L’Olimpiade del Drago Rosso

14 Settembre 2012 da Ping Pong Italia 

del Drago Rosso

Con imperdonabile ritardo pubblico questo bel pezzo del Drago Rosso sulle Olimpiadi di Londra 2012. Come al solito eccellente analisi.

L’Olimpiade di Londra è stata il punto più basso del tennistavolo da quando questo sport è entrato a far parte dei Giochi. Non parlo solo di tecnica e di spettacolo, ma di tutto quello che il tennistavolo vuol dire. Parlo di principi sportivi, di valori, di quello che il tennistavolo significa sia per gli appassionati sia per i semplici osservatori. Parlo della distruzione che questo sport sta subendo per colpa di dirigenti il cui unico scopo è cancellare la Cina e regalare medaglie ai deboli e agli scarsi. Il bronzo di Ovtcharov rimarrà nella storia come il momento più ridicolo della storia del tennistavolo. Proprio quell’Ovtcharov che, ai recenti Open di Cina, è stato letteralmente massacrato e preso a pallate da Xu Xin. E, ancora più assurdo, è stata un’Olimpiade senza il più forte del mondo, Ma Long, nella gara di singolo. Non si tratta più nemmeno di vergogna, ma di completo sfacelo. Provo perciò a esaminare dettagliatamente i vari aspetti di Londra.

REGOLE E TABELLONE


Il giorno in cui è stato effettuato il sorteggio per il tabellone principale si è assistito a qualcosa di veramente squallido. Sono state piazzate le teste di serie del singolo direttamente nei sedicesimi, visto che i turni precedenti erano degni di un torneo internazionale di terza o quarta fascia. Bene, i nomi, dall’alto in basso, erano questi: Zhang Jike, Samsonov, Smirnov, Joo See Hyuk, Ovtcharov, Mattenet, Maze, Mizutani, Boll, Crisan, Shibaev, Chuan Chih Yuan, Oh Sang Eun, Kishikawa, Gao Ning, Wang Hao. Se andiamo a prendere uno dei maggiori Open internazionali troviamo una partecipazione ben più qualificata. Insomma, vedere uno Shibaev, un Mattenet, un Crisan direttamente nei sedicesimi di un’Olimpiade è scandaloso. Il tabellone olimpico, quindi, diventa uno dei peggiori non rispetto agli altri Giochi, e nemmeno rispetto ai Mondiali (qui il confronto diventa allucinante), ma anche rispetto agli Open internazionali. Questo è il risultato cui ha portato la vergognosa politica dell’Ittf, che ha pensato solo a distruggere la Cina, come ho sempre detto, e invece ha distrutto il tennistavolo. La mazzata finale è stata la riduzione da 3 a 2 del numero di giocatori per nazione. E per favore non scomodiamo il pericolo di andare fuori dal programma olimpico se la Cina continua a vincere, questa è la puttanata delle puttanate, inventata dall’Ittf, dagli ignoranti che circolano nei blog e nei forum e da chi non capisce una mazza di sport e Olimpiadi. Il Comitato olimpico internazionale non ha mai messo in discussione il tennistavolo, né intende metterlo in discussione. E questo lo so da fonte diretta, visto che io posso parlare direttamente, per il lavoro che faccio, con i responsabili del Cio. E nessuno di loro si è mai sognato di ipotizzare l’esclusione del tennistavolo. Anzi, quando i rappresentanti di qualche altro sport hanno attaccato il tennistavolo, ma non per le vittorie della Cina, ma perché lo ritengono uno sport di secondo livello, i dirigenti del Cio hanno sempre risposto che è uno degli sport più universali e con maggiore diffusione nel mondo, il terzo sport nel mondo come numero di Federazioni affiliate. Quindi, per favore, eliminiamo le stronzate.

MA LONG


Non bastava la riduzione dei giocatori da 3 a 2, si sono aggiunte altre ridicole decisioni dell’Ittf, come quella di stabilire come termine per la qualificazione diretta ai Giochi maggio 2011, con la classifica successiva ai Mondiali individuali di Rotterdam. Per le altre edizioni delle Olimpiadi si usava la classifica del gennaio dello stesso anno dei Giochi. Così, il tennistavolo ha stabilito prima di qualsiasi altro sport i qualificati per Londra, addirittura un anno e tre mesi prima delle gare olimpiche. E in uno sport come il tennistavolo, in cui un anno è un tempo lunghissimo, questo ha assunto un significato ancor più catastrofico. L’obbiettivo dell’Ittf era danneggiare quanto più possibile la Cina e ottenere che, magari, qualcuno dei più forti non si qualificasse. Così in effetti è stato, perché Ma Long, che stava scalando la classifica e, da subito dopo i Mondiali di Rotterdam, ha cominciato a vincere tutto, è rimasto escluso dal singolo. Ma Long è diventato numero 1 del mondo, ma ha potuto partecipare solo alla gara a squadre, ridicola. Ma non è finita, perché Ma Long non ha potuto partecipare nemmeno ad altre importanti gare come la Coppa del Mondo, per lo stesso motivo, il cambio di regolamento che ha ridotto da 3 a 2 i giocatori per nazione anche in quelle manifestazioni. Così, in Coppa del Mondo, il regolamento prevede che vi partecipino nell’ordine il detentore della Coppa e poi il campione del mondo. Nel 2011, hanno potuto parteciparvi Wang Hao, detentore, e Zhang Jike, campione mondiale. Prima, quando era ammesso il terzo giocatore per nazione, poteva esserci il terzo cinese, visto che, dopo gli aventi diritto per titoli, si cominciava a prendere quelli della classifica mondiale. Quindi Ma Long avrebbe potuto giocare la Coppa del Mondo, essendo il numero 1 della classifica internazionale. Col nuovo regolamento, s’attacca al tram. E sarebbe stato lo stesso per la prossima Coppa del Mondo. Zhang Jike vi doveva partecipare perché contemporaneamente detentore e campione del mondo, poi Xu Xin come vincitore della Coppa d’Asia, con Ma Long ancora escluso. Ma i cinesi hanno deciso di non far partecipare Zhang Jike, probabilmente per non sovraccaricarlo di titoli, e di iscrivere Ma Long. Ma il problema rimane, naturalmente. Tutto questo per dire che gli interventi dell’Ittf hanno solo danneggiato lo spettacolo e l’evoluzione del tennistavolo. Qualcuno potrebbe obiettare che si è tentato di eliminare lo strapotere della Cina, ma è facile ribattere dicendo che non si può abbassare il livello tecnico per battere qualcuno, bisogna invece tentare di diventare più bravi di chi sta dominando. La dimostrazione l’abbiamo avuta proprio a Londra. L’Ittf ha tentato in tutti i modi di far vincere una medaglia olimpica a Boll (dopo esserci riuscita con quella ai Mondiali di singolo, con un tabellone scandaloso, da grande imbroglio) e sembrava che fosse finalmente la volta buona. Ma Boll è andato a perdere, 4-1, con Crisan, uno che da tempo non è più al livello dei migliori, tant’è vero che ha poi perso al turno successivo. Insomma, Boll alle Olimpiadi ha perso con Crisan, con Oh Sang Eun a Pechino, con Waldner ad Atene, mostrando, insieme ai grandi limiti tecnici, anche quelli mentali, visto che aveva la strada spianata verso la medaglia e si è sempre bloccato nel momento più importante. Quindi fa ancora più rabbia che il grande spettacolo olimpico sia stato rovinato per favorire Boll o qualunque altro europeo e si sia arrivati a regalare medaglie a quelli ancora più scarsi. E, infine, argomento ancora più importante: gli altri sport si comportano in modo diverso. Nel badminton, dove pure c’è il dominio della Cina, nessuno si è mai sognato di ridurre da 3 a 2 i partecipanti nel singolo alle Olimpiadi. Nella scherma, dove pure in alcune armi c’è il dominio dell’Italia, come dimostra il podio tutto azzurro nel fioretto femminile a Londra, nessuno si è mai permesso di proporre la riduzione da 3 a 2 dei partecipanti. Nell’atletica, dove nella velocità la Giamaica domina, nessuno ha mai pensato di ridurre da 3 a 2 i partecipanti dopo la tripletta femminile giamaicana nei 100 a Pechino e la tripletta maschile giamaicana nei 200 a Londra. Ma quegli sport seguono un’altra logica, più sportiva: vince chi merita di vincere e non si può danneggiare lo spettacolo riducendo il numero degli atleti più forti.

MA QUALE SPETTACOLO


Così, questa è stata davvero l’Olimpiade più scarsa tecnicamente e viene da piangere a pensare a quelle passate, quando il tabellone era la crema del tennistavolo. A Londra si è avuto uno spettacolo indecente e questo solo per permettere a chi non lo meritava di rubare una medaglia olimpica. Comunque ci sono state finali tutte cinesi nel singolo. Proprio per questo motivo era stata presa un’altra assurda decisione: far giocare prima la gara individuale e poi quella a squadre. Il motivo era assolutamente meschino: si sapeva che negli individuali si sarebbero avute finali cinesi, quindi l’Ittf ha pensato che per la Tv sarebbe stato più interessante chiudere con le finali con almeno una squadra non cinese, sperando nella Germania.
La Germania ha toppato, perché stavolta l’imbroglio nel tabellone non è stato possibile e i tedeschi sono capitati in semifinale con la Cina. Comunque, la gara a squadre è semplicemente ridicola, vista anche la formula di cui ho parlato più volte, con i due numeri 1 che non si incontrano e con gli ultimi due incontri col più forte contro il più debole. Infatti, l’interesse è andato calando sempre più, con risultati scontati (tranne la sconfitta contro Boll di uno Zhang Jike già in vacanza dopo la vittoria nel singolo) e mancanza assoluta di spettacolo. A tutto questo si deve aggiungere un palazzetto con luce concentrata come non si vedeva da secoli nel tennistavolo. Anche questa è stata una scelta scellerata che va contro qualsiasi evoluzione del nostro sport. Per concludere, ricordo la terza sconfitta consecutiva di Wang Hao in una finale olimpica, dopo quelle di Atene 2004, contro Yoo Seung Min, e di Pechino 2008, contro Ma Lin. Per la verità, Wang Hao non ci sarebbe dovuto nemmeno arrivare a disputare la gara di singolo, visto che, con le vecchie e giuste regole, avrebbero giocato Ma Long e Zhang Jike. Resta il fatto che la vittoria di Zhang Jike era scontata, vista la sua netta superiorità nei confronti di tutti gli altri. In proposito, comunque, ho letto bestialità incredibili sui vari forum, compresa quella in cui si dice che Zhang Jike diventa l’unico giocatore ad aver vinto tutto. Posso solo dare un consiglio agli incompetenti e agli ignoranti: stiano zitti o almeno vadano a consultare gli albi d’oro, magari cominceranno a scoprire qualcosa. Per la cronaca, l’unico giocatore ad aver vinto tutto (o quasi) è Kong Linghui: singolo e doppio alle Olimpiadi (non ha potuto vincere la gara a squadre perché l’hanno inserita al posto del doppio dopo il suo ritiro); singolo, doppio e squadre ai Mondiali; singolo in Coppa del Mondo; singolo e doppio alle Finali Pro Tour; singolo, doppio e squadre ai Campionati Asiatici; doppio e squadre ai Giochi Asiatici. Gli mancano soltanto il singolo ai Giochi Asiatici (l’avrebbe vinto facilmente nel 1994, dopo aver trionfato nei Campionati Asiatici, ma Cai Zhenhua non gli fece giocare il singolo perché, avendo solo 18 anni, volle non caricarlo di troppe responsabilità) e il doppio misto ai Mondiali, ma in questo caso il motivo è un altro: nel 1995, in coppia con Deng Yaping (era un doppio capace di arrivare in semifinale nel doppio maschile!), fu costretto a perdere contro Wang Tao e Liu Wei perché la Cina stava cercando di far stabilire a Wang Tao il record di 4 titoli in un’unica edizione dei Mondiali, poi fallito per il casino scoppiato nel singolo, con Wang Tao battuto da Kim Taek Soo, la successiva scandalosa squalifica del sudcoreano e Wang Tao costretto a perdere con Liu Guoliang per evitare la vergogna. Quindi, tanto per chiarire, nessuno ha il palmares più completo di quello di Kong Linghui. E speriamo che i buzzurri si astengano dall’intervenire su questo argomento e dall’ammorbarci di stronzate.

