La CdM di Barcellona

31 Ottobre 2007 da Ping Pong Italia 

Ecco le impressioni del Drago Rosso sulla CdM giocata a Barcellona ESP dal 12 al 14 di Ottobre. Buona lettura

del Drago Rosso

Dopo la fallimentare Coppa del Mondo a squadre a Magdeburgo, passo alla Coppa del Mondo maschile che si è svolta a Barcellona. Purtroppo, devo constatare che anche questa gara è stata al di sotto delle aspettative, pur con «punte» di tecnica e di spettacolo notevoli. Il problema è stata la scarsa qualità del livello medio. Posso salvare 4-5 partite in tutto, per il resto siamo combinati davvero male.
FORMA DISASTROSA
Quasi tutti i giocatori si sono presentati alla Coppa del Mondo in condizioni pietose o quasi. Il sudcoreano Joo Se Hyuk ha giocato (sarebbe meglio dire «non» ha giocato) un set con Ma Lin e si è ritirato, con grande incazzatura degli organizzatori. Joo Se Hyuk ha detto di aver avuto un colpo di sciatalgia. Gli organizzatori non gli hanno creduto, speravano, in caso di rinuncia, di far arrivare Kreanga, che a sua volta, nella successiva gara a Kazan, si è ritirato. Distruzione totale.Tra l’altro, Joo Se Hyuk era proprio nel girone del giocatore spagnolo, anzi catalano (gli abitanti di Barcellona e dintorni si considerano di altra nazionalità rispetto agli spagnoli), Duran, che così ha giocato una partita in meno, un danno anche per gli spettatori che avrebbero comunque voluto vederlo affrontare i migliori. La verità è che Joo Se Hyuk non è stato scorretto, per lui c’è un altro tipo di problema, come per il suo connazionale Oh Sang Eun, anche lui arrivato a Barcellona in condizioni disastrose, con infiltrazioni alla spalla destra infortunata. Il problema per i sudcoreani è che la loro federazione e i tecnici della nazionale non ammettono che si infortunino. Secondo loro, i giocatori devono essere sempre al massimo e qualsiasi infortunio è un segno di debolezza. Perciò, i sudcoreani, anche quando non stanno bene, continuano a giocare, pagandola poi sul campo con prestazioni indecorose.

Schlager and sister

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Ma il problema riguarda un po’ tutti. Anche se non erano infortunati, gli altri giocatori sono apparsi in condizioni pessime, stanchissimi. Schlager, a parte il fatto che sta giocando senza incollare, è distrutto, lui stesso si è sfogato con me dicendo: «Pretendono che siamo sempre al massimo, per tutto l’anno, vogliono che tutti i più forti partecipino a tutti i tornei, ma noi non possiamo reggere, ed ecco il risultato. E’ folle».

L’arbitro Abascia mentre arbitra la finale:

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SPETTACOLO MEDIOCRE
Fra l’altro, devo ricordare che, solo una settimana prima, anche Boll aveva dovuto rinunciare alla Coppa del Mondo a squadre, proprio in Germania: ufficialmente, ripeto, era un forte raffreddore con febbre, ma molti sospettano che anche lui non ce la faccia più a reggere una attività ai limiti dell’umano, e pensare che ha 27 anni, ancora giovane, anche se non più giovanissimo per il tennistavolo. A Barcellona ha mostrato una condizione un po’ migliore di altri, ma anche lui ha dato la sensazione di non poter andare oltri certi limiti, quando si trattava di dover accelerare l’azione, aveva pause evidenti. E non ci sono solo i problemi fisici, perché c’è lo stress, e i continui viaggi: subito dopo Barcellona, gli europei sono volati a Kazan, in Russia, per un altro torneo di poco conto, Schlager e Samsonov si sono alzati alle 4 di mattina per fare in tempo a prendere aereo e coincidenze varie, erano insieme a me all’aeroporto di Barcellona ed è inutile che vi stia a descrivere le loro condizioni. In più, Samsonov ha dovuto pensare più a quello che avveniva fuori del tavolo che alla gara vera e propria.

Samsonov saluta il D.R. Ciò che sventola, sarà il contratto firmato col Granada?

