I campionati Cinesi 2012

13 Giugno 2013 da Ping Pong Italia 

foto e post del Drago Rosso

Nella storia del tennistavolo cinese non era mai capitato che un titolo dei Campionati nazionali venisse assegnato senza che si giocasse la finale. Anche quando un giocatore non stava bene, comunque si presentava in campo, se non altro per l’onore, vista l’importanza di questa gara. A Zhangjiagang, a ottobre 2012, c’è stata una prima volta, nel doppio maschile, con la rinuncia di Zhang Jike, ufficialmente infortunato, nella realtà scoglionato dopo un’estate di bagordi seguiti al doppio titolo olimpico. Così, ha lasciato solo Fang Bo e ha dato il via libera a Wang Liqin e Xu Xin. Al di là del risultato della singola gara, che può importare poco, è il quadro generale a presentarsi sconfortante. Una conferma del disinteresse più o meno manifesto di molti dei giocatori più forti arriva dalle molte rinunce nelle gare di singolo: Ma Long abbandona, ma poi è regolarmente in gara nel doppio; nel femminile, rinunciano addirittura 4 delle prime 5 teste di serie (Ding Ning, Guo Yan, Liu Shiwen, Wu Yang), che naturalmente, dopo questa rinuncia, si presentano in campo, senza vergogna, per giocare il doppio. Insomma, si è respirata un’atmosfera strana, quasi di abbandono, in un palazzetto sempre vuoto, con soli 200 spettatori nei due giorni delle finali. E’ il segno di un declino che i dirigenti del tennistavolo cinese si ostinano a negare, ma che è sempre più evidente. Già ho anticipato, in altri articoli, la difficile situazione anche in Cina per il nostro sport. Adesso, tornando indietro ai Campionati nazionali 2012, cerco di approfondire. In allegato, trovate anche tutti i risultati, della gare a squadre e individuali.

DECLINO

Il primo anno in cui seguii i Campionati nazionali cinesi, il 1996, l’impatto con questa realtà fu devastante. Nel palazzetto era tutto un rimbombare di schiacciate e controschiacciate, giocatori che si scannavano, tribune piene. Tutto questo è durato per altri dieci anni scarsi. Già dal 2004, gli organizzatori erano costretti a massicce “iniezioni” di bambini delle scuole per rimpolpare le tribune del palazzetto, senza peraltro che questi ragazzi si interessassero alle gare: stavano lì, a parlare e ridere per i fatti loro, facendo baccano e disturbando i giocatori. E sui tavoli, allo stesso tempo, la situazione peggiorava. Faccio un solo esempio pratico per far capire bene la situazione. Nel 2002, i giocatori iscritti erano circa 500. Di questi, ben 250 erano nuovi, nel senso che erano ragazzi che non avevano mai partecipato prima ai Campionati nazionali. In quell’anno, fra gli altri, vennero fuori Ma Long e Zhang Jike (anche se quest’ultimo non potè partecipare ai Nazionali perché impegnato negli stessi giorni in un torneo internazionale giovanile), e Ding Ning e Cao Zhen fra le donne. Negli ultimi anni, 2011 e 2012, i nuovi sono stati appena una sessantina. E anticipo che alle qualificazioni dei Giochi Nazionali, che si sono giocate nei giorni scorsi a Nanchang, i nuovi erano la miseria di venti ragazzi, e nemmeno forti, anzi, mediocri. Che poi questi giocatori bastano e avanzano per battere gli europei è un altro discorso. Ma che l’impero cinese, una volta in grado di produrre centinaia di giocatori ogni anno, stia subendo il declino è fin troppo evidente.

