I Mondiali del Drago Rosso 3

2 Maggio 2009 da Ping Pong Italia 

del Drago Rosso

Due cinesi fuori dal tabellone del singolo maschile. Indovinate chi sono? Bravi, li avete centrati: Zhang Chao e Xu Xin, proprio quelli che non avrebero dovuto giocare i Mondiali e che si sono guadagnati la convocazione grazie alla baggianata colossale del torneo interno di selezione. E infatti, eccoli qui, fuori dal tabellone, con gli altri 5 che continuano la corsa. La seconda giornata di gare porta poche altre sorprese, oltre alla definitiva scomparsa di qualsiasi traccia di azzurro. Come al solito, andiamo avanti per argomenti.

CINESI
Il torneo interno di selezione, come ho già spiegato, è davvero la cosa più stupida che possa esistere. I giocatori si conoscono benissimo fra loro e i valori vengono sparigliati, oltre al fatto che le caratteristiche tecniche di ciascuno vanno a incidere sul risultato. Può vincere un giocatore che poi, nella gara vera, crolla. E’ stato esattamente così. Zhang Chao, fra l’altro, è un giocatore che va verso i 30 anni e che, in passato, quando è stato convocato per qualche Open, non ha mai brillato, in una occasione finì fuori addirittura nelle qualificazioni. Insomma, un giocatore la cui fragilità, tecnica e mentale, era evidente da tanti anni. Ma i cinesi lo hanno portato a Yokohama solo perché in un torneo interno, in cui non aveva alcunché da perdere, ha fatto il colpaccio. Poi, arrivato alla gara vera, ha fallito di nuovo. E’ vero che ha perso contro il sudcoreano, Kim Jung Hoon, che aveva eliminato Samsonov, e che ha avuto 2 match-ball nell’ultimo set, ma, intanto, il suo avversario non è questo grande campione, e poi ha comunque perso dopo aver condotto 3-1, altro segno di debolezza. E ha fallito anche Xu Xin, anche se in maniera diversa e meno negativa. E’ stato eliminato dall’altro cinese Chen Qi, 11-9 al settimo set. Potrebbe quindi aver dimostrato di meritare la convocazione, ma, e qui sta il punto, c’è una grande differenza: nel torneo interno, anche lui senza avere alcunché da perdere, ha vinto con i suoi compagni, nella gara vera ha perso, per un soffio ma ha perso. La differenza è tutta là. Zhang Jike, l’illustre escluso, visto anche lo stato di forma di Wang Liqin e Ma Lin, avrebbe potuto arrivare in semifinale se non addirittura in finale. Quelli che restano in gara, comunque, non brillano. Ma Lin soffre all’inizio Apolonia, poi va avanti. Wang Hao dorme nel primo set con Keinath, si sveglia, ma non dà mai la sensazione del suo solito strapotere. Wang Liqin va liscio solo nel primo set contro il giovane francese Mattenet, tipo interessante, poi soffre, va avanti 3-0, subisce fino al 3-2, chiude 4-2. Ma Long batte primorac, ma questo incontro merita un capitoletto a parte.

MA LONG-PRIMORAC
Primorac è arrivato fino a questo punto solo grazie all’esperienza e agli errori degli avversari, ma è evidente che il suo valore tecnico non regge il confronto non appena l’avversario ingrana la marcia. Contro Ma Long, riesce a sorprendere con qualche attacco di rovescio sul quale il cinese non trova il tempo giusto, tanto da mandare più palle fuori. Nel primo set, Primorac conduce 5-1. Servizio a Ma Long, la palla ha una strana traiettoria, come se avesse colpito la faccia o la maglietta dello stesso Ma Long. Gli arbitri non giudicano che ci sia stato questo tocco, Primorac ferma il gioco e chiede il punto. Ma Long fa segno che la pallina non ha toccato né la sua faccia, né la maglietta. Primorac si rivolge anche a Liu Guoliang, in panchina, ma il tecnico lo invita a visionare il filmato della sua videocamera per constatare che Ma Long ha servito correttamente. Si riprende con la ripetizione del servizio (a stretta norma di regolamento, il
punto dovrebbe essere assegnato a Ma Long perché Primorac ha fermato indebitamente il gioco). Ma Long rimonta e vince il primo set. Finisce 4-0, con un po’ di difficoltà di Ma Long nel secondo set e il dominio del cinese negli altri due. Finita la gara, Primorac dà il via a una sceneggiata vergognosa. Si avvicina a Liu Guoliang e comincia a gridargli contro, a gesticolare, facendo segno che, su quel servizio di Ma Long, la pallina aveva toccato la maglietta. Liu Guoliang un po’ sorride, un po’ si infastidisce quando vede che Primorac non la vuole smettere. Poi, tutto finisce. Ma qualcuno dovrebbe ricordare a Primorac che proprio lui è il primo a non poter parlare di scorrettezze, visto quello che combinò nella Coppa del Mondo del 2002, a Jinnan, nei quarti di finale contro Ma Lin. Si inventò tutta una serie di scorrettezze e di perdite di tempo per dare fastidio a Ma Lin. La prodezza la compì quando chiese il time-out e, alla fine del
minuto, si tolse la maglietta per cambiarla. La partita durò un’ora e 20 minuti, per un totale di gioco effettivo di soli 12 minuti. Ma Lin si innervosì e perse. I cinesi protestarono con gli arbitri, ma Primorac si fece beffe di loro, ridendogli in faccia. I cinesi non hanno dimenticato quello che lui fece. Adesso, in qualsiasi occasione, sono pronti a fargliela pagare. Non è un atteggiamento sportivo, certo, ma tutti possono protestare contro eventuali scorrettezze dei cinesi tranne Primorac.