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A Barcellona, infatti, ha avuto gli incontri definitivi con i dirigenti del Granada, la squadra per la quale, come anticipato da Costantini, giocherà nella prossima stagione. Samsonov ha dovuto discutere le condizioni per la firma del contratto, inoltre aveva altri problemi da risolvere con gli sponsor (visto che Granada è legata a uno sponsor diverso da quello personale di Samsonov). Insomma, la testa era altrove e lo si è constatato quando è andato sul tavolo. Il risultato finale di tutto questo è stato uno spettacolo mediocre. Ormai, con una attività così intensa e frenetica, ci si dovrebbe porre il problema, ma nessuno ha intenzione di affrontarlo: tutti vogliono avere sempre i migliori e questo non è possibile. Peggio: i migliori molte volte sono costretti, da società, federazioni nazionali e la stessa Ittf, a giocare, non possono rifiutare. Così, si va sempre più verso il crack.

Il vincitore della CdM Wang Hao

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SUL TAVOLO
Infine, poche indicazioni su quello che è successo. Gli appassionati conoscono benissimo i risultati e hanno anche visto qualche partita in Tv (purtroppo con una copertura di Eurosport sempre più scarsa), perciò avranno già una loro idea di come sia andata. Io faccio notare solo alcune cose. Yoo Seung Min continua a mantenere una forma superiore a quella dei suoi ultimi 3 anni e vicina a quella che gli permise di vincere l’oro all’Olimpiade di Atene, ma quando si arriva ai livelli massimi, anche per lui non c’è niente da fare. E’ vero che ha battuto Wang Liqin, è vero che lo aveva sempre impegnato in passato, ma il computo totale dei loro confronti è nettamente a favore di Wang Liqin, segno che ci deve sempre essere un calo del campione del mondo per permettergli di vincere. In questo caso, Wang Liqin non ha convinto appieno, si era preparato appositamente per questa Coppa, che non ha mai vinto, ma si vedeva che gli mancava qualcosa in termini di potenza e di velocità (è sempre un discorso relativo, ovviamente). Per lui, viste l’età e l’usura, è sempre più difficile mantenere la forma migliore per lungo tempo. Ormai, deve puntare su alcune gare e non più, come è avvenuto fino all’anno scorso, su un lungo periodo di dominio (nel 2006, se non ricordo male, nelle gare internazionali aveva subito appena 3 sconfitte in tutto l’anno). A proposito di Yoo Seung Min, segnalo il suo incontro con Chuan Chih Yuan nel girone, davvero spettacolare ed emozionante, col sesto set finito 20-18, col sudcoreano che ha rischiato l’eliminazione.
Boll in pratica non ha avuto avversari fino alla semifinale (ma stavolta non c’entrava il sorteggio guidato), poi, di fronte ai cinesi, si è afflosciato: due 4-0 netti, senza alcuna speranza, senza alcuna possibilità di far girare la partita. Sia contro Wang Hao, sia contro Wang Liqin, non ha potuto competere quando i cinesi hanno aumentato la velocità. In particolare, contro Wang Hao, era in ritardo sin dal primo scambio, era costretto ad attaccare la prima palla per sperare di guidare il gioco, ma nemmeno in quello riusciva, soprattutto perché Wang Hao era bravissimo a tenere la palla corta. Wang Hao, fra l’altro, ha ulteriormente dimostrato la sua superiorità nei confronti di Boll: se non gli avesse regalato la finale della Coppa del Mondo 2005, non avrebbe mai perso con lui in tutta la carriera.

Il podio

dsc_0094.JPG Comunque, niente che non fosse già chiaro. E appariva chiaro sin dalle prime partite che Wang Hao era il migliore, il più in forma. E’ stato spaventoso con i suoi attacchi, con la pressione che ha messo su tutti gli avversari. Ha giocato due volte con Yoo Seung Min, nel girone e in finale, ed è stato un massacro entrambe le volte: 4-1 e 4-0. Vedere Yoo Seung Min battuto in velocità è raro, ma Wang Hao lo ha fatto con una facilità disarmante, dimostrazione di una classe superiore. Lo stesso Ma Lin, apparso rassegnato fin dall’inizio, come se non avesse ancora assorbito la botta della finale mondiale (3-1 e 7-1 su Wang Liqin) non ha potuto reggere il confronto a questi livelli perdendo nettamente con Yoo Seung Min. In definitiva, un grande campione come Wang Hao ha entusiasmato il pubblico e reso onore allo spettacolo, ma questa edizione della Coppa del Mondo è stata una delle più deludenti.