LO SPORT PIU’ VECCHIO


Ma ci sono altre indicazioni ancora più inquietanti che arrivano da questa edizione dei Giochi olimpici. La più importante riguarda l’età dei giocatori del tennistavolo. L’età media di tutti gli 86 partecipanti maschili è la più alta di qualsiasi altro sport presente a Londra a eccezione del tiro (a volo e a segno). Quindi, se consideriamo che il tiro è uno sport particolare, in cui l’elemento atletico è meno evidente e influente, è facile constatare che fra tutti gli sport con fondamentale componente fisica il tennistavolo è il più vecchio di tutti.
Alcuni dati rendono più chiara la situazione. Fra i 28 qualificati direttamente per Londra (in base alla classifica del maggio 2011) ce ne sono 6 da 40 anni in su (Persson 46, Saive e Primorac 43, Schlager, Kreanga e Chen Weixing 40), 13 da 30 anni in su, nessuno sotto i 20 anni. Fra gli 86 in totale, ce n’è uno di 50 anni (He Zhiwen), 9 da 40 anni in su (oltre ai 6 già citati, Bentsen 44, Hoyama 43, Liu Song 40), 37 da 30 anni in su. Va meglio fra le donne: fra le 86 giocatrici, 4 hanno dai 40 anni in su, 22 dai 30 in su. Il punto è: ma quale impressione può fare mai uno sport in cui alle Olimpiadi si presentano un giocatore di 50 anni (He Zhiwen) e una giocatrice di 49 (Ni Xialian)? Chi non è abituato a vederlo penserà che non è uno sport. E, con tutto il rispetto, non è incredibile che a Londra ci fossero Persson, Primorac e Saive, che avevano partecipato addirittura alla prima edizione delle Olimpiadi col tennistavolo nel programma? Fu a Seul 1988. Dopo 24 anni, sono ancora lì! E se questi rispettabili vecchietti si qualificano per l’Olimpiade è anche grazie alla diminuzione del numero dei partecipanti per nazione, che ha liberato posti per i più deboli. Il risultato è l’abbassamento del livello tecnico e dello spettacolo, oltre alla pessima impressione che è stato dato, di uno sport «per vecchi», nel quale non c’è bisogno di essere preparati fisicamente per arrivare addirittura all’Olimpiade. Questo è il danno più grande per il tennistavolo, e l’ha procurato l’Ittf, non le vittorie della Cina.

AZZURRI A LONDRA


In questo quadro generale, si inserisce l’Italia, mai così povera alle Olimpiadi. La discesa continua, da quando Costantini ed Errigo sono stati cacciati da Sciannimanico, e non ha mai fine. I partecipanti diminuiscono sempre più e stavolta quello vero è solo uno, Tan Wenling, perché Bobocica si è qualificato solo grazie all’abnorme allargamento dei ripescaggi voluto dall’Ittf, come già avvenuto nel 2008. Ricordo ancora una volta che nazioni più serie, come Svezia e Olanda, non mandarono a Pechino i giocatori che si erano qualificati grazie a questo allargamento, considerandoli «non qualificati». E la stessa Tan Wenling è stata l’ultima delle qualificate, usufruendo anche lei della diminuzione dei partecipanti da 3 a 2, cosa che ha fatto abbassare anche il livello tecnico delle qualificazioni. I risultati a Londra sono stati solo la logica
conseguenza: Bobocica ha battuto il cubano Pereira, scarso, e poi ha perso con Schlager; Tan Wenling ha battuto la nigeriana Oshonaike, scarsa, e poi ha perso con la russa Tikhomirova. Ridicola la versione della Fitet secondo la quale «la qualificazione è la nostra medaglia». La verità è che l’Italia non ha mai avuto un comportamento così basso ai Giochi. Comunque, almeno un italiano che ha fatto bella figura c’è, ed è Massimo Costantini. Oltre ad aver qualificato 3 giocatori per Londra, trascinando poi anche la squadra femminile degli Usa, unico allenatore al mondo ad aver ottenuto questo risultato, Costantini ha avuto la soddisfazione di vedere una delle sue due ragazze, Ariel Hsing, appena 17 anni, stabilire un piccolo record: è stata l’unica giocatrice ad aver strappato due set alla vincitrice dell’oro olimpico, Li Xiaoxia, che ha battuto 4-1 la sudcoreana Park Mi Young negli ottavi, 4-1 la giapponese Ishikawa in semifinale e 4-1 l’altra cinese Ding Ning in finale. Ariel Hsing si è trovata sul 2-2 e ha perso gli ultimi due set a 8 e a 9, giocando alla pari con la futura campionessa olimpica. A chi parlava di «facilità» nella qualificazione perché il livello del continente americano è più basso, ecco la risposta più efficace sul livello cui Costantini ha portato le sue giocatrici.

ARBITRI


Per non far mancare alcunché all’Italia, ecco l’altro «pezzo pregiato» dell’Olimpiade. La finale del singolo femminile è stata arbitrata da Paola Bongelli e si è conclusa «aschifìo» come si direbbe in Sicilia con un’espressione «molto espressiva». Quello che è successo lo hanno visto tutti: punti tolti a Ding Ning per servizi irregolari finché, nel quarto set, ancora un punto tolto e, con Ding Ning piangente che va ad asciugarsi le lacrime, ancora un punto tolto. Da quel momento in poi, la finale non ha avuto più alcun senso. Vi faccio grazia dei commenti dei giornalisti cinesi e delle loro richieste, fatte a me, di sapere chi è questa Paola Bongelli e perché è arrivata così rapidamente ad arbitrare incontri così importanti. Quello che faccio è esprimere le mie considerazioni, sulla Bongelli e su quello che è successo nella finale. Comincio col segnalare che la Bongelli, anche se partecipa come italiana, nella realtà è «austriaca». Mi spiego. Fino a 4 anni fa, era nei quadri degli arbitri italiani e non riesco assolutamente a ricordare una qualsiasi partita internazionale importante arbitrata da lei. Quattro anni fa, si è trasferita in Austria. I motivi del trasferimento sono affari suoi, non mi interessano e non credo possano interessare ad alcuno. Sta di fatto che, non appena si è trasferita in Austria (in Italia continua ad arbitrare un paio di partite a stagione o giù di lì), improvvisamente ha fatto una incredibile carriera internazionale fra gli arbitri, arrivando ad arbitrare addirittura la finale del singolo maschile ai Mondiali 2011 a Rotterdam. Beh, questa carriera così fulgida non me la spiego proprio. Per me è un arbitro di medio livello, niente di più. E quello che è successo nella finale olimpica femminile dà conforto alla mia sensazione. Rimane il fatto che, se davvero è così brava, i dirigenti arbitrali dell’Ittf dovrebbero spiegare come mai se ne sono accorti solo quando si è trasferita in Austria. E andiamo alla finale olimpica. Il servizio che ha dato origine al casino più grande è il frontale di Ding Ning, quello in cui la cinese lancia la palla in alto, poi aspetta che scenda fino ad arrivare a una ventina di centimetri di altezza sul piano del tavolo e la colpisce di diritto (a volte col rovescio, ma dando l’impressione di colpirla di diritto, per far confondere l’avversario), piegandosi sulle ginocchia fin quasi a terra. Tutta l’azione è frontale, non ci sono ostacoli nella visuale dell’avversario, la pallina si vede chiaramente sin dal momento del lancio. La chiamata della Bongelli è relativa all’altezza del lancio, come la stessa Bongelli ha indicato chiaramente. E qui il discorso diventa complesso, almeno per chi non ha mai giocato a tennistavolo e non capisce né lo spirito del gioco né lo spirito della regola. Faccio una piccola premessa: Ding Ning ha un servizio di diritto che molte volte è irregolare perché la pallina viene nascosta, quindi toglierle il punto su questa azione è doveroso e giusto. Passiamo a quello frontale. Lo spirito della regola è permettere all’avversario di avere in ogni momento la perfetta visuale della pallina sin dal momento del lancio per arrivare a quello dell’impatto con la racchetta. Il lancio, per essere regolare, deve essere di almeno 15 centimetri verso l’alto. Questo significa che se lancio la palla per 5 centimetri e la colpisco dopo che questa è scesa di 20 centimetri, quindi con una traiettoria complessiva di 15 centimetri, a stretti termini di regolamento il servizio non è regolare, perché comunque bisogna lanciarla in alto di almeno 15 centimetri e poi si può colpirla anche dopo che è scesa di un solo centimetro. Il fatto che si debba colpirla mentre scende è fondamentale ed è previsto esplicitamente dal regolamento. Comunque, i punti da considerare sono due. Il primo: è stato deciso di stabilire l’altezza del lancio in 15 centimetri perché quella è, millimetro in più o in meno, l’altezza della rete e la larghezza del piatto della racchetta, quindi si ha un riferimento visivo per la valutazione della distanza, visto che una precisione assoluta, semplicemente con gli occhi, è praticamente impossibile. E allora, i 15 centimetri devono essere valutati con una certa approssimazione, se sono 10, soprattutto sul servizio frontale, vanno bene lo stesso, perché nessun arbitro potrà mai dimostrare che erano proprio 10, così come nessun giocatore potrà mai dimostrare che erano proprio 15. Un minimo di buon senso e di elasticità è necessario in questi casi. Diverso il discorso se il servizio non è frontale, perché anche pochi centimetri, pur se non dimostrabili matematicamente e geometricamente, possono contribuire a rendere il servizio illegibile da parte dell’avversario, insieme a movimenti strani del battitore e al braccio che si ritira in ritardo. Il secondo punto di cui sto parlando è il concetto di visibilità della pallina. Nel servizio frontale, a meno che non si colpisca la pallina mentre sta salendo nel servizio di rovescio o a meno che il lancio sia davvero basso per poter poi colpire la pallina più velocemente possibile, la visibilità è la migliore possibile. Nel caso del servizio incriminato di Ding Ning poi, con la pallina che scende anche di quasi mezzo metro, la visibilità non solo è la migliore possibile, ma c’è tutto il tempo per inquadrare la pallina visto che rimane in aria per un periodo lunghissimo. Quindi, per racchiudere in poche parole il senso di tutto questo: stabilire se il lancio fosse o no di 15 centimetri è difficile, ma il punto è che, in questo caso, quella differenza di pochi centimetri è del tutto ininfluente sull’azione totale perché la pallina è visibile perfettamente e per molto tempo dall’avversario, che non subisce alcun danno. Conclusione: il servizio può essere considerato regolare. Voler andare a pescare il pelo nell’uovo del centimetro in più o in meno in un servizio in cui il lancio è del tutto ininfluente sulla regolarità dell’azione totale significa soltanto non
avere la minima idea dello spirito della regola. Un atteggiamento che è tipico di chi si mette a fare l’arbitro senza aver sperimentato di persona il tavolo di gioco, e non c’è bisogno di farlo a chissà quali livelli, basta giocare a tennistavolo anche da quarta categoria per capire questo concetto basilare. Ma Paola Bongelli sembra avere un solo metro di giudizio: l’applicazione ferrea, strettissima, pignolesca di un regolamento che si è solo imparato a memoria. E questa sensazione diventa più grande quando si guarda al suo comportamento dopo le proteste di Ding Ning: la cinese ha smesso di protestare, si prepara a riprendere il gioco, ma ha pianto, va a prendere l’asciugamano per togliersi le lacrime dal volto e Bongelli le toglie un altro punto. Qui non si tratta più di arbitro bravo o scarso, qui si tratta di chi vuole essere protagonista a tutti i costi interpretando la parte del «sergente di ferro». Se vogliamo prenderci in giro possiamo anche dire che «la regola è la regola e va applicata così», ma per favore, se capiamo anche solo un po’ di tennistavolo, non possiamo giustificare questa vergogna. La Bongelli è indifendibile. Il tennistavolo ha bisogno di arbitri seri, che applichino le regole in modo serio e giusto, non di giustizieri. E comunque, visto che sul sito della Fitet vengono continuamente pubblicati elogi della Bongelli, è possibile trovarci anche una spiegazione sul fatto che arbitri solo pochissime partite in Italia e che sia ancora inquadrata fra gli arbitri italiani pur risiedendo in Austria?