SINGOLO MASCHILE
Non è uno spettacolo bello il singolo maschile, visto che, a parte i cinesi, le vette tecniche sono assicurate solo da Joo Se Hyuk. Per il resto buio assoluto. Ovtcharov continua la sua marcia stentata solo grazie ai regali di Ko Lai Chak, un trentenne pennaiolo vecchio stile che rischia di dargli una bastonata e si suicida, favorendo il recupero del tedesco. Ko Lai Chak domina sul piano del gioco, Ovtcharov è in ritardo su ogni palla, su ogni attacco veloce. Sul 3-1 e 10-8, Ko Lai Chak spreca due palle e permette la rimonta. Sul 3-2, si ritrova di nuovo avanti, 6-1, ma comincia a buttare palle alle stelle, senza che Ovtcharov faccia chissà cosa per capovolgere il match. Da 6-1 si passa a 6-10 (senza richiesta di time-out, fra l’altro, a riprova di una panchina molto allegra). Nell’ultimo set, iniziale vantaggio di Ko Lai Chak, che ricomincia a steccare e a sparare palle fuori. Solo nel finale Ovtcharov, più tranquillo, comincia a mostrare qualche buon colpo, ma la sua prova rimane un disastro dal punto di vista tecnico. Peggiora di giorno in giorno. E, peggio ancora, comincia ad avere atteggiamenti sempre più irritanti, il giocatore corretto che era una volta sta rapidamente sparendo. L’altro tedesco, il buffone Suss, è eliminato da Jiang Tianyi, un cinese di Hong Kong che, anche se è arrivato a essere n.20 del mondo, non vale certo questa classifica, ottenuta solo grazie alla partecipazione a tantissimi tornei. Per il resto, un po’ di spettacolo c’è grazie a Joo Se Hyuk, che deve impegnarsi più del previsto contro Illas, uno slovacco che, a dispetto della sua stazza (bella pancia) e della sua classifica da n.232 del mondo, ha un braccio eccezionale, con una sensibilità da grande talento: contro il sudcoreano fa i topspin praticamente senza caricamento delle gambe, solo col braccio, un vero fenomeno. I giapponesi si consolano con 3 giocatori negli ottavi: Yoshida, Mizutani e Kenta Matsudaira. Mizutani batte il mitico Persson, che subito dopo la sconfitta annuncia il suo ritiro. Lo aveva già fatto nel 2005, ai Mondiali di Shanghai. Poi era andato ad allenare in Qatar e aveva cancellato quel ritiro con il ritorno e l’impresa olimpica (semifinale). Adesso, sembra proprio che sia la volta definitiva, a 43 anni, dopo una carriera da favola. Yoshida supera Tokic, giustiziere di Yoo Seung Min. Kenta Matsudaira liquida Gardos. Oggi, negli ottavi, non ci dovrebbe essere scampo per loro, favoriti anche da un tabellone strano, nel quale i giocatori con classifica più alta si sono ritrovati in posizioni peggiori rispetto a quelli con classifica anche notevolmente più bassa. Chiarisco che non si è trattato di danneggiare i cinesi (tra l’altro, tutti teste di serie, ma semplicemente di un tabellone fatto male. Così, c’è Maze negli ottavi, grazie a una strada senza ostacoli di rilievo. E contro di lui giocherà Gionis, che batte l’indiano Sharat Kamal. Gionis, anche se non ha avuto risultati eclatanti, è un gran giocatore, difensore che attacca a tutto spiano, con un diritto portentoso. Così, un europeo fra lui e Maze arriverà di sicuro nei primi 8. Grazie a un tabellone fatto male, certo, ma se ci arriva Gionis il disappunto tecnico è meno grave.

