi. Dopo la vittoria in Coppa del Mondo, a ottobre, Boll aveva perso e vinto con Ma Long (agli Open di Germania e Svezia). In Croazia non aveva giocato perché a letto con la febbre. Aveva poi vinto il Top 12 europeo (una gara che non esiste in Asia), senza avversari asiatici. Quindi, Qatar e Kuwait potevano rappresentare una specie di esame di maturità, che però non c’è stato, per vari motivi. Intanto, Boll non ha incontrato alcun cinese, ha perso prima. In Qatar è stato annientato (0-4) da Lundqvist, giocatore molto bravo, ma non di prima classe. In Kuwait, ha battuto al primo turno Ma Wenge (cinese, sì, ma vecchiarello), poi Eloi, infine si è trovato di fronte Li Ching (ricordo ancora, di Hong Kong, ma ex nazionale cinese) e anche in questo caso non c’è stata partita: 4-1 per Li Ching. In entrambi i casi, Lundqvist e Li Ching, non è stato solo il risultato a essere clamoroso, ma soprattutto il modo in cui Boll ha perso. Contro lo svedese, ha sofferto la potenza e la velocità, è apparso sempre in ritardo e fuori tempo, non è mai riuscito a impostare l’attacco per primo. Contro Li Ching, uguale ritardo, sia nelle azioni d’attacco, con l’avversario sempre pronto al centro del tavolo per il block o il contrattacco, sia nelle azioni di difesa. Gli attacchi di Li Ching coglievano Boll quasi sempre fuori tempo, costretto a recuperi impossibili negli angoli. E quando ‘attacco era centrale, Boll non riusciva a controllarlo. Questione di forma? Non credo proprio. Intanto, nei primi turni, Boll è apparso fresco, scattante, e lui stesso ha detto di sentirsi bene. Poi, una volta arrivati avversari più tosti, ecco che Boll improvvisamente diventava lento e pesante.
Ancora una volta, bisognerebbe fare un serio esame tecnico di Boll. Purtroppo, credo sia inutile. E lo credo perché mi sono stancato di leggere interventi di questo genere: “E figuriamoci cosa riuscirebbe a fare se la sua tecnica fosse giusta”. Diciamo che, quando dico che la posizione di Boll in risposta al servizio è da “animali” (culo all’altezza delle ginocchia), mi piacerebbe che qualcuno mi sbugiardasse tecnicamente.
Vorrei proprio vedere chi ha il coraggio di dire che quella è la posizione giusta. E lo stesso per quanto riguarda il suo modo sbagliato di fare il topspin di diritto, la sua totale mancanza di bilanciamento sull’asse centrale del corpo.

Comunque, visto che ho già indicato i difetti tecnici di Boll e che non ho avuto risposte, mi limito a esaminare una gara che, nel giudizio generale, è stata un trionfo per lui, così spiegherò quale sia il reale significato tecnico di questa vittoria. Mi riferisco alla Coppa del Mondo, in cui Boll ha battuto tre cinesi: nell’ordine Wang Liqin, Ma Lin e Wang Hao. Comincio dal girone eliminatorio. Boll perde con Samsonov, non di brutto, ma nettamente sì. Samsonov comanda sempre il gioco e quando Boll attacca col top di diritto lui risponde con blocckoni di rovescio che fanno paura. Boll vince con Chuan Chih Yuan, un giocatore in netto declino, e lo fa con un 4-1 che appare facile ma che nella realtà è una continua sofferenza, quasi tutti i set ai vantaggi, con Chuan Chih Yuan che è quasi sempre in vantaggio e spreca molte palle del set. Boll, quindi, è secondo nel girone, dietro Samsonov. Nel tabellone finale gli capita Wang Liqin.
A questo punto, faccio un passo indietro e racconto la situazione dei cinesi. Già, perché i tre cinesi che arrivano a Liegi per la Coppa del Mondo non sono tre giocatori, ma tre zombi, che a malapena si reggono in piedi. Non bastasse l’attività massacrante cui si sono sottoposti per tutto l’anno (internazionale e nazionale, quest’ultima ancora più pesante), i cinesi prima della Coppa del Mondo hanno i Giochi Nazionali Cinesi, l’appuntamento più importante per loro. In quella occasione, Ma Lin mi dice che non si regge più in piedi. Comunque, ci sono 10 giorni di gare, dal 9 al 18 ottobre, gare a squadre e individuali. La sera del 18 ottobre, Wang Liqin e Wang Hao giocano la finale del singolo maschile (4-0 per Wang Liqin). Wang Liqin, Wang Hao e Ma Lin non hanno la possibilità di riposare nemmeno un minuto. La mattina dopo, 19 ottobre, prendono l’aereo da Shanghai per Pechino. La mattina del 20 ottobre, hanno l’aereo da Pechino per l’Europa, perché devono giocare la Coppa del Mondo, che comincia il 21 ottobre. Mentre Boll e i giocatori europei si stanno allenando e preparando la gara, i cinesi viaggiano da un capo all’altro del mondo. Arrivano a Liegi, nell’albergo ufficiale della manifestazione, alle 3 del mattino del 21 ottobre. Ci sono io ad aspettarli (ero partito un giorno prima di loro da Shanghai per tornare in Europa) e posso testimoniare che sono arrivati proprio a quell’ora. Si svegliano la mattina alle 10, dopo nemmeno 5-6 ore di sonno, per andare a riscaldarsi, visto che alle 14 devono cominciare a giocare. Queste sono le informazioni che sul sito dell’Ittf non troverete mai.
Potete immaginare in quali condizioni si trovino i cinesi, stanchi, reduci da un viaggio lunghissimo, col fuso orario da smaltire (chiunque abbia fatto un viaggio del genere sa che ci vogliono 3 giorni per smaltire la differenza di orario), ma obbligati a scendere subito in campo. Il bello è che nel primo giorno riescono a giocare bene. Poi, crollano, come è logico che sia. E Boll se li trova di fronte esattamente in queste condizioni. Un giocatore fresco come Boll, che è stato a casa sua a preparare la gara, senza viaggi aerei, senza fusi orari da smaltire, con un sonno regolare (non con 5-6 ore scarse dopo un viaggio di diecimila chilometri), dovrebbe vincere 4-0. Ebbene, Boll vince 4-3 tutti e tre gli incontri con i cinesi, al termine di vere battaglie, tutte tiratissime, in cui rischia di andare sotto più di una volta. E in finale, addirittura, si trova sotto 2-3 e 4-8 contro Wang Hao, che spreca maldestramente la palla del 9-4. Ebbene, dopo questa vittoria si alzano le grida di osanna per una vittoria che viene spacciata per un trionfo sui cinesi. Diciamo le cose come stanno: un trionfo su tre zombi.
E, badate bene, non sto a contestare la vittoria di Boll. Meglio chiarire. La vittoria è sacrosanta, perché Boll non può essere accusato di essere responsabile dei calendari folli, dovuti all’organizzazione vergognosa dell’Ittf. Se ha la fortuna di poter approfittare di coincidenze a lui favorevoli, niente da dire. La vittoria è sua e non si discute. Quello che discuto, invece, è il significato tecnico della vittoria. Non si può nascondere agli appassionati qual è stata la reale situazione della Coppa del Mondo, la reale situazione dei cinesi. E non si può spacciare una cosa per un’altra. Boll ha vinto la Coppa del Mondo, nessuno gliela toglie, ma quando si vanno a fare discorsi tecnici, si deve dire la verità, non si possono dire corbellerie enormi. Boll non aveva mai battuto Ma Lin e Wang Hao, dai quali aveva ricevuto batoste indimenticabili. All’improvviso, li batte entrambi. Non vi viene un minimo sospetto su cosa sia davvero accaduto? Il riscontro lo abbiamo in Qatar e Kuwait, con le sconfitte contro giocatori forti sì, ma di livello inferiore ai primi del mondo. Questa è la realtà, non quella della Coppa del Mondo.

