Un’altra opinione del Drago Rosso

17 Marzo 2006 da Ping Pong Italia 

Parto dalla una delle domande più stupide che io abbia mai sentito (“Quali giocatori ha creato Costantini?”) per approfondire un argomento originato dalle mie riflessioni sugli Open del Kuwait. Faccio subito una premessa: non chiederò scusa ad alcuno per i riferimenti che farò agli ignoranti e agli incompetenti. Anzi, ci aggiungo anche quelli in malafede, perché non è possibile dire certe cose e mettere in cattiva luce Massimo Costantini con argomenti pretestuosi. Quindi, chi ha lo stomaco debole, è pregato di andare ad accucciarsi nelle braccia della mamma, e a rimanerci col ciucciotto in bocca, senza poi mettersi a piangere dopo aver letto quello che io scrivo.
Tutto nasce dalla mia considerazione sui tecnici europei che io giudico migliori: Leo Amizic, Gheorghe Bozga e Massimo Costantini. Naturalmente, non voglio dire che non ce ne siano altri bravi, anche se sono davvero pochi. Dico che questi sono i migliori.
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Devo trattenere la nausea nel leggere fenomenali fesserie, in base alle quali un tecnico si giudica dai giocatori che ha creato. Vi dico subito che Leo Amizic non ha creato neanche un giocatore (per Anonymous: ora non puoi più rispondere alla domanda che ti ho fatto nel commento, troppo tardi), ma è un grandissimo allenatore, perché fa qualcosa di ancora più importante: prende giocatori rovinati da macellai del tennistavolo e li aggiusta, fino a far loro vincere gare internazionali importantissime. La riprova è nel fatto che quei giocatori, appena vanno via da lui, perché ceduti ad altro club o per altri motivi, ricominciano a essere storti e a perdere. Un solo esempio: Chuan Chih Yuan. Il taiwanese, molto bravo, ha alcuni notevoli difetti di impostazione, soprattutto nel movimento del rovescio. Inoltre, commette gravi errori di tattica.
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Dal momento in cui è passato sotto le cure di Leo Amizic, ha fatto un salto di qualità incredibile, arrivando a vincere il Master nel 2002. Una curiosità: Leo Amizic, per comodità, si rivolgeva a Chuan Chih Yuan chiamandolo “Giovanni” (proprio così, in italiano, lingua che Leo parla perfettamente)), perché è il suono più simile alla pronuncia del nome taiwanese, effettivamente un po’ difficile. Poi, c’è stato il distacco, perché Leo Amizic ha lasciato il club in cui giocava Chuan Chih Yuan per contrasti col presidente, da lui ritenuto un incompetente (giustamente). Da allora, Chuan Chih Yuan è in caduta libera. Altro tipo di lavoro ha fatto col rumeno Crisan, impostato tecnicamente benissimo, ma con problemi caratteriali e mentali che gli impedivano di esprimersi secondo le sue potenzialità. Leo Amizic ha svolto su lui lavoro tutto psicologico, facendolo esplodere.
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Non sto a ricordare i risultati di Crisan da quel momento in poi, chiunque può accertarlo tramite le statistiche che si trovano sul sito dell’Ittf. Stessa cosa per Smirnov, che è arrivato a vincere un Top 12 e fare un balzo enorme in classifica mondiale. Questi ultimi due casi danno un’ulteriore indicazione sul significato della parola “allenatore” e accomunano Leo Amizic a Massimo Costantini per un aspetto che approfondirò in seguito.
Per il momento, il problema che voglio esaminare è quello della cosiddetta “creazione” dei giocatori. Per farlo, bisogna ricordare la politica del tennistavolo italiano negli ultimi 20 anni. Preferisco parlare dell’impostazione generale voluta dai dirigenti della Fitet, e non di questo o quell’allenatore, di Deniso o di Costantini, perché le direttive che hanno riguardato soprattutto la nazionale possono spiegare tante cose.
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E allora, ricordiamo che, dagli anni Ottanta in poi, la Fitet ha stravolto il mondo delle società con la creazione dei Centri federali. Uso il verbo “stravolgere” perché quell’impostazione provocò la distruzione dei club, i quali diventarono niente altro che un serbatoio di giocatori per i Centri. Una società creava un giocatore, ma, appena questi si mostrava forte, ecco che la Nazionale lo rubava alla società stessa. Il discorso era molto semplice: chi non voleva entrare nei Centri nazionali, non veniva chiamato a indossare la maglia azzurra e perdeva così la possibilità di una carriera internazionale. Così, i ragazzini più interessanti erano ricattati: vieni nel Centro o non giochi in nazionale. Si potrebbe fare un lungo elenco di giocatori discriminati, perché rifiutarono di sottostare al ricatto. E questo dava risultati anche grotteschi.
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Agli Open d’Italia del 1990, a Verona, successe che quasi tutti gli azzurri dei Centri federali furono eliminati nelle qualificazioni o persero al primo turno, i giocatori che non giocavano in nazionale invece, e che si erano potuti iscrivere agli Open, andarono avanti. Fra questi, ricordo il compianto Gionata Poli (grandissimo talento), autore di un memorabile match contro Ding Yi, all’epoca fortissimo, perso ai vantagi al quinto set. A quei tempi si creò una vera e propria frattura tra il cosiddetto “Club Italia” e le normali società, In occasione dei tornei nazionali c’erano addirittura i tecnici professionisti federali che andavano in panchina a seguire un’atleta dei centri federali che si opponeva ad un avversario qualunque.
Il motivo alla base di questa politica era subdolo. Ai dirigenti non interessava un fico secco dei giocatori. L’obbiettivo era di avere alcuni Centri nazionali che diventavano grandi società e costituivano un serbatoio enorme avevano di voti federali, che diventavano decisivi al momento dell’elezione del presidente. Insomma, bastava controllare tre Centri nazionali per avere la maggioranza dei voti ed eliminare qualsiasi possibilità di sorprese alle elezioni.
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Tutto questo aveva conseguenze sulla “costruzione” dei giocatori. Intanto, molti talenti, che non accettavano ricatti, restavano fuori. Molti giocatori mediocri, per il solo fatto di trasferirsi nei Centri (che altrimenti sarebbero rimasti vuoti), conquistavano la maglia azzurra e partecipavano a manifestazioni internazionali, addirittura a Mondiali. Autentici misfatti sono stati compiuti.
Ma non è nemmeno questo l’aspetto più importante. Il vero problema è che nei Centri federali la crescita tecnica era tutta da discutere. Prima di tutto, i giocatori diventavano “polli da batteria”: per tutti gli stessi metodi, le stesse indicazioni, gli stessi schemi e così via. Mancava totalmente la “personalizzazione”, che è un elemento fondamentale in uno sport che è individuale, come il tennistavolo. Inoltre, cosa ancora più grave, mancava la capacità di comprensione dei problemi del singolo, delle difficoltà da superare, delle barriere tecniche da superare, che sono diverse per ognuno. E non è finita. Ancora più grave, il ragazzo non cresceva mai: umanamente, mentalmente, culturalmente. Ai giocatori, nei Centri federali, veniva fornito tutto, dal momento in cui si svegliavano fino a quando andavano a dormire. Cosa obbligata, si dirà. Certo, ma il vero problema è che il giocatore “non pensava”, né “maturava”. C’era un problema? Lo risolveva, in teoria, la grande organizzazione federale. Il giocatore doveva solo allenarsi, messo, secondo i dirigenti federali, nelle migliori condizioni per farlo.
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Succedeva allora che, quando il giocatore perdeva una partita o non diventava forte come si pensava che potesse, la colpa ricadeva tutta sulle sue spalle. Il discorso che era fatto ai giocatori, in maniera aperta o, peggio, subliminale, era questo: ti abbiamo dato tutto, ti abbiamo messo nelle condizioni di lavorare al meglio, se non vinci la colpa è solo tua, perché noi abbiamo fatto il massimo. Era il modo migliore di distruggere una persona e una personalità.
E arriviamo al dunque. Da quei Centri federali sono venuti fuori solo due giocatori, Mondello e Piacentini, tra l’altro con caratteristiche tecniche che mettono in evidenza limiti ben precisi, su cui tornerò dopo. Perché non si prova a fare il conto delle centinaia di ragazzi che in tutti questi anni si sono perduti? E allora, se parliamo di “creazione” di giocatori, dovremmo anche parlare di “distruzione” di giocatori. E i Centri federali, da questo punto di vista, hanno compiuto vere e proprie “stragi”.
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E non è finita ancora. La Fitet, in tutti questi anni, ha messo a disposizione dei Centri federali somme enormi. Tutta l’attività era concentrata lì. Lo sforzo economico e politico è andato oltre l’immaginazione. E, ripeto, con uno scopo principale: non la crescita tecnica, ma la conservazione del potere politico.
Capite bene, allora, che quando si cominciano a fare discorsi su quali giocatori sono stati creati da Costantini io comincio a imbestialirmi. Ma in Italia c’è ancora qualcuno che conosca la storia del tennistavolo e ne capisca un po’ tecnicamente?
Giustamente, si parla della vittoria di Mondello su Persson ai Mondiali 2000 a Kuala Lumpur. Meritatissima. Ma, mi chiedo, c’è qualcuno che ha visto quella partita o si parla solo per sentito dire? Naturalmente, io ero lì. E vi confermo che la vittoria fu bella e meritata.
