Gangtok, Sikkim, India

29 Agosto 2009 da Ping Pong Italia 

Mi trovo a Gangtok a 1600 metri di altitudine, capitale dello stato indiano del Sikkim confinante con il Nepal, Bhutan e Cina, un posto affascinante a ridosso dell’Himalaya (peccato il periodo delle piogge in corso). Qui si sta svolgendo il torneo più importante per l’attività federale indiana, l’All India Inter-Istitutional Championships. Da questo torneo parte tutta la struttura professionale dei giocatori indiani. Prima di dirvi come funziona il professionismo qui in India vi devo dire alcune cose sul viaggio e su questo posto davvero speciale.
L’aeroporto più vicino è quello militare di Bagdogra nel Nord Bengala e la città piu’ importante è Siliguri. Lo scalo aeroportuale che, per sua natura, è funzionante solo di giorno, ha una particolarità, la pista di atterraggio/decollo non ha le luci tipiche che la segnalano, sembra incredibile ma è così, la lingua di asfalto è enfatizzata da fronde di carta tipo catarifrangenti, sembrano tante farfalline argentate luccicanti come quelle degli addobbi di compleanno, ma il colpo d’occhio è davvero unico. Nel frattempo che sono sbarcato sono decollati 3 Mig, un fragore micidiale. Questa è considerata zona di confine, operativa dal punto di vista militare. Fin qui tutto bene, ah mi dimenticavo il volo da Delhi è durato 2 ore e da Patiala a Delhi (270km) in taxi altre 5. Una macchina mi aspettava all’uscita dell’aerostazione, una bella macchina giapponese, molto confortevole con climatizzatore, all’esterno erano 35 gradi, all’interno 20. Avremmo dovuto percorrere solo 130 km che, in condizioni normali, vengono coperti in 3 ore, ma stavolta, causa pioggia, ce ne sarebbero dovute impiegare 6 e mezza. All’inizio mi pareva strano, e che, dovremo viaggiare a 20kmh? Poi dopo il primo chilometro di pacchia totale, ecco scoperto l’arcano: autentiche voragini si presentavano di fronte a noi costringendoci a proseguire a passo d’uomo, non esagero. Il problema s’ingigantiva quando dalla carreggiata opposta arrivavano altri veicoli, peggio ancora, camion o autobus, la causa? la stagione delle piogge e la cattiva qualità degli asfalti indiani, quando ci trovavamo in queste situazioni sembrava il Camel Trophy. Ma la situazione a Siliguri era ancora accettabile, appena abbiamo iniziato la salita verso il Sikkim ad ogni curva si poteva scommettere su chissà quale intoppo ci si proponeva: un albero caduto, un filo della luce a penzoloni, blocchi di strada scomparsi, erosi dalla potenza dell’acqua che dalle montagne scende copiosa, per non parlare poi dei piccoli imprevisti stradali, il tamponamento, macchine in avaria etc. In molti punti del tragitto, al nostro passaggio, c’erano degli spettatori d’eccezione, famiglie intere di scimmie che stavano sedute sul bordo stradale e ci guardavano sperando di ricevere qualcosa da mangiare, alcune femmine si portavano sulla groppa una piccola scimmia e sul ventre un’altra piccola scimmia, i maschi si distinguono dalla stazza piuttosto robusta.
Finalmente si giunge a Gangtok, la città conta meno di 80 mila abitanti è aggrappata ad una costa di monte, le case sono per lo più colorate e l’effetto ottico, quando c’è il sole, è particolare, questa cittadina sembra la Positano dell’Himalaya. Il centro abitato è un vero dedalo di viuzze, saliscendi di maracata pendenza, scalette strettissime per accedere alle abitazioni e per spostarsi da un livello all’atro della strada. Il taxi è il mezzo più comune anche per gli stessi gangtokiani, assomigliano alle Fiat 600 Multipla di inizio anni ‘60. Non lontano da qui, nel Sikkim dell’Ovest si può ammirare l’Everest, andare in Cina è solo questione di una 50ina di km. Beh la parte turistica finisce qui, anche perché il mio tempo l’ho trascorso a seguire le gare.
Dicevo all’inizio che il sistema professionistico indiano inizia dalle Istitutions, altro non sono che delle aziende a carattere nazionale all’interno delle quali ci sono settori per l’attività sportiva agonistica. Ci sono dei managers che identificano i vari giocatori potenzialmente validi a cui viene offerto lavoro, ecco dunque l’All India Electricity, Dena Bank, Petroleum, Railways, Air India, Department of Post, Department of Atomic Energy e così via. A questo torneo c’erano ben 18 Istitutions.
Questo sistema permette agli atleti di svolgere attività sportiva senza andare nemmeno un giorno in ufficio, quando decideranno di smettere con lo sport verranno intergati nei vari settori secondo il grado di istruzione che hanno conseguito nel corso degli anni, con la seguente equazione: migliore istruzione maggior stipendio. Essere quindi nei 20 probabili, questa è la rosa definita dal SAI Sport Authority of India, significa dare la disponibilità agli allenamenti del 100% senza interruzioni di nessun tipo, come ad esempio le attività locali, inesistenti. Solo da quest’anno il West Bengal, la parte più rigogliosa dal punto di vista tecnico, ha iniziato un campionato tutto suo, ma fortunatamente è limitato ad un paio di settimane all’anno.
Pertanto lavorare in queste condizioni è veramente ideale, i raduni collegiali sono uno dietro l’altro per un totale di 320 giorni di impegni all’anno tra gare e stages. Naturalmente questa enorme attività non è lo standard di lavoro, è il numero di giorni che SAI ha chiesto alle federazioni per la miglior preparazione possibile ai CWG Commonwealth Games di Ottobre 2010 che si svolgeranno a Delhi.

