I Mondiali a squadre a Shah Alam in Malesia

14 Marzo 2016 da Ping Pong Italia 

del Drago Rosso

I Mondiali a squadre sono davvero diventati la gara più stupida e scontata che ci possa essere. In Malesia se ne è avuta l’ennesima riprova, con match brutti dal punto di vista spettacolare e banali da quello del risultato. Tra l’altro, quello che gli appassionati hanno potuto vedere grazie alla Ittv, sul sito della Federazione internazionale, è solo la minima parte, relativa strettamente alle partite, di ciò che è accaduto. Conoscerlo nella sua interezza può far capire tante cose, a cominciare dal fatto che la via imboccata dall’Ittf rischia di portare alla distruzione il tennistavolo. Ovviamente, si tratta di cose che non potrete mai leggere sul sito dell’Ittf, né su quelli delle varie Federazioni nazionali, tutte d’accordo a esaltare una gestione fallimentare. Andrò comunque con ordine per cercare di spiegare tutto. Prima, però, devo rivolgere un ulteriore saluto al bell’addormentato nel bosco, quel Di Folco che sul forum di Giorno continua a compiere prodezze dialettiche, una delle quali, ancora una volta, produce sensazioni negative sul futuro di Costantini.

DIMENTICARE MAX

In una discussione sulla Nazionale azzurra, qualcuno si è chiesto, giustamente, come mai ex giocatori come Costantini e Mondello non siano tenuti in considerazione per i ruoli di tecnici dell’Italia. Di Folco, che ha aspettato ben sei anni per accorgersi che nel Consiglio nazionale della Fitet i consiglieri non contano una mazza e che fa tutto il presidente, per poi fare il bel gesto di dimettersi e riscoprirsi feroce critico di decisioni prese proprio nei sei anni in cui lui è stato in Consiglio (di qui l’onorificenza di “bell’addormentato”), è intervenuto per esprimere un parere, ma col tono di chi la sa lunga. E ha detto che per Mondello sicuramente ci sarà un futuro nei ruoli tecnici della Nazionale. E per Costantini? Chi aveva introdotto l’argomento aveva parlato di Mondello e Costantini, perché Di Folco si limita a dare un’indicazione solo per Mondello? Avrebbe potuto anche dire che non aveva informazioni su Costantini, qualsiasi cosa. Invece, nemmeno una parola. Costantini per Di Folco non esiste, così come non esiste per Sciannimanico. Il bello è che Di Folco si presenta come futuro protagonista di almeno una cordata che punta a vincere le elezioni federali, quindi il suo silenzio ha un significato ancora più profondo. Beh, possiamo star certi che Costantini dovrà rimanere ancora a lungo lontano dall’Italia. A Di Folco, ma soprattutto ai cosiddetti portatori di “nuove idee” nella gestione della Federazione e del settore tecnico (e non mi riferisco certo a Vermiglio, che su questo punto è sempre stato molto chiaro), possiamo solo fare i complimenti per l’annuncio di una “nuova fase” nella quale, come al solito, trionferà l’ostracismo, frutto di invidia e meschinità, verso un tecnico ammirato e stimato in tutto il mondo tranne che in Italia. Applausi a Di Folco.

MA QUALE KUALA LUMPUR

Torniamo quindi all’argomento principale, i Mondiali di Kuala Lumpur. Ma cominciamo subito a mettere in evidenza le grandi cazzate dell’Ittf. I Mondiali dovevano svolgersi a Kuala Lumpur, ma non è stato così. Si sono svolti a Shah Alam, città a 30 chilometri da Kuala Lumpur, capitale del Selangor, stato-provincia della Malesia. Gli organizzatori hanno dovuto spostarli perché il palazzetto dello sport, quello dei Mondiali a squadre del 2000, quello in cui l’Italia conquistò il bronzo, non era più disponibile, bisognava ammodernarlo in vista dei Giochi del Sud-Est asiatico (una specie di Giochi del Mediterraneo, quindi una cacata maestosa). Perciò, il Governo malese ha mandato affanculo la locale Federazione tennistavolo dicendo che non gliene poteva fregare di meno di questo “ping pong” e privilegiando l’altra manifestazione, anche se questa coinvolge solo il Sud-Est asiatico invece che tutto il mondo. Capite quindi quale considerazione ha il tennistavolo? La Malesia prepara i Mondiali e all’ultimo momento viene “sfrattata”. Bella figura di merda per il tennistavolo. Ovviamente, l’Ittf ha continuato a dire che i Mondiali si disputavano a Kuala Lumpur! Così, in poco tempo si è stati costretti a cambiare tutto: palazzetto dello sport a Shah Alam, alberghi per delegazioni, arbitri, stampa e così via, tutto spostato da Kuala Lumpur a Shah Alam, un casino inenarrabile.

MA CHE FREDDO FA

Il peggio è che il nuovo palazzetto non era grande abbastanza per metterci tutti i tavoli, come era stato annunciato invece per quello originario, così hanno “rimediato” con due tendoni a 100 metri del palazzetto, dove sono state piazzate altre due sale di gioco e altre due di riscaldamento. Il problema è che, col clima equatoriale della Malesia, i tendoni si sarebbero trasformati in autentici forni, quindi è stato necessario provvedere con potenti macchinari per l’aria condizionata, così potenti che nelle due sale c’era un rumore incredibile e continuo dovuto proprio a alle macchine che non potevano smettere un attimo di pompare aria fredda. L’ulteriore problema è stata l’incapacità degli organizzatori di regolare la temperatura in queste due sale, un freddo incredibile, fuori 35 gradi, dentro bisognava stare con i maglioni. Ancor più paradossale il fatto che, le due sale, pur essendo comunicanti, avevano temperature differenti, una meno fredda, l’altra più fredda, ma comunque fredde. A tutto questo si aggiungono altre due cose che davano fastidio. Lo spazio in cui sono stati messi questi tendoni era riservato a una specie di mercato del fine settimana, con centinaia di bancarelle che sono rimaste comunque lì attorno e addirittura con un piccolo palcoscenico sul quale si esibivano gruppi musicali e dj, tanto che all’interno dei tendoni, dove si giocavano le partite, c’era l’accompagnamento (nei fine settimana) di musica ad alto volume. Infine, a Shah Alam per tutto il periodo dei Mondiali si sono scatenati acquazzoni ogni giorno dalle 5 alle 7 del pomeriggio, con precisione svizzera. Il problema è che all’interno cominciava a gocciolare, sia per la condensa, sia perché c’era qualche buco nei tendoni, tanto che bisognava mettere i secchi per raccogliere l’acqua. Un macello. Il giorno in cui l’Italia maschile ha giocato con la Germania, non si riusciva a trovare un’area di gioco asciutta. Italiani e tedeschi si sono messi a cercarne una testando il pavimento, saltandoci sopra e vedendo se non si spostava. Ne hanno trovata una in fondo alla sala, l’incontro è cominciato con mezzora di ritardo. A tutto questo bisogna aggiungere l’altra vergogna dei bagni. Ovviamente, non potevano essercene nei tendoni. Ne hanno piazzati alcuni fuori, di quelli provvisori. Quando si sono accorti che erano pochi, perché dovevano servire a tutti, anche agli spettatori, ne hanno aggiunti altri 6 “solo per i giocatori”. Uno squallore senza fine. E infine, come ci si doveva aspettare, ecco le palline che prendono traiettorie inaspettate perché “spinte” dai getti di aria condizionata. Il peggio è che questo non si è verificato solo nei tendoni, ma anche nel palazzetto, dove non si è riusciti a regolare nemmeno lì il getto d’aria, col risultato che su molti tavoli i giocatori impazzivano e le loro proteste a nulla valevano perché gli arbitri allargavano le braccia e dicevano di non poterci far niente.

L’IMBROGLIO DEL PALAZZETTO PIENO

Ripeto, sono tutte cose che non si vedono dall’esterno, quindi l’Ittf e gli organizzatori locali pensano di avere l’impunità. C’è però un altro aspetto che può testimoniare il fallimento di una manifestazione ed è l’afflusso del pubblico. Qui non si può bluffare perché nelle immagini televisive si nota se un palazzetto è pieno o vuoto. Quello di Shah Alam, infatti, è stato desolatamente vuoto per quasi tutti i Mondiali, a parte un 200 spettatori per la gara della Malesia, inserita in Prima divisione solo perché giocava in casa. Ce ne sono stati un migliaio, in un palazzetto da 13.000 posti, nel terzultimo e penultimo giorno, ma dove l’Ittf ancora una volta ha superato se stessa è stato il giorno delle finali. In quel giorno il palazzetto era quasi pieno, circa 8000 spettatori, ma qui c’è stato il grande imbroglio. Se qualcuno ha visto sul sito dell’Ittf le finali avrà notato sia il palazzetto pieno, sia la stranezza dei tifosi cinesi (erano circa 6000), tutti con magliette bianche o rosse, nessun altro colore. La verità è che quei 6000 spettatori erano gli impiegati cinesi dell’azienda Perfect, malese ma anche con capitali cinesi, sponsor principale dei Mondiali, ai quali dava il nome. Tutti quei cinesi sono emigrati o figli di emigrati, tant’è vero che in Malesia circa il 25 per cento della popolazione è cinese. Inoltre, il proprietario della Perfect ha fatto preparare le magliette dei due colori per ottenere un effetti visivo particolare. Se guardate le mie foto o quelle sul sito dell’Ittf potete accorgervi che i tifosi cinesi sono piazzati scientificamente nei posti in modo da formare giganteschi caratteri, in cinese e in inglese, col nome dell’azienda, Perfect (lo si vede in inglese nella fila più in basso), e con un incitamento (solo in cinese) per i giocatori. Capito il trucchetto? Tutti quegli spettatori erano falsi. Quelli veri erano circa un migliaio, tutti nella tribuna dalla parte opposta. Ovviamente, si potrebbe obbiettare che qualche cinese non impiegato della Perfect è andato a vedere la finale o qualcuno degli impiegati della Perfect ci sarebbe andato comunque. E’ vero, ma il punto è che non c’erano tifosi cinesi vestiti normalmente o in altri posti del palazzetto, c’erano solo gli impiegati della Perfect. Inoltre, nei giorni precedenti, anche nelle semifinali, i tifosi cinesi erano poche decine, segno che di questi Mondiali non fregava una mazza a nessuno. Ma l’Ittf se ne viene fuori col grande imbroglio del palazzetto pieno! In un’altra mia foto potete constatare che è vuoto, foto prese nei giorni dei quarti di finale e delle semifinali. Ancor più squallido che l’Ittf se ne venga fuori col dato dei 178 milioni di spettatori televisivi, tutti in Cina ovviamente e in netto calo rispetto al passato (ma questo l’Ittf non lo dice). Che Eurosport non trasmetta quasi più il tennistavolo non sembra interessare l’Ittf. Che, dopo i Mondiali, se ne viene fuori di nuovo con l’ipotesi di ridurre il numero delle squadre. In un comunicato è stato annunciato che ad Halmstadt (Svezia) nel 2018 le squadre non potranno essere più di 72, ma che si stanno studiando ulteriori riduzioni. La verità è che si vogliono ridurre al minimo le squadre perché gli organizzatori non hanno più soldi da spendere e si trova la scusa dei problemi di gigantismo. Ma tutti i problemi che ho segnalato non dipendono dal numero delle squadre, bensì dalla cattiva organizzazione. Per l’Ittf l’ideale sarebbe un Mondiale con sole 24 squadre, ma anche in quel caso state sicuri che combinerebbero un mare di casini. Sempre più ridicoli, sempre più devastanti per il tennistavolo.