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Ma il punto non è questo. Il punto è capire quali sono le caratteristiche di Mondello? Massimiliano è un giocatore che si esprime al meglio quando l’avversario accetta il gioco aperto, anche di scambi potenti. Non appena l’avversario comincia ad “arrotare” il gioco, e intendo dire che comincia a usare gli effetti laterali, a spezzare il ritmo, a fare attacchi veloci e improvvisi, Mondello si trova in difficoltà e mostra tutte le sue lacune tecniche. Lui, insomma, ha grande talento, soprattutto nel rovescio, può battere avversari più forti di lui, ma ha altrettanto grandi lacune e può perdere, come ha fatto tante volte, con avversari nettamente inferiori. Vogliamo discutere allora del suo vero valore? Sarebbe potuto diventare un giocatore più completo con un altro tipo di lavoro? Chiediamocele queste cose. E, ricordiamocelo, non sto parlando del tecnico, sto parlando del tipo di lavoro. Con Persson, quindi, Mondello si è trovato nelle migliori condizioni per esprimere le sue qualità. E ha vinto meritatamente. Il problema è: quando l’avversario gli impedisce di esprimere le sue qualità, lui che soluzioni ha per vincere?
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Comunque, dando per buono che Mondello e Piacentini sono diventati forti giocatori, restano due domande importanti: con quante e quali lacune tecniche sono cresciuti? Due giocatori su centinaia non è una media un po’ bassa se si considerano l’enorme sforzo economico della Fitet quantificato in svariate decine di miliardi di lire e i 15 anni di lavoro dei Centri federali?
Alla fine, si scopre, secondo le opinioni di gente come Anonymous e Anonimo, che è Costantini a non avere “creato” neanche un giocatore. Bene, cominciamo a esaminare Costantini.
Ha preso la nazionale nel momento peggiore, dopo che gli azzurri (Yang Min, Mondello, Piacentini, davanti a tutti) avevano deciso di rifiutare le convocazioni per protesta contro l’esonero di Deniso. La Federazione ha consegnato a Costantini una nazionale senza giocatori, senza programmi, senza soldi. Un altro, si sarebbe limitato a fare un lavoro d’ufficio, della serie “tanto, chi me lo fa fare?”
Costantini, invece, mette in atto alcune cose molto importanti, e fa tutto di sua iniziativa, con la Federazione che si limita ad assecondarlo. Prima fra tutte: i giocatori non sono più prigionieri dei Centri, sono restituiti ai club, che ridiventano il centro dell’attività tecnica e agonistica.
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Adesso sembra tutto normale, ma ve l’immaginate un Pieve Emanuele e un Castelgoffredo che per 25 giorni al mese (come accadeva prima, coi Centri federali) devono rinunciare ai loro giocatori azzurri? Giustamente, il tecnico di club avrebbe potuto dire: perché non posso guidare io tecnicamente il mio giocatore e lo deve fare invece il tecnico della nazionale? E’ una vera rivoluzione questa, e la compie Costantini, che comincia a effettuare raduni e stage senza danneggiare il lavoro dei tecnici di club, anzi collaborando con loro. Va avanti per i primi due anni senza i più forti, dignitosamente, con risultati superiori alle aspettative. Nello stesso tempo, è lui che convince la Federazione ad accettare le richieste dei ribelli (convincendo molti dirigenti che non avrebbero mai più voluto in azzurro Mondello, Piacentini e Yang Min), fino al punto che i più forti tornano in nazionale. Non solo, si qualificano anche per l’Olimpiade.
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Tanto per capirci (tutti gli incompetenti e gli ignoranti sono esclusi da questo discorso), sappiamo cosa significa prendere giocatori che sono stati fuori dalle gare internazionali per più di due anni e riportarli in brevissimo tempo ai livelli più alti? Stiamo parlando di lavoro da grandi tecnici. E Costantini ha dovuto impegnarsi non solo dal punto di vista tecnico. Faccio l’esempio di Yang Min. Costantini intende portarlo alle qualificazioni per Atene 2004. Il presidente Bosi non è d’accordo e glielo dice chiaramente (questa non è una indiscrezione, questa è la verità pubblica e ufficiale, basta chiedere allo stesso Bosi). Costantini insiste e dice che è lui a decidere delle cose tecniche, perciò vuole recuperare Yang Min per l’Olimpiade. A Bosi va dato atto che non pone alcun veto. Nonostante sia contrario a far andare Yang Min ad Atene, accetta la decisione di Costantini. Esattamente il contrario di quello che ha fatto il suo successore, Sciannimanico, che, quando Costantini non ha convocato Piacentini per i Mondiali di Shanghai, ha bloccato le iscrizioni di Bobocica e Spinicchia, oltre che di Wang Yu e Ding Yan.
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Comunque, Yang Min in quel periodo è irrintracciabile, nessuno sa dove sia. Costantini si mette letteralmente a cercarlo, telefonando in tutto il mondo, finché lo trova in Inghilterra. Il bello è che Yang Min, all’inizio, non è convinto di voler provare ad andare ad Atene, dice che non se la sente. Costantini lo convince, lo porta alle qualificazioni olimpiche e lì Yang Min vince.
Ma c’è altro. Costantini porta l’Italia a conquistare l’ottavo posto ai Mondiali a squadre 2004 in Qatar. Anche in questo caso, tanto per non prenderci in giro, esaminiamo bene la questione. Costantini ha una squadra ormai vecchia, la stessa del bronzo del 2000 a Kuala Lumpur, ma con 4 anni in più e con due anni di inattività internazionale. Chiunque capisca un po’ di tennistavolo sa cosa significhi. Soprattutto, ha uno Yang Min in condizioni fisiche sempre più precarie, che non può reggere sforzi prolungati. E 4 anni in più a 41 anni (quanti ne ha Yango nel 2004) è diverso di 4 anni in più a 28 o a 34 anni. E anche Mondello si presenta in Qatar n condizioni fisiche non buone, tanto che Costantini deve fare i salti mortali per mandare in campo una formazione decente e non può nemmeno far riposare Yango, che ne avrebbe bisogno per poter poi giocare al meglio gli incontri decisivi. In questa situazione, l’Italia conquista l’ottavo posto, che è un risultato straordinario.
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Certo, a paragonarlo col bronzo di Kuala Lumpur si rischia di far ridere qualcuno, ma la realtà tecnica è proprio questa: l’ottavo posto in Qatar è una delle più grandi imprese della nazionale italiana. In proposito, vorrei ricordare che l’edizione del 2000 è stata la più breve nella storia dei Mondiali a squadre. Infatti, l’Italia, che approfittò di un colpo di sonno della Corea del Sud contro la Repubblica Ceca per arrivare prima nel girone (gli azzurri avevano perso 3-1 coi coreani), saltò gli ottavi di finale e giocò direttamente i quarti di finale con l’Olanda. Era una formula particolare, mai più attuata, che dà un significato tecnico leggermente diverso. Comunque il terzo posto è meritato, ma non facciamo finta di ignorare la realtà.
Alla luce di tutto questo, diventa ancora più ridicola la considerazione di Anonimo: “Per finire chiediti quanti giocatori ha costruito Costantini e chiediti che se Costantini ha potuto essere competitivo all’estero con la Nazionale forse il merito è di qualcuno che gli ha permesso d’avere un gruppo tecnico non certamente da lui creato”.
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Se proprio dobbiamo mettere i puntini sulle “i”, Yang Min non è stato certo creato dai tecnici italiani. E del cosiddetto “gruppo tecnico” ho già messo in evidenza i limiti tecnici e il fatto che sia stato guidato “tecnicamente” in maniera diversa da Costantini. E, aggiungo, non solo tecnicamente, ma anche umanamente. Perché è anche questo il punto su cui battere. Ho detto prima che accomuno Leo Amizic e Costantini, li accomuno proprio perché entrambi non sono tecnici di “polli di batteria”. Entrambi curano il giocatore in maniera completa, considerandolo da tutti i punti di vista, preoccupandosi di farlo crescere, di farlo maturare, chiedendogli di avere un cervello e un anima, non solo un braccio che tira colpi alla pallina. Parlare di questi tecnici con le formule del “chi hanno creato” è disgustoso. Certe volte, “ricostruire” è molto più difficile che “creare”.
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E comunque, chiedete a Costantini, che ha avuto la nazionale per soli 3 anni, che l’ha riportata in alto con giocatori più vecchi e usurati, che ha portato Yango all’Olimpiade (come anche Mondello) e alla vittoria nei Giochi del Mediterraneo, che ha ridato dignità ai club e quindi ha dato loro la possibilità di far crescere nuovi giocatori, e che ha fatto tutto questo mentre la Federazione, in particolare il presidente Sciannimanico, lo lasciava solo o lo boicottava, ebbene, è scandaloso, una autentica vergogna.
Mi sono dilungato abbastanza, non entro perciò nel merito dei dati statistici, su questa o quella vittoria, sui 2 punti del “cinese” (senza offesa a Yango). Sono sciocchezze. E comunque, se qualcuno vorrà insistere su quei dati, sarò pronto a controbattere su tutto, con cognizione di causa, visto che io sono stato presente a tutti questi appuntamenti, al contrario di chi scrive senza sapere una mazza. Quello che a me preme è parlare dell’essenza del tennistavolo, dei tecnici che lo conoscono profondamente. Perciò ribadisco: Leo Amizic, Gheorghe Bozga e Massimo Costantini sono i migliori tecnici europei.