Commenti

5 risposte per “Gangtok, Sikkim, India”

  1. Linetti ha scritto il 31 Agosto 2009 14:48

    Caro Max, per una strana congiunzione astrale, si è venuto a creare uno di quegli strani fenomeni cortocircuitali. :-)

    L’amica Record, nei commenti all’articolo “Dalla Fitet con furore” cita un’intervista a Pietro Mennea nella quale il grande campione critica l’immobilismo dei vertici politici dello Sport Italiano. Mennea dice: “Il 75% delle medaglie olimpiche viene da atleti appartenenti a gruppi militari. L’Italia e’ un paese dal punto di vista sportivo simile a un vecchio paese dell’Est.”

    Proprio queste parole si “cortocircuitano” con l’esposizione, che tu fai, del sistema sportivo indiano. Un sistema professionistico efficente ma basato su Aziende istituzionali, a partecipazione, in tutto o in parte, statale.

    Un po’ come avveniva nella Russia comunista: Dinamo (industrie elettriche), Lokomotiv (ferrovie), Stella Rossa (esercito)… e via di questo passo.

    Quindi ti chiedo: ha ragione Mennea quando reclama una clase dirigente più moderna che sappia traghettare lo Sport Italiano (quello povero, si intende) oltre i Gruppi Sportivi Militari oppure non c’è altra strada per quegli Sports talmente tecnici che faticano a far breccia nelle masse?

    Anche oggi che che, per il tennistavolo c’è un pizzico di visibilità in più data dalla variegata offerta televisiva, non credi che la scarsità di sponsors privati non lasci altra scelta, per poter lavorare bene e in tutta tranquillità, che ricorrere ai sistemi in voga in passato (ma l’oligarchia economica nazionalista ancora agisce con quelle logiche) presso L’unione Sovietica o L’India che tu descrivi o la stessa nostra Italia coi gruppi militari?

    Nel sistema liberistico occidentale l’ideale sarebbe che ogni sport potesse contare su capitali privati che fluiscano a fiumi in ogni disciplina olimpica, ma far breccia nel portafoglio dei business men non è facile se proponi un prodotto a scarsa appetibilità per il grande pubblico occidentale… non trovi?

    Qualcosa si muove nell’immediatezza di eventi altisonanti come Campionato del Mondo o Olimpiadi.. ma poi cala il sipario e si torna a lavorare nell’ombra, anzi, nel cono d’ombra del pallone.

    Ad Maiora, Max, e grazie per il bell’articolo, si legge tutto d’un fiato!

  2. lelesguizzero ha scritto il 31 Agosto 2009 18:42

    4 linetti: above u vrait:

    “Ad Maiora, Max, e grazie per il bell’articolo, si legge tutto d’un fiato!”

    Sono certo che Max terrà questo tuo ringraziamento tra i suoi ricordi più cari.

  3. Linetti ha scritto il 31 Agosto 2009 22:39

    Ok, sguizz, me ne farò una ragione, però avrei preferito un tuo commento sarcastico alle caxxate che ho scritto, l’avrei sicuramente trovato meno noioso.

  4. zzantitop ha scritto il 1 Settembre 2009 12:34

    Sapevate che in alcuni Paesi europei gli alunni delle scuole medie frequentano le classi sport, dove si praticano fino a 12 ore settimanali di educazione fisica e sportiva? In alcuni Paesi del Nord Europa e dell’Est gli insegnanti di educazione fisica più facilmente di altri docenti vengono chiamati dal ministero dell’Istruzione a svolgere il ruolo di dirigenti scolastici. Perché nei Paesi del Sud Europa questo non avviene?

    evviva il nord (europa) e i paesi dell’est :)

    zzelanuovamolaperpiallareitelaiamisura :)

  5. Linetti ha scritto il 1 Settembre 2009 16:39

    Mennea dice che in Italia le medaglie vengono al 75% dai Gruppi Militari.
    Max ci racconta come funziona in India.
    Quali sono le vie alternative per un professionismo sostenibile nel tennistavolo?

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