L’INDIA DI COSTANTINI
E proprio la vittoria di Gionis riporta alla ribalta l’India e Massimo Costantini. Gli indiani avevano già ottenuto un risultato di rilievo, con Sharat nei sedicesimi del singolo e con lo stesso Sharat, in coppia con Saha, nei sedicesimi del doppio. In tutte e due le gare, si sfiora la grande impresa. Nel doppio, contro i brasiliani Tsuboi e Monteiro, gli indiani conducono, sprecano, arrivano al 3-2 e al matchball, ma si perdono in qualche errore banale dovuto alla mancanza di esperienza internazionale e a un calo di concentrazione. Nel singolo, Sharat mostra tutte le sue doti tecniche, tiene botta contro un avversario durissimo come Gionis e dà la sensazione di potercela fare. Ma anche in questo caso è decisiva la mancanza di abitudine alla fatica mentale, più che fisica. Sharat ha buchi di 3-4 punti concessi senza lottare e Gionis su quei punti costruisce un piccolo vantaggio che riesce a tenere sino alla fine. Resta il rammarico per un possibile
doppio ingresso negli ottavi, ma questo servirà sia da esperienza sia per avere maggiore convinzione nei propri mezzi. Fra l’altro, l’India ha alcuni giovani molto interessanti alle spalle dei 5 che hanno partecipato ai Mondiali. Fra un po’, probabilmente l’anno prossimo ai Mondiali a squadre di Mosca, ci potrebbe essere il sorpasso sull’Italia (su cui torno fra poco).

SINGOLO FEMMINILE
La cosa più sorprendente è che ci sarà sicuramente un’europea fra le prime otto: Strbikova o Vacenovska (entrambe ceke). Ciò è dovuto al tabellone, fatto male anche in questo caso, una parte del quale è senza cinesi e con la strada aperta per una giapponese, che si sarebbe ritrovata solo una giocatrice di Singapore per arrivare ai quarti. Caduta la giapponese (Hirano con Odorova) e anche la cinese di Singapore (Wang Yuegu proprio con Strbikova) ecco il risultato a sensazione, una europea fra le prime otto. Naturalmente, è una bestemmia tecnica, ma, quando si cerca di favorire qualcuno, poi capita che si sviluppi un pasticcio del genere. Le 6 cinesi rimaste in gara faranno giustizia di questi piccoli imbrogli, ma rimane la sensazione di squallore. Comunque, oltre alle 6 cinesi ufficiali, negli ottavi ce ne sono 2 di Singapore (Yu Mengyu e Feng Tianwei), una di Hong Kong (Jiang Huajun), una della Corea del Sud (Dang Ye Seo, originalmente Tang Na)
e una olandese (Li Jiao): 11 in totale. Poi, oltre alle due ceke, la sudcoreana vera Park Mi Young, la giapponese Ishikawa e l’ungherese Toth: 13 asiatiche e 3 europee. Parto da quest’ultima, una grande campionessa, un esempio per tutte: Krisztina supera la cinese-spagnola Zhu Fang, dopo una prova in cui mette ancora una volta tutta la sua classe e la forza fisica che le rimane dopo anni di battaglie. Toth si distingue per le sue difese alte, per i suoi contrattacchi in topspin lontano dal tavolo, per una tecnica sopraffina, per una classe che poche altre possono vantare. Purtroppo per lei, si ritrova adesso Zhang Yining, ma il suo Mondiale è ancora una volta una limpida dimostrazione di quali risultati si possano ottenere col talento, la serietà e lo spirito di sacrificio. L’ultima segnalazione è per l’eliminazione di Kim Kyung Ah, la difesa sudcoreana, contro una compagna di squadra, Dang Ye Seo. Il fatto di conoscersi bene (in special modo quando giocano un’attaccante e una difesa) ha provocato la sorpresa.

DOPPI
I cinesi hanno fatto di tutto per concedere la chance di un oro al resto del mondo, togliendo tutti i più forti dal doppio misto. Risultato: 5 doppi cinesi nei quarti di finale, uno di Hong Kong, uno tedesco e uno slovacco. Insomma, se gli altri non riescono a raccattare medaglie nemmeno quando i cinesi gliele sbattono in faccia, allora siamo arrivati davvero alla fine del tennistavolo. Che Suss e Schall o Pistej e Odorova vincano è quantomeno inverosimile (ma non si sa mai), c’è una speranza per Hong Kong (Ko Lai Chak e Tie Yana), ma rimarremmo nel campo dei cinesi comunque. Intanto, nel doppio maschile, tutti i favoriti ancora in gara, in quello femminile identica situazione.