Commenti

58 risposte per “Un’altra opinione del Drago Rosso”

  1. FABIO ha scritto il 17 Marzo 2006 10:06

    Qualcuno mi sa fornire notizie di Gionata Poli?
    Ho appena letto un commento oggi in cui veniva fatto il suo nome.
    Grazie a tutti.
    Fabio

  2. Gradi Denis ha scritto il 17 Marzo 2006 12:10

    ma, Gionata poli, compagno di nazionale di un mio amico ai tempi della cat. Juniores, purtroppo è deceduto qualche anno fà in un incidente strdale.

  3. andrea ha scritto il 17 Marzo 2006 14:25

    Grazie a Drago Rosso per le sue opinioni.
    Ricordo ai tempi del centro di Fiuggi che parallelamente esisteva la “formazione giovanile” (seguita da Migliarini se non sbaglio) che organizzava stage e seguiva i ragazzi che erano fuori dal giro della nazionale e dai centri federali. Questi eventi erano un’ occasione di crescita per gli atleti e di confronto per i tecnici che seguivano i loro ragazzi agli stage. Purtroppo non credo siano stati più organizzati questi stage ed io, come partecipante, ne ho un ottimo ricordo sia per la crescita come giocatore che come esperienza di vita. Ringrazio Drago Rosso per aver ricordato Gionata Poli, un ragazzo d’ oro, sempre affabile e simpatico con tutti. Un vero super talento dal tocco sopraffino(visto il fisico non atletico)… Ci giocavo contro ai giovanili ed ai tornei regionali, poi dopo aver iniziato ad allenarsi a Senigallia in poco tempo è diventato prima categoria. Probabilmente a livello Juniores un giocatore che poteva dire la sua anche in campo europeo…forse anche in questo caso lo zampino di Costantini ha contribuito alla crescita di un giocatore(o forse no…non saprei magari è tutto merito di Pettinelli).
    Di sicuro io ricordo quello che si diceva ai tempi citati da Drago Rosso…a Fiuggi si suda e si lavora con il muso lungo, a Senigallia si lavora divertendosi con il sorriso sulle labbra…un pò come i mitici Svedesi alle manifestazioni mondiali…

  4. Anonimo ha scritto il 17 Marzo 2006 17:12

    Fu una grande scomparsa di uno dei piu’ grossi talenti di questo sport!
    Forse non era uno dotato di troppa voglia di allenarsi ma come “toccava” lui la palla almeno in Italia in pochi sono stati capaci di farlo.
    Per Fabio: deve essere successo all’inizio del 2001 se ricordo bene o al piu’ tardi fine 2000.
    Ricordo solo che in quell’anno ero stato all’estero per studi e quando tornai in Italia mentre sfogliavo le riviste del tennis tavolo della stagione appena trascorsa mi prese un colpo nel leggere quella notizia.
    Mi ero anche meravigliato molto di come avessero potuto scrivere solo 2 rghe scarne sull’accaduto per un atleta cosi’ valido come era stato lui

  5. Anonymous ha scritto il 17 Marzo 2006 19:52

    Caro Drago……qualcuno in qualche intervento dice che sei un giornalista……..io non ti conosco quindi non so se lo sei oppure no….anche perché nel nostro paese c’è davvero la possibilità che un giornalista scriva: UN’ATLETA con l’apostrofo….e DA’ con l’accento…….e poi ci lamentiamo della fitet!!!
    Perché tra una partita e l’altra non ti studi anche un po’ di italiano????Con 20 euro trovi delle buone grammatiche!!!

    Allego qui sotto le frasi cui faccio riferimento:

    ……in panchina a seguire un’atleta dei centri federali che si opponeva ad un avversario qualunque…….

    …….che dà un significato tecnico leggermente diverso. Comunque il terzo posto è meritato, ma non facciamo finta di ignorare la realtà………

  6. mee-kee ha scritto il 18 Marzo 2006 01:35

    Con un sottofondo di tristezza vi ricordo la data della scomparsa di Gionata, 22.04.2001

  7. giuseppe margarone ha scritto il 19 Marzo 2006 16:53

    CARO MASSIMO, VISITO FREQUENTEMENTE IL TUO SITO E RINGRAZIO TE E I TUOI OSPITI PER LA QUANITA’ DI NOTIZIE E OPINIONI CHE HO L’ PPORTUNITA’ DI LEGGERE. COME E’ NORMALE CHE SUCCEDA, A VOLTE SONO D ‘ACCORDO A VOLTE NO SUI VARI COMMENTI.
    QUELLO CHE MI LASCIA PERPLESSO E’ IL PROLIFERARE DI TANTI ANONIMI E SOPRATTUTTO, vorrei chiedere CHI E’ IL DRAGO ROSSO, SA TUTTO SU TUTTO E DI TUTTI,
    SE CI DICESSE ANCHE IL SUO NOME, SAPREMMO CHI RINGRAZIARE PER TANTE NOTIZIE E COMPETENTI PARERI.
    CORDIALI SALUTI
    GIUSEPPE MARGARONE