GRAN FINALE


Per la verità, più che di gran finale, dovrei parlare di miserabile finale. Avrei voluto fare considerazioni sul gioco, sulla tecnica, sullo sviluppo del tennistavolo, sul futuro che ci aspetta. Ma qualsiasi considerazione tecnica, qualsiasi analisi cadono miseramente di fronte a questo scempio. Inutile stare a guardare cosa è successo, il perché e il percome si sia arrivati ai risultati finali, le indicazioni che sono venute da questa Olimpiade. E’ tutto inutile, perché non stiamo parlando più di uno sport, ma di una barzelletta. Poco alla volta, sto diventando sempre più pessimista e sto perdendo qualsiasi speranza di un bel futuro per il tennistavolo. La mia grande paura è che fra venti anni il tennistavolo non esisterà più come sport, ma solo come passatempo nelle parrocchie (se ci sono ancora) e nei circoli ricreativi. Lo stanno distruggendo l’Ittf e le Federazioni nazionali piene di gente che usa questo sport per i propri comodi, per sentirsi «qualcuno» nella vita, per viaggiare gratis in giro per il mondo, per sfilare nella cerimonia inaugurale delle Olimpiadi e magari farsi vedere striscianti davanti ai potenti della Terra. Ho paura che vinceranno loro e il tennistavolo scomparirà.

Commenti

40 risposte per “L’Olimpiade del Drago Rosso”

  1. about.blank ha scritto il 16 Settembre 2012 19:20

    L’ho letto d’un fiato e sono d’accordo su tutto, “caso Bongelli” compreso.

    Però se girano stronzate come quella del pericolo di una egemonia cinese del ping pong come scusa per limitare la Cina, agitando lo spauracchio di una esclusione del tt dal programma olimpico, non è certo colpa di chi certe false notizie le fa rimbalzare sui forums ma bensì di chi le mette in giro.

    Il Drago Rosso dice che l’autore di queste stronzate è l’ITTF? Bene, ne prendiamo atto. A noi comuni mortali sia concessa l’indulgenza riservata a chi riporta frastornato i rumours che sente… in giro.

    ;-)
    Ad Maiora Tennistavolo!

  2. HerbertBallerina ha scritto il 18 Settembre 2012 09:59

    Su alcune cose non concordo in pieno:

    Anche nel 2000, il n°1 al Mondo Wang Liqin non fece il singolo. Le nazioni con tanti giocatori forti hanno sempre questi problemi.. nel 1988.. su Appelgren a rimanere fuori…

    Anche nella ginnastica artistica alle finali possono accedere solo 2 ginnaste per nazione, se non sbaglio è così anche nei tuffi.. chissà quante tuffatrici cinesi forti ci sono .. oltre alle olimpioniche.

    Il fatto che ci siano tanti vecchi all’olimpiade, non ha a che fare con l’ITTF, ma con la “scarsezza” dei giovani in tanti paesi.. Persson e Primorac sono tristemente ancora nei top2 dei loro paesi.. Kreanga forse è ancora il n°1 in Grecia. Rosskopf invece che di concorrenza interna ne aveva eccome si è accomodato in panca.

    Il palazzetto è stato generalmente lodato da tutti i giocatori, mi pare si vedesse molto bene anche in TV e amici che sono andati a vederlo dal vivo hanno detto la stessa cosa.

    Che Ma Long avrebbe meritato l’olimpiade non ci piove.. ma invece possiamo dire che WLQ,Ma Lin e Xu Xin non la meritavano?La Cina avrebbe vinto il titolo con 9-10 giocatori (Chen Qi o Hau Shuai non avevano chance contro gli stranieri?). Quindi il discorso è: Ma Long meritava in modo più speciale di WLQ?Secondo me no. Ma Long, ha vinto un sacco di ProTour. A differenza di ZJK è stato spedito a eventi internazionali sin dal 2005.. in 7 anni non si è MAI fatto trovare pronto ad un grande evento (perse pure da Samsonov ad una worldcup per non parlare della ridicola sconfitta da Koki Niwa). Se voleva andare a Londra.. le regole erano chiare.. ha giocato malissimo contro WangHao a Rotterdam e così è stato.
    ZJK ha avuto un quarto delle opportunità di M.L e le ha fatte fruttare benissimo.
    ZJK quando è stato in difficoltà all’esordio contro Vladi (che rimane un talento veramente straodinario) ha tirato fuori gli attributi e messo il turbo-boost.
    Ma Long si sarebbe depresso e avrebbe perso al match inaugurale..

    Secondo voi Ariel Hsing ha un futuro?Sarebbe bello per il nostro sport avere un atleta USA forte..

  3. zzantitop ha scritto il 18 Settembre 2012 16:27

    ‘Monsieur’ and ‘Madame’…
    Le Dragon Rouge

    chapeau !!!!!

    putain la misoire !!

  4. albi fortuna ha scritto il 20 Settembre 2012 11:41

    chapeau !!!!!

  5. Drago Rosso ha scritto il 20 Settembre 2012 20:17

    Come ho avuto modo di dire più volte in passato, non contesto le opinioni, ma nel caso di Herbert Ballerina devo fare necessarie precisazioni sui riferimenti storici sui quali lui basa una parte delle sue tesi. Molti di questi sono sbagliati, quindi possono influenzare l’opinione stessa che ne scaturisce o quantomeno non possono essere portati a sostegno di quanto si cerca di dimostrare.
    Comincio con Wang Liqin che non fece il singolo nel 2000. Nel momento della qualificazione diretta, Wang Liqin non era il numero 1 del mondo, i qualificati direttamente per Sydney furono Kong LInghui e Liu Guoliang. Il terzo, che doveva giocare le qualificazioni continentali, era scelto dalla Federazione e fu Liu Guozheng. E la scelta era assolutamente legittima perché in quel momento Wang Liqin non era al massimo della forma. Ricordo che l’anno prima, ai Mondiali individuali a Eindhoven, Wang Liqin, che si era presentato come numero 1 della classifica mondiale e di conseguenza numero 1 del tabellone, fu subito eliminato dal francese Eloi, risultato clamoroso. Liu Guoliang vinse il singolo. A gennaio 2000, inoltre, nelle Finali del Pro Tour, proprio a Sydney, gara valevole anche come test per l’Olimpiade, la finale fu vinta da Liu Guozheng su Kong Linghui. Quindi, era assolutamente normale e non dipendente da regolamenti strani che Wang Liqin non giocasse il singolo. Giocò invece il doppio insieme a Yan Sen e lo vinse perché in quella gara l’affiatamento conta più della forma e Wang Liqin e Yan Sen erano il doppio più forte del mondo in quel momento.
    In quanto al numero di atleti in ginnastica e tuffi, faccio notare che quegli sport hanno sempre avuto 2 atleti all’Olimpiade (la ginnastica nelle finali, perché nelle qualificazioni, siccome valgono contemporaneamente per gare a squadre e concorso individuale, sia generale che nei singoli attrezzi, ce ne possono essere di più) e che non hanno cambiato il regolamento dopo che una nazione aveva cominciato a dominare quello sport. Io ho portato l’esempio di sport che avevano 3 atleti e continuano ad averne 3: scherma, atletica, badminton. Solo il tennistavolo ha ridotto il numero, per i motivi che ho espresso tante volte. Ricordo, inoltre, che anche il nuoto, dopo gli anni Settanta, ridusse gli atleti da 3 a 2, ma in quel caso per un altro motivo: era il periodo in cui nel nuoto femminile dominavano le atlete dopate della Germania Est, siccome nessuno riusciva a trovarle positive ai controlli, si decise di rimediare riducendo il numero di atleti, ma il significato, come si vede, era completamente diverso. Quindi, il punto è: chi ha cambiato e chi no. L’unico sport ad aver cambiato per poter fottere una nazione è il tennistavolo.
    Andiamo avanti. Non ho mai fatto il discorso di «merito» a proposito di Ma Long in base a considerazioni personali, ma in base ai risultati. Quindi, il discorso su Wang Liqin e gli altri che meriterebbero di partecipare all’Olimpiade non c’entra assolutamente perché questi giocatori non hanno i risultati necessari per qualificarsi all’Olimpiade. Ma Long, invece, quei risultati li aveva, nei tempi giusti, vale a dire all’inizio dell’anno, quando si era decisa, fino al 2008, la qualificazione diretta. L’Ittf ha cambiato le regole anticipando la qualificazione diretta a maggio dell’anno prima, è questa l’ingiustizia. E non vale nemmeno la considerazione sul fatto che se Ma Long non avesse perso in semifinale ai Mondiali 2011 con Wang Hao si sarebbe qualificato per l’Olimpiade. Semplicemente non è vero. Anche se Ma Long avesse battuto Wang Hao e anche se avesse battuto Zhang Jike in finale, non avrebbe avuto i punti necessari per scavalcarli in classifica, cosa che invece ha fatto dopo, ripeto, nei tempi giusti. Che perda partite con Samsonov o con Niwa, anche in maniera stupida, non può avere alcuna influenza sul fatto che meriti di andare all’Olimpiade: quello si decide in base ai risultati, non alle convinzioni personali mie o di chiunque altro e con i risultati Ma Long aveva, a gennaio 2012, vale a dire nel momento giusto, il diritto di andare all’Olimpiade. Questo diritto gli è stato negato dall’Ittf, con un assurdo cambio di regolamento.
    Infine, il fatto che sia o no colpa dell’Ittf se non vengono fuori giovani dall’Europa. Ulteriore precisazione: io ho detto che è colpa dell’Ittf che ci sia scarsezza di giovani, con la conseguenza che i vecchi restano al loro posto. Quindi, sostengo che ci siano vecchi all’Olimpiade proprio perché non ci sono giovani. E sostengo che non ci sono giovani non per misteriosi motivi, ma perché l’Ittf, cambiando i regolamenti e facilitando la conquista di medaglie da parte degli europei, a danno dei cinesi, non invoglia i giovani europei al duro lavoro, ma, al contrario, li spinge a non lavorare perché, tanto, c’è l’Ittf che regalerà loro una medaglia. Proprio come è accaduto a Londra: atleti ridotti da 3 a 2 ed ecco che il bronzo va a uno scarso, Ovtcharov. Semplicissimo. E che Rosskopf si sia dovuto ritirare perché aveva concorrenza è un altro falso storico. Rosskopf si è ritirato prima del tempo perché in Germania c’erano sponsor che spingevano per giovani, che avevano un contratto con loro, assolutamente scarsi. L’esempio più clamoroso sono i Mondiali a squadre del 2004 in Qatar. La Germania arriva in finale contro la Cina. Rosskopf è chiaramente il numero 2 dopo Boll, ma dalla Germania, da Dusseldorf, arriva la telefonata del potente sponsor del giovane e ignorante (di tennistavolo) Suss, sponsor che contemporaneamente sostiene anche la Nazionale tedesca, con l’ordine di schierare lui nella finale. Rosskopf va fuori, capisce la lezione e si ritira. Se giocasse, ancora oggi, sarebbe il numero 3 della Germania, considerato il branco di impediti che esprime il tennistavolo tedesco, con allenatori-falegnami che andrebbero cacciati.

  6. DANY ha scritto il 21 Settembre 2012 13:39

    Io rimango sbigottito ancora una volta di fronte alle parole del Drago Rosso:
    Ovtcharov è uno scarso, Suss è un ignorante di tennis tavolo, i tedeschi sono un branco di impediti nel tennis tavolo e ci sono gli allenatori falegnami che andrebbero cacciati. Lui non contesta le opinioni ma in questo caso sono io a contestare le sue, perchè inaccettabili.
    Se i tedeschi sono degli impediti noi italiani cosa siamo ?
    Era preferibile limitarsi a dire che i tedeschi sono inferiori alla CINA o mi sbaglio?
    Ma io dico, uno come il Drago Rosso esperto giornalista e storico intenditore di tennis tavolo a cui mi inchino per la cultura pongistica, vedasi tutti i riferimenti storici a cui accenna nel suo intervento ……come può dire certe cose.
    Io che amo alla follia il tennis tavolo made in china …..da Ma Long a Xu Xin……dal maestro Gouliang a Ma LIn e a tutti gli altri, non mi permetterei mai di dire che i tedeschi siano schiappe.
    Magari in Italia riuscissimo ad esprimere il tennistavolo tedesco !!!!!!
    Magari in Italia ci fosse un Rosskopf allenatore.
    Io porterei più rispetto a chi è di sicuro inferiore alla CINA, come la Germania, ma alla quale dobbiamo porre tutta la ns. attenzione per come muove il sistema ping pong. Ho visto tedeschi di tutte le età giocare al tennis tavolo e nutro un grande senso di rispetto per come si dedicano a questo sport . C’è molto da imparare dai tedeschi e dal loro approccio pongistico e forse anche i cinesi potrebbero imparare qualcosa da loro e non parlo di tecnica e di scuola ma di altre componenti tipo il rispetto e la sana competizione. Non è il massimo vedere un Zhang Jike che a fine partita non stringe la mano al suo avversario ma compagno Ma Long. E qui la CINA ha molto da imparare. Lasciamo stare i paragoni tecnici. La tecnica dei cinesi è sopraffina ma non butterei nel cesso i colpi di TIMO BOLL, OVTCHAROV e compagnia bella.
    Drago stavolta hai toppato e non significa che hai aperto una terza palla !
    Accetto le considerazioni sugli errori voluti o non voluti dall’ITTF per agevolare gli europei ma non posso concordare su certe affermazioni.
    Essere pro-cinesi và bene ma essere contro i tedeschi a prescindere non è accettabile.