ARBITRI

Un paio di cose sugli arbitri. Non è stato fatto notare dall’Ittf, ma c’è stata una grande novità nelle semifinali e nelle finali: gli arbitri erano 3 e non più 2. Purtroppo, nella presentazione, ne venivano annunciati solo due, così gli stessi spettatori non hanno capito bene cosa stesse avvenendo, magari pensavano che uno si fosse sentito male. L’alternanza si svolgeva in questo modo: il primo arbitro dell’incontro inaugurale andava via, quello che aveva svolto il ruolo di secondo passava a quello principale, il terzo entrava e andava a svolgere i compiti da secondo; e così via a ogni incontro. Il settore tecnico e arbitrale dell’Ittf ha spiegato questa novità con l’esigenza di avere arbitri mentalmente più freschi e riposati, evitando, vista la tensione della gara, uno stress ulteriore dopo magari una partita tesa. Secondo me, l’idea non è male, anche perché in questo modo si evita che un arbitro, magari protagonista di contestazioni, giuste o no, da parte di un giocatore o di un allenatore, si ritrovi subito dopo in un’altra situazione di stress o che possa essere condizionato, in positivo o in negativo, dal timore di intervenire nuovamente contro la stessa squadra. In questo modo si può anche stemperare qualche tensione. A questo proposito, c’è da notare il ritorno di Paola Bongelli a gare di rilievo, dopo un’assenza non breve. Come si ricorderà, la Bongelli, italiana ma ora registrata come austriaca, era stata ferocemente contestata dai cinesi per le sue decisioni nella finale olimpica di singolo femminile a Londra 2012, quando tolse un punto su servizio a Ding Ning e immediatamente dopo diede alla stessa Ding Ning un punto di penalizzazione. Già ho fatto notare che entrambe le decisioni erano sbagliate e, soprattutto, che in quel modo una finale olimpica era stata rovinata per eccesso di pignoleria con l’unico risultato di una brutta figura galattica per il tennistavolo proprio nell’occasione più importante. Dopo quella disavventura, la Bongelli era stata messa da parte. Ora è stata ripescata, ma pare che il suo modo di vedere le cose non sia cambiato. In una partita della Cina maschile è stata capace di chiamare un servizio a Fan Zhendong che le dava le spalle, quindi intervenendo senza poter vedere bene cosa era successo, invece di lasciare la decisione al secondo arbitro, che era nella posizione ideale per giudicare se il servizio di Fan Zhendong fosse corretto, e infatti il secondo arbitro lo aveva giudicato corretto. Al di là del singolo episodio, quello che fa discutere è la decisione della direzione arbitrale di assegnare nuovamente alla Bongelli un incontro della Cina, quasi a voler dire che gli arbitri sono al di sopra di tutto e fanno quello che vogliono: “Ci avete imposto la sospensione della Bongelli? Adesso riprendiamo da dove aveva smesso, con la Cina”. Insomma, un vero atto di arroganza, come è solito nel mondo degli arbitri, ma soprattutto nel mondo dei dirigenti arbitrali, perché arbitri bravi ce ne sono tantissimi, che non usano il loro potere per mettersi in mostra o “vendicarsi” di qualche giocatore che sta loro sulle palle. A maggior ragione, considerato il livello molto alto di tanti arbitri, non si capisce perché tanti dei migliori siano stati relegati a incontri di scarsa importanza, quasi non avessero “raccomandazioni” eccellenti, mentre alla Bongelli sono stati assegnati molti incontri di rilievo, sempre nella sala principale e mai nei “tendoni da circo”. Non resta che sperare in un ricambio dei dirigenti arbitrali, altrimenti vedremo ancora tante nefandezze fuori dei tavoli.

IL NEMICO NUMERO 1

Altra questione di non primaria importanza, ma che dà qualche indicazione precisa sul modo di pensare dei dirigenti Ittf, è la difficoltà sempre più marcata di fare fotografie belle. Ormai, per i fotografi è un percorso a ostacoli, sembra proprio che l’Ittf abbia scoperto che siano loro il nemico pubblico numero 1 del tennistavolo. Pochi spettatori? Colpa dei fotografi. Eurosport non trasmette più il tennistavolo? Colpa dei fotografi. La tesi dell’Ittf è che le immagini televisive vengano “sporcate” dalla presenza dei fotografi attorno al tavolo, perciò si limitano all’inverosimile gli spazi per loro fino ad arrivare ad assurdità estreme. Naturalmente le limitazioni non valgono per i fotografi dell’Ittf e di poche agenzie, con la scusa che se un giornale vuole le foto può prenderle dalle agenzie. Il punto è che, oltre a dover pagarle, le agenzie, un giornale non ha più libertà di scelta, né di affidare a un fotografo di sua fiducia il compito di fare quelle che gli pare, anche come temi da scegliere. Avete mai visto sul sito dell’Ittf o nelle foto di agenzie i vuoti delle tribune? Per far capire ancora meglio ciò che voglio dire, ho scattato una foto rispettando i limiti imposti dall’Ittf ai normali fotografi: posizione, uso di seggiolino portatile non superiore a una certa altezza e via così. Ecco la foto che ne è venuta fuori. Non è uno scherzo, è proprio quello che si poteva vedere dalla posizione “autorizzata” per i fotografi “normali”. Il paradosso più grande, però, è stato un comunicato dell’ufficio stampa dell’Ittf, in cui si comunicava ai fotografi che, dopo aver constatato la situazione sul campo di gara, la tv Astro, detentrice dei diritti come Tv ufficiale dei Mondiali, aveva deciso di cambiare le posizioni dei fotografi. Quindi, in un documento ufficiale dell’Ittf, per la prima volta si dice che a decidere le posizioni dei fotografi e quant’altro non è l’Ittf, ma la Tv che detiene i diritti dei Mondiali. Insomma, l’Ittf si consegna mani e piedi alla Tv ricevendone in cambio cosa? Un beneamato cazzo!!! La scusa delle immagini “sporcate” dalla presenza di gente sul campo di gara non ha alcun senso. Intanto, perché più del 90 per cento delle immagini è ristretto al tavolo da gioco e area di competenza, quindi si vedono i giocatori e di straforo gli arbitri, niente altro. Poi, perché i dintorni del tavolo si notano solo nei replay (e che cazzo di fastidio può fare la presenza di qualche fotografo in più in quelle immagini) e comunque un bel po’ di gente c’è in ogni caso, fra operatori Tv, più ingombranti dei fotografi con le loro grandi telecamere, fotografi dell’Ittf e delle agenzie, più il personale dell’Ittf, fra competition manager e roba varia. E alla fine di tutto, dopo essersi appecoronati di fronte alle richieste insensate della Tv, non si ottiene nemmeno il risultato di avere le gare sulle Tv europee e occidentali in genere: giusto un po’ in Malesia (ma solo perché è il Paese ospitante), in Cina e in Giappone. Certo, in questo caso il mio interesse è anche personale, ma vi invito a confrontare le foto che ho sempre fatto quando ne ho avuto la possibilità e quelle che appaiono sul sito dell’Ittf e qui e là nei siti dei giornali, dopodiché potete pure dire che fanno bene l’Ittf e le Tv a impedire (a me e a tanti altri bravissimi fotografi, i migliori sono i giapponesi) di fare le foto che voglio io e non quelle che vogliono loro. Oppure pensare che ognuno di voi ha il diritto di scegliere e di decidere quale sia la foto migliore. Intanto, in questo articolo non ci sono foto di gioco perché non ho potuto farle e, quando magnanimamente me n’è stata concessa la possibilità, ero così rotto di coglioni che ho mandato affanculo l’Ittf.

CHE PALLE!

Il titolino di questo paragrafo potrebbe tranquillamente riferirsi alla noia per Mondiali senza più interesse, ma nello stesso tempo va bene per la questione delle palline di plastica. Brevemente l’antefatto: l’Ittf sostiene che la celluloide è pericolosa perché infiammabile, si rischia nei trasporti di palline, in treno o in aereo, quindi si passa alla plastica. Commento: avete mai sentito notizie di incendi sviluppatisi a causa di combustione di palline di celluloide? La storia dell’infiammabilità valeva per le pellicole cinematografiche (e lì si che il pericolo esisteva), tant’è che, prima ancora di passare al digitale, la celluloide era stata sostituita, sin dal 1954, dal triacetato di cellulosa e poi dal poliestere. Per quanto riguarda il tennistavolo, invece, è solo una gigantesca bufala per favorire le aziende del tennistavolo, ormai lo hanno capito tutti. Le conseguenze però le pagano i giocatori. A questi Mondiali si è avuta l’ulteriore conferma che i danni sono sia tecnici che fisici. La pallina gira molto di meno, c’è bisogno di una spinta maggiore, ovviamente non si può dosare la forza che si mette nel colpo quando si deve tirare al massimo e il corpo è sottoposto a uno stress sempre più grande. Quindi, difensori sempre più in difficoltà, variazioni di effetti e di stile che vanno scomparendo, giocatori con infortuni sempre più seri a spalle e schiena. Tutti protestano, ma inutilmente. Complimentoni all’Ittf!

ADDIO THRILLING

La questione delle palle di plastica si riconnette a quella dei cambiamenti partiti nel 2000 con la pallina da 40 millimetri, proseguiti con il set a 11 dal 2001 e poi con nuove regole che, nelle intenzioni dell’Ittf avevano un solo scopo: distruggere il dominio dei cinesi. Hanno ottenuto un solo risultato: la distruzione di tutti tranne che dei cinesi, quindi la distruzione del tennistavolo. Non a caso, l’ultima vera emozione dei Mondiali a squadre (diventati la gara più stupida, come ho ricordato all’inizio) si ebbe nel 2001, nella semifinale fra Cina e Sud Corea. Sul 2-2, Kim Taek Soo ebbe 7 matchball contro Liu Guozheng, 3 nel secondo set e 4 nel terzo, prima che Liu Guozheng chiudesse sul 25-23. Da allora, la gara a squadre è stata solo una marcia trionfale per la Cina (a parte la sconfitta delle donne con Singapore nel 2010, ma quella era Cina A contro Cina B, tutte cinesi), con appena un paio di match individuali emozionanti, come quello fra Wang Liqin e Boll in semifinale a Brema nel 2006, ma senza che mai la Cina come squadra rischiasse di perdere. E’ solo una coincidenza che ciò sia avvenuto dopo l’introduzione delle nuove regole? Per me ne è solo la logica conseguenza. E adesso l’Ittf non sa più che fare, visto che dall’Europa, ma ormai anche da Sud Corea e Giappone, gli unici Paesi che davano ancora segnali di vita, non arrivano nuovi giocatori. La situazione è davvero tragica se si pensa che l’Inghilterra ha conquistato il bronzo con un giocatore e mezzo! Già, perché se Pitchford merita di essere considerato come un potenziale futuro campione d’Europa, non altrettanto bene si può dire di Drinkhall, rozzo tecnicamente anche se capace di buoni risultati quando il gioco è meno raffinato, lasciando da parte Walker che ha tanta buona volontà ma limiti evidenti. Ma cerchiamo di analizzare meglio la situazione complessiva.