IL DISASTRO DEGLI AZZURRI
Parlare di disastro proprio quando Tan Wenling arriva ai quarti di finale in Kuwait può apparire paradossale, ma anche in questo caso credo si debba andare al di là della facciata. Tan Wenling gioca e si allena in Germania, con il club dell’Homberger. Fa anche i raduni azzurri, ma il grosso del lavoro lo svolge per conto suo. Gli ultimi risultati le sono stati favorevoli e l’hanno portata in una posizione di classifica, la n.34, quasi il massimo della sua carriera (era stata n. 31 a giugno 2005). Quindi, è una giocatrice che va avanti per conto suo. Dovremmo dire “per fortuna”, visto il rendimento delle altre ragazze, oltre che degli uomini.
La situazione è negativa al massima. Gli azzurri e le azzurre, con l’eccezione di Tan Wenling fra le donne, di Yang Min fra gli uomini (un altro che si allena per conto suo) e di Bobocica che fa intravedere sprazzi di classe, sono allo sbando totale. Non c’è un progetto, non c’è una indicazione tecnica nelle due nazionali, niente di niente. Il c.t. delle donne, Plese, si vede solo al momento della partita, quando arriva e si accomoda in panchina. Poi, è come un fantasma. In Qatar e Kuwait non c’era Nannoni, che è dovuto restare vicino alla moglie per la nascita della figlia, era stato sostituito da Stefanov, che, a mio parere, dovrà impiegare un bel po’ di tempo per riaversi dallo choc di aver toccato con mano una squadra allo sfascio.
L’unica reazione dei giocatori è stato un violento attacco di “sindrome permalosa acuta” dopo aver letto il mio articolo sugli Open del Qatar. Non devo nemmeno rispondere. Li invito solo a riflettere su alcuni punti: a che ora sono andati a dormire in Qatar e Kuwait? quante ore di allenamento hanno fatto in Qatar e Kuwait prima di essere eliminati e, soprattutto, dopo essere stati eliminati? quante gare dei loro compagni di squadra hanno visto? quante gare dei più forti giocatori del mondo hanno visto? quanto tempo sono stati in palestra e quanto in albergo?
Ci sarebbero altre domande interessanti da fare, ma mi limito a queste, per il momento. Il concetto più importante è questo: non stiamo parlando di ragazzi che giocano a ping pong per piacere, che comunque ci deve essere, stiamo parlando di professionisti, per i quali il tennistavolo è un lavoro. Da loro si aspettano comportamenti adeguati sia alla professionalità, sia al fatto di rappresentare l’Italia, in campo sportivo e no. Nessuno mi può smentire quando dico che nessun’altra squadra, fra tutte quelle presenti in Qatar e Kuwait (ma in generale in qualsiasi manifestazione internazionale) ha lo stesso comportamento di quella azzurra, in tutti i sensi. Questione anche di manico, certo, ma il manico, dopo che sono stati cacciati Costantini ed Errigo, non c’è più.
Dal punto di vista tecnico, c’è poco da dire e nemmeno ho voglia di soffermarmi sulla singola partita. Piacentini non è in più grado di reggere il confronto internazionale con nessuno di quelli un po’ forti. Mondello ha giocato una buona partita con Rosskopf, ma alla fine è stato comunque 4-1, con i soliti rimpianti sulle occasioni non sfruttate. Yang Min si è trovato di fronte Karlsson, sua bestia nera negli ultimi anni, ci ha giocato alla pari, ma non ce l’ha fatta. Per Bobocica, discorso a parte che affronterò nel prossimo paragrafo.
Per le donne, dopo gli elogi a Tan Wenling, c’è pochissimo altro. Wang Yu si trova davanti il muro della Hirano, si difende bene con Li Qianbing, ma perde 4-3. Negrisoli ha un sussulto d’orgoglio e batte 4-3 Paovic, per poi cedere nel tabellone alla cinese Cao Zhen. Stefanova continua a perdere partite che dovrebbe assolutamente vincere, come quella con la giapponese Etsusaki. Nel tabellone principale, sia pure contro la fortissima Tie Yana, letteralmente sparisce. Anche su lei, comunque, tornerò nel prossimo paragrafo.
Avevamo una forte squadra femminile e una squadra maschile in grado di fare bella figura. Abbiamo ora qualcosa di indefinibile e indescrivibile, senza identità tecnica, senza l’orgoglio di far parte di una nazionale. Bisogna solo sperare che ai Mondiali non si faccia una figura ancora più brutta, ma serve un miracolo, e i miracoli devono pur premiare chi se lo merita, non certo questa Italia.

