Elezioni e democrazia
29 Settembre 2016 da Ping Pong Italia
In tempo di elezioni è quasi prassi consolidata che i singoli candidati si confrontino in quelle che si definiscono “le primarie” ossia l’opportunità di testare e tastare l’elettorato affinché si raggiunga una definizione di candidati col consenso popolare, democratico.
Per questa tornata elettorale della FITeT 2016 la regola è stata confermata ma con un meccanismo davvero insulso, offensivo direi all’idea di democrazia, ma questa non è una novità. La FITeT o il movimento pongistico nazionale ha la fama di avere un sistema…non saprei quale espressione usare: non democratico? Anti democratico? Dittatoriale? Totalitario? Scegliete voi.
Come molti potrebbero sapere, ogni candidato, per poter competere a una tornata elettorale, deve essere nominato da almeno 70 figure societarie siano esse atleti, tecnici o dirigenti, e fin qui nulla di eccezionale. L’insulto alla democrazia è un altro, è l’azione perpetrata da alcuni volta all’eliminazione “fisica” dell’avversario politico facendo piazza pulita di nomine, e quindi togliendo la possibilità di partecipare che è la madre di ogni democrazia, la partecipazione: mamma mia quanto è brutta questa cosa. Ma c’è di peggio, qualcuno si è fatto promettere la nomina ancora prima che i “giochi” ufficialmente abbiano avuto inizio, quando non si conoscevano nemmeno i probabili candidati alla presidenza. Complimenti vivissimi!!! Ancora una bella dimostrazione di democrazia e trasparenza all’interno dello sport che tutto deve essere meno di ciò che stiamo dimostrando. Gli attori coinvolti non si sentono minimamente in colpa di tutto ciò, per loro è lecito, agiscono nei binari delle regole e della legalità, come dargli torto, è nel loro diritto. Tuttavia, considero queste, azioni basse, grette e figlie di una sotto cultura democratica.
A peggiorare le cose, c’è l’atteggiamento, guarda caso, anti democratico, che vige in modo generalizzato all’interno della società sportiva stessa quando, le tre sacre componenti societarie (dirigente, atleta, tecnico), fortemente volute dal CONI un ventennio fa con lo scopo di rafforzare la democrazia interna, altro non sono che l’espressione della volontà del “capo”, dove il tecnico e l’atleta non si possono permettere di pensare in modo autonomo, indipendente, libero da condizionamenti, altrimenti scatta la punizione.
Ma dove è la democrazia? Ma davvero vogliamo raccontarci le barzellette? Ma quale ipocrisia stiamo vivendo, anzi in quale complotto antidemocratico siamo complici e vittime allo stesso tempo?
Vi racconto questa che dà l’idea di cosa oggi stiamo e state subendo.
Già nel 2002, Bosi era presidente, e lo sarebbe stato per altri due anni come aveva promesso, prima o forse dopo essere diventato allenatore della Nazionale e responsabile tecnico delle Nazionali, come membro del consiglio Nazionale del CONI in rappresentanza degli atleti, avevo fortemente esternato le mie riserve sul sistema degenerativo dei voti plurimi della FITeT che non garantiva la benché minima espressione democratica tanto a livello nazionale quanto a livello regionale; per inciso, vorrei dire che, come sapete, in medicina, quando una cellula degenera si chiama cancro, si perché è di questo che da un ventennio la FITeT è affetta, inizialmente era benigno ora è decisamente maligno, il che porta alla morte della democrazia e del pingpong.
Bene, al CONI avevo segnalato la malattia della FITeT nella sua fase conclamata, ma non mi ascoltarono, ero un pivello allora, e non battei i pugni o la scarpa sul tavolo, è un mio grande rammarico; chiesi: mettiamo un tetto ai voti plurimi. Mi risposero: buona idea! ma poi non fecero nulla. E noi, qui, italiani del pingpong, stiamo ancora combattendo con un sistema antidemocratico che, come una metastasi, va a compromettere altri organi vitali della nostra quotidiana attività sportiva.
Io non sto con Bosi, nemmeno con Di Napoli e nemmeno con l’opposizione, io sto con la democrazia e vorrei che tutti abbiano la possibilità di candidarsi. In questo momento Bosi rischia di non avere questa possibilità e sarebbe un peccato perché veniamo meno al principio di democrazia, pertanto aiutarlo a raggiungere le fatidiche 70 nominations cosi che possa competere significa semplicemente fare un atto democratico. Facciamo in modo che in tutta libertà si possa pensare, scegliere e decidere. Lavoriamo per questo obiettivo. Cerchiamo di essere onesti, di essere noi stessi, una volta per tutte.
L’altro giorno, qui in Indore nello stato del Madhya Pradesh nel cuore dell’India, durante una conferenza stampa mi hanno rivolto una domanda: dopo 6 anni fuori dall’India, che cosa hai imparato dalle tue esperienze internazionali? Ho risposto: trasparenza e leggerezza.
Le ragioni della trasparenza derivano dal fatto che sebbene chiunque commettesse degli errori o facesse delle cose fatte bene all’interno di regole ben chiare, limpide, di meccanismi oggettivi voluti dalla collettività, il suo operato è inattaccabile, rafforza il suo essere e, con esso, il suo metodo di lavoro.
Leggerezza, intesa come idea di rapportarsi con gli altri dove la propria cultura, le proprie conoscenze, lo specializzarsi in qualcosa, non è un modo per discriminare o per sottomettere chi sta vicino ma una risorsa per accettare e coinvolgere chi sta vicino.
Per concludere, due accorati appelli ai dirigenti, tecnici e atleti e di conseguenza ai candidati
- Ai primi, fate in modo che tutti abbiano le stesse possibilità di competere, non abbiate paura di affermare la democrazia, vi appartiene, non fatevela rubare.
- Ai secondi, siate bravi chirurghi ed estirpate il cancro, completamente, definitivamente.
Quanto hai ragione Max!
Ero all’Assemblea Elettiva del mio Comitato Regionale, 17 società (su 43) detenevano oltre la metà dei voti totali.
Con questa aberrazione dei voti plurimi il numero legale sarà sempre ottenuto con una minoranza di società. E una minoranza di Società eleggono e quindi governano.
E nel nazionale ancora peggio.
Quante Società con tre voti avranno voglia, tempo e denaro per andare a votare a Terni? Di sicuro ci andranno le Società col malloppo grosso.
Quindi il nuovo presidente della Fitet sarà ancora eletto da una minoranza di Società.
Alcuni candidati, hanno promesso che sarà l’ultima volta. La compagine che sta al governo non lo ha fatto, evidentemente ci sono organismi che col cancro sopravvivono benissimo!
Solo quando ci sarà vera democrazia e le Assemblee saranno invalidate per mancanza di numero legale, chi governa farà di tutto per agevolare il voto, per sollecitare la partecipazione. Oggi a chi governa sta bene così, sta bene che ci vadano i pochi che detengono molti voti.
Meditiamo.
Caro about,
ti ricordo che il tuo amico max è stato consigliere fitet nel 2000 e nel corso del suo mandato, mai ha proposto una qualsiasi proposta in merito al numero deleghe, ad esempio di ridurne il numero, ma si è bellamente fatto gli affari suoi, lasciando lo scranno al buon Bisigio, in cambio dei famosi 33 denari di stipenduccio per tecnico.
Detto ciò auguro a Max grandi successi indiani, in modo che posso restare all’ombra del tahimahal per altri 10 anni!!!!
“Deleghe”? Sguizzero non hai proprio capito un emerito c…. !
si si democrazia. tutti assetati di democrazia
.. direi che uno vale 40 può andare bene.