INGHILTERRA: SIAMO RIMASTI IN TRE

Come nella divertente canzone di un musical italiano del 1960, “Rinaldo in campo”, in cui si parla di tre briganti che “sono rimasti in tre” (con l’aggiunta di tre somari), lo stesso si può dire dell’Inghilterra, che si presenta con soli tre giocatori, quelli citati, e addirittura con il tecnico Alan Cooke, 50 anni, iscritto anche lui come giocatore nel caso ce ne fosse stato bisogno per infortuni o altri accidenti vari. Con tutto il rispetto per l’Inghilterra, ma vi pare una cosa seria per i Mondiali che una nazione con la storia e le tradizioni dell’Inghilterra nel tennistavolo si riduca così? Non sono riusciti a trovare nemmeno un altro giocatore degno sia pure di fare la riserva. E sono arrivati in semifinale, ulteriore segnale di quanto siano caduti in basso i Mondiali. Piccola parentesi: magari qualcuno può dire che anche nel 2000, con l’Italia in semifinale ci fosse un abbassamento del livello tecnico. Che non fosse il massimo è vero, ma comunque Yang Min e Mondello (con Piacentini e Giardina un po’ dietro) garantivano un livello alto. Inoltre, in quel caso l’Italia fu una sorpresa, ma il livello tecnico generale non ne fu inficiato perché quella sorpresa fu legata molto a una formula stramba che consentiva alla vincente del girone di andare direttamente ai quarti di finale e provocava molti sconquassi nel quadro generale, tanto che l’Italia si ritrovò nei quarti l’Olanda di Heister e Keen, con un terzo giocatore praticamente nullo, e le bastò vincere quell’incontro, da favorita, per conquistare il bronzo. Adesso, invece, il vantaggio dell’Inghilterra non è dovuto a formule strane, ma al caso, perché si ritrova nel girone della Germania, che gioca senza Ovtcharov e con Boll ammalato, e supera proprio i tedeschi per assicurarsi il passaggio al turno successivo, dopo essere stata battuta da Svezia e Francia. E proprio contro la Francia, che si ritrova di fronte nei quarti di finale, l’Inghilterra dimostra di meritarsi il podio, affievolendo così la sensazione di Mondiali fortunati. In ogni caso, il quadro tecnico non cambia. Pitchford, che aveva suscitato in me una favorevole impressione tecnica sin da quando era un ragazzino, ma con qualche dubbio sulla sua tenuta fisica e sulla sua evoluzione nel gioco, ha dimostrato progressi notevoli, una tecnica di alto livello e un bel gioco. L’unico limite, almeno in questo momento, è la tenuta mentale quando si arriva agli scontri con i più forti, ma questo secondo me è dovuto più a una scarsa abitudine a questi confronti che a una sua incapacità a reggere dal punto di vista nervoso. Gli serve più esperienza in “battaglie” con i primi della classifica mondiale e poi potrebbe davvero fare un ulteriore salto di qualità. Drinkhall, invece, non mi ha mai impressionato, l’ho sempre giudicato scarso tecnicamente e tuttora la penso così. Ai Mondiali ha ottenuto qualche buon risultato perché è un combattente, ma appena si trova davanti uno bravo tecnicamente mostra tutti i suoi limiti (due volte 0-3 con Gauzy, 0-3 con Mizutani, 0-3 e 1-3 con i due svedesi Karlsson). Il terzo, Walker, è niente di speciale, anche se si ritrova con una vittoria sul tedesco Franziska, dovuta soprattutto al fatto che Franziska è una pippa, anche se i soliti incompetenti lo hanno descritto come uno bravo, ma sulle seconde linee tedesche torno dopo per farmi quattro risate. In definitiva, all’Inghilterra è andata bene, ma nessuna indicazione positiva per il futuro a eccezione di Pitchford.

I SOLITI VECCHIETTI

Oltre a Pitchford, non è che ci siano molte altre piacevoli novità. Il bielorusso Khanin, che mi era piaciuto nel 2014 e 2015, mostra segni di stasi tecnica, mi auguro che sia solo un momento e che si riprenda. Il polacco Dyjas prometteva molto di più di quello che sta facendo vedere. Anche Gauzy non ha fatto il salto di qualità che mi aspettavo. Una impressione migliore mi hanno fatto in questi Mondiali gli svedese Karlsson, Mattias e Kristian, ma stiamo sempre su livelli medio-alti, non di eccellenza assoluta. Il guaio è che non si vedono giovani interessanti nemmeno nelle nazioni asiatiche. La Corea del Sud sta precipitando in una crisi preoccupante, sia con gli uomini che con le donne. Fra gli uomini, Jung Youngsik, sia pure col suo rovescio formidabile, sta tradendo le attese. Alla fine, l’unica certezza per i sudcoreani resta Joo Seehyuk, che però non può più garantire (per l’età e per la merdosa pallina di plastica) i risultati cui ci aveva abituato. Il Giappone sembra presentare nuovi volti, ma nella realtà si tratta di giocatori limitati. A parte il fatto che si sta dimostrando che i presunti “nuovi prodigi” come Niwa e i Matsudaira, indicati all’epoca come tali dagli “esperti” dell’Ittf, sono semplicemente giocatori di medio livello, come avevo sempre detto io, anche gli ultimi arrivati mostrano limiti evidenti. Da Taipei stesse notizie scoraggianti, non c’era nemmeno Chuan Chih Yuan, da Hong Kong stessa musica, con Tang Peng unico baluardo, ma anche lui è un vecchietto ormai (vinse i campionati nazionali cinesi nel 2002, ben 14 anni fa!), così come lo sono Tie Yana e Jiang Huajun nella squadra femminile di Hong Kong. E anche la Corea del Nord sta lì a battersi, ma più di tanto non può fare. Brutte notizie anche da Singapore, uomini e donne senza nuovi volti e sempre più in basso. Così, va a finire che lo “spettacolo” (lo dico ironicamente, ma senza mancanza di rispetto per gli interessati) è vedere i vecchietti europei ancora in campo. L’assurdo lo si è raggiunto con Schlager, costretto a tornare a giocare perché l’Austria non era in grado di portare altri giocatori ai Mondiali. E poi via con Kreanga, con Primorac schierato da titolare, sia pure come numero 3, nella Croazia. Samsonov rimane al di sopra come livello tecnico, ma anche lui ormai sta raggiungendo evidenti limiti di età. Fra le donne, poi, gioca ancora Ni Xialian col Lussemburgo: ha 53 anni! Insomma, è una situazione ridicola.

DEUTSCHLAND UNTER ALLES

E arriviamo alla Germania. Invece di Deutschland uber alles (la Germania sopra tutti, oppure prima di tutto) bisogna parlare di Germania “sotto” tutti. Bella figura di merda hanno fatto i giovani tedeschi considerati di alto livello. Con Ovtcharov e Boll fuori, ecco che i poverini hanno mostrato tutta la loro debolezza, a dispetto dei tanti incompetenti che li hanno osannati in questi anni. A parte Steger, che non può essere considerato giovane, eccola qua l’accozzaglia di impediti creati dai falegnami e dagli scarpari tedeschi che si spacciano per allenatori. Da vergogna. Tutti i limiti tecnici sono venuti fuori una volta che hanno avuto la responsabilità didover fare risultato. Magari, giocando una partita insieme a Boll e Ovtcharov, contro avversari di medio livello, si sono esaltati in passato e sono stati glorificati, ma quando hanno dovuto fare sul serio hanno mostrato quanto sono scarsi: Mengel, Franziska, Filus. Lo stesso Rosskopf, tecnico della Germania, ha dovuto cazziarli pubblicamente quando ha detto che “se c’è un’occasione devi sfruttarla”, a proposito delle loro brutte figure. Devono solo ringraziare il cielo e gli errori (soprattutto mentali) degli azzurri se sono riusciti a evitare la sconfitta clamorosa con l’Italia. Ma la vera questione è perché giocatori così pieni di difetti e scarsi tecnicamente abbiano una classifica mondiale così alta. Stesso discorso per i giapponesi, con Yoshimura e Oshima chiaramente sopravvalutati. Dovendo restringere il discorso ai minimi termini, faccio un esempio paradossale: diciamo che in tutto il mondo ci siano solo due giocatori di tennistavolo, io e Ma Long. Ovviamente, Ma Long vince tutte le partite, i tornei, i Mondiali e le Olimpiadi ed è numero 1 della classifica mondiale. Io le perdo tutte ma sono numero 2 della classifica mondiale. E allora, se sono numero 2 del mondo vuol forse dire che sono forte, quando invece non sono in grado di buttare la pallina dall’altra parte? Arriviamo così al nocciolo della questione: il vertice della classifica mondiale non equivale necessariamente al massimo livello tecnico. Se sono spariti, poco alla volta, giocatori di alto valore, i numeri 5, 6, 7 e così via, dove è scritto che i nuovi 5, 6, 7 e così via siano dello stesso livello tecnico? La comparazione non è semplice, ma quando la differenza fra i numeri 1 attuali, i cinesi, e i numeri 5 e via dicendo diventa imbarazzante sul campo, al contrario di quanto accadeva prima, con il numero 1 che doveva faticare per battere, e non sempre ci riusciva, il numero 5, allora si ha un quadro più chiaro. Adesso, basta fare tanta attività per salire in classifica, senza che questo comporti automaticamente una crescita del livello tecnico. Così abbiamo i Franziska, i Mengel, gli Oshima e tribù varia che imperversano nelle classifiche, ma sono dei pipponi spaventosi. Ulteriore esempio per intenderci meglio. Vediamo quanti cinesi, quanti giapponesi e quanti tedeschi (uomini e donne) ci sono nell’attuale classifica mondiale. Uomini: 12 cinesi, 31 giapponesi, 25 tedeschi. Donne: 16 cinesi, 31 giapponesi, 25 tedesche. Giappone e Germania hanno il doppio o quasi il triplo di giocatori rispetto alla Cina nella classifica mondiale. Per far risaltare ancora di più questa incredibile situazione, cito anche il numero degli italiani nel ranking: 15 uomini e 12 donne. Quindi, ci sono più italiani che cinesi nella classifica mondiale e le italiane sono solo 4 di meno rispetto alle cinesi! Ma ci rendiamo conto dell’assurdità? Al netto di qualche giocatore che vi compare ancora ma non fa più attività internazionale (ma questo vale anche per qualche cinese) il paragone è improponibile. I cinesi mandano fuori il numero minimo di giocatori, e questo già falsifica le classifiche perché nelle competizioni mancano moltissimi dei più forti, tanto che i meno forti conquistano punti con relativo sforzo; altri mandano i migliori a quasi tutti i tornei e comunque molti altri in giro per il mondo, così che accumulano punti e stanno davanti agli altri. Ma il livello tecnico poco alla volta si è abbassato e il ridicolo comportamento della “nuova” Germania in Malesia, ma anche di tanti altri giocatori in alto nelle classifiche e deludenti sul tavolo, è l’inevitabile conseguenza di tutto questo.