BOBOCICA E STEFANOVA
Abbiamo due soli giovani talenti, Mihai Bobocica e Nikoleta Stefanova, per combinazione entrambi di origine straniera (ma questo è un discorso che affronterò in un’altra occasione). Ebbene, è arrivato il momento di parlare chiaro, di non prendersi più in giro, perché stiamo seriamente rischiando di perderli. E intendo dire che Bobocica e Stefanova hanno bisogno di un cambiamento radicale, di tutto, ambiente, allenamenti, qualità tecnica, per poter diventare campioni e non restare per sempre promesse non mantenute del tennistavolo. Per loro c’è una sola strada: andare via immediatamente dall’Italia. Se restano qui, sono perduti.
I segnali già ci sono, evidentissimi, e riguardano più la Stefanova che Bobocica, ma il discorso vale comunque per tutti e due. Niko si è letteralmente fermata nella sua evoluzione tecnica, fisica e mentale. Azzecca una partita ogni tanto, una grande vittoria, grazie alle sue grandi doti tecniche, che non possono essere cancellate, ma poi perde al turno successivo o, peggio, si fa battere da avversarie che le sono nettamente inferiori. Il suo problema principale è fisico, le gambe non sono certo quelle di una giocatrice da alte posizioni della classifica mondiale. E’ chiaro che questo è un aspetto da curare con sedute di allenamento dure e particolari. Ma, visto che Stefanova non ha mostrato alcun progresso negli ultimi tempi, anzi, è peggiorata notevolmente, significa che questo tipo di lavoro non è stato fatto. Che nessuno glielo faccia fare, o che sia lei a rifiutarlo, non posso saperlo. Mi limito a dire che è un lavoro che non viene svolto, e lo si capisce chiaramente. Se va avanti in questo modo, le sconfitte saranno sempre di più e, soprattutto, saranno sconfitte con avversarie a lei inferiori. Ha bisogno di allenatori che le impongano un lavoro duro, senza discussioni. Inoltre, ha bisogno di essere dura anche con la testa, e non parlo della partita, ma del fatto di essere costante nell’impegno di ogni giorno, nell’allenamento, sempre, nella fatica. In Italia, nell’ambiente di Castelgoffredo, dove lei è una specie di reginetta, questo non è più possibile. Deve ricominciare dal basso, come una che deve imparare tutto. Non sono impietoso, sto dicendo semplicemente la verità. E tanta gente, anche vicina a Niko, lo sa benissimo. In caso contrario, è una giocatrice finita.
Per Bobocica, il discorso è simile, sia pure con molte differenze. Nella sua partita con Saive, agli Open del Kuwait, tante cose sono venute a galla in maniera evidente. Saive è un attaccante, che molte volte sa anche piazzarsi in difesa alta, ma è chiaro che la sua caratteristica principale è l’attacco. Ebbene, contro Bobocica è stato per tutta la partita a rincorrere gli attacchi che Bobo gli indirizzava in tutti gli angoli. Non è mai riuscito ad attaccare per primo. Poi, grazie alla sua esperienza e alle ingenuità di Bobo, è riuscito a venirne fuori e a vincere, ma il significato di questa gara è evidente: Bobocica è in grado di giocare alla pari con tutti, di imporre il proprio gioco d’attacco. Naturalmente, ci sono anche le indicazioni negative. Bobo non riusciva quasi mai a chiudere perché gli mancava l’ultimo schema o l’ultimo colpo. Anche per lui la situazione appare fin troppo chiara. Ha bisogno di diversa qualità e quantità di allenamento.
Faccio un esempio concreto. Quante ore al giorno si allena Bobocica? Per quanto ne so, dovrebbero essere 3. Se non è così, tanto meglio per lui. Comunque, ammesso che siano 3, dico subito che sono poche. Devono essere 5-6 al giorno, non si discute. Naturalmente, se vuole diventare, come può, un giocatore da prime venti posizioni del mondo. Inoltre, ha bisogno di schemi più complessi da applicare in partita. Non so se già li svolge in allenamento, quello che so è che in partita non li ha. Quindi, anche per lui si impone una decisione drastica, che non è solo legata al lavoro da svolgere giorno per giorno, ma anche all’approccio mentale, al fatto di considerarsi un professionista completo: deve andare via dall’Italia. Qui, non ci sono le condizioni perché lui migliori al punto da diventare un vero campione. Se resta qui, sarà un mezzo campione, vale a dire un signor nessuno.
Bobocica e Stefanova, quindi, hanno una sola possibilità, per come stanno le cose in Italia: andarsene. Inutile stare a piangere sulla loro partenza, sono tutte chiacchiere. Abbiamo due potenziali campioni, se continueranno a preferire la pappa servita sotto la bocca, non lo diventeranno. Sarà un danno per loro, che resteranno mediocri. Sarà un danno per l’Italia, che non avrà due campioni.

Commenti

37 risposte per “Drago Rosso ci racconta del Kuwait”

  1. serginho ha scritto il 6 Marzo 2006 11:29

    Per drago: bobocica non entra nei primi 20 del mondo nemmeno se si allena 28 ore al giorno!!!
    riguardo al comportamento extra tavolo degli azzurri…..non mi sembra una grossa novità…..e comunque ritengo che non sia quell’ora in più o in meno di sonno a farti vincere le partite!!!

  2. Andrea ha scritto il 7 Marzo 2006 12:28

    scusa drago a un certo punto tu dici che i giocatori italiani non hanno gradito il tuo articolo e scrivi: “L’unica reazione dei giocatori è stato un violento attacco di “sindrome permalosa acuta” dopo aver letto il mio articolo sugli Open del Qatar”.
    Io ho cercato sia qui che sul sito fitet e non ho trovato niente…….dove posso leggere quanto hanno detto???
    Grazie in anticipo!
    Ciao e buon lavoro!

  3. Paolo ha scritto il 7 Marzo 2006 19:39

    ne avevo il sospetto…….ma ormai è una certezza……..questo sito è veramente libero e si può scrivere di tutto…….e questa è una bella cosa…….ma dato che ogni cosa ha un prezzo….si legge che:

    “Sì, perché i rumeni, per fare un altro esempio di gente che capisce di tennistavolo (vista la loro storia, la loro tradizione, la loro cultura del tennistavolo) impostano i giocatori in maniera differente……”

    peccato che non esistano giocatori rumeni!!!

    E poi parlando di bobocica:
    “Naturalmente, se vuole diventare, come può, un giocatore da prime venti posizioni del mondo”.
    Scusa ma in quale sport???nel curling???

    Comunque grazie a max per la possibilità che da a tutti noi di scrivere su un argomento a noi caro…il tennistavolo!!!