  7. Drago Rosso ha scritto il 23 Settembre 2012 18:24

    Anche se Dany contesta le mie opinioni, io rimango della mia idea: non discuto le opinioni, quindi, nemmeno le sue. L’unica cosa che tengo a fare è chiarire alcuni punti sui quali si può creare qualche equivoco.
    Il primo: io non metto in contrapposizione Cina e Germania. Quello che penso della Cina è indipendente da quello che penso della Germania. Faccio un esempio più concreto: quando la Cina vinceva negli anni Ottanta, con Jiang Jialiang due volte campione mondiale di singolo, oltre che a squadre, io dicevo che la Cina faceva solo danni al tennistavolo, dal punto di vista tecnico e da quello spettacolare, che Jiang Jialiang era uno scarso, ovviamente in relazione ai veri grandi campioni di tennistavolo, tant’è vero che facevo il tifo spudorato per la Svezia di Waldner e compagni, la nazione che ha dato la svolta più importante a questo sport. E continuo a pensare che quella sia stata la svolta più importante, senza la quale non ci sarebbe stata la Cina dei Kong Linghui e Wang Liqin.
    Il secondo: se gli italiani sono impediti, questo non fa dei tedeschi campioni di tecnica, sono impediti sia gli italiani che i tedeschi. Come nel punto precedente, nei miei ragionamenti io non parto dalle contrapposizioni, ma dai valori assoluti, o almeno da quelli che io ritengo valori assoluti. Se gli altri hanno differenti riferimenti come valori, ricadiamo nel discorso delle opinioni, non li contesto, continuo a pensare a modo mio.
    Il terzo: il sistema tedesco di organizzazione sportiva, che reputo fra i migliori al mondo, è una cosa, il sistema tedesco di organizzazione tecnica è un’altra cosa e io lo reputo, come ho già detto, “da falegnami”. Se guardiamo i giocatori tedeschi, compreso Boll, che sopperisce con un talento innato e con una grandissima sensibilità del braccio agli insegnamenti sballati, viene fuori il disastro tecnico. Non c’è un solo giocatore tedesco che abbia una corretta impostazione tecnica. Più volte ho specificato quali sono questi errori di base, con particolare attenzione a Ovtcharov, aggiustato da un grande tecnico come Leo Amizic, croato, e poi guastato dai falegnami tedeschi, basti pensare che adesso gioca solo di rovescio, anche dalla parte del diritto, una cosa oscena. Di Suss nemmeno voglio parlare, ma basta pensare che c’è voluto il potente sponsor della sua squadra, Dusseldorf, e della Nazionale, per imporlo come titolare e si capisce quale sia il suo reale valore tecnico. Del resto, stiamo parlando di uno che deve giocare ancora le qualificazioni nei tornei internazionali per poter entrare nel tabellone principale e poi essere preso a pallate da tutti (ha vinto proprio due settimane fa un ridicolo torneo internazionale che sembrava un torneo nazionale italiano!!!).
    Il quarto: in quanto al rispetto, chiunque segua le competizioni internazionali sa benissimo che i giocatori e le giocatrici più scorretti sono proprio i tedeschi (a eccezione di Boll, il più corretto di tutti, non solo dei tedeschi, ma di tutto il mondo), anche con comportamenti vergognosi come il dito medio esibito pubblicamente (la Struse contro Jiang Huajun, di Hong Kong) e contestazioni clamorose contro gli arbitri da parte di Suss (una volta, in doppio, fu addirittura rimproverato da Boll che gli impose di stare zitto). Fra i cinesi, l’unico episodio discusso è quello della mancata stretta di mano fra Zhang Jike e Ma Long, e possiamo aggiungerci magari le proteste di Ding Ning contro il clamoroso errore della Bongelli nella finale olimpica, ma poi sfido chiunque a trovare, nella nuova era cinese, episodi di malcostume o di contestazioni agli arbitri. La Federazione cinese impone comportamenti corretti e punisce chi eventualmente sgarra, come fece con Chen Qi che prese a calci una sedia in una finale contro Wang Hao (non contestò l’arbitro, se la prese con se stesso per un errore) e fu spedito per una settimana a zappare in campagna: non è uno scherzo, fu proprio mandato in campagna a fare il lavoro del contadino. Altro che Germania, gli esempi li dobbiamo prendere dalla Cina!
    Il quinto: anche se apparirà strano, la qualifica di “falegnami” ai tecnici tedeschi non è una mia invenzione, ma di altri tecnici, che ufficialmente, per motivi diplomatici e di rispetto dei colleghi (si fa per dire) tedeschi non esprimono questo giudizio, ma che nei colloqui non ufficiali sono letteralmente schifati dalle impostazioni (anche in questo caso si fa per dire) tecniche dei tedeschi. La mia opinione è che TUTTI i giocatori tedeschi siano STORTI, senza loro colpa, se altri hanno una opinione diversa, come al solito, non la contesto.

  8. about.blank ha scritto il 23 Settembre 2012 22:40

    Il Drago accenna ancora all’ “eresia” del gioco di rovescio dalla parte del dritto, stavolta riscontrata in Ovtcharov. Anche Zhang Ji Ke, il campione mondiale ed olimpico apre di bh dal lato del fh.

    Vogliamo parlarne? E’ una cosa “storta” sia che la faccia un naturalizzato tedesco che un cinese o è tecnicamente ineccepibile ?

    I grandi cinesi del lontano e del recente passato ed europei come Gatien ci hanno mostrato come con un grande lavoro di gambe si potesse coprire quasi tutto il tavolo col dritto.

    Ora qualcuno proditoriamente (ma evidentemente ha le gambe per farlo) si avventura ad aprire il gioco in un modo inconsueto spostandosi col rovescio sul lato del dritto.

    Cosa dice il D.R. a questo proposito?

  9. HerbertBallerina ha scritto il 24 Settembre 2012 08:54

    Rimane il fatto caro D.R, che con questi impedimenti tecnici, i tedeschi non dovrebbero essere sorpassati solo da Cina e Korea…
    Come mai i tecnici europei che sbeffeggiano i tecnici tedeschi non hanno portato risultati meritevoli?

    Uno dei fratelli Amizic (Mario?) se non ricordo male, ha avuto l’opportunità di allenare in Giappone eppure mi pare che la loro scuola non decolli (che figuraccia Mizutani, preso a pallete da Maze a Londra).

    I tanti allenatori che si sono avvicendati sulle panchine di Romania,Russia,Svezia,Francia.. hanno avuto ottimi serbatoi da cui pescare, eppure tra i vari Smirnov,Cioti,Lebenson,Par Gerrel, non vedo giocatori del livello di Boll… ma neppure del livello di Suess! Come mai agli Europei a squadre, vince sempre la Germania?A creare una nazionale senior forte, se la scuola tecnica è superiore dovrebbero bastare 8-10 anni eppure da allora non vedo alcuna formazione interessante in giro per l’europa o il mondo (L’India è promettente?Il Brasile o L’Egitto??)

    A parte i Cinesi ed i Coreani, io nel resto del mondo non vedo ALCUN tecnico, che dovrebbe criticare i tedeschi. Perchè alla fine parlano i risultati.. quando ci sarà qualcuno che batte i tedeschi con regolarità (tipo Svezia anni 80-90) allora potrà parlare.

  10. Drago Rosso ha scritto il 24 Settembre 2012 21:02

    Qui si confonde la quantità con la qualità. La Germania, lo ribadisco, ha uno dei migliori sistemi organizzativi al mondo, che porta di conseguenza a un numero di praticanti secondo solo alla Cina. E se uno storto si allena, nelle migliori condizioni ambientali possibili, 5-6 ore al giorno, e uno con impostazione tecnica perfetta solo un’ora al giorno e non in condizioni ideali, è lo storto a vincere. Detto questo, il punto non è che i tecnici tedeschi siano i soli a fare schifo, sono in buona compagnia di quasi tutti i tecnici europei. Non è questione di paragoni, ma di valori assoluti, ai minimi da grande depressione. I tecnici bravi in Europa sono pochissimi, come Leo Amizic, croato, e Gheorghe Bozga, romeno. Proprio la Romania, in pessime condizioni economiche, continua a fare il miglior lavoro tecnico, ma se la proporzione fra Romania e Germania è di uno a un milione, è chiaro che alla fine vincono gli scarsi tecnicamente. E comunque dalla Romania vengono ancora fuori le migliori europee, come Dodean, Samara (finalista alla recente Coppa del Mondo, anche se favorita dall’infortunio della cinese Guo Yue) e la piccola Szocs. La Germania chi ha fra le donne? Due cinesi, come Wu Jiaduo e Sun Zenqi Barthel, oltre a una inguardabile Silbereisen e alla difesa Ivancan. Alla faccia della grande “produzione” di giocatrici. Ma stiamo scherzando? Se poi Herbert Ballerina dice che non vede giocatori del livello tecnico di Suss, beh, di che sport stiamo parlando? Il vero problema è che tutta l’Europa è al fallimento, per cui basta lavorare, anche male, su una base maggiore di giocatori per vincere le gare europee, che non sono mai state a un livello così basso tecnicamente. Come dice la storiella, il guercio è re nel mondo dei ciechi, ma resta guercio. E la Germania resta la Germania, con tecnici falegnami derisi dai tecnici non solo asiatici, ma anche da quei pochi buoni che stanno in Europa.
    Ma quello che decisamente stravolge la realtà è il riferimento al cosiddetto fallimento del lavoro di Mario Amizic (fratello maggiore del Leo citato prima) in Giappone. La scuola giapponese non decolla? Prima di parlare è meglio essere informati sull’argomento e non pescare un singolo risultato, sia pure pessimo (la sconfitta di Mizutani all’Olimpiade) per fare una valutazione sull’intero movimento. E allora, ecco le classifiche dei giocatori di Giappone e Germania fra i primi 100 della classifica mondiale. Dei giapponesi ho escluso quelli cinesi naturalizzati, quindi quelli che compaiono sono i prodotti del lavoro impostato da Mario Amizic.
    GIAPPONE: 6 Mizutani, 20 Niwa, 23 Kishikawa, 40 Takakiwa, 49 Kenji Matsudaira, 53 Kenta Matsudaira.
    GERMANIA: 7 Boll, 9 Ovtcharov, 27 Steger, 30 Baum, 34 Suss, 71 Filus.
    Come si vede, sono 6 giocatori per ciascuna nazione. E Mizutani precede Boll in classifica, tanto per cominciare. Il livello totale è più o meno lo stesso (empiricamente, 191 la somma delle classifiche dei giapponesi, 178 quella dei tedeschi, che sono quindi in leggero vantaggio). Ma la cosa più importante, che non si può evincere dalla semplice classifica, è che l’età media dei giapponesi è notevolmente più bassa di quella dei tedeschi. E questo sarebbe il fallimento di Mario Amizic? Lo ripeto ancora una volta: ogni opinione è legittima e non la discuto, ma i dati cui si fa riferimento devono essere esatti, non campati in aria per mancanza di conoscenza o addirittura inventati.
    Concludo con un riferimento alla richiesta di about.blank di una spiegazione sul parallelo fra Zhang Jike e Ovtcharov. Siccome è passato un po’ di tempo dall’ultima volta in cui l’ho fatto notare, ricordo che avevo detto che non avrei più risposto a about.blank e confermo che non gli rispondo. Posso solo dire, a beneficio di chi eventualmente sia interessato al quesito che è stato posto, che la risposta la può trovare da solo, visto che è davvero facile, sul perché il paragone non può essere fatto e sul perché il significato tecnico di Zhang Jike che colpisce di rovescio dal lato del diritto sia completamente diverso da quello di Ovtcharov che fa la stessa cosa.