LA CINA E IL CASO ZHANG JIKE

La Cina non ha più avversari, quindi i problemi li ha solo in casa. Per il resto, deve solo fingere di avere paura di avversari ormai inesistenti. E Liu Guoliang ormai chiama i timeout (in certi casi davvero assurdi e completamente inutili) solo per farsi inquadrare dalla Tv e mostrare il suo potere ai telespettatori cinesi. Fra l’altro, vedere la panchina cinese che salta in piedi e applaude all’1-0 del primo set della prima partita della finale maschile contro il Giappone fa davvero venir voglia di dire: ma andate a cacare, siete ridicoli. L’unico aspetto critico riguarda Zhang Jike, che è vistosamente al di sotto della sua condizione migliore. In Malesia è stato utilizzato come terzo nei match importanti ed è apparso in difficoltà anche contro avversari di livello molto più basso. Zhang Jike è lento e negli scambi veloci e potenti, nei quali prima dominava, dopo due-tre colpi si mostra in ritardo, di pochissimo, millimetri e centesimi di secondo, ma in ritardo. Cosa è successo veramente? La verità è che Zhang Jike, dopo tante grandi vittorie (2 titoli mondiali, uno olimpico e 2 Coppe del mondo di singolo, oltre a quelli a squadre et similia) si è convinto di essere così superiore da non dover poi faticare più tanto in allenamento. Non sto scherzando, perché le notizie dall’interno della squadra cinese (e non sono bisbigli di giocatori invidiosi, ma informazioni di prima mano da alcuni allenatori) sono di un progressivo rilassamento di Zhang Jike. Più volte, ha abbandonato gli allenamenti dicendo di essere stanco, ha poi preso impegni mondani sempre più numerosi e infine si è dedicato a un altro sport (se così si può chiamare): il golf. Ripeto che non sto scherzando. Il suo allenatore personale è letteralmente impazzito perché, contrariamente a quel che si crede, la supremazia dei tecnici sui campioni non è più quella di una volta all’interno della squadra cinese. Zhang Jike ha quasi conquistato una sorta di immunità con le sue vittorie, per cui ha visto che può permettersi di snobbare i tecnici. Il punto è che, come Siddharta, protagonista del romanzo di Herman Hesse, Zhang Jike crede che tutto possa continuare a riuscirgli facilmente senza continuare nella disciplina che gli ha permesso di arrivare fin lì e non si accorge che, giorno dopo giorno, non è più lo stesso di prima. La differenza sta in quei millimetri e in quei centesimi di secondo che fanno la differenza. Liu Guoliang e i tecnici cinesi ne stanno discutendo, i dirigenti hanno chiesto più disciplina e lo stesso Zhang Jike ha capito, a prescindere dalla disciplina, che potrebbe perdere l’occasione dell’Olimpiade. In questo momento, l’orientamento dei cinesi è di portare Ma Long (che non sarebbe in discussione nemmeno se Zhang Jike fosse al massimo della forma) e Xu Xin per il singolo a Rio de Janeiro, Zhang Jike come terzo per la gara a squadre e Fan Zhendong come accompagnatore perché, data la sua età, viene considerato troppo giovane per un’Olimpiade e quindi a rischio di problemi dovuti a inesperienza ed emozione. Ovviamente, si sta cercando di recuperare Zhang Jike per il singolo, con spostamento di Xu Xin nella gara a squadre, quindi è ancora tutto in discussione, ma tutto dipende principalmente da Zhang Jike, se si rimette in forma o no.

RIO DE JANEIRO

L’appuntamento olimpico crea tensioni anche nella squadra femminile, con interventi “dall’alto” per sponsorizzare questa o quella giocatrice. Favorite per il singolo sono Ding Ning e Liu Shiwen, con la campionessa di Londra, Li Xiaoxia, spostata nella gara a squadre, ma la situazione è complessa perché proprio Li Xiaoxia non appare in grado di garantire un rendimento adeguato, ormai è la più “vecchia” della squadra, appare stanca e non più in grado di reggere ai massimi livelli. La riprova la si è avuta ai Mondiali dove, paradossalmente, Li Xiaoxia è stata premiata come miglior giocatrice, altra buffonata dell’Ittf dietro la spinta di alcuni dirigenti cinesi che sostengono Li Xiaoxia e hanno premuto perché questo premio fosse assegnato a lei, in modo da costituire una specie di viatico per Rio, ai danni di Zhu Yuling e Chen Meng, nettamente più in forma e comunque più forti di lei. Basta guardare i risultati per capirlo. Ding Ning ha giocato 6 partite, con 18 set vinti e 3 persi, rischiando di essere battuta da Li Jie (difesa cinese dell’Olanda, contro le difese Ding Ning è scarsa), 3-2 e 12-10 al quinto set; Liu Shiwen ha giocato 5 partite, 15 set vinti e uno solo perso, è lei la più in forma di tutte; Zhu Yuling 4 partite e 12 set vinti, nemmeno uno perso; Li Xiaoxia ha giocato più di tutte, 7 partite, ha vinto 21 set e ne ha persi 7, ma soprattutto ha rischiato di subire sconfitte da avversarie nettamente di categoria inferiore: 3-2 con la Pergel (Austria), 3-2 con la Szocs (Romania) rimontando da 1-2, 3-1 con la Eerland (Olanda), 3-2 con la Ishikawa (Giappone, unica avversaria pericolosa, ma nemmeno poi tanto) rimontando da 0-2. Un comportamento assolutamente inadeguato per una cinese, ma a lei è andato il premio come miglior giocatrice, a dimostrazione che già la sola convocazione è importante per i cinesi perché almeno l’oro olimpico a squadre è assicurato e gli ori olimpici, in Cina, contribuiscono a fare classifica fra le diverse Province con gli atleti che le vincono. Insomma, tanti interessi che nemmeno possiamo immaginare, di qui i casini all’interno del tennistavolo per convocare atleti che vinceranno sicuramente quattro ori in totale (8 distribuiti fra 6 atleti se si considera poi la classifica nazionale per Province) e molto probabilmente anche due argenti nel singolo.

ITALIA A MARCIA INDIETRO

Concludo con l’Italia, che ha subito una doppia retrocessione, peraltro annunciata, a dispetto dei grandi proclami lanciati sul sito della Fitet. E’ andata bene che ci sia stata la vittoria con la Russia, per il suicidio dei russi, per il resto non c’erano speranze e così è stato, sia per gli uomini che per le donne. Di positivo ci sono alcune buone prestazioni, a cominciare da quelle di Rech, non utilizzato dall’inizio ma poi sempre in grado di mostrare il suo valore: sfiora la vittoria contro uno scorrettissimo Primorac contro la Croazia, matchball nel quarto set, poi vince con Szocs (Romania), Barabanov (Bielorussia) e infine con il pompatissimo Mengel. E’ un Rech più convinto nei propri mezzi, con più confronti internazionali potrebbe acquisire quella sicurezza che finora gli è mancata. Bobocica è partito bene, ma poi si è perso. Stoyanov è sempre stato a un passo dalla vittoria, ma ha sciupato molto. Mutti ha cominciato come titolare, ha sprecato una grande occasione con Vlasov, 8-3 al quinto set, è finita 8-11, ma è anche vero che dalla panchina gli è arrivata eccessiva pressione e si è innervosito, continuo a pensare che questo modo di guidare i giocatori non sia buono. Si torna in Seconda divisione, anche se c’è la possibilità di ripescaggio grazie alle classifiche mondiali a squadre, ma per gli uomini questa è una ipotesi molto improbabile. Il ripescaggio tramite classifica, invece, è possibile per le donne, retrocesse in Terza categoria. Il paradosso è che, con la Stefanova in squadra, avrebbero lottato per la promozione in Prima divisione, ma il nome di Niko non si può nemmeno pronunciare in questa Federazione. Quello che è certo è che l’indicazione di non convocare la Stefanova non arriva dal c.t. delle donne, Gatti, ma è una linea imposta dalla Federazione e dal responsabile di tutte le Nazionali, Deniso. A quanto mi risulta, quando la Stefanova è stata convocata in Federazione per parlare della sua posizione, c’erano solo Sciannimanico e Deniso all’incontro, non Gatti, che non era stato nemmeno convocato. La Fitet e il responsabile tecnico hanno deciso di puntare sulle giovani, ma è un programma incomprensibile, considerando l’età di Niko, che non è una vecchietta, e le potenzialità dell’Italia con lei in squadra, considerando tra l’altro che se ne avvantaggerebbero anche le più giovani, sia con una promozione in Prima divisione, sia con la possibilità di incontri di più alto livello tecnico. Insomma, a chi conviene questo “suicidio”? E io continuo a riflettere sulle coincidenze sospette: perché Niko è diventata improponibile per la Nazionale solo dopo che ha lasciato Castel Goffredo? Infine, Niko potrebbe ancora puntare a Rio, ma così ne resta fuori, della famosa serie “tagliarsi le palle per far dispetto alla moglie”. Per l’Olimpiade non resta che sperare in Bobocica e Stoyanov, anche perché l’ennesimo cambio di regolamento ha dato loro una possibilità notevole di qualificazione, col vecchio regolamento sarebbe stato molto difficile. Il significato globale comunque non cambia: il tennistavolo mondiale va verso la distruzione, quello italiano lo anticipa di parecchio.

Commenti

21 risposte per “I Mondiali a squadre a Shah Alam in Malesia”

  1. bonfanti marco ha scritto il 14 Marzo 2016 16:01

    Ringrazio, ancor prima di leggere.

  2. TT.Senigallia ha scritto il 15 Marzo 2016 22:40

    E’ sempre un pacere leggere Drago Rosso!

  3. Guido Scaravilli ha scritto il 17 Marzo 2016 14:56

    Le tue analisi sono sempre interessanti e ricche di spunti, ma le trovo oltremodo rancorose, talvolta drastiche o ricolme di bile. Complimenti per l’articolo e per la preparazione settoriale che emerge visibilmente, ma talvolta credo che un messaggio sia più incisivo se caricato meno parossisticamente. Almeno è la mia opinione. Grazie ancora.