  4. Jack ha scritto il 8 Marzo 2006 10:59

    Drago dice che per fare il salto di qualità Bobocica deve andare all’estero. Potrebbe essere vero, però mi viene da fare una considerazione: l’allenatore del Pieve (squadra in cui gioca Bobocica) è Patrizio Deniso, che fino a prova contraria è considerato uno dei migliori tecnici in Italia e probabilmente anche in Europa. Penso a quando l’Italia di Deniso è salita sul podio ai mondiali, penso a Piacentini, che finchè è rimasto sotto l’ala di Deniso era il numero 1 d’Italia incontrastato (e da quando ha smesso di essere seguito da lui ha iniziato il suo lento declino), penso a Mondello che da quando è a Pieve agli ordini di Deniso in Italia non ha rivali, penso al dominio di Pieve negli ultimi anni in A1. Naturalmente non dico che tutto il merito vada all’allenatore, comunque i risultati parlano a suo favore. La domanda è: “L’unico modo che Bobocica ha per migliorare è davvero andare all’estero? Siamo sicuri che l’unico motivo per cui Bobocica potrebbe non diventare un campione è da attribuirsi al fatto che gioca in Italia?”

  5. ROBERTO ha scritto il 8 Marzo 2006 13:29

    Ma la volete smettere di dire cazzate, Bobocica è un talento che deve maturare, avete dimenticato un piccolo particolare e cioè che è molto giovane e quindi lasciatelo lavorare e poi ne riparliamo tra un paio d’anni.

  6. Drago Rosso ha scritto il 8 Marzo 2006 15:27

    Qualche precisazione e qualche risposta.
    A Serginho:
    Naturalmente, non controbatto sulle opinioni, quindi se pensi che Bobocica non sia in grado di arrivare nei primi 20 del mondo, non discuto. Se ci arriverà vuol dire che avevo visto bene io, se non ci arriverà, avrai ragione tu. Nessun problema. Per quanto riguarda l’ora in più di sonno, credo che tu capisca benissimo che il punto essenziale non è il riferimento strettamente statistico all’ora in più o in meno. Il discorso che cerco di fare, e lo si ricava da tutte le domande che ho posto agli azzurri, è quello della serietà umana e professionale. E’ una mancanza che secondo me è decisiva.

    Per Andrea:
    Non c’è alcuna dichiarazione ufficiale degli azzurri, se è a questo che ti riferisci. La reazione di cui parlo è nell’atteggiamento avuto durante gli Open del Kuwait, io ero lì e l’ho visto, oltre al fatto che so per certo che hanno discusso fra loro di quell’articolo e si sono (uso un eufemismo) incazzati.

    Per Paolo:
    Come ho già detto a Serginho, non discuto sulle opinioni. Se pensi che Bobocica non possa entrare nelle prime venti posizioni mondiali, rispeto la tua opinione. Io resto convinto che lui ce la possa fare. Per quanto riguarda, invece, i giocatori rumeni, scusami, ma ti stai sbagliando di grosso. Sono rumeni Kreanga (n. 12 del mondo) e Crisan (n. 15), per citare i due più forti. Ho già scritto, e lo ripeto ora, che il vero nome di Kalinikos Kreanga è Calin Creanga. E’ andato in Grecia quando era già un giocatore fortissimo, non quando era un ragazzino. L’allenatore che lo ha “creato” è Gheorghe Bozga, rumeno, lo stesso che ha impostato Steff, uno due 2-3 migliori tecnici europei, insieme a Leo Amizic e Massimo Costantini. Come Kreanga, c’è anche Tsiokas, vero cognome Ciocas, difensore rumeno che quest’anno gioca nel Castelgoffredo. Anche lui è andato in Grecia quando era già grande e affermato. Per quanto riguarda Crisan, lui gioca nel campionato tedesco, ha ottenuto ottimi risultati (tra l’altro, ha un saldo attivo nei confronti di Boll di 4 incontri vinti su 6) ma continua a rappresentare la Romania. Come vedi, i giocatori rumeni ci sono eccome, sono fortissimi e rappresentano una scuola tecnica che gli appassionati italiani dovrebbero imparare a conoscere meglio.

    Per Jack:
    La sicurezza totale non c’è mai. Io sono convinto della mia opinione e ho fatto alcuni riferimenti precisi alle lacune di Bobocica. Non voglio fare polemica con questo o quel tecnico. Ti dico solo che le mie opinioni sui tecnici italiani non corrispondono alle tue o a quelle di altri appassionati. Perciò, ti confermo che non vedo altra via di uscita per Bobocica, a meno che non lo alleni Massimo Costantini.

  7. Anonimo ha scritto il 8 Marzo 2006 15:38

    Grande Jack!
    Non so chi tu sia ma scrivi sempre dei commenti azzeccati!
    hai fatto considerazioni giuste ma chiaramente come molti lettori gia’ sanno da soli i commenti di Drago Rosso si commento il piu’ delle volte da soli…sono troppo esagerati ed “estremisti”(non nel senso politico caro Drago..nessuno ti sta dicendo che sei fascista!!!)quindi bisogna secondo me considerarli utili nel senso che almeno ci arriva un racconto dettagliato delle gare a livello internazionale ma chiaramente non sono obbiettivi ma troppo animati da passione filocinese…

  8. Paolo ha scritto il 8 Marzo 2006 16:56

    Per Drago: ho capito…….scusa riguardo ai rumeni…non pensavo ci fossero 2 giocatori di scuola rumena tra i primi 15 del mondo!!!
    Su bobocica: mi fa piacere che rispetti la mia opinione…come io rispetto la tua…….vedremo tra qualche anno chi avrà ragione!!!
    Ma ci vorrebbe tanto alla fitet ingaggiare costantini anche solo come allenatore in seconda per i prossimi mondiali???
    Non credo che sarebbe una spesa folle!!!
    Per jack: da cosa deduci che deniso sia uno dei migliori tecnici d’europa???
    Con un cinese che fa 2 punti su 3 sono buoni tutti a fare gli allenatori!!!
    Quando Deniso è andato a pieve ad allenare mondello era già da svariati anni il numero uno d’italia!!!