  11. albi fortuna ha scritto il 25 Settembre 2012 08:11

    Drago, se in Germania hanno necessità di un programma di alta formazione tecnica potremmo mettere a disposizione lo staff azzurro. Una bella serie di slide , e una dozzina di interventi dei nostri allenatori full immersion.

  12. HerbertBallerina ha scritto il 25 Settembre 2012 14:17

    Suvvia DR, non ti arrampicare sugli specchi. Non ho scritto che Amizic ha fallito in Giappone, ma che allenatori che anno avuto sistemi sociali e sportivi di alto livello (esempio Giappone o Francia) non hanno superato la Germania. In sostanza il lavoro in Giappone non è assolutamente da buttare, ma la sua scuola tecnica non ha superato i tedeschi e di conseguenza mai e poi mai si dovrebbe permettere di sparlare degli allenatori tedeschi (tu che sei un osservatore esterno puoi dire ciò che vuoi).

    Sulle statistiche ben sai che i tedeschi, forse ad eccezzione di Dimitri, fanno un numero limitato di ProTour mentre i giapponesini, con tanti soldi, sono iscritti sempre e ovunque.
    Da buon conoscitore quale sei, avrai invece visto dal vivo le vittorie tedesche sul giappone in diversi eventi (tra cui una bella olimpiade a Pechino). Per non parlare della penuria di medeglie Giapponesi almeno a livello maschile.

    Infine anche il discorso su “quantità vs qualità” non sta in piedi; la contro prova la citi tu stesso con la Romania femminile, ma vogliamo parlare di un paesino di 8 Milioni di abitanti che a cavallo tra gli anni 80 e il 2000 vince 4 titoli mondiali a squadre, ori olimpici e mondiali nei singoli e doppi…Piccoli vickinghi contro il miliardo di Cinesi.

    Credimi le scuole tecniche sono sempre legate a doppio filo con i risultati. Oggi abbiamo Cina, Korea e Germania. (e Giappone sicuramente quasi alla pari).

    Qualsiasi altra scuola e allenatore deve stare muto.

  13. about.blank ha scritto il 26 Settembre 2012 21:07

    Drago Rosso sopra scrive:

    “Concludo con un riferimento alla richiesta di about.blank di una spiegazione sul parallelo fra Zhang Jike e Ovtcharov. Siccome è passato un po’ di tempo dall’ultima volta in cui l’ho fatto notare, ricordo che avevo detto che non avrei più risposto a about.blank e confermo che non gli rispondo. Posso solo dire, a beneficio di chi eventualmente sia interessato al quesito che è stato posto, che la risposta la può trovare da solo, visto che è davvero facile, sul perché il paragone non può essere fatto e sul perché il significato tecnico di Zhang Jike che colpisce di rovescio dal lato del diritto sia completamente diverso da quello di Ovtcharov che fa la stessa cosa.”

    Non avevo alcun intendimento polemico, quindi il diniego del Drago Rosso, ancorchè coerente, mi sembra permeato di ottusità (non voglio dire una ottusa coerenza, ma certamente una coerente ottusità).

    Quindi, dal momento che il Drago Rosso si rifiuta di degnare di una risposta la mia cortese domanda, chiedo all’uditorio di farlo al posto suo.
    Comprendo che il quesito possa essere facile e banale per chiunque ma evidentemente non lo è per me che l’ho formulato. Grazie anticipate a quanti vorranno spendere due minuti per soddisfare la mia richiesta.

    Max, vuoi farlo tu? Te ne sarei grato.

    Un Saluto.

  14. Ping Pong Italia ha scritto il 26 Settembre 2012 23:40

    Prima di tutto vorrei sottolineare che sono d’accordo con l’analisi del Drago Rosso, ne abbiamo parlato centinaia di volte e alla fine ci ritroviamo sempre sulla stessa lunghezza d’onda.
    In secondo luogo la scelta di eseguire un’apertura sul tavolo, indipendentemente col diritto o col rovescio, sebbene comporti molte difficoltà, è stata e sarà sempre un’azione vincente. Quindi se da una parte aprire il gioco conviene, dall’altra bisogna capire quali sono le potenzialità e le caratteristiche tecniche di chi vorrebbe eseguire quell’apertura.
    Non ho timore nel semplificare la risposta sul parallelo Ovtcharov e Zhang Jike. Per il cinese aprire di rovescio dal diritto o appoggiare la palla con un palleggio di diritto o altro ancora rappresenta sempre una scelta tattica. Aprire il gioco con un’apertura di rovescio dal diritto per il tedesco rappresenta una necessità. Da qui si capisce l’enorme differenza tecnica fra i due. Purtroppo il tedesco non sa trattare la palla corta sul diritto giocandola con il proprio diritto, a volte nemmeno la palla lunga, tanto è l’abitudine di gestirla solamente con il rovescio. È naturalmente un limite con cui ci ha convissuto e per il quale ha dovuto adottare altre misure correttive.
    Quando giochiamo ci ritroviamo molte situazioni in cui siamo obbligati a fare delle scelte, molte volte scegliamo in base a ciò che ci conviene, molte altre in base a ciò di cui siamo capaci, a volte riusciamo a scegliere mettendo insieme tutte e due le cose. Con il passare del tempo quelle scelte non diventano patrimonio del bagaglio tecnico/tattico ma costituiscono il nostro unico modo di giocare, quello è e quello sarà. Provate a vedere le azioni di gioco che eseguite vedrete che molte volte le scelte sono sbagliate ma in ogni caso ve la cavate; in altri casi le scelte sono giuste ma non portano a niente per via dei limiti tecnici. In tutto questo contesto ovviamente c’è sempre la componente avversario. Infine, miglioriamo le nostre performance poiché il pingpong è e rimane sempre uno sport di abilità ed anche in presenza di limiti tecnici veri e propri si può supplire attraverso di essa. Un augurio di migliorare le vostre abilità.

  15. Drago Rosso ha scritto il 27 Settembre 2012 08:27

    A proposito di arrampicarsi sugli specchi, vorrei precisare che lo specchio lo uso soltanto per guardarmi e dirmi: “Sei troooooooppo forte!”.
    Comunque, vorrei chiudere il discorso aperto da Herbert Ballerina con alcuni chiarimenti, per evitare che tutto cada nella polemica personale.
    Nessun tecnico, e pensavo di averlo fatto notare, si è mai sognato di accusare pubblicamente i tecnici tedeschi di essere scarsi, per correttezza, per educazione, per quello che volete voi. Ma questo non può vietare loro di avere una opinione, che esprimono in privato, cosa che hanno fatto con me. Quindi, ognuno è libero di pensare che i tecnici tedeschi siano bravi. Secondo me, e secondo molti dei migliori tecnici del mondo (a loro volta “migliori” non solo secondo me, ma perché considerati tali in generale, e ovviamente non posso fare i loro nomi) i tecnici tedeschi sono falegnami, anzi, secondo me macellai. E il giudizio non può essere legato ai risultati: non hai vinto niente, non puoi valutare il significato tecnico. Questo sarebbe semplicemente assurdo. Il giudizio tecnico prescinde dai risultati, che derivano da numerosi altri fattori. Ripeto: il giocatore perfetto tecnicamente che si allena una sola ora al giorno perde col giocatore storto che si allena 6 ore al giorno, e così via. Poi, ognuno può giudicare Ovtcharov un modello di tecnica, io continuo a considerarlo un modello di catastrofe tecnica.
    L’altra considerazione riguarda la quanità e la qualità. Scusate, ma non è che io introduco un concetto, con determinati significati, e poi questo viene usato contro di me con altri significati. In una Europa disastrata dal punto di vista tecnico, la quantità della Germania ha il sopravvento sulla qualità inesistente degli altri (tranne, un po’, la Francia con i giovani) o sugli scarsi mezzi economici di altri (solo la Romania), ma questo non può equivalere al paragone fra la qualità della grande Svezia contro la quantità della Cina. In quel caso, c’era comunque la qualità della Cina, insieme alla quantità (gli appunti tecnici che faccio a quella Cina sono relativi ai massimi livelli potenziali, non sono appunti di scarsa tecnica), ma soprattutto era del tutto diversa la situazione della Svezia. Gli svedesi hanno trovato negli anni Settanta campioni come Alser, Bengtsson e Johansson, poi, dopo un intervallo di 10 anni, altri fuoriclasse come Waldner, Persson, Appelgren e così via. Infine, nessun nuovo campione. Ma i tecnici sono stati sempre gli stessi, prima quelli di Bengtsson e compagni cui segu’ un periodo di vacche magre, poi quelli di Waldner e compagni, cui è seguito il quasi nulla. Il lavoro e la bravura dei tecnici svedesi sono rimasti uguali, i giocatori no. Quindi, si conferma che, contro una grande quantità, la qualità da sola non basta, ci vuole altri, come per esempio i talenti, che nascono in un periodo e non in un altro. Così, anche volendo ammettere che in Europa ci sia ancora traccia di buon lavoro tecnico (cosa che io escludo a eccezione di pochissimi allenatori) questo non basta contro la quantità della Germania, che vince solo in base alla quantità e al talento (comunque non sfruttato interamente e, anzi, parzialmente rovinato) di Boll. Appena Boll smetterà, vedrete che fine farà la Germania e quante mazzate si prenderà dal Giappone.

  16. Drago Rosso ha scritto il 27 Settembre 2012 08:40

    Il buon Costantini vede e provvede, perché ha il cuore buono, al contrario del mio, molto cattivo. Comunque, visto che lui ha già spiegato tutto nella migliore maniera possibile, adesso posso far conoscere anche la mia spiegazione, che comunque è uguale alla sua, sia pure con termini più crudi. Zhang Jike sceglie di colpire di rovescio dalla parte del diritto in risposta al servizio, e solo in quel momento, poi continua a giocare normalmente, con diritto e rovescio. Ovtcharov gioca sempre di rovescio, in ogni parte del tavolo, in qualsiasi momento, perché non si sente sicuro col diritto. Quando era allenato da Leo Amizic nemmeno si sognava di fare qualcosa del genere, giocava normalmente di diritto e rispondeva al servizio col diritto, né eseguiva quell’immondo servizio di rovescio nel quale si abbassa fin sotto il tavolo. Semplicissimo: Zhang Jike SOLO IN QUEL MOMENTO, Ovtcharov SEMPRE.
    In quanto alla coincidenza di opinioni tecniche fra me e Costantini, come lui ha ricordato, vorrei far notare qualcosa di divertente. Io e Massimo abbiamo davvero le stesse idee tecniche su tutto. Su tutto, tranne che su una cosa. Lo abbiamo scoperto durante i Giochi asiatici 2010 a Guangzhou, guardando in Tv un rallentatore da favola (il più lento che abbia mai visto). Riguarda il “punto di impatto” della pallina con la racchetta quando si esegue un colpo. Io sostengo che la pallina va presa con la parte “alta” della racchetta, Massimo con la parte “bassa”. Alta e bassa, naturalmente, non si riferiscono alla testa e alla base della racchetta, ma ai lati, considerato che la racchetta è parallela al terreno nel momento dell’esecuzione del colpo. Quindi, c’è questa differenza sostanziale fra me a Massimo. Ora, potete pure sbizzarrirvi sul significato del colpire la pallina nei due modi differenti che ho indicato.

  17. about.blank ha scritto il 29 Settembre 2012 08:43

    Grazie Massimo!