  8. Drago Rosso ha scritto il 19 Marzo 2006 19:05

    Per Anonymous:
    Tu sei davvero ignorante, ma proprio ignorante nel profondo dell’anima e del cervello. Non so se tu sia mai stato bocciato a scuola. Se non lo sei stato, vuol dire che eri un raccomandato di lusso. E ti spiego subito quanto sei ignorante.
    E’ vero che “un’atleta” (quando si parla di un maschio) si scrive senza apostrofo. Quello è semplicemente un refuso perché stavo ricordando una partita precisa in cui giocava una donna, per cui l’apostrofo ci voleva. Poi, ho pensato di fare un discorso generale e ho cambiato, ma mi sono dimenticato di togliere l’apostrofo. Siccome, nel tuo piccolissimo e bacato cervello, tu potresti pensare che questa è una scusa, ti invito a rileggerti tutti gli altri miei interventi: ho sempre scritto un atleta senza apostrofo, così come non ho mai sbagliato un apostrofo in qualsiasi altra parola. Dopo che te li sarai riletti, vai davanti allo specchio a vergognarti.
    Ma il peggio arriva adesso. La terza persona singolare del verbo “dare” si scrive dà, con l’accento. Qualunque maestro elementare te lo potrebbe dire. Ti posso anche spiegare che i monosillabi non vanno accentati a meno che non possano suscitare confusione con altri monosillabi uguali. Così, la terza persona singolare del verbo dare ha l’accento per distinguerla dalla preposizione “da”. Così, si scrive: lui viene “da” Milano; lui dà la mano all’amico. Fanno eccezione i monosillabi che non potrebbero mai suscitare confusione perché vanno comunque usati in contesti diversi. Altro esempi: la terza persona singolare del vero fare è “fa”, senza accento, anche se c’è la nota musicale “fa” che potrebbe provocare equivoci, ma non li provoca perché si tratta di due contesti diversi. La terza persona singolare del verbo andare è “va”, senza accento perché non ci sono altri monosillabi uguali. Ripeto, vai da un qualunque maestro elementare, o da un professore di scuole superiori o universitario se preferisci, ti diranno tutti quello che io ti ho appena spiegato e tu ti dovrai ricoprire di m…
    Concludo con qualche informazione su me. Ti posso fare lezioni universitarie sulla lingua italiana, sulla grammatica e sulla sintassi. Tu sei davvero un poveraccio. E lo sei perché non hai capito con chi hai a che fare. Ti conviene smetterla qui. Se continui, dovrai rassegnarti a fare le figure che ho appena specificato. Ciao, ignorante, vai a studiare, visto che non lo hai mai fatto in tutta la tua vita. Lo studio “dà” una conoscenza che tu non avrai mai, grandissimo ignorante.

  9. Drago Rosso ha scritto il 19 Marzo 2006 19:16

    Per Giuseppe Margarone:
    Gent.mo signor Margarone, la ringrazio per i complimenti. Siccome ha messo in evidenza con garbo ed educazione la questione del mio anonimato, ci tengo a darle una spiegazione. Sono costretto a nascondermi dietro il nome “Drago Rosso” (che comunque è il mio vero nome cinese, che mi è stato dato da un’amica cinese) per una questione delicata che è legata al mio lavoro. Mi creda, non posso dirle di più. Il mio è un motivo serio, non un capriccio o una vigliaccheria. Spero che capisca la mia situazione.
    Cordiali saluti

  10. Andrea ha scritto il 20 Marzo 2006 10:19

    Vi assicuro che Drago Rosso è un grande intenditore e conoscitore del tennistavolo

  11. ROBERTO ha scritto il 20 Marzo 2006 10:40

    Per Andrea:
    nessuno credo metta in dubbio le sue capacità, peccato che è uno spocchioso, un presuntuoso che conosce tutto di tutti, un tecnico un giornalista, un critico, un esperto di tennis tavolo. Ci dica cosa ancora è in grado di fare!!!!
    A mio modesto parere dovrebbe avere un briciolo di umiltà nel fornire giudizi e commenti da tuttologo.
    Saluti.

  12. Anonimo ha scritto il 20 Marzo 2006 11:07

    Per Max:
    gentilmente se potessi censurare gli insulti che usa spesso Drago Rosso per difendersi da chi non la pensa come lui faresti un favore a tutti i lettori di questo blog.
    Soprattutto in un articolo come questo dove si stava parlando del compianto Gionata Poli non mi sembra il caso che tu pubblichi tutti gli insulti che ha usato Drago Rosso per rispondere ad Anonymous.
    Grazie Max e alla prossima

  13. Anonymous ha scritto il 20 Marzo 2006 11:17

    Per drago: in effetti devo riconoscere che 2 errorini su tutto ciò che scrivi non è male….ma devo confermare che nel caso in questione non c’era possibilità di cadere in equivoco quindi l’accento non ci voleva!!!
    Sempre per drago: grazie mille per la lezione:-)

  14. Anonimo ha scritto il 20 Marzo 2006 12:19

    per andrea… Sicuro che Drago Rosso è un grandissimo intenditore… è un normalissimo appassionato che da anni segue il tennistavolo, scrive di tennistavolo ma niente di più…. Quando uno scrive e basta e non ha mai giocato a livelli alti… può solo commentare… diciamo che ha le stesse conoscenze che Tosatti ha nel calcio…

  15. Andrea ha scritto il 20 Marzo 2006 15:05

    io tutta questa spocchia non la vedo,
    cmq gli si replichi a modo, facendo esempi pratici e non prendendolo per c… per due errorini di distrazione che ci possono pure stare in quei trattati che scrive

  16. Drago Rosso ha scritto il 20 Marzo 2006 15:22

    Per Roberto:
    Faccio anche il fotografo. Per quanto riguarda l’umiltà, scusami, non me l’hanno mai presentata.

  17. Drago Rosso ha scritto il 20 Marzo 2006 15:29

    Per Anonimo:
    Nel mio intervento non ci sono insulti. Ci sono nelle risposte ai commenti degli ignoranti e incompetenti. E lì Gionata Poli non c’entra.
    Per quanto riguarda Gionata Poli, poi, non cominciate a fare le verginelle. Nessuno lo ha mai citato, nessuno lo ha mai ricordato. Sono stato io a ricordarlo, per quello che era: un grande del tennistavolo, anche se il suo nome non compare negli albi d’oro internazionali. Ho avuto l’onore di essere suo amico e ho passato con lui una intera edizione degli Europei, Bratislava 1996, nei quali, da spettatore fece cose memorabili. Posso citare solo, in una discoteca, con tante gnocche a disposizione, lui che trascorse tutta la serata a parlare con kalinic e a ricordare al campione jugoslavo risultati e punti che nemeno lui, che li aveva giocati, si ricordava più. Alla fine, Kalinic, che si era visto comparire Poli e lo aveva guardato come se fosse un fan completamente pazzo, per poco non si inginocchiava davanti a lui. E adesso mi devo sorbire il tuo intervento “in onore” di Gionata Poli. Ecco, proprio per rispetto a lui, non ti dico dove te ne devi andare.

  18. Drago Rosso ha scritto il 20 Marzo 2006 15:34

    Per Anonymous, sugli errori:
    Sei fuori di testa. E confermo che sei una delle persone più ignoranti che possano esistere. Non ho fatto neanche un errore. Il primo, te l’ho spiegato, è un refuso, dovuto a mia disattenzione. Il secondo non è un errore perché l’accento ci deve stare. Ripeto: la terza persona singolare del verbo “dare” è dà, con l’accento. Non c’è un caso in cui si mette l’accento e uno in cui non si mette. Si mette sempre. Invece, tanto per restare al verbo “dare”, la prima persona singolare è “do”, senza accento e in questo caso l’accento non si mette mai. Se andassi da un maestro elementare, come ti ho già detto, ti spiegherebbe tuto questo. Non ci vai perché sai che faresti una figura miserabile davanti a lui. Tu sei IGNORANTE, non hai studiato e, ti ripeto, continuerai a fare figure di m…

  19. Anonymous ha scritto il 20 Marzo 2006 15:35

    Per Andrea: ci possono stare??? certo…tutti noi possiamo sbagliare…ma noi mica siamo giornalisti!!!
    Comunque su una cosa concordo: nemmeno io vedo spocchia nei suoi interventi…esprime solo il suo pensiero…libero lui di scrivere…e noi di condividere oppure no!!!