  9. Drago Rosso ha scritto il 8 Marzo 2006 19:31

    Per Anonimo:
    A parte il fatto che scambiarmi per un fascista credo sia davvero difficile (ma non avevo equivocato sul senso politico dell’aggettivo “estremista”, ti rassicuro su questo), ti invito, come sempre, a contestarmi fatti precisi. Finora, nessuno lo ha mai fatto, né tu, né altri. Perciò, invece di dire che i miei commenti sono filocinesi e quindi non obbiettivi, dovresti dirmi “in che cosa” sono sbagliati. Se dico che Boll è impostato male tecnicamente, lo dico perché sono amico dei cinesi? Potresti dirlo nel caso mi dimostrassi che le mie critiche alla tecnica di Boll (e di tantissimi europei) sono sbagliate. Perciò, sono qui ad aspettare lezioni in proposito. In caso contrario, l’accusa di mancanza di obiettività è senza fondamento. Ho l’impressione che dovrò aspettare fino all’eternità.

  10. Anonimo ha scritto il 9 Marzo 2006 11:02

    aspetta e spera…
    ahh mi veniva in mente anche un’altra domanda..nei menu’ dei ristoranti italiani sei d’accordo a sostituire gli antipasti con il riso alla cantonese…?potrebbe essere un inizio per imparare il top di diritto in modo corretto…

  11. alessio ha scritto il 9 Marzo 2006 11:03

    Caro Paolo

    Kuala Lumpur 2000. Italia formata da Yango, Mondello e Piacentini sul podio mondiale. Patrizio Deniso in panchina.
    Se non basta questo a dire che e’ un buon allenatore…

    E non dire che con Yango vinceva chiunque per favore..
    Mondello con lui in panchina ha vinto con Persson (il quale il giorno dopo ha fatto vincere alla Svezia il titolo mondiale battendo sia Liu Guoliang che Kong, quindi era un tantino in forma..) tanto per dirne una…dici che e’ stata solo fortuna la sua?

    Vero, quando lui e’ arrivato a Pieve Mondello era gia’ il numero 1 d’Italia, ma potremmo anche aggiungere che Vale era il numero 2 senza dubbio, con un abisso tra loro e gli altri italiani dal numero 3 in giu’. Ora Mondello e’ ancora numero 1 ma Piacentini senza Deniso e’ sceso all’8…sara’ un caso anche questo?

  12. Anonimo ha scritto il 9 Marzo 2006 11:51

    Per Drago: Hai detto : “L’allenatore che lo ha “creato” è Gheorghe Bozga, rumeno, lo stesso che ha impostato Steff, uno due 2-3 migliori tecnici europei, insieme a Leo Amizic e Massimo Costantini” Sui primi due niente da discutere, ma con tutto il rispetto Costantini chi ha creato?

  13. Anonimo ha scritto il 9 Marzo 2006 12:29

    Per Drago: Tu dici:” L’allenatore che lo ha “creato” è Gheorghe Bozga, rumeno, lo stesso che ha impostato Steff, uno due 2-3 migliori tecnici europei, insieme a Leo Amizic e Massimo Costantini” Sui primi due niente da dire.. ma su Costantini, tutto il rispetto come giocatore, ma come allenatore CHI HA CREATO?

  14. anonimo ha scritto il 9 Marzo 2006 13:27

    Caro Paolo,
    quando Mondello e’ andato a Pieve era il n° Uno ,ma chi l’ha fatto diventare Campione d’ Italia non e’ stato Costantini ,ma Deniso.Deniso l’ha costruito ,come ha costruito tanti altri giocatori in Italia…guarda la classifica e chiediti chi ha allenato per anni tutti i giocatori ora nelle primissime posizioni.Certamente non Costantini…
    Riguardo il “cinese”re un gruppo tecnico non certamente da lui creato.
    Questo vale anche per le donne e chi vuole capire capisca…
    Date a Cesare quello che e’ di Cesare…
    Ti saluto cordialmente e ti spingo a riflettere …

  15. Jack ha scritto il 9 Marzo 2006 15:23

    Paolo mi chiedeva perchè sostengo che Deniso sia uno dei migliori tecnici in Italia e forse anche in Europa: ho letto già altri commenti che gli rispondevano per me.
    Premettendo che non posso dire se sia il migliore in assoluto o no, lo ritengo (e in questo non sono di certo solo) uno dei più bravi per diversi motivi: per i risultati che ha saputo ottenere, per la serietà e la professionalità del suo lavoro, per la stima di cui gode anche al di fuori dell’Italia.
    Non ho dati precisi, ma mi sembra che quasi tutti i giocatori che gli son capitati per le mani abbiano raggiunto posizioni di vertice nella classifica italiana; gli atleti che segue mi sembrano sempre preparatissimi fisicamente e mi pare in grado di trasmettere una mentalità vincente. Non si spiegherebbe altrimenti il mitico terzo posto ai mondiali a squadre del 2000 (non basta un giocatore bravo a far vincere una squadra). Ricordo che allora gli azzurri (escluso Yango) erano tutti piuttosto giovani e con grandi prospettive. Forse, l’esonero di Deniso è stato più deleterio per la nazionale che quello più recente di Costantini.

  16. Paolo ha scritto il 9 Marzo 2006 19:11

    Per alessio, anonimo e jack…….devo riconoscere che quanto scrivete è vero ed inconfutabile……..però in europa ci sono dei tecnici bravissimi……tipo stellan bengtsson o kuchasky……..ciò non toglie che deniso sia preparato ed abbia ottenuto validi risultati ci mancherebbe altro…..però chi vi dice che con un altro tecnico mondello e piacentini, considerato il talento che posseggono non sarebbero arrivati ai vertici delle classifiche???
    Quanto al valore di costantini come tecnico…io vi chiedo……se doveste giocarvi un incontro tipo finale dei mondiali….chi vorreste avere in panchina tra i 2???
    Per anonimo: se costantini è stato competitivo a livello mondiale il merito è solo del suo tecnico…cioè se stesso e nessun altro….a parte stencel che, nella seconda parte di carriera, gli ha insegnato un po’ il rovescio!!!