  4. Drago Rosso ha scritto il 19 Marzo 2016 21:12

    Ma guarda un po’, il bell’addormentato nel bosco si è svegliato, segno che si è sentito punto. Insomma, il contrario della favola, lì la bella addormentata si metteva a dormire perché si pungeva con un fuso, qui il bell’addormentato si sveglia perché l’ho punto sul vivo e dà un’altra grande dimostrazione di “politichese”, non avevo dubbi del resto. Comunque, ne approfitto per chiarire alcune cose.
    La prima: vedo che continua l’andazzo di mettere sul forum di Giorno il link dei miei articoli e poi andare avanti con la discussione. Ognuno si comporta come crede, a cominciare dal responsabile del forum che permette tutto questo, a me non resta che far notare ancora una volta che mi sembra una scorrettezza, perché se qualcuno ha qualcosa da dire dovrebbe dirla su questo blog, senza poi dileggiarlo dicendo che è morto e senza trovare la scusa che non lo fanno perché io mando tutti a quel paese, perché potrei farlo ugualmente citando gli interventi sul forum di Giorno e scatenandomi alla mia maniera. Infatti, non è quello il punto. Diverso è il caso di chi, correttamente, interviene su questo blog e poi è libero di fare commenti anche sul forum, come mi sembra faccia Bonfanti Marco, a prescindere dal fatto che i miei articoli gli piacciano o no.
    La seconda: in virtù di quanto appena detto, confermo che non interverrò mai sul forum di Giorno e che non userò questo blog per rispondere ad accuse che su quel forum sono state indirizzate nei miei confronti. Chi vuole risposte da me faccia l’intervento su questo blog e io risponderò, che si tratti di contestazioni, di segnalazioni di errori o di qualsiasi altra cosa: esempi, la chiamata della Bongelli sul servizio di Fan Zhendong, il richiamo ad abbandonare il mio nickname perché sono andato in pensione (avevo detto che il motivo del mio anonimato era legato al mio lavoro). Quindi, se non rispondo è semplicemente perché ritengo che questo blog vada difeso.
    Detto questo, e confermando che non rispondo alle contestazioni che Di Folco rivolge direttamente a me (ripeto: le faccia su questo blog, se crede), intervengo solo sulle questioni di principio che non riguardano la mia persona. Perciò, faccio solo notare la finezza con cui Di Folco se ne viene fuori con la storiella delle “pretese economiche” di Massimo, troppo alte per la Fitet, ma poi si para il culo dicendo che lo scrive solo “per sentito dire”. Ma che bravo, prima lancia la pietra e poi dice che l’hanno lanciata altri, un coraggio da leone, proprio lui che alla fine accusa me di non avere gli attributi. Qui siamo al record galattico del contorsionismo. In definitiva, è sempre Massimo il cattivone che non fa più il c.,t. della Nazionale per sua colpa esclusiva: chiede troppi soldi. Ma questo lo dicono altri, mica il bell’addormentato nel bosco. Chissà perché mi sembra di risentire quel famoso monologo in cui veniva ripetuta la frase “E Bruto è uomo d’onore”. Non c’è che dire, il grande Shakespeare aveva anticipato tutto, anche le vicende della Federazione italiana tennistavolo. E il forum di Giorno non è nuovo a prodezze nei confronti di Costantini, se si pensa a qualche anno fa quando un miserabile arrivò a insinuare cose vergognose su lui, senza che venisse fermato o bannato. Complimenti, quindi, al forum di Giorno. E complimenti, tornando al presente, a Di Folco per le sue acrobazie dialettiche: uno chiede esplicitamente di Costantini e Mondello, lui risponde solo per Mondello, ma mi faccia il piacere direbbe Totò. Non si affanni ulteriormente: so leggere, quello che c’è scritto, quello che non c’è scritto, quello che viene nascosto fra le righe, quello che si vorrebbe nascondere e quello che appare chiaro ed evidente a tutti. A quanta gente sta sul cazzo Costantini, per invidia, per cattiveria, per miseria umana, la stessa gente che poi dice di stimarlo tantissimo. Bell’ambiente di merda.

  5. Drago Rosso ha scritto il 19 Marzo 2016 21:36

    Come ho già fatto notare, rispondo solo a chi si rivolge a me direttamente su questo blog, quindi devo una risposta a Guido Scaravilli.
    La tua sensazione sul fatto che le mie analisi siano rancorose, drastiche e piene di bile è assolutamente esatta. Non sto facendo dell’ironia o del sarcasmo. E’ davvero così. Non erano così le mie analisi più di 40 anni fa, quando cominciai a conoscere e ad amare questo sport, non lo erano 30 anni fa e nemmeno 20 anni fa. Ma, poco alla volta, qualsiasi speranza e qualsiasi illusione sono svanite e non sono stato più capace di credere che qualcosa potesse cambiare. Certo, ogni tanto ci ricasco e ancora mi immagino uno spiraglio di luce, di onestà, salvo poi ricadere nello sconforto. E non sono più convinto (lo ero tanto tempo fa) che la critica possa essere più incisiva se espressa con toni meno duri. Ho visto troppa gente usare il tennistavolo per i propri interessi, nella maniera più meschina e miserabile, gente che se ne sbatte altamente il cazzo delle critiche, costruttive o distruttive, educate o screanzate, gente che ha distrutto questo sport e continua a farlo perché non gliene importa un fico secco del tennistavolo, ma solo della possibilità di avere la qualifica di Consigliere, di qualsiasi livello, fare qualche viaggio gratis, sentirsi importante perché nella sua squallida vita di tutti i giorni è una nullità assoluta, e tutto questo grazie a un branco di pecore che continua a votare per essa. Io potrei scrivere la Divina Commedia del tennistavolo, questa gente mi direbbe “bravissimo” e poi continuerebbe a saccheggiare questo sport. Mi dispiace non poter rispondere con un tono più leggero, ma la realtà è questa: sono davvero pieno di bile. Grazie comunque, sia per i complimenti che per le critiche.

  6. about.blank ha scritto il 24 Marzo 2016 09:14

    Eccomi qua. Mica ho paura. Ma è Lei che ha detto che non mi risponde più. Che ci vengo a fare? I monologhi?

    In ogni modo : Lei era lì, non capisco come possa essersi inventato un richiamo di Bongelli su un presunto servizio scorretto che Fan Zhen Dong non aveva ancora effettuato, ma soprattutto come si sia potuto inventare il dissenso dell’altro umpire e ce lo abbia propinato come un pischello impunito.
    L’intera parita è disponibile in rete. Le ho guardate tutte e solo quel quarto di finale vedeva in campo Fan e Bongelli come arbitro.
    Il “giallo”, macchiato da indubbio protagonismo della Signora, era motivato da una presunta eccessiva perdita di tempo e Bongelli ha intimato lo stop prima che Fan alzasse la pallina per servire.

    Sulla celluloide : chiaro che le pellicole cinematografiche fossero più pericolose dal momento che se se questa si inceppava nel proiettore la lampada le incendiava.

    Ma pure il trasporto ferroviario e stradale delle palline ha costi assicurativi sempre più alti e non essendo queste riciclabili hanno un impatto sull’ambiente che non risponde più alle sempre più rigide norme anti inquinamento (certo non in Cina!) .

    Che poi la lobby che opera all’interno dell’ITTF sfrutti questi spiragli (vedi anche ban della colla fresca) come opportunità per i propri affari, questo lo sanno bene i pongisti. Infatti i velocizzatori (boosters) sono vietati ai giocatori ma le case possono attuare un factory tuning (che svansce dopo pochi utilizzi) a vantaggio esclusivo delle proprie casse.

    Ad Maiora!

  7. Drago Rosso ha scritto il 24 Marzo 2016 21:36

    A About blank:
    Avevo detto e confermo che non avrei più risposto perché mi riferivo alle polemiche inutili, che ognuno di noi due le attribuisse all’altro è questione differente. Se poco alla volta queste non ci sono state più, una contestazione o una precisazione sui semplici fatti non rischia di provocare monologhi. La dimostrazione sta nel fatto che, poco tempo fa, ho fornito, su richiesta effettuata non su questo blog, una traduzione delle frasi di Liu Guoliang sulla finale olimpica Zhang Jike-Wang Hao, con ringraziamenti del richiedente, che è sempre About blank.
    Detto questo, passo al nocciolo. Sulla celluloide, è tutto vero il discorso su norme antinquinamento e costi assicurativi, ma sarebbe facile, andando a fare i calcoli precisi, dimostrare che non è questo il motivo fondamentale che giustifichi l’abbandono della celluloide. Del resto, lo stesso About blank, andando sul concreto, riconosce che l’Ittf ha sfruttato gli spiragli per fare i comodi suoi (che siano di natura economica come mette in evidenza lui, o anche di volontà di danneggiare i cinesi aggiungo io).
    E passo alla chiamata della Bongelli sul servizio di Fan Zhendong. Piccola premessa: credo mi si possa riconoscere un minimo di competenza, se non sulla tecnica, almeno sulle regole del tennistavolo, non tanto perché sono stato arbitro anch’io quanto per quello che ho dimostrato di sapere scrivendo di questi argomenti. Se poi qualcuno pensa che io non conosca il regolamento, allora il discorso cade subito. Continuo, quindi, per chi pensa che io conosca la materia. Perciò, concedetemi almeno questo: che io conosca la differenza fra l’intervento dell’arbitro sul servizio irregolare e quello sulla perdita di tempo. Del resto, lo stesso About blank si chiede cosa io “abbia visto”, non altro.
    E qui andiamo al punto essenziale. Non ho visto cosa è successo “prima” del richiamo della Bongelli a Fan Zhendong. In quel momento stavo guardando uno scambio sul tavolo accanto (alcuni quarti di finale si giocavano ancora su due tavoli, le semifinali tutte su un tavolo solo) e quando sono tornato a guardare Cina-Svezia ho visto la Bongelli col cartellino giallo. Ero insieme a due giornalisti svedesi e ho chiesto a loro cosa fosse successo. Uno dei due non lo sapeva perché anche lui non aveva guardato, l’altro, che scrive per la rivista federale svedese, mi ha detto testualmente: “Gli ha chiamato il servizio”. E io, purtroppo, mi sono fidato, senza chiedergli “perché” gli avesse chiamato il servizio. E’ chiaro che dare il giallo per perdita di tempo è comunque diverso da “chiamare il servizio”, ma almeno avrei capito cosa era davvero successo. Ero convinto che un concetto così preciso come “chiamare il servizio” escludesse ogni altra ipotesi. Di qui, il mio errore, perché comunque la responsabilità è mia e, come diceva Montanelli, “il giornalista deve sempre chiarire al lettore: questo l’ho visto con i miei occhi e sentito con le mie orecchie, questo mi è stato riferito”. Quindi, devo chiedere scusa ai lettori. Preciso soltanto di non essermi inventato il “dissenso” dell’altro arbitro, su questo punto c’è un equivoco. Ho detto che il secondo arbitro, nella posizione ideale per giudicare un servizio eventualmente scorretto, visto che aveva il giocatore di fronte (Fan Zhendong dava le spalle alla Bongelli), non lo ha giudicato scorretto, quindi non ha fatto alcuna segnalazione per interrompere il gioco, non ho detto che ha manifestato dissenso sulla decisione della Bongelli. Se si è capito diversamente, credo che questo chiarimento elimini il dubbio. L’articolo è qui sopra, potete verificare. Ovviamente, rimango dell’opinione che se il primo arbitro ha il giocatore di spalle farebbe bene a lasciare al secondo il compito di chiamare il servizio, che non si sia verificata questa situazione in questo caso non cambia i termini della questione di principio.
    A parte quest’ultimo aspetto, la mia opinione sulla Bongelli non cambia. Mi sembra che anche sul forum di Giorno la maggiorparte degli interventi sia contro la decisione della Bongelli a proposito della perdita di tempo, visto che chiunque abbia visto quel match si sia accorto che tempo non se ne perdesse assolutamente (significativi in proposito i riferimenti alla reazione infastidita dello svedese a una decisione che penalizzava il suo avversario). Anche questo credo rafforzi la mia opinione negativa sulla Bongelli e sugli arbitri che trovano sempre il pretesto per diventare protagonisti anche in partite in cui tutto sta filando liscio.
    Ciò non toglie che i lettori hanno il diritto di avere indicazioni precise, quelle che mi sforzo di dare sempre. Perciò, ribadisco il mio dispiacere e le mie scuse. Assicuro che tutto il resto, come diceva Montanelli, l’ho visto con i miei occhi.
    Visto che ci sono, approfitto per chiarire un altro punto che non è stato affrontato da About blank in questo intervento, ma che ha avuto un po’ di spazio nella discussione sul forum di Giorno: riguarda la cessata necessità per me di usare uno pseudonimo, anziché il mio vero nome, visto che sono andato in pensione, cosa fra l’altro che mi procura accuse di vigliaccheria. Il fatto di essere andato in pensione non cancella ancora i motivi per i quali avevo (e ho) bisogno di usare il nickname, quindi devo continuare in questo modo per qualche altro anno, ovviamente non posso spiegarvi perché la pensione non cancella questi motivi. Posso però darvi un’informazione importante, che i più accorti comunque sicuramente già conoscono: il fatto di essere anonimo non esclude la possibilità, per chi si senta diffamato o insultato, di denunciarmi, perché l’autorità giudiziaria ha comunque i mezzi per risalire agli anonimi. Quindi, chi mi accusa di non avere gli attributi si metta l’animo in pace e cerchi altri argomenti per parlare male di me.