  20. ROBERTO ha scritto il 20 Marzo 2006 15:42

    Per Andrea:
    e allora chi lo autorizza ad offendere le altre persone? Chi è questa galantuomo per analizzare le capacità o la bravura di un tecnico piuttosto che un altro?
    Vorrei solo dire al grande Drago Rosso che Roberto Migliarini non ha certamente plasmato nessun campione ma posso garantirti in prima persona che ha due palle che sono sicuro tu non ne abbia la minima idea.
    Comunque il mio consiglio è quello di rivedere le sue teorie e soprattutto di avere un po’ più di umiltà e rispetto verso i suoi interlocutori.

  21. Drago Rosso ha scritto il 20 Marzo 2006 16:01

    Per Anonymous, sulla competenza:
    Vedi, tu hai un grandissimo problema. Per la tua smania di sbertucciarmi, hai fatto figure squallide senza fine. Perciò, ti rode il fegato e vorresti cogliermi in errore. E il fegato ti rode sempre di più, sempre di più, sempre di più. Te lo ripeto: tu non hai la minima idea della persona con cui hai a che fare, tu non puoi neanche immaginare tutte le cose che so di tennistavolo (e anche di altro).
    Secondo te io sono un “un normalissimo appassionato che da anni segue il tennistavolo, scrive di tennistavolo ma niente di più”.
    Premetto ad Anonimo (quello che dice, giustamente, che io sono spocchioso) che adesso lo sarò ancora di più, quindi si può risparmiare ulteriori interventi su questo tema. Vengo a te, caro Anonymous, per dirti qualcosa che ti potrà servire, a proposito del “niente di più”.
    Ti invito a telefonare alla Federazione cinese di tennistavolo (parlano inglese, se tu non sei in grado, chiedi l’aiuto di qualcuno che ha studiato) e a chiedere loro cosa pensano di me. In particolare, chiedi loro: quanti giocatori il Drago Rosso ha pronosticato che sarebbero diventati campioni del mondo e olimpici 4-5-6 anni prima che ciò accadesse (non l’anno prima, non il mese prima), quando nessuno nel mondo li conosceva e quando nemmeno tutti i tecnici della nazionale cinese li conoscevano?
    Potrei farteli io i nomi, e sono parecchi, ma so che non mi crederesti. Quindi, chiedi alla Federazione cinese.
    Io posso aggiungerti qualcosa. Ogni volta che c’è una manifestazione importante, come Mondiali e Olimpiadi, il Magazine ufficiale della Federazione cinese fa scrivere a me il commento tecnico di introduzione. Forse tu non ti rendi conto, nella tua infinita ignoranza, cosa significhi questo. La Federazione dello sport più importante della Cina non fa scrivere l’analisi tecnica a un cinese, a un tecnico cinese o a un giornalista cinese. No, lo fa scrivere a me. Perché non vai a dire ai cinesi che io non sono un intenditore, ma solo un semplice appassionato, niente di più? Ti rideranno in faccia come minimo. Poi ti insultano, perché se vai a dire loro una cosa del genere si sentiranno offesi: ma come, proprio loro che sono i maggiori esperti del tennistavolo affiderebbero un analisi tecnica a qualcuno che non ne capisce?
    Non è finita. Ogni volta che ci sono Mondiali e Olimpiadi, i giornalisti cinesi, dei quotidiani e dei magazine, il giorno dell’apertura delle gare, insieme alla presentazione, scrivono un articolo intitolato: “I pronostici del Drago Rosso”. Naturalmente, non mettono il nome Drago Rosso. Hai capito bene: sui giornali cinesi esce un articolo dedicato espressamente ai miei pronostici. Alla fine dei Mondiali, c’è il commento al fatto che li ho azzeccati tutti (o quasi tutti, è successo solo un paio di volte, quando ne azzeccai 6 su 7, scusa se è poco).
    Ma non è finita ancora. Prima dei Mondiali di Shanghai, il Magazine della Federazione cinese, ha interpellato 4 persone del mondo del tennistavolo, per far esprimere loro i pronostici: l’allenatore tedesco Prause, il cinese Wei Qingguang, campione olimpico di doppio nel 1988, il cinese Wang Dayong, allenatore di Saive, e… me. Già, hai letto bene: me. Secondo te, alla fine dei Mondiali, chi aveva indovinato tutti e 5 i vincitori? Non dirlo, te lo dico io: sorpresa, il Drago Rosso. Gli altri, che hanno giocato, che sono grandi allenatori, che loro sì capiscono di tennistavolo, non come me che non ho giocato ad alto livello, non li hanno azzeccati. Ma vedi, c’è qualcos’altro. Non solo avevo azzeccato i vincitori, ma nel caso del singolo maschile, avevo indicato anche l’avversario in finale e il risultato. Prova a indovinare anche stavolta: cosa avevo indicato? Non dirlo, te lo dico: Ma Lin il finalista, 4-2 per Wang Liqin il risultato. Gli allenatori cinesi, scusa se gonfio il petto, alla fine dei Mondiali sono venuti da me per congratularsi. L’allenatore di club di Wang Liqin mi ha detto: “Sei stato l’unico a dire che Wang Liqin avrebbe vinto il doppio misto insieme a Guo Yue”. Ti aggiungo che sono stato l’unico in tutto il mondo a pronosticare Kong Linghui e Wang Hao vincitori del doppio, ma non vorrei provocare una ulteriore crescita della tua bile.
    Allora, posso solo commentare? Ma sai cosa significa “commentare”? Dire: quel giocatore ha fatto il topspin, quel giocatore ha 24 anni e così via? Io faccio altro, di molto diverso. Ti ripeto: sei un poveraccio. Ti conviene smetterla di provocarmi. Se insisti, sappilo, ti risponderò sempre, come già per Anonimo, non te ne farò passare neanche una.
    Ascoltami, pensa solo a ritirarti, il tuo fegato si salverà.

  22. ROBERTO ha scritto il 20 Marzo 2006 17:02

    Per Drago Rosso:
    Ecco fattela presentare un po’ di umiltà che ne hai sicuramente bisogno, anzi velocizza i tempi!!! Ma tu chi sei per giudicare se una persona è ignorante o non all’altezza da poter esprimere dei giudizi tecnici.
    Il fatto di essere presente ad una competizione internazionale non vuol dire sapere, ho conosciuto tanta gente che osservava tutti i tornei e poi non capiva una sega ne’ di tecnica, ne’ di tattica. Vorrei ricordarti che nel tennis-tavolo la pallina è rotonda e non quadrata….. a buon intenditor poche parole

  23. Drago azzurro ha scritto il 20 Marzo 2006 17:15

    Per Drago Rosso:
    intanto le parole “ignoranti e incompetenti” dette nel contesto di come le hai usate tu sono degli insulti! Usate in maniera continuativa ed arrogante come hai fatto non hanno solo come significato quella di non conoscere un argomento altrimenti avresti potuto dire che Anonymous non conosce la terza persona singolare del presente.

    Per quanto riguarda Gionata Poli tu non puoi dirmi che non posso fare difese in suo onore. Tu a differenza mia che ti conosco, so il tuo nome e cognome, dove abiti , che lavoro fai,etc.,etc., tu non sai chi io sia, quanti anni ho, se gioco o se sono un dirigente, se ci capisco di questo sport o no e di mille altre cose.