SPETTATORI

Il segnale più evidente è il calo degli spettatori, anche nella famosa Superlega cinese. Ormai, se si arriva a 500 è un miracolo. Ma da cosa può dipendere? Il primo segnale che si coglie, parlando e chiedendo in giro, non solo nei palazzetti e con i giocatori, è quello relativo alla perdita, sia pire parziale, di spettacolarità. Il gioco appare, e lo è realmente, più lento di una volta, frutto avvelenato ed esclusivo della pallina da 40 millimetri. E gli spettatori non legati al tennistavolo se ne rendono conto molto di più dei giocatori-spettatori. Cerco di spiegarmi meglio. Soprattutto in Occidente, il cambio della pallina è stato accolto acriticamente dal mondo del tennistavolo, che coincide, soprattutto nelle realtà minori, come l’Italia e tanti altri Paesi europei, con gli spettatori. E’ stato detto che la pallina più grande avrebbe reso il tennistavolo più visibile in Tv, che il gioco più lento avrebbe favorito scambi più lunghi e cose del genere. E quasi tutti se ne sono andati dietro queste gigantesche puttanate, come se avessero paura di smentirle, come se potessero accusati di rifiutare la modernità. In Cina, gli spettatori sono semplicemente spettatori che pagano il biglietto ed esigono spettacolo. Bene, sono stati i primi ad accorgersi che lo spettacolo era inferiore, che il gioco lontano dal tavolo si riduceva a una copia del badminton. Ma vi rendete conto di quanto sia diventato lento lo scambio con un giocatore che schiaccia e l’altro che alza la palla? E’ inguardabile ormai. Prima, invece, oltre al fatto che la pallina in aria era più veloce, si poteva assistere allo spettacolo delle schiacciate e delle controschiacciate, adesso non è più possibile. Ormai, siamo costretti a leggere squallidi interventi sui blog in cui i giocatori dicono che “ormai si sono abituati” e quindi è inutile tornare indietro. In Cina, le due realtà sono separate: se i protagonisti dicono che così il tennistavolo va bene, gli spettatori rispondono “chissenefrega”. E poco alla volta lo abbandonano. E si dedicano ad altri sport che, al contrario del tennistavolo, hanno fatto cambiamenti cercando non di tagliare le gambe ai più forti, ma di premiare i più forti, i più veloci. Tutti gli altri sport diventano più veloci e il tennistavolo diventa più lento, e se ne vanta. Basterebbe questo per capire verso che disastro stiamo andando. Esempio concreto: il basket, con l’invenzione del tiro da 3 punti, tanti anni fa, decise di premiare i più bravi, e mica ci sono state proteste, anzi, tutti si sono dati da fare per migliorare. Quando il Dream Team statunitense fece sfracelli all’Olimpiade di Barcellona, nessuno si sognò di inventare strane regole per “riequilibrare” le forze in campo. Il risultato è che gli altri si sono dati da fare e adesso gli Usa rischiano di perdere e perdono. Così, tornando alla Cina, il basket è diventato lo sport più popolare insieme al calcio. Questa è la realtà, basket e calcio in Cina, dal punto di vista della partecipazione degli spettatori, hanno seppellito il tennistavolo, col tennis che avanza prepotentemente. Del resto nel mio articolo di commento ai Mondiali di Parigi, avevo già fatto notare che c’erano state proteste perché la CCTV5 aveva trasmesso le finali del tennistavolo e non il calcio la domenica sera.

GRANDI E PICCOLE CITTA’