  18. DANY ha scritto il 1 Ottobre 2012 14:44

    Concedetemi solo una piccola riflessione. Vedo l’alta considerazione che si dà alla tecnica quasi a voler dire che la tecnica è una sola. Il Drago dice che Ovtcharov è storto ma che ……allenandosi tante ore…..sopperisce alla tecnica perfetta e riesce a battere anche un giocatore molto più tecnico che si allena di meno. Giusto….sono d’accordo.
    Non sono d’accordo quando dice che essendo storto è una catastrofe di tecnica e che il servizio è IMMONDO.
    Ma fatemi capire una cosa : quali sono i dettami della tecnica perfetta e del servizio perfetto. Continuo a non capire…. esiste una sorta di tecnica certificata ? e da chi ?
    Giocando a questo sport io direi invece che ci sono tante tecniche di gioco e tanti modi di colpire la palla. Ci sono anche molti giocatori tecnici che perdono contro tutti. Quindi è il risultato alla fine che conta. Le tecniche sono tante ed in continuo aggiornamento.
    Un buon topspin per me lo si vede da quanto gira la palla e tendenzialmente porto rispetto alle varianti ed alle personalizzazioni. Parlerei di catastrofi se i risultati non ci fossero. Ma per quanto mi riguarda se uno riesce ad entrare fra i primi 10/20 al mondo non mi azzarderei a fare certe considerazioni.
    Xu xin ad esempio tende a partire molto dietro con il suo dritto ma è fantastico vedere la rotazione della sua palla con movimenti ampissimi e lunghi. Questa è una tecnica di gioco !
    Poi può incontrare un tipo come Samsonov che gli passa una legnata come quella di ieri (guarda un pò un europeo che batte 11-1 un cinese) e che ha invece tutta un’altra tecnica di gioco con movimenti corti e spezzati. Questa è un’altra tecnica di gioco.
    Se guardiamo al tennis il primo esempio che mi viene in mente è Nadal. Considerare Nadal un tipo dritto è secondo me una bestemmia. Credo sia il giocatore più storto che ci sia e adopera uno stile di dritto che non te lo imparano di certo sui libri di tennis ma che ha dato qualche piccolo frutto : termine del movimento sopra la testa e palle rotate che schizzano a velocità dirompente su ogni superificie (sembra un cowboy al rodeo più che un tennista).
    Risultato : nr 1 al mondo !!!!
    Spiegatemi questa non è qualità ?
    Ovtcharov ha una sua tecnica di gioco spostata sul rovescio così come Ryu Seun Min ha una tecnica di gioco tutta spostata sul dritto perchè ha scelto di giocare in un certo modo.
    Concludo quindi dicendo che la tecnica è quella che ti permette di tirare un colpo raccogliendo il massimo dei risultati……può piacere ad alcuni e ad altri nò……ma l’estetica la lascerei alle giurie di altri sport, alla danza, ai tuffi, alla ginnastica.
    Nel nostro sport conta fare il punto in modo pulito, preferibilmente con due gomme lisce a mio modo di vedere, e superando la retina……….il resto sono chiacchere.

  19. Smile ... ha scritto il 3 Ottobre 2012 19:23
  20. lusio ha scritto il 3 Ottobre 2012 23:24

    Alla luce dell’evoluzione che c’è stata nel gioco cinese dal 2008 ad oggi, è ancora valido per te quanto scritto nel passato “perchè i cinesi vincono” ad esempio ” il gioco cinese ha una percentuale dei colpi di rovescio molto ridotta rispetto a quelli di diritto. Inoltre, se dovessimo fare un computo sui singoli punti vinti, vedremo che su 11 punti conseguiti almeno il 60% derivano da diritto, un 15% dal rovescio ed un 25% da errori dell’avversario” Ho provato ad analizzare delle partite MaLong contro Zhang jike e queste percetuali non mi sermbrano più rispettate? grazie

  21. about.blank ha scritto il 4 Ottobre 2012 09:12

    Lusio ha centrato il discorso.
    E’ ciò che intendevo definendo “eresiarca” Zhang Ji Ke.

  22. about.blank ha scritto il 5 Ottobre 2012 01:28

    @Smile: stavo leggendo l’intervista a Bobo.. e mi sembrava interessante.. ma poi è comparso un banner. Ma che.. mi devo abbonare?
    Un sunto ce lo potresti fare tu.. nel rispetto del copyright? ;-)

  23. Stuntman Mike ha scritto il 5 Ottobre 2012 23:06

    This Dany got the Typical Enzo’s Philosphy, Dany who ar you? A real Senigalliano ?

  24. about.blank ha scritto il 6 Ottobre 2012 09:13

    I don’t know if Dany comes from Senigallia.. but is sure that “learning” for “teaching” is transversal in Italy. :-)

  25. DANY ha scritto il 8 Ottobre 2012 15:11

    I’ve a lot of friends over there and Enzo is one of them……
    Tuttavia penso che il mio pensiero sulla tecnica sia accomunabile con tutti gli sport del mondo e lo stesso Migliarini mi pare che in qualche saggio sul “table tennis” si esprime allo stesso modo.
    Scusate se stiamo parlando di Pettinelli e Migliarini e non proprio di due ignoranti di tecnica pongistica…..

  26. Ping Pong Italia ha scritto il 12 Ottobre 2012 01:05

    Ho ricevuto questo intervento/risposta @ Dany dal Drago Rosso che dalla Cina non riesce ad accedere al blog.

    Cerco di chiarire ulteriormente ed evitare equivoci. E soprattutto, punto di partenza, non ho mai parlato di estetica, ma di efficacia della tecnica. Il punto più importante riguarda la tecnica. Da come viene interpretato il mio discorso, sembrerebbe che la tecnica sia un dono del cielo che il Dio del tennistavolo ha imposto dall’alto agli uomini come le tavole dei comandamenti a Mosè. E’ assolutamente il contrario. La tecnica nasce “dal basso”, con la pratica, i tentativi, la scoperta del modo migliore di colpire la palla, lo studio teorico e la sua applicazione concreta. Nel caso specifico del tennistavolo, e di altri sport con caratteristiche simili quali il tennis, il badminton e altri ancora, assume rilevanza fondamentale la biomeccanica, per capire bene quale sia il miglior movimento del corpo in relazione all’attrezzo che si usa, la racchetta in questo caso, e alla palla da colpire, in modo che si ottenga il colpo più efficace in termini di potenza, velocità e rotazione possibilmente senza dispendio di energie. In pratica, restando al tennistavolo, per ottenere la schiacciata più forte non c’è bisogno di avere chissà quali muscoli, perché l’evoluzione della tecnica, in almeno 50 anni di storia moderna del tennistavolo, ha permesso di stabilire che più importante è trasferire nella pallina il peso del corpo, anziché effettuare il colpo di solo braccio, che sia il più muscoloso che esista. Così, tanto per fare un esempio concreto, fra le donne, le schiacciate più forti e i topspin più potenti e con maggior rotazione sono stati quelli della cinese Zhang Yining, le cui braccia apparivano esili e quasi prive di muscoli, perché la sua perfetta tecnica le permetteva di mettere nel colpo il peso del corpo, che è più potente di qualsiasi muscolo.
    Quindi, per tornare alla questione sollevata da Dany, una tecnica codificata ESISTE ed è scaturita dall’esperienza di tanti campioni sul tavolo e di tanti allenatori. Prevede movimenti ben precisi. Per esempio, che nell’esecuzione del topspin il peso del corpo debba stare in partenza sulla gamba del lato del braccio che esegue il colpo e che alla fine debba essere trasferito sull’altra gamba. Poi, ci possono essere anche le eccezioni, dovute a situazioni di emergenza. E’ il caso di uno dei più grandi colpi della storia del tennistavolo, eseguito da Wang Liqin nella semifinale dei Mondiali a squadre del 2006 contro Boll. Costretto dagli attacchi di Boll ad andare lontano dal tavolo e con la pallina che gli arrivò all’interno del corpo, Wang Liqin eseguì uno spettacolare e vincente controtop di diritto, quasi da terra, reggendosi sulla gamba sinistra (quindi quella opposta al braccio dell’esecuzione) e con la gamba destra completamente “scarica” che serviva solo per dare equilibrio. C’è una bellissima foto, che è stata pubblicata anche su questo Blog, che immortala quel colpo e fa capire cosa abbia fatto Wang Liqin.
    L’altra cosa importante è non confondere la “tecnica” di gioco con lo “stile” di gioco. La tecnica non cambia, in linea di massima, a seconda dello stile di gioco. Il modo di preparare il topspin, caricamento e momento di partenza del colpo, e l’esecuzione, tocco della palla e momento del tocco stesso, non cambiano se si impugna all’europea o a penna. E persino il top di rovescio eseguito da un europeo o da un pennaiolo, anche se può apparire strano, ha gli stessi concetti di base. Quello che cambia, fra i diversi tipi di giocatori, è la tattica, alcuni movimenti delle gambe e alcune sottigliezze nei movimenti delle braccia e del polso, ma la tecnica del colpo in sé per sé è quella. Che poi la tecnica si evolva, nessuno lo nega, anzi, è un bene, ma rimaniamo sempre nel campo di soluzioni ben precise, che vengono teorizzate, studiate, applicate al gioco e accettate, non di qualcosa di estemporaneo che qualcuno si inventa (faccio un paradosso: un colpo col bordo della racchetta!) e spaccia per evoluzione.
    Poi, ognuno è libero di andare per la propria strada e anche rifiutare concetti sperimentati, secondo la teoria in base alla quale conta solo il risultato, magari giocando di spalle al tavolo, per fare un altro paradosso, ma quello che voglio dire è che c’è differenza fra chi fa affidamento alla tecnica e chi preferisce fare a modo suo. Certo, un giocatore può diventare “storto” per tanti motivi: i due fondamentali, secondo me, sono l’ignoranza della tecnica giusta (e per un bambino questo vuol dire l’ignoranza del suo allenatore) o un impedimento fisico. Faccio un altro esempio, di cui già avevo parlato su questo Blog. Una giocatrice, impugnatura all’europea, che aveva un problema a un polso, si affidò a Enzo Pettinelli, che ebbe l’idea, dopo aver studiato la situazione, di farle cambiare impugnatura, a penna. E la cura funzionò, perché quella giocatrice migliorò notevolmente. Con questo non voglio dire che chi impugna a penna è storto, per carità. Voglio dire che la “diversità” può essere un valore negativo se è il ripudio della tecnica per ignoranza, ma anche positivo se è una scelta che, come nel caso citato, ha comunque un riferimento preciso nella tecnica.
    E concludo con i riferimenti a Nadal e Ovtcharov. Nel caso di Nadal, anche gli esperti di tennis concordano che non sia un modello di tecnica, cui sopperisce con una potenza fisica superiore a quella di tutti gli altri. Questa potenza l’ha acquisita con allenamenti durissimi che però gli hanno provocato un logorio fisico precoce. E’ già stato fermo alcuni anni fa, ora lo è di nuovo e rischia addirittura la fine della carriera. Si allena più degli altri e diventa anche numero 1, ma chi è un campione di tecnica alla fine ha una carriera che dura il doppio di quella di Nadal e vince in totale il doppio di quanto vince lui. Torniamo allo stesso concetto: chi usa la tecnica ha un vantaggio notevole. Lo vediamo anche nel tennis femminile. Negli ultimi 10 anni, si sono succedute tante tenniste come numero 1, ne ricordo qualcuna come Safina, Jankovic, Wozniacki e altre ancora, e tante altre nelle prime dieci, tutte con la stessa caratteristica: tanta potenza e scarsa tecnica. Ma sono durate appena un anno, poi sono scomparse, ritirate o nelle retrovie. Invece, la Sharapova, che ha una gran tecnica, anche se ha dovuto cedere la testa della classifica, alla fine è sempre lì, la sua carriera è più lunga di quella delle altre e alla fine vince di più.
    Ed ecco Ovtcharov. Comincio con una precisazione. Quando dico che il servizio di rovescio è immondo, mi riferisco alla preparazione, quando Ovtcharov si abbassa con le ginocchia fino a terra. Tutto quell’ambaradan è assolutamente inutile e causa un enorme spreco di energie, oltre a non avere alcuna influenza sul servizio in sé per sé. Infatti, Ovtcharov si alza ed esegue un normale servizio di rovescio, fatto bene peraltro. Ora, si può anche dire che quella preparazione abbia per lui un valore psicologico, che gli dia la carica, qualsiasi cosa, ma non può essere presa come esempio, anzi, deve essere indicata ai bambini come qualcosa “da non fare”. Poi, ognuno può trovare i modi più strani per caricarsi psicologicamente, ma non si può creare in chi comincia a giocare a tennistavolo e volesse eseguire quello stesso servizio una “dipendenza psicologica” per giustificare quell’obbrobrio. Inoltre, per andare più sul concreto, Ovtcharov quando era allenato da Leo Amizic quella minchiata di abbassamento nel servizio di rovescio non la faceva. E restiamo al periodo in cui era allenato da Amizic. Come ho già spiegato altre volte, in quel periodo Ovtcharov non solo non eseguiva quel tipo di servizio, ma giocava regolarmente di diritto, non si spostava sul diritto per colpire di rovescio.
    E allora arriviamo a un altro punto fondamentale. Due allenatori come Massimo Costantini, in un intervento recente, e Leo Amizic, nell’intervista che gli ho fatto durante i Mondiali 2011 di Rotterdam e pubblicata su questo Blog, hanno detto la stessa cosa: Ovtcharov non colpisce di rovescio dal diritto perché “ha scelto” di fare così, ma solo perché “ha paura” di colpire col diritto, perché non si sente sicuro col diritto. Ma quando era allenato da Amizic si sentiva sicuro e non si spostava! Allora era un giocatore “diritto”, adesso è “storto”. Yoo Seung Min (questo il vero nome di Ryu Seung Min) “sceglie” di giocare di diritto, Ovtcharov “non sceglie”, ma si fa imporre il tipo di gioco dalle sue “insicurezze”. E che sia arrivato verso il decimo posto in classifica ha un significato del tutto relativo. Intanto, la Germania, insieme al Giappone, è la nazione che fa più tornei internazionali, quindi i suoi giocatori sono avvantaggiati nell’acquisizione di punti. Ma c’è qualcosa di più importante ed è il clamoroso imbroglio nel regolamento delle classifiche, che avvantaggia i giocatori europei e penalizza soprattutto quelli cinesi. Ho scritto un apposito articolo su questo argomento un paio di anni fa, non posso richiamarlo qui perché è molto lungo, ma chi vuole può dargli un’occhiata e farsi un’idea. Infine, Ovtcharov può anche vincere una medaglia olimpica, ma è frutto solo dell’altro imbroglio dell’Ittf, che riduce il numero dei giocatori cinesi per regalare qualcosa agli europei. Così, Ovtcharov vince un bronzo olimpico in una gara che dal punto di vista della qualità totale è inferiore a un medio-basso torneo internazionale, ma poi fa una figuraccia nella Coppa del Mondo, non supera nemmeno il gruppo. E’ questa la sua dimensione, questo il suo valore, un esempio che continuo a considerare deleterio per qualunque bambino voglia avvicinarsi al tennistavolo: fare il contrario di quello che fa Ovtcharov.