    Ti dico solo che Poli lo conoscevo e magari anche molto meglio di te! A differenza tua che potresti essere stato sua zio, padre o nonno come eta’ io ero un suo coetaneo ed amico!
    Mi ci sono allenato insieme un sacco di volte in nazionale giovanile, ci ho giocato contro un sacco di volte in campionato…Quindi non dire bestialita’ e accontentati di stare seduto in tribuna senza aver mai preso una racchetta in mano in vita tua e di criticare chi sa come si gioca a questo sport e come me quando esce da lavorare va a sudare 2 ore in palestra a differenza tua che sei piu’ largo che lungo e che non saresti in grado di metterti in maglietta e pantaloncini per giocare!

  24. Drago Rosso ha scritto il 20 Marzo 2006 17:30

    Per Roberto:
    Premessa: Migliarini è un bravissimo tecnico, oltre a essere un’ottima persona, lo conosco da 30 anni, anche se lui non conosce me. Da come scrivi sembrerebbe che io lo abbia denigrato. Che io giudichi Leo Amizic, Gheorghe Bozga e Massimo Costantini i migliori tecnici europei non significa che disprezzi tutti gli altri. E’ sconcertante che io debba stare a spiegarti queste cose.
    A proposito di chi osserva i tornei senza capirci niente, bravo, hai centrato il problema. Ma non è quello il mio caso. Rileggiti quello che ho scritto ad Anonymous e poi vai a dire ai cinesi che loro non capiscono niente di tennistavolo, visto che sono loro i primi a certificare la mia competenza.
    Ma c’è qualcosa di più importante che devo dirti. Nei miei interventi, io sono sempre molto preciso a proposito di tecnica, di colpi e di tutto quello che riguarda il tennistavolo. Io cito fatti, episodi, gare, riporto quello che un giocatore ha detto, faccio sapere cosa succede dietro l’ufficialità. Dico cose che nessuno è in grado di dire, perché, tanto per fare un esempio, raccolgo le confidenze dei più grandi campioni cinesi, che sono amici miei e mi dicono anche quello che non possono dire ai giornalisti cinesi. Insomma, altro che assistere alle gare. Tu, invece, nella tua critica, non hai alcunché di preciso, solo un “chi ti crede di essere”. Il tuo problema, come per tanti altri, è di non aver capito con chi hai a che fare. Credimi, sono in grado di farti trattati interi sul tennistavolo, e non me ne importa niente se sono giudicato uno sbruffone.
    Se devi criticarmi, comincia a dire cosa c’è di sbagliato nelle mie indicazioni tecniche. Sei in grado di farlo? Non credo proprio, altrimenti lo avresti già fatto.
    Comunque, ti regalo una chicca: due giocatrici e un giocatore (non italiani), e sto parlando di gente nei primi cento posti della classifica mondiale, in alcuni Open del Pro Tour, mi hanno chiesto di seguirli in panchina, perché erano rimasti senza tecnico. Non l’ho fatto solo perché altrimenti i loro avversari, che sono pure amici miei, non mi avrebbero più rivolto la parola. So che stai pensando a un’ennesima sbruffonata, ma ti assicuro che non sto scherzando.
    Per il resto, puoi restare nella tua miserabile ignoranza.
    Ah, dimenticavo: la pallina non è rotonda, è sferica. C’è differenza, credimi.

    P.S. Io sono molto educato (anche se a volte così non sembra), ma questo non vuol dire che sia disposto a subire insulti. Rispondo con garbo a chi si rivolge a me con garbo, rispondo con offese a chi mi offende. Non sono mai stato il primo a cominciare a insultare chi scrive su questo blog. Ricordatelo sempre.

  25. Drago giallo ha scritto il 20 Marzo 2006 17:43

    Caro Drago Rosso,

    le critiche verso di te cominciano ad aumentare….cominci ad arrampicarti sugli specchi…devi sempre in un tuo commento successivo difenderti da una cavolata che hai detto in quella prima!non ti sopporta piu’ nessuno..non te ne rendi conto???

    io se fossi in te mi ritirerei e tornerei in Cina (per tutto l’anno, non solo per le vacanze)!Tranquillo Massimo non ha bisogno dei tuoi scritti per essere difeso!
    La sua storia parla da sola, rischi solo di farlo diventare antipatico come sei tu al 90% di persone che leggono questo blog!!

    Vai in Cina e facci un favore…rimani li’!!

  26. Drago Rosso ha scritto il 20 Marzo 2006 18:01

    dimostrazione del tuo fallimento.
    Hai detto, quando parlavi come un mafioso, che io non so niente di te. Non è vero, so una cosa importante: sei uno “zero”.

  27. Drago Rosso ha scritto il 20 Marzo 2006 18:03

    Per Drago giallo:
    Sei in grado di citare una sola delle cavolate che io avrei detto? Non intervengo per coprirle, visto che non ne ho dette, ma solo per rispondere ai poveracci come te che nemmeno sanno crearsi un nickname originale. Anche tu sei un poveraccio.

  28. ROBERTO ha scritto il 20 Marzo 2006 18:31

    Ecco vedi caro Drago Rosso, voglio precisarti una cosa: sono personalmente ancora oggi amico di uno dei primi cinesi arrivati in Italia e ti spiego una semplice regola: sappi che i cinesi in genere sono personaggi molto particolari in quanto molto spesso non dicono la verità, o altrettanto spesso dicono solo quello che vogliono. Quindi attenzione a non farti prendere per i fondelli in quanto loro oltre ad essere molto forti sul tavolo sono altrettanto forti a raccontarti bidoni.
    Per quanto riguarda Migliarini ritengo che tu non sappia chi sia e forse ribadisco forse ne hai solamente sentito parlare, comunque non preoccuparti oltre ad essere stato il mio allenatore ti garantisco che ha due grosse palle.
    Infine permettimi solo una domanda: ma tu che tipo di conoscenze tecniche hai per esprimere pareri su tattica o tecnica. Se potessi mi piacerebbe farti sedere dietro ad un prima o seconda categoria qualsiasi e con una microfono registrare tutto ciò che dici, e poi commentare su questo blog le tue profezie.

  29. ROBERTO ha scritto il 20 Marzo 2006 18:43

    Aggiungo una cosa per il “Drago Rosso” per quanto riguarda i tuoi pronostici o sono tutte bidone o il mio consiglio corri a giocarti una bella schedina al superenalotto che potresti essere tu il superfortunato.

  30. Anonimo ha scritto il 20 Marzo 2006 19:07

    Per DRAGO ROSSO: visto che indovini sempre tutto, mi dici che numeri usciranno al superenalotto?

  31. marco bonf.bg ha scritto il 20 Marzo 2006 20:03

    Io mi compiaccio di leggere ciò che scrive Drago Rosso, mentre non mi interessa affatto ciò che scrivono i vari anonimi e draghi di diverso colore.
    Spesso esagera con chi cerca qualche errore di “battitura” o scrive “cavolate” ma effettivamente lo capisco. Un vero appassionato di tennis tavolo in Italia non può che essere “incazzato” a vedere come tutti si adeguano da “pecoroni”.
    Io che giocavo 40 anni orsono a buon livello avrei sognato di vedere il mio sport assurgere a ben altri livelli oggi nel 2006 dopo 40 anni. Invece…………..

  32. Anonymous ha scritto il 20 Marzo 2006 22:39

    Per Drago Rosso: se è vero quello che dici, e non ho motivo di dubitarne….vuol dire che sei bravo, anzi bravissimo nel fare i pronostici…….perchè non giochi anche al totocalcio???
    Azzeccare i pronostici non è sinonimo di intendersi di una cosa…guarda stefania belmondo….alle olimpiadi non ne ha azzeccato uno…però non si può dire che non capisca di sci di fondo!!!
    Per drago azzurro: tu conosci l’identità di drago rosso??? che fortuna…..puoi dirci per favore qual’e’ stato il suo livello di giocatore…ammesso che abbia mai giocato!!!
    Ti ringrazio e ti saluto!!!