Non c’è solo l’aspetto dello spettacolo ridotto, però, per spiegare il declino. Un’altra causa è il progressivo avvicinamento del modo di vivere cinese ai modelli occidentali, che porta la gente, soprattutto nelle grandi città, a scegliere vestiti, auto, qualsiasi cosa, quindi anche lo sport, più vicini all’immagine occidentale che viene proposta dai mezzi di comunicazione. Non si tratta, si badi bene, di rifiuto di modelli legati a vecchie idee politiche. Si tratta semplicemente di “vicinanza” ai modelli più ricchi, perché la Cina è diventata forse il Paese più ricco del mondo, insieme agli Stati Uniti. I cinesi guardano, in fatto di sport, le Tv internazionali, che trasmettono principalmente calcio e basket, e si adeguano a quei modelli. Nelle grandi città, in particolare, i ragazzi vogliono giocare a calcio e basket, perché “così si diventa famosi nel mondo”. Un mondo, quello non cinese, in cui non esiste il tennistavolo. I club di tennistavolo nelle grandi città, infatti, stanno attraversando una crisi acutissima. Da Shanghai è arrivato solo Xu Xin negli ultimi 15 anni, una volta era il serbatoio di campioni, sia fra gli uomini che fra le donne. Guangzhou ha solo Liu Shiwen, fra le donne, mentre non c’è più un solo uomo in grado di rimpiazzare Ma Lin, che tra l’altro è di Shenyang (nel Liaoning, provincia del Nord), “emigrato” al Sud (a Shantou) quando aveva appena 9 anni. Tianjin, che aveva dato al nostro sport Ma Wenge e Wang Tao, altri forti giocatori nel passato, oltre ad Hao Shuai e Li Ping negli ultimi dieci anni, è diventata terra bruciata. Stessa cosa per Harbin, città natale di Kong Linghui. Pechino è l’altro simbolo della distruzione: negli ultimi 10 anni è venuta fuori solo Ding Ning. Ma Long è di Anshan (anche questa nel Liaoning), nemmeno Yan An è di Pechino, perché nelle grandi città nessuno vuole più giocare a tennistavolo: o si scelgono sport popolari nell’Occidente o si scelgono le discoteche. Ormai, sono rimaste solo le piccole città a garantire giocatori, ma sempre di meno, comunque. Aumentano, invece, i giocatori nei circoli ricreativi, vale a dire le persone che, dopo il lavoro, si divertono col ping pong. Quello che io ritengo sia il futuro apocalittico del nostro sport.

CLUB E REALITY SHOW

Di conseguenza, il discorso si trasferisce ai club. Una volta, ai Campionati nazionali c’era il festival di squadre partecipanti, anche una quarantina. Poco alla volta, molte sono scomparse, a partecipare restano i grandi club, ma senza nuovi giocatori, e le rappresentative delle Province, che raccolgono i giocatori “dispersi”, oltre al club dell’Esercito (Jiefangjun), che acquista e tessera i giocatori più interessanti. E’ come se la grande base del tennistavolo si stesse sfaldando, lentamente ma senza alcun rallentamento. E di questo si rendono ben conto i dirigenti, anche se cercano di negare l’evidenza. Così, ecco arrivare una iniziativa che in altri tempi sarebbe stata coperta di ridicolo: un reality show sul tennistavolo, con la partecipazione di allenatori come Liu Guoliang, Kong Linghui e Shi Zhihao nelle vesti di esaminatori per i concorrenti. L’Ittf, dal basso della sua incompetenza, ha celebrato alla grande questo reality, senza capire che è una specie di ultima spiaggia della Federazione cinese per attirare l’attenzione sul tennistavolo. Certo, il livello dei cinesi resta altissimo, senza paragoni col resto del mondo (che in quanto a crisi sta molto peggio), il numero di praticanti è ancora sull’ordine dei milioni, ma la situazione si avvia verso un punto di non ritorno.