L’altro podio

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Commenti

5 risposte per “La CdM di Barcellona”

  1. LUCIOPING ha scritto il 31 Ottobre 2007 18:49

    Sig. Drago Rosso, il livello mediocre si è evidenziato anche in altre gare, come i mondiali e precedenti pro tour di tutto il 2007; pensi che il ping pong sia ufficialmente e pesantemente in crisi e che le prossime gare saranno quasi prive di spettacolo come queste? Ti faccio questa domanda (nonostante diatribe intercorse) perchè ne ho il timore e sono piuttosto preoccupato. La tua risposta penso sia di interesse comune e non di mio interesse personale.

  2. eugenio bertagna ha scritto il 1 Novembre 2007 00:05

    Io credo che il rischio di questi tour de force ai quali gli atleti top level vengono sottoposti per soddisfare sponsors e Federazioni Nazionali ed internazionali sia l’involuzione del pinpong verso una deriva commerciale che è l’esasperazione del concetto di professionismo. Arriverà il momento che per un equa ripartizione delle forze e dei montepremi gli atleti addiveranno ad un tacito accordo di spartizione e la conseguenza sarà la perdita di autentico spettacolo sportivo e la nascita di un altro “Circo” dopo il Circo Bianco, la Formula 1 e chi più ne ha più ne metta. Stavolta sono disposto ad accettare una smentita da parte del D.R. perchè in fondo……spero di sbagliarmi.

  3. Drago Rosso ha scritto il 1 Novembre 2007 17:30

    Rispondo alle richieste di pareri sui rischi di spettacolo sempre più scadente e di deriva commerciale, ma chiarisco subito che non ci possono essere certezze in questi campi. Ho illustrato cosa è successo e ho messo in evidenza i rischi su esposti, quello che accadrà in futuro è un mistero anche per me.
    A proposito di spettacolo scadente, il problema, come ho già fatto notare, non è nelle “punte”, ma nel livello medio, per cui lo spettatore rischia di annoiarsi per gran parte della competizione ed è costretto ad andare a “pescare” le partite belle, che non sono necessariamente quelle fra i più forti. E’ proprio quello che è successo ai Mondiali di Zagabria. Purtroppo, non vedo all’orizzonte un cambiamento, per cui devo dire che sono pessimista, ma continuo a sperare soprattutto in una rivolta dei migliori (e purtroppo non ci posso mettere i cinesi, loro sono inseriti in un ulteriore sistema, quello cinese, che non permette iniziative del genere), quindi soltanto i campioni europei potrebbero, chessò, scioperare per porre il problema, ma la vedo difficile.
    Sul rischio di accordi e combine (ovviamente non parliamo di illeciti sportivi) per tentare di sopravvivere, credo ci sia una sola controindicazione: i soldi che circolano nel tennistavolo sono ancora troppo pochi. Intendo i premi delle gare. La maggiorparte del guadagno di un giocatore è dato dallo stipendio del club e dagli sponsor. I soldi vinti nele gare sono una percentuale minima. Perciò, si tratterebbe di dividersi davvero le briciole. Il vero rischio è che i giocatori comincino a disertare sempre più i tornei per concentrarsi sull’attività “obbligata”, quella dei club, perché devono garantire un servizio a chi paga di più. Comunque, anche se non c’è il rischio di combine, la situazione appare sconfortante.

  4. eugenio bertagna ha scritto il 1 Novembre 2007 19:36

    Grazie Drago per la risposta. Leggevo di un montepremi di 120.000 $ per la Super Cup di Kazan e quegli “assegnoni” nelle foto dell’articolo che pur essendo solo dei fac-simile con quelle dimensioni, se ci metti sopra una cifra a 3 zeri faresti ridere. A propsito che cifra c’è su quello di Wang Hao? Dal momento che queste continue trasferte devono essere massacranti anche per chi ci é abituato, tra jet lags e valigie, più che di vere combines, intendevo dire accordi taciti, “questa la lascio a te, la prossima volta la vinco io”, proprio per risparmiare le forze e non arrivare cotti agli appuntamenti importanti. Forse come Meg Ryan che sapeva simulare un orgasmo alla perfezione in “Harry ti presento Sally”, alcuni grandi giocatori potrebbero simulare perlomeno una tensione agonistica solo apparente. E’ chiaro che rallies e colpi li devi pur far vedere. Sbaglio?

  5. Drago Rosso ha scritto il 4 Novembre 2007 18:55

    A proposito degli “accordi taciti”, ricordo che avevo esplicitamente detto che non si trattava di illeciti sportivi, e ovviamente non ero ironico. Quindi, siamo tutti d’accordo che stiamo parlando di semplici esigenze di tirare un po’ il fiato, non di cose che fanno male allo sport.

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