  8. about.blank ha scritto il 25 Marzo 2016 10:34

    Dunque, vediamo quel passaggio contestato. Lei scrive nel suo articolo:

    ” In una partita della Cina maschile (Bongelli) è stata capace di chiamare un servizio a Fan Zhendong che le dava le spalle, quindi intervenendo senza poter vedere bene cosa era successo, invece di lasciare la decisione al secondo arbitro, che era nella posizione ideale per giudicare se il servizio di Fan Zhendong fosse corretto, e infatti il secondo arbitro lo aveva giudicato corretto.”

    Ora, la frase : ” E INFATTI IL SECONDO ARBITRO LO AVEVA GIUDICATO CORRETTO” presuppone un ruolo attivo del soggetto e non il ruolo passivo che Lei vorrebbe far intendere nella successiva giustificazione :

    Drago Rosso, infatti, scrive poi:

    ” Ho detto che il secondo arbitro, nella posizione ideale per giudicare un servizio eventualmente scorretto, visto che aveva il giocatore di fronte (Fan Zhendong dava le spalle alla Bongelli), non lo ha giudicato scorretto, quindi non ha fatto alcuna segnalazione per interrompere il gioco, non ho detto che ha manifestato dissenso sulla decisione della Bongelli. Se si è capito diversamente, credo che questo chiarimento elimini il dubbio. ”

    Quindi non sono io ad aver “capito diversamente” ma Lei ad aver scritto qualcosa che ha un significato incontestabilmente diverso.

    Quindi, non solo quel servizio scorretto non è mai stato eseguito.. ma ci ha pure lavorato sopra di fantasia, per avvalorare una tesi falsa già in ipotesi.

    Io non faccio nulla per difendere Bongelli perché condivido il fatto che ci metta troppo protagonismo nel suo modo di dirigere un incontro. Però le prove contro di lei non devono essere costruite. Ci sono già le evidenze a parlare: la presunta di perdita di tempo da parte di Fan non esiste proprio e chiunque guardi il video lo vede benissimo ; prova ne sia che pure lo svedese si è mostrato (a gesti) contrariato dall’atteggiamento arbitrale al momento dello stop.

    Vabbè, io la chiudo qui perché vedo che i suoi toni sono diventati più pacati e non mi insulta più come un tempo. Speriamo duri.. perché la campagna elettorale incombe e sputare fuoco può bastare senza doverci aggiungere anche lo sputare addosso “tout court”.

    Un Saluto e Ad Maiora!

  9. Drago Rosso ha scritto il 28 Marzo 2016 19:12

    Io mi prendo la responsabilità per quello che scrivo, non per quello che non ho mai sostenuto. Perciò, non posso essere responsabile per aver “lavorato di fantasia”. Ho lavorato di logica, partendo purtroppo da una informazione sbagliata, per la quale mi sono preso comunque la responsabilità. Sono stato chiarissimo, mi dispiace doverlo rispiegare. Non ho visto cosa è successo prima del giallo della Bongelli a Fan Zhendong, ho chiesto a un collega svedese e lui mi ha detto che l’arbitro aveva “chiamato il servizio”, perciò, sbagliando, ho creduto che Fan Zhendong il servizio lo avesse eseguito. Come fa About blank a dire che ho tentato di avvalorare una tesi falsa già in ipotesi? Sarebbe stato così se avessi saputo che il servizio non lo aveva eseguito, ma non lo sapevo. E per quanto riguarda il dissenso del secondo arbitro, anche qui mi pare che la logica sia evidente. Il secondo arbitro non ha segnalato alcunché, perciò ho ritenuto che avesse giudicato corretto il servizio, sempre partendo dal fatto che credevo, sbagliando, che Fan Zhendong lo avesse eseguito. Il dissenso è un’altra cosa: se un arbitro prende una decisione e l’altro gli segnala che non è giusta. Più giusta la critica che mi rivolge Cucciolo, sempre sul forum di Giorno, sul fatto che il cartellino giallo non può essere una sanzione per un servizio irregolare (eseguito), ma è un provvedimento disciplinare. Questo significa che io sono stato doppiamente scemo in quell’occasione perché, anche se mi è stata data un’informazione sbagliata (”ha chiamato il servizio”), proprio perché c’è stato il cartellino giallo avrei dovuto capire che non era stata l’esecuzione del servizio il problema, ma qualcos’altro, vale a dire la perdita di tempo (o presunta tale, ma questo è un altro discorso) di Fan Zhendong. Brutta cosa la vecchiaia!!! La prossima volta mi faccio una doccia ghiacciata prima di guardare una partita di ping pong arbitrata dalla Bongelli.
    P.S. Ovviamente, ribadisco che la valutazione negativa sull’operato della Bongelli non si sposta di un millimetro.
    P.P.S. Vedo che qualcuno sul forum di Giorno si esalta perché io leggo quel forum, e questo lo ritiene un titolo di merito. Che la frase sia seria o ironica, la segnalazione da fare al “gonfiatore del petto” è la stessa: l’indice di ascolto è tutt’altra cosa dall’indice di gradimento. E adesso può anche sgonfiarsi.

  10. about.blank ha scritto il 29 Marzo 2016 09:30

    Fuor di polemica (che potrebbe stancare il lettore) bisogna porre alcuni punti fermi altrimenti facciamo confusione e non rendiamo un servizio corretto (perlappunto :) ) al suddetto lettore :

    Nelle manifestazioni internazionali, nelle quali è previsto un secondo arbitro (assistant umpire) oltre all’arbitro effettivo (umpire) dobbiamo ricordare che :

    ” 3.3.2.5 Either the umpire or the assistant umpire may:
    3.3.2.5.1 decide that a player’s service action is
    illegal;

    3.3.2.7 A decision made by the assistant umpire in accordance with the provisions of 3.3.2.5 may not be overruled by the umpire. ”

    In soldoni, sia l’arbitro che l’assistente possono chiamare autonomamente un servizio irregolare e la decisione dell’assistente non può essere discussa dall’arbitro effettivo (va da sè che a maggior ragione nemmeno la decisione dell’arbitro effettivo può essere contestata dall’assistente).

    Un Saluto.

  11. WaldnerX ha scritto il 1 Aprile 2016 15:52

    Ho letto con interesse il suo articolo sui Mondiali a Squadre e concordo con lei su diversi punti.
    La Cina e solo la Cina, vive da anni in un mondo a parte e certamente se nel tennis tavolo girassero gli stessi capitali che nel tennis, avremmo nei primi 100 del mondo almeno 40-50 Cinesi e forse anche più donne.
    La prova di ciò si ha per il fatto che cinesi di seconda fascia come Xu Hui o ex cinesi come Chen Weixing raggiungono ancora risultati ragguardevoli contro i migliori giocatori stranieri.
    E’ questo un errore dell’ITTF? Può essere, certamente in ogni disciplina ci sono nazioni che dominano.
    Non pensa che le seconde linee della federazione Austriaca di Sci alpino (quelle che non riescono a correre in coppa del mondo) sarebbero titolari fisse in molte altre nazionali?
    Quanti sestetti nazionali olimpici si potrebbero fare, dando passaporti nuovi ai giocatori americani dell’NBA? Probabilmente decine.
    Nel tennis tavolo, questo ruolo, è ad appannaggio della Cina.

    Fatto questo, ahimè doloroso per noi europei, distinguo, ho trovato le sue riflessioni sulla nazionale tedesca troppo dure.
    La qualificazione è stata compromessa anche da un Timo Boll, malato e schierato erroneamente. Se fosse rimasto in panchina forse sarebbe stato meglio.
    Le seconde linee tedesche, i vari Franziska, Mengel, Filus non sono ad oggi del livello di Boll e Ovtcharov (a proposito, perchè non portare il dignitoso Baum..) ma questo è normale è può succedere in ogni sport, ad ogni nazionale.
    Senza considerare il caso della Svezia post golden-age, guardiamo al tennis USA nel dopo Sampras, Agassi, Courier, Chang ..
    A volte è solo casualità e fortuna avere un campione o più di uno, anziché dei buoni giocatori di media fattura.

    Ma anche detto ciò; perché dare dei macellai a tanti bravi allenatori?
    Tolta la Cina e tolti alcuni talenti Europei ancora in attività (Samsonov, Freitas, Mizutani) vede in tutto il mondo qualche giocatore che potremmo dire che certamente è superiore a Franziska?
    Io francamente no. I vari Franziska, Gauzy, Flore, Pitchford, Karlsson sono tutti un calderone di giocatori medi, che in un ipotetico europeo potrebbero anche vincere a seconda di chi vive la settimana di picco.
    Mi faccia i nomi di qualche allenatore che ha recentemente (ultimi 5-8 anni) ha creato qualche sensazione?
    Qualcuno da impensierire i Cinesi? Io dopo Schlager,Maze, Boll e Samsonov non ricordo più nessuno.
    Se falegnami devono essere, lo sono tutti allora.

    Tra l’altro, piccolo inciso su Costantini. Capisco che gli USA siano una nazione senza storia e cultura di tennis tavolo, però hanno pur sempre un bacino di 600 MLN di abitanti e partendo dai migliori giovanissimi in qualche anno qualcosina si poteva tirare fuori.
    NOn faccio di tutta un erba un fascio però ricordo una giovane Mittelham disintegrare la L.Zhang..
    Naturalmente la Germania ha tante risorse e molti appassionati, ma credo che più semplicemente, non ci siano ne genii ne falegnami.
    Solo, tanti buoni allenatori che possono imbattersi nel talento raro (il Michael Maze che ti spunta fuori dalla piccola Danimarca) o in diversi buoni giocatori.

    Infine sulle prossime Olimpiadi.. non ricordo un edizione dove la Cina non abbia schierato almeno un penholder.. Quindi penso che per tradizione i titolari nel singolo saranno Ma Long e Xu Xin.