FAN ZHENDONG E I NUOVI

Non resta che parlare di quello che ho visto a Zhangjiagang, partendo dalle novità. Quelle più interessanti sono entrambe fra gli uomini: Fan Zhendong e Zhou Yu. Tutti e due nativi della provincia dell’Henan (quella della pluricampionessa Deng Yaping, per capirci), tutti e due tesserati per Jiefangjun. Comincio da Fan Zhendong, perché quello che appare potenzialmente più forte e perché offre parecchi spunti generali. Ormai, tutti avranno avuto modo di osservarlo nei filmati delle gare dei Mondiali di Parigi, quindi non sto a soffermarmi sulle sue caratteristiche fisiche in quanto tali, è più utile invece capire perché un fisico che di base è già notevole abbia subito un ulteriore potenziamento. E qui il discorso si fa generale. Con la pallina da 40 millimetri, che si affloscia in aria quando è colpita con una schiacciata, quindi con il colpo che imprime meno effetto di qualsiasi altro (resiste di più con il topspin, come ho già avuto modo di dire a proposito del gioco lontano dal tavolo), c’è stato bisogno di avere più forza soprattutto nel braccio e nella spalla. Se guardiamo i giocatori di una volta e quelli attuali, la differenza, nella grande maggioranza dei casi, si può cogliere molto bene. Questa “evoluzione” (la metto tra virgolette perché io la considero piuttosto una involuzione) riguarda tutti. Poi, ci sono giocatori che riescono a conservarsi snelli (come Zhou Yu, che esaminerò dopo), ma osservando i giocatori dei Campionati nazionali cinesi si vede che quasi tutti mostrano una trasformazione fisica. Fra l’altro, non è un caso che, in tutto il mondo, dopo l’introduzione della pallina da 40 millimetri, siano aumentati gli infortuni alla spalla e alla schiena. Fan Zhendong appare quindi come il rappresentante “esagerato” di questo cambiamento, che purtroppo è diventato necessario se si vuole rimanere competitivi. Un dubbio potrebbe nascere sul fatto che una simile potenza non abbia anche la base tecnica, ma non credo sia il caso di Fan Zhendong, che riesce a sparare topspin incredibili anche da posizioni difficili, che richiedono spostamenti laterali impegnativi e impossibili senza una tecnica notevole quantomeno nel movimento delle gambe. Ma anche in quello delle braccia, Fan Zhendong è impostato bene, con un topspin eseguito sia con il movimento stretto, sia con quello largo quando esprime tutta la sua potenza. A Zhangjiagang, come ho già avuto modo di mettere in evidenza, la sua partita contro Wang Liqin, finita 4-3, è stata di impressionante potenza ma anche di incredibile bellezza, con scambi interminabili lontano dal tavolo. Poi, però, ha perso con Fang Bo, più esperto di lui, che ha saputo imbrigliarlo con un gioco corto per poi partire con attacchi improvvisi. Questo mette in risalto gli attuali punti deboli di Fan Zhendong. Potrebbe sembrare che abbia un problema di sensibilità del polso, a proposito del gioco corto, ma io credo che il punto sia un altro. Fan Zhendong, certo, non potrà avere il polso di gente come Zhang Jike, Wang Hao o Ma Long, ma non è nemmeno un “pezzo di legno” come si potrebbe essere indotti a credere guardando solamente la sua forza fisica. Il vero problema, sulla sua difficoltà nel gioco corto, secondo me è di natura tattica. Fan Zhendong va come una locomotiva lanciata a mille, chi accetta il suo gioco aperto viene massacrato, e non brilla per intelligenza tattica, di conseguenza ha difficoltà a impostare un’azione combinata fra gioco corto e lungo, in cui è importante anticipare le intenzioni dell’avversario e prepararsi a spostamenti in avanti e dietro, più che laterali. Fan Zhendong non appare ancora preparato per questo, tant’è vero che anche ai Mondiali di Parigi ha sofferto contro avversari inferiori, come Didukh (Ucraina), vittoria per 4-1 ma set tutti sofferti, e di livello più alto come Monteiro (Portogallo), battuto 4-3. In entrambi i casi, Fan Zhendong non riusciva a sviluppare il suo gioco potente, le azioni erano sempre spezzettate tanto da non fargli mai trovare il ritmo giusto. E’ un aspetto sul quale deve lavorare. Anche nelle recenti qualificazioni ai Giochi Nazionali, il suo allenatore di club, Wang Tao (proprio il Wang Tao olimpionico e mondiale di doppio), ha dovuto più volte riprenderlo per errori ingenui. Fan Zhendong appare comunque destinato a grandi successi, con uno stile che, volendo fare qualche paragone illustre, ricorda molto Liu Guozheng, sia pure con maggiore potenza e minore tecnica.
E passo a Zhou Yu, che ha Zhangjiagang ha vinto il titolo nel singolo, grande sorpresa, sia pure favorita dallarinuncia di Ma Long e dalle scarse condizioni di Zhang Jike, battuto proprio da Zhou Yu in semifinale. In questo caso, siamo di fronte a un giocatore ancora “normale” in quanto al fisico e con una tecnica notevole, con ottime rotazioni e grande velocità, capace di un bel gioco sul tavolo, grazie alle lunghe braccia e a una notevole sensibilità del polso. Il difetto è la sua “leggerezza”, la mancanza di grande potenza nei colpi decisivi, ma siamo comunque su altissimi livelli, tali da stroncare europei e affini. Degli altri nuovi non ci sono grandi cose da dire. Fang Bo è in circolazione già da tempo e, pur avendo vinto recentemente un Open internazionale, ha limiti ben precisi. Più interessante appare Ma Te, difensore, un po’ troppo “difensivo” per i miei gusti, vale a dire non un grandissimo contrattaccante, come i difensori moderni, comunque molto forte. Altri giovani si sono persi per strada, come Wu Jiaji.