  33. Drago azzurro ha scritto il 21 Marzo 2006 11:10

    Per Anonymous:Drago Rosso e’ un pagliaccio!!e sapere questo, ai lettori di questo blog penso gia’ basti…

    Spero solo che Massimo lo censuri al piu’ presto in modo che in questo blog si possa tornare a parlare di tennis tavolo in modo sereno senza che ci sia un Drago che si crede il Padreterno

  34. butcher ha scritto il 21 Marzo 2006 11:56

    vorrei fare un intervento a favore del drago rosso che è, come appare chiaro dai suoi commenti, un grandissimo intenditore e penso che grande lo sia anche come uomo. Mi chiedo solo perchè ti ostini a rispondere ai commenti alle critiche e agli insulti di gente che come tu stesso hai detto, non hanno nemmeno idea di chi sei e forse neanche di cos’è il tennsitavolo..una curiosità ma te fai anche l’allenatore? cosa ne pensi di tiao?

  35. Anonymous ha scritto il 21 Marzo 2006 11:57

    Per Drago Azzurro: ahahahah……dai non esagerare….almeno qualche informazione sui tornei ci arriva…..comunque grazie per l’informazione…….che pero’ nulla aggiunge all’idea che i lettori si sono fatta di lui!!!

  36. Alessandro ha scritto il 21 Marzo 2006 12:59

    Mi piacerebbe continuare a leggere il block per i suoi contenuti di interesse al tennistavolo, credo che la diatriba innescata contro Drago Rosso dovrebbe cessare, inanzitutto perche’ non credo che lo scopo di questo sito sia di leggere insulti vari!
    Un cordiale saluto a tutti ed in particolare a chi inserisce opinioni costruttive.

  37. Cinema........ ha scritto il 21 Marzo 2006 15:36

    Per Alessandro: a te piacerebbe continuare a leggere il BLOCK????
    A me il top spin…..

  38. Alessandro ha scritto il 22 Marzo 2006 12:24

    “BLOCK” = il Block-Notes di Massimo Costantini

  39. Spin Doctor ha scritto il 22 Marzo 2006 15:57

    opinioni magari innovative (se non suonasse irriverente, e non deve esserlo, mi piacerebbe parafrasare Fabrizio De Andrè “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”)
    Concludendo una proposta:
    a fronte di qualsiasi opinione espressa, anche le più strampalate, critichiamo pure a volontà le idee, le proposte e le opinioni, ma non esprimiamo mai giudizi o sentenze su chi le ha espresse o sul modo con cui le ha manifestate; ci divertiremo di più e stimoleremo senza timore la partecipazione di altri, ivi compresi arbitri (benvengano ) e Dirigenti Federali (molto ben vengano) in incognito o meno.

  40. Drago Rosso ha scritto il 22 Marzo 2006 17:17

    erienze da tecnico in nazionale. Ma, soprattutto, per far capire a tutti quanto lui se ne intenda di tennistavolo, non devo citare le sue lezioni da tecnico, voglio solo far sapere cosa pensa lui del set a 11 punti. Due anni fa, in occasione di un torneo nazionale a Roma, in pizzeria, ha esclamato una frase che me lo rende ancora più grande: “Il set a 11 punti è un buco nel mio stomaco”. Migliarini non ha bisogno di creare giocatori per avere la considerazione del mondo del tennistavolo, gli basta questa frase.
    Sulla tua domanda a proposito delle mie conoscenze tecniche, mi spieghi come dovrei risponderti. Se vuoi, ti posso anche fare un trattato su come si eseguono i colpi, ma non è questo il punto, perché è chiaro che anche quella conoscenza, da sola, non basta. Perciò, visto il tuo desiderio di sapere cosa dico durante un incontro, chiamo a testimone Massimo Costantini. So di disturbarlo, ma ritengo sia necessario. Lui è stato parecchie volte insieme a me a guardare gare di qualsiasi livello, da quelle mondiali a quelle di seconda e terza categoria, a quelle giovanili. Lui, se vuole, può risponderti. Così potrai sapere “che tipo di conoscenze tecniche” io ho.

  41. Drago Rosso ha scritto il 22 Marzo 2006 17:19

    Per Drago azzurro:
    Il pagliaccio è un essere nobile, se lo fossi davvero, ne sarei onorato.

  42. Drago Rosso ha scritto il 22 Marzo 2006 17:23

    Per tutti quelli che mi invitano a giocare al totocalcio e ad altri giochi:
    Le informazioni sicure su quei tipi di risultati le danno gli incompetenti. So che non mi credete quando dico che azzecco i pronostici, ma, rassegnatevi, è vero. Li ho scritti, non posso bluffare.

  43. Drago Rosso ha scritto il 22 Marzo 2006 17:48

    Per Butcher:
    Grazie per le tue parole (i ringraziamenti vanno anche a Marco bonf.bg, Andrea e Alessandro). Ti devo un paio di chiarimenti. In effetti, dovrei limitare le risposte e non ostinarmi a fare polemica con tutti. Il problema (mio) è che non riesco a capacitarmi che il nostro meraviglioso sport possa avere persone che, invece di espandere il loro pensiero, stiano lì a curare la macchiolina o il piccolo interesse personale. Ricordo quando feci la conoscenza con questo mondo. Sto parlando di 40 anni fa. Puoi immaginare cosa fosse allora, nella considerazione generale e nell’interesse degli sportivi, il tennistavolo: meno di zero. Eppure, quando provai a parlare con qualcuno dei rappresentanti di questo sport, per cominciare a fare domande, mi ritrovai un muro altissimo di arroganza e di “trombonismo”rande allenatore, pur avendone tutte le potenzialità.

  44. Drago Rosso ha scritto il 22 Marzo 2006 17:54

    Per Spin Doctor:
    Avevo già scritto la risposta a Butcher, quando ho visto il tuo commento. Penso di poter estendere a te quello che ho già detto a lui, anche i ringraziamenti.
    In più, vorrei solo puntualizzare una cosa, in aggiunta alla tua giusta osservazione sui refusi e sugli errori. Ce ne sono tantissimi in questo blog, e i motivi sono quelli che hai detto tu. Al massimo, ho notato solo qualche sfottò un paio di volte, ma era un tono scherzoso. Ho risposto duramente su questo aspetto solo quando qualcuno ha voluto fare il professore con me. Ho dovuto dimostrare che non avevo commesso errori e che c’era solo un refuso per mia dissattenzione. Naturalmente, come ho già detto a Butcher, condivido l’esigenza di limitare le risposte e anche a te dico che farò un tentativo per assecondare questa linea.

  45. Drago bianco ha scritto il 22 Marzo 2006 18:19

    Per Spin Doctor:
    Complimenti alle tue idee che hai scritto in due dei tuoi interventi che ho letto su qs blog.
    Un po’ di rispetto per il prossimo da parte di TUTTI quelli che hanno scritto su qs blog migliorerebbe la qualita’ delle ns discussioni

  46. manteman ha scritto il 23 Marzo 2006 00:18

    Ricordo Gionata Poli con grande malinconia.Soprannominato da Milan Stencel uno dei più grandi talenti europei!
    1998 partiamo da Senigallia per un torneo assoluto a Bordighera.
    Arriviamo nel tardo pomeriggio del venerdi, ceniamo, io vado a letto quasi subito, lui, esce, va a giocare al casinò fino alle 5 del mattino, rientra e dorme due ore e…vince il torneo assoluto!
    Un vero fenomeno, un giocatore, un amico simpatico….una vera perdita per il pongismo italiano.
    riposa in pace Gionata!!!!!
    PS al casinò vinse più di mezzo milione di lire!

  47. Drago azzurro ha scritto il 23 Marzo 2006 09:21

    Avete visto che con le buone maniere si ottiene tutto…
    Anche Drago Rosso nei suoi ultimi 5 commenti in serie….ha capito cos’e’ l’educazione e si e’ calmato

    Per Drago Rosso:io infatti ti ho scritto pagliaccio mica in senso dispregiativo.Per me tu sei un pagliaccio(nel senso nobile del termine chiaramente..)