  12. Drago Rosso ha scritto il 2 Aprile 2016 22:09

    Cerco di chiarire quanto più possibile in merito alle osservazioni di WaldnerX.
    E’ un errore dell’Ittf se la Cina domina con una marea imponente di giocatori? Messa così, la risposta sembra scontata: non è colpa dell’Ittf. Ma la questione è diversa. Che la Cina sia sempre stata la nazione da battere, a eccezione del periodo 1989-1993, gli anni della sua crisi più grave, non è in discussione. Il punto è che, fino a quando l’Ittf non ha sconvolto il tennistavolo con nuove regole (pallina più grande, set a 11 punti e via così), la Cina vinceva, ma dall’Europa e da altre nazioni asiatiche arrivavano avversari fortissimi, tanto che il risultato non era quasi mai scontato. Dopo l’introduzione delle nuove regole, che avrebbero dovuto danneggiare i cinesi, cosa hanno vinto gli europei? Un mondiale di singolo, Schlager nel 2003, un paio di Coppe del Mondo con Boll e Samsonov, più un’Olimpiade vinta dal sudcoreano Yoo Seung Min nel 2004. I cinesi, proprio in virtù della loro enorme organizzazione, hanno potuto adattarsi meglio alle nuove regole, gli europei no, il risultato è quello che vediamo, con l’aggravante di uno spettacolo che si è immiserito sempre più. Di tutto questo è responsabile l’Ittf eccome. Solo una coincidenza che dopo l’introduzione delle nuove regole non sono usciti più grandi campioni dall’Europa?
    E passiamo ai tedeschi. Che Boll stesse male non l’ho messo nella mia analisi perché il problema per la Germania non è quello del rischio retrocessione, queste sono bazzecole. Per WaldnerX i tecnici tedeschi sono bravi? Io continuo a pensarla diversamente e prendo a esempio proprio qualche giocatore citato da WaldnerX: Gauzy e Pitchford tecnicamente sono di un’altra categoria rispetto a Franziska, come impostazione di base dei colpi, come tocco di palla, come sensibilità del braccio, come velocità ed elasticità, come movimento di gambe. Poi, possono pure perdere perché commettono errori, giocano male, sprecano o quant’altro, non si allenano abbastanza e via così, ma il significato tecnico è chiaro. I movimenti di gambe dei tedeschi sono ridicoli, le posizioni di base in risposta al servizio sono da ignoranti. Poi, nel tennistavolo puoi allenarti 10 ore al giorno e fare risultati, ma il livello tecnico rimane ben definito, così come rimangono ben definiti gli errori grossolani dei tecnici. Un esempio può essere Ovtcharov, cosa che avevo già segnalato: sotto la guida di Leo Amizic aveva corretto alcune impostazioni sbagliate e si era raddrizzato, passato al tecnico tedesco è diventato storto, con l’invenzione di quel servizio con partenza da inginocchiato che grida vendetta al cospetto di qualsiasi manuale di tecnica.
    E visto che si parla di Maze, ripeto quello che già dissi: grande talento, grandissimo braccio, impostazione globale completamente sbagliata, stortissima, con particolare riferimento alle gambe e alla posizione “da seduto” sia nella risposta al servizio sia nella preparazione ai colpi di attacco, tant’è vero che avevo pronosticato per lui guai fisici seri e puntualmente tutto si è verificato. Sono stati più gli anni di infortuni che quelli di piena efficienza fisica, proprio perché lo sforzo che Maze ha dovuto fare per “sollevarsi” ed eseguire i colpi, col culo a mezzo metro da terra, lo ha rovinato. Quasi stesso discorso per Boll (anche il suo allenatore è un criminale), ma lui ha saputo attutire meglio le posizioni sbagliate di gambe e corpo, comunque subendo molti danni fisici che gli hanno accorciato la carriera. Andando a guardare il lavoro dei tecnici svedesi, romeni e dell’Est europa qua e là, si nota chiaramente che l’impostazione tecnica è molto buona e in questo caso vale il discorso di WaldnerX sulla casualità della nascita dei talenti, ma è chiaro che comunque serve il corretto insegnamento.
    Concludo con il riferimento agli Stati Uniti. Premesso che il bacino non è di 600 milioni ma di poco più della metà (320 milioni di abitanti), il discorso per quel Paese è del tutto diverso dal resto del mondo per quanto riguarda il tennistavolo. Qui, c’è tanta passione che si esprime con una grande attività giovanile e risultati di rilievo conseguenti, ma quando si tratta di fare le cose sul serio cominciano i guai. I genitori statunitensi non si sognano nemmeno di vedere un futuro da professionisti del tennistavolo per i loro figli, il professionismo negli Usa è solo quello degli allenatori che stanno dietro ai ragazzini o a tanti appassionati che giocano per diletto e, visto che hanno un po’ di soldi da spendere, si affidano a tecnici di qualità, ma un vero movimento statunitense non esiste, esistono solo i club, gestiti perlopiù da non statunitensi, che si possono definire circoli ricreativi un po’ più sofisticati di quelli cui siamo abituati in Italia on in Europa. Esempio concreto proprio partendo dalla segnalazione di WaldnerX: Zhang Lily è una giocatrice part-time, nel senso che alterna periodi di allenamento ad altri in cui abbandona quasi completamente il tennistavolo perché deve dare gli esami universitari, i suoi genitori non le permettono di fare attività da professionista perché ritengono (giustamente) che il tennistavolo non le può garantire un futuro. Perciò, accanto a bei risultati, ogni tanto Zhang Lily incappa in brutte figure per mancanza totale di allenamento, né i responsabili della Nazionale rinunciano a lei in quei periodi, perché non hanno alternative altrettanto valide. Una sconfitta con la Mittelham perciò è assolutamente normale, così come tante altre con avversarie anche più deboli. Il riferimento a Costantini, poi, mi sembra un po’ velenoso. Mica è lui il responsabile dei programmi federali statunitensi. Lui è tecnico di club e, in quanto tale, ha ottenuto un risultato che nessun altro al mondo (tecnici cinesi compresi) ha avuto: tre giocatori allenati da lui qualificati all’Olimpiade di Londra, due donne (fra cui proprio Zhang Lily) e un uomo. Il problema è che la Federazione statunitense quando ha deciso di nominare un nuovo c.t. della Nazionale ha preso (proprio due mesi fa) un giovane sconosciuto, senza alcuna esperienza, raccomandato da un pezzo grosso che ha fatto valere posizione e soldi. Come si vede, alla fin fine non c’è molta differenza fra Italia e Usa. L’importante è affossare Costantini e poi parlar male di lui.

  13. about.blank ha scritto il 4 Aprile 2016 12:58

    Pienamente d’accordo col Drago su tutta la linea.

    A proposito della postura di Maze , un inciso che ho portato nel tt dallo sci alpino da cui provengo: ai ragazzini che si avvicinano a questo sport spiego che quando ci si piega in avanti tibia e perone devono essere paraleli alla colonna vertebrale. Non ci si deve sedere e non ci si deve incurvare senza piegare le gambe. Quantopiù si abbassa la schiena, tantopiù si devono piegare le gambe in modo che quel parallelismo di cui parlo sia conservato. Il baricentro della persona deve stare srmpre sulla stessa verticale, nè più avanti, nè più indietro ma sempre centrale.

    Un Saluto.

  14. WaldnerX ha scritto il 4 Aprile 2016 13:10

    Alcune cose..

    1) Continuo a non capire, quale argomentazione avrebbe potuto far pensare all’ITTF, che un cambio di regolamento potesse favorire una nazione piuttosto che un altra.. La pallina più grande doveva essere più adatta agli avambracci europei? I Cinesi coprivano di più il servizio? Viceversa, le motivazioni ufficiali sulla qualità delle immagini in TV (prima dell’HD) secondo me erano ragionevoli.
    Il motivo della decadenza dell’Europa a mio avviso è più da addossare all’ETTU che all’ITTF.
    Mentre in cina si lavorava per perfezionare sempre di più il modello e sopratutto si utilizzavano le esperienza appena acquisite promuovendo i migliori atleti ad allenatori, in Europa, nessun sforzo comune per unire le federazioni (pure a corto di $$) veniva fatto. E per di più, tolte pochissime eccezioni (Rosskopf e Chila) nessun top player della generazione 80/90 veniva coinvolto in alcunché, tanto che alcuni, per sbarcare il lunario giocano ancora (Es. Primorac) o lo facevano fino a ieri l’altro (Saive, Persson).
    Se l’ETTU avesse coninvolto per tempo le esperienze dei vari Appelgren, Gatien, Waldner, Grubba e coinvogliate su 3-4 centri europei con solo i migliori atleti forse non saremmo alla canna del gas come siamo oggi.
    2)Impostazione tecnica varie scuole: Credo che sia sbagliato addossare ogni aspetto tecnico all’allenatore di turno, in primo luogo perché nel TT ogni atleta ha a che fare nella sua crescita con diversi tecnici (dal club alla nazionale, prima giovanile poi senior), poi perché alcuni aspetti sono demandati alle scelte individuali del giocatore.
    Nello specifico, quella posizione di attesa del servizio, che tanti guai ha provocato a Maze e Boll, si riscontra in modo leggermente più frequente in Germania, ma principalmente perchè i giocatori tedeschi sono spesso alti e grossi di corporatura.
    NOn a caso, in Francia, lo spilungone Mattenet, usa la stessa posizione, mentre giocatori più bassi come Eloi, Fetzner o Steger certo non ne hanno bisogno.
    Certo che alcuni come Samsonov o Persson pur essendo alti hanno scelto posizioni migliori, ma si tratta di scelte di sensibilità personale e stento a credere che siano imposte dai tecnici tedeschi (Samsonov e Maze sono cresciuti al Borussia e giocano in modo diverso e anche Steger dovrebbe giocare come Boll quindi..).
    3) Costantini: Nessuna frecciata velenosa, ne volerne parlare male. Forse è lei, che non accetta che non se ne parli SOLO BENE.
    Costantini è un allenatore di esperienza internazionale capace di allenare e far crescere i giocatori come tanti altri top coach europei (Karsai,Prause, Sartz, etc etc).
    Nessuno di loro è in grado di distruggere un giocatore o far diventare campione uno scarso.
    Possono prendere il materiale tecnico-umano che hanno a disposizione e cercare di tirare fuori la migliore forma possibile.

  15. about.blank ha scritto il 4 Aprile 2016 13:30

    P.S. : solo in questo modo si ha un giusto bilanciamento della propria massa e un corretto utilizzo della colonna e dei distretti ad essa connessi.

    errata corrige: “paralleli”.

  16. about.blank ha scritto il 5 Aprile 2016 16:23

    Scusa WaldnerX ma non è certo la posizione di attesa al servizio quella che può causare danni allo scheletro e alla muscolatura. Tutti i giocatori cambiano posizione non appena la pallina è messa in gioco ed è la postura dinamica esplicitata nell’esecuzione dei colpi quella determinante. La postura statica, di breve durata, non risente del surplus di energia sviluppata dal movimento, dal carico e scarico del colpo, cui il fisico è assoggettato invece nella fase attiva.

  17. WaldnerX ha scritto il 5 Aprile 2016 18:01

    Per about.blank: credo anche io sia così.
    E’ il drago rosso che ne ha parlato in merito a Boll e Maze, ossia nella posizione di attesa molto abbassata.
    Ho semplicemente scritto che dubito sia un “ordine” di qualche allenatore; sia perché è una posizione, giusta o sbagliata che sia, che si trova in diversi paesi europei, sia perché è determinata anche dalla corporatura dell’atleta.