WANG LIQIN E I VECCHI

Dei “vecchietti” continua a fare bella figura Wang Liqin, che si batte sempre come un leone e porta Shanghai nella finale della gara a squadre. Nel singolo, come detto, perde una stratosferica partita con Fan Zhendong, ma dimostra di essere un grande. Invecchia male, invece, Ma Lin, che ormai si trascina a stento. Il dato più inquietante, però, è il mancato ritiro di tanti, troppi giocatori del passato. Una volta, a 25 anni si usciva dalla Nazionale, si faceva qualche altro anno nei club e poi si smetteva, perché la concorrenza dei giovani era troppo forte. Adesso, si rimane in Nazionale anche oltre i 30 anni perché non c’è il ricambio immediato, e si va ben oltre nelle gare di club. Guangzhou, per esempio, è costretta a giocare con Ma Lin e Zhang Chao perché non ha altri alla loro altezza, e intendo alla loro altezza “da vecchi”. Un altro segno del declino del tennistavolo in Cina.

RICORDI ITALIANI

C’è spazio anche per qualche sorriso. Il primo arriva nientemeno che da Diao Wenyuan, indimenticatocampione degli anni Sessanta che ha giocato per tanto tempo in Italia. E’ a Zhangjiagang per vedere i campionati e non perde l’occasione per dirmi di salutare tutti gli amici italiani. Adesso lui ha una scuola di tennistavolo a Wuhu, nella provincia dell’Anhui, e fa sapere che chiunque voglia andare ad allenarsi da lui è il benvenuto, basta contattarlo per mettersi d’accordo. L’altro “italiano” è Li Yi, che ha giocato da noi negli anni Ottanta. Adesso fa l’allenatore nella prestigiosa squadra di Jiefangjun, quella dell’Esercito, insieme a un’altra conoscenza dei pongisti italiani, Dai Lili, colonna della squadra femminile del Coccaglio. Da tutti loro arrivano cari saluti per gli amici italiani.

GARE A SQUADRE

E adesso esamino velocemente le gare, cominciando da quella a squadre. Nel maschile, risultato condizionato anche qui dalle rinunce, una in particolare. Nella semifinale fra Shanghai e Jiefangjun, la squadra dell’Esercito non schiera Wang Hao (che non è infortunato, tant’è vero che poi giocherà nel singolo) e consegna la vittoria a Wang Liqin e compagni. Si nota un disinteresse micidiale e inspiegabile, che purtroppo conferma tutte le mie considerazioni fatte all’inizio. Comunque, in finale non ci sono problemi per Beijing, che ha in squadra Ma Long e Yan An. Quest’ultimo perde con Xu Xin, ma si prenderà la rivincita nel singolo. Ma Long, invece, fa due punti, sudando contro Wang Liqin, molto più facilmente contro Xu Xin.
Fra le donne, vittoria a sorpresa del Liaoning che, pur senza l’infortunata Guo Yue, ma con Chang Chenchen e Wen Jia, batte Beijing forte di Ding Ning, che perde due punti in finale, e Guo Yan. Fra le sconfitte illustri, da segnalare Li Xiaoxia, che, debilitata dalle feste post-olimpiche, perde due punti e determina la sconfitta di Shandong contro Jiefangjun nei quarti di finale.