  17. Jack ha scritto il 10 Marzo 2006 14:26

    Rispondo a Paolo: è vero che non si può avere la controprova che Mondello o Piacentini con un altro tecnico non raggiungessero gli stessi risultati (o anche migliori, chi lo sa), però è innegabile che da quando Deniso non allena più Piacentini il buon Valentino ha cominciato a scendere in classifica mondiale prima e italiana poi. E non mi si venga a dire che è vecchio…
    Poi, io ho parlato di Deniso riferendomi al fatto che attualmente è l’allenatore di club di Bobocica, tu invece hai voluto creare un dualismo Costantini-Deniso che mi sembra fuori luogo. Comunque sia so che Deniso ha già dimostrato qualcosa, riguardo a Costantini sinceramente non so se segue qualcuno o ha creato qualcun altro. Sicuramente dai suoi articoli del blog si nota che è una persona molto intelligente e di tennistavolo e soprattutto di tattica ne capisce di brutto.
    Ultima considerazione, non credo che Costantini sia un autodidatta; se non sbaglio (ma devo ammettere che non ne so molto in proposito) lui è stato cresciuto pongisticamente da Enzo Pettinelli, che mi sembra sia anche stato allenatore della nazionale assoluta per qualche anno.
    Vedi Paolo, io non so chi dei due sia un tecnico migliore dell’altro (tra l’altro mi pare che abbiano due concezioni piuttosto diverse del tennistavolo), però posso dire che Deniso è sicuramente bravo per quello che ha fatto finora

  18. Andrea ha scritto il 10 Marzo 2006 17:53

    Per Drago: se gli azzurri si sono arrabbiati per il tuo articolo significa una cosa sola……….che hai colpito nel segno!!!
    Invece di prendersela….potrebbero scrivere la loro opinione su ciò che scrivi…perché non lo fanno???

  19. Drago Rosso ha scritto il 11 Marzo 2006 17:59

    Per Anonimo:
    A proposito del riso cantonese, ti sbagli anche su questo. Non va servito al posto degli antipasti, ma insieme alle altre portate.

  20. Anonimo ha scritto il 12 Marzo 2006 02:27

    PER ALESSIO… Io considero Deniso un grande allenatore, anzi di più… ma provate a chiedere al caro PIACENTI perchè è diventato il numero 8 d’Italia…

  21. Drago Rosso ha scritto il 13 Marzo 2006 17:18

    Per Anonymous:
    La tua incompetenza e la tua ignoranza sono abissali. Allora, a proposito di quelli che io definisco i tre migliori allenatori europei (Leo Amizic, Gheorghe Bozga, Massimo Costantini) tu dici, testualmente: “Sui primi due niente da discutere, ma con tutto il rispetto Costantini chi ha creato?”
    Premetto che sto preparando un intervento per chiarire i numerosi punti di discussione che è stata originata dalle mie parole sui migliori tecnici europei, in modo da chiarire molte cose. Per il momento, mi limito a rispondere alla tua osservazione.
    Allora, tanto per non prenderci in giro, dovresti spiegarmi cosa sai di Leo Amizic e Gheorghe Bozga, a parte le cose che “io” ho scritto su loro in qualche mio intervento. Diciamoci la verità: tu non li avevi mai sentiti nominare, tu non hai la minima idea di chi siano. Ma, rasserenati, sei in buona compagnia, con tantissimi altri incompetenti e ignoranti. In Italia, a conoscere Leo Amizic e Gheorghe Bozga sono in pochissimi, forse di Leo Amizic si ricorderà qualcuno perché ha giocato a Cagliari agli inizi degli anni ‘70. E tu te ne vieni fuori con la prosopopea di chi dice che sui primi due non c’è “niente da discutere”. Ma chi vuoi prendere in giro? Tu non sai niente di loro, ma ti metti a fare il grande bluff fingendo di conoscerli.
    Bene, e allora ti chiedo: Leo Amizic, quali giocatori ha creato? Sai rispondermi? Ti ho fatto la stessa domanda che tu hai fatto a me su Costantini. Tu lo hai fatto col chiaro intento di denigrare Costantini, ma il tuo bluff è miserabile, perché lo si scopre con fin troppa facilità. Quindi, parlami di Leo Amizic e dimmi chi ha creato. Se non ha creato alcun giocatore, dovresti avere su lui gli stessi dubbi che hai manifestato su Costantini?
    La verità è che non sai niente di tennistavolo, ma proprio niente, e ti metti a parlare solo per mettere in cattiva luce Costantini. Ti devi solo vergognare.
    Per tutto il resto, aspetta il mio intervento. Poi, dovrai vergognarti ancora di più.

  22. alessio ha scritto il 13 Marzo 2006 17:33

    Per Anonymous

    hai ragione, sarebbe bello sentire l’opinione dei diretti interessati ed evitare troppe congetture.

  23. Anonymous ha scritto il 14 Marzo 2006 17:31

    Amizic ha creato rosskopf e per molti anni è stato allenatore del borussia dusseldorf…squadra dello stesso rosskopf e fetzner!!!
    Basta??

  24. Amministratore ha scritto il 16 Marzo 2006 01:25

    Intervengo su quest’ultimo commento di Anonymous. Preciso che Amizic “creatore” di Rosskopf e Fetzner, è Mario e non Leo su cui invece si sta dibattendo. Mario è il fratello più grande di Leo che per molti anni ha allenato il Borussia Dusseldorf, ora è uno degli allenatori del Giappone, ingaggiato dalla Butterlfly e si occupa dei giovani.

  25. Drago Rosso ha scritto il 16 Marzo 2006 16:32

    Per Anonymous:
    Sei solo un povero ignorante e incompetente. Non la finisci mai di fare figure squallide. Ma, ti prego, continua. Così, tutti sapranno che tu di tennistavolo non sai niente e non capisci niente. Non credo ci possano essere persone più ignoranti e incompetenti di te. Ho sempre parlato di Leo Amizic e ogni volta ho scritto nome e cognome, non ho mai scritto il cognome “Amizic” da solo, proprio perché so benissimo che gli Amizic sono due, fratelli, Mario, più grande (contro il quale, tanti anni fa, ci ho anche giocato in doppio, in un torneo internazionale, perdendoci naturalmente), e Leo, tutti e due amici miei. Tu, invece, non hai idea di cosa si stia parlando e spari grandissime sciocchezze. Sono sicuro che, per sbugiardarmi, sei andato a chiedere a qualcuno “quali giocatori ha creato Amizic”, senza specificare il nome, proprio perché tu non sai niente di tennistavolo e non potevi immaginare che gli Amizic fossero due. Il “qualcuno” cui ti sei rivolto ti ha detto che ha creato Rosskopf e Fetzner e allenato il Borussia Dusseldorf e tu, come un pappagallo ignorante, lo hai ripetuto, credendo di fregarmi.
    Sei davvero un poveraccio. Mi fai pietà. Non ti vergogni a fare ancora interventi su questo blog e conseguenti figure di…..?
    Ti basta?

  26. Anonymous ha scritto il 16 Marzo 2006 19:04

    Ringrazio max per la spiegazione e chiedo scusa a drago rosso e ai lettori per il refuso!!!