  27. Ping Pong Italia ha scritto il 12 Ottobre 2012 01:14

    Per lo stesso motivo indicato nel commento precedente, ho anche questo intervento/risposta @ Lusio dal Drago Rosso.

    Piccola premessa per la risposta a Lusio. Per chi non lo avesse letto, l’articolo cui Lusio fa riferimento non l’ho scritto io, ma Costantini, così come non sono mie le percentuali sui punti. Ovviamente, dico questo solo per la precisione, non per contestare i riferimenti. Anzi, la questione sollevata da Lusio è interessante ed è corretto dire che le percentuali dei punti, guardando le partite fra Ma Long e Zhang Jike, siano cambiate.
    L’unico riferimento che secondo me va corretto è quello relativo all’evoluzione del gioco cinese dal 2008 a oggi. Per me, questa evoluzione ha origini molto più lontane, anche se è evidente che negli ultimi anni abbia avuto uno sviluppo molto più veloce e consistente.
    Comincio dalle percentuali, per poi andare alle origini della storia. Nelle partite fra Ma Long e Zhang Jike si constata che i punti di rovescio siano aumentati. Però, bisogna fare attenzione a un particolare. E’ vero che nella precedente analisi si parla di 60% dei punti derivati dal diritto e solo di 15% per quelli dal rovescio, ma è anche vero che le statistiche a volte non possono dare l’idea in assoluto più precisa. Quello che voglio dire è che molte volte il punto viene ottenuto con un colpo di diritto, ma che in numerose situazioni, il colpo finale di diritto è stato favorito da un precedente colpo di rovescio che ha messo in difficoltà l’avversario, lo ha costretto a una risposta difficile e ha consentito a chi attaccava di avere il tempo di spostarsi e chiudere di diritto. Quindi, se la percentuale sui punti è esatta, è altrettanto vero che ci dovrebbe essere una percentuale “di merito” in base alla quale il rovescio aumenta considerevolmente la sua importanza anche prima degli ultimi sviluppi. Comunque, la considerazione più importante, che è poi la base per capire bene tutto, è che il colpo di diritto è preferibile per chiudere il punto perché è più potente, il colpo di rovescio è il più utile tatticamente perché provoca sorpresa, in particolar modo quando è eseguito dal lato del diritto, ed è più preciso, quindi più efficace per colpire i punti deboli dell’avversario. Mi soffermo un attimo sulla maggior precisione: col rovescio, il giocatore indirizza la palla secondo una linea “diritta” rispetto al suo corpo; col diritto, ha bisogno di una “triangolazione” fra il suo corpo, il braccio e la pallina.
    E adesso è il momento di tornare indietro nel tempo. I primi segnali di un cambiamento nella considerazione che i cinesi avevano nell’uso del rovescio, e quindi nella stessa impostazione a penna, ci furono nel 1986. In quell’anno, l’inviato del quotidiano sportivo francese L’Equipe, Jean Philippe Renault, notò ai Giochi Asiatici che c’era qualche cinese “in più” con l’impugnatura all’europea. Chiese spiegazioni ai tecnici, ma naturalmente non ricevette chiarimenti. Scrisse però di quello che aveva visto e lanciò l’ipotesi di un cambiamento. In effetti, i cinesi, davanti alla nuova generazione svedese, quella di Waldner, Appelgren e Lindh, poi anche Persson, si resero conto che in breve non avrebbero retto il confronto tecnico, a tutto vantaggio di un gioco più completo. Eppure, stavano dominando i Mondiali, ma capirono che il dominio stava per finire, tant’è vero che nel 1989 ci fu il clamoroso rovesciamento. Svezia-Cina 5-0 nella finale a squadre, Waldner contro Persson nella finale del singolo. Quindi, i tecnici cinesi cominciarono a impostare tanti giovani all’europea. In seguito, non volendo perdere la tradizionale impugnatura a penna e sapendo che non avrebbe potuto reggere contro quella europea perché “monca” del rovescio, inventarono il moderno rovescio a penna, il cui primo interprete fu Liu Guoliang, in mostra per la prima volta ai Mondiali del 1993 a Goteborg. Poi venne Ma Lin, finché nel 1998 spuntò Wang Hao, nuova evoluzione del moderno rovescio a penna. Liu Guoliang e Ma Lin colpivano di rovescio sia nel modo classico, cioè con la stessa faccia usata per il diritto, sia nel modo moderno, con l’altra faccia. Wang Hao, invece, fu il primo a colpire di rovescio “esclusivamente” con l’altra faccia, diventando così un “pennaiolo europeo”. Sin dall’inizio degli anni Novanta, comunque, tutti i ragazzi cinesi pennaioli, uomini e donne, furono impostati secondo la nuova tecnica, nessuno colpiva più con una sola faccia della racchetta. Così, ai campionati nazionali, nel 1998, si videro le prime donne con la nuova tecnica, Cao Xingni e Cheng Wei. Tutto questo serve per capire come e perché ci sia stato il cambiamento e dovrebbe essere un patrimonio di conoscenza comune. Purtroppo, invece, addirittura fino a metà del primo decennio del Duemila, mi è capitato di sentire commenti incredibili in alcune trasmissioni televisive, su emittenti internazionali, secondo i quali Ma Lin è stato il primo pennaiolo moderno e, soprattutto, che era l’unico a giocare in quel modo!!!
    Ma perché c’era tanto bisogno del rovescio? Non certo per chiudere il punto, perché il diritto è comunque migliore da questo punto di vista, ma per proteggersi meglio dagli attacchi avversari, “coprendo” tutta l’area di gioco, e questa è già una cosa fondamentale per spiegare il cambiamento, ma anche per avere nuove soluzioni “tattiche”, che è poi la questione essenziale. Il rovescio permette aperture insospettate del gioco, oltre a chiusure improvvise. Perché è vero che il diritto è più potente, quindi potenzialmente in grado di non concedere spazi e tempi di risposta all’avversario, ma non si può usarlo sempre, pena un’usura fisica enorme, che porta al crollo nei set finali. Una volta, i cinesi teorizzavano il continuo uso del diritto, con continui spostamenti sul rovescio. Questa colossale minchiata funzionò per un certo tempo perché gli europei non avevano la stessa preparazione fisica dei cinesi e perché essi stessi non avevano ancora sviluppato un gioco di apertura col rovescio, lo usavano solo per il gioco di mezzavolata e per il block (l’Est europeo, esempio il cecoslovacco Orlowski) e per le schiacciate (il russo Gomozkov), ma non c’era un vero “piano di attacco” che partisse dal rovescio. Purtroppo, anche in Italia abbiamo avuto allenatori ignoranti e incompetenti che in quel periodo impostarono i ragazzi al “non uso” del rovescio per copiare cose che non riuscivano minimamente a capire, facendo danni enormi. Comunque, quando gli svedesi cominciarono a usare il rovescio in tutti i modi possibili e immaginabili (faccio presente che Waldner aveva uno scambio sul tavolo e una schiacciata improvvisa di rovescio con rotazione del polso e “avvolgimento” della palla semplicemente da favola, riguardare le sue partite dei Mondiali 1987 contro i cinesi per restare meravigliati), e soprattutto con le rotazioni sia da vicino che da lontano, allora il mondo incantato dei cinesi crollò, con tutta l’impostazione del “non rovescio”. Non è un caso che, quando la Cina decise di impostare la nuova generazione di giocatori, mandò i giovani Wang Liqin (nel 1993) e Kong Linghui (nel 1994) a giocare nel campionato svedese. E proprio da Kong Linghui è arrivato il massimo apporto allo sviluppo del gioco di rovescio (quello di Wang Liqin, anche se più “costruito” e meno naturale è comunque tremendamente efficace). Quello che si vede fare adesso a Zhang Jike, con gli spostamenti sul diritto in risposta al servizio per colpire di rovescio, lo faceva Kong Linghui quasi venti anni fa. Del resto, Zhang Jike è il giocatore tecnicamente più simile a Kong Linghui che ci sia mai stato finora. E sulla scia di Kong Linghui tutti gli altri cinesi che impugnavano all’europea cominciarono a fare quello spostamento sul diritto, compreso Wang Liqin. Tutti i cinesi, da quel momento in poi, sono stati impostati in quella maniera. Poi, c’era chi lo usava di più e chi meno, ma l’impostazione era quella. Quindi, la sorpresa nel vedere Zhang Jike e Ma Long sviluppare questo gioco di rovescio, non solo nello spostamento sul diritto nella risposta al servizio, ma anche per tutto il resto, è relativa. Nella realtà, stanno semplicemente proseguendo il lavoro cui Kong Linghui diede il via tanto tempo fa.
    Un altro aspetto importante da sottolineare è che questa evoluzione del rovescio non va a scapito del diritto. Nel discorso che ho fatto all’inizio ponevo proprio la questione dei numeri, che sono importanti ma vanno interpretati. Se è vero che le conclusioni per il punto sono più numerose di diritto, ricordiamoci di vedere se sono state originate da un attacco decisivo di rovescio. Così, si comprenderà ancor di più la completezza del moderno gioco cinese. E anche dal punto di vista tecnico il miglioramento del rovescio non ha provocato danni al diritto. Infatti, basta osservare Zhang Jike e Ma Long per accorgersi che il loro diritto è devastante, al punto tale che, volendo fare un paradosso, potrebbero fare a meno del rovescio. La prima impressione che danno, in effetti, è che il loro diritto sia comunque più forte del rovescio. Parlando con loro e chiedendoglielo direttamente, invece, si scopre che entrambi considerano il rovescio il loro colpo migliore. Ma Long, addirittura, considera il block spinto di rovescio la sua migliore espressione tecnica, il colpo di cui si fida di più.
    Così, dovendo sintetizzare il discorso in poche parole, dico che non c’è contrasto fra le cifre citate da Lusio e la sua considerazione sull’aumentato uso del rovescio. Sono come le due facce della racchetta, con diritto e rovescio che collaborano con pari dignità ed efficacia alla creazione di un gioco spettacolare e avvincente. Il rovescio lo faceva anche prima, ma era un po’ nascosto, adesso viene fuori ed è più facile riconoscerlo.

  28. lusio ha scritto il 12 Ottobre 2012 21:37

    grazie per l’analisi storico/tecnica, non frequentando il sito prima ho fatto confusione pensando che drago rosso e Costantini fossero la stessa persona, è lecito sapere chi sei ?