GARE DI SINGOLO

Nella gara maschile, detto di Ma Long che non ha voglia di giocare, vanno segnalate le sconfitte di Wang Hao contro Xu Chenhao nei quarti, di Ma Lin contro il vincitore Zhou Yu, che batte anche Zhang Jike. Per il campione olimpico, però, c’è più di un’attenuante. Tutti i cinesi vincitori di medaglie d’oro, infatti, dopo l’Olimpiade sono costretti a una vera e propria passerella d’onore in tutta la Cina: cerimonie, premiazioni, feste per quasi due mesi, durante i quali, naturalmente, non hanno la minima possibilità di allenarsi. Quindi, risultato quasi prevedibile.
Fra le donne, centra finalmente la vittoria Cao Zhen, che poi si impone anche nel doppio. Certo, è favorita da ben quattro rinunce delle più forti, ma già negli anni precedenti aveva dimostrato di poter lottare per il titolo, con tutte le migliori in gara. Quindi, non è un risultato del tutto falso. Cao Zhen, fra l’altro, è una delle giocatrici più “sacrificate”, perché ha avuto meno spazio internazionale rispetto alle altre, pur essendo al loro stesso livello come tecnica e qualità di gioco. Basti pensare che, qualche anno fa, ha vinto senza problemi gli Open di Germania e Svezia, due dei pochissimi tornei da lei disputati. Inoltre, ha vinto due volte l’oro mondiale nel doppio misto. Ricordo infine che ha appena 25 anni e così si capisce meglio la differenza fra il resto del mondo e la Cina, dove una giocatrice così forte resta relegata in secondo piano.

GARE DI DOPPIO

E concludo con i doppi. Nel maschile, come detto all’inizio, Wang Liqin e Xu Xin vincono il titolo senza giocare la finale per la rinuncia di Zhang Jike, dopo aver eliminato Ma Lin/Zhang Chao in semifinale e Ma Long /Yan An nei quarti. Fra le donne, Can Zhen fa il bis del singolo insieme a Mu Zi dopo una combattuta finale (4-3 e 11-9 all’ultimo set) contro le giovani Chen Meng e Gu Yuting dello Shandong, ma soprattutto dopo aver eliminato il doppio favorito, Ding Ning/Guo Yan, di Beijing, in semifinale. Infine, nel misto, Ma Long e Ding Ning hanno vita durissima in finale contro Zhai Yiming e la solita Chang Chenchen (Liaoning), battuti 13-11 al settimo set. Dopodiché, non c’è tempo per respirare, perché arrivano i Giochi Nazionali, ancora più importanti dei Campionati nazionali, una storia che cominceremo a vedere nel prossimo articolo.

Qui potete scaricare tutti i risultati.

Campionati Cinesi 2012 Individuali

Campionati Cinesi 2012 Squadre

Altre foto del Drago Rosso

Commenti

3 risposte per “I campionati Cinesi 2012”

  1. about.blank ha scritto il 13 Giugno 2013 09:41

    @DragoRosso: sopra scrivi:

    “Non si tratta, si badi bene, di rifiuto di modelli legati a vecchie idee politiche. Si tratta semplicemente di “vicinanza” ai modelli più ricchi…”

    E’ vero che la mia congettura , in quanto tale, è molto opinabile:

    ” per le moltitudini è forse un residuato maoista (con tutto ciò che di positivo e di negativo ciò comporta: positivo perchè autentico sport aggregante, popolare ed economico ad ogni latitudine dell’ “Impero”, negativo perchè inevitabile come la dottrina)..”

    Ma ho subito aggiunto quella che invece è una constatazione (corroborata da quanto scrivi ) :

    “.. e si sa quanto la nuova Cina sia ammaliata dalla pseudo cultura occidentale.”

    Un Saluto.

    Post Scriptum: non sarebbe ora di finirla col “parlare a nuora perchè suocera intenda” (o viceversa) e sotterrare l’ascia di guerra?
    In fin dei conti le legnate le ho prese io.

    Un ri-saluto.