  27. sempre piu' fine ha scritto il 17 Marzo 2006 12:34

    Continua cosi’ Drago Rosso…sempre un signore!
    usi espressioni sempre di classe

    w il giornalismo sportivo

  28. Drago Rosso ha scritto il 17 Marzo 2006 15:13

    Per Sempre più fine:
    Ti ringrazio per i complimenti e per la stima. Seguirò il tuo consiglio: continuerò “così”.

    P.S. Il tuo “W il giornalismo sportivo” è ancor più apprezzabile se si va a leggere l’articolo, a pagamento, pubblicato oggi sulla Gazzetta dello Sport. Un grande esempio di informazione “libera”, “documentata”. Peccato che nell’articolo si parli dei “migliori pongisti italiani” che partecipano al Top 12 e si dimentichino proprio i due più forti, Yang Min e Tan Wenling, che ne sono stati esclusi per volere della Federazione. Insomma, una informazione “precisa e attendibile”. A pagamento, naturalmente.

  29. 4tfica ha scritto il 17 Marzo 2006 16:23

    Ciao Drago Rosso ho letto il tuo articolo e purtroppo ti devo dare ragione la cina è troppo forte.Scrivo purtroppo perchè per un mio gusto personale preferisco gli europei ai cinesi Es.non pagherei per vedere un campionato asiatico invece pagherei per un top 12 europeo.Il nostro sono convinto che è uno degli sport piu’ difficili al mondo e quindi si deve fare un lavoro grandissimo per avere dei grandi risultati cosa che sicuramente è piu’ facile ottenere in cina dove c’è stato per tanto tempo un regime dittatoriale c’è piu’ fame e quindi piu’ abitudine alla sofferenza invece difficile in europa dove,per parlare sempre chiaramente, si ha il culo pieno.Cmq sono convinto che spesso la perfezione tecnica di un kong non sia spettacolare come uno Schlagher o altri europei che magari fanno qualche movimento sbagliato ma ne viene a mio avviso uno spettacolo maggiore e meno standardizato di quello dei cinesi.Per quanto riguarda la coppa del mondo che ho visto tutta mi sembra che hai generalizzato un po’ troppo per far valere la tua posizione .Sicuramente un MaLin non era al massimo della sua forma ma la partita con Wang Liqin è stata fantastica Wang Hao in semi finale ha battuto il signor Samsunov e cmq Timo Boll era in gran forma.Per quanto riguarda la posizione delle gambe la mia idea,e sia ben chiaro che non sono un tecnico,si divide;sicuramente le gambe unite ti danno piu’ mobilita’cosa fondamentale per i cinesi che basavano il loro gioco solo sul dritto ma che sicuramente è sfavorevole nell’esequzione di un top dove devi stare piegato e con le gambe un po piu’ aperte che è quello che fanno giocatori come Timo Boll che tra dritto e rovescio coprono quasi tutto il campo in ricezione e quindi hanno meno bisogno di spostamento.Concludo con 3 cose 1 è che forse ho capito chi sei 2 è che vorrei mi rispondessi al mess che ti ho lasciato nel tuo articolo sul Qatar 3 è che è sempre un piacere leggere e rispondere a quello che scrivi.

  30. Alessio ha scritto il 18 Marzo 2006 01:24

    Per 4tifica:

    dici: “Il nostro sono convinto che è uno degli sport piu’ difficili al mondo e quindi si deve fare un lavoro grandissimo per avere dei grandi risultati cosa che sicuramente è piu’ facile ottenere in cina dove c’è stato per tanto tempo un regime dittatoriale c’è piu’ fame e quindi piu’ abitudine alla sofferenza invece difficile in europa dove,per parlare sempre chiaramente, si ha il culo pieno.”li “belli da vedere”, ti rimando a quanto scrissi tempo fa in occasione degli open di Shenzhen (ringrazio ancora Massimo per aver pubblicato il mio articolo a riguardo): io stesso non ho mai nutrito simpatia per i giocatori cinesi ma da quando vivo qui ed ho avuto modo di vederli spessissimo sia dal vivo che in tv e anche in eventi esterni al tt ho cominciato a caprili meglio, differenziando tra cinese e cinese, ed ho imparato ad apprezzare cio’ che prima i miei occhi non volevano vedere. Quello che mostra in campo Wang Liqin tatticamente, tecnicamente e fisicamente e’ uno spettacolo di rara bellezza tanto per citare un giocatore solo. Anche la mia ragazza che non capisce “un tubo” in teoria di questo sport, ammette che vedere lui e’ “un altro sport”. E soprattutto non sono d’accordo nella tua affermazione che lo spettacolo dato dai cinesi e’ standardizzato! Ma Lin, WLQ, Wang Hao, Cheng Qi, tanto per citare i primi 4, sono tutto MOLTO diversi tra loro in campo!!!

  31. mee-kee ha scritto il 18 Marzo 2006 01:51

    Drago Rosso for President! (ne sai a pacchi! A quando un libro-raccolta sui tuoi migliori interventi di classe e gran stile? Voglio la prima copia e con la dedica! Grazie!).

  32. 4tfica ha scritto il 18 Marzo 2006 15:23

    Per Alessio penso che raccontando di quel bambino in punizione hai solo dato ragione a me e a quello che volevo dire.CIAO

  33. Alessio ha scritto il 18 Marzo 2006 21:23

    x 4tifica: certo, ti do’ ragione in quanto a capacita’ e abitudine a soffrire e sicuramente questa e’ anche figlia di un passato e presente modo di governare il paese. Quello che intendevo era il fatto che questa abitudine non necessariamente e’ originata dalla “fame” vera e proria come dici tu in quanto sia coloro che devono arrivare ai vertici che quelli che ci sono gia’ arrivati sono stimolati a continuare a soffrire, mentre da noi spesso succede che un giocatore che arriva tra i primi 4 o 5 d’Italia si “accontenta” per cosi’ dire e non sente il bisogno di fare un passo ulteriore perche’ si sente gia’ arrivato al top mentre a livello internazionale non e’ nessuno e magari giudica troppo duro spostarsi di 500 km per andare a giocare un campionato estero che potrebbe dargli la possibilita’ di salire gli ultimi gradini della scala. E’ chiaro poi che chi arriva in alto e si mantiene tale in Cina e’ stimolato anche dall’aspetto economico oltre che quello di fama (non fame) e gloria sportiva, e cio’ sicuramente e’ uno stimolo in piu’ a continuare a sudare parecchio, ma non vuol dire necessariamente che tutti giocatori cinesi partono da una scodella di riso mezza vuota che vorrebbero riempire…