    Più in generale, il footwork è uno dei numerosi aspetti di gioco presenti in un atleta e non tutti gli aspetti sono di pari livello.. M.Maze certamente ha sempre avuto un deficit nei movimenti delle gambe e a volte anche nella posizione della schiena, ma in compenso aveva molti altri talenti.
    Ma anche qui.. di chi è la colpa? Dell’allenatore delle giovanili ? Del coach nel Borussia Dusseldorf (era ancora Amizic??), di Peter Sartz? DI Hu Wei Xin??
    Ogni giocatore ha parecchi allenatori che si alternano nella sua carriera.. Trovare il “falegname” che li rovina, non ha senso.

  18. Drago Rosso ha scritto il 6 Aprile 2016 18:56

    Vado con ordine sulla replica di WaldnerX.
    Le modifiche dell’Ittf erano chiaramente contro i cinesi ed erano stati gli stessi protagonisti europei ad ammetterlo, a cominciare da Schlager che onestamente disse come la pallina più grande e il set a 11 permettevano agli europei di ridurre lo svantaggio. La pallina più grande rallentava il gioco, spiegazione ufficiale della stessa Ittf, quindi a danno dei cinesi, più veloci; il set a 11 livellava il confronto, visto che i distacchi nel punteggio, nella maggiorparte dei casi, si verificavano nella seconda parte del set, quando cominciavano a essere decisive la forza fisica e quella mentale, e anche qui i cinesi erano davanti. E comunque, in qualsiasi sport, la prima parte di gara è sempre più livellata rispetto alla seconda parte. La stessa Ittf, alla fine, davanti all’evidenza, ha dovuto ammettere che in effetti le nuove regole non erano proprio a favore dei cinesi, perciò non capisco da dove venga fuori l’analisi di WaldnerX. Per quanto riguarda la visibilità migliore della pallina da 40, invito chiunque a riguardarsi match con la vecchia pallina e quelli con la nuova e poi a dire se davvero notano la differenza. La migliore visibilità televisiva fu un’altra gigantesca palla dell’Ittf per nascondere il vero scopo del cambiamento. E nonostante i cinesi, per diplomazia, non hanno mai voluto attaccare ufficialmente l’Ittf per tutto questo, una voce contraria c’è stata, quella di Wang Liqin che, in una intervista, sparò a zero sull’Ittf accusandola pubblicamente di agire per danneggiare la Cina.
    Sono d’accordo con WaldnerX sul fatto che l’Europa non abbia puntato molto sui suoi campioni come tecnici e, in generale, come esperti per un progetto di sviluppo. Invece, per quanto riguarda l’eventuale sforzo comune fra le varie Federazioni, c’è da dire che qui la prima a opporsi è sempre stata la Germania, che ha sempre sostenuto un proprio modello, pensando che fosse il migliore, anzi, l’unico buono: altra dimostrazione di ignoranza, al confronto con le vere scuole europee, quelle dell’Est e la Svezia, giudicate superate dai tedeschi. Anche per questo, il mio giudizio sui tedeschi è sempre più negativo: pensano di saperne, non sanno un cazzo. Basterebbe vedere i giocatori venuti fuori in tanti anni in Europa: quelli svedesi e quelli dell’Est hanno sempre avuto caratteristiche ben precise, quelli della Germania sono un’accozzaglia di stili (se così si possono chiamare) senza un minimo comune denominatore. Poi viene fuori un Boll che è un caso a parte, con un gran braccio, ma nessun altro che gli somigli, qualcosa vorrà pur dire.
    E passando alla posizione “seduta” queste considerazioni si acuiscono ancor più. Non è questione di stazza fisica, a parte il fatto che nelle altre nazioni europee i giocatori alti non vengono educati a quella posizione e a parte il fatto che Mattenet non la usa come i tedeschi, ma soprattutto nel top di rovescio lontano dal tavolo, quindi in una particolare situazione di gioco, non come impostazione di base. E Fetzner non giocava così non perché non fosse alto, ma perché in quel momento storico la Germania non usava ancora quell’impostazione, tant’è che nemmeno Rosskopf, più alto, giocava così, e non l’ha mai usata la Francia, quindi non poteva certo Eloi essere impostato in quel modo, non perché non è un gigante. E lo stesso Boll, a parte Steger, non è certo il più alto dei tedeschi.
    Passo poi a Maze per una precisazione fondamentale, altrimenti si cade in un grande equivoco. Io non ho scritto che i danni fisici sono provocati da quella posizione “nella risposta al servizio”. Io ho scritto che è dannosa quella “posizione “da seduto” sia nella risposta al servizio sia nella preparazione ai colpi di attacco”. Mi sembra chiaro che il danno fisico derivi da quella posizione nei colpi d’attacco perché è lì che si concentra la stragrande maggioranza dello sforzo fisico, nell’ordine dell’80% contro il 20%, se non di più, basta andare a contare i colpi d’attacco, in particolare la preparazione al topspin, e confrontarli con le risposte al servizio.
    Quanto all’impostazione tecnica, io mi concentro soprattutto sugli allenatori che curano la base, fino ai 15-16 anni, perché dopo si può tentare di cambiare qualcosa, ma il danno, quando il danno c’è, è stato già fatto ed è difficilissimo rimediare.
    Infine, arrivo a Costantini. Mi dispiace, ma io continuo a vedere uno strascico di veleno. Costantini è stato tirato in ballo per dire che Zhang Lily non poi questa grande cosa, non ci vedo tanta obbiettività. E poi, aggiungere adesso che è uguale a tanti altri tecnici europei è una opinione di WaldnerX che ha diritto di pensarla in questo modo, ma allora si tratta di sostenere che tutti i tecnici sono uguali e, oltre al fatto che non può essere vero, mi sembra un’altra frecciata velenosa contro Costantini. Non si tratta di parlarne bene per forza, si tratta di non tirare in ballo argomenti che non c’entrano. Se uno pensa che Costantini non è bravo lo dice e basta, ma non può venirmi a dire che, sì, insomma, il livello è quello, come di un’aurea mediocrità in cui il tecnico può solo non fare danno, perché il campione è campione e quello scarso è scarso, e il tecnico non può distruggere un campione e non può far diventare campione uno che è scarso. E lasciamo stare i nomi citati, perché Prause e Sartz sono abissalmente inferiori a Costantini. Non scherziamo nemmeno perché fare certi paragoni è ridicolo.
    La vera differenza la si vede nei risultati globali, non su un solo giocatore, che può essere un caso, una combinazione. E Costantini, dovunque sia andato, ha sempre fatto migliorare non un giocatore, ma TUTTI i giocatori. In proposito, ripropongo qui quello che scrissi a proposito della sua esperienza in India, a fronte delle critiche che erano state rivolte a Costantini da un povero scemo, che sosteneva che Massimo aveva fatto fare progressi a UN SOLO INDIANO. Ecco cosa scrissi:
    E allora, ecco la vera situazione. Costantini ha guidato la Nazionale indiana da fine febbraio 2009 a fine novembre 2010. Comincio con l’elencare i progressi in classifica mondiale fatti dai giocatori indiani sotto la sua guida. Uomini: Achanta da 89 a 39, Ravichandran da 571 a 230, Shetty da 630 a 433, Balgu da 733 a 716, Kumar da 516 a 465, Desai da 1357 a 590, Saha da 258 a 215, Anthony da 325 a 168, Roy da 244 a 236, Ghosh da 664 a 372, Mehta da 409 a 371, Mondal da 788 a 742, Karia da 681 a 535, Paul Roy da 1050 a 809. Donne: Deshpande da 573 a 509, Kumaresan da 335 a 242, Mouma Das da 224 a 173, Arumbakkam da 502 a 474, Prabhu da 529 a 508, Sahasrabudhe da 535 a 426, Patkar da 409 a 220, Ghatak da 204 a 194, Ankita Das da 591 a 448. Come si vede, in un tempo limitato, poco più di un anno e mezzo, Costantini ha fatto compiere progressi a TUTTI i giocatori indiani. Ma non è tutto, perché ci sono risultati internazionali che dimostrano ancora di più la bravura di Massimo. Achanta ha vinto due Open internazionali: Usa Open e Pro Tour d’Egitto, entrambi nel 2010, inoltre in semifinale al Pro Tour India. Ai Giochi del Commonwealth 2010, l’India è stata l’unica nazionale a strappare un oro (sui 7 in palio) alla corazzata Singapore, composta tutta da cinesi, più un argento e tre bronzi. Achanta e Saha hanno vinto il doppio maschile in finale contro Gao Ning e Yang Zi. E ai Mondiali 2009 hanno sfiorato l’ingresso negli ottavi dopo aver battuto Grujic-Karakasevic. Sempre ai Giochi del Commonwealth, la squadra femminile ha vinto l’argento, dopo aver battuto Australia, Canada e Inghilterra, tutte nazioni sulla carta più forti. La squadra junior maschile (Ghosh, Desai, Gnanasekaram) ai Campionati Asiatici 2010 è arrivata in semifinale. Inoltre, tanti altri piazzamenti e grandi risultati sfiorati, come il matchball della Mouma Das contro Jiang Huajun agli Open del Kuwait 2010.
    Ripartiamo. L’esempio dell’India non è l’unico, ovviamente. Mi limito a citare Giardina che, sotto la guida di Massimo, è arrivato ad avere un matchball contro l’oro olimpico 2004, il sudcoreano Yoo Seung Min. E ricordo un’altra cosa importante, a riprova della “differenza” fra Costantini e gli altri: lui allenava Ariel Hsing e Zhang Lily, la prima batteva sempre la seconda, poi cambiò tecnico, mentre Zhang Lily rimase con Costantini, da allora Ariel Hsing cominciò a perdere sistematicamente con Zhang Lily. E ripeto, per concludere, che Costantini è l’unico tecnico al mondo che ha portato a Londra 2012 tre giocatori allenati da lui. Per favore, non scherziamo e non prendiamoci in giro.

  19. about.blank ha scritto il 7 Aprile 2016 12:17

    Il Drago ha scritto ” sia nella risposta al servizio che nella preparazione dei colpi d’attacco..”

    La risposta al servizio è un’esecuzione del colpo, così come la preparazione dei colpi d’attacco sono fenomeni dinamici.

    Non credo che il Drago si riferisse alla postura statica di attesa.

  20. Drago Rosso ha scritto il 8 Aprile 2016 13:40

    Solo una piccola precisazione per evitare equivoci. Visto che il commento di About blank appare dopo il mio, può sembrare che abbia copiato da me la spiegazione, in risposta a WaldnerX, sulla postura nella risposta al servizio e nei colpi di attacco. In realtà, i due commenti sono apparsi insieme, perché Costantini li aveva approvati insieme. Quindi, ognuno per conto suo, io e About blank abbiamo fornito la stessa spiegazione. Mi sembrava doveroso dirlo per onestà intellettuale.

  21. Drago Rosso ha scritto il 9 Aprile 2016 20:11

    Toh, quel cesso di allenatore che è Costantini è riuscito di nuovo a portare Zhang Lily alle Olimpiadi: si è qualificata proprio l’altro ieri. Quelli bravi, invece, ubbidiscono al presidente di turno e non convocano chi sta sul cazzo al suddetto.

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