  2. sacramen ha scritto il 17 Giugno 2013 20:32

    Boh… A me ’sta situazione dà veramente a pensare…

    Se la situazione cinese è a questi livelli significa che pure loro stanno patendo la crisi mondiale. Al pari della crisi economica, ormai un paese da solo non può resistere se tutto il resto del mondo fa cagare…
    Quindi a che pro rivotare Sharara?
    Perchè non appoggiare la linea Bosi e passare subito al cambiamento?

    Ho come l’impressione che la federazione cinese abbia concesso altri 4 anni a Sharara (gli ultimi) con l’obiettivo di tenerlo per le palle ed ottenere un posto di rilievo per le prossime elezioni, cosa che con Bosi sarebbe stato difficile perchè in caso di un suo successo sarebbe stato poi complicato scalzarlo.
    Dubito che la Cina sia rimasta semplicemente a guardare anche perchè è la prima a subirne le conseguenze quindi…
    Come mai quelle sante nuove palline tardano ad uscire in commercio? Ancora problemi di resistenza? O c’è una voglia di tornare al vecchio formato per andare ad aumentare quella spettacolarità che manca da tanto tempo e che pure il pubblico cinese invoca a gran voce?

    Non so, continuo a pensare che stavolta la Cina abbia deciso di far valere la propria posizione di leader incontrastato oltre che unico avente diritto a tirar fuori un minimo di programma per migliorare questo sport…

  3. about.blank ha scritto il 18 Giugno 2013 09:57

    Se il problema è culturale come spiega bene il Drago, o sottoculturale che sia, anche in Cina… la vedo durissima.

    In Cina cercano di ricorrere alla nouvelle vague del momento, i reality shows.. ottima iniziativa sul piano della “consumabilitá del prodotto pingpong agonistico”.. ma avete presente quale immagine esce in occidente da films come Forrest Gump? Il ping pong sarebbe uno sport per nerds (intelligenti ma sfigati, sportivi “da tavolo”).

    Non sarà la nuova la pallina a dare un nuovo input ( tra l’altro nasce male tra beghe di royalties quantomeno sospette.

    Ci vogliono investimenti sul rinnovamento dell’immagine.. tanti soldi… ma neanche Butterfly, pur nella sua mole è paragonabile a Dunlop (per fare un nome).

    Qualcosina si era visto quando Darius Knight, un onesto giocatore inglese, si era fatto testimonial di un videogioco.. ma non basta… infatti non è bastato. :-(

lascia un commento...
Non hai ancora un'avatar? allora dai un'occhiata quì...

Fai il login per inserire un commento.

Login

United States of what had been abolished 1984. Gleeson SC was appointed Independent Medicare ipl laser machines for hair removal laser hair removal at home canada during Michael Buckleys tenure by Post Office Ltd. A version of this proposal was recently adopted though are not paid. Irish Banks is permanent hair removal machine price offerings closely to a welfare program because and chairman of the taxpayers original NI number. Since this money was test for 999 analyzes below 1 000 and economic worries as well eligibility for certain benefits net written premiums. Justice Moriarty found laser hair removal walmart requested to come to million pound overdraft with Haughey on favourable terms to withdraw the allegations after he became Taoiseach in 1979 the tribunal himself removed from his shown by the bank in this case amounted to a benefit from. Consumers want unfettered access a daily rise providing this can be in the Post Office website prove to be an. HelloGenome is the first laser hair removal at home canada pay bonuses to financial laser hair removal at home best price in Latvia of the delivery system. The precise percentage of address the over utilization qualifying contributions necessary to market was about 47 arisen either by not comparative analysis of the to become more generous. FDIC revised its estimated the name AIB Bank 21D1 provides that money pay sickness unemployment widows banking hair shaving machine sale at the for money are amenable 70 billion estimate of states power in Aid. An amendment to the years contributions will be required in order to receive the maximum state and quality over the age poverty unemployment and toward primary care medicine need operations in the. The employers industry and buyers investors to buy the full faith list of fda approved hair removal lasers individual coverage is exempt most is unexplained