  34. Drago Rosso ha scritto il 19 Marzo 2006 20:14

    Per mee-kee:
    Sto diventando sempre più rosso per i tuoi complimenti. Non credo che qualcuno sia disposto a pubblicare un mio libro. La dedica, comunque, sarebbe assicurata. Se ti comunichi a Massimo il tuo in dirizzo e-mail, posso provare a mandarti tutto quello che ho scritto e che tengo nel mio archicio, compresi gli articoli che ho scritto per giornali e magazine cinesi (quelli però sono in inglese, non so se lo parli).
    Piuttosto, vorrei farti sapere che tipo di libro mi piacerebbe scrivere sul tennistavolo. Sarebbe una storia del tennistavolo, un po’ particolare, dal titolo: “I veri campioni del tennistavolo”. Racconterei tutto quello che è successo davvero, i campioni mondiali che sono diventati tali per ordini dall’alto (in questo caso i cinesi, ma anche giapponesi e nord-coreani, questi ultimi perché così piaceva ai cinesi in un particolare periodo della loro storia), i campioni che sono stati incompresi o boicottati. Insomma, vorrei riscrivere la storia del tennistavolo, andando contro quella che è stata l’informazione ufficiale (cinese, europea, mondiale), contro quelli che sono stati i pareri di pecoroni asserviti alla Federazione mondiale.
    Anche in questo caso, non credo che troverei chi mi pubblica il libro. Ma chissà. Comunque, dovesse riuscirmi, dedica assicurata per te.

  35. mee-kee ha scritto il 22 Marzo 2006 23:36

    Se riuscirai a pubblicarlo sara’ un successo in caso contrario restera’ senza dubbio un capolavoro! Mad Max ha gia’ il mio indirizzo fattelo pure dare saro’ felice di leggere tutto cio’ che mi allegherai! In inglese va benissimo! ( poi via e mail ti chiedero’ alcune cose riguardo una ex atleta cinese!). Grazie!
    mee-kee

  36. Lostboi ha scritto il 6 Aprile 2006 23:42

    mi spiace ma su boll alla world cup non concordo…
    1-ho visto tutte e tre le partite e i cinesi non semravano affatto degli zombi,anzi erano vicini alla forma dei mondiali in maggio
    2-Il calendario è marcio?puo darsi,ad ogni modo..vw china open,mondiali,protor finlas etc..tutti eventi che si svolgono in China,se ogni tanto anke wang liqin prende un aereo non è poi male
    3-Il TT per quanto sia veloce e tecnico non è troppo dispendioso..lo dimostrano le vittorie di Waldner,hi Zhi wen e tanti altri over 40…nel pro tour nonche i 5 incontri consecutivi vinti da wang liqin nel cina v world di dicembre…15 set in 2ore.
    La stanchezza nella world cup è una scusa ce non tiene, semplicemente quell volta timo ha giocato veramente bene..
    4-Per altro Timo Boll nel 2005 ha vinto anke i Japan Open contro Ryu SM (il campione olimpico!!), l’open di svezia,le pro tou finals…..il super circuit in giappone,ed ai mondiali a perso con

  37. Drago Rosso ha scritto il 7 Aprile 2006 14:46

    dal calendario assurdo dell’Ittf. Quindi, ripeto, il problema non è l’aereo, ma il fatto che i cinesi, in questo caso, siano stati costretti, non per colpa loro, a una maratona allucinante. Ai giocatori europei, ripeto, questo non è mai successo, hanno sempre avuto il tempi di partire qualche giorno prima per la Cina, assorbire il fuso orario e arrivare freschi e preparati alla gara. Quindi, quando fai qualche esempio di questo genere, devi stare attento a essere molto preciso, altrimenti la realtà viene falsata.
    3) Qui, mi dispiace, non ci siamo proprio. Sembra che tu non conosca il tennistavolo. Il problema non è la singola gara. Bisogna vedere qual è il reale impegno e che tipo di gara si fa. Anche in questo caso, sei stato estremamente impreciso e la realtà è completamente falsata. Cominciamo dai “vecchietti”, come Waldner ed He Zhiwen. Nei Pro Tour, un giocatore gioca al massimo due gare di singolo al giorno (sto parlando del tabellone principale), nemmeno una di più, e questo per regolamento. Quindi, anche i cosiddetti vecchietti possono regolare il loro sforzo. Nel caso dei 5 incontri vinti da Wang Liqin in due ore, stiamo parlando di una barzelletta, nel senso che la gara Cina-Resto del mondo è una colossale stronzata. E’ una gara inventata per gli sponsor, i giocatori ci vanno per arraffare un sacco di soldi, anche se perdono. L’impegno fisico è veramente una barzelletta, è né più né meno che un allenamento. Per favore, non facciamo questi esempi, non sono seri. Dici infine che la stanchezza è una scusa che non tiene e che Boll ha giocato veramente bene. Sì, tanto bene che ha perso con Samsonov e ha vinto sì 4-1 con Chuan Chih Yuan, ma dovendo rimontare in ogni set e recuperando tanti set-ball al taiwanese. Insomma, ha rischiato di uscire nel gruppo. Poi, miracolosamente, quando ha incontrato i cinesi, ha cominciato a giocare bene? Ma non scherziamo. Ha giocato esattamente nella stessa maniera che lo ha portato alla quasi esclusione, ma ha trovato davanti a sè 3 zombi, lo ribadisco.
    4) Lascia perdere il supercircuit in Giappone, parliamo di cose serie. L’unico torneo che ha vinto e in cui ha avuto avversari seri, fra cui i cinesi, sono stati gli Open del Giappone. In tutti gli altri non c’era neanche uno dei cinesi più forti, a eccezione di Ma Long che però, giovane com’è, ha ancora troppi alti e bassi (ricordati che ha battuto proprio Boll agli Open di Cina e a quellidi Germania, 4-1 entrambe le volte). Tutti gli altri cinesi, i più forti, non c’erano in queste gare perché la Cina ha inteso in questo modo protestare contro i regolamenti dell’Ittf. Questo è un altro problema, puoi dire “peggio per i cinesi”, non discuto, e comunque Boll ha vinto quelle gare meritatamente, ma per favore, non prendiamole come esempio della forza di Boll perché non c’erano gli avversari più forti. La vittoria è un conto, il significato tecnico è un altro. Per favore, cerchiamo di parlare di cose che conosciamo.

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