  29. Caruso ha scritto il 13 Ottobre 2012 23:37

    Ho letto seppur in modo veloce alcuni commenti tecnici su questa pagina e devo dire che sono stupito che in un blog ad alto contenuto tecnico ci siano ancora degli utenti che si chiedono se esiste una tecnica codificata, uno sport olimpico nn può non avere una tecnica di base nn codificata, e non perchè è uno sport olimpico, ma bensi perchè se nn ci fosse una tecnica codificata nn sarebbe uno sport, perche essere uno sport con la S maiuscola implica che la sua tecnica sia stata studiata tenendo presente i principi fisiologici del corpo umano, nn può esistere una tecnica senza lo studio biomeccanico del movimento, senza lo studio della catena cinetica del corpo umano; ogni movimento tecnico è codificato dopo un’attento studio, e di questa codificazione un buon allenatore ne deve fare la bibbia, sopratutto nel lavoro con il settore giovanile, poi è vero che alcuni campioni adattano la tecnica al loro sistema di gioco, è vero che alcuni eseguono dei colpi nn codificati, ma sono una minimissima parte, ma è anche vero che, Ormai Laslo, direttore tecnico di Statistica mitico club Ungherese alla mia precisa domanda: ” Come fosse possibile che Klampar, Gergelj, Jonjer giocassero in tre modi totalmente diversi?” egli rispose ” Sono tre grandi campioni, quello che è certo che tutti e tre hanno imparato allo stesso modo e con la stessa tecnica codificata”.

  30. about.blank ha scritto il 14 Ottobre 2012 17:20

    Una tecnica può essere codificata ma quanto può durare l’uso di questa codifica?

    Nessuna tecnica è cristallizzata e c’è sempre qualcuno (atleta o tecnico o teorico) che fa fare alla disciplina uno step avanti.

    Può essere anche la ricerca sui materiali a sancire il passaggio da una tecnica all’altra oppure nuovi studi sull’efficacia biomeccanica di un determinato gesto.

    Da sciatore ricordo l’evoluzione del passo-spinta introdotto in modo naturale da Gustav Thoeni e codificato da Mario Cotelli.

    Nello sci di fondo, dopo tantissimi anni passati a sciare col passo alternato qualcuno ha capito (con sci più corti) che era molto più efficace il passo pattinato. Ciò ha determinato una coabitazione per un certo periodo delle due tecniche per poi passare necessariamente a separarle.

    Aldilà degli stili di gioco diversi, c’è una tecnica codificata dall’efficienza che viene mantenuta da tutti .. fino a che qualcuno non fa una rivoluzione o aggiunge anche solo un piccolo delta x di scatto differenziale.

    Mi sembra sia chiaro a tutti che il servizio di Dima Ovtcharov non costituisca nè l’una, nè l’altra cosa.

    Un Saluto.

  31. DANY ha scritto il 15 Ottobre 2012 15:48

    Concordo con About.Blank e spero che il maestro Caruso accetti anche qualche intervento di qualche blogger non così “di alto contenuto tecnico” ma che vuole solamente approfondire.
    Il mio intervento voleva principalmente dire che ci sono diverse tecniche di gioco e offrire spunto di riflessione per dire che la tecnica “perfetta” e sottolineo “perfetta” (forse ho dimenticato questo aggettivo e me ne scuso) vada comunque interpretata al di là di ogni codifica o certificazione. E’ chiaro che le basi di partenza della tecnica del tennis tavolo siano codificate da tempo ma queste poi hanno subito nel corso degli anni diverse implementazioni. Quindi è difficile certificare la tecnica perfetta. Lo stesso Migliarini dice : la tecnica è come un abito, figura più o meno bene a seconda di chi lo indossa e come un abito si deve adattare all’uomo e non viceversa. Quindi è naturale che per tirare un topspin ci si debba abbassare sulla gamba destra per un destro e sulla gamba sinistra per un mancino……. ma poi per quanto riguarda il movimento del braccio esistono diverse variazioni : top a braccio dritto, top a braccio corto, top a braccio dritto iniziale con chiusura a braccio piegato nel finale…..e questo è solo un esempio.
    Quindi mi interessa qualificare l’efficacia di una tecnica piuttosto che di un’altra a seconda dell’atleta che la interpreta. Alcune tecniche possono anche non piacere ma studiate caso per caso possono essere applicate. Probabilmente e dico probabilmente, Ovtcharov quando serve ha bisogno di una continuità di movimento che parte dal basso per coordinare il taglio di rovescio in alto. Dico questo perchè nel basket, ci sono giocatori che riescono a fare canestro molto più facilmente se prendono la palla dal proprio palleggio fra le gambe piuttosto che dal passaggio diretto del vicino compagno.. In questa situazione c’è una fluidità di movimento che si innesca coordinando palleggio - palla - dita - corpo che proviene dal basso verso l’alto e ottimizza il tiro a canestro .
    Nel tennistavolo mi viene da pensare che Dima abbia bisogno di sentire questa sensazione. D’altronde anche il ping pong è uno sport fatto di coordinazione dei movimenti…… e ribadisco che nutro rispetto per il suo movimento e non lo declasserei ad immondo solo perchè non appare sui libri del tennis tavolo.
    Migliarini dice anche che un allenatore non deve recepire passivamente un improbabile verbo ma deve poter operare delle libere scelte, razionali e consapevoli tra le diverse tecniche possibili.
    Io concordo con questo modo di pensare e secondo me il ping pong più che sui libri lo si impara al tavolo, ognuno con le proprie difficoltà, chi più chi meno con i propri aggiustamenti fisici, di coordinazione e quant’altro. Non tutti abbiamo le stesse predisposizioni.
    Vedete io non sono un allenatore, ma un un modesto giocatore, e mi scuso per i miei interventi, ma mi piace l’idea di vedere nello sport una mentalità aperta e volta ad ascoltare l’atleta… Se parliamo di colpi codificati entriamo in un ordine di idee secondo cui abbiamo a che fare con delle macchine o dei computer…..mentre davanti a noi abbiamo degli atleti.
    Secondo me l’input dei vari colpi è giusto che provenga da un manuale…..ma all’atto pratico il giocatore non può essere codificato….. altrimenti sarebbe come un robot o peggio ancora come un pollo di allevamento.

    Mi sbaglio ?

    Spero che il maestro Caruso concordi e spero di aver chiarito la mia “modesta” posizione.

    Un saluto a tutti.

  32. about.blank ha scritto il 15 Ottobre 2012 21:34

    Beh, caro Dany, se è per questo ho sempre creduto che i trattati (accademici e non) dovessero avere sempre un approccio rigoroso alla materia trattata.

    Bene, ti sfido a trovare nel libro di Deniso-Fruscione-Quintiliani, realizzato in collaborazione con il Centro Olimpico di Alta Specializzazione della Fitet-Coni
    o nella dispensa “Progressione Tecnico-Didattica per l’insegnamento del tennistavolo” a cura di Fabiomassimo Ferrero della Commissione Formazione Allenatori Fitet-Coni..

    .. un solo passaggio o una noticina nel/nella quale si dica che le descrizioni tecniche dei colpi si riferiscono sempre ad un destrimane anzichè ad un mancino.

    Neanche di sfuggita e neanche per scrupolo didascalico. Solo le illustrazioni, e nemmeno tutte, rappresentano un giocatore destro. Seppur le illustrazioni del primo libro citato abbiano riferimenti al testo, credo sia doveroso prima di parlare di posizione, di piegamento e di distensione degli arti, specificare che per comodità ci si riferisce sempre al giocatore destro tipo. La dispensa Fitet non ha nemmeno le illustrazioni a corredo.

    Quindi puoi star tranquillo che siamo degni di discutere di tecnica pure io e te!

    Un Saluto. ;-)

  33. Caruso ha scritto il 16 Ottobre 2012 00:26

    Caro Dany, se ho lasciato intendere che il mio intervento fosse rivolto a te o a chiunque altro in modo poco piacevole, me ne scuso e faccio ammenda, ma ti prego di credermi nn era nemmeno lontanamente nelle mie volontà, ti prego di nn chiamarmi maestro, nn sono maestro di nessuno sono solo uno stregone indiano, il mio intervento cercava e probabilmente nn c’è riuscito di far passare un concetto fondamentale che la tecnica di base nn può nn essere codificata, che parte da studi ben precisi, chiaramente si autoevolve con l’evolversi degli studi, ma questo mi sembrava superfluo dirlo, e che cmq, i grandi campioni ne fanno un abito su misura come dice il Maestro Migliarini e lui a tutti i Titoli per essere chiamato Maestro.

  34. about.blank ha scritto il 22 Gennaio 2013 16:53

    http://tabletennista.com/2013/1/jun-mizutani-boycotts-ittf-for-his-battle/

    Ne vogliamo parlare o teniamo la testa sotto la sabbia?

    E anche le fiamme dei draghi.. sotto la sabbia.. si sa.. si spengono.

  35. Giovanni Telegrafista ha scritto il 23 Gennaio 2013 17:56

    .-. .. -.. .. -.-. — .-.. —
    r i d i c o l o

  36. adygoro ha scritto il 25 Gennaio 2013 19:34

    Lignano Sabbiadoro… giovanile internazionale…

    Dunque siamo con pochi soldi, per cui, a differenza degli scorsi anni, solo i “convocati” di prima squadra e qualche altro eletto avranno tutto spesato per gli internazionali di lignano … fino all’anno scorso non mi risulta sia stato cosi …

    pertanto viene data la possibilità ai primi 12 del ranking cadet e junior di partecipare a spese proprie…. e magari portandosi dietro anche i loro tecnici, dal momento che poi ci sarebbe il problema di chi segue “gli altri” ….

    diciamo anche che voglio accettare che soldi non ci sono, infatti ho fatto iscrivere un nostro atleta, sempre che la richiesta venga accettata, paghiamo 40 euro al giorno, e se ricordo bene la federazione pagava 36 o 35 alla ge.tur …per cui la federazione tira fuori anche un guadagno?? ma se non dormiamo li, va pagata un iscrizione per l’atleta di 40 euro .. e diciamo che si puo anche capire.. ma il tecnico??? ne deve pagare 25?? perché mai? ….

    è solo per capire … dove si è mai visto che un tecnico paga l’iscrizione ad un torneo per accedere all’area di gioco e seguire un suo atleta… magari una spiegazione si puo avere da rommel o chi per lui??

  37. Ping Pong Italia ha scritto il 25 Gennaio 2013 23:49

    Ady, provo a darti una spiegazione. Essendo un Torneo del Circuito Mondiale ci sono dei “paletti” imposti dall’ITTF, infatti, come per altri Pro Tour c’è un prospetto, eccolo http://www.ittf.com/juniors/2013/JC04ITA/2013gjc_ITA_prospectus.pdf troverai in fondo le opzioni per la sistemazione alberghiera. L’opzione 1 prevede il pagamento di 87 euro per persona, in questo caso l’iscrizione è compresa nel package. Immagino che i 40 euro siano per una sistemazione alternativa, oppure si indica solo per il pernottamento, infine, se uno decidesse di non usufruire del pacchetto “tutto incluso” ossia l’opzione 2 allora deve pagare un’iscrizione di 100 euro per atleta e 50 per il tecnico, in questo caso la federazione ha fatto un’agevolazione facendo pagare 40 e 25, personalmente avrei dato la gratuità agli atleti e tecnici italiani, ma questa è un’opinione personale. Un saluto a tutti.

  38. adygoro ha scritto il 26 Gennaio 2013 23:36

    grazie massimo… e siamo d’accordo sulla analisi di quello che andava fatto … ritengo tuttavia che allora sia un malcostume ittf … capisco ovviamente e ci mancherebbe l’iscrizione dell’atleta a pagamento … ritengo addirittura “offensivo” che un tecnico paghi per seguire un proprio atleta … tu che ne dici? …

  39. fabio di milano ha scritto il 29 Gennaio 2013 06:48

    Non ci posso credere….i tecnici che pagano l’iscrizione ad un torneo?Non ci posso credere…

  40. Ping Pong Italia ha scritto il 29 Gennaio 2013 19:26

    Il punto e’ che l’ITTF detta le regole e gli organizzatori di Pro Tour le devono osservare. Non so se sia giusto o sbagliato, so che l’ITTF tuttavia elargisce un contributo fino a 4000$ nel caso vengono rispettati i parametri indicati nelle proprie direttive altrimenti la cifra si riduce. Come ho detto l’altra volta, io non farei pagare l’iscrizione ai tecnici italiani, agli stranieri si, accidenti gioco in casa un minimo di facilitazione ai miei connazionali e’ doveroso riconoscerla. Per concludere, io credo che alla base dell’iscrizione per il tecnico ci sia come una sorta di regolamentare l’afflusso di gente nel parterre. I Pro Tour giovanili o assoluti sono sempre più blindati nel senso organizzativo, l’intenzione dell’ITTF e’ di evitare che chiunque si spacci per tecnico e possa accedere all’area di gioco.

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