  48. Anonimo ha scritto il 24 Marzo 2006 16:37

    RIPETO
    DRAGO ROSSO = TOSATTI

  49. Anonimo ha scritto il 24 Marzo 2006 16:38

    perchè anche TOSATTI azzecca i risultati…. ma tra un po la ruota girerà e diventerà bravo come MOSCA

  50. Marco Lucini ha scritto il 27 Marzo 2006 10:42

    avevi ragione, Kong Linghui ha vinto, bravo”. Così il Drago Rosso è diventato ancor più rispettato (e presuntuoso).

    Forse indovina molti pronostici perché è un grande professionista e un attento osservatore, che da anni segue tutte le gare internazionali, con un’esperienza, unica al mondo, anche nelle gare di soli giocatori orientali.

    Detto ciò è competente e le sue opinioni, di giornalista, sono sicuramente importanti; noi possiamo però avere le nostre, che cercheremo di supportare correttamente e senza attacchi personali.

    Vorrei, quindi, riportare la discussione su due punti molto interessanti: la politica federale e il concetto di allenatore.

    L’allenatore è solo colui che crea? E colui che “aggiusta” che cos’è? E il Tecnico della Nazionale è un allenatore?

    Se queste figure servono contemporaneamente (e ne servono tante) l’unica politica federale che ha un senso per il Tennistavolo italiano e quella che favorisce e sviluppa la periferia, dove si crea, con coerenza e sinergia. Certo, ci sono da superare gli interessi dei singoli e delle singole società, ma proprio per questo si usa il termine “politica federale”.

  51. Augusto ha scritto il 27 Marzo 2006 14:39

    Per Marco Lucini: scusa, tu dici che drago rosso è presuntuoso, ma di cosa???
    E’ stato per caso un forte giocatore???
    Ha per caso 10 milioni di euro in banca???
    E’ fidanzato con Elisabetta Canalis???
    Onestamente io non lo trovo presuntuoso di niente….non mi pare ne abbia alcun motivo….e’ solo un grande appassionato di ping pong come lo siamo noi tutti!!!

  52. Alberto Vermiglio ha scritto il 29 Marzo 2006 01:30

    Per il Drago Rosso,
    Per Marco Lucini,
    è possibile essere grandi amici pur vendendosi poco, sentendosi ancor meno e doversi sentire e ritrovare quando sarebbe meglio non farlo proprio.
    In quei momenti non c’è bisogno di misurare quanto l’amico è spocchioso, scontroso, ecc.. ecc…sappiamo che è amico anche se ha tutte queste caratteristiche apparentemente negative, anche se ti intasa il cesso dell’albergo ai mondiali, anche se guarda i “matches” spalle al parquet, anche se ti toglie il saluto per un periodo imprecisato per una q

  53. Alberto Vermiglio ha scritto il 29 Marzo 2006 02:00

    Per il Drago Rosso,
    Per Marco Lucini,
    è possibile essere grandi amici pur vendendosi poco, sentendosi ancor meno e doversi sentire e ritrovare quando sarebbe meglio non farlo proprio.
    In quei momenti non c’è bisogno di misurare quanto l’amico è spocchioso, scontroso, ecc.. ecc…sappiamo che è amico anche se ha tutte queste caratteristiche apparentemente negative, anche se ti intasa il cesso dell’albergo ai mondiali, anche se guarda i “matches” spalle al parquet, anche se ti toglie il saluto per un periodo imprecisato per colpa di una quindicina di match points a favore del giocatore giallo sbagliato.
    La controprova è la misuratezza dell’intervento di Marco e la nervosità nelle repliche del Drago “destriero selvaggio” che non avrà mai sella e briglie, come è giusto che sia.
    Questo è il mondo del Pingpong, peraltro povero da noi, così povero da piangere ancor di più quei pochi che “sanno” e che ci lasciano quando non ce lo aspettiamo.
    Il penultimo era “Gionata Due Gambe” che colpevolmente non ricordavo da un po’ di tempo e di cui ho vivi tanti momenti, quando allievo vinse il doppio trascinandosi Federico Andriani, quando a Forlì, junior battè a squadre Mondello della Fiamma Piscopio, e come ricordava il Drago (l’unico Drago, quello Rosso, gli altri colori non contano nel Pingpong) a Bratislava in una delle innumerevoli notti brave da “rubacuori di pongiste”….
    Si era ritirato ormai, sceso in B-2 o C-1 per un paio di partite in regione, lavoratore notturno, pasticcere, attività spesso compatibile con le carte e i cavalli.
    Anche li aveva braccio e talento, o se si vuole fortuna. Non ne ebbe tornando dall’ippodromo di Modena dopo poco che aveva preso patente. Ricordo i commenti ironici all’ottenimento della licenza di guida… in tanti gli confermammo il suo decadimento pongistico, poichè fino ad allora solo lui e il Maestro non guidavano auto.
    Per Anonymus:
    vedi, tu magari avrai anche giocato, sarai stato o sei ancora un pongista discreto, forse non sarai un 1^ ctg. come Lucini, forse meglio del 3^ ctg scarso che è stato il Drago Rosso, sicuramente anni luce avanti al N.C. che scrive, ma ti prego: è talmente basso il nostro livello di Pingpong, dovuto alla ignorante tradizione culturale sportiva italiana. Repubblica fondata sul Calcio, unico Paese ad avere 3,5 quotidiani sportivi che riversano montagne di sterco tutte le settimane. Direttori di giornali che saccentano su tutto e ogni 4 anni fanno anche i fenomeni per gli ori che vinciamo grazie ai gruppi sportivi militari, perchè se aspettiamo che lo sport lo facciano le Federazioni Sportive e Petrucci … altro che gomme trattate…..
    Non paragonare il Drago Rosso ad un giornalista di Calcio come Tosatti ormai indurito nelle arterie e brancolante nei numeri insignificanti dei moduli di gioco calcistici:
    Se proprio vuoi, piuttosto più un Mughini e comunque realizza che è estremamente offensivo per un appassionato di un Puro Sport Minore come il Tennistavolo (qual è il Drago Rosso e non solo lui… e forse anche per te) essere associati allo sport che Trangugia e Divora tutto il resto delle discipline sportive italiane e ha rovinato i costumi e la civiltà di milioni di Bambini me compreso .. e da quant’è che non vinciamo un mondiale.. è da meno tempo che siamo andati a medaglia col Pingpong …. e il Drago Rosso e la sua Spocchia c’erano.
    Rispetto per quei pochi che “Sanno”.

  54. Max ha scritto il 29 Marzo 2006 12:09

    per alberto vermiglio
    leggevo con attenzione il tuo commento e tra le cose il richiamo al fenomeno poi da te definito il penultimo che purtroppo ci ha lasciati improvvisamente e troppo presto
    allora ti chiedo e l’ultimo chi sarebbe? scusami se ti chiedo questo in quanto ho un vuoto incredibile.

  55. Alberto Vermiglio ha scritto il 29 Marzo 2006 15:32

    parlando per me…:
    il terzultimo era Matteo Passini (Modena) presente a Bratislava 1996 nella macchietta indimenticabile con Kalinic.
    l’ultimo Roberto Savoia, presente in una serie infinita di situazioni dalle divertenti alle scabrose ed esilaranti… e
    sempre pregne di stima e amicizia.

  56. Albert Vermiglio ha scritto il 31 Marzo 2006 01:34

    Niente di Anonymus…..
    Tengo acceso il pc e ogni tanto provo a vedere se si è rifatto vivo…
    .. mmmh ,… ancora niente…!!
    Che “calza” starà facendo …..?? Boh!… Dormirà beato lui … !!
    Speriamo che non cambi Blog…!
    Oh.. scusate ho detto un’altra “calzata”…!

  57. Anonymii ha scritto il 11 Maggio 2006 12:50

    Anonymous o Anonymo,
    questo è il dilemma… !!

  58. Anonymus ha scritto il 11 Maggio 2006 16:29

    Perchè non commentiamo le opinioni del Drago Rosso invece di inveire su di lui, tanto poi ci scarica addosso una marea di insulti, cosa ci guadagnamo, diamo per scontato che lui sa quasi tutto ed esagera…. e basta là!!

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