ITALIA DESAPARECIDA
E concludiamo con l’Italia. Nel senso di concludere per davvero, visto che gli azzurri hanno finito la loro avventura mondiale. Dopo un giorno e mezzo di tabelloni, tutti a casa. In ordine di tempo, le ultime a cedere sono Stefanova e Tan Wenling, che perdono con le tedesche Barthel e Silbereisen. In teoria, avrebbero dovuto vincere, in pratica arrancano, cercano di resistere, ma non hanno alcuna possibilità. In mattinata, tutti fuori i doppi misti. Bobocica e Stefanova resistono ai coniugi giapponesi Tasei fino al settimo set, Tomasi e Negrisoli hanno un compito impossibile contro i cinesi Li Ping e Cao Zhen, Yang Min e Tan Wenling sono stroncati dai sudcoreani Lee Jin Kwon e Park Young Sook, nettamente più bassi in classifica, ma altrettanto nettamente più forti e più in forma di loro.
La sensazione generale, oltre allo scandalo della mancata convocazione di Stoyanov, è che gli azzurri siano arrivati ai Mondiali in uno stato disastroso di forma fisica e mentale. Ma che razza di preparazione è stata fatta per l’appuntamento più importante dell’anno? Dalle notizie apparse sul sito Fitet si intuisce che qualcosa non è filato liscio, se è vero che le ragazze non hanno fatto la preparazione insieme, per i più svariati motivi: Tan Wenling in Cina per motivi personali, Stefanova a un raduno dell’Ettu (ridicolo che ci sia questa concomitanza, scandaloso che la Fitet non abbia imposto la rinuncia e ordinato a Stefanova di fare la preparazioen con la nazionale). Insomma, ognuna per conto suo. Non è una preparazione, è una barzelletta. Fra i maschi, il vero problema è che Yang Min non è più un giocatore professionista, anche se ha fatto una preparazione accurata con la nazionale sconta tutto il lavoro che non fa più come
giocatore professionista, ora che è allenatore. Non si reinventa un giocatore da Mondiali dall’oggi al domani, e infatti Yang Min non ha retto la distanza di una sola partita perché non può più farcela fisicamente, a 46 anni e senza più allenamento da professionista. Ma l’importante è tenere fuori Stoyanov, questo “pazzo e spostato” che si ostina a studiare ingegneria e a giocare a tennistavolo da numero 1 della classifica nazionale. Ma guarda un po’!
Tornerò subito dopo i Mondiali sullo sfacelo della nazionale italiana, per il momento non resta che mettere in evidenza la vergogna di un movimento che caccia i suoi allenatori vincenti e distrugge tutto quello che di buono era stato fatto. Abbiamo una nazionale vecchia, senza ricambi, e se ci sono vengono discriminati. E gli stessi giovani della nazionale, come Bobocica, mostrano imperdonabili ed evidentissimi difetti tecnici che nessuno sa curare (sarà pubblicato su questo blog uno studio accurato, con foto dimostrative). I ragazzi e i giovani alle spalle della nazionale non sono in grado di vincere una sola partita che conta, quelli dotati di talento si sono fermati nel loro sviluppo tecnico (vedi Rech e Bisii). E la Fitet sa solo celebrare le “grandi vittorie” nei tornei di Malta e dintorni, sparando una copertina della rivista federale con il titolo “Cadetti d’Oro” (oro con la O maiuscola!!!). Siamo ben oltre il ridicolo. E’ la morte del tennistavolo in Italia.
E le pecore belano, belano, belano…

Commenti

4 risposte per “I Mondiali del Drago Rosso 3”

  1. zzantitop ha scritto il 2 Maggio 2009 11:10

    “Yokohama, azzurri eliminati

    …….Dopo queste partite non ci sono più azzurri in gara in questo Campionato del Mondo di Yokohama. ”

    E NOI CI COMMUOVIAMO as usual :)

    a sto punto meglio fare esordire una na ZZ ionale di giovanissimi !

  2. Alberto Vermiglio ha scritto il 2 Maggio 2009 15:22

    E’ da Brema 2006 che potevano far esordire una nazionale più giovane… e la chioccia l’avrebbe potuta fare già da allora Mondello… così lo si recuperava come tecnico…
    Gli inglesi l’hanno fatto .. adesso invece noi ci facciamo superare da tutte le nazionali che non vedono l’ora di incontrare Yang Min… (solo per fargli avere il Grano facendolo stare nei primi 100 della classifica… si sapeva da settembre sto fatto..perchè scandalizzarsi adesso?)..
    Kissà come finisce ai giochi del Metditerraneo… !?

  3. lelesguizzero ha scritto il 2 Maggio 2009 15:41

    Dopo i risultati degli italians giovaniles……….credo che ci sia spazio anche per margarone, why not????

  4. lelesguizzero ha scritto il 2 Maggio 2009 15:50

    4 the dragon: dai tuoi commenti su questa competitiao………non pensi che avresti impiegato meglio il tuo tempo e il tuo dinero andando a Cuba, spiaggia bianca, palme, cokki, sole, mare, bagno calimba de luna, poca fatica